Parla l’ultima giocatrice italiana ad essere approdata in semifinale al Roland Garros

Silvana Lazzarino ultima italiana ad essere approdata in semifinale in un torneo dello Slam

Riportiamo l’intervista pubblicata dalla Gazzetta dello Sport a Silvana Lazzarino ultima giocatrice italiana ad essere approdata in semifinale in un torneo del Grand Slam, prima di Francesca Schiavone.

Signora Lazzarino: ha visto i risultati di Parigi? Francesca può riportare un’italiana in semifinale, 56 anni dopo Silvana Lazzarino. «Mi dispiace per la Pennetta. L’ho conosciuta quando ho ricevuto la Racchetta d’oro e lei ha preso quella d’argento. Era una ragazzina, mi ricordava me stessa, tanto tempo fa, le si leggeva negli occhi tutta la sua forza». Ma che sensazione prova al pensiero che oggi un’italiana può tornare in semifinale sulla terra rossa più famosa «Sono contenta per la Schiavone, e le auguro ogni bene. Questi tempi sono troppi diversi da quelli di 50 anni fa: il mio tennis era un altro tennis, e un altro mondo». Com’era il tennis, nel 1954 «Era diverso. C’era più passione e meno soldi, che poi mica se li possono portare dietro tutti quei soldi. Fra italiani, tifavamo l’uno per l’altro, in attesa delle nostre partite, e ci aiutavamo. Nicola (Pietrangeli), che è del ’33 come me, quando andava all’Hotel de Paris, invitava sempre noi ragazze che invece andavamo aH’alberguccio. Era proprio un bell’ambiente, con Sirola, Merlo, Gardini un po’ meno perché era nervosetto. E sono ancora amica di Lea (Pericoli) e della Beltrame». Occhi chiari, piccolina, molto aggraziata……. Guarda il tennis alla tv «Sì, certo. Le Williams sono fortissime, ma io preferisco le nostre ragazze: la Schiavone ha tanta varietà e ha un gioco estroso; la Pennetta sembra una ballerina, in campo, se ha perso a Parigi è anche perché era stressata per i tanti tomei che gioca. Guarda i nostri tennisti uomini: appena giocano 2-3 tomei, poi si fermano per 3 me- si. Come carattere, mi rivedo più nelle ragazze: è chiaro». Per la Pennetta ha proprio un debole. «Io sono una romana vera, un po’ come Anna Magnani, mi affeziono alle persone. Mi sento vicina alla Pennetta».

Verrà a Parigi a tifare Schiavone «Il torneo m’invita tutti gli anni, l’ho giocato dai 19 ai 30 anni, ma me ne sto tranquilla a casa. Ho anche due cigni: lo sa? E cucino faccio la marmellata di frutta e il limoncello». E intanto, il suo record ha resistito 56 anni. «Del record non mi interessa. Vincevo finché potevo, con le mie armi, e con il cuore, perché restavo anche 3 ore in campo, e la terra rossa era il campo ideale. Così avevo battuto anche la Bueno: capirai, lei veniva dal Brasile, era stanca morta e io correvo come una forsennata. A Parigi, nel 1954, vinsi finché potei. Poi persi netto (6-0 6-1), con la Connolly, ma era più forte, non potevo vincere. Questa è la grande lezione dello sport: che t’arrabbi a fare, che ti mangi le mani, se l’avversario è superiore, e c’è tanta differenza di classe e di gioco? Nello sport si vede».

La scheda di Silvana Lazzarino
Già rivelatasi nell’attività giovanile nei campionati di terza categoria del 1947, vince i campionati di seconda nel 1951 e quattro titoli assoluti juniores consecutivi dal 1948 al 1951. Undici volte campionessa d’Italia (7 volte nel singolare (1952-1953-1954, 1956-1957, 1959-1960), 2 nel doppio con Lea Pericoli e 2 nel doppio misto con Giorgio Fachini e Orlando Sirola). In Fed Cup dal 1963 ha giocato 8 incontri vincendone 5, di cui 1 (perso) in singolare e 7 in doppio con due sole sconfitte. Agli Internazionali d’Italia ha raggiunto le semifinali nel 1954 e nel 1957 e i quarti nel 1953, nel 1959 e nel 1960.

Prima di Francesca Schiavone, riuscita nell’impresa nel 2010, era una delle sole tre tenniste italiane ad aver raggiunto una semifinale in un torneo del Grande Slam, riuscendovi per terza, nel 1954 agli Open di Francia, prima di lei anche e Maud Rosenbaum (U.S. National Championships 1930) e Annelies Ullstein Bossi (Internazionali di Francia 1949) [1].