Il 2010 sfortunato dell’azzurro Claudio Fortuna

Claudio Fortuna classe 1990, n.786 del mondo

Nella vita di uno sportivo professionista la fortuna ricopre un ruolo fondamentale per determinare le vittorie più belle e le sconfitte più brucianti. Trovarsi al momento giusto nel posto giusto, cogliere il treno che spesso ai livelli più elevati passa una volta soltanto nella vita è questione di preparazione, fisico, testa e coraggio, ma anche di un sottile intreccio che va al di là delle umane comprensioni e che in un batter di ciglio fa passare senza nemmeno accorgersene dalla gloria alla polvere, e viceversa.

Lui che condivide con la Dea Bendata il nome lo sa bene, abituato fin da piccolo a tessere e disfare i fili del destino. Claudio Fortuna, siciliano poco più che ventenne, ha avuto in sorte un talento innato che non si insegna: quel suo fisico apparentemente gracile è in grado di esprimere un tennis di altri tempi, supportato dalle rotazioni mancine di un diritto capace di lasciare immobile l’avversario, un rovescio leggero ma dal timing perfetto e soprattutto una palla corta letale, improvvisa, che utilizza come soluzione costante con irrisoria padronanza. Nonostante le difficoltà dell’impatto in un circuito “pro” sempre più muscolare, dal genietto di Fortuna ci si aspettava da un momento all’altro la consacrazione che tuttavia tardava ad arrivare. Almeno fino a un anno fa esatto, a Siena, alla prima edizione del torneo ITF a Vico Alto. Il siciliano partì a fari spenti, come si addice a chi fino a quel momento serbava più frustrazioni che vittorie: superò il carrozza le qualificazioni, poi il primo turno, e a quel punto la miscela dei suoi ingredienti così speciali e delicati esplose contro Piccari e Giorgini, due bersagli apparentemente fuori portata. In semifinale la magia continuò contro Lars Poerschke, che lo precedeva di oltre 800 posizioni ma che non sapeva opporsi alle soluzioni creative di quel minuto avversario. In quella circostanza tuttavia la Fortuna, sua omonima, gli voltò delle spalle a tre punti consecutivi dal match e gli negò la finale e, forse, la definitiva consacrazione.

Poco male. Claudio Fortuna aveva finalmente trovato la chiave per esprimere il suo enorme potenziale e la strada sembrava aperta verso categorie che il suo tennis merita di vivere. Così almeno sembrava a lui e ai tanti appassionati che a Dicembre, in un sondaggio redatto su una delle riviste tennistiche nazionali più famose, lo indicavano addirittura come seconda maggiore promessa tra gli under 20 di tutta la nazione, alle spalle di Federico Gaio, anch’egli guarda caso in gara questa settimana a Siena.

Ma evidentemente non era ancora destino, o Fortuna, perché la prima metà del 2010 scombinò nuovamente le trame del disegno con pari sorpresa a quella che accompagnò la cavalcata sensese: arrivarono una lunga serie di sconfitte al primo turno e la classifica ATP rimaneva in stallo. Poi poche settimane fa, sarà l’avvicinarsi dell’aria settembrina, un nuovo e inaspettato exploit, questa volta a Vigo: Claudio ritrova tutti i suoi elementi e mette tutti in fila un torneo spettacolare. In semifinale, nel momento migliore, la sua omonima nemica con la s davanti ricompare sotto forma di uno stiramento allo schiena che lo costringe al ritiro e ad uno stop forzato.