
Severin Luthi sul caso Sinner: “Non è affatto un caso di doping, merita rispetto”


Il mondo del tennis continua a dibattere sul caso che ha coinvolto Jannik Sinner negli ultimi mesi. Dal momento in cui è stata rivelata la positività dell’italiano in agosto fino all’accordo di sospensione di tre mesi con l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), la maggior parte dei giocatori e delle figure legate al tennis hanno espresso la propria opinione.
L’ultima voce autorevole ad aggiungersi al dibattito è quella di Severin Luthi, storico allenatore di Roger Federer dal 2007 fino al suo ritiro e capitano della squadra svizzera di Coppa Davis dal 2005. Luthi, che attualmente sta aiutando il giovane Henry Bernet, campione junior dell’ultimo Australian Open, a muovere i primi passi nel circuito professionistico, ha parlato di questo e altri temi in un’intervista rilasciata al Corriere del Ticino.
Il rapporto con Federer dopo il ritiro
“Il lavoro è stato naturalmente un aspetto fondamentale, ma tra noi c’è sempre stata una grande amicizia”, ha raccontato Luthi parlando del suo rapporto con Federer. “Non ci siamo visti spesso negli ultimi due anni, ma parliamo regolarmente. Gli incontri sono avvenuti principalmente all’estero, in eventi internazionali come la Laver Cup. Entrambi siamo, tra l’altro, ambasciatori del marchio Uniqlo nel settore dell’abbigliamento sportivo.”
Capitano di Coppa Davis e mentore dei giovani
Luthi è alla guida della squadra svizzera di Coppa Davis da ben 20 anni, con il maggior successo ottenuto nel 2014 quando la Svizzera conquistò l’insalatiera. Oggi, però, la situazione è molto diversa: “La situazione è cambiata radicalmente da allora. Da qualche tempo mi occupo di giovani che cercano di trovare spazio nel circuito. E questo, lo dico chiaramente, non è affatto scontato. Essere nella top 100 ATP è l’obiettivo di molti giovani. In realtà, pochi riescono a raggiungere i propri obiettivi. Purtroppo, alcuni di questi giocatori stanno anche affrontando infortuni. E questo è uno dei problemi che più mi preoccupano in questi giorni.”
Uno di questi giovani talenti è Henry Bernet, inevitabilmente paragonato a Federer, un confronto che Luthi preferisce evitare: “Henry ha sicuramente un grande potenziale. Posso dirlo perché lo seguo da vicino. Infatti, lavoro a stretto contatto con il suo allenatore Sven Swinnen. Tra qualche giorno li incontrerò di nuovo a Bienne, al Centro Nazionale Svizzero di Tennis. Lì valuteremo come affrontare il periodo primaverile e i tornei che precedono il Roland Garros. Quanto ai paragoni con Roger, preferisco ignorarli…”
Ammirazione per Wawrinka
Il bernese ha espresso grande ammirazione per il connazionale Stan Wawrinka: “È ammirevole. La sua passione per il tennis non ha limiti. Lo conosco da quando era molto giovane. È sempre stato un maniaco del lavoro quando si tratta di allenarsi. La sua preparazione fisica è sempre stata quasi maniacale. Grazie a queste caratteristiche è riuscito a vincere tre titoli del Grande Slam e a diventare numero tre del ranking mondiale. Naturalmente, anche Stan, inevitabilmente, sta sentendo il peso dell’età adesso. Spero solo che continui a vedere il tennis come l’ha sempre fatto.”
Il caso Sinner
Riguardo al caso Sinner, Luthi non ha esitato a esprimere il suo sostegno al numero uno del mondo: “Ammiro Sinner per come è riuscito a gestire mentalmente il 2024 e questi primi mesi del 2025. L’ha fatto da vero numero uno. È un giocatore che merita tutto il rispetto. Il suo caso non è neanche lontanamente un caso di doping. Tuttavia, preferisco non esprimere un’opinione sulle decisioni degli organi che hanno discusso la questione.”
Luthi ha anche riconosciuto la validità delle argomentazioni di Novak Djokovic: “Forse anche Djokovic ha in parte ragione, avendo espresso dubbi e perplessità sulla gestione del caso Sinner. Probabilmente mancano regolamenti chiari. Ma, ripeto, preferisco non entrare in questa questione così delicata e difficile. Soprattutto nel campo degli unguenti e degli antidolorifici.”
In questo contesto, Luthi ha ricordato l’attenzione di Federer verso i farmaci: “Mi piace ricordare che lo stesso Roger ha sempre prestato grande attenzione alla prescrizione di farmaci durante tutta la sua carriera. Sfortunatamente, anche semplici distrazioni possono risultare costose.”
Nonostante abbia smesso di allenare uno dei migliori tennisti della storia, Luthi mantiene intatta la sua passione per il tennis, continuando a dare il suo contributo allo sviluppo di nuovi talenti svizzeri e seguendo con interesse le vicende del circuito internazionale.
Marco Rossi
TAG: Caso Sinner, Severin Luthi
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