
Tartarini: “Musetti ha tennis da top10, ma deve migliorare ancora e ha spesso faticato a gestire l’emotività”


Con la top 10 molto vicina, coach Simone Tartarini traccia una linea nel percorso di crescita del suo pupillo Lorenzo Musetti. Lo storico allenatore del nostro talento ha parlato a SuperTennis affermando che a livello di puro tennis Musetti è già un tennista da primi dieci, ma che c’è ancora un bel lavoro da fare per migliorare molti aspetti e consolidare le sue qualità. Il vero punto resta la gestione dell’emotività, il settore nel quale Lorenzo ha fatto più fatica e che diventa decisivo per compiere un nuovo step in avanti. In tutti i sensi. Riportiamo i passaggi più importanti dell’intervista.
“Stiamo facendo un lavoro molto lungo, soprattutto impostato sull’aspetto caratteriale e di gestione dell’emotività” racconta Tartarini. “Tutti sappiamo che i suoi picchi di rendimento sono molto alti: quando gioca bene, il suo tennis è da top-10, top-5. L’ha dimostrato anche nel 2024 battendo due volte su due Zverev, tre volte su tre Fritz, e poi De Minaur. Le difficoltà arrivano quando tecnicamente o tatticamente c’è qualcosa che non funziona: fino a ora, in certi casi, Lorenzo ha spesso faticato a tenere la situazione emotiva sotto controllo. Questo lo faceva cadere in frustrazione e in passato ha condotto a sconfitte con giocatori di livello inferiore al suo. A Montecarlo, invece, malgrado sia spesso partito male faticando dal punto di vista tattico, è sempre riuscito a rimanere nella partita. È un passo avanti importante. Un giocatore non matura da un giorno all’altro, a maggior ragione uno come Lorenzo che tatticamente sa fare un sacco di cose, dunque ha bisogno di più tempo rispetto a giocatori dal tennis magari meno brillante, ma che risulta più efficace. Tuttavia, fra Miami e Montecarlo abbiamo raccolto varie indicazioni che ci dicono che, se nelle situazioni difficili riesce a rimanere aggrappato alla partita e a lottare, vince più incontri. Questo lo porterà ancora più in alto”.
Un lavoro quindi basato sulla crescita e maturazione personale, ma non solo: “Il lavoro è su tutti i fronti. Per esempio, nel corso dell’off-season abbiamo lavorato sul servizio, modificando la biomeccanica del gesto. La tipologia precedente gli procurava sempre problemi nel lancio di palla, mentre dopo gli accorgimenti presi la situazione è migliorata e continua a migliorare. Ci lavoreremo ulteriormente perché Lorenzo fa ancora fatica a ottenere punti diretti col servizio e col primo colpo dopo il servizio, e questo lo obbliga a giocare più punti rispetto agli avversari. Sulla terra riesce a proporre un buon mix fra potenza e rotazioni, utilizzando bene slice e kick, mentre sul veloce avrebbe bisogno di qualche palla più veloce e ci stiamo lavorando. Per il resto, in generale ci stiamo concentrando maggiormente a livello tattico, verso l’obiettivo di avvicinare di più i piedi alla linea di fondo. Ma sempre partendo da lontano, perché Lorenzo gioca meglio quando riesce a tagliare il campo, mentre partendo da più vicino fatica. Ovviamente su campi più rapidi partire da molto lontano è impensabile, ma lavoriamo appunto sul fatto di tagliare maggiormente il campo, per andare a colpire più spesso la palla mentre sale”.
Vincere anche quando non ti senti in una giornata top è un passaggio obbligato a diventare un big: “Oggi, e dico a oggi perché sono convinto che in futuro cambierà, il suo limite è relativo a un discorso di rendimento. In tornei meno importanti, magari, non riesce a trovare la stessa sicurezza che trova in altre situazioni. Ma se comincerà a capire che il suo tennis può funzionare anche nelle giornate no, la situazione migliorerà sempre di più. È una questione emotiva, di capacità di imparare a sentirsi più sicuro anche quando non tutto funziona al meglio. Il solo modo per migliorare le cose è imparare a stare nel confronto anche nelle situazioni più complicate”.
Per il coach ligure, Musetti ha così tanta qualità che anche il discorso superfici resta relativo a come le affronta: “Lorenzo è un giocatore molto tecnico, fra i più tecnici al mondo, perché sa fare davvero un sacco di cose. Dunque, teoricamente, chi ha un bagaglio più ampio ha maggiori possibilità di adattarsi a tutte le superfici. Secondo me, anche in questo caso si torna a un discorso emozionale, di sicurezze. Lui è nato sulla terra battuta e ha un tennis fatto ancora di situazioni tattiche e di costruzione del punto, che dunque ha maggiore efficacia sul rosso. Ma funziona anche sull’erba perché ormai è una superficie sulla quale si può scambiare regolarmente. La vera difficoltà, per Lorenzo, arriva sul veloce: si scambia meno e c’è la necessità di prendere rischi più rapidamente. Una situazione che lo mette in difficoltà, specialmente quando non è particolarmente in palla. È obbligato a scegliere subito, mentre lui preferirebbe una palla in più, un approccio più conservativo. Terra ed erba lo concedono, il cemento meno”.
“Musetti deve migliorare in termini di continuità sulla velocità di palla. Spesso sul veloce si rifugia un po’ troppo nella soluzione in kick, quando il servizio potente offre maggiori garanzie. Lorenzo ha bisogno di ottenere più punti diretti, così da doverne giocare meno. Una situazione che a oggi lo penalizza un po’ rispetto a tanti avversari. Il suo miglioramento sul duro passerà da lì. Il resto è una questione di fiducia in se stesso: quando non si sente tranquillo in campo, la prima cosa che fa è indietreggiare. Una mossa che sui campi veloci non è permessa. Così come il suo approccio più conservativo nelle scelte non sempre paga: deve pensare e agire più velocemente. In questo è già migliorato tanto, come dimostrano delle ottime partite vinte sul duro, ma può migliorare ancora. Di sicuro, la crescita dipende molto di più dal servizio che dalla risposta: in quella è fra i primi 10 su tutte le superfici. Deve solo imparare a scegliere più velocemente, essere più aggressivo, subito propositivo senza aspettare una palla in più. La fiducia aiuta: in fondo è un discorso minimamente tecnico-tattico e molto più emozionale, di fiducia, relativo all’essere più tranquillo e consapevole” conclude Tartarini.
Marco Mazzoni
TAG: Lorenzo Musetti, Simone Tartarini, Supertennis
Beh, non hai preso proprio i più scarsi!
Potevi metterci Paul, al limite anche Fritz!, ma quelli che hai detto sono forti.
Secondo me Rune è più forte di Musetti in generale (se Lorenzo può superare i limiti temperamentali, anche il danese può farlo), Ruud è stato per un paio di anni il più forte o quasi sul rosso, deMinaur scarso scarso non è, visto che fa almeno i quarti DOVUNQUE.
In generale, se sei top ten, fatto salvo qulche meteora, sei forte forte.
Deve arrivarci con le sue capacità in Top Ten e non gufando gli altri
L’analisi di Tartarini è lucida, completa e sincera. La domanda rimane: ha le capacità per incidere ancora sul gioco di Musetti, per fargli fare l’ultimo step? Vediamo questo 2025 e poi si potranno trarre le conclusioni.
Io non la vedo così. Tartarini ha spiegato bene la situazione rispetto al servizio e ha spiegato indirettamente la questione della risposta, legata a come Musetti affronta la costruzione del punto.
Questa è una intervista che fa capire benissimo come Tartarini sappia perfettamente la condizione attuale di Musetti, e in quali direzione devono spingere per migliorarsi ancora nel prossimo futuro. E i miglioramenti, da un anno a questa parte, sono davvero evidenti. Purtroppo ormai molti giudizi sono offuscati dall’estrema rapidità con cui Sinner ha fatto il suo percorso verso la cima, ma non può diventare il metro di paragone con cui giudicare tutti i tennisti, è evidente che Sinner sia un caso straordinario e non imitabile, se non da pochi fenomeni.
@ Fabio (#4364000)
A Parigi ha perso due volte da Djokovic e una da Alcaraz.
Se si presenta nelle condizioni fisiche giuste può tranquillamente fare quarti sia a Parigi che a Wimbledon. Se non di più. Che significa essere nei primi otto su terra ed erba.
Speriamo che i punti dell’ erba riesca a difenderli già entro Parigi (ha già cominciato).
Non penso che dopo Wimbledon lo troveremo troppo giù in classifica.
Sono d’accordo, non solo nel caso di Musetti a cui si adatta benissimo come discorso, ma più in generale. Per conto mio anche Berrettini e Sonego hanno aspettato fin troppo a cambiare. Certo poi ci sono casi come Nadal sempre in pratica con zio Toni, ma quelli sono eccezioni.
Tornando a Tartarini, tutto giusto e condivisibile quello che dice, ma sembrano le parole di un coach che deve analizzare i punti forti e deboli di un suo nuovo giocatore e iniziare con lui un percorso nuovo, davvero non era possibile iniziarlo prima questo percorso visto che lo allena da almeno 10 anni (parlo di percorso tecnico/tattico, non certo emotivo)?
E parlando di servizio, non sono un tecnico per carità (Pier eventualmente illuminaci), ma hanno cambiato la meccanica del servizio ma il lancio di palla mi sembra resti sempre troppo verticale sulla testa del Muso invece che avanti a se, così è difficile trasferire peso sulla palla e quindi dare velocità. Me lo diceva 20 anni fa il mio maestro di circolo…
L’analisi di Tartarini è giusta; da circa un anno Musetti sta dando chiari segni di maturazione mentale ed emotiva; la mia personale teoria è che con un allenatore “sergente di ferro” tutto sarebbe stato più veloce (come ha detto Vagnozzi, bisogna essere amici ma non troppo); ma forse i tempi di Musetti sono lenti, speriamo che continui a maturare e va bene così.
Per me tua analisi giusta, a meno di miglioramenti tecnici e di testa, sempre possibili
È un po’ scarso in matematica.
Dato che si gioca più sul duro che su terra, Musetti dovrebbe tendere più ai top20 che ai top10.
Le svelo i dati reali.
Sia su terra che su erba è #8, su duro #17.
Ma la parte del discorso più insensata è quella che questa classifica di Musetti si deve riequilibrare che mostra i suoi pregiudizi su Lorenzo.
Da dove lo decide che si inizia a contare per lei?
Ora non va bene perché Lorenzo è top11?
P.s. invece di modificare questo messaggio ho modificato quello in basso e non mi fa più togliere quella parte che non c’entra nulla.
@ gisva (#4363981)
veramente, a Montecarlo si sentiva più volte Tartarini dire a Musetti di fare quei due passi in avanti quando rispondeva da dietro, anche se la risposta era debole.. sfatiamo un mito: il problema di Musetti per fare il definitivo salto di qualità non è certo Tartarini e questa storia del supercoach ha rotto… una volta i fuoriclasse neanche avevano un coach e nel riquadro di famiglia vedevi solo mogli, amanti e parenti
Ormai a tenuta mentale ed emotiva c’è, anche su cemento, quando perdeva, comunque provava a giocarsela sino alla fine; a livello tecnico deve migliorare il servizio e la posizione in campo, una volta limati quegli aspetti è pronto per essere stabilmente un top-10 ed essere temibile su tutte le superfici (anche su cemento, per intenderci)… chi ancora insiste su di una sua carenza sul diritto, probabilmente non lo ha mai visto giocare negli ultimi due anni
Musetti in generale per me è un solido top 20,varrà probabilmente i migliori 10 sulla terra e i primi 15 sull’erba ma sul cemento non vale nemmeno i primi 30.La somma durante la stagione dà appunto una top 20,adesso se arriverà in top 10(non questa settimana perché Rune sta vincendo)sarà per inerzia perché i giocatori che prima erano al vertice stanno in una fase calante della loro carriera,ma per Musetti già sull’erba quando scarterà molti punti e dubito li difenderà tutti si riequilibrerà la sua classifica.D’altronde i risultati parlano chiari,a Parte la semifinale Wimbledon e la finale a Montecarlo negli altri slam non ha mai fatto meglio di un ottavo sulla terra e mai andato oltre il terzo turno sul cemento,nei 1000 poi prima di Montecarlo il miglior risultato è stato un quarto a Bercy nel 2022
Ok, l’analisi è lucida, ma ancora troppo centrata sulle debolezze emotive. Il servizio, i primi colpi, la gestione dell’anticipo sul duro sono problemi puramente tecnici. Vanno affrontati e almeno un po’ alla volta dominati. Altrimenti si rimane dove si è, che comunque si tratta di élite del tennis. Uscire dalla comfort zone, a volte, può anche voler dire cambiare relazioni professionali. Io la penso come Cahill. Dopo 5 anni di collaborazione stretta bisogna considerare accettabile e augurabile il cambiamento. Il rischio di ritrovarsi sempre nello stesso circolo tecnico_emotivo è un rischio troppo alto, se mai si cambia.
Tartarini non vuole mollare la presa, resta abbarbicato come una cozza a musetti che dovrebbe trovare il coraggio e la professionalità per togliersi le comode e sfondate pantofole di marca Tartarini e ricorrere ad altre motivazioni. Sarà dura perché Tartarini ne è ben consapevole e farà di tutto per non farsi scaricare. Costi quel che costi.
Direi che nell’intervista ne parla ampiamente e ci stanno lavorando molto.
Il primo a trasmettere emotività a Lorenzo è Tartarini, faccia un mea culpa per iniziare.
Il primo che trasmette emotività a Lorenzo è Tartarini, faccia un mra culpa ogni tanto.
Ma deve essere meno arrendevole quando va sotto.
Se deMinaur, Rune, Ruud sono stati top 10, Musetti può ambire anche alla top 5
Forza musetti.
Ma io credo invece che Montecarlo abbia dimostrato che musetti la partita non andrà mai a prendersela ma dovrà buttarla sulla lotta punto a punto per farla perdere all’avversario. ..
Deve sbloccare lo us open per essere top 10 fisso
Interessante questa intervista.. certo, magari bisognerebbe che fosse meno emotivo anche Tartarini stesso, al di là di Musetti, visto il rapporto viscerale che hanno.. anche lui, poi, mi pare abbia fatto capire che il suo giocatore in alcune situazioni sia ancora troppo timido, passivo/conservativo
Eppure lo stesso Tartarini che offre ora un’ottima analisi di Musetti è criticato spesso e da anni da gente che non gli legherebbe neanche le scarpe.
Se nel 2024 già da IW si notava l’inizio di questo percorso emotivo in questo 2025 sembra proprio la continuità al servizio e la risposta le parti più interessate al miglioramento.
Il servizio è il comburente ideale per volare.
Dare continuità al servizio significherebbe consolidare la topten.
Ieri Mouratoglou ci ha offerto sostanzialmente la solita fuffa mostrandoci così il perché non sia mai stato in grado di fare ciò che fanno quelli come Tartarini,che le cose le fanno,bene, ma che vengono criticati continuamente nonostante tutto.
Ma la parte del discorso più insensata è quella che questa classifica di Musetti si deve riequilibrare che mostra i suoi pregiudizi su Lorenzo.
Da dove lo decide che si inizia a contare per lei?
Ora non va bene perché Lorenzo è top11?
Tartarini, 47° nel servizio, 22° nella risposta, 12° nei punti sotto pressione, non hai ancora capito che, ormai, Lorenzo è cresciuto mentalmente e nella gestione dei momenti importanti, sono i punti d’inizio scambio che lo penalizzano. E’ da tre anni che continui a non accorgertene…