Le ambizioni di Potito
In un 2010 che non ha esitato a riservare grosse delusioni e aspettative troppo ambiziose (quasi da farlo sembrare inizialmente peggiore del terribile 2009), i colori italiani iniziano a sorridere grazie agli ottimi exploit che stanno avendo Potito Starace e Andreas Seppi.
In questo articolo, ci dedicheremo al tennista campano che, tra tutti i top player italiani, è stato quello che ha offerto più continuità nel gioco e nei risultati.
Dopo aver sfiorato il colpo ad Umago, perdendo da Ferrero in finale, Potito ha capito seriamente di poter ritornare nei top 30 e, oltre ad aver intuito questa possibilità, si è concesso di fronte ai giornalisti croati una sorta di obiettivo in vista degli Australian Open 2010: ovvero quello di rientrare nelle 32 teste di serie.
E attenzione signori, qui non si parla affatto di utopia!
In questo momento, per Potito, l’ingresso nei 50 è ad un passo: e i prossimi tornei che lui disputerà (New Haven e Us Open), possono portarlo a rientrare in questo prestigioso club. Le impressioni che ha avuto Potito dal suo gioco, sono state chiare: “ho ritrovato un gioco di altissimo livello in queste due settimane, senza dover effettuare dei programmi di allenamento specifici ed oculati”. Questa naturalezza di gioco, non fa che aumentare le buone speranze su una possibile tournèe americana che porti delle soddisfazioni.
La vera incognita è su come potrà esprimersi il tennis di Starace sul cemento americano; ma c’è una statistica incoraggiante:
Potito, è arrivato agli Us Open 2009 vincendo solo un match sul rapido (contro Zverev a New Haven in tre set), per poi perdere a Flushing Medows al primo turno contro Chiudinelli.
In questa edizione del 2010, dove non difende praticamente nessun punto, arriva forte della sconfitta al secondo turno di Doha (dopo aver battuto Gil) contro Nadal, dal quarto di finale di Sydney perso con Gasquet (giocando alla pari) dopo aver battuto Gimeno-Traver ed ancora GIl, un brutto primo turno agli Australian contro Robert, la sconfitta 7/5 al terzo set nel challenger di Sunrise al secondo turno contro Simon e la vittoria in Davis contro Haase.
Insomma, nulla di eclatante, ma senz’altro sono segnali che ci dicono che Starace, sul veloce riesce almeno a vincere i match alla sua portata e, considerando che, da qui a fine anno si masticherà tennis da cemento, sta a Potito doversi calare nella nuova parte di tennista adattato al rapido.
Avrà comunque possibilità grazie all’ATP di Bucharest (dopo la davis in Svezia) di ritornare un attimo sulla terra dove l’entry list, sarà tutt’altro che di alto livello, per fare altri punti pesanti. Ed oltre a quel torneo, bisognerà affrontare due tournèe d’obbligo per chi punta ai top 30: quella asiatica-russa (con un ATP 250 e un 500 prima del master di Shangai, dove segue il 500 di Mosca) e quella europea indoor (due settimane di ATP 250 e 500 per arrivare al master di Parigi).
Altre soluzioni non sono possibili per una questione matematica: al momento per entrare nei primi 35 mancano quasi 300 punti e, possono essere colmati facendo qualche turno agli Us Open a Shangai a Parigi, e magari riuscendo a fare un exploit nei tornei minori (come ad esempio un quarto in un 500 o una semifinale di un 250).
Sono questi i numeri che occorrono a Potito per realizzare il suo ambizioso obiettivo. Sicuramente il nostro tennista campano sa meglio di noi cosa bisogna fare per rientrare in quella fascia di classifica ed evidentemente ne è consapevole.
Ma ora, messe alle spalle dichiarazioni e numeri, lo attende l’esame del cemento americano che è un primo ed importantissimo banco di prova dove può capire sul serio quali sono le sue possibilità su questa superficie. Adesso è in vacanza e la prossima settimana andrà negli States per allenarsi in vista di New Haven.
Noi siamo qui, affamati di sorprese e buoni risultati e speranzosi che Potito possa colmarcele.
Piccolo consiglio: per quest’anno la seria A lasciamola giocare ad altri.
Un saluto a tutti – Andrea Martina alias “Andrea24h”
TAG: Italiani, Starace, Uno sventaglio
sisi hai ragione e speriamo che anche andreas abbia questi obiettivi
Io credo che le dichiarazioni di Poto vadano proprio in tal senso.
Non credo che abbia affermato di voler chiudere l’anno tra i top30, ma di voler far bene nel finale di stagione per poi puntare a quell’obiettivo che, a mio parare, avrebbe dell’incredibile!
In sintesi: non tra le 32tds in Australia, ma a Parigi!
Per entrare nei 30 potrebbe anche darsi un obiettivo a scadenza leggermente più lunga, ossia puntare sulla terra sudamericana da febbraio in poi, dove ha pochissimo da difendere. Se avesse fatto bene lì lo scorso anno sarebbe già nei 40…
anche io sono concordo con il fantasista orobico & Isa, certe affermazioni sono fuori luogo!
Semmai possiamo riconoscere in potito una storica ritrosia a cimentarsi nelle superfici dove lui probabilmente non si sente all’altezza.
e’ un po’ la stessa cosa che e’ successa a volandri che come potito si sta’ cmq amministrando molto bene sulla amata terra.
tra i ns 5 tennisti di maggior spicco Poto e Filo sono + limitati da un punto di vista tecnico e di adattabilita’ mentre Seppi , Fognini e Bolelli sono + versatili.
Di tutti e 5 Fognini e’ quello che pensa + in grande, mentre Seppi e’ quello che ( a mio avviso ) ha qualche “piccolo” numero in +.
Sono d’accordo con Cristianodoni….non mi sembra corretto dare del provinciale ad un giocatore con la carriera di Poto; è un ottimo professionista che ha dato il massimo, rispetto alle sue possibilità, sia nel circuito (b.r. 27)che in Davis dove non ha mai sbagliato un colpo (ha perso solo da re roger…)
hai saltato Shangai e Mosca come tornei e oltre a quello nessuno ha detto che agli Us Open o al Master debba fare solo un turno…con un tabellone fortunato può anche andare più avanti
appunto stai scrivendo quello che ho detto io,che potito non è uno che darà a noi sostenitori la giuste soddisfazioni,e che è e rimarrà un provinciale continuando a spaziare tra 250 e challenger ,credo che poi alla fine è lui che decida dove voler giocare,ma resta un mediocre che avrebbe potuto investire di più dalla sua carriera.e poi finiamola di fare i professori che siete e siamo tutti asini allo stesso punto,con la presunzione per te di voler capire di tennis più del sottoscritto 😆 👿
Ipotesi:
Bucarest 90 punti
challenger napoli 100
open 45
bercy 45
TOTALE 280 PUNTI
VA SOTTO LA 40à MA NON SOTTO LA 30à
MI DUOLE DOVER RISPONDERE A UNO CHE SCRIVE “..cè il challenger”, e prima di scrivere controlla anche la punteggiatura…. le virgole non vanno messe a casaccio…
comunque quel che ti consiglio è:
1) ripeti la terza elementare
2) non dire a uno che punta in alto che è solo un provinciale… se davvero Poto fosse un “Provinciale” come lo definisci tu, avrebbe giocato solo ed esclusivamente challenger… invece pur non avendo grandi mezzi tecnici il buon Poto è riuscito nella sua carriera a mettere in difficoltà mostri sacri del tennis… a crearsi una carriera decennale nei primi cento giocatori del mondo… a difendere i colori azzurri con ottimi risultati in Davis…
3) chi invidia, chi critica solo per il gusto di criticare … non va da nessuna parte… e più che un provinciale rimane solo ed esclusivamente un “villano”
per me se entra nei top 40..va gia molto bene!
top 30 non so ma credo che nei 40 non avendo praticamente nulla da difendere ci potra entrare quasi sicuramente
annata molto buona di potito questa
bisogna solo chiuderla in bellezza con qualche buon risultato
a quelli che hanno criticato la sua scelta di giocare san marino rispondo che non ci si puo inventare giocatori da cemento se non lo si è
potito nasce terraiolo e morira terraiolo
un provvinciale ,ecco cosa è rimane e rimarrà sempre un mediocre provvinciale con la paura di volersi migliorare ,la sua carriera ha avuto un picco solo,a RG del 2003 credo ,ecco è stata l’unica volta che l’ho considerato un giocatore vero,per tutto il resto cè il challenger.
😳 😳 L’ottimismo è il profumo della vita………………….. 😳 😳