Caso Sinner ripreso dalla BBC Copertina, Generica

BBC: i retroscena sulla trattativa tra Sinner e la WADA

23/02/2025 18:36 154 commenti
Jannik Sinner nella foto - Foto Getty Images
Jannik Sinner nella foto - Foto Getty Images

La sospensione di tre mesi inflitta a Jannik Sinner, in seguito alla positività riscontrata in due test antidoping, ha acceso un intenso dibattito nel mondo del tennis. L’accordo stipulato tra l’italiano, numero uno del ranking ATP, e l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha alimentato sospetti di un possibile “trattamento di favore” e sollevato interrogativi sulla trasparenza del sistema antidoping internazionale. Malgrado la WADA e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) assicurino che tutto sia stato gestito “secondo le regole”, numerosi giocatori e addetti ai lavori si dicono perplessi di fronte a una sentenza percepita come “comoda” per Sinner, al punto da consentirgli di rientrare in tempo per i prossimi tornei di grande rilievo. Il sito della BBC ha rivelato questa mattina nuovi dettagli sulla vicenda che riepiloghiamo a voi lettori.

Gli ultimi giorni prima della sospensione
Poco più di una settimana fa, Sinner si stava allenando a Doha in vista della partecipazione al Qatar Open.
Ma sapeva che le cose sarebbero potute cambiare rapidamente.
Dietro le quinte, infatti, erano in corso discussioni che avrebbero portato alla sua esclusione da quel torneo – e dai mesi successivi del circuito.
Quella che si è rivelata essere una “lunga notte” il 14 febbraio ha visto l’avvocato di Sinner, Jamie Singer, impegnato in una serie di telefonate con il più alto rappresentante legale della WADA.
Poi, la mattina successiva, la notizia ha colto tutti di sorpresa: il tre volte campione Slam aveva accettato una squalifica di tre mesi con effetto immediato.
Sinner e la WADA hanno annunciato di aver “concluso un accordo di risoluzione del caso” riguardo ai due test antidoping falliti lo scorso marzo.
Si tratta di un meccanismo speciale in vigore da quattro anni, che consente di raggiungere accordi per chiudere i procedimenti legati al doping.
“È successo tutto incredibilmente in fretta”, ha dichiarato Singer alla BBC. “Nel giro di un paio di giorni, in realtà.”
Come si convince il giocatore numero uno al mondo ad accettare una squalifica per qualcosa di cui è convinto di essere innocente?
È stata questa la sfida che il team di Sinner ha dovuto affrontare.
Per comprenderne la portata, dobbiamo tornare ad agosto, quando un tribunale indipendente lo aveva scagionato da ogni accusa.
Il tribunale aveva accettato la spiegazione di Sinner, secondo cui tracce di clostebol – uno steroide anabolizzante vietato – erano entrate nel suo organismo a causa di un’involontaria contaminazione da parte del suo fisioterapista durante un massaggio.
La WADA, pur non contestando la decisione complessiva del tribunale, ha presentato ricorso contro la conclusione secondo cui Sinner “non aveva alcuna colpa o negligenza”.
Tuttavia, ciò avrebbe comportato una squalifica “da uno a due anni” presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS).
Sebbene inizialmente la WADA avesse invocato pubblicamente questa sanzione, in un secondo momento i suoi funzionari hanno ritenuto che non sarebbe stata la soluzione più adeguata.
Con l’avvicinarsi dell’udienza del CAS, prevista in aprile, la WADA ha avanzato due proposte al team di Sinner per un accordo di risoluzione del caso.
Il primo tentativo è stato respinto, poiché il team di Sinner voleva prima presentare la difesa completa.
Tale documentazione è stata consegnata il 31 gennaio, e a inizio febbraio sono iniziate le prime “discussioni concrete” dopo il secondo approccio.
Ma, dato che Sinner era sempre stato certo della propria innocenza e convinto che non avrebbe ricevuto alcuna squalifica, avrebbe mai accettato di stare fermo tre mesi?
Il suo avvocato, Singer, ha spiegato che convincere Sinner ad accettare l’offerta è stato “abbastanza complicato”.
“Quando gli dicevo ‘be’, forse dovremmo patteggiare per tre mesi’, lui rispondeva ‘beh, perché dovrei farlo se il primo tribunale indipendente ha stabilito che non ci fosse alcuna squalifica? Perché dovrei accettare ora tre mesi?’,” racconta Singer.
“Il mio consiglio è stato: ‘non si può mai sapere cosa accadrà durante un’udienza; sappiamo che la WADA punta a un anno, e se non accettiamo la loro offerta, andranno in tribunale chiedendo un anno di stop e chissà cosa potrebbero decidere quei tre giudici’.
“Quindi, la prospettiva di tre mesi, a mio avviso, era una buona opportunità.”

Un rientro perfettamente sincronizzato
Il nodo principale delle critiche riguarda la tempistica della sospensione. Sinner, reduce dalla vittoria all’Australian Open (secondo Slam consecutivo dopo gli US Open), è stato costretto a fermarsi appena 20 giorni dopo il trionfo a Melbourne, con l’annuncio che la sua squalifica avrebbe avuto decorrenza immediata. Ciò gli permetterà di tornare in campo il 5 maggio, a ridosso del Masters 1000 di Roma e in tempo per il Roland Garros, in programma a fine maggio.
Molti colleghi sostengono che questa “coincidenza” penalizzi in modo minimo la stagione di Sinner, lasciandolo fuori soltanto per i tornei di minor importanza rispetto ai quattro Slam. Il britannico Liam Broady ha parlato di una gestione che incide “il meno possibile sulla carriera di Sinner”, mentre la stella svizzera Stan Wawrinka ha espresso un’amara rassegnazione, dichiarando di “non credere più nella pulizia del tennis”. Tali reazioni dipingono un clima di scetticismo all’interno del circuito, evidenziando come per molti la squalifica breve e calcolata potrebbe nuocere alla credibilità del sistema.

I meccanismi legali: l’“istituto del case resolution agreement”
Per comprendere a fondo il caso, è fondamentale analizzare il dispositivo che ha consentito a Sinner e alla WADA di giungere a un patteggiamento. Dal 2021, il regolamento antidoping prevede uno strumento chiamato “case resolution agreement”, attraverso cui è possibile raggiungere accordi su casi di positività senza passare per un lungo contenzioso davanti alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS). In questo modo, le parti possono accordarsi su una sanzione “intermedia”, ritenendola più adeguata rispetto a un esito binario (assoluzione totale o penalità più lunga).
Stando alle dichiarazioni del legale di Sinner, Jamie Singer, la WADA avrebbe inizialmente valutato di portare la questione al CAS, puntando a una squalifica compresa tra uno e due anni. La difesa di Sinner, forte di un precedente pronunciamento di un tribunale indipendente che lo aveva assolto per “assenza di colpa o negligenza”, era sicura delle proprie ragioni. Al contempo, però, l’incertezza di un confronto in appello e la possibilità di una sospensione ben più lunga hanno spinto il giocatore ad accettare, seppur con molta riluttanza rivela la BBC, la pena ridotta di tre mesi.

La controversia sul “principio di responsabilità oggettiva”
Uno dei pilastri dell’antidoping è la “strict liability”, o responsabilità oggettiva, in base alla quale un atleta è ritenuto responsabile di tutto ciò che entra nel proprio organismo, a prescindere dall’intenzione. Pur essendo stato riconosciuto che Sinner non avesse alcuna volontà di doparsi, il fatto stesso di aver presentato tracce di clostebol – steroide anabolizzante vietato – in due diversi test non poteva rimanere impunito. Da qui la necessità, secondo la WADA, di ottenere almeno una squalifica che ribadisse il principio per cui gli atleti devono controllare attentamente qualsiasi sostanza con cui vengano in contatto.

Come è avvenuta la contaminazione?
Il caso Sinner ruota attorno a un episodio di contaminazione avvenuto attraverso il fisioterapista personale del tennista altoatesino, Giacomo Naldi, e il suo preparatore atletico, Umberto Ferrara. A innescare l’ingresso del clostebol nell’organismo di Sinner sarebbe stato uno spray cicatrizzante di uso comune in Italia, il Trofodermin, adoperato dal fisioterapista per medicare una propria ferita alla mano. Durante i massaggi, piccolissime tracce di questa sostanza sarebbero state trasferite a Sinner, risultando poi in due test positivi.
La confezione del farmaco, acquistabile in farmacia, reca in modo ben visibile l’avvertenza “doping”; ciononostante, i due membri dello staff di Sinner – secondo quanto emerso dal tribunale indipendente – non avrebbero agito per aggirare le regole, bensì sarebbero incorsi in una disattenzione che si è rivelata fatale. L’azzurro ha poi deciso di concludere il rapporto professionale sia con Naldi sia con Ferrara. Tuttavia, l’assenza di una sanzione nei confronti dei due, che pure sono stati ritenuti responsabili dell’errore, ha alimentato ulteriori polemiche: attualmente Ferrara collabora con un altro tennista italiano di vertice, Matteo Berrettini.

Il dilemma di accettare (o meno) la sanzione
L’aspetto più complesso, secondo il legale di Sinner, è stato convincere il suo assistito ad accettare qualsiasi sospensione. In effetti, il primo giudizio di un tribunale indipendente lo aveva prosciolto da ogni responsabilità, sostenendo la tesi della contaminazione involontaria. Ecco perché il giocatore non comprendeva la logica di patteggiare una pena, seppur ridotta. “Perché dovrei accettare tre mesi di squalifica, se un tribunale mi ha già assolto?”, avrebbe chiesto Sinner, secondo le ricostruzioni.
La paura, però, era che, portando la battaglia legale fino al CAS, si potesse incorrere in un verdetto molto più severo, compreso tra 12 e 24 mesi di stop. Per prevenire uno scenario del genere, la trattativa con la WADA si è intensificata nel mese di febbraio, portando all’accordo lampo conclusosi nella notte del 14 febbraio.

Reazioni nel circuito: trasparenza o favoritismi?
La rapidità con cui è stato raggiunto l’accordo, unita al calendario agonistico “favorevole” per Sinner, ha scatenato un’ondata di scetticismo. Secondo alcuni giocatori, come il pluricampione Slam Novak Djokovic, il caso dimostra che “avere accesso ai migliori avvocati” possa incidere sull’esito finale, lasciando intendere che un top player abbia margini di manovra superiori rispetto a un atleta di minore fama e con minori risorse economiche.
La Professional Tennis Players Association (PTPA), fondata da Djokovic insieme a Vasek Pospisil per tutelare gli interessi dei tennisti, si è detta allarmata dalla mancanza di “trasparenza, processi chiari e coerenza” nella gestione dei casi di doping. Per la PTPA, l’idea di risolvere un dossier così delicato tramite un “patteggiamento” ricorda il concetto di una “giustizia su misura”, dove ogni caso può essere negoziato, a discapito dell’uniformità e della credibilità delle regole.

Il futuro di Sinner: un ritorno con qualche incognita
Dopo un breve periodo di riposo e riflessione – che il giocatore ha scelto di trascorrere tra Monte Carlo e la casa di famiglia in Alto Adige – Sinner tornerà a giocare il 5 maggio. Fino al 13 aprile, il regolamento WADA gli impone di allenarsi soltanto in forma privata, senza contatti con altri professionisti. Successivamente, potrà riprendere una preparazione ufficiale, con la prospettiva di tuffarsi nel Masters 1000 di Roma, dove è atteso come beniamino di casa.
Qui, il nostro tifo lo accoglierà con calore, poiché per la maggior parte degli appassionati nostrani la squalifica è stata percepita come un “errore giudiziario”. Sul piano internazionale, tuttavia, il ritorno del numero uno del mondo potrebbe essere meno sereno: gli scettici guarderanno con sospetto ogni sua prestazione di alto livello (senza un vero perchè), e nel circuito stesso è possibile che alcuni colleghi manifestino una freddezza in campo o nelle conferenze stampa come purtroppo già sta accadendo perchè la vicenda è stata gestita male e portate troppo per le lunghe.

Uno sguardo all’intero sistema antidoping
La WADA difende la sua posizione, sostenendo che il caso Sinner confermi la validità del principio secondo cui ogni atleta è responsabile di ciò che assume, ma che allo stesso tempo si debba evitare di punire in modo eccessivo una contaminazione involontaria “lontana anni luce dal doping intenzionale”. Il general counsel della WADA, Ross Wenzel, ha esplicitamente sottolineato come questa vicenda fosse “un milione di miglia lontana dal doping”, ma che non si potesse rinunciare al principio della sanzione.
Allo stesso tempo, il caso lascia emergere un problema annoso: la difficoltà nel definire un confine netto tra dolo, negligenza e colpa puramente accidentale. Gli organi antidoping sono costretti a bilanciare esigenze di fermezza e di proporzionalità: punire anche le minime contaminazioni per confermare la responsabilità oggettiva, ma senza avallare punizioni sproporzionate per chi non intendeva barare.

Un’ombra sulla stagione tennistica non per colpa di Sinner
Il patteggiamento di Jannik Sinner con la WADA, e l’intera vicenda legata al clostebol, potrebbero proiettare un’ombra persistente sul resto della stagione ATP. Per quanto il tennista italiano si dichiari tranquillo sulla propria posizione e disposto a concentrarsi esclusivamente sul rientro in campo, le critiche non accennano a diminuire.
La percezione diffusa è che si sia aperta una nuova crepa nella fiducia verso la pulizia dello sport, alimentata dal sospetto che i nomi più prestigiosi possano negoziare condizioni migliori. Il tennis, nel corso degli anni, ha vissuto casi di doping meno frequenti rispetto ad altre discipline, eppure ogni singolo episodio di positività,specialmente se coinvolge un leader del ranking mondiale, assume rilevanza e mette in crisi l’intero sistema.
Fa sorridere che Sinner “da pulito” ha già vinto numerosi titoli e un torneo dello Slam questa è sicuramente la conferma che lui ed il doping sono su strade totalmente diverse che non si incroceranno mai.
Resta da capire però se l’accordo tra Sinner e WADA rappresenti una soluzione ragionevole a una situazione anomala, o se costituirà un pericoloso precedente, in cui i migliori giocatori, grazie a risorse legali ed economiche di alto livello, potranno gestire i propri casi di positività in modo privilegiato. Nel frattempo, il conto alla rovescia per il rientro in campo del numero uno del mondo è già iniziato, e gli occhi di tutti rimarranno puntati su di lui.



Francesco Paolo Villarico


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154 commenti. Lasciane uno!

Feanco (Guest) 15-03-2025 13:52

Tutto giusto, io avrei sperato che Sinner, inizialmente contrario andasse al Tas perché penso l appello di Wada sarebbe stato respinto e la sua immagine, gia’ compromessa, a pezzi.
Peraltro capisco Sinner che ha tenuto un anno in modo incredibile, comprendibile che non aveva voglia di altri tre mesi di questo peso sulla testa.

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Alice (Guest) 28-02-2025 04:49

@ Luce nella notte (#4327673)
E’ perfettamente inutile riscrivere tutta la storia quando neanche la Wada, che ha provocato questo casino per niente, mette in discussione i fatti che ormai sono arcinoti. Come è altrettanto noto che il Trofodermin è un cicatrizzante e solo se si è in malafede lo si può definire ‘sostanza proibita’.
Per il resto le ricordo che secondo il codice l’atleta è incolpevole -quindi non va punito- se ricorrono certe condizioni, già accertate dalla prima sentenza di assoluzione del tribunale indipendente.
Assoluzione che le accuse della Wada, mai dimostrate, non smontano minimamente. E questo è quanto.

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marco (Guest) 27-02-2025 18:34

“Avere possibilità di spendere e quindi di utilizzare i miglori avvocati consente di difendersi meglio “? Bella scoperta, ci vleva Djokovic per dircelo….

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Luce nella notte 27-02-2025 13:44

Scritto da Alice
@ antoniov (#4326782)
In realtà in appendice cambia tutto, sia per quanto riguarda la “somministrazione” sia per quanto riguarda il possesso della sostanza proibita. Infatti mentre il commento all’articolo 10.5 impedisce che l’atleta possa godere del ‘no fault no negligence’ se la sostanza gli viene somministrata da un membro dello staff, la voce “administration” descritta a p.164 in appendice afferma che non c’è violazione nel caso di “actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance or Prohibited Method Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification”. Ribaltamento totale.
L’uso del Trofodermin da parte di Naldi era quindi, codice alla mano, pienamente lecito, e lo sarebbe stato perfino se lo avesse usato su Sinner a scopo solo terapeutico (l’unico a cui può servire uno spray cicatrizzante). Se l’uso medico a fini non dopanti non è violazione, non si capisce come possa essere tale un incidente involontario derivato da quest’uso come nel caso di Jannik, contaminato senza che lo sapesse né potesse impedirlo…le assurdità dell’antidoping.
La stessa cosa vale per il possesso della sostanza vietata da parte dello staff, se non è a fini illeciti non è violazione.
Ed è la conferma che, se l’atleta può dimostrare che neppure con la massima cautela avrebbe potuto sapere o sospettare, nel suo caso si applica il ‘no fault no negligence’ che andava senz’altro applicato a Jannik.
La Wada invece ha voluto a tutti i costi salvare la faccia con un vero e proprio colpo di mano sostituendosi al tribunale che lo aveva assolto, ma ha solo macchiato l’immagine di un atleta modello oltre che del tennis e creato l’ennesimo scandalo del suo florido carnet. Controllori con potere di vita e morte agonistica che sfuggono ad ogni controllo e fanno carne di porco di chi viene preso nei loro ingranaggi. Allarmante.

Guardi che gli avvocati del Sinner non sono dei mentecatti ignoranti.
Gli esempi nel codice di “acceptable justification” (genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification…) sono terribili, severissivi, totalmente straordinari:
– ACUTE EMERGENCY di cui debba occuparsi un medico dell’ atleta
– TUE
– Imminente TUE
– NON va bene avere sostanze proibite per conto di amici o parenti SALVO COMPROVATE ESIGENZE MEDICHE, IN PRESENZA DI PRESCRIZIONE MEDICA.
Talune idee bacate che goffamente magari diffondete porteranno diritti alla condanna (come successo a Sinner) gli atleti e non gli irresponsabili che portano a spasso sostanze proibite illudendosi… tanto basta “acceptable justification”.
A Sinner è andata di lusso perché le fregnacce presenti nella sentenza di primo grado (massaggiatore sordo, capo preparazione senza alcuna prescrizione medica per anabolizzanti…) potevano facilmente portare, come in numerosissimi casi, ad un anno o più di squalifica in secondo grado.
NON PORTARE MAI A SPASSO SOSTANZE PROIBITE – SERVE SEMPRE LA PRESCRIZIONE MEDICA – RENDERE NOTO ALL’ ATLETA E A TUTTI I MEMBRI CHE CI SONO SOSTANZE PROIBITE E SOPRATTUTTO PERCHE’.
Altrimenti continuerà ad allungarsi la lista degli (in un certo senso incolpevoli) atleti condannati.

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Luce nella notte 27-02-2025 13:27

Scritto da wapi

Scritto da Luce nella notte
Chi scrive una cosa del genere è pazzo furioso, si rifiuta di considerare anche i più ovvi elementari principi delle norme antidoping e quello che è tassativamente indicato come violazione all’ art. 2.6.2, ecc.; se segue disgraziatamente degli atleti con questa linea di comportamento, totalmente ignorante ed irresponsabile, li farà condannare, aggiungendoli alla lunghissima lista dove, il Sinner è riuscito a sfangarla con solo tre mesi.

Talmente “pazzo furioso” che la pensano come me, sia ITIA che WADA la quale ha la responsabilità di far rispettare il Codice e non hanno mosso un dito nei confronti dello staff.
Ripeto il consiglio: dedicati ad altro che non comporti la comprensione di un testo…ad es. la cucina o il giardinaggio….le piante non ti contraddicono mai, al massimo muoiono…..

Difficilmente viene mosso un dito verso lo staff , perché la reponsabilità , è scritto dappertutto nel codice WADA è dell’ atleta (l’ atleta risponde delle persone che hanno accesso alle sue bevande e al suo cibo, per fare un esempio, vedi art. 10.5).
Tuttavia questo potrebbe (non lo auguro a nessuno) ancora succedere vista la disumana mostruosità delle fregnacce balbettate e verbalizzate nella sentenza di primo grado: non ci crede nessuno che le cose siano andate così.
Se per caso ti occupi di atleti e porti in giro anabolizzanti o sostanze proibite qualsivoglia, i poveri disgraziati si aggiungeranno al centinaio abbondante di condanne ultimamente inflitte, inflitte agli atleti, perché tra gli altri il 2.6.2 configura come infrazione anti-doping la semplice presenza di sostanze tra lo staff.
Qui puoi scrivere tutte le cazzate che vuoi ma se un membro ha solo a disposizione sostanze proibite scatta la IMPUTAZIONE e il PROCESSO per il povero disgraziato seguito da eventuali soloni con idee bacate come le tue.
Abbi pietà degli atleti che eventualmente segui: con le tue teorie farneticanti li fai condannare di brutto.

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wapi (Guest) 27-02-2025 08:44

Scritto da Luce nella notte

Chi scrive una cosa del genere è pazzo furioso, si rifiuta di considerare anche i più ovvi elementari principi delle norme antidoping e quello che è tassativamente indicato come violazione all’ art. 2.6.2, ecc.; se segue disgraziatamente degli atleti con questa linea di comportamento, totalmente ignorante ed irresponsabile, li farà condannare, aggiungendoli alla lunghissima lista dove, il Sinner è riuscito a sfangarla con solo tre mesi.

Talmente “pazzo furioso” che la pensano come me, sia ITIA che WADA la quale ha la responsabilità di far rispettare il Codice e non hanno mosso un dito nei confronti dello staff.
Ripeto il consiglio: dedicati ad altro che non comporti la comprensione di un testo…ad es. la cucina o il giardinaggio….le piante non ti contraddicono mai, al massimo muoiono…..

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Alice (Guest) 27-02-2025 06:57

@ antoniov (#4326782)
In realtà in appendice cambia tutto, sia per quanto riguarda la “somministrazione” sia per quanto riguarda il possesso della sostanza proibita. Infatti mentre il commento all’articolo 10.5 impedisce che l’atleta possa godere del ‘no fault no negligence’ se la sostanza gli viene somministrata da un membro dello staff, la voce “administration” descritta a p.164 in appendice afferma che non c’è violazione nel caso di “actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance or Prohibited Method Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification”. Ribaltamento totale.
L’uso del Trofodermin da parte di Naldi era quindi, codice alla mano, pienamente lecito, e lo sarebbe stato perfino se lo avesse usato su Sinner a scopo solo terapeutico (l’unico a cui può servire uno spray cicatrizzante). Se l’uso medico a fini non dopanti non è violazione, non si capisce come possa essere tale un incidente involontario derivato da quest’uso come nel caso di Jannik, contaminato senza che lo sapesse né potesse impedirlo…le assurdità dell’antidoping.
La stessa cosa vale per il possesso della sostanza vietata da parte dello staff, se non è a fini illeciti non è violazione.
Ed è la conferma che, se l’atleta può dimostrare che neppure con la massima cautela avrebbe potuto sapere o sospettare, nel suo caso si applica il ‘no fault no negligence’ che andava senz’altro applicato a Jannik.
La Wada invece ha voluto a tutti i costi salvare la faccia con un vero e proprio colpo di mano sostituendosi al tribunale che lo aveva assolto, ma ha solo macchiato l’immagine di un atleta modello oltre che del tennis e creato l’ennesimo scandalo del suo florido carnet. Controllori con potere di vita e morte agonistica che sfuggono ad ogni controllo e fanno carne di porco di chi viene preso nei loro ingranaggi. Allarmante.

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Alice (Guest) 27-02-2025 06:47

@ Luce nella notte (#4326738)
Incommentabile, non perdo neanche tempo a rispondere.

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Alice (Guest) 27-02-2025 06:41

Scritto da Luce nella notte

Scritto da Alice
@ Luce nella notte (#4325765)
I dubbi del mondo li avrà lei. Il Trofodermin non è un anabolizzante e non ha bisogno di ricetta medica. Ferrara poteva portarselo in giro come e dove voleva, senza doversi giustificare con nessuno e tanto meno con lei. E’ comunque scorretto definirlo doping perché non lo è assolutamente anche se, per legge, sulla scatola deve esserci il bollino rosso che avvisa sulla presenza di una sostanza elencata tra quelle dopanti.
L’avvertimento di Ferrara a Naldi era sacrosanto: usalo quando sei da solo, ben lontano da Sinner. Cosa che è stata fatta come dimostrato dalla irrilevante quantità trovata nelle analisi: per cui è veramente difficile capire dove i collaboratori avrebbero sbagliato, pur essendosi attenuti alle regole.

L’ avvertimento era sacrosanto, così sacrosanto che Naldi… nemmeno lo ha sentito. Bravi !
Il Trofodermin non è doping (?) ma decine di atleti hanno accumulato almeno un centinaio di anni di squalifica negli ultimi tempi con le sostanze del Trofodermin (appunto segnalate sulla confezione…) chissà perché.
Bravi gli avvocati del Sinner che a questo centinaio (proabilmente di più con il clostebol) di anni di squalifiche hanno saputo aggiungere solo tre mesi.

Il doping è quando le prestazioni vengono migliorate dalla sostanza assunta. Nessun miglioramento? Nessun doping, semplice.
Il Trofodermin non è in grado di migliorare nulla, ergo definirlo doping è una barzelletta che non fa neppure ridere.
Avvocati di Sinner deludenti, Jannik partiva da un’assoluzione piena e sono riusciti a farlo penalizzare perfino spingendolo a rinunciare al TAS che avrebbe probabilmente confermato la prima sentenza. Fallimento su tutta la linea! Altro che bravi.

146
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Luce nella notte 26-02-2025 18:41

Scritto da antoniov

Scritto da Luce nella notte

Certamente si può essere distanti dalla pura e piena (completa, assoluta, totale…) responsabilità oggettiva con la più attenuata “strict liability”… ma in pratica cosa cambia ?
Ad essere IMPUTATO sarà sempre l’ atleta, che viene PROCESSATO per le condotte più o meno scellerate dei suoi collaboratori e del suo “circolo” di persone. .. – omissis – …
————————————————–
Come cosa cambia!
La mia opinione credo di averla espressa abbastanza chiaramente nei post nn. 113 e 142. Li rilegga e riscontrerà che in pratica qualcosa cambia, almeno per me.

Opinioni rispettabilissime, e ci mancherebbe (ed espresse anche molto chiaramente) tuttavia, sotto processo ci finisce sempre e solo l’ atleta (processo internazionale per violazioni doping…) e la “scappatoia” offerta dalla “attenuazione” o “incompletezza” della responsabilità oggettiva sull’ operato del proprio staff, è strettissima, onerosa ed estremamente incerta nei risultati.
Dimostrare di avere adottato ogni possibile precauzione “utmost caution” per prevenire ed impedire che mai potesse verificarsi… quello che si è verificato.
Tanti auguri.

145
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antoniov 26-02-2025 17:29

Scritto da Luce nella notte

Certamente si può essere distanti dalla pura e piena (completa, assoluta, totale…) responsabilità oggettiva con la più attenuata “strict liability”… ma in pratica cosa cambia ?
Ad essere IMPUTATO sarà sempre l’ atleta, che viene PROCESSATO per le condotte più o meno scellerate dei suoi collaboratori e del suo “circolo” di persone. .. – omissis – …

————————————————–

Come cosa cambia!
La mia opinione credo di averla espressa abbastanza chiaramente nei post nn. 113 e 142. Li rilegga e riscontrerà che in pratica qualcosa cambia, almeno per me.

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Luce nella notte 26-02-2025 16:15

Scritto da antoniov
@ Alice (#4326567)
Ah, ecco Alice, tu hai focalizzato l’attenzione anche sulla parte conclusiva del codice: “APPENDIX 1 DEFINITIONS” che si estende da pag. 164 a pag. 181.
Come già detto in precedenza, ho l’integrale testo del codice tradotto in italiano e nelle pagine da te richiamate non rilevo informazioni tali da modificare il quadro già prospettato.
Semmai, a pag. 172 riscontro importanti precisazioni in ordine ai presupposti richiesti per ottenere il “No Fault or Negligence” (Nessuna colpa o negligenza) che riporto testualmente, prima nella natia lingua inglese e poi in italiano:
Lingua natia del codice in inglese:
“No Fault or Negligence: The Athlete or other Person’s establishing
that he or she did not know or suspect, and could not reasonably
have known or suspected even with the exercise of utmost
caution, that he or she had Used or been administered the
Prohibited Substance or Prohibited Method or otherwise violated
an anti-doping rule. Except in the case of a Protected Person or
Recreational Athlete, for any violation of Article 2.1, the Athlete
must also establish how the Prohibited Substance entered the
Athlete’s system”.
Traduzione in italiano:
“Nessuna colpa o negligenza: l’atleta o altra persona che dimostra di non sapere o sospettare, e non avrebbe potuto ragionevolmente sapere o sospettare anche con l’esercizio della massima cautela, di aver usato o ricevuto la sostanza proibita o il metodo proibito o di aver altrimenti violato una norma antidoping. Salvo nel caso di una persona protetta o di un atleta ricreativo, per qualsiasi violazione dell’articolo 2.1, l’atleta deve anche stabilire come la sostanza proibita è entrata nell’organismo dell’atleta”.
——–
In sostanza, è lo stesso codice antidoping mondiale che stabilisce quali debbano essere i principi cui ci si debba attenere ai fini probatori necessari per ottenere la declaratoria di “Nessuna colpa o negligenza”.
Ciò a dimostrazione ulteriore di quanto si sia distanti dalle ipotesi di responsabilità oggettiva pura e semplice dell’atleta che per essere superata richiederebbe ben altra e più gravosa prova a carico dell’atleta stesso !

Certamente si può essere distanti dalla pura e piena (completa, assoluta, totale…) responsabilità oggettiva con la più attenuata “strict liability”… ma in pratica cosa cambia ?
Ad essere IMPUTATO sarà sempre l’ atleta, che viene PROCESSATO per le condotte più o meno scellerate dei suoi collaboratori e del suo “circolo” di persone.
Nel caso di semplice presenza di sostanze proibite all’ interno dei beni o locali dei propri collboratori (e di nascosto rispetto all’ atleta, ovviamente) gli esempi del codice WADA di “justification” sono a dir poco terribili, tra le quali:
– TUE (ovvio se c’è la esenzione dichiarata per potere avere certe sostanze)
– ACUTE EMERGENCY per un medico che deve intervenire
– incombente rilascio di “TUE”
– non è accettata la presenza (semplice presenza) di sostanze vietate perché debbano essere fornite ad amici o parenti, ammenoché vi siano COMPROVATE RAGIONI MEDICHE con PRESCRIZIONE MEDICA.

Qui dei pazzi totali parlano di potere tranquillamete portare ANABOLIZZANTI a spasso , tanto è sufficiente una “accetable jusitification”… poi si indignano perché l’ atleta viene condannato.
….

143
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antoniov 26-02-2025 12:54

@ Alice (#4326567)

Ah, ecco Alice, tu hai focalizzato l’attenzione anche sulla parte conclusiva del codice: “APPENDIX 1 DEFINITIONS” che si estende da pag. 164 a pag. 181.

Come già detto in precedenza, ho l’integrale testo del codice tradotto in italiano e nelle pagine da te richiamate non rilevo informazioni tali da modificare il quadro già prospettato.

Semmai, a pag. 172 riscontro importanti precisazioni in ordine ai presupposti richiesti per ottenere il “No Fault or Negligence” (Nessuna colpa o negligenza) che riporto testualmente, prima nella natia lingua inglese e poi in italiano:

Lingua natia del codice in inglese:
“No Fault or Negligence: The Athlete or other Person’s establishing
that he or she did not know or suspect, and could not reasonably
have known or suspected even with the exercise of utmost
caution, that he or she had Used or been administered the
Prohibited Substance or Prohibited Method or otherwise violated
an anti-doping rule. Except in the case of a Protected Person or
Recreational Athlete, for any violation of Article 2.1, the Athlete
must also establish how the Prohibited Substance entered the
Athlete’s system”.

Traduzione in italiano:
“Nessuna colpa o negligenza: l’atleta o altra persona che dimostra di non sapere o sospettare, e non avrebbe potuto ragionevolmente sapere o sospettare anche con l’esercizio della massima cautela, di aver usato o ricevuto la sostanza proibita o il metodo proibito o di aver altrimenti violato una norma antidoping. Salvo nel caso di una persona protetta o di un atleta ricreativo, per qualsiasi violazione dell’articolo 2.1, l’atleta deve anche stabilire come la sostanza proibita è entrata nell’organismo dell’atleta”.

——–

In sostanza, è lo stesso codice antidoping mondiale che stabilisce quali debbano essere i principi cui ci si debba attenere ai fini probatori necessari per ottenere la declaratoria di “Nessuna colpa o negligenza”.

Ciò a dimostrazione ulteriore di quanto si sia distanti dalle ipotesi di responsabilità oggettiva pura e semplice dell’atleta che per essere superata richiederebbe ben altra e più gravosa prova a carico dell’atleta stesso !

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Luce nella notte 26-02-2025 12:09

Scritto da Alice

Scritto da Luce nella notte

No evidence for other scenario, in Primo grado, significa esattamente che le lestesse ci potranno essere in secondo grado.
Anche come semplice / banale rivalutazione dei fatti.
WADA, e tutto il mondo, ha notato le FREGNACCE raccontate dai collaboratori del Sinner, favole e assurditá non solo inverosimili, ma addirittura impossibili !
Bene hanno fatto gli avvocati a chiuderla a solo tre mesi (o saranno degli scemi anche loro ?) perche’ se compiono bestialita’ e raccontano bestialitá i collaboratori, poi il responsabile è sempre l’ atleta
Tra l’ altro il codice WADA (giusto o sbagliato che sia) stabilisce che la semplice presenza, il semplice possesso di sostanze vietate da parte dello staff E’ PUNITA CON LA SANZIONE BASE DI ANNI DUE (-2-) STANTE LA RESPONSABILITA’ OGGETTIVA (giusto o sbagliato che sia) dell’ atleta.
2.6.2 non lascia il benché minimo dubbio a proposito.
E’ anti-doping violation… (pag. 12, Art 2…)



2.6.2 possession of prohibited substances by SUPPORT MEMBER.
ACCETABLE JUSTIFICATION…
– ACUTE EMERGENCY
– NEXT “TUE” TO BE RELEASED
– MEDICAL CIRCUMSTANCES WITH PHYSICIAN PRESCRIPTION
Nessunissima di queste “giustificazioni” era minimamente presente nel caso Sinner, situazione di cui purtroppo risponde l’ atleta.

“No evidence for other scenario, in Primo grado, significa esattamente che le lestesse ci potranno essere in secondo grado”.
Ecco, potrei fermarmi qui e avrei già fatto la mia raccolta di nonsense quotidiani, ma andiamo oltre.
No, il responsabile non è sempre l’atleta perché come detto e ripetuto la responsabilità oggettiva verso il team non esiste, e se ci fosse Sinner sarebbe già stato squalificato. Invece il tribunale indipendente lo ha assolto con la formula “no fault no negligence”.
Segno che questa norma non c’è.
Non è neanche vero che il possesso o la semplice presenza di sostanze vietate da parte dello staff è sanzionata a prescindere: se scorre la pagina c’è un mio commento dove dico anche perché, se lo rilegga. Alla prossima.

No Evidence in primo grado lascia completamente aperta la porta in secondo grado per Evidence of other scenario… spiace ma è proprio così e spesso chi se la era cavata per il rotto della cuffia in primo grado, viene poi invece “rivalutato” condannato in secondo… Come fa lei a non arrivarci ?
Certo che il semplice possesso (da parte dei collaboratori) non è condannato “a prescindere” e chi mai lo ha scritto ?
Il problema è che la norma 2.6.2 dice “ammenoché in presenza di TUE o altra accettabile giustificazione”; dopodiché gli esempi che il codice fa di “accettabile giustificazione” su questo punto sono severissimi: medico che deve trattare una EMERGENZA ACUTA, trattamenti POCO PRIMA DI RICEVERE UN “TUE”, non va bene avere sostanze per amici o parenti SALVO COMPROVATE RAGIONI MEDICHE E DISPONIBILITA’ DI PRESCRIZIONE MEDICA”.
Allora i fenomeni, come alcune teste d’uovo che scrivono qua dentro, decono mettersi in testa che E’ VIETATO PORTARE A SPASSO SOSTANZE PROIBITE, LA SEMPLICE PRESENZA NELLO STAFF INNESCA DUE ANNI DI POSSIBILE SANZIONE E LA IMPUTAZIONE DELL’ ATLETA (imputazione per responsabilità oggettiva, o Strict Liability).

Sempre le teste d’uovo che scrivono qua dentro sostengono che non ci sarebbe “responsabilità oggettiva”, ma guarda caso per il codice WADA è l’ altleta che viene IMPUTATO e che deve fornire la prova di avere osservato “utmost caution” ecc. anche per le condotte dei collaboratori.

(pag. 69) non si applica la mancanza di colpa dell’ atleta nei seguenti casi:
– AMMINISTRAZIONE, dicasi amministrazione di sostanze proibite da parte del Physician o del Trainer, all’ insaputa dell’ atleta (Athlets are responsible for their personnel…) dicasi AMMINISTRAZIONE;
– sabotaggio delle bevande o del cibo da parte della sposa, allenatore o altra persona nel “circolo” dell’ atleta (atleti sono responsabili per la condotta delle persone che hanno accesso al loro cibo e bevande).

Tranquilli, non c’è la responsabilità oggettiva, non c’è, tranquilli.

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Luce nella notte 26-02-2025 11:15

@ wapi (#4326600)

… puoi portarti dietro tutto quello che vuoi, se hai una “motivazione accettabile” e non serve proprio nessuna prescrizione medica per un farmaco da banco…
Ferrara ha acquistato un farmaco per suo uso personale, per curare una sua patologia che, evidentemente, non viene resa nota…. ed è assolutamente lecito…

Chi scrive una cosa del genere è pazzo furioso, si rifiuta di considerare anche i più ovvi elementari principi delle norme antidoping e quello che è tassativamente indicato come violazione all’ art. 2.6.2, ecc.; se segue disgraziatamente degli atleti con questa linea di comportamento, totalmente ignorante ed irresponsabile, li farà condannare, aggiungendoli alla lunghissima lista dove, il Sinner è riuscito a sfangarla con solo tre mesi.

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Luce nella notte 26-02-2025 11:10

Scritto da Alice
@ Luce nella notte (#4325765)
I dubbi del mondo li avrà lei. Il Trofodermin non è un anabolizzante e non ha bisogno di ricetta medica. Ferrara poteva portarselo in giro come e dove voleva, senza doversi giustificare con nessuno e tanto meno con lei. E’ comunque scorretto definirlo doping perché non lo è assolutamente anche se, per legge, sulla scatola deve esserci il bollino rosso che avvisa sulla presenza di una sostanza elencata tra quelle dopanti.
L’avvertimento di Ferrara a Naldi era sacrosanto: usalo quando sei da solo, ben lontano da Sinner. Cosa che è stata fatta come dimostrato dalla irrilevante quantità trovata nelle analisi: per cui è veramente difficile capire dove i collaboratori avrebbero sbagliato, pur essendosi attenuti alle regole.

L’ avvertimento era sacrosanto, così sacrosanto che Naldi… nemmeno lo ha sentito. Bravi !
Il Trofodermin non è doping (?) ma decine di atleti hanno accumulato almeno un centinaio di anni di squalifica negli ultimi tempi con le sostanze del Trofodermin (appunto segnalate sulla confezione…) chissà perché.
Bravi gli avvocati del Sinner che a questo centinaio (proabilmente di più con il clostebol) di anni di squalifiche hanno saputo aggiungere solo tre mesi.

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wapi (Guest) 26-02-2025 09:28

@ Luce nella notte (#4326396)

Confermo è meglio che ti occupi di altro…..
In ogni caso NULLA che necessiti di “comprensione del testo” oppure di ragionamento logico….
Non capisci neppure quello che tu riporti….peggio di così è impossibile.

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Alice (Guest) 26-02-2025 08:20

Scritto da antoniov

Scritto da Alice

Scritto da antoniov
Sono d’accordo con te che nel codice mondiale antidoping la responsabilità che rileva ai fini dell’applicazione della relativa sanzione sia quella dell’atleta per i fatti compiuti dal proprio staff.
Tuttavia, se dall’agire dello staff è sorta la positività dell’atleta va da sé che in via preliminare, prima di focalizzare l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta, occorra verificare se ci siano stati o meno comportamenti non consentiti dal suddetto codice da parte dello staff, nello specifico da parte di ex componenti dello staff di Jannik.
Purtroppo debbo dire che ciò non possa escludersi, alla luce delle notizie da noi conosciute (non ho il fascicolo d’ufficio sulla mia scrivania) e di quanto previsto dall’art. 2 intitolato: “Violazioni delle norme antidoping” che tra le varie ipotesi di violazione, all’art. 2.6.2 dispone testualmente (testo tradotto dall’inglese in italiano con qualche comprensibile imprecisione):
“Possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta in competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito, o possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta fuori competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito che è proibito fuori competizione in relazione ad un atleta, una competizione o un allenamento, a meno che la persona di supporto dell’atleta stabilisce che il possesso è coerente con una TUE concessa a un atleta in conformità con l’articolo 4.4 o altra giustificazione accettabile (13)”
Il possesso può essere coerente con una TUE (autorizzazione, da parte del Comitato Esenzioni a Fini Terapeutici (CEFT), ad assumere o a ricorrere a trattamenti medici a scopo terapeutico con farmaci contenenti principi attivi inclusi nella Lista WADA in vigore) concessa ad un atleta in conformità con l’art. 4.4 – che quindi non riguarda lo staff – oppure ALTRA CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE (13).
Nella nota 13 viene indicato: “Una giustificazione accettabile può includere, ad esempio, (a) un atleta o un medico della squadra che trasporta sostanze proibite o metodi proibiti per gestire situazioni di emergenza (ad esempio, un autoiniettore di epinefrina), o (b) un atleta in possesso di una sostanza o un metodo proibiti per ragioni terapeutiche poco prima di presentare domanda e ricevere una determinazione su una TUE”.
Se non si soddisfano le suddette ipotesi la responsabilità dello staff i sensi dell’art. 2.6.2 sussiste e pertanto resta da focalizzare l’attenzione sull’atleta (Sinner) e analizzare se sussista o meno una sua condotta che conduca alla violazione di norme antidoping.
Ebbene, dalla lettura delle disposizioni 2.1 e 2.2 e relativi sotto numeri di detto articolo 2, dovremmo dire di si, atteso che la violazione sarebbe sorta con la sola presenza di sostanze proibite nel suo corpo, indipendentemente dal dolo, dalla colpa, dalla negligenza o dall’uso consapevole.
Ecco perché si parla di responsabilità oggettiva o della cara quintessenza del codice antidoping, secondo il caro presidente di Wada !!!
Responsabilità oggettiva molto annacquata (spuria e non pura), aggiungo io, per le ragioni che preciserò da qui a poco.
Intanto precisiamo prima che la responsabilità oggettiva, proprio come recitano alcune disposizioni del suddetto art. 2 del codice antidoping e per come la si è elaborata giuridicamente a livello universale, esula dall’elemento psicologico del soggetto ritenuto responsabile (dolo o colpa) e consente quale unico rimedio liberatorio la dimostrazione che l’evento sia da attribuire al “caso fortuito” o alla “forza maggiore”.
Il “caso fortuito” è l’avvenimento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce d’improvviso nell’azione del soggetto (esempio: conducente di un veicolo che marciando nel rispetto del cds investe una persona che gli taglia istantaneamente la strada).
La “forza maggiore” è quella forza esterna che determina la persona a compiere un’azione cui questa non può opporsi (esempio: una scossa tellurica fa cadere un uomo da un’impalcatura mentre la sta sistemando e cadendo finisce addosso ad un passante uccidendolo).
In vero, le esimenti del caso fortuito o della forza maggiore non avrebbero consentito via di scampo a Sinner che invece il codice antidoping prevede, anche ai fini della graduazione della sanzione applicabile. Tanto è vero che l’art. 10.5 sancisce che l’atleta, DIMOSTRANDO NEL “SUO CASO INDIVIDUALE” di non avere “alcuna colpa o negligenza” va esente da sanzione e quindi da qualunque periodo di ineleggibilità (squalifica).
Ecco che la quintessenza si scioglie come neve al sole, in quanto il precetto condensato in alcune disposizioni dell’articolo 2 ( 2.1 e 2.2) non si traduce in sanzione evitabile solo in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore, bensì in sanzione evitabile con la dimostrazione che non c’è stata “alcuna colpa o negligenza”
Ecco come la responsabilità oggettiva o quintessenza del codice Wada (pura) si traduce in responsabilità oggettiva spuria (annacquata la definisco io).
Ne concludo che con tale codice vengono sostanzialmente configurate ipotesi di colpa presunta dell’atleta che possono essere superate dalla dimostrazione della ragionevole assenza di colpa.
Immedesimandomi nei legali di Sinner in qualche modo ne comprendo la prudenza profusa, ma sotto il profilo squisitamente giuridico, la prova richiesta a Sinner per superare vittoriosamente anche il giudizio dinanzi al Tas non mi pare fosse da ritenere una prova diabolica.
Quanto precede l’ho scritto spogliandomi dalle vesti di sostenitore di Sinner e mettendo da parte ogni forma di ironia. Ripeto ancora una volta che sarebbe auspicabile in una discussione costruttiva che ognuno facesse altrettanto, pur sapendo che qui il tessuto connettivo è quello che è.

Aggiungo solo un dettaglio, a proposito del possesso di sostanze vietate. In appendice al codice, sotto la voce “Possession”, si dice che è una violazione solo se “the Person has exclusive control or intends to exercise control over the Prohibited Substance (…) if the Person does not have exclusive control over the Prohibited Substance, constructive Possession shall only be found if the Person knew about the presence of the Prohibited Substance and intended to exercise control over it.”
E questo già esclude in partenza qualunque responsabilità di Sinner, che del Trofodermin (ammesso che si possa considerare proibito un prodotto da banco venduto in ogni farmacia) non sapeva né poteva sapere niente.
Ma in appendice ci sono anche altre cose interessanti sul possesso di sostanze proibite da parte dei membri dello staff. Sotto la voce “trafficking” si legge che non c’è violazione nel caso di “actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification.”
Non c’è dubbio che Naldi e Ferrara usassero il Trofodermin per scopi perfettamente legali e terapeutici, quindi anche per loro il codice esclude ogni responsabilità.
Insomma l’assoluzione al TAS era a portata di mano. Peccato, un’occasione persa! Resta ovviamente tutto il dispiacere per Jannik, che si trova senza alcuna colpa in una situazione tanto ingiusta quanto evitabile.:(

Alice, io ho preso a riferimento il codice antidoping mondiale, qui estrapolabile in lingua inglese:
https://www.wada-ama.org/sites/default/files/resources/files/2021_wada_code.pdf
Dopo di che, ritenendolo ancora applicabile al caso Sinner, l’ho integralmente tradotto in italiano, proprio per facilitare l’analisi e lo scambio di vedute.
Del possesso di sostanze proibite se ne occupa l’art. 2.6, di cui il 2.6.1 integrato dalla nota 12 è riferito al possesso di dette sostanze da parte dell’atleta e il 2.6.2 integrato dalla nota 13 è riferito sempre al possesso di dette sostanze da parte delle persone di supporto all’atleta.
Pertanto, il possesso dello spray Trofodermin imputato (contenente Clostebol: sostanza proibita) non l’ho certo riferito all’atleta Sinner, bensì al suo staff e conseguentemente nel mio precedente post n.113 ho riportato l’integrale traduzione in italiano dell’art. 2.6.2 e quanto esplicitato nella relativa nota 13.
Se ci fossero poi delle esenzioni per uso terapeutico ex art. 4.4 in coerenza con le disposizioni di una TUE, che consentissero l’uso di farmaci contenenti Clostebol, allora potremmo fare altre riflessioni, ma da quanto da me conosciuto e conoscibile, purtroppo ciò non risulta.
Può darsi che a me sia sfuggito qualcosa, pertanto, se tu rilevi altro indica, più che le frasi in inglese, i numeri precisi delle norme e delle eventuali relative note.
Ora, sino a quando non è stato raggiunto l’accordo tra Sinner e Wada (solo impropriamente definito patteggiamento dai non operatori di diritto) veniva sollevata da Wada l’accusa della responsabilità oggettiva di Sinner per le azioni del proprio staff dalla quale Sinner aveva l’onere di difendersi dinanzi al Tas dimostrando l’assenza di colpa e/o negligenza per andare esente da sanzioni in virtù dell’art. 10.5, già applicato da ITIA.
La strategia defensionale di Sinner come poteva essere potenzialmente articolata?
Probabilmente: in via principale sulla dimostrazione dell’assenza di colpa e/o negligenza del suo staff e solo in via subordinata sulla sua personale assenza di colpa e/o negligenza.
Pur ammettendo il mancato superamento della barriera in via principale, restava comunque una solidissima seconda barriera relativa all’assenza di colpa e/o negligenza di Jannik Sinner, a fronte di un’analisi complessiva di tutti gli elementi attinenti alla sua posizione e alla particolarità, anzi unicità del caso prospettatosi.
Per quanto concerne la definizione concettuale e le relative risultanze in punto di “responsabilità oggettiva” (l’inesistente quintessenza di Witold Banka, smentita anche dall’esistenza dell’art. 10.5) le elaborazioni del nostro diritto interno non sono dissimili da quelle estrapolabili all’estero dall’applicazione del diritto internazionale e da qualunque altro ordinamento giuridico a base democratica.

Sei stato molto esaustivo e sono d’accordo con quanto scrivi, comunque il mio non era un appunto: desideravo solo aggiungere altri dettagli sul possesso di sostanze proibite, che ho riportato senza tradurli direttamente dall’originale inglese.
Li trovi a pag.164 (voce “administration”), 173 (“possession”) e 178 del codice. Quest’ultimo è interessante perché chiarisce la liceità del possesso di sostanze vietate da parte del personale medico, purché utilizzate per legittimi scopi terapeutici. Come puoi notare non si fa cenno né a TUE né ad anabolici, quindi penso ci rientri tranquillamente anche il Trofodermin usato da Naldi per curarsi il dito -ammesso che si possa considerare alla stregua di una sostanza proibita. E confesso che faccio molta fatica a considerarlo tale.
Certo che tutta questa storia, che nasce da insignificanti tracce lasciate da un banale cicatrizzante, ha davvero dell’incredibile!
Però un fatto è certo: la sanzione inflitta a Sinner è totalmente fuorilegge. Non solo perché la responsabilità oggettiva verso lo staff non esiste nel diritto sportivo, e anche se esistesse non sarebbe applicabile secondo il diritto internazionale. Ma anche perché ottenuta con mezzi quanto meno discutibili (minacce/ricatti)
Sarei curiosa di sapere se c’è la possibilità di citare questi signori per gli enormi danni che stanno causando sul nulla più assoluto, o se la firma dell’accordo esclude questa ipotesi anche nel caso di reati (che secondo me ci sono.)

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Alice (Guest) 26-02-2025 07:59

@ Luce nella notte (#4325765)
I dubbi del mondo li avrà lei. Il Trofodermin non è un anabolizzante e non ha bisogno di ricetta medica. Ferrara poteva portarselo in giro come e dove voleva, senza doversi giustificare con nessuno e tanto meno con lei. E’ comunque scorretto definirlo doping perché non lo è assolutamente anche se, per legge, sulla scatola deve esserci il bollino rosso che avvisa sulla presenza di una sostanza elencata tra quelle dopanti.
L’avvertimento di Ferrara a Naldi era sacrosanto: usalo quando sei da solo, ben lontano da Sinner. Cosa che è stata fatta come dimostrato dalla irrilevante quantità trovata nelle analisi: per cui è veramente difficile capire dove i collaboratori avrebbero sbagliato, pur essendosi attenuti alle regole.

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Alice (Guest) 26-02-2025 07:45

Scritto da Luce nella notte

No evidence for other scenario, in Primo grado, significa esattamente che le lestesse ci potranno essere in secondo grado.
Anche come semplice / banale rivalutazione dei fatti.
WADA, e tutto il mondo, ha notato le FREGNACCE raccontate dai collaboratori del Sinner, favole e assurditá non solo inverosimili, ma addirittura impossibili !
Bene hanno fatto gli avvocati a chiuderla a solo tre mesi (o saranno degli scemi anche loro ?) perche’ se compiono bestialita’ e raccontano bestialitá i collaboratori, poi il responsabile è sempre l’ atleta
Tra l’ altro il codice WADA (giusto o sbagliato che sia) stabilisce che la semplice presenza, il semplice possesso di sostanze vietate da parte dello staff E’ PUNITA CON LA SANZIONE BASE DI ANNI DUE (-2-) STANTE LA RESPONSABILITA’ OGGETTIVA (giusto o sbagliato che sia) dell’ atleta.
2.6.2 non lascia il benché minimo dubbio a proposito.
E’ anti-doping violation… (pag. 12, Art 2…)



2.6.2 possession of prohibited substances by SUPPORT MEMBER.
ACCETABLE JUSTIFICATION…
– ACUTE EMERGENCY
– NEXT “TUE” TO BE RELEASED
– MEDICAL CIRCUMSTANCES WITH PHYSICIAN PRESCRIPTION
Nessunissima di queste “giustificazioni” era minimamente presente nel caso Sinner, situazione di cui purtroppo risponde l’ atleta.

“No evidence for other scenario, in Primo grado, significa esattamente che le lestesse ci potranno essere in secondo grado”.
Ecco, potrei fermarmi qui e avrei già fatto la mia raccolta di nonsense quotidiani, ma andiamo oltre.
No, il responsabile non è sempre l’atleta perché come detto e ripetuto la responsabilità oggettiva verso il team non esiste, e se ci fosse Sinner sarebbe già stato squalificato. Invece il tribunale indipendente lo ha assolto con la formula “no fault no negligence”.
Segno che questa norma non c’è.
Non è neanche vero che il possesso o la semplice presenza di sostanze vietate da parte dello staff è sanzionata a prescindere: se scorre la pagina c’è un mio commento dove dico anche perché, se lo rilegga. Alla prossima.

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Luce nella notte 25-02-2025 22:19

@ wapi (#4326295)

Insisti con la tua (soltanto tua nell’ universo intero) TESI CASTRONERIA per cui (riporto dal tuo scritto con copia e incolla)

……La norma dice che puoi portarti dietro tutto quello che vuoi, se hai una “motivazione accettabile” e non serve proprio nessuna prescrizione medica per un farmaco da banco…..
Ferrara ha acquistato un farmaco per suo uso personale, per curare una sua patologia che, evidentemente, non viene resa nota…. ed è assolutamente lecito……

Da banco o non da banco non significa niente, non centra niente: SONO LE SOSTANZE PROIBITE, COME GLI ANABOLIZZANTI che fanno la differenza.

art. 2.6.2 restringe SEVERISSIMAMENTE le possibilità di avere (per qualsiasi membro del team) sostanze proibite al seguito: la norma dice testualmente … consistent with a TUE or other acceptable justification; e poi chiarisce cosa è “acceptable justification”.

Vengono dati gli esempi (estremamente severi) di cosa sia equiparabile al “TUE”:
a) team Doctor dealing with ACUTE EMERGENCY;
b) therapeutic reasons SHORTLY before receiving a “TUE”;

questo a pag. 23 (nota 13)

Anche a pag 22 la nota 12 riguarda il 2.6.2 (lo dice chiaro e tondo)
Acceptable justification would NOT include:
c) purposes of giving a prohibited substance to a friend or to a relative;
d) exept under justifiable medical circumstances WHERE THAT PERSON HAD A PHYSICIAN’S PRESCRIPTION

Le rarissime accezioni ammesse sono uguali e del tutto assimilabili al “TUE”.
Se NON hai un “TUE” deve esserci una situazione totalmente assimilabile al “TUE” , come chiarito (per chi non si fodera gli occhi con prosciutto) dagli esempi.

Ferrara NON aveva EMERGENZE ACUTE da trattare e portava a spasso anabolizzanti per vesciche, da Bologna in giro per il mondo;
Ferrara non aveva … “shortly receiving a TUE”
Ferrara DOVEVA allora avere MEDICAL CIRCUMSTANCES WHERE THERE IS A PHYSICIAN PRESCRIPTION dato che usciva nettamente dai primi due casi ECCEZIONALISSIMI indicati dalla SEVERISSIMA NORMA.

Un pazzo, solo un pazzo furioso può pensare di andare in giro “con quello che gli pare” basta che abbia una “accettabile giustificazione”: gli esempi sono SEVERISSIMI e 100% assimilabili al “TUE”.

Le norme (e solo quelle contano) RESTRINGONO COSI’ TOTALMENTE A situazioni assimilabili al “TUE” , CASI ESTREMI E RARISSIMI, le “acceptable justification”.

O c’è la la PHYSICIAN PRESCRIPTION in presenza di JUSTIFIABLE MEDICAL CIRCUMSTANCES oppure se hai anabolizzanti in valigia FOTTI L’ ATLETA: SI BECCHERA’ SEMPRE ANNI DI CONDANNA.

Salvo avvocati bravissimi, che gliela fanno sfangare con soli tre mesi.

Altro ché “… puoi portare quello che vuoi…”: SEI ANCHE UN PERICOLO SE PER DISGRAZIA SEGUI QUALCHE ATLETA !

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wapi (Guest) 25-02-2025 19:45

Scritto da Luce nella notte

Pag. 19 art. 2.1: The following constitute anti-doping rule violation…
segue lista di quali sono le “anti-doping rule violations…”
2.6.2 Possession by an Athlete Support Person of any Prohibited Substance, unless the SUPPORT PERSON (the SUPPORT PERSON) has a TUE or other acceptable justification.
Acceptable justification: … for example a team Doctor carrying Prohibited Substances for dealing with ACUTE EMERGENCY or for therapeutic reasons shortly befor receiving a TUE (esenzione per il possesso rilasciata dalla Autorità anti.doping).
WAPI, ma sai almeno leggere ? Cosa ti pare che integri l’ art. 2.6.2, cioè quale tipo di violazione anti-doping, e da parte di chi ?
Ti do un aiutino… c’è scritto, papale papale, che il semplice possesso da parte di SUPPORT PERSON di sostanze proibite integra una sonora violazione anti-doping… (salvo specifica “TUE” o salvo gli esempi, da prendere con la massima cautela, di casi di emergenza / necessità).
Se il tuo personale (membri dello Staff) che va in giro con sostanze proibite NON ha “-TUE-” (esenzione rilasciata dalla Autorità anti-doping) non ha EMERGENZE, e nemmeno RAGIONI MEDICHE CON PRESCRIZIONI MEDICHE, resta solo la violazione prevista papale papale dal 2.6.2. .. prova a indovinare chi è il responsabile OGGETTIVO ? CHI E’ CHE VERRA’ IMPUTATO (-IMPUTATO-) E AVRA’ A SUO CARICO OGNI ONERE DELLA – DIFFICILISSIMA – PROVA A DISCOLPA ?
Prova a respirare, leggere con calma, magari ce la fai.

Vedo che non sai leggere oppure NON CAPISCI neppure quello che tu riporti e cambi versione come ti fa più comodo
Dunque adesso NON è più indispensabile la prescrizione medica, come scrivevi prima ????

Che significa “…. “OR ACCEPTABLE JUSTIFICATION” ????
Che va bene qualsiasi motivazione accettabile che va valutata in concreto, ovviamente, caso per caso.
Lo capisce un bambino dell’asilo…..

La nota 13 che citi ora e che NON è la legge (la nota 12, improvvisamente, non ti piace più ??) dice “MAY INCLUDE, FOR EXAMPLE……”
Prova a cercare su un dizionario d’inglese il significato del verbo “may” che proprio ti sfugge…….
E’ una possibilità assai vaga, altrimenti avrebbero almeno usato “can” e, soprattutto, sono SOLO 2 esempi, che NON escludono, per nulla, infinite altre possibilità.
NON c’è scritto SHALL; NON esistono solo quei 2 casi, che sono obbligatori ed esclusivi, come pretendi tu nelle tue farneticazioni assurde.
Penso che anche all’asilo capiscano che se scrivo “possono comprendere, per esempio…” significa che NON ESISTONO solo quei 2 casi ma ce ne sono molti altri…..

Comunque se non sei in grado di capire queste questioni elementari è meglio che ti dedichi ad altro…….la cucina ??

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Luce nella notte 25-02-2025 18:54

Scritto da Alice

Scritto da Luce nella notte

Scritto da pingomobile
@ Luce nella notte (#4324855)
Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.
Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

No evidence to support any other scenario… conferma che ci sono altri scenari possibili.
Tra l’ altro non trovo in quale Punto della sentenza viene (verrebbe) affermato ció ?
P.to 76… (settantasei) invece:
Mr Ferrara FAILED to ensure that his Trofodermin did not come into contact with the Player…
E giá qui scattano i due anni di sanzione per l’ atleta (che è responsabile dei comportamenti dei membri, cosa ribadita ovunque nel codice WADA).
A ben guardare la semplice presenza di sostanze dopanti nell’ entourage fa giá scattare i due anni di sanzione (meno le attenuanti che l’ atleta deve dimostrare… e non è mai facile, nemmeno in questo caso).
Interessante anche pag.22 in basso del codice WADA… “exept under justifiable medical circumstances where that Person (dicasi Ferrara) had a Physician prescription”.
Di “prescrizione medica”, per avere anabolizzanti al seguito, il Ferrara non fornisce la benché minima indicazione: non c’era la obbligatoria prescrizione medica.
E siamo sempre li’: due anni per l’ atleta ammenoché (10.5) riesca a dimostrare di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire “tout court” la presenza di sostanze tra il proprio entourage.
Le pare possibile che il laureato scienze farmaceutiche passa sostanze Doping al massaggiatore dicendo “attento è Doping”… ?
Le pare possibile che non chieda subito… hai capito che è Doping ? Ti ricordi cosa DEVI fare se maneggi Doping ?
Le pare possibile che il massaggiatore non sente un avvertimento del genere ?
Dopo che Sinner gli aveva chiesto “hai messo qualcosa sulla ferita ?”: le pare possibile che il massaggiatore nulla dice di essersi messo “qualcosa” ?
Le pare possibile che un massaggiatore professionista mette le mani sui piedi piagati… sporche, senza nemmeno lavarle ?
Queste ed altre incongruenze sono evidenziate nella sentenza di primo grado , punti 89, 105, 106, 107, … e potevano tranquillamente essere rivalutate in secondo grado… non lo sapremo mai, ma la mia impressione, stanti le norme, è che gli avvocati sono stati in gambissima a chiuderla cosi’, con tre mesi di squalifica, perchè decine di casi simili sono state punite con un anno, e piu’, e proprio questo poteva succedere.

No, mi spiace: “no evidence to support any other scenario” non vuol dire che ne sono possibili altri, vuol dire che è l’unico possibile in base alle prove. Si trova al punto 65 della sentenza.
Definire dopante il Trofodermin, che è un normale cicatrizzante senza alcun effetto sulle prestazioni atletiche (basta consultare il bugiardino) fa ridere. Tra l’altro non si capisce che autorizzazione o prescrizione medica dovesse avere Ferrara, dato che si compra senza ricetta in qualsiasi farmacia.
Né si capisce perché, quando Sinner gli ha chiesto se si fosse messo qualcosa sul dito, il massaggiatore doveva rispondere sì se in quel momento non si era messo nulla. Ma anche se si fosse messo qualcosa, in che modo Sinner ne sarebbe responsabile? Il farmaco non è stato usato su di lui e l’atleta non è tenuto a controllare come si curano i membri dello staff.
Qui sta tutta l’assurdità della sanzione, inflitta sulla base di un principio che estende la responsabilità dell’atleta alla sfera privata altrui. E, sia chiaro, questo nel codice assolutamente NON c’è.
E’ una sanzione campata in aria, un vero e proprio abuso che i legali di Sinner hanno avallato mentre l’atleta, giustamente, non ne voleva sapere. Altro che avvocati in gambissima a chiudere con una squalifica (che non ci doveva essere)!

No evidence for other scenario, in Primo grado, significa esattamente che le lestesse ci potranno essere in secondo grado.
Anche come semplice / banale rivalutazione dei fatti.

WADA, e tutto il mondo, ha notato le FREGNACCE raccontate dai collaboratori del Sinner, favole e assurditá non solo inverosimili, ma addirittura impossibili !

Bene hanno fatto gli avvocati a chiuderla a solo tre mesi (o saranno degli scemi anche loro ?) perche’ se compiono bestialita’ e raccontano bestialitá i collaboratori, poi il responsabile è sempre l’ atleta
Tra l’ altro il codice WADA (giusto o sbagliato che sia) stabilisce che la semplice presenza, il semplice possesso di sostanze vietate da parte dello staff E’ PUNITA CON LA SANZIONE BASE DI ANNI DUE (-2-) STANTE LA RESPONSABILITA’ OGGETTIVA (giusto o sbagliato che sia) dell’ atleta.
2.6.2 non lascia il benché minimo dubbio a proposito.
E’ anti-doping violation… (pag. 12, Art 2…)



2.6.2 possession of prohibited substances by SUPPORT MEMBER.

ACCETABLE JUSTIFICATION…
– ACUTE EMERGENCY
– NEXT “TUE” TO BE RELEASED
– MEDICAL CIRCUMSTANCES WITH PHYSICIAN PRESCRIPTION

Nessunissima di queste “giustificazioni” era minimamente presente nel caso Sinner, situazione di cui purtroppo risponde l’ atleta.

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Luce nella notte 25-02-2025 15:19

Scritto da wapi

Scritto da Luce nella notte
Ma figuriamoci… CI SONO TUTTI I DUBBI DEL MONDO !!!
Il codice WADA a pag 22 (giusto o sbagliato che sia) recita … ” exept under justifiable medical circumstances where that person – leggasi Ferrara – had a physician prescription…”
Ma il Ferrara NON AVEVA Physician prescription e allora NON POTEVA portare a spasso anabolizzanti per la cute (vesciche e abrasioni vengono risanate a razzo, illecitamente, con l’ anabolizzante Clostebol che il Ferrara portava impunemente a spasso per il mondo).
………………………………

Sbagliato, come sempre, anche con te mi sono stufato di scrivere sempre le stesse cose (con altri ho rinunciato da tempo…..)
NON SERVE NESSUN CERTIFICATO MEDICO per portarti in giro tutto quello che vuoi, per uso personale.
SERVE SOLO una “acceptable justification” che anche un cieco capisce che non viene riportata per motivi di riservatezza sulla salute di una persona che NON centra niente con il caso Sinner (Ferrara).
Quella che tu continui a citare, a sproposito, se sai leggere, è la nota 12 che dice che una “giustificazione accettabile” NON è avere una sostanza proibita per DARLA AD UN AMICO O PARENTE, senza certificato medico (è il caso del ciclismo di anni fa); peccato che tu ometti sempre “friend or relative” per spargere FALSITA’ varie……..
Non c’è alcun vincolo PER USO PROPRIO, salvo “la giustificazione accettabile”

Pag. 19 art. 2.1: The following constitute anti-doping rule violation…

segue lista di quali sono le “anti-doping rule violations…”

2.6.2 Possession by an Athlete Support Person of any Prohibited Substance, unless the SUPPORT PERSON (the SUPPORT PERSON) has a TUE or other acceptable justification.

Acceptable justification: … for example a team Doctor carrying Prohibited Substances for dealing with ACUTE EMERGENCY or for therapeutic reasons shortly befor receiving a TUE (esenzione per il possesso rilasciata dalla Autorità anti.doping).

WAPI, ma sai almeno leggere ? Cosa ti pare che integri l’ art. 2.6.2, cioè quale tipo di violazione anti-doping, e da parte di chi ?

Ti do un aiutino… c’è scritto, papale papale, che il semplice possesso da parte di SUPPORT PERSON di sostanze proibite integra una sonora violazione anti-doping… (salvo specifica “TUE” o salvo gli esempi, da prendere con la massima cautela, di casi di emergenza / necessità).

Se il tuo personale (membri dello Staff) che va in giro con sostanze proibite NON ha “-TUE-” (esenzione rilasciata dalla Autorità anti-doping) non ha EMERGENZE, e nemmeno RAGIONI MEDICHE CON PRESCRIZIONI MEDICHE, resta solo la violazione prevista papale papale dal 2.6.2. .. prova a indovinare chi è il responsabile OGGETTIVO ? CHI E’ CHE VERRA’ IMPUTATO (-IMPUTATO-) E AVRA’ A SUO CARICO OGNI ONERE DELLA – DIFFICILISSIMA – PROVA A DISCOLPA ?

Prova a respirare, leggere con calma, magari ce la fai.

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Armonica (Guest) 25-02-2025 13:06

Quello subito da Sinner è stato un vero e proprio ricatto. O una squalifica eccessiva, più consona a casi di doping conclamato o a rifiuto di sottoporsi ai test, o patteggiamento. E qualcuno pensa che abbia avuto favoritismi…

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antoniov 25-02-2025 11:57

Scritto da Alice

Scritto da antoniov
Sono d’accordo con te che nel codice mondiale antidoping la responsabilità che rileva ai fini dell’applicazione della relativa sanzione sia quella dell’atleta per i fatti compiuti dal proprio staff.
Tuttavia, se dall’agire dello staff è sorta la positività dell’atleta va da sé che in via preliminare, prima di focalizzare l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta, occorra verificare se ci siano stati o meno comportamenti non consentiti dal suddetto codice da parte dello staff, nello specifico da parte di ex componenti dello staff di Jannik.
Purtroppo debbo dire che ciò non possa escludersi, alla luce delle notizie da noi conosciute (non ho il fascicolo d’ufficio sulla mia scrivania) e di quanto previsto dall’art. 2 intitolato: “Violazioni delle norme antidoping” che tra le varie ipotesi di violazione, all’art. 2.6.2 dispone testualmente (testo tradotto dall’inglese in italiano con qualche comprensibile imprecisione):
“Possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta in competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito, o possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta fuori competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito che è proibito fuori competizione in relazione ad un atleta, una competizione o un allenamento, a meno che la persona di supporto dell’atleta stabilisce che il possesso è coerente con una TUE concessa a un atleta in conformità con l’articolo 4.4 o altra giustificazione accettabile (13)”
Il possesso può essere coerente con una TUE (autorizzazione, da parte del Comitato Esenzioni a Fini Terapeutici (CEFT), ad assumere o a ricorrere a trattamenti medici a scopo terapeutico con farmaci contenenti principi attivi inclusi nella Lista WADA in vigore) concessa ad un atleta in conformità con l’art. 4.4 – che quindi non riguarda lo staff – oppure ALTRA CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE (13).
Nella nota 13 viene indicato: “Una giustificazione accettabile può includere, ad esempio, (a) un atleta o un medico della squadra che trasporta sostanze proibite o metodi proibiti per gestire situazioni di emergenza (ad esempio, un autoiniettore di epinefrina), o (b) un atleta in possesso di una sostanza o un metodo proibiti per ragioni terapeutiche poco prima di presentare domanda e ricevere una determinazione su una TUE”.
Se non si soddisfano le suddette ipotesi la responsabilità dello staff i sensi dell’art. 2.6.2 sussiste e pertanto resta da focalizzare l’attenzione sull’atleta (Sinner) e analizzare se sussista o meno una sua condotta che conduca alla violazione di norme antidoping.
Ebbene, dalla lettura delle disposizioni 2.1 e 2.2 e relativi sotto numeri di detto articolo 2, dovremmo dire di si, atteso che la violazione sarebbe sorta con la sola presenza di sostanze proibite nel suo corpo, indipendentemente dal dolo, dalla colpa, dalla negligenza o dall’uso consapevole.
Ecco perché si parla di responsabilità oggettiva o della cara quintessenza del codice antidoping, secondo il caro presidente di Wada !!!
Responsabilità oggettiva molto annacquata (spuria e non pura), aggiungo io, per le ragioni che preciserò da qui a poco.
Intanto precisiamo prima che la responsabilità oggettiva, proprio come recitano alcune disposizioni del suddetto art. 2 del codice antidoping e per come la si è elaborata giuridicamente a livello universale, esula dall’elemento psicologico del soggetto ritenuto responsabile (dolo o colpa) e consente quale unico rimedio liberatorio la dimostrazione che l’evento sia da attribuire al “caso fortuito” o alla “forza maggiore”.
Il “caso fortuito” è l’avvenimento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce d’improvviso nell’azione del soggetto (esempio: conducente di un veicolo che marciando nel rispetto del cds investe una persona che gli taglia istantaneamente la strada).
La “forza maggiore” è quella forza esterna che determina la persona a compiere un’azione cui questa non può opporsi (esempio: una scossa tellurica fa cadere un uomo da un’impalcatura mentre la sta sistemando e cadendo finisce addosso ad un passante uccidendolo).
In vero, le esimenti del caso fortuito o della forza maggiore non avrebbero consentito via di scampo a Sinner che invece il codice antidoping prevede, anche ai fini della graduazione della sanzione applicabile. Tanto è vero che l’art. 10.5 sancisce che l’atleta, DIMOSTRANDO NEL “SUO CASO INDIVIDUALE” di non avere “alcuna colpa o negligenza” va esente da sanzione e quindi da qualunque periodo di ineleggibilità (squalifica).
Ecco che la quintessenza si scioglie come neve al sole, in quanto il precetto condensato in alcune disposizioni dell’articolo 2 ( 2.1 e 2.2) non si traduce in sanzione evitabile solo in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore, bensì in sanzione evitabile con la dimostrazione che non c’è stata “alcuna colpa o negligenza”
Ecco come la responsabilità oggettiva o quintessenza del codice Wada (pura) si traduce in responsabilità oggettiva spuria (annacquata la definisco io).
Ne concludo che con tale codice vengono sostanzialmente configurate ipotesi di colpa presunta dell’atleta che possono essere superate dalla dimostrazione della ragionevole assenza di colpa.
Immedesimandomi nei legali di Sinner in qualche modo ne comprendo la prudenza profusa, ma sotto il profilo squisitamente giuridico, la prova richiesta a Sinner per superare vittoriosamente anche il giudizio dinanzi al Tas non mi pare fosse da ritenere una prova diabolica.
Quanto precede l’ho scritto spogliandomi dalle vesti di sostenitore di Sinner e mettendo da parte ogni forma di ironia. Ripeto ancora una volta che sarebbe auspicabile in una discussione costruttiva che ognuno facesse altrettanto, pur sapendo che qui il tessuto connettivo è quello che è.

Aggiungo solo un dettaglio, a proposito del possesso di sostanze vietate. In appendice al codice, sotto la voce “Possession”, si dice che è una violazione solo se “the Person has exclusive control or intends to exercise control over the Prohibited Substance (…) if the Person does not have exclusive control over the Prohibited Substance, constructive Possession shall only be found if the Person knew about the presence of the Prohibited Substance and intended to exercise control over it.”
E questo già esclude in partenza qualunque responsabilità di Sinner, che del Trofodermin (ammesso che si possa considerare proibito un prodotto da banco venduto in ogni farmacia) non sapeva né poteva sapere niente.
Ma in appendice ci sono anche altre cose interessanti sul possesso di sostanze proibite da parte dei membri dello staff. Sotto la voce “trafficking” si legge che non c’è violazione nel caso di “actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification.”
Non c’è dubbio che Naldi e Ferrara usassero il Trofodermin per scopi perfettamente legali e terapeutici, quindi anche per loro il codice esclude ogni responsabilità.
Insomma l’assoluzione al TAS era a portata di mano. Peccato, un’occasione persa! Resta ovviamente tutto il dispiacere per Jannik, che si trova senza alcuna colpa in una situazione tanto ingiusta quanto evitabile.:(

Alice, io ho preso a riferimento il codice antidoping mondiale, qui estrapolabile in lingua inglese:
https://www.wada-ama.org/sites/default/files/resources/files/2021_wada_code.pdf

Dopo di che, ritenendolo ancora applicabile al caso Sinner, l’ho integralmente tradotto in italiano, proprio per facilitare l’analisi e lo scambio di vedute.

Del possesso di sostanze proibite se ne occupa l’art. 2.6, di cui il 2.6.1 integrato dalla nota 12 è riferito al possesso di dette sostanze da parte dell’atleta e il 2.6.2 integrato dalla nota 13 è riferito sempre al possesso di dette sostanze da parte delle persone di supporto all’atleta.

Pertanto, il possesso dello spray Trofodermin imputato (contenente Clostebol: sostanza proibita) non l’ho certo riferito all’atleta Sinner, bensì al suo staff e conseguentemente nel mio precedente post n.113 ho riportato l’integrale traduzione in italiano dell’art. 2.6.2 e quanto esplicitato nella relativa nota 13.

Se ci fossero poi delle esenzioni per uso terapeutico ex art. 4.4 in coerenza con le disposizioni di una TUE, che consentissero l’uso di farmaci contenenti Clostebol, allora potremmo fare altre riflessioni, ma da quanto da me conosciuto e conoscibile, purtroppo ciò non risulta.

Può darsi che a me sia sfuggito qualcosa, pertanto, se tu rilevi altro indica, più che le frasi in inglese, i numeri precisi delle norme e delle eventuali relative note.

Ora, sino a quando non è stato raggiunto l’accordo tra Sinner e Wada (solo impropriamente definito patteggiamento dai non operatori di diritto) veniva sollevata da Wada l’accusa della responsabilità oggettiva di Sinner per le azioni del proprio staff dalla quale Sinner aveva l’onere di difendersi dinanzi al Tas dimostrando l’assenza di colpa e/o negligenza per andare esente da sanzioni in virtù dell’art. 10.5, già applicato da ITIA.

La strategia defensionale di Sinner come poteva essere potenzialmente articolata?
Probabilmente: in via principale sulla dimostrazione dell’assenza di colpa e/o negligenza del suo staff e solo in via subordinata sulla sua personale assenza di colpa e/o negligenza.

Pur ammettendo il mancato superamento della barriera in via principale, restava comunque una solidissima seconda barriera relativa all’assenza di colpa e/o negligenza di Jannik Sinner, a fronte di un’analisi complessiva di tutti gli elementi attinenti alla sua posizione e alla particolarità, anzi unicità del caso prospettatosi.

Per quanto concerne la definizione concettuale e le relative risultanze in punto di “responsabilità oggettiva” (l’inesistente quintessenza di Witold Banka, smentita anche dall’esistenza dell’art. 10.5) le elaborazioni del nostro diritto interno non sono dissimili da quelle estrapolabili all’estero dall’applicazione del diritto internazionale e da qualunque altro ordinamento giuridico a base democratica.

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Giorgione (Guest) 25-02-2025 11:34

Scritto da Marco Tullio Cicerone

Scritto da Giorgione

Scritto da Marco Tullio Cicerone

Scritto da Giorgione

Scritto da Pippoanzighi

Scritto da Giorgione

Scritto da andrewthefirst
la posizione di naldi e ferrara resta comunque una testimonianza processuale “compatibile con la verità”…che potrebbe essere tranquillamente di comodo, come molti pensano…

bravo, che a mio modo di vedere spiega la differenza tra verità fattuale e verità processuale. è possibile che nessun fan di sinner si chieda perché nessuno dei due abbia mai detto un’acca negli ultimi mesi? eppure, se le cose sono veramente andate come dicono, avrebbero potuto benissimo fare una dichiarazione pro veritate per rafforzare la posizione di sinner, per rispondere a qualche giornalista che sicuramente ha chiesto loro un parere sulla vicenda. e invece nulla, nessuna parola, un silenzio assordante. anzi, i due hanno sempre detto di essersi comportati correttamente e naldi avrebbe inoltre detto “Sono dispiaciuto come tutti, ma non posso dire altro perché purtroppo non è ancora finita. Spero, prima o poi, di poter raccontare anche io cosa è successo per dare un quadro generale” e poi “Voglio farlo perché, da come è stata interpretata questa vicenda dal grande pubblico, sembra che sia stata solo colpa mia”. dichiarazioni non proprio in linea con la sentenza a mio parere…

Già il fatto che non ci sia stata nessuna sentenza (s)qualifica l’intervento quotato. I fatti non sono stati contestati dalla WADA perché sono stati confermati dagli stessi esperti nominati dalla WADA, i quali hanno affermato che la contaminazione accidentale è l’unica spiegazione possibile, data la bassissima, per non dire nulla, concentrazione di clostebol. Gli esperti hanno escluso anche le microdosi, escludendo categoricamente qualsiasi ipotesi di doping: quindi ipotizzare una realtà diversa è, oltre che scorretto, del tutto sfornito di fondamento e si risolve in mere illazioni che non meritano di essere prese in considerazione.

Non hai capito il senso del mio post. Ovviamente, la mia è una semplice congettura, sia chiaro. Mettiamo per ipotesi che la verità processuale non corrisponda alla verità fattuale. Per essere più precisi, che il prodotto incriminato se lo sia dato direttamente sinner in perfetta buona fede, e non Naldi. Se così fosse, la squalifica sarebbe stata certa e inappellabile. Le cose sono andate così? La verità processuale ha stabilito di no. La verità fattuale però potrebbe essere un’altra. Dico solo che mi ha fatto specie che nessuno tra Naldi e Ferrara si sia assunto esplicitamente le colpe di quanto è successo o abbia fatto dichiarazioni pubbliche in questo senso. Dal mio virgolettato sembra che Naldi non abbia ancora detto tutto.

La verità processuale non sarà la Verità con la maiuscola ma dei punti fermi li può mettere: la quantità di sostanza, infinitesimale, trovata dalle analisi non è compatibile con l’applicazione diretta del prodotto da parte di Sinner. Altrimenti la stessa ITIA avrebbe avuto gioco facile a farlo notare e Sinner non sarebbe stato assolto in primo grado.
Ricordo che un atleta che prende una pillola, sciroppo, puntura o si applica uno spray, crema eccetera non può cavarsela dicendo: ma io non lo sapevo, me lo ha detto il dottore, perché sarebbe troppo comodo doparsi e dare la colpa a qualcun altro.
Tanto è vero che la stessa WADA non contesta la ricostruzione, definita attendibile, ma fa un ragionamento giuridico (per me errato ma non è importante nel discorso che faccio adesso) sul fatto che un atleta è responsabile per errori dello staff che portano a una contaminazione. Se le tue elucubrazioni non partono da lì, dalla quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo, sono parole al vento, insinuazioni senza fondamento alcuno. E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione. Il tuo discorso non regge né alla prova dei fatti acclarati né dal punto di vista logico.

ti sbagli. per il semplice fatto che naldi ha contaminato sinner perché aveva le mani sporche di trofodermin, ma le mani sporche di trofodermin le poteva avere pure sinner. senza contare il fatto che non hai nessuna prova per affermare che la “quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo”. in primis perché non sai di quanta sostanza stiamo parlando (parlo di quella sulle mani di chi ha massaggiato sinner, non di quella trovata in circolo) e in secundis non conosci l’entità delle ferite che aveva sinner, attraverso le quali è penetroato il clostebol. sulla domanda che poni alla fine “E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione” ti sei già risposto. se si fosse accertato che l’atleta si è autosomministrato il prodotto, la squalifica sarebbe stata certa e di almeno due anni. l’alternativa alla squalifica certa sarebbe stata quella di far credere all’itia che non l’atleta, ma il massaggiatore, ovviamente all’insaputa dell’atleta, abbia somministarto inavvertitamente il prodotto.

Il meccanismo proposto è stato dichiarato compatibile con la quantità di sostanza trovata non da parte mia ma da parte dell’ITIA e persino dalla WADA. IO non me ne intendo, anche se non ci vuole un esperto per capire che se lo spray se lo fosse dato nelle mani direttamente Sinner la quantità trovata sarebbe stata maggiore che attraverso una contaminazione accidentale, ma LORO SI. Puoi stare certo che se la quantità di sostanza trovata su Sinner fosse stata abbastanza elevata e compatibile con l’applicazione diretta dello spray la WADA, (e l’ITIA prima ancora) avrebbe contestato a Sinner il doping intenzionale. La tua ricostruzione fa sembrare Sinner talmente imprudente, mi applico uno spray senza guardare cosa è, da sfiorare il ridicolo. Ma sei prevenuto e nessun argomento logico fa breccia su di te.

“La tua ricostruzione fa sembrare Sinner talmente imprudente, mi applico uno spray senza guardare cosa è, da sfiorare il ridicolo”
questa frase è da incorniciare. perché non è ridicolo pensare che un chimico farmacista porti un farmaco dopante e lo dia al massaggiatore, il quale con le mani sporche dello stesso farmaco massaggia l’atleta? chi è l’imprudente qui? anzi, appunto perché sinner non può sapere certe cose, il principio attivo contenuto su un farmaco specifico, la sua imprudenza è di gran lunga più giustificata rispetto a quella di due professionisti, uno dei quali è chimico farmacista! se per te è ridicolo pensare che sinner possa essere stato così imprudente, non immagino che aggettivo tu possa usare per naldi e ferrara, due persone di gran lunga più competenti di sinner in merito ai farmaci

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wapi (Guest) 25-02-2025 10:24

Scritto da Luce nella notte

Ma figuriamoci… CI SONO TUTTI I DUBBI DEL MONDO !!!
Il codice WADA a pag 22 (giusto o sbagliato che sia) recita … ” exept under justifiable medical circumstances where that person – leggasi Ferrara – had a physician prescription…”
Ma il Ferrara NON AVEVA Physician prescription e allora NON POTEVA portare a spasso anabolizzanti per la cute (vesciche e abrasioni vengono risanate a razzo, illecitamente, con l’ anabolizzante Clostebol che il Ferrara portava impunemente a spasso per il mondo).
………………………………

Sbagliato, come sempre, anche con te mi sono stufato di scrivere sempre le stesse cose (con altri ho rinunciato da tempo…..)

NON SERVE NESSUN CERTIFICATO MEDICO per portarti in giro tutto quello che vuoi, per uso personale.
SERVE SOLO una “acceptable justification” che anche un cieco capisce che non viene riportata per motivi di riservatezza sulla salute di una persona che NON centra niente con il caso Sinner (Ferrara).

Quella che tu continui a citare, a sproposito, se sai leggere, è la nota 12 che dice che una “giustificazione accettabile” NON è avere una sostanza proibita per DARLA AD UN AMICO O PARENTE, senza certificato medico (è il caso del ciclismo di anni fa); peccato che tu ometti sempre “friend or relative” per spargere FALSITA’ varie……..

Non c’è alcun vincolo PER USO PROPRIO, salvo “la giustificazione accettabile”

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wapi (Guest) 25-02-2025 10:16

Scritto da Giorgione

ti sbagli. per il semplice fatto che naldi ha contaminato sinner perché aveva le mani sporche di trofodermin, ma le mani sporche di trofodermin le poteva avere pure sinner. senza contare il fatto che non hai nessuna prova per affermare che la “quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo”. in primis perché non sai di quanta sostanza stiamo parlando (parlo di quella sulle mani di chi ha massaggiato sinner, non di quella trovata in circolo) e in secundis non conosci l’entità delle ferite che aveva sinner, attraverso le quali è penetroato il clostebol. sulla domanda che poni alla fine “E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione” ti sei già risposto. se si fosse accertato che l’atleta si è autosomministrato il prodotto, la squalifica sarebbe stata certa e di almeno due anni. l’alternativa alla squalifica certa sarebbe stata quella di far credere all’itia che non l’atleta, ma il massaggiatore, ovviamente all’insaputa dell’atleta, abbia somministarto inavvertitamente il prodotto.

NON c’è il minimo dubbio che le quantità trovate a Sinner possono derivare SOLO da una contaminazione esterna
Evidentemente tu non conosci i lavori SCIENTIFICI sulla diffusione del Clostebol e parli tanto per parlare (come tanti altri)……
Te ne cito 2 che dimostrano, senza il minimo dubbio, che NON può essere applicazione volontaria

1) Sul sito di Wada, nella sezione “ricerche scientifiche”, è riportato l’abstract della ricerca: “Rilevamento di clostebol nello sport: doping accidentale ?” (notare il punto interrogativo)
E’ un lavoro del 2020 del dott. Xavier de la Torre (vice direttore laboratorio FMSI – Nado Italia – unico laboratorio italiano accreditato Wada)
Sono stati effettuati 3 esperimenti e verificati i risultati

Nel primo esperimento sono state fatte 3 applicazioni di 5 mg di Clostebol equivalente tramite Trofodermin sul braccio di un volontario.
Chi ha ricevuto l’applicazione è arrivato a un massimo di 32 ng/ml (32.000 pg/ml) per poi andare verso zero dopo 11 giorni
Chi ha applicato la crema a mani nude è arrivato ad un max di 20 ng/ml (20.000 pg/ml) per poi sparire dopo 5 giorni

Nel secondo esperimento c’è stata una sola autoapplicazione di 5 mg di Clostebol equivalente sul braccio
Poi una terza persona, un’ora dopo, è venuta a contatto per pochi secondi con il braccio
Chi si è autoapplicato la crema è arrivato al max di 8 ng/ml (8.000 pg/ml) che è andato scomparendo dopo circa 6 giorni
Chi è solo venuto a contatto è arrivato al max di 4 ng/ml (4.000 pg/ml) per poi tendere a zero dopo 2 giorni

Nel terzo esperimento un volontario si è autoapplicato 5 mg di Clostebol equivalente sulla mano e poi, 30 minuti dopo, ha stretto la mano ad altri 7 volontari
In 6 dei 7 volontari, 4-5 ore dopo, è stata rilevata la presenza di Clostebol fra 0,1 e 0,5 ng/ml ovvero fra 100 e 500 pg/ml

Ti ricordo che a Sinner sono stati trovati 76 e 86 pg/ml

2) E’ stata pubblicata (Science Direct – 4 dicembre 2024), una ricerca francese in cui si è simulato l’”incidente” dichiarato da Sinner per misurare il livello di Clostebol derivante.

Copio dall’abstract.
“Sono stati effettuati due esperimenti con raccolta delle urine tra le 8 e le 21 ore dopo un unico massaggio di 1 e 10 g di crema e dopo trasferimento tra 2 persone (soggetto massaggiato per 5 giorni consecutivi con olio di cocco da una persona che aveva utilizzato lo spray Trofodermin per curare un taglio).
“Le concentrazioni di M1 (NdR metabolita del clostebol) erano 0,52 ng/mL (trasferimento tra 2 persone), 1,02 ng/mL (massaggio con 1 g) e 9,83 ng/mL (massaggio con 10 g). Questi risultati dimostrano la possibilità di contaminazione degli atleti……..”

Quindi siamo, come minimo, a 520 pg/ml cioè MOLTO superiori ai livelli trovati a Sinner

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Luce nella notte 25-02-2025 08:47

Scritto da Alice

Scritto da antoniov
Sono d’accordo con te che nel codice mondiale antidoping la responsabilità che rileva ai fini dell’applicazione della relativa sanzione sia quella dell’atleta per i fatti compiuti dal proprio staff.
Tuttavia, se dall’agire dello staff è sorta la positività dell’atleta va da sé che in via preliminare, prima di focalizzare l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta, occorra verificare se ci siano stati o meno comportamenti non consentiti dal suddetto codice da parte dello staff, nello specifico da parte di ex componenti dello staff di Jannik.
Purtroppo debbo dire che ciò non possa escludersi, alla luce delle notizie da noi conosciute (non ho il fascicolo d’ufficio sulla mia scrivania) e di quanto previsto dall’art. 2 intitolato: “Violazioni delle norme antidoping” che tra le varie ipotesi di violazione, all’art. 2.6.2 dispone testualmente (testo tradotto dall’inglese in italiano con qualche comprensibile imprecisione):
“Possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta in competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito, o possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta fuori competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito che è proibito fuori competizione in relazione ad un atleta, una competizione o un allenamento, a meno che la persona di supporto dell’atleta stabilisce che il possesso è coerente con una TUE concessa a un atleta in conformità con l’articolo 4.4 o altra giustificazione accettabile (13)”
Il possesso può essere coerente con una TUE (autorizzazione, da parte del Comitato Esenzioni a Fini Terapeutici (CEFT), ad assumere o a ricorrere a trattamenti medici a scopo terapeutico con farmaci contenenti principi attivi inclusi nella Lista WADA in vigore) concessa ad un atleta in conformità con l’art. 4.4 – che quindi non riguarda lo staff – oppure ALTRA CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE (13).
Nella nota 13 viene indicato: “Una giustificazione accettabile può includere, ad esempio, (a) un atleta o un medico della squadra che trasporta sostanze proibite o metodi proibiti per gestire situazioni di emergenza (ad esempio, un autoiniettore di epinefrina), o (b) un atleta in possesso di una sostanza o un metodo proibiti per ragioni terapeutiche poco prima di presentare domanda e ricevere una determinazione su una TUE”.
Se non si soddisfano le suddette ipotesi la responsabilità dello staff i sensi dell’art. 2.6.2 sussiste e pertanto resta da focalizzare l’attenzione sull’atleta (Sinner) e analizzare se sussista o meno una sua condotta che conduca alla violazione di norme antidoping.
Ebbene, dalla lettura delle disposizioni 2.1 e 2.2 e relativi sotto numeri di detto articolo 2, dovremmo dire di si, atteso che la violazione sarebbe sorta con la sola presenza di sostanze proibite nel suo corpo, indipendentemente dal dolo, dalla colpa, dalla negligenza o dall’uso consapevole.
Ecco perché si parla di responsabilità oggettiva o della cara quintessenza del codice antidoping, secondo il caro presidente di Wada !!!
Responsabilità oggettiva molto annacquata (spuria e non pura), aggiungo io, per le ragioni che preciserò da qui a poco.
Intanto precisiamo prima che la responsabilità oggettiva, proprio come recitano alcune disposizioni del suddetto art. 2 del codice antidoping e per come la si è elaborata giuridicamente a livello universale, esula dall’elemento psicologico del soggetto ritenuto responsabile (dolo o colpa) e consente quale unico rimedio liberatorio la dimostrazione che l’evento sia da attribuire al “caso fortuito” o alla “forza maggiore”.
Il “caso fortuito” è l’avvenimento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce d’improvviso nell’azione del soggetto (esempio: conducente di un veicolo che marciando nel rispetto del cds investe una persona che gli taglia istantaneamente la strada).
La “forza maggiore” è quella forza esterna che determina la persona a compiere un’azione cui questa non può opporsi (esempio: una scossa tellurica fa cadere un uomo da un’impalcatura mentre la sta sistemando e cadendo finisce addosso ad un passante uccidendolo).
In vero, le esimenti del caso fortuito o della forza maggiore non avrebbero consentito via di scampo a Sinner che invece il codice antidoping prevede, anche ai fini della graduazione della sanzione applicabile. Tanto è vero che l’art. 10.5 sancisce che l’atleta, DIMOSTRANDO NEL “SUO CASO INDIVIDUALE” di non avere “alcuna colpa o negligenza” va esente da sanzione e quindi da qualunque periodo di ineleggibilità (squalifica).
Ecco che la quintessenza si scioglie come neve al sole, in quanto il precetto condensato in alcune disposizioni dell’articolo 2 ( 2.1 e 2.2) non si traduce in sanzione evitabile solo in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore, bensì in sanzione evitabile con la dimostrazione che non c’è stata “alcuna colpa o negligenza”
Ecco come la responsabilità oggettiva o quintessenza del codice Wada (pura) si traduce in responsabilità oggettiva spuria (annacquata la definisco io).
Ne concludo che con tale codice vengono sostanzialmente configurate ipotesi di colpa presunta dell’atleta che possono essere superate dalla dimostrazione della ragionevole assenza di colpa.
Immedesimandomi nei legali di Sinner in qualche modo ne comprendo la prudenza profusa, ma sotto il profilo squisitamente giuridico, la prova richiesta a Sinner per superare vittoriosamente anche il giudizio dinanzi al Tas non mi pare fosse da ritenere una prova diabolica.
Quanto precede l’ho scritto spogliandomi dalle vesti di sostenitore di Sinner e mettendo da parte ogni forma di ironia. Ripeto ancora una volta che sarebbe auspicabile in una discussione costruttiva che ognuno facesse altrettanto, pur sapendo che qui il tessuto connettivo è quello che è.

Aggiungo solo un dettaglio, a proposito del possesso di sostanze vietate. In appendice al codice, sotto la voce “Possession”, si dice che configura una violazione solo se “the Person has exclusive control or intends to exercise control over the Prohibited Substance (…) if the Person does not have exclusive control over the Prohibited Substance, constructive Possession shall only be found if the Person knew about the presence of the Prohibited Substance and intended to exercise control over it.”
E questo già esclude in partenza qualunque responsabilità di Sinner, che del Trofodermin (ammesso che si possa considerare proibito un prodotto da banco venduto in ogni farmacia) non sapeva né poteva sapere niente.
Ma in appendice ci sono anche altre cose interessanti sul possesso di sostanze proibite da parte dei membri dello staff. Sotto la voce “trafficking” si legge che non c’è violazione nel caso di “actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification.”
Non c’è dubbio che Naldi e Ferrara usassero il Trofodermin per scopi perfettamente legali e terapeutici, quindi anche per loro il codice esclude ogni responsabilità.
Insomma l’assoluzione al TAS era a portata di mano. Peccato, un’occasione persa! Resta ovviamente tutto il dispiacere per Jannik, che si trova senza alcuna colpa in una situazione tanto ingiusta quanto evitabile.:(

Ma figuriamoci… CI SONO TUTTI I DUBBI DEL MONDO !!!
Il codice WADA a pag 22 (giusto o sbagliato che sia) recita … ” exept under justifiable medical circumstances where that person – leggasi Ferrara – had a physician prescription…”
Ma il Ferrara NON AVEVA Physician prescription e allora NON POTEVA portare a spasso anabolizzanti per la cute (vesciche e abrasioni vengono risanate a razzo, illecitamente, con l’ anabolizzante Clostebol che il Ferrara portava impunemente a spasso per il mondo).
Le pare possibile che il super esperto laureato passa anabolizzanti (per la cute) al massaggiatore dicendogli “ATTENTO E’ DOPING” !!!
Le pare possibile che il super-esperto massaggiaore NON SENTE UN AVVERTIMENTO DEL GENERE…
Le pare possibile che il Ferrara OMETTE, EVITA di chiedere al massaggiatore HAI CAPITO CHE E’ DOPING ? TI RICORDI COSA DEVI FARE QUANDO MANEGGI DOPING ???
Le pare possibile che il super-esperto massaggiatore tratta i piedi piagati dell’ atleta RIPETUTAMENTE CON LE MANI SPORCHE, SENZA NEMMENO LAVARLE…

Allora o si vuole credere a BABBO NATALE, oppure qui ci sono, come ci sono, TUTTI I DUBBI DEL MONDO !!!

Benissimo hanno fatto gli avvocati ad accettare i tre mesi perché la “massima cautela” uscita dal primo grado si poteva sgretolare in secondo grado, stanti anche TUTTI I DUBBI DEL MONDO su queste FAVOLE !

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Alice (Guest) 25-02-2025 08:03

Scritto da Luce nella notte

Scritto da pingomobile
@ Luce nella notte (#4324855)
Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.
Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

No evidence to support any other scenario… conferma che ci sono altri scenari possibili.
Tra l’ altro non trovo in quale Punto della sentenza viene (verrebbe) affermato ció ?
P.to 76… (settantasei) invece:
Mr Ferrara FAILED to ensure that his Trofodermin did not come into contact with the Player…
E giá qui scattano i due anni di sanzione per l’ atleta (che è responsabile dei comportamenti dei membri, cosa ribadita ovunque nel codice WADA).
A ben guardare la semplice presenza di sostanze dopanti nell’ entourage fa giá scattare i due anni di sanzione (meno le attenuanti che l’ atleta deve dimostrare… e non è mai facile, nemmeno in questo caso).
Interessante anche pag.22 in basso del codice WADA… “exept under justifiable medical circumstances where that Person (dicasi Ferrara) had a Physician prescription”.
Di “prescrizione medica”, per avere anabolizzanti al seguito, il Ferrara non fornisce la benché minima indicazione: non c’era la obbligatoria prescrizione medica.
E siamo sempre li’: due anni per l’ atleta ammenoché (10.5) riesca a dimostrare di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire “tout court” la presenza di sostanze tra il proprio entourage.
Le pare possibile che il laureato scienze farmaceutiche passa sostanze Doping al massaggiatore dicendo “attento è Doping”… ?
Le pare possibile che non chieda subito… hai capito che è Doping ? Ti ricordi cosa DEVI fare se maneggi Doping ?
Le pare possibile che il massaggiatore non sente un avvertimento del genere ?
Dopo che Sinner gli aveva chiesto “hai messo qualcosa sulla ferita ?”: le pare possibile che il massaggiatore nulla dice di essersi messo “qualcosa” ?
Le pare possibile che un massaggiatore professionista mette le mani sui piedi piagati… sporche, senza nemmeno lavarle ?
Queste ed altre incongruenze sono evidenziate nella sentenza di primo grado , punti 89, 105, 106, 107, … e potevano tranquillamente essere rivalutate in secondo grado… non lo sapremo mai, ma la mia impressione, stanti le norme, è che gli avvocati sono stati in gambissima a chiuderla cosi’, con tre mesi di squalifica, perchè decine di casi simili sono state punite con un anno, e piu’, e proprio questo poteva succedere.

No, mi spiace: “no evidence to support any other scenario” non vuol dire che ne sono possibili altri, vuol dire che è l’unico possibile in base alle prove. Si trova al punto 65 della sentenza.
Definire dopante il Trofodermin, che è un normale cicatrizzante senza alcun effetto sulle prestazioni atletiche (basta consultare il bugiardino) fa ridere. Tra l’altro non si capisce che autorizzazione o prescrizione medica dovesse avere Ferrara, dato che si compra senza ricetta in qualsiasi farmacia.
Né si capisce perché, quando Sinner gli ha chiesto se si fosse messo qualcosa sul dito, il massaggiatore doveva rispondere sì se in quel momento non si era messo nulla. Ma anche se si fosse messo qualcosa, in che modo Sinner ne sarebbe responsabile? Il farmaco non è stato usato su di lui e l’atleta non è tenuto a controllare come si curano i membri dello staff.
Qui sta tutta l’assurdità della sanzione, inflitta sulla base di un principio che estende la responsabilità dell’atleta alla sfera privata altrui. E, sia chiaro, questo nel codice assolutamente NON c’è.
E’ una sanzione campata in aria, un vero e proprio abuso che i legali di Sinner hanno avallato mentre l’atleta, giustamente, non ne voleva sapere. Altro che avvocati in gambissima a chiudere con una squalifica (che non ci doveva essere)!

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Alice (Guest) 25-02-2025 08:02

Scritto da antoniov
Sono d’accordo con te che nel codice mondiale antidoping la responsabilità che rileva ai fini dell’applicazione della relativa sanzione sia quella dell’atleta per i fatti compiuti dal proprio staff.
Tuttavia, se dall’agire dello staff è sorta la positività dell’atleta va da sé che in via preliminare, prima di focalizzare l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta, occorra verificare se ci siano stati o meno comportamenti non consentiti dal suddetto codice da parte dello staff, nello specifico da parte di ex componenti dello staff di Jannik.
Purtroppo debbo dire che ciò non possa escludersi, alla luce delle notizie da noi conosciute (non ho il fascicolo d’ufficio sulla mia scrivania) e di quanto previsto dall’art. 2 intitolato: “Violazioni delle norme antidoping” che tra le varie ipotesi di violazione, all’art. 2.6.2 dispone testualmente (testo tradotto dall’inglese in italiano con qualche comprensibile imprecisione):
“Possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta in competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito, o possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta fuori competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito che è proibito fuori competizione in relazione ad un atleta, una competizione o un allenamento, a meno che la persona di supporto dell’atleta stabilisce che il possesso è coerente con una TUE concessa a un atleta in conformità con l’articolo 4.4 o altra giustificazione accettabile (13)”
Il possesso può essere coerente con una TUE (autorizzazione, da parte del Comitato Esenzioni a Fini Terapeutici (CEFT), ad assumere o a ricorrere a trattamenti medici a scopo terapeutico con farmaci contenenti principi attivi inclusi nella Lista WADA in vigore) concessa ad un atleta in conformità con l’art. 4.4 – che quindi non riguarda lo staff – oppure ALTRA CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE (13).
Nella nota 13 viene indicato: “Una giustificazione accettabile può includere, ad esempio, (a) un atleta o un medico della squadra che trasporta sostanze proibite o metodi proibiti per gestire situazioni di emergenza (ad esempio, un autoiniettore di epinefrina), o (b) un atleta in possesso di una sostanza o un metodo proibiti per ragioni terapeutiche poco prima di presentare domanda e ricevere una determinazione su una TUE”.
Se non si soddisfano le suddette ipotesi la responsabilità dello staff i sensi dell’art. 2.6.2 sussiste e pertanto resta da focalizzare l’attenzione sull’atleta (Sinner) e analizzare se sussista o meno una sua condotta che conduca alla violazione di norme antidoping.
Ebbene, dalla lettura delle disposizioni 2.1 e 2.2 e relativi sotto numeri di detto articolo 2, dovremmo dire di si, atteso che la violazione sarebbe sorta con la sola presenza di sostanze proibite nel suo corpo, indipendentemente dal dolo, dalla colpa, dalla negligenza o dall’uso consapevole.
Ecco perché si parla di responsabilità oggettiva o della cara quintessenza del codice antidoping, secondo il caro presidente di Wada !!!
Responsabilità oggettiva molto annacquata (spuria e non pura), aggiungo io, per le ragioni che preciserò da qui a poco.
Intanto precisiamo prima che la responsabilità oggettiva, proprio come recitano alcune disposizioni del suddetto art. 2 del codice antidoping e per come la si è elaborata giuridicamente a livello universale, esula dall’elemento psicologico del soggetto ritenuto responsabile (dolo o colpa) e consente quale unico rimedio liberatorio la dimostrazione che l’evento sia da attribuire al “caso fortuito” o alla “forza maggiore”.
Il “caso fortuito” è l’avvenimento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce d’improvviso nell’azione del soggetto (esempio: conducente di un veicolo che marciando nel rispetto del cds investe una persona che gli taglia istantaneamente la strada).
La “forza maggiore” è quella forza esterna che determina la persona a compiere un’azione cui questa non può opporsi (esempio: una scossa tellurica fa cadere un uomo da un’impalcatura mentre la sta sistemando e cadendo finisce addosso ad un passante uccidendolo).
In vero, le esimenti del caso fortuito o della forza maggiore non avrebbero consentito via di scampo a Sinner che invece il codice antidoping prevede, anche ai fini della graduazione della sanzione applicabile. Tanto è vero che l’art. 10.5 sancisce che l’atleta, DIMOSTRANDO NEL “SUO CASO INDIVIDUALE” di non avere “alcuna colpa o negligenza” va esente da sanzione e quindi da qualunque periodo di ineleggibilità (squalifica).
Ecco che la quintessenza si scioglie come neve al sole, in quanto il precetto condensato in alcune disposizioni dell’articolo 2 ( 2.1 e 2.2) non si traduce in sanzione evitabile solo in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore, bensì in sanzione evitabile con la dimostrazione che non c’è stata “alcuna colpa o negligenza”
Ecco come la responsabilità oggettiva o quintessenza del codice Wada (pura) si traduce in responsabilità oggettiva spuria (annacquata la definisco io).
Ne concludo che con tale codice vengono sostanzialmente configurate ipotesi di colpa presunta dell’atleta che possono essere superate dalla dimostrazione della ragionevole assenza di colpa.
Immedesimandomi nei legali di Sinner in qualche modo ne comprendo la prudenza profusa, ma sotto il profilo squisitamente giuridico, la prova richiesta a Sinner per superare vittoriosamente anche il giudizio dinanzi al Tas non mi pare fosse da ritenere una prova diabolica.
Quanto precede l’ho scritto spogliandomi dalle vesti di sostenitore di Sinner e mettendo da parte ogni forma di ironia. Ripeto ancora una volta che sarebbe auspicabile in una discussione costruttiva che ognuno facesse altrettanto, pur sapendo che qui il tessuto connettivo è quello che è.

Aggiungo solo un dettaglio, a proposito del possesso di sostanze vietate. In appendice al codice, sotto la voce “Possession”, si dice che è una violazione solo se “the Person has exclusive control or intends to exercise control over the Prohibited Substance (…) if the Person does not have exclusive control over the Prohibited Substance, constructive Possession shall only be found if the Person knew about the presence of the Prohibited Substance and intended to exercise control over it.”
E questo già esclude in partenza qualunque responsabilità di Sinner, che del Trofodermin (ammesso che si possa considerare proibito un prodotto da banco venduto in ogni farmacia) non sapeva né poteva sapere niente.
Ma in appendice ci sono anche altre cose interessanti sul possesso di sostanze proibite da parte dei membri dello staff. Sotto la voce “trafficking” si legge che non c’è violazione nel caso di “actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification.”
Non c’è dubbio che Naldi e Ferrara usassero il Trofodermin per scopi perfettamente legali e terapeutici, quindi anche per loro il codice esclude ogni responsabilità.
Insomma l’assoluzione al TAS era a portata di mano. Peccato, un’occasione persa! Resta ovviamente tutto il dispiacere per Jannik, che si trova senza alcuna colpa in una situazione tanto ingiusta quanto evitabile.:(

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Luce nella notte 25-02-2025 07:45

Scritto da antoniov

Scritto da Luce nella notte

Scritto da pingomobile
@ Luce nella notte (#4324855)
Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.
Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

No evidence to support any other scenario… conferma che ci sono altri scenari possibili.
Tra l’ altro non trovo in quale Punto della sentenza viene (verrebbe) affermato ció ?
P.to 76… (settantasei) invece:
Mr Ferrara FAILED to ensure that his Trofodermin did not come into contact with the Player…
E giá qui scattano i due anni di sanzione per l’ atleta (che è responsabile dei comportamenti dei membri, cosa ribadita ovunque nel codice WADA).
A ben guardare la semplice presenza di sostanze dopanti nell’ entourage fa giá scattare i due anni di sanzione (meno le attenuanti che l’ atleta deve dimostrare… e non è mai facile, nemmeno in questo caso).
Interessante anche pag.22 in basso del codice WADA… “exept under justifiable medical circumstances where that Person (dicasi Ferrara) had a Physician prescription”.
Di “prescrizione medica”, per avere anabolizzanti al seguito, il Ferrara non fornisce la benché minima indicazione: non c’era la obbligatoria prescrizione medica.
E siamo sempre li’: due anni per l’ atleta ammenoché (10.5) riesca a dimostrare di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire “tout court” la presenza di sostanze tra il proprio entourage.
Le pare possibile che il laureato scienze farmaceutiche passa sostanze Doping al massaggiatore dicendo “attento è Doping”… ?
Le pare possibile che non chieda subito… hai capito che è Doping ? Ti ricordi cosa DEVI fare se maneggi Doping ?
Le pare possibile che il massaggiatore non sente un avvertimento del genere ?
Dopo che Sinner gli aveva chiesto “hai messo qualcosa sulla ferita ?”: le pare possibile che il massaggiatore nulla dice di essersi messo “qualcosa” ?
Le pare possibile che un massaggiatore professionista mette le mani sui piedi piagati… sporche, senza nemmeno lavarle ?
Queste ed altre incongruenze sono evidenziate nella sentenza di primo grado , punti 89, 105, 106, 107, … e potevano tranquillamente essere rivalutate in secondo grado… non lo sapremo mai, ma la mia impressione, stanti le norme, è che gli avvocati sono stati in gambissima a chiuderla cosi’, con tre mesi di squalifica, perchè decine di casi simili sono state punite con un anno, e piu’, e proprio questo poteva succedere.

Come avrà notato, io non contesto tutto quello che lei scrive ed osserva, ma non concordo sul fatto che per l’applicazione dell’art. 10.5 del codice antidoping occorra fornire la dimostrazione, come da lei testualmente riportato “di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire …. (omissis) …”, bensì, secondo mia lunga esperienza anche se non nell’antidoping: la dimostrazione di aver adottato ogni logica e ragionevole precauzione per impedire … ecc. ecc. … (sennò tenderemmo a spingerci verso la dimostrazione del caso fortuito che è distante da quella necessaria per soddisfare la mancanza di colpa e/o di negligenza (che poi la colpa comprende anche la negligenza).
Sotto tale profilo, sia le difese delle parti in contraddittorio che l’autorità giudicante non potrebbero non attenersi a tutti i fatti rilevanti del caso concreto oggetto di decisione che difficilmente potrebbe risultare “eguale” ad altro caso precedentemente deciso.
Ecco perché la giurisprudenza pregressa è importante, ma sino ad un certo punto.
Ed ecco perché, a fronte di nuovi dirompenti casi che si prospettano, anche la Suprema Corte di Cassazione, quale giudice di legittimità, può modificare i propri orientamenti introducendo nuovi principi di diritto cui sono tenuti ad attenersi quei giudici di merito ai quali vengono rinviate le soluzioni per decidere nel merito le relative controversie.
Con questo non voglio dire che il Tas avrebbe certamente assolto Sinner; sia ben chiaro; soprattutto per i rischi connessi a ragioni di carattere politico più che di ordine giuridico.

Nel sistema anglosassone è più importante la precedente giurisprudenza rispetto ai sistemi “romani” e dei principi che segue la Cassazione italiana se ne interessano…
Tra l’ altro c’è una altra differenza di fondo tra questi due “mondi” e cioè la maggiore responsabilità dell’ individuo, in generale, rispetto alle proprie condotte (e dei propri collaboratori) e una nettamente minore propensione nel mondo anglosassone a imputare la “colpa alla società” se qualcosa va storto, o “agli altri”, come magari è più propenso o incline a fare il sistema giuridico “romano” e la filosofia di fondo sottostante.

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Alice (Guest) 25-02-2025 07:44

Scritto da wapi

Scritto da Pippoanzighi
…………………….
Jannik non poteva fare nulla di più di quello che ha fatto per impedire la contaminazione, pertanto non ha alcuna colpa né negligenza, e addebitare allo stesso dei diversi e superiori standard di prudenza equivale a richiedere un comportamento sostanzialmente inesigibile.

Sbagliato, come al solito.
La colpa soggettiva di Sinner è aver assunto un incompetente sul doping e non averlo obbligato a formarsi
Vedi post di prima, anche con esempio su sicurezza sul lavoro che è un ambito assai simile a questo.
PS. Mi sono stufato di spiegarti che la colpa di Sinner deriva dal fatto che la contaminazione è stata provocata all’INTERNO del suo staff. Il cane di Palomino e il dogsitter non fano parte del suo staff, idem Paoletti, idem Gasquet, idem Bortolotti e altri 100 casi analoghi di assoluzione piena per contaminazione ESTERNA allo staff.

Ancora con questa storia della colpa soggettiva di Sinner! Scusami, ma tu quando assumi qualcuno come fai a fare una buona scelta? Ovviamente esaminando la storia lavorativa, il curriculum e i titoli della persona. Altro al momento non puoi fare, e certo non puoi sapere se questa persona ti combinerà un guaio in futuro. La chiaroveggenza non è richiesta, nemmeno a Sinner.
Quanto alla distinzione di lana caprina tra staff e non staff…neanche la madre della Errani faceva tecnicamente parte dello staff, eppure è stata considerata tale. In base alla stessa logica nulla vietava di trattare il dogsitter (non il cane, sarebbe stato troppo) come membro dello staff, a maggior ragione perché stipendiato dal calciatore.
Questa logica aberrante non è stata applicata perché, per fortuna, qualcuno con un po’ di sale in zucca ancora c’è.

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Alice (Guest) 25-02-2025 07:35

Scritto da wapi

Scritto da LET… SECOND SERVICE
……………………………….
Tennisti e appassionati sono concordi sul fatto che gli organi preposti debbano perseguire chi “volutamente altera le proprie prestazioni al fine di ottenere un indebito vantaggio nei confronti dei propri colleghi”?
……………………………………….

Il problema è proprio che la stragrande maggioranza dei tifosi sfegatati (italiani) e dei commentatori improvvisati (anche non italiani) NON hanno ancora capito COS’E’ il DOPING.
Eppure è semplice: è sufficiente leggere l’art 1 dell’UNICA regola mondiale in materia di antidoping, immutata da più di 20 anni nei principi generali e fatta propria dalla Convenzione Unesco del 2025, sottoscritta da 192 Stati membri Onu: il codice Wada.
“Articolo 1. DEFINIZIONE DI DOPING
Il doping è definito come il verificarsi di una o più violazioni delle norme antidoping stabilite dall’articolo 2.1 all’articolo 2.11 del Codice.”
Il PRIMO e il più importante degli 11 articoli.
“Articolo 2.1. PRESENZA di una sostanza proibita o dei suoi metaboliti o marcatori nel campione di un atleta
2.1.1 È dovere personale degli atleti assicurarsi che nessuna sostanza proibita entri nei loro corpi. Gli atleti sono responsabili di qualsiasi sostanza proibita o dei suoi metaboliti o marcatori trovati presenti nei loro campioni. Di conseguenza, non è necessario che siano dimostrati l’intenzione, la colpa, la negligenza o l’uso consapevole da parte dell’atleta per stabilire una violazione delle norme antidoping ai sensi dell’art 2.1.”
Sinner ha sempre ammesso la violazione del Codice per la “responsabilità oggettiva” della presenza della sostanza proibita nei campioni.
L’unico fatto in discussione, da SEMPRE, è la sanzione applicabile per questa violazione; in NESSUN caso, il Codice prevede una sanzione per “responsabilità oggettiva” tanto è vero che esiste la possibilità che la violazione non sia sanzionata in caso di “nessuna colpa” – banalmente, significa che negli altri casi c’è colpa……

Io pensavo che il doping fosse l’uso fraudolento di sostanze e sistemi illeciti volti a migliorare le prestazioni agonistiche, adesso invece scopro che il doping è quello che vuole la Wada e la semplice presenza casuale di determinate sostanze, anche in quantità che non migliorano nulla, è doping.
Fa davvero specie leggere certe cose da parte di un’agenzia che ha tanto potere sulla vita delle persone, e che dovrebbe combattere il doping ma dimostra chiaramente di non conoscerlo.
Poi accade ciò che è accaduto a Sinner e un atleta modello, assolutamente innocente, viene gettato nel tritacarne di norme insensate. Vabbe’.

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Alice (Guest) 25-02-2025 07:23

Scritto da Ertoe

Scritto da Pippoanzighi
Sono sempre più convinto che Jannik sarebbe stato assolto. Dire: “chissà cosa avrebbero potuto decidere quei 3 giudici” è purtroppo la verità, ma non serve certo un avvocato da parcelle a sei zeri….
Mi sono riletto la sentenza del TAS sul caso Palomino. Consiglio la lettura a tutti, tra l’altro la sentenza è redatta in italiano ed è facilmente reperibile in rete. Il TAS afferma che l’ex giocatore dell’Atalanta, contaminato tramite un contatto col suo cane, che era stato curato con un farmaco veterinario contente clostebol, ha usato la “massima cautela” possibile, e pertanto non è stata ravvisata alcuna colpa o negligenza. Il TAS è chiaro nel definire il concetto di massima cautela: è il comportamento che ci si può aspettare dall’uomo medio. Nella specie il medico sociale aveva testimoniato di non essere al corrente che ci si potesse contaminare tramite un contatto con un cane, e tanto meno con un altro essere umano. Pertanto il TAS ha così argomentato: se un medico sportivo così esperto non aveva idea che il clostebol si trasmettesse così facilmente da un essere ad un altro per contatto, certamente non era esigibile un comportamento diverso da parte dell’atleta, che difatti è stato assolto. Niente responsabilità oggettiva, quello che conta ai fini della squalifica è la responsabilità diretta dell’atleta. Purtroppo molti confondono la responsabilità oggettiva relativa alla violazione delle norme antidoping (si risponde oggettivamente, per il solo fatto che la sostanza proibita è stata trovata nel tuo corpo), ma non esiste la responsabilità oggettiva (né del team né di nessun altro, ma solo la responsabilità per colpa dell’atleta) nella applicazione della sanzione.

Ti confondi la differenza tra un cane e uno staff di un giocatore. Sinner cmq poteva ingaggiare te e gli avrebbero dato un premio al posto dei tre mesi…

Che c’entra? Il modo in cui è avvenuta la contaminazione è identico, contatto indiretto. Il fatto che in un caso sia stato il cane e nell’altro un membro dello staff non cambia la sostanza né l’assoluta non colpevolezza degli atleti. E tra l’altro la quantità riscontrata in Palomino era molto più elevata!
Che il suo caso si sia concluso con l’assoluzione mentre a Sinner viene inflitta una sospensione di tre mesi (giunta dopo essere stato già assolto) non ha senso.

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Alex77 (Guest) 24-02-2025 20:37

Scritto da Tennisforever2
@ Alex77 (#4325097)
Noiosa… mi dispiace per te, ma la Signora e’ la miglior penna che scrive qui. Poco, ma sicuro.

Parole, parole, parole…

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Marco Tullio Cicerone 24-02-2025 19:58

Scritto da Giorgione

Scritto da Marco Tullio Cicerone

Scritto da Giorgione

Scritto da Pippoanzighi

Scritto da Giorgione

Scritto da andrewthefirst
la posizione di naldi e ferrara resta comunque una testimonianza processuale “compatibile con la verità”…che potrebbe essere tranquillamente di comodo, come molti pensano…

bravo, che a mio modo di vedere spiega la differenza tra verità fattuale e verità processuale. è possibile che nessun fan di sinner si chieda perché nessuno dei due abbia mai detto un’acca negli ultimi mesi? eppure, se le cose sono veramente andate come dicono, avrebbero potuto benissimo fare una dichiarazione pro veritate per rafforzare la posizione di sinner, per rispondere a qualche giornalista che sicuramente ha chiesto loro un parere sulla vicenda. e invece nulla, nessuna parola, un silenzio assordante. anzi, i due hanno sempre detto di essersi comportati correttamente e naldi avrebbe inoltre detto “Sono dispiaciuto come tutti, ma non posso dire altro perché purtroppo non è ancora finita. Spero, prima o poi, di poter raccontare anche io cosa è successo per dare un quadro generale” e poi “Voglio farlo perché, da come è stata interpretata questa vicenda dal grande pubblico, sembra che sia stata solo colpa mia”. dichiarazioni non proprio in linea con la sentenza a mio parere…

Già il fatto che non ci sia stata nessuna sentenza (s)qualifica l’intervento quotato. I fatti non sono stati contestati dalla WADA perché sono stati confermati dagli stessi esperti nominati dalla WADA, i quali hanno affermato che la contaminazione accidentale è l’unica spiegazione possibile, data la bassissima, per non dire nulla, concentrazione di clostebol. Gli esperti hanno escluso anche le microdosi, escludendo categoricamente qualsiasi ipotesi di doping: quindi ipotizzare una realtà diversa è, oltre che scorretto, del tutto sfornito di fondamento e si risolve in mere illazioni che non meritano di essere prese in considerazione.

Non hai capito il senso del mio post. Ovviamente, la mia è una semplice congettura, sia chiaro. Mettiamo per ipotesi che la verità processuale non corrisponda alla verità fattuale. Per essere più precisi, che il prodotto incriminato se lo sia dato direttamente sinner in perfetta buona fede, e non Naldi. Se così fosse, la squalifica sarebbe stata certa e inappellabile. Le cose sono andate così? La verità processuale ha stabilito di no. La verità fattuale però potrebbe essere un’altra. Dico solo che mi ha fatto specie che nessuno tra Naldi e Ferrara si sia assunto esplicitamente le colpe di quanto è successo o abbia fatto dichiarazioni pubbliche in questo senso. Dal mio virgolettato sembra che Naldi non abbia ancora detto tutto.

La verità processuale non sarà la Verità con la maiuscola ma dei punti fermi li può mettere: la quantità di sostanza, infinitesimale, trovata dalle analisi non è compatibile con l’applicazione diretta del prodotto da parte di Sinner. Altrimenti la stessa ITIA avrebbe avuto gioco facile a farlo notare e Sinner non sarebbe stato assolto in primo grado.
Ricordo che un atleta che prende una pillola, sciroppo, puntura o si applica uno spray, crema eccetera non può cavarsela dicendo: ma io non lo sapevo, me lo ha detto il dottore, perché sarebbe troppo comodo doparsi e dare la colpa a qualcun altro.
Tanto è vero che la stessa WADA non contesta la ricostruzione, definita attendibile, ma fa un ragionamento giuridico (per me errato ma non è importante nel discorso che faccio adesso) sul fatto che un atleta è responsabile per errori dello staff che portano a una contaminazione. Se le tue elucubrazioni non partono da lì, dalla quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo, sono parole al vento, insinuazioni senza fondamento alcuno. E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione. Il tuo discorso non regge né alla prova dei fatti acclarati né dal punto di vista logico.

ti sbagli. per il semplice fatto che naldi ha contaminato sinner perché aveva le mani sporche di trofodermin, ma le mani sporche di trofodermin le poteva avere pure sinner. senza contare il fatto che non hai nessuna prova per affermare che la “quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo”. in primis perché non sai di quanta sostanza stiamo parlando (parlo di quella sulle mani di chi ha massaggiato sinner, non di quella trovata in circolo) e in secundis non conosci l’entità delle ferite che aveva sinner, attraverso le quali è penetroato il clostebol. sulla domanda che poni alla fine “E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione” ti sei già risposto. se si fosse accertato che l’atleta si è autosomministrato il prodotto, la squalifica sarebbe stata certa e di almeno due anni. l’alternativa alla squalifica certa sarebbe stata quella di far credere all’itia che non l’atleta, ma il massaggiatore, ovviamente all’insaputa dell’atleta, abbia somministarto inavvertitamente il prodotto.

Il meccanismo proposto è stato dichiarato compatibile con la quantità di sostanza trovata non da parte mia ma da parte dell’ITIA e persino dalla WADA. IO non me ne intendo, anche se non ci vuole un esperto per capire che se lo spray se lo fosse dato nelle mani direttamente Sinner la quantità trovata sarebbe stata maggiore che attraverso una contaminazione accidentale, ma LORO SI. Puoi stare certo che se la quantità di sostanza trovata su Sinner fosse stata abbastanza elevata e compatibile con l’applicazione diretta dello spray la WADA, (e l’ITIA prima ancora) avrebbe contestato a Sinner il doping intenzionale. La tua ricostruzione fa sembrare Sinner talmente imprudente, mi applico uno spray senza guardare cosa è, da sfiorare il ridicolo. Ma sei prevenuto e nessun argomento logico fa breccia su di te.

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antoniov 24-02-2025 19:40

Scritto da Luce nella notte

Scritto da pingomobile
@ Luce nella notte (#4324855)
Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.
Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

No evidence to support any other scenario… conferma che ci sono altri scenari possibili.
Tra l’ altro non trovo in quale Punto della sentenza viene (verrebbe) affermato ció ?
P.to 76… (settantasei) invece:
Mr Ferrara FAILED to ensure that his Trofodermin did not come into contact with the Player…
E giá qui scattano i due anni di sanzione per l’ atleta (che è responsabile dei comportamenti dei membri, cosa ribadita ovunque nel codice WADA).
A ben guardare la semplice presenza di sostanze dopanti nell’ entourage fa giá scattare i due anni di sanzione (meno le attenuanti che l’ atleta deve dimostrare… e non è mai facile, nemmeno in questo caso).
Interessante anche pag.22 in basso del codice WADA… “exept under justifiable medical circumstances where that Person (dicasi Ferrara) had a Physician prescription”.
Di “prescrizione medica”, per avere anabolizzanti al seguito, il Ferrara non fornisce la benché minima indicazione: non c’era la obbligatoria prescrizione medica.
E siamo sempre li’: due anni per l’ atleta ammenoché (10.5) riesca a dimostrare di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire “tout court” la presenza di sostanze tra il proprio entourage.
Le pare possibile che il laureato scienze farmaceutiche passa sostanze Doping al massaggiatore dicendo “attento è Doping”… ?
Le pare possibile che non chieda subito… hai capito che è Doping ? Ti ricordi cosa DEVI fare se maneggi Doping ?
Le pare possibile che il massaggiatore non sente un avvertimento del genere ?
Dopo che Sinner gli aveva chiesto “hai messo qualcosa sulla ferita ?”: le pare possibile che il massaggiatore nulla dice di essersi messo “qualcosa” ?
Le pare possibile che un massaggiatore professionista mette le mani sui piedi piagati… sporche, senza nemmeno lavarle ?
Queste ed altre incongruenze sono evidenziate nella sentenza di primo grado , punti 89, 105, 106, 107, … e potevano tranquillamente essere rivalutate in secondo grado… non lo sapremo mai, ma la mia impressione, stanti le norme, è che gli avvocati sono stati in gambissima a chiuderla cosi’, con tre mesi di squalifica, perchè decine di casi simili sono state punite con un anno, e piu’, e proprio questo poteva succedere.

Come avrà notato, io non contesto tutto quello che lei scrive ed osserva, ma non concordo sul fatto che per l’applicazione dell’art. 10.5 del codice antidoping occorra fornire la dimostrazione, come da lei testualmente riportato “di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire …. (omissis) …”, bensì, secondo mia lunga esperienza anche se non nell’antidoping: la dimostrazione di aver adottato ogni logica e ragionevole precauzione per impedire … ecc. ecc. … (sennò tenderemmo a spingerci verso la dimostrazione del caso fortuito che è distante da quella necessaria per soddisfare la mancanza di colpa e/o di negligenza (che poi la colpa comprende anche la negligenza).

Sotto tale profilo, sia le difese delle parti in contraddittorio che l’autorità giudicante non potrebbero non attenersi a tutti i fatti rilevanti del caso concreto oggetto di decisione che difficilmente potrebbe risultare “eguale” ad altro caso precedentemente deciso.

Ecco perché la giurisprudenza pregressa è importante, ma sino ad un certo punto.
Ed ecco perché, a fronte di nuovi dirompenti casi che si prospettano, anche la Suprema Corte di Cassazione, quale giudice di legittimità, può modificare i propri orientamenti introducendo nuovi principi di diritto cui sono tenuti ad attenersi quei giudici di merito ai quali vengono rinviate le soluzioni per decidere nel merito le relative controversie.

Con questo non voglio dire che il Tas avrebbe certamente assolto Sinner; sia ben chiaro; soprattutto per i rischi connessi a ragioni di carattere politico più che di ordine giuridico.

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Luce nella notte 24-02-2025 19:01

Scritto da pingomobile
@ Luce nella notte (#4324855)
Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.
Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

No evidence to support any other scenario… conferma che ci sono altri scenari possibili.
Tra l’ altro non trovo in quale Punto della sentenza viene (verrebbe) affermato ció ?
P.to 76… (settantasei) invece:
Mr Ferrara FAILED to ensure that his Trofodermin did not come into contact with the Player…
E giá qui scattano i due anni di sanzione per l’ atleta (che è responsabile dei comportamenti dei membri, cosa ribadita ovunque nel codice WADA).
A ben guardare la semplice presenza di sostanze dopanti nell’ entourage fa giá scattare i due anni di sanzione (meno le attenuanti che l’ atleta deve dimostrare… e non è mai facile, nemmeno in questo caso).
Interessante anche pag.22 in basso del codice WADA… “exept under justifiable medical circumstances where that Person (dicasi Ferrara) had a Physician prescription”.
Di “prescrizione medica”, per avere anabolizzanti al seguito, il Ferrara non fornisce la benché minima indicazione: non c’era la obbligatoria prescrizione medica.
E siamo sempre li’: due anni per l’ atleta ammenoché (10.5) riesca a dimostrare di avere adottato ogni precauzione possibile per impedire “tout court” la presenza di sostanze tra il proprio entourage.
Le pare possibile che il laureato scienze farmaceutiche passa sostanze Doping al massaggiatore dicendo “attento è Doping”… ?
Le pare possibile che non chieda subito… hai capito che è Doping ? Ti ricordi cosa DEVI fare se maneggi Doping ?
Le pare possibile che il massaggiatore non sente un avvertimento del genere ?
Dopo che Sinner gli aveva chiesto “hai messo qualcosa sulla ferita ?”: le pare possibile che il massaggiatore nulla dice di essersi messo “qualcosa” ?
Le pare possibile che un massaggiatore professionista mette le mani sui piedi piagati… sporche, senza nemmeno lavarle ?
Queste ed altre incongruenze sono evidenziate nella sentenza di primo grado , punti 89, 105, 106, 107, … e potevano tranquillamente essere rivalutate in secondo grado… non lo sapremo mai, ma la mia impressione, stanti le norme, è che gli avvocati sono stati in gambissima a chiuderla cosi’, con tre mesi di squalifica, perchè decine di casi simili sono state punite con un anno, e piu’, e proprio questo poteva succedere.

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Tennisforever2 (Guest) 24-02-2025 17:54

@ Alex77 (#4325097)

Noiosa… mi dispiace per te, ma la Signora e’ la miglior penna che scrive qui. Poco, ma sicuro.

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antoniov 24-02-2025 16:55

Scritto da Pippoanzighi

Scritto da gimaxx75
La cosa imbarazzante è che Ferrara stia lavorando con un altro tennista.E Naldi abbia ripreso la sua vecchia occupazione. E Jannik sospeso…

É ora di chiarire una volta per tutte che né Naldi, né Ferrara hanno alcuna colpa o negligenza (a mio parere). Ferrara ha semplicemente acquistato un farmaco chiamato Trofodermim spray, certamente non con l’intenzione di usarlo su Jannik, pertanto questo comportamento non è di per sé né colposo né negligente. Naldi ha curato una ferita al dito con un farmaco contenente clostebol, ma non è un atleta, quindi può curarsi come vuole e certamente tale fatto non è di per sé una negligenza. Lo stesso poi non poteva essere a conoscenza che massaggiando Jannik, avrebbe “passato” delle micro quantità di sostanza a Sinner, causando così la sua positività al clostebol. Di tale contaminazione tramite massaggio (o stretta di mano o contatto che dir si voglia) non erano al corrente nemmeno gli addetti ai lavori (medici, massaggiatori ecc.) per cui non può considerarsi imprudente il comportamento di Naldi che ha massaggiato Sinner pur avendo applicato su se stesso un farmaco contente clostebol. Quindi nessuna colpa né negligenza nemmeno dello staff.

Sono d’accordo con te che nel codice mondiale antidoping la responsabilità che rileva ai fini dell’applicazione della relativa sanzione sia quella dell’atleta per i fatti compiuti dal proprio staff.

Tuttavia, se dall’agire dello staff è sorta la positività dell’atleta va da sé che in via preliminare, prima di focalizzare l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta, occorra verificare se ci siano stati o meno comportamenti non consentiti dal suddetto codice da parte dello staff, nello specifico da parte di ex componenti dello staff di Jannik.

Purtroppo debbo dire che ciò non possa escludersi, alla luce delle notizie da noi conosciute (non ho il fascicolo d’ufficio sulla mia scrivania) e di quanto previsto dall’art. 2 intitolato: “Violazioni delle norme antidoping” che tra le varie ipotesi di violazione, all’art. 2.6.2 dispone testualmente (testo tradotto dall’inglese in italiano con qualche comprensibile imprecisione):

“Possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta in competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito, o possesso da parte di una persona di supporto dell’atleta fuori competizione di qualsiasi sostanza proibita o di qualsiasi metodo proibito che è proibito fuori competizione in relazione ad un atleta, una competizione o un allenamento, a meno che la persona di supporto dell’atleta stabilisce che il possesso è coerente con una TUE concessa a un atleta in conformità con l’articolo 4.4 o altra giustificazione accettabile (13)”

Il possesso può essere coerente con una TUE (autorizzazione, da parte del Comitato Esenzioni a Fini Terapeutici (CEFT), ad assumere o a ricorrere a trattamenti medici a scopo terapeutico con farmaci contenenti principi attivi inclusi nella Lista WADA in vigore) concessa ad un atleta in conformità con l’art. 4.4 – che quindi non riguarda lo staff – oppure ALTRA CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE (13).

Nella nota 13 viene indicato: “Una giustificazione accettabile può includere, ad esempio, (a) un atleta o un medico della squadra che trasporta sostanze proibite o metodi proibiti per gestire situazioni di emergenza (ad esempio, un autoiniettore di epinefrina), o (b) un atleta in possesso di una sostanza o un metodo proibiti per ragioni terapeutiche poco prima di presentare domanda e ricevere una determinazione su una TUE”.

Se non si soddisfano le suddette ipotesi la responsabilità dello staff i sensi dell’art. 2.6.2 sussiste e pertanto resta da focalizzare l’attenzione sull’atleta (Sinner) e analizzare se sussista o meno una sua condotta che conduca alla violazione di norme antidoping.

Ebbene, dalla lettura delle disposizioni 2.1 e 2.2 e relativi sotto numeri di detto articolo 2, dovremmo dire di si, atteso che la violazione sarebbe sorta con la sola presenza di sostanze proibite nel suo corpo, indipendentemente dal dolo, dalla colpa, dalla negligenza o dall’uso consapevole.

Ecco perché si parla di responsabilità oggettiva o della cara quintessenza del codice antidoping, secondo il caro presidente di Wada !!!
Responsabilità oggettiva molto annacquata (spuria e non pura), aggiungo io, per le ragioni che preciserò da qui a poco.

Intanto precisiamo prima che la responsabilità oggettiva, proprio come recitano alcune disposizioni del suddetto art. 2 del codice antidoping e per come la si è elaborata giuridicamente a livello universale, esula dall’elemento psicologico del soggetto ritenuto responsabile (dolo o colpa) e consente quale unico rimedio liberatorio la dimostrazione che l’evento sia da attribuire al “caso fortuito” o alla “forza maggiore”.

Il “caso fortuito” è l’avvenimento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce d’improvviso nell’azione del soggetto (esempio: conducente di un veicolo che marciando nel rispetto del cds investe una persona che gli taglia istantaneamente la strada).

La “forza maggiore” è quella forza esterna che determina la persona a compiere un’azione cui questa non può opporsi (esempio: una scossa tellurica fa cadere un uomo da un’impalcatura mentre la sta sistemando e cadendo finisce addosso ad un passante uccidendolo).

In vero, le esimenti del caso fortuito o della forza maggiore non avrebbero consentito via di scampo a Sinner che invece il codice antidoping prevede, anche ai fini della graduazione della sanzione applicabile. Tanto è vero che l’art. 10.5 sancisce che l’atleta, DIMOSTRANDO NEL “SUO CASO INDIVIDUALE” di non avere “alcuna colpa o negligenza” va esente da sanzione e quindi da qualunque periodo di ineleggibilità (squalifica).

Ecco che la quintessenza si scioglie come neve al sole, in quanto il precetto condensato in alcune disposizioni dell’articolo 2 ( 2.1 e 2.2) non si traduce in sanzione evitabile solo in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore, bensì in sanzione evitabile con la dimostrazione che non c’è stata “alcuna colpa o negligenza”

Ecco come la responsabilità oggettiva o quintessenza del codice Wada (pura) si traduce in responsabilità oggettiva spuria (annacquata la definisco io).

Ne concludo che con tale codice vengono sostanzialmente configurate ipotesi di colpa presunta dell’atleta che possono essere superate dalla dimostrazione della ragionevole assenza di colpa.

Immedesimandomi nei legali di Sinner in qualche modo ne comprendo la prudenza profusa, ma sotto il profilo squisitamente giuridico, la prova richiesta a Sinner per superare vittoriosamente anche il giudizio dinanzi al Tas non mi pare fosse da ritenere una prova diabolica.

Quanto precede l’ho scritto spogliandomi dalle vesti di sostenitore di Sinner e mettendo da parte ogni forma di ironia. Ripeto ancora una volta che sarebbe auspicabile in una discussione costruttiva che ognuno facesse altrettanto, pur sapendo che qui il tessuto connettivo è quello che è.

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+1: il capitano
pingomobile 24-02-2025 13:06

@ Luce nella notte (#4324855)

Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.

Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

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pingomobile 24-02-2025 13:06

@ Luce nella notte (#4324855)

Nella sentenza ci sono solo gli estratti delle valutazioni scientifiche (comprensive delle prove fatte in laboratorio) che Wada si è fatta mandare in forma completa e ha dichiarato come inconfutabili: “the scientific feedback that we received was that this could not be a case of intentional doping, including micro-dosing”. Piuttosto tranchante.

Comunque, tornando alla sentenza ITIA-vs-Sinner, c’è un chiaro estratto degli esperti: “No evidence to support any other scenario” che fa capire come, a livello scientifico (pur essendoci un piccolissimo margine di incertezza come in tutta l’attività scientifica! vale persino per il test del DNA…) l’ipotesi di gran lunga più probabile è quella della contaminazione transdermica. Le altre ipotesi non spiegano altrettanto bene i dati.

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wapi (Guest) 24-02-2025 13:03

Scritto da Pippoanzighi
…………………….
Jannik non poteva fare nulla di più di quello che ha fatto per impedire la contaminazione, pertanto non ha alcuna colpa né negligenza, e addebitare allo stesso dei diversi e superiori standard di prudenza equivale a richiedere un comportamento sostanzialmente inesigibile.

Sbagliato, come al solito.
La colpa soggettiva di Sinner è aver assunto un incompetente sul doping e non averlo obbligato a formarsi
Vedi post di prima, anche con esempio su sicurezza sul lavoro che è un ambito assai simile a questo.

PS. Mi sono stufato di spiegarti che la colpa di Sinner deriva dal fatto che la contaminazione è stata provocata all’INTERNO del suo staff. Il cane di Palomino e il dogsitter non fano parte del suo staff, idem Paoletti, idem Gasquet, idem Bortolotti e altri 100 casi analoghi di assoluzione piena per contaminazione ESTERNA allo staff.

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-1: antoniov
wapi (Guest) 24-02-2025 12:52

Scritto da ska

La responsabilita’ oggettiva ritiene responsabile il datore di lavoro per i comportamenti privati dei suoi dipendenti.
Questo implica che il datore di lavoro DEVE poter controllare gli aspetti privati dei suoi dipendenti.
figurati che per il diritto anglosassone m anche per quello romano il datore non PUO’ controllare la sfera privata dei dipendenti.
E se non puo’ come fa ad essere sempre responsabile ?
E se Sinner in appello chiedeva i danni, WADA chiudeva sicuro

Ma quali comportamenti privati ?? Naldi è assunto per fare i massaggi e le mani sono il suo unico strumento di lavoro……

Il datore di lavoro NON deve controllare un bel niente: deve PREVENIRE, assumendo dipendenti competenti e, se non lo sono, obbligarli a fare adeguata formazione
Naldi non lo era e si capisce dal curriculum e, tra le righe, dalla decisione di primo grado.
Questa è la colpa soggettiva di Sinner: aver assunto un incompetente sul doping (Ferrara non centra niente: l’hanno capito tutti ed infatti è rientrato nell’ambiente mentre Naldi NO)

E’ come in ambito sicurezza sul lavoro: il datore di lavoro non controlla tutti i giorni che i suoi 100 dipendenti abbiano, ad es. il casco obbligatorio: è sua responsabilità soggettiva formarli e renderli competenti in modo che se lo mettano.
A parte che, sempre in ambito sicurezza sul lavoro, per determinate mansioni critiche, si deve verificare che i soggetti non assumano alcool o droghe (comportamenti privati)

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-1: antoniov
wapi (Guest) 24-02-2025 12:35

Scritto da Luce nella notte
……………………………………………….
P.S. la responsabilità OGGETTIVA dell’ atleta per i comportamenti del suo Staff è ribadita infinite volte in tutti gli articoli del codice WADA.

Sbagliato, come al solito……………

Neppure in UN solo articolo del Codice, relativo alle SANZIONI, compare la “responsabilità oggettiva”.
La “responsabilità oggettiva” si riferisce alla VIOLAZIONE dei punti 2.1, 2.2……ecc.
Se c’è sostanza proibita c’è violazione: questa è l’UNICA “responsabilità oggettiva” che compare nel codice.
Le SANZIONI applicabili per le violazioni sono determinate SOLO dal grado di colpa o negligenza – tanto che ci sono violazioni che possono essere sanzionate con nulla o con ammonizione.

Ne deriva immediatamente che le SANZIONI discendono TUTTE da “responsabilità soggettiva” mentre le VIOLAZIONI (più importanti) derivano solo da “responsabilità oggettiva”
E’ così difficile capire la differenza fra “violazione” e “sanzione” ??

Esempio banale: passi il semaforo con il rosso – la violazione è oggettiva – la sanzione NON è oggettiva ma dipende dal tuo grado di colpa: se portavi qualcuno in ospedale in emergenza non c’è sanzione.

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wapi (Guest) 24-02-2025 12:28

Scritto da Pippolivetennis
………………………………….
Al di là dei regolamenti, io penso che il doping sia la volontarieta dell’atleta di migliorare le proprie prestazioni. Lei pensa che Sinner abbia intenzionalmente assunto Clostebol?
Dopo la positività ha vinto tantissimo, ma lei pensa che lui abbia vinto grazie all’assunzione di altre sostanze? Con tutto il mondo sportivo, Itia, WADA, CAS col mirino puntato? È semplicemente il più forte al mondo. Punto.
…………………………………

Abbi pazienza ma quello che pensi tu del doping va benissimo nel tuo mondo ma si ferma lì.
Non credo che tu partecipi a tornei ufficiali ATP o simili: se vuoi farlo, devi mettere da parte quello che pensi tu ed adeguarti alle REGOLE che valgono per tutti.
Funziona così in ogni ambito di vita e di lavoro.

Condivido nella sostanza il resto del tuo post e continuo a chiedermi PERCHE’ Sinner o Wada non dicano quanti controlli ha subito Sinner da aprile 2024 ad oggi (sappiamo già tutto su quelli precedenti…)
Per me, sono tantissimi: metti insieme quei numeri e i trionfi nello stesso periodo ed hai zittito immediatamente TUTTI
Dunque, perché non lo dicono ??

107
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Giorgione (Guest) 24-02-2025 12:15

Scritto da Marco Tullio Cicerone

Scritto da Giorgione

Scritto da Pippoanzighi

Scritto da Giorgione

Scritto da andrewthefirst
la posizione di naldi e ferrara resta comunque una testimonianza processuale “compatibile con la verità”…che potrebbe essere tranquillamente di comodo, come molti pensano…

bravo, che a mio modo di vedere spiega la differenza tra verità fattuale e verità processuale. è possibile che nessun fan di sinner si chieda perché nessuno dei due abbia mai detto un’acca negli ultimi mesi? eppure, se le cose sono veramente andate come dicono, avrebbero potuto benissimo fare una dichiarazione pro veritate per rafforzare la posizione di sinner, per rispondere a qualche giornalista che sicuramente ha chiesto loro un parere sulla vicenda. e invece nulla, nessuna parola, un silenzio assordante. anzi, i due hanno sempre detto di essersi comportati correttamente e naldi avrebbe inoltre detto “Sono dispiaciuto come tutti, ma non posso dire altro perché purtroppo non è ancora finita. Spero, prima o poi, di poter raccontare anche io cosa è successo per dare un quadro generale” e poi “Voglio farlo perché, da come è stata interpretata questa vicenda dal grande pubblico, sembra che sia stata solo colpa mia”. dichiarazioni non proprio in linea con la sentenza a mio parere…

Già il fatto che non ci sia stata nessuna sentenza (s)qualifica l’intervento quotato. I fatti non sono stati contestati dalla WADA perché sono stati confermati dagli stessi esperti nominati dalla WADA, i quali hanno affermato che la contaminazione accidentale è l’unica spiegazione possibile, data la bassissima, per non dire nulla, concentrazione di clostebol. Gli esperti hanno escluso anche le microdosi, escludendo categoricamente qualsiasi ipotesi di doping: quindi ipotizzare una realtà diversa è, oltre che scorretto, del tutto sfornito di fondamento e si risolve in mere illazioni che non meritano di essere prese in considerazione.

Non hai capito il senso del mio post. Ovviamente, la mia è una semplice congettura, sia chiaro. Mettiamo per ipotesi che la verità processuale non corrisponda alla verità fattuale. Per essere più precisi, che il prodotto incriminato se lo sia dato direttamente sinner in perfetta buona fede, e non Naldi. Se così fosse, la squalifica sarebbe stata certa e inappellabile. Le cose sono andate così? La verità processuale ha stabilito di no. La verità fattuale però potrebbe essere un’altra. Dico solo che mi ha fatto specie che nessuno tra Naldi e Ferrara si sia assunto esplicitamente le colpe di quanto è successo o abbia fatto dichiarazioni pubbliche in questo senso. Dal mio virgolettato sembra che Naldi non abbia ancora detto tutto.

La verità processuale non sarà la Verità con la maiuscola ma dei punti fermi li può mettere: la quantità di sostanza, infinitesimale, trovata dalle analisi non è compatibile con l’applicazione diretta del prodotto da parte di Sinner. Altrimenti la stessa ITIA avrebbe avuto gioco facile a farlo notare e Sinner non sarebbe stato assolto in primo grado.
Ricordo che un atleta che prende una pillola, sciroppo, puntura o si applica uno spray, crema eccetera non può cavarsela dicendo: ma io non lo sapevo, me lo ha detto il dottore, perché sarebbe troppo comodo doparsi e dare la colpa a qualcun altro.
Tanto è vero che la stessa WADA non contesta la ricostruzione, definita attendibile, ma fa un ragionamento giuridico (per me errato ma non è importante nel discorso che faccio adesso) sul fatto che un atleta è responsabile per errori dello staff che portano a una contaminazione. Se le tue elucubrazioni non partono da lì, dalla quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo, sono parole al vento, insinuazioni senza fondamento alcuno. E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione. Il tuo discorso non regge né alla prova dei fatti acclarati né dal punto di vista logico.

ti sbagli. per il semplice fatto che naldi ha contaminato sinner perché aveva le mani sporche di trofodermin, ma le mani sporche di trofodermin le poteva avere pure sinner. senza contare il fatto che non hai nessuna prova per affermare che la “quantità di sostanza trovata che è troppo piccola perché Sinner si sia dato lo spray direttamente sul suo corpo”. in primis perché non sai di quanta sostanza stiamo parlando (parlo di quella sulle mani di chi ha massaggiato sinner, non di quella trovata in circolo) e in secundis non conosci l’entità delle ferite che aveva sinner, attraverso le quali è penetroato il clostebol. sulla domanda che poni alla fine “E comunque poi dovresti spiegare per quale motivo, stabilito che Sinner non si è applicato direttamente il prodotto, avrebbero dovuto mentire sulle origini della contaminazione” ti sei già risposto. se si fosse accertato che l’atleta si è autosomministrato il prodotto, la squalifica sarebbe stata certa e di almeno due anni. l’alternativa alla squalifica certa sarebbe stata quella di far credere all’itia che non l’atleta, ma il massaggiatore, ovviamente all’insaputa dell’atleta, abbia somministarto inavvertitamente il prodotto.

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wapi (Guest) 24-02-2025 12:14

Scritto da LET… SECOND SERVICE
……………………………….
Tennisti e appassionati sono concordi sul fatto che gli organi preposti debbano perseguire chi “volutamente altera le proprie prestazioni al fine di ottenere un indebito vantaggio nei confronti dei propri colleghi”?
……………………………………….

Il problema è proprio che la stragrande maggioranza dei tifosi sfegatati (italiani) e dei commentatori improvvisati (anche non italiani) NON hanno ancora capito COS’E’ il DOPING.

Eppure è semplice: è sufficiente leggere l’art 1 dell’UNICA regola mondiale in materia di antidoping, immutata da più di 20 anni nei principi generali e fatta propria dalla Convenzione Unesco del 2025, sottoscritta da 192 Stati membri Onu: il codice Wada.

“Articolo 1. DEFINIZIONE DI DOPING
Il doping è definito come il verificarsi di una o più violazioni delle norme antidoping stabilite dall’articolo 2.1 all’articolo 2.11 del Codice.”

Il PRIMO e il più importante degli 11 articoli.

“Articolo 2.1. PRESENZA di una sostanza proibita o dei suoi metaboliti o marcatori nel campione di un atleta
2.1.1 È dovere personale degli atleti assicurarsi che nessuna sostanza proibita entri nei loro corpi. Gli atleti sono responsabili di qualsiasi sostanza proibita o dei suoi metaboliti o marcatori trovati presenti nei loro campioni. Di conseguenza, non è necessario che siano dimostrati l’intenzione, la colpa, la negligenza o l’uso consapevole da parte dell’atleta per stabilire una violazione delle norme antidoping ai sensi dell’art 2.1.”

Sinner ha sempre ammesso la violazione del Codice per la “responsabilità oggettiva” della presenza della sostanza proibita nei campioni.
L’unico fatto in discussione, da SEMPRE, è la sanzione applicabile per questa violazione; in NESSUN caso, il Codice prevede una sanzione per “responsabilità oggettiva” tanto è vero che esiste la possibilità che la violazione non sia sanzionata in caso di “nessuna colpa” – banalmente, significa che negli altri casi c’è colpa……

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wapi (Guest) 24-02-2025 11:54

Questo è l’articolo originale della BBC, riportato fedelmente da LT
https://www.bbc.com/sport/tennis/articles/cy5ny6lx5dqo

E’ una ricostruzione che non mi convince neanche un po’ (sui tempi): l’avvocato dice che “erano immersi in telefonate” la sera del 14 febbraio ma non che l’Accordo è stato raggiunto il 14.
Erano certamente al telefono il 14 ma per definire cosa scrivere sul comunicato del 15
Ci sono 2 fatti che smentiscono l’Accordo notturno del 14 febbraio
– l’Accordo è stato accettato da ITIA e ITF per cui, PRIMA, doveva essere raggiunto l’accordo tra Wada e Sinner e POI trasmesso per essere accettato
– Se fosse stato stipulato nella notte del 14 febbraio non avrebbe potuto decorrere dal 9 febbraio, altrimenti l’unica spiegazione della retroattività, ben calibrata, è quella di voler davvero favorire Sinner e consentirgli di partecipare a Roma – e non ci credo…

Ci sono altri 2 indizi che non rendono credibile il tutto
– La crisi psicosomatica di Sinner con Rune la cui CAUSA non è mai emersa e, per me, è stato quello il momento in cui Sinner era combattuto dalla decisione che doveva prendere
– I 10-12 giorni di totale assenza di allenamenti dopo gli AO – fatto probabilmente mai successo nella carriera di Sinner, compreso il non essere andato al Quirinale – in quel momento l’Accordo con Wada era già raggiunto, poteva uscire in ogni momento, dopo l’accettazione da parte di Itia e ITF che però tardava; per quel motivo è andato a Doha, in pratica, senza allenamento.

Invece è certamente vero che l’Accordo è stato raggiunto facilmente perché conveniva ad entrambi le parti, è un classico “win-win” che ha portato ad un Accordo EQUO

Credo sia anche vero che un primo tentativo di Accordo, in autunno, sia stato respinto perché non conveniva a Sinner, avrebbe saltato Davis, Finals e AO.
L’Accordo è diventato conveniente per Sinner dopo il 10 gennaio (fissazione udienza al Cas): i suoi avvocati si sono giocati molto bene i “tempi”……

Condivido Kenobi (post 16): forse si poteva trattare ancora un po’ e scendere a 1 mese ma il rischio era di tirarla troppo alle lunghe e “rischiare” Roma o peggio il Roland Garros e si sono “accontentati”

Comunque, per me, la questione è chiusa; l’unica cosa ORA importante è come e con chi si allena fino al 13 aprile – e siamo ancora nella nebbia…..

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Annie (Guest) 24-02-2025 11:51

@ walden (#4324813)

E se vi si toccano i vostri idoli? Ma per piacere, la cosa sta diventando di una pesantezza, e siete proprio voi con tutte ste ipotesi tortuose, se e ma, doveva o non doveva, staff o non staff, a confermarmi che le modalità antidoping devono essere sanate ed anche velocemente, l’ho pensato da subito e credo che Novak abbia detto quello che a caldo hanno pensato tutti…quanto a tirarlo in ballo e continuamente è, col senno di poi, ridicolo, visto come si è sviluppato il dibattito qui dentro, viste le idee confuse, non ne state venendo fuori neanche dopo giorni dalla definizione del caso, ovviamente guidata da criteri molto più pratici e meno filosofici di quanto gli utenti velleitariamente continuano a dissertare…quanto al “bolso”, caro Walden, è bellissimo!!! Ti consiglio di attingere per la ricerca libera del peggiore insulto per l’ignaro Novak ad un vocabolario attinente a comportamenti ed opinioni soggette a libere interpretazioni, perché quanto all’aspetto fisico è sempre quello dei migliori anni, non è attaccabile e tu non sei credibile, solo moooolto “adirato” contro un Novak parafulmine degli ultimi “disguidi”

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Alex77 (Guest) 24-02-2025 11:15

Scritto da Pippolivetennis

Scritto da Massimo.bianco29@yahoo.it

Scritto da Giallu
Credo che il pandologo,lo svizzero,DANCAS e andrewthefirst non resteranno in silenzio dopo quest’articolo…

A quanto pare oltre a noi quattro qui,ci sono fiumi di addetti ai lavori che difficilmente placheranno le loro ire.

Ma che ire signor Bianco…semplicemente il mondo tennistico ha cambiato il suo focus, dal GOAT si è passati al caso Sinner.
E su questo focus si divide.
C’è chi crede in Sinner e chi no. Di questa vicenda se n’è parlato tanto e se ne parlerà finché il campo non riprenderà in mano il comando .
Al di là dei regolamenti, io penso che il doping sia la volontarieta dell’atleta di migliorare le proprie prestazioni. Lei pensa che Sinner abbia intenzionalmente assunto Clostebol?
Dopo la positività ha vinto tantissimo, ma lei pensa che lui abbia vinto grazie all’assunzione di altre sostanze? Con tutto il mondo sportivo, Itia, WADA, CAS col mirino puntato? È semplicemente il più forte al mondo. Punto.
WADA ha spulciato (recenti dichiatazioni) 12 mesi di controlli per aggrapparsi forse all’ipotesi di microdosi. Nada.
Poi si possono dire tante cose e ci saranno tante cose da migliorare nei regolamenti ma il campo sarà maestro, come sempre.
Tutti i colleghi di Sinner, dovrebbero ringraziare per l’epilogo del suo caso, perché molti in futuro potranno uscirne meglio e in tempi brevi appoggiandosi all’accordo WADA-Sinner (Stipulato secondo regolamento). E oltretutto se cambieranno le regole (limiti minimi di certe sostanze) probabilmente tanti non vedranno mai recapitarsi una mail per positività. Risparmiandosi qualche macchietta d’olio sulla polo.
Molti paventano dubbi e zone d’ombra, per carità, leciti. Ognuno dev’essere libero di pensarla come vuole. Ma si continuerà all’infinito tra chi quelle in quei dubbi e in quelle zone vede nero e chi vede bianco.
Ma ciò che rende credibile Sinner sono i mesi successivi alla positività, perché ha preso a ceffoni quasi tutti perché lui non ha bisogno di doping. Il suo tennis è la sua testa sono la sua forza.
La biomeccanica dei colpi, la sua determinazione, la sua abnegazione, la sua tenacia.
Tutti addosso, ma lui ha le spalle larghe. Gli si sono allargate da quando è nato in Alto Adige, perché da quel piccolo paesino ITALIANO è partito tutto.
Non me ne voglia per lo sfogo, ma faccio parte di quelli che credono in lui.

Grande Pippo, ma stai sprecando fiato

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Alex77 (Guest) 24-02-2025 11:05

Scritto da Annie
@ Alex77 (#4324750)
Ma veramente te la canti e te la suoni, mi hai attribuito, tu ed altri, cose che non mi sono mai sognata di dire…semmai i pipponi più numerosi sono quelli contro il solito Novak, cui obiettero’ sempre il concetto fondamentale che Novak contesta il regolamento che decide e non il tennista che si deve adeguare…quindi, se insistete col solito pippone, io risponderò sempre allo stesso modo, mai detto che voglia tacere quando leggo il solito accanimento contro capri espiatori che nulla c’entrano ma vengono utilizzati pure con soddisfazione e compiacimento…del resto, con tutti i difensori di Jannik almeno uno d’ufficio il buon Novak lo potrà anche avere, o no? Quanto a tutti questi casi di doping di cui Novak avrebbe dovuto interessarsi, personalmente non ho mai letto traversie simili da quando commento in LT, quindi la tua pretesa è la solita solfa senza contenuto, visto che il caso Sinner ha avuto connotazioni atipiche, circostanze inedite, tempistiche insolite, inevitabile la risonanza che ha avuto nell’ambiente e fuori e l’attenzione ad aspetti economici che in altre situazioni non sono stati alla fine risolutivi, un precedente, insomma, che potrebbe determinare cambiamenti normativi e nuove iniziative di sostegno sicuramente auspicabili…
ti annoio? non leggere, secondo te io mi sorbo tutte le congetture infinite che perdurano da giorni mentre la pratica è stata sbrigata in quattro e quattrotto dagli interessati già da giorni? Tanto so dove vanno a parare, la replica è unica e chiara

Bla bla bla, in effetti sei talmente noiosa e contradditoria nel tuo ruolo di avvocatessa del “moralizzatore” ( tennisti minori si sono lamentati eccome in passato per il trattamento ricevuto, basta informarsi, non è che LT è la bibbia e tutto quello che non trovi scritto qui non succede nel mondo.. ma Djokovic, a parte la battaglia sulla disparità di guadagni tra top e non, sempre muto su quei casi) che è ( quasi) inutile anche continuare a discutere, contenta te

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