Uno dei punti forti di Rafael Nadal sta forse nel suo solido entourage
Molti osservatori sottolineano che uno dei punti forti di Rafael Nadal e della sua grande solidità sta nel suo entourage che sostanzialente coincide con la sua famiglia: Toni su tutti, zio e allenatore, come noto.
Per vincere è innanzitutto necessario un orientamento complessivo che non muti ogni 15 giorni ed un lavoro serio e prolungato.
Il match con Federer è stato il frutto di alcuni punti decisivi vinti: e, come molto spesso accade, quei punti si vincono assai più con l’aspetto mentale piuttosto che con la tecnica. Sapere a chi rivolgersi e di chi fidarsi e quindi saper scegliere chi circonda un tennista è fondamentale per mantenere o potenziare l’aspetto psicologico di un giocatore.
Lo stesso Nadal ha ammesso che il match con Federer a Wimbledon si è deciso su “qualche punto” e “non su grandi cose”.
8 commenti
stai dicendo che lopez gioca bene a tennis? ha solo un gran servizio che sfrutta bene a rete ! di rovescio è negato sa fare solo quello in back per non parlare del diritto che è veramente inguardabile…ho visto la partita di wimbledon contro safin e non ho visto un rovescio in top in quattro set e di diritto avrà fatto 2 vincenti in tutta la partita
Sono convinto che sarebbe stato fortissimo anche in un altro sport nadal, per fisico e testa, questo è chiaro. Comunque Se ne andava dopo 5 minuti feliciano lopez testa calda com è, lo stesso vale per verdasco…d’altronde preferisco 100 volte vedermi una partita con feliciano, che è uno dei giocatori + spettacolari del circuito, piuttosto che con nadal.
Campioni si nasce,non si diventa,col tempo si può migliorare ma se non ci sono le caratteristiche del campione non si va da nessuna parte,metti l’entourage di Nadal a Feliciano Lopez e vedrai che i risultati saranno totalmente diversi.
Infatti ti ho fatto l’esempio di gasquet, che a livello giovanile batteva nadal, non certo di bolelli o seppi, cioè sto parlando di fortissimi (e vedremo cosa farà quel viziato di gulbis), non del movimento in generale. Per cui con nadal funziona, ma con uno che non ha il suo fisico la preparazione deve essere mirata in modo diverso. Sul fatto della mentalità ci credo e non ci credo a queste cose, penso che dipenda da allenatore ad allenatore e tennista e tennista, non solamente nazioni.
Quello su Nadal era un appunto puramente tecnico: non tutti possono giocare come lui, e per fortuna direi. Sennò succederebbe come nel tennis femminile in cui, complice bollettieri, tutte le ragazze dell’est, gran fisico, giocano alla stessa maniera e ti fai due gran coglioni.
Puo’ essere anche una macchina oppure uno che ha poca personalità come dici tu , intanto sembra sia stato istruito benissimo a superare qualsiasi difficoltà psicologica , e a questi livelli non ci arrivi se non hai dietro uno staff con le palle . Secondo me , parecchi dovrebbero prendere esempio da lui , tra cui anche i nostri giocatori , compreso il loro staff tecnico , che mi sembra alquanto scadente visto anche la mentalità provinciale che gli inculca e il fatto di doversi SEMPRE accontentare invece di cercare di arrivare ad altissimi livelli . Secondo me questo è uno dei motivi principali per cui l’Italia non avrà mai giocatori di altissimo livello , ma solo dei giocatori mediocri , ciao !!!
A mio avviso, e ribadisco sempre con questo concetto, il suo entourage l’ha costruito come una macchina di vittorie da quando era adolescente. Infatti il gioco tutto calcolo di nadal, era incredibilmente così anche quando esordì sul circuito maggiore a 15 anni, ed è proprio questo che mi impressiona in modo così negativo. E” stato preparato mentalmente per esser campione e non poteva sfuggirne (e poteva essere solo che in spagna) e sinceramente tra i top 3 è quello che mi dà + l’idea di esser guidato e di avere meno personalità, con lo zio ombra a prender tutte le decisioni (ma magari è solo un impressione). Probabilmente non si può dire lo stesso di chi ha seguito il coetaneo più forte, cioè gasquet, che magari proprio bene non è stato gestito.
A mio avviso suo zio Toni è stato fondamentale fino ad ora per fargli vincere quello che ha vinto,poi lui ci ha messo del suo,ma ora non si deve montare la testa,si attende la conferma sul cemento con i Master Series,le Olimpiadi e gli Us Open.
Ne approfitto per fare un’analisi su quello che avviene in Italia, ovviamente in base alle informazioni in mio possesso.
In questo momento ai vertici del tennis italiano siamo messi benissimo, con la nuova era costituita dai Seppi-Bolelli-Fognini.
Il problema sta dietro questi giocatori.
In Spagna, ci sono vari nuclei che accolgono scuole tennistiche con vari giocatori, e spesso tutto questo ruota attorno e con la partecipazione dei vari fuoriclasse ( Valencia con Ferrer, Ferrero, Andreev, Barcelona con Nadal, Madrid con Verdasco etc. ).
Praticamente i giocatori di vertice spesso si fermano nelle loro sedi di allenamento, dove trovano altri giocatori con cui giocare, dove ci sono i loro tecnici che collaborano e di conseguenza danno spunto ai loro compagni di allenamento di crescere.
Per fare un esempio pratico, in questi nuclei crescono giocatori che qualche volta vanno nei primi 100 al mondo, con possibilità di salire ancora molto in classifica. Spesso nei challengers si trovano giocatori che si trovano tra la 100ma posizione e la 300ma che si allenano nelle sedi nelle quali si allenano i big spagnoli.
Ultimamente in Spagna c’è stato il trasferimento qualitativo da Barcellona a Valencia. Dieci-quindici anni fa il 90% dei big spagnoli si trovavano a Barcelllona, ora la maggior parte si trovano a Valencia.
Per fare dei nomi : Ferrer, Ferrero, Andreev ( Russia ), Gimeno-Traver, Andujar etc. etc. ed anche il nostro Arnaboldi che si allena sotto la guida del tecnico valenciano Aparisi.
Spesso alcuni ex giocatori girano con questi giocatori ( l’esempio di Alex Calatrava che si è visto seguire Pablo Andujar a Napoli e Barletta, ma che non lo fa per più di 7-8 settimane all’anno ) per qualche settimana. Il tutto non fa altro che far crescere i giocatori spagnoli.
Detto in quattro parole ( il discorso sarebbe ancora lunghissimo ) su cosa succede in Spagna ed il perchè della continuità spagnola ai massimi livelli del tennis mondiale ( ora si sono aggiunti ai primi 20 anche Almagro e Verdasco a continuare il ricambio ), vediamo ora cosa succedeva e cosa è successo in Italia.
Negli anni 90, centri importanti erano sorti a Milano ( Walter Bertini Tennis Accademy ) e Torino ( Le Pleiadi ). Qui arrivavano molti giocatori tra i più forti d’Italia tra i quali Camporese, Caratti, Pescosolido, Brandi, Mordegan, Scala, Borroni e chi più ne ha più ne metta. Non a caso, in questo periodo, i nostri giocatori erano più competitivi sulle superfici veloci, che non sulla terra battuta. Si è creato il gruppo, ed a livello agonistico pro abbiamo avuto qualche risultato decente ( punta di 7 nei primi 100 nei primi anni 90 ).
Poi questi centri si sono un po’ disintegrati, e questo per il nostro tennis non è stato certo un fatto positivo.
Ad inizio degli anni 2000, altri gruppi si sono formati, sotto la guida di tecnici esperti che vengono anche dal tennis professionistico ( Zugarelli con Aldi, Starace e Giorgini, Fanucci con Volandri ed altri giocatori in Toscana ).
In questo momento c’è ancora qualche buon gruppo ( direi su tutti da elogiare il lavoro di Fabio Rizzo che con i suoi collaboratori sta tirando su un movimento siciliano come mai in precedenza, con giocatori come Di Mauro, Aldi, Naso ed ora il nuovo arrivo Comporto ).
Il problema è che non mi giungono notizie di gruppi attorno ai vari Seppi, Fognini, Bolelli etc. etc.
Intendo dire che con Seppi ci dovrebbero essere una rosa di 10-12 giocatori da far crescere in Trentino, Bolelli idem a Roma, Fognini invece si trova in Spagna, giustamente.
I giovani con Brandi erano Arnaboldi ora a Valencia e Figliomeni ora disperso. Ora Brandi segue ancora altri giovani, secondo me è un’ottima guida.
Abbiamo un tecnico argentino che segue Trevisan e Daniel Lopez.
Si sta lavorando discretamente, ma a mio avviso, ripeto, andrebbe costruito un ambiente che si attacchi ai nostri 6-7 giocatori del vertice nazionale. Fin’ora sembra che lo si stia facendo solo con Volandri e Di Mauro-Aldi, ed un po’ con Bolelli-Brizzi ( A Roma stanno venendo fuori dei giocatori interessanti che giocano con i vari Cobolli, Santopadre, Pescosolido… arrivano da tutte le parti d’Italia : dalla Calabria c’è un giovane seguito da Pescosolido che promette bene ).
Il problema è che sembra che ora si stia attaccati ai primi 5 giocatori d’Italia, insistendo però poco sulla base che deve portarne altri a questi livelli, come succede in Spagna ad esempio.
Dietro Cipolla, ormai il vuoto. Di Mauro sta tornando, ma non può certo giocare ancora molti anni, idem Galvani. Si spera che salgano i vari Brizzi, Naso, Arnaboldi etc. etc.
Nel mentre, a livello challenger, serbatoio per il circuito ATP maggiore, stiamo vivendo una delle peggiori stagioni degli ultimi 10-20 anni. Facciamo fatica a raggiungere le semifinali.
Questa è la situazione come la vedo io, del tennis da noi.