
Coleman Wong, tennista “per caso”


Si può diventare tennista per caso? Sembra un azzardo, eppure nel caso di Coleman Wong è andata proprio così. Il 20enne di Hong Kong ha stupito tutti al Miami Open con una gran bella vittoria contro il quotato Ben Shelton. Lo statunitense ha giocato una partita con troppi alti e bassi, ma Wong ha assolutamente meritato il successo, ripagando gli organizzatori del torneo della Florida che hanno speso due wild card per due giovani di talento, lui e Cinà, venendo ampiamente ripagati dalle prestazioni in campo di queste new entry. Coleman tra l’altro avrà un match di terzo turno non impossibile contro il lucky loser australiano Walton, con la prospettiva di giocare un gran match negli ottavi di finale contro il vincente di Fritz – Shapovalov. Un passo alla volta tuttavia, la filosofia che ha permesso al giovane asiatico di formarsi con qualità presso l’Academy di Rafa Nadal, che in persona si è complimentato con lui dopo la più importante vittoria in carriera su Shelton. “C’è tanto lavoro dietro questi successi, siamo davvero orgogliosi di te!” scrive Rafa su X.
There is a lot of effort behind these victories. We are very proud of you, Coleman! ☺️ A historic win for Hong Kong 👏🏻 https://t.co/3XtlJkiy0P
— Rafa Nadal (@RafaelNadal) March 22, 2025
Il passo di Wong di volare dalla sua Hong Kong a Maiorica è stato bello lungo, anche azzardato, ma è stato ripagato dalla conferma che il talento c’è e il suo futuro può essere molto interessante con quel servizio e la facilità di accelerare la palla mostrata a Miami. Eppure… mai il giovane mai Coleman avrebbe immaginato di diventare tennista. A 5 anni era un classico bambino che cresceva con altri passatempi, e del tennis non gliene interessava granché. Il destino lo portò a prendere alcune lezioni di tennis spinto dai genitori (Bruce e Dora) che avevano pagato a caro prezzo un corso alla sorella maggiore (di due anni) ma che, malata, non poteva parteciparvi. Per non gettare al vento i soldi già spesi, Coleman così si ritrovò sui campi da tennis al Victoria Park, sede del Bank of China Hong Kong Tennis Open, e la scintilla si accese immediatamente. “Mi è piaciuto molto”, ricorda Wong. “Ero un po’ fuori forma, diciamo un po’ cicciottello, così all’inizio la cosa era partita solo per mantenermi un po’ in forma. Poi, lentamente, sono cresciuto”.
La sua corsa a Miami è iniziata con una vittoria contro Altmaier, e già questa per Wong è stata un sogno: “Sembra tutto come… irreale. Quest’anno ho avuto qualche difficoltà, giocando tornei più difficili. Ecco perché non ho vinto molto. A volte passo un turno, poi perdo il secondo, giocando contro giocatori davvero bravi. Ma sono davvero felice di aver ottenuto una delle mie più grandi vittorie in carriera. Per me, significa molto e spero davvero che sia la prima di molte”.
La famiglia Wong non ha un passato sportivo. Suo padre è preside di una scuola, mentre sua madre è insegnante e sua sorella lavora nel settore bancario. Coleman a 17 anni ha parlato con i suoi genitori in modo franco: ha spiegato loro il suo desiderio di provarci seriamente col tennis ma farlo restando ad Hong Kong sarebbe stato impossibile. Per questo ha deciso di trasferirsi in Spagna per allenarsi alla Rafa Nadal Academy. Wong ringrazia i suoi genitori per aver creduto in lui. “Non avevano nemmeno una foto di quel posto ma mi hanno lasciato andare. Devo davvero, davvero ringraziarli. È stato un grande sacrificio, anche perché non li vedo mai, un paio di volte all’anno”.
Wong è ambizioso, pensa di aver risorse sufficienti a poter dire la sua anche nei grandi tornei. “Mi piace vincere. Voglio essere ogni giorno migliore e vedere qual è il mio limite. Lo sto ancora cercando”, continua Coleman. “La cosa migliore di questo viaggio è che posso sempre sfidare me stesso ogni volta che scendo in campo. Ogni giorno, voglio migliorare. Penso che questo sia l’aspetto principale che i miei allenatori apprezzano di me, mi piace molto lavorare. Ma dico sempre che non è abbastanza, non è abbastanza. Ecco perché penso che se non ti piace davvero il tennis non puoi fare di sicuro questa vita”.
La vittoria contro Shelton ha confermato che l’impegno messo in campo ogni giorno sta dando i frutti sperati. “Ho sempre avuto grande fiducia in me stesso per arrivare a giocare su questi grandi palcoscenici. Ho avuto un periodo difficile durante il periodo del Covid, non ho giocato per un anno e mezzo e sono davvero fortunato che la mia squadra continui a supportarmi. I miei genitori, i miei allenatori, la mia squadra, tutti… mi hanno davvero aiutato molto negli alti e bassi. Sanno che sto lottando e sono arrivato qui, non è stato per niente facile. Giocare contro un ragazzo come Ben, è un sogno. Giocare grandi tornei contro giocatori di alto livello, è incredibile e sono davvero felice”.
Coleman ha preso in mano la racchetta davvero per caso, ma al terzo turno del Masters 1000 di Miami non c’è arrivato affatto per caso. Un ragazzo da seguire con curiosità.
Marco Mazzoni
TAG: Coleman Wong, Marco Mazzoni, Miami Open 2025
@ Mats (#4343659)
Purtroppo mai perchè siamo campanilisti.
@ Koko (#4343731)
Il tuo commento è delirante, fatti un’esame di coscienza.
Ti sbagli – la Gauff è arrivata a 10 anni (come la Efremova, di cui sentirai parlare presto), le Fruhvirtova a 10 e 12, Rune a 12, Baghdatis a 13, Popyrin e Tsitsipas a 16 ma avevano lavorato con lui già anni prima.
Non c’è dubbio che Mouratoglou sia soprattutto un grande venditore, di sé stesso e di fumo, ma etichettarlo come una nullità totale a livello tennistico non è corretto.
A 5 anni vai ancora all’asilo, o hai delle capacità fuori dal normale o è solo per giocare proprio, evidentemente ha continuato e hanno insistito dopo.
Ma tanto di cappello lui e famiglia, ci vuole tantissimo coraggio per prendere e andarsene da soli anche se in un posto di lusso e dove sei seguito egregiamente.
@ Brufen (#4343703)
Forse non hai letto bene: ALLIEVI.
NESSUNO di quelli citati è stato scoperto e cresciuto da Patrick, che cerca sempre di accaparrarsi qualche atleta già famoso… che, dopo una serie di sconfitte, scappa a gambe levate!
Cina’ e Basile! Perché donarlo a ricchi pseudo-cinesi?
Quale fruHvirTova sta nela’accademia di patrick ?. Brenda o linda?.
Wong sta nella accademia di rafa nadal? Non lo sapevo io.
Oddìo, uno che inizia a giocare a tennis a 5 anni e che si trasferisce a mille mila chilometri per allenarsi seriamente, non mi pare la definizione di “tennista per caso”.
Ah, i nomi? Baghdatis, Popyrin, Rune, Tsitsipas, Fruvirtova, Gauff, etc.
quanto ha pagato all’anno per allenarsi nella academy di nadal?
quanto ha pagato all’anno per allenarsi nella academy di nadal?
Quando saranno di proprietà di un’agenzia che ha sotto contratto quei due giovani, lo vedrai.
Ma davvero è così difficile capire queste dinamiche?
Mah… veramente la Rafa Academy per il momento ha tirato fuori pochissimo… Wong, Rincon, Shelbayah, Eala… e poi? E non dirmi Ruud perché è arrivato lì già fatto e finito (Landaluce ci è arrivato un po’ prima, ma anche lui l’ha formato il babbo, non certo il business di Zio Toni). Speriamo in Vasamì ma pure lui il salto di qualità sembra averlo fatto dopo essersene andato da Mallorca…
Non ho particolare simpatia per Mouratoglou, né condivido alcuni dei suoi mantra tecnici, ma al momento come curriculum non c’è paragone.
Chissà se vedremo mai gli Internazionali di Italia spendere due WC per due giovani stranieri di talento
Penso che un “marchio di fabbrica” come quello della Rafa Nadal Academy sia una garanzia.
Invece dove sono gli allievi di successo del famoso (solo sui media!) franco-greco Mouratoglou???
Bella storia.
Ho sempre creduto in lui!
@ etberit (#4343593)
Bela storia
Bella storia pure lorenzo musetti giocò a 14 anni sul balcone della sua nonna.
Bella storia, mi ricorda uno dei nostri, che a 14 anni era già fuori di casa per “studiare” tennis… 😉