
Caso Sinner, ingiustizia è fatta (di Marco Mazzoni)


La matematica non è una opinione, è una delle poche certezze che abbiamo nella vita. Bene, andiamo per numeri e assiomi.
1 – “La WADA accetta la spiegazione dell’atleta sulla causa della violazione come delineato nella decisione di primo grado. La WADA accetta che il signor Sinner non intendesse imbrogliare e che la sua esposizione al Clostebol non abbia fornito alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni e sia avvenuta a sua insaputa”. Così nello Statement della WADA che annuncia l’accordo con Sinner, facendo decadere l’appello al CAS.
2 – “Il sistema antidoping dovrebbe preoccuparsi di trovare i dopati. I dopati sono coloro che cercano di migliorare le proprie prestazioni tramite sostanze non consentite”. Questo ha scritto tre giorni fa il direttore esecutivo della PTPA, affermando il principio massimo che deve proteggere gli stessi giocatori da chi bara e deve animare l’attività dei controlli anti-doping. Principio affermato nel codice WADA stesso.
Due frasi nette, incontrovertibili. Certe. Non c’è argomentazione che possa confutarle o metterle in alcun dubbio. 1 + 2 = 3. Matematica. Non c’è interpretazione. È una certezza. Per questo il fatto che Jannik Sinner sia stato fermato per tre mesi è una terribile ingiustizia. Punto. Quando viene condannato un innocente è un fatto grave, è necessario riflettere. Un fatto che doveva muovere gli attori in modo diverso, fino a sfociare nella piena assoluzione per Jannik Sinner.
Il commento alla clamorosa svolta nel “Caso Clostebol”, che ha portato Sinner a uno stop di 3 mesi senza esser giudicato dopato ma solo per la responsabilità oggettiva sul proprio team potrebbe fermarsi qua, non servirebbe aggiungere altro per rappresentare in modo freddo la situazione terribile che ha subito Jannik.
Abbinare la parola giustizia a tutto questo marciume è un’offesa all’intelligenza, ma forse è “giusto” entrare un po’ più in profondità in una faccenda orribile, sbagliata, che ha toccato duramente e sporcato l’immagine di una persona ed atleta esempio di lealtà e correttezza, stimato da ogni essere vivente entrato in contatto con lui. Un qualcosa di totalmente sbagliato che ha colpito la persona più sbagliata possibile e per questo sommamente ingiusto. Sinner è dichiarato non dopato, ma squalificato. Un danno di immagine incalcolabile.
Prima di addentrarmi nella vicenda con considerazioni varie, una piccola premessa. Nessuno sapeva che le cose stessero per prendere una piega del genere, e in modo così repentino. È persino singolare che lo stesso Jannik fosse a Doha, prontissimo a tornare in gara dopo la vittoria agli Australian Open, fermo dallo scorso 26 gennaio. Se ci fosse stata la avvisaglia che la risoluzione del caso era così prossima, forse Sinner non sarebbe nemmeno partito per il Qatar, in attesa. L’entourage di Sinner non ha lasciato trapelare (giustamente) niente, e la stessa WADA per via del suo portavoce un paio di giorni fa ha ribadito in un’intervista a La Stampa che la posizione dell’Agenzia era ferma: 1 o 2 anni di squalifica questa la richiesta. Nessuna alternativa contemplata. Eppure… le persone con le quali ho avuto modo di parlare già dallo scorso autunno erano a conoscenza della mia sensazione di fondo: niente appello, si arriverà ad un accordo, sarà uno stop di pochi mesi e consentirà a Jannik di non perdere Roland Garros; quindi qualche mese, come per Swiatek. Queste cose sono destinate a ripetersi, i meandri della politica sono un pattume assoluto, ma in fondo se vogliamo, prevedibili. Non si poteva scrivere, ma questo sentivo. Un boccone amarissimo da mandare giù “per il bene di tutti”. Così purtroppo, è stato. Nessuna divinazione o veggenza, è la amara constatazione di quel passa il convento e la conoscenza di vicoli oscuri, quelli nei quali non ti vorresti mai inoltrare ma che conosci fin troppo bene…
Da sottolineare un piccolo passaggio, cruciale: WADA ha proposto, Sinner ha valutato e accettato per chiudere la faccenda e passare oltre, finalmente con questo capitolo chiuso. Non è un patteggiamento, ma un accordo. Attenzione, le parole sono importanti. Sinner non si dichiara colpevole di nulla, ma accetta la responsabilità oggettiva per i membri del suo team che hanno commesso un errore mortale. C’è un enorme differenza tra le due situazioni.
“Per il bene di tutti”. Binaghi, persona pragmatica e assai lungimirante se ce n’è una, ha tuonato con parole fortissime, esprimendo un concetto tanto ferale quanto lucido: “È la prima volta che una vergognosa ingiustizia ci rende felici”. Già… ingiustizia, ma felicità. Perché? Beh, perché si tira un riga, finisce un incubo, si può pensare più serenamente al futuro, mettendosi alle spalle questa bruttissima vicenda che vede il nostro n.1 vittima di un errore mortale non suo, ma che l’ha costretto a mesi e mesi di stress terrificante. Perché lo spettro di 1 anno di stop, che oggettivamente gli avrebbe rovinato la carriera, è svanito. Perché Sinner ha scelto, consigliato dal suo team legale (e forse anche la famiglia) di mandar giù un calice di fiele oggi guardando gli orizzonti di una carriera che si spera sia lunga altri 15 anni, ricca di successi, così tanti e limpidi da far restare questa pagina un foglio sbiadito e non rilevante. Quando sei un campione così grande, devi aver la forza di reggere pressioni enormi e prendere anche decisioni difficili. Questa è stata forse la più difficile in assoluto, considerato la sua totale innocenza, condannato da innocente.
Perché allora è stato condannato? Le cose evidentemente non funzionano. E infatti già si stanno muovendo per cambiare. Soglie, il residuo feudale della responsabilità oggettiva che oggi rende la vita di un atleta di vertice perennemente a rischio vista la impossibilità di controllare una complessità assoluta di fattori e persone… Sostanze, lo stesso concetto di contaminazione, protocolli, tutto sarà rivisto e rimodulato perché un altro caso come quello di Jannik non dovrà più esserci, tutti sono d’accordo su questo, a partire dalla stessa WADA.
Molti parlano di una vittoria per Jannik. Ha accettato un male “minore”, uno stop breve in un momento dell’anno nel quale tutto sommato non ha moltissimo da perdere, assai meglio oggi che in piena estate. Se fosse andato in giudizio, o ancor più vicino alla udienza fissata per il 16-17 aprile e magari si fosse arrivati ad un accordo, avrebbe perso sia Parigi e Wimbledon. Meglio così allora.
Una “vittoria” se così vogliamo chiamarla è stato leggere il comunicato della WADA che annuncia l’accordo. Non ci sono mezzi termini, incertezze o parole da interpretare. È scritto in modo secco e preciso che Sinner non si è dopato. Sinner non ha barato. Sinner non ha tratto alcun vantaggio competitivo. Sinner è fermato per un errore non suo: nel codice anti-doping c’è il passaggio della responsabilità oggettiva, solo e soltanto per questo Jannik paga un prezzo altissimo. Qualsiasi hater del web o antagonista non può puntare il dito contro Sinner e associare la parola “doping”, “barare” o simile al suo nome. Paga perché il codice anti-doping è fermo a logiche che oggi non funzionano. E tutto sarà cambiato. In questo Jannik esce forte. Esce pulito, come giusto che sia, perché è stato dimostrato senza ombra di dubbio che è uno sportivo onesto, pulito.
Tuttavia stride, fa male al cuore e alla pancia che si sia arrivati a questo, allo stop seppur breve, ad un danno tangibile sofferto da uno sportivo che non ha fatto niente di male, che è amato e rispettato da tutti, colleghi inclusi. Ammetto che il mio punto di vista – assolutamente personale, quindi opinabile – sia alquanto intransigente, ma… da questa storia non c’è alcun vincitore. Ingiustizia è fatta perché un innocente è stato di fatto condannato, anche se in modo lieve. Un ragazzo perbene è stato fermato nel miglior momento della sua carriera per una colpa che non ha commesso. La Agenzia Anti Doping ne esce con le ossa frantumate perché la tanto sbandierata richiesta di 1 o 2 anni di squalifica è stata messa da parte, considerando “3 mesi una pena adeguata ad una responsabilità oggettiva”. Ma… si sapeva da mesi e mesi, dal processo col tribunale indipendente dell’ITIA, che così erano i fatti. Allora perché questo teatro degli orrori e degli errori orchestrato per mesi sulla testa e sulla pelle di Sinner, per poi accettare una transazione e accordo? E parlando poi apertamente di cambiamenti necessari perché un fatto così non si ripeta e quindi ammettendo che il sistema non va. Qualcuno ha affermato che per WADA è un successo perché ha riaffermato la sua presenza e autorità. Personalmente penso l’esatto opposto.
Ora che cosa succede? Cosa fare? In primis, continuare a sostenere Sinner, oggi più che mai. Non solo perché è un nostro campione, perché ci ha fatto sognare ad occhi aperti, ma perché mai come ora ha bisogno di amore e supporto. Ha bisogno di una informazione che deve rappresentare in modo fedele quel che è successo. Che non ha barato. Che non ci sono zone d’ombra. Che non è un dopato. Che la parola doping con lui non c’entra niente. Basta titoli di merda da Clickbait. Basta sciacalli che si credono giornalisti. Basta esperti o tuttologi che si sentono in dovere di dire la propria verità cercando di condizionare l’opinione pubblica per proprio tornaconto. Jannik va sostenuto e difeso, perché lui lo merita e lo meritano i tanti che in lui hanno creduto.
Per questo da oggi la responsabilità della stampa sarà ancor più fondamentale. È necessario comunicare bene quel che è accaduto, senza incertezze, dando risalto ai fatti, a termini precisi e spiegazioni semplici che possano arrivare a tutti, anche a chi si è appassionato al tennis da poco e non ha voglia, tempo o capacità per capire in profondità quel che è accaduto, e che quindi potrebbe schierarsi dalla parte di chi semina odio e/o disinformazione. Purtroppo certa parte dell’editoria e il mondo del web in particolare vive di negatività, sulle disgrazie altrui, infischiandosene di correttezza e lealtà. Sarà importante che la buona stampa sia forte, sicura, coesa, e magari che gli organi di controllo possano anche muoversi per cancellare chi razzola male e senza scrupoli, cercando di speculare a proprio favore. Ci saranno milioni di haters nel mondo del web e non solo a cavalcare l’onda, cercando ancor più di screditare Sinner, e pure il tennis italiano intero, negando l’evidenza dei fatti. Terrapiattisti in salsa tennistica. Questo esercito del male deve essere contenuto e sconfitto condividendo la verità, la certezza dei fatti, seminando amore per lo sport e la verità. Sinner se lo merita. Tutti coloro che credono nei valori dello sport se lo meritano.
Un commento amaro, è un calice di veleno da sorseggiare per tre lunghi mesi, il più simile alla fiele nella mia ormai discretamente lunga attività giornalistica. Ingiustizia è fatta. Non ci sono vincitori quando un innocente subisce un torto così grande.
Marco Mazzoni
TAG: antidoping, Caso Clostebol, Editoriale LiveTennis, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Wada
Le basi le basi giuridiche: qui non parliamo di diritto penale: in questo caso parliamo di una transazione tra le parti nella quale ognuno cede qualcosa all’altro..hai presente un accordo in sede transattiva? Ecco siamo in questa ipotesi..basta leggere l’accordo appunto accordo non condanna! La condanna è un ‘altra cosa…le basi per favore le basi!!!!
Però, volendo fare riferimento a Sinner, i tre esperti sentiti come consulenti scientifici hanno concluso escludendo categoricamente qualsiasi ipotesi di doping (inteso ovviamente come artificiale miglioramento delle prestazioni atletiche). Quindi come fai a dire che non sai se Sinner abbia fatto qualche pratica che lo avvantaggiava? Lo sai benissimo: è un fatto acclarato, le prove lo dimostrano e la stessa WADA ha accettato la ricostruzione. Se hai ancora dei dubbi in proposito è solo un problema tuo.
Si sa che gli uomini privi di talento si servono della burocrazia per rivalersi su quelli dotati di genio e capacità e bisogna che i secondi patteggino coi primi, non c’è scampo.
Sinner non ne esce infangato perché, se una leggerezza c’è stata, ha già dimostrato a tutti sul campo che batte chiunque senza l’ausilio di pomatine miracolose. È finita, ora lasciamo che questa brutta storia wada a farsi benedire
Si apra un suo blog invece di venire ad offendere chi le consente di scrivere nel piatto in cui sputa in continuazione senza neppure registrarsi.
La smetta poi di scrivere fesserie ad oltranza e si rilegga al rallentatore il codice antidoping (o se lo faccia spiegare), nonché il punto 108 della decisione dell’ITIA; quello che lei definisce uno “pseudo Tribunale”, mentre tutto ciò che lei esprime dall’alto del suo scanno ci vorrebbe far credere che è oro colato, la sola pura verità !
SCOSTUMATO PRESUNTUOSO !
Signori, Vi prego di ignorare questo soggetto che merita solo di essere ignorato e nient’altro !
Adesso che è UFFICIALE che Jannik non si è dopato, io mi divertirei un mondo a chiedere risarcimenti ai vari idioti danarosi che postano insulti sul web, come Nick, Stan e altri
Beati gli avvocati di Jannik. Cause vinte in partenza
Nulla da aggiungere alle vostre considerazioni e all’articolo di Mazzoni. Ma ieri sono andato a dormire che mi giravano le …. scatole a mille: sia per Sanremo, sia per sinner. Capisco tutto, condivido tutto, apprezzo tutto. Ma per come sono fatto non avrei mai accettato il compromesso. Sarei andato dritto. Magari a sbattere, ma dritto. Così la penso cari amici. Ho un senso di nausea che mi perseguita.
Bravissimo Mazzoni, articolo eccellente come sempre una disamina perfetta.
Ora pero’ mi faccia una cortesia: non consenta piu a gentaglia come massimo bianco e sui alias, ai maurantoni e i suoi alias e ad altri haters e diffamatori da tastiera, di scrivere ancora qui sopra. Una cosa è esprimere una argomentazione contraria ma lucida e corretta, un’ altra è diffamare, offendere, seminare odio ome fanno da annni queti pessimi elementi. La prego col cuore: faccia qualcosa, faccia qualcosa. Guardi si creano post anche di offese verso questa gentaglia e io stesso mi autoaccuso: li offendo e se leggo di nuovo post che vomitano odio e diffamazione, continuerò ad offenderli. Ma non lo consenta, la prego.
Il Signof Mazzoni ragiona come credo tutti noi, secondo il parametro Giusto/Sbagliato.
Chi ragiona con un testo sacro in mano deferendo a quello ogni giudizio morale può sicuramente trovare tutte le risposte all’interno del testo.
Poi però arrivano casi come questo e bisogna scegliere se continuare ad essere talebani o accettare di ammettere che il testo (in questo caso, e quindi altri) è sbagliato
Sottoscrivo anche le virgole
Bravo Mazzoni, dopo il tuo articolo resta poco da dire.
Mi viene solo da aggiungere che Jannik ha preferito una condanna ingiusta, ma tuttosommato poco dolorosa, a un’assoluzione lunga, pesante e sfiancante che l’avrebbe tenuto in tensione per mesi e mesi. Senza parlare della possibilità assurda (ma non impossibile) di una condanna.
@ Sasha (#4317399)
Nel mio intervento ho concluso che INDIPENDENTEMENTE DAL RISULTATO (condanna o assoluzione) ognuno avrebbe continuato a pensarla in base alla propria CONVINZIONE, che in genere non si fonda mai su prove o fatti concreti…
… e il tuo scritto lo riscontra.
Buon tennis, se lo giochi o se solo lo segui o se, comunque, ti piace solo argomentare, qui c’è posto per tutti!
..la maggioranza degli appassionati lo ha accolto ďovunque in modo caloroso tanto che ha vinto a sorpresa visto quello che era successo il premio del giocatore più amato dal pubblico…tranquilli, continuerà così e al tempo stesso seguendo le note di Ferre’:
Col tempo sai
Col tempo tutto se ne va
Non ricordi parole della gente da poco..
Uff, che fatica farsi capire.
Sintetizzo:
– Il patteggiamento NON è assoluzione, ma accettazione della condanna.
– Condanna = danno di immagine.
Per me è stata una decisione sbagliata.
Buona spesa, Italia.
Ho gia’ girato pagina e non penso piu’ al doping. Per me e’ come se avesse avuto un piccolo infortunio e deve fare 2 mesi di pausa prima di riprendere gli allenamenti.
Bellissimo articolo, l’unica cosa che non è stata detta è che non riuscendo a batterlo in campo lo dovevano colpire diversamente e questa è e spero resterà l’unica occasione che gli è stata fornita…potevano sprecarla..che tristezza però!!ma noi siamo e saremo sempre accanto al nostro Jannik!!!
Nemmeno per sogno. Il principio della responsabilità oggettiva non è l’assoluto e inderogabile come vorresti far credere con le tue semplicistiche considerazioni. Esiste l’art. 10.5 del codice WADA, che è stato correttamente applicato in primo grado e ha portato all’assoluzione di Sinner. La sentenza è argomentata in modo pregevole, se non l’hai letta fallo, potresti forse capire qualcosa.
Che in appello le cose sarebbero andate diversamente è una tua illazione, una congettura su un fatto ipotetico, indimostrato e indimostrabile. L’unico verdetto emanato da un organo giudicante su questa grottesca vicenda è di assoluzione, non dimentichiamo questa circostanza. Sinner si è piegato perché non ne poteva più, era sfinito dalla pressione, dai comunicati minacciosi e dalle dosi di veleno che quotidianamente gli veniva riversato addosso per qualcosa che non aveva fatto. E tu parli di vittimismo? Pazzesco.
Ma anche quelle mezze persone che governano la WADA con chi faccia si guardano allo specchio?
Pur di fargli avere una squalifica accettano di dichiarare che è sportivamente innocente e quindi di perseguire convintamente un’ingiustizia in nome di un fine e giustizia superiore (quale?)
Chi elegge/nomina le cariche dirigenziali della WADA?
Hanno veramente un percorso trasparente?
Possiamo sapere un pò di più di loro o devono godere dello status di eminenza grigia come fossero la Spectra?
Mazzoni, mi spiace ma dissento.
La lotta al doping non è pura matematica. O per lo meno non matematica deterministica.
Semmai si entra nell’orbita della probabilità. Ad un certo punto deve condannare chi mostra una probabilità oltre una certa soglia di essere non pulito.
Non si può la lavorare di certezze scientifiche. O meglio, anche se non si ha la certezza scientifica che uno si è avvantaggiato da una certa pratica, si punisce perché alcuni numeri che presenta, mostrano una certa probabilità che qualcosa sia successa.
Per cui si punisce chi salta i controlli, si punisce chi ha valori anomali rispetto al suo passaporto biologico si punisce chi presenta tracce di sostanze coprenti etc. Etc.
A volte la condanna non è doping esplicito, ma convenzione.
Il meldonium non era dopante in sé, ma per convenzione, si è stabilito che usarlo significava che i era usato qualcos’altro.
A parte la Sharapova, ad inizio 2016, ci sono diversi che si sono fermati per curarsi. Erano dopati prima? Chissà.
Io non so dire se ci siano probabilità che Sinner abbia fatto qualche pratica che lo avvantaggiava. Posso dire che dopo, sotto l’occhio del ciclone, ha mostrato di poter giocare bene anche senza destare sospetti di sostanze minime.
Tre mesi non sono nulla se è pulito e la sostanza non gli serviva.
Semmai è un precedente importante per rivalutare le soglie minime e le prassi per dimostrare che PROBABILMENTE non ci si è dopati.
Ma è importante ricordare che una bassa probabilità di essersi dopati, a volte va sanzionata.
Perché non ci muoviamo in campo deterministico, ma probabilistico.
Questo parlando in generale. Ho cercato di non fare troppo riferimento a Sinner.
Concordo se è innocente e i fatti lo dimostrano senza nessun dubbio, dato che anche la Wada non ha mai parlato assolutamente di doping ma solo di responsabilità oggettiva nei confronti del proprio team nella CONTAMINAZIONE, Jannik deve portare in tribunale i vari calunniatori così ai primi risarcimenti milionari qualcuno inizierà a pensare prima di scrivere o di parlare a vanvera!!!
Sull’onda della (mia) indignazione, aggiungo:
Sinner aveva (a mio avviso) il DOVERE di andare fino in fondo.
Non è mica un poverccio qualsiasi, perso tra gli ingranaggi della giustizia.
Ogni altro atteggiamento avrebbe avuto il sapore della coscienza della colpevolezza.
E infatti…
Clicca qui per visualizzarlo.
È matematico.
Il sig Mazzoni NON ha mai letto il codice Wada e, di conseguenza, NON sa cos’è il doping, o meglio, non sa quali sono i principi e le regole sancite con il CONSENSO di tutte le parti interessate (atleti compresi) da piu di 20 anni e recepite dalla Convenzione Unesco del 2005 contro il doping, sottoscritta da 192 Stati membri Onu.
Invece di andare alla FONTE, il sig Mazzoni fonda i suoi ragionamenti su una frase di una intervista (??!! – punto 2) che non può certamente spiegare il tutto proprio perché è una banale intervista in cui si fanno solo semplificazioni.
L’equazione giusta è:
1 + REGOLE (codice Wada) = soluzione EQUA
Nel caso il sig Mazzoni voglia documentarsi ed evitare questi errori, allego il codice Wada
https://www.wada-ama.org/en/what-we-do/world-anti-doping-code
Nel resto dell’articolo ci sono altri errori notevoli: i più importanti
1) NON c’è affatto “responsabilità oggettiva” nel senso che qualunque negligenza dello staff ricade SEMPRE sull’atleta.
La negligenza del dipendente ricade sull’atleta – datore di lavoro – se ha assunto un collaboratore incompetente (sul doping) e NON lo ha obbligato a fare la formazione adeguata per diventare competente (è il caso Naldi come emerge dalla decisione dello pseudo Tribunale Itia)
Più o meno quello che succede, da sempre, in ambito sicurezza sul lavoro: se un dipendente non rispetta le norme di sicurezza perché non le conosce e non ha fatto formazione, la responsabilità CERTA è del datore di lavoro.
2)Non saranno certamente introdotti valori minimi per il clostebol. I limiti minimi ci sono da un sacco di tempo per le probabili contaminazioni involontarie da cause esterne (es. cibo…); non li introducono certo per quei 4 “pirla” che SOLO in Italia e Brasile usano il Trofodermin, che nessuno vuole nel resto del mondo.
Anche la norma sulla responsabilità dell’atleta e dello staff NON sarà cambiata; nella prima bozza del codice 2027, questa parte non è cambiata di una VIRGOLA e non ci sono state richieste di modifica.
Nel 2027 CAMBIERA’ la sanzione prevista per questo tipo di violazioni scendendo “da 1 a 2 anni” a “da ammonizione a 2 anni”.
E’ esattamente quello che è GIA’ stato applicato a Sinner.
La stessa vicenda, fra 3-4 anni, causata da un collaboratore incompetente (sul doping) e non formato, porterà esattamente alla stessa conclusione.
Completamente in disaccordo con quanto detto da Mazzoni. Mi dispiace che dopo quasi un anno continui a non vedere o non voler capire perché solo in Italia si parli di ingiustizia. Un atleta che si circonda di uno staff che gestiva il suo corpo quotidianamente e che doveva conoscere i rischi connessi a ciascun medicinale , non poteva portare un farmaco che conteneva steroidi dall’Italia agli Stati Uniti come se niente fosse . Anche Jannik si è assunto le sue responsabilità e ha capito che dovrà pagare un prezzo per l’errore del suo team. Jannik è un dopato? Ovviamente no. Jannik è da ritenersi responsabile per aver scelto un membro del suo team che ha fatto una porcata che non si può neanche immaginare ? Ovviamente si. L hanno capito tutti:Jannik,il suo team di avvocati e la Wada voleva solamente che si riconoscesse questo errore e ha concesso a Jannik una breve sospensione. Jannik vi sta dando un’altra grande lezione ,assumendosi tutte le responsabilità ma purtroppo post come questo di Mazzoni dimostrano che non sia ancora capito niente. Per me giustizia è fatta,e Sinner tornerà più forte di prima . Delle accuse di ignoranti se ne infischierà come sempre.
Bravissimo Mazzoni. Grazie per questo articolo
Siamo tutti, Mazzoni compreso, molto ingenui visto il putiferio che è scoppiato dopo la notizia della sua assoluzione..fosse stato il n.80 non sarebbe successo nulla ma quando sei al vertice pure se sputi per terra verrai giudicato e stigmatizzato…ma Semola ha utilizzato questa ordalia per crescere e maturare ulteriormente e il pubblico ovvero la msggiora
Credo che nessuno stia ingiustamente prendendo in considerazione l’elemento “Naldi Ferrara mina vagamente in audizione a Losanna”. Chissà… magari anche questo è stato valutato.
Sospettare che gli avvocati di Sinner abbiano versato vagonate di soldi alla wada…. neanche a Kyrgios è venuto in mente
E nemmeno l’assolluzione piena avrebbero ottenuta!
Più o meno come uno che dica che il tuo vero nome è Antonella e stai facendo pubblicità occulta a MD supermercati
Ah io non lo credo,eh 🙂
Male fa Jannik a non portarli in tribunale…
La WADA sapendo benissimo che avrebbe perso faccia e ricorso davanti al CAS da una parte metteva pressioni a Jannik terrorizzandolo con 1-2 anni di stop con l’altra mano porgeva l’accordo.
Era tutto funzionale.
È un’organizzazione inquisitrice di potere ,, fa terrore, non cerca giustizia ma la sua ragione di esistere.
Non credo sia molto corretto dalla parte accusatrice parlare a processo in corso con comunicazioni pubbliche minacciose, sa molto di reato.
Per me Jannik doveva scoprire le carte, lo stress probabilmente continuerà per anni dalle voci degli haters , un’assoluzione piena avrebbe fatto scomparire tutti gli analfabeti funzionali in pochi mesi.
Completamente d’accordo! Inoltre io spero che, almeno la parte dei milioni di haters che impesta questo forum, venga bloccata e che non possa sostenere cose assurde e infamanti.
Persino la Wada non lo ha mai accusato di doping! Ricordiamo che la Wada gli contesta solo la presunta responsabilità verso il suo team nella CONTAMINAZIONE!!!
Grazie per l’articolo, ha messo in fila ed ordine tutti i miei pensieri.
Tre mesi nel tennis sono tanto tempo, per fortuna non salta slam ma salta 4 1000..
Non doveva accettare più di un mese. Alla fine della storia la WADA voleva fargli tutto il male possibile e l’ha fatto
@ Murakami (#4317390)
Come si fa a non essere d’accordo? Ho ancora la nausea..
Purtroppo gli imbecili sono un numero non trascurabile di persone. È una faccenda molto spiacevole, piano piano si sgonfierà ma adesso brucia tantissimo. Sarebbe dovuta finire in modo diverso, questa storia assurda
Non avrebbe chiuso la bocca, ma secondo me sarebbe stata più soddisfacente della situazione attuale.
Proprio perchè è utopistico pensare di chiudere la bocca a coloro che hanno torto (basti pensare ai “terrapiattisti” ed ai “Bianco”), bisogna pensarci bene prima di accettare verdetti che consentono anche a chi è leggermente migliore dei “terrapiattisti” di poter poi lanciare impunemente le sue false accuse…
Naturalmente il mio è un semplice parere di un “esterno che non vive in prima persona la situazione”: magari se fossi stato nella stessa situazione psicologica di Sinner, avrei accettato il medesimo compromesso…
Tendenziose.
Sarebbe successo anche se fosse stato assolto dal Cas come è successo quando è stato assolto dal tribunale indipendente…
@ Carota Senior (#4317374)
IO non mi permetto di criticare la scelta di Jannik comprensibile dal punto di vista umano però mi spiace se le regole sono ingiuste io non sto alle regole e se sono convinto della mia innocenza vado fino in fondo a tutti i costi, non dico che io sarei riuscito a farlo dico solo come si sarebbe dovuto fare per uscirne a testa alta anche in caso di condanna, certo assoluzione non avrebbe cambiato opinione dei detrattori quella resta in ogni caso perché dovuta a malafede.
Tutto corretto.
Ma il punto è questo, Sinner è stato scagionato ufficialmente dalle accuse di DOPING!
Egli ha accettato di essere incriminato per la responsabilità oggettiva di un errore fatto dal suo team.
Cioè non ha fatto una rapina a mano armata, sta pagando perché suo figlio minorenne ha rubato la marmellata.
Sono contento perché finalmente si mette un punto alla parte “giuridica” di questa vicenda. Ma sento una grande amarezza, perché penso che, in qualche maniera, l’immagine di questo ragazzo ne esca offuscata. E non se lo merita. Ora si stanno già scatenando i mentecatti di varie parti del globo e non sarà facile contrastare argomentazioni di infimo livello, ma facilmente digeribili per lettori superficiali. Mi aspettavo reazioni diverse dai colleghi: anche loro ora dovranno prestare l’attenzione massima, perché criticare eppoi trovarsi coinvolti sarà facilissimo.
Poiché sul caso Sinner ha espresso il proprio parere una moltitudine di soggetti, quasi tutti dall’alto di una dotta ignoranza e di un astio che accompagna da sempre questo encomiabile ragazzo, mi permetto di esprimere il mio parere (non necessariamente meglio fondato o più attendibile di altri), per non più ritornare sull’argomento.
Premetto, dato che sono anziano, che in famiglia si è sempre parlato del professor Francesco Carnelutti come di un grandissimo giurista e avvocato, che ha improntato di sé tutta la storia del diritto del novecento.
Di lui ricordo due massime:
“Se ti accusano di aver rubato la Madonnina del Duomo di Milano, scappa subito in un paese che non abbia in essere accordi di estradizione con l’Italia” e
“Puoi intentare una causa solo se hai palesemente torto marcio, ti può sempre capitare di trovare un giudice che ti dia ragione”.
E quella in cui operava Carnelutti era un’epoca in cui la magistratura era ancora relativamente affidabile, nulla a che vedere con le degenerazioni e le follie attuali.
Ciò premesso ci si deve porre una domanda fondamentale: qual’era il contenzioso più importante e di maggior risonanza pendente avanti la corte arbitrale di Losanna (il TAS)?
Ovviamente il “caso Sinner”.
Atteso che in una corte arbitrale i due arbitri nominati dalle parti esprimeranno un parere favorevole alla parte che li ha nominati, il risultato dell’arbitrato dipende esclusivamente dal terzo arbitro, il presidente, nominato dal tribunale arbitrale.
Chi ti nomina il tribunale arbitrale per dirimere la questione?
Un carneade lussemburghese, tale Jacques Radoux, che dopo un anno di pratica in uno studio legale lussemburghese ha scelto gli “ozi” di una struttura burocratica che ti garantisce uno stipendio a fine mese, la Corte di Giustizia Europea.
Bene, vi è entrato come “referendario” venticinque anni or sono e lì è rimasto, referendario, senza un avanzamento di carriera in venticinque anni!
Si è portati a pensare che abbia la personalità e le ambizioni di un criceto.
Molti qui si sono sdilinquiti per il fatto che abbia avuto una men che modesta carriera da tennista professionista, considerando ciò di buon auspicio per il tennista Sinner.
Questo atteggiamento mi ricorda un episodio che ebbe per protagonisti due noti giornalisti, critici enogastronomici: Vincenzo Buonassisi e Luigi Veronelli. Quest’ultimo aveva scritto che, non ricordo più quale Clòs (du Mesnil o d’Ambonnay) di casa Krug aveva un retrogusto con sapore di sperma. Il principe Krug chiese a Buonassisi, in visita presso le sue cantine, se avesse modo di parlare con Veronelli. Alla risposta affermativa, gli chiese di riferire un suo messaggio: “Dica a Veronelli che, prima di degustare il mio champagne, sarebbe consigliabile che si lavasse accuratamente le mani”.
Ecco, chi andava in visibilio per la nomina di un tennista quale arbitro capo nel caso Sinner, mi ha ricordato il principe Krug.
Un referendario è colui che raccoglie e predispone le normative, le leggi e le sentenze applicabili ad un caso e le sottopone alla considerazione dei giudici di merito per permettere loro di emettere una sentenza.
Non mi pare che uno che fa questo per venticinque anni, senza un avanzamento di carriera, non sia molto di più di uno che si attiene alla lettera e alla forma delle leggi e dei precedenti, senza avventurarsi in considerazioni pragmatiche e di buon senso: se il regolamento parla di “responsabilità oggettiva”, “responsabilità oggettiva” ha da essere.
Qualcuno qui manifestava giubilo perché la decisione non sarebbe stata affidata a un giurista cresciuto nell’orrido brodo di coltura della Common Law, bensì del luminoso diritto romano, con fior di mozzaorecchi pronti a spaccare il capello in quattro per far prevalere non il buon senso ma la forma e la lettera dei regolamenti.
Essendosi Jannik affidato, per fortuna, ad avvocati di formazione anglosassone ed avendo nominato un arbitro di parte, lord John Dyson, già magistrato della Corte Suprema Inglese,
non escludo che nei contatti informali preliminari, che sicuramente ci sono stati, tra i tre arbitri, la parte di Sinner abbia usmato che il presidente era orientato verso la lettera delle norme da diritto romano e non verso un pragmatico buon senso da Common Law, ed abbia precipitosamente fatto marcia indietro e abbia suggerito a Jannik un patteggiamento doloroso e ingiusto pur di evitare guai peggiori (uno-due anni di squalifica).
Questo è il mio parere che, giusto o sbagliato, può valere quanto decine di altri, ma sicuramente vale di più di quello di Luce nella notte o di Andrewthefirst.
Lo dico tra il serio e faceto. Ora è obbligato a fare il grande Slam.
Bellissima disamina: molto lucida, ben scritta e solidamente argomentata. Complimenti davvero. Dal canto mio posso aggiungere che questo esito orrendo di tutta la storia (la squalifica ingiusta di un atleta esemplare che non ha fatto nulla di sbagliato) è purtroppo una vittoria trionfale di WADA e una sconfitta disastrosa, terribile per Jannik.
Si partiva da una sentenza di assoluzione solidissima e motivata in modo convincente, puntuale ed esaustivo. Possibilità di un ribaltamento in appello? Scarsissime, direi quasi nulle.
Eppure, con i tempi lunghi, con le minacce, con i comunicati, sfruttando la grancassa mediatica di sciacalli e mentecatti vari, agitando lo spauracchio di una squalifica che avrebbe stroncato una meravigliosa carriera, con tutto questo mefitico veleno distillato a poco a poco, un giorno dopo l’altro, mettendo in moto e portando avanti questo perverso meccanismo da inquisizione medievale questi squallidi politicanti hanno costretto Sinner a piegarsi a un accordo vergognoso.
Se questa non è una schiacciante vittoria di WADA e una tragica sconfitta di Jannik. allora io non so più che dire, forse ho problemi di comprensione.
Il mio disgusto, il mio ribrezzo, la mia indignazione (mia e di tutti quelli che amano lo sport) sono totali e non svaniranno mai.
Anch’io condivido pienamente analisi e conseguenti riflessioni di Marco Mazzoni.
E’ appena il caso di aggiungere che coloro i quali hanno sostenuto, sostengono e/o continueranno a sostenere che Jannik Sinner sia un dopato e magari per questo ha voluto evitare di sottoporsi al giudizio del Tribunale di Losanna, sono degli ignoranti boccaloni, oppure degli stupidi, oppure ancora degli haters, i quali non mancano mai in qualunque contesto !
Naturalmente, pervenendo ad un accordo, Sinner è stato costretto ad accettare l’automatica assunzione della responsabilità in relazione all’operato di Ferrara e di Naldi con una riduzione della sanzione statuita dal codice antidoping; responsabilità, a mio avviso, tutt’altro che automatica in caso di prosecuzione della controversia in sede giudiziaria, diversamente da come perorato da altri con un’illogica interpretazione della normativa vigente; contrariamente il giudizio dell’ITIA sarebbe stato una farsa, senza null’altro aggiungere sennò non la si finisce più !
Concludo dicendo che se Nostro Signore è risorto dopo 3 giorni, ci sta che Jannik Sinner, dopo 3 tre mesi di forzato allontanamento dal tennis, diventi più forte di prima !
Sempre con te … Forza Jannik !!!
Alla fine, resterà il sospetto che Sinner, per ovvi motivi, sia stato graziato. Per fortuna Jannik, con i risultati, farà sparire tutto enzo
Immagine di Sinner sporcata da questo compromesso? Certo, ma solo per gli imbecilli che non hanno capito che era l’unica maniera per scongiurare una ingiustizia ancora più grande in termini di mesi di sospensione. Razionale anche nella rabbia il nostro Jannik.
Queste narrazioni “soggettive” hanno stancato… Sinner è stato sospeso per responsabilità oggettiva, ossia per evidenti negligenze del suo team, perché il codice mondiale antidoping lo prevede e lo impone, a prescindere dalla quantità infinitesimale della sostanza, quando si tratta di steroidi anabolizzanti… siamo tutti d’accordo sul fatto che un simile rigore normativo sia ingiusto e infatti la wada ha già comunicato che sul punto il codice antidoping verrà modificato, ma a normativa vigente la squalifica era inevitabile come lo è stata per tanti suoi colleghi in casi analoghi.. vittimismo e giustizialismo alla fine sono le due facce della stessa medaglia, quella dell’ignoranza
Un articolo profondo scritto soprattutto con il cuore, oltre che con capacità, sensibilità e conoscenza dei fatti.
MARCO MAZZONI si rivela, ancora una volta, per quello che è:
UN BRAVISSIMO GIORNALISTA E UNA PERSONA PERBENE.
Capisco, anzi l’avevo capito non appena letto l’articolo, ma io avrei scritto un articolo ancora più BRUTALE per fare entrare ancora di più in testa questi concetti: però non sono un giornalista e quindi probabilmente è stato più giusto scriverlo come ha fatto Lei: io qua oggi volevo più che altro sfogarmi come tifoso e La ringrazio molto per la sua pronta e chiara risposta…
Lei potrebbe però chiedere alla Redazione se vorranno prendere provvedimenti verso quel soggetto che non nomino più?
Per me é inutile fare sfoggio di semantica.
Una schifezza come solo nello “cose legali” si riesce a fare.
La mia e la tua, e sí e no…vabbé…l’importante é chiudere la porta e andare avanti.
Sono d’accordo al 110% per cento con Mazzoni. Se dal lato pratico alla fine se l’è cavata con una piccola squalifica in un periodo assolutamente conveniente (come ha detto Roddick,che ha sempre preso le parti di Sinner, nel suo podcast “Served”, secondo me il migliore tra quelli di ex giocatori e non è uno qualsiasi, è come dare una sospensione a scuola prima delle vacanze estive), dall’altro questo “compromesso” è la peggior soluzione che la vicenda potesse avere. E quando dico peggiore non mi riferisco agli effetti pratici, che potevano essere ben peggiori e ancora più ingiusti, ma all’immagine di tutto il mondo del tennis e a Jannik stesso, che di fatto non esce con la fedina pulita, ma accetta (e non è una critica, qualunque professionista avrebbe accettato il minore dei potenziali mali) il patteggiamento come un colpevole qualsiasi. Questo patteggiamento apre più domande a quante ne risponda. Ma allora le pene sono patteggiabili ? Per tutti i giocatori o solo per alcuni ? Perchè dopo quasi un anno, prorpio adesso ? Il periodo di sospensione è da delitto perfetto, l’unica parte di anno che consente di non saltare uno Slam. Capisco che molti giocatori, anche tra quelli che hanno difeso Sinner, oggi siano molto perplessi. Questa soluzione opaca e ricattatoria – ripeto, ovvio che rispetto al rischio di un/due anni di squalifica, per quanto basso, si sia scelto per una pena abbreviata e “conveniente” – proposta dalla WADA, che ne esce con le ossa rotte (fino a due giorni fa dice che chiederà pene esemplari, pur riconoscendo l’estraneità di Sinner) e un minuto dopo propone un agreement super leggero rispetto alle minacce e alle premesse.
Davvero vicenda che mi sconcerta e non mi soddisfa. Suo malgrado rimane una macchia anche su Sinner, che come tanti qui dentro, avrei preferito fosse andato fino in fondo (e ripeto per l’ennesima volta di cui capisco la scelta che non mette a repentaglio la carriera, perchè di questo stiamo parlando), da innocente la difesa del proprio onore non ha prezzo.
Purtroppo Sinner è finito in mezzo ad una questione “politica” e ha finito per farne le spese!
La sua era una storia che poteva finire come quella della Swiatek, con 1 mese di squalifica immediata e pochi clamori, ma la sua notorietà ha consentito alla WADA – in grande crisi di credibilità e forse a rischio di sopravvivenza – di ritagliarsi un ruolo e di ritrovare la ribalta.
Il futuro? Non cambierà quasi nulla: chi amava (o più semplicemente tifava) Sinner continuerà a farlo e lo stesso vale per chi lo odiava…
Ogni (anti)tifoso resterà con la sua convinzione e non sarebbe cambiato NULLA con una sua ASSOLUZIONE, che avrebbero visto come COMPRATA dai tanti soldi spesi in famosi avvocati…
A questo punto resta una “strada a senso unico” ovvero tornare e VINCERE, se possibile anche PIÙ DI PRIMA, e parlare sul campo, con i risultati.
Jannik deve continuare a vivere nella sua “bolla”, tra parenti ed amici, pensando solo al suo fisico ed al suo miglioramento, per tornare più forte e fare ingoiare l’odio agli hater a suon di vittorie.
Forza J A N N I K, sempre!
Mah, per me è il contrario.
Sinner, che si presentava come l’eroe immacolato, ne esce con una squalifica.
La WADA alla fine ha dimostrato che il suo ricorso era giusto, tanto che lo stesso Sinner ha accettato (non subito) una punizione; inoltre più si è dimostrata clemente, riducendo la durata della sanzione e salvando il mondo del tennis da un terremoto dovuto alla leggerezza del nr. 1 del mondo.
Per me, ripeto, le cose stanno nel modo opposto.
Ma alla fine la narrazione sarà questa, altro che WADA con le ossa rotte…
Sinner ha pagato il desiderio di visibilità-riabilitazione di fronte all’opinione pubblica mondiale della ITIA-WADA (rimane assurda la decisione della WADA di appellarsi dopo la sentenza di assoluzione emessa da suoi stessi rappresentanti, il che fa propendere per un gioco delle parti), già piuttosto squalificate per via della gestione opaca che le caratterizza, nonchè essere la punta di diamante di un movimento emergente che non ha mai contato niente in passato e che oggi inizia a dar fastidio a tanti all’estero.
Sentenza politica se ce n’è una. L’accordo nasce, forse, paradossalmente dal timore di un’assoluzione per la WADA (o forse hanno pensato che la stavano facendo troppo sporca?), di una condanna devastante per Sinner.
Rimane comunque una sensazione di squallore, proprio per via dell’accanimento verso un tennista che è la correttezza fatta persona.
Se si fossero azzardati a fare una cosa simile a un Nadal, a un Djokovic o un Federer, questi avrebbero reagito in maniera tale da svergognare questo sistema marcio da cima a fondo. Sinner è troppo signore per farlo, ed è per questo che se ne sono approfittati, consapevoli tra l’altro che l’opinione pubblica mondiale, soprattutto occidentale a esclusione di quella italiana, avrebbe accolto trionfalmente la caduta di una “divinità” nascente, espressione di un movimento considerato un intruso dalle tradizionali forze tennistiche, essenzialmente statunitensi, britanniche, francesi, spagnole e forse anche australiane.
Ovviamente quanto sopra è puro complottismo. Lo dice il potere, figuriamoci se non è vero.
@ ospite (#4317352)
Mi permetto solo di dirti:
Ma sei sicuro che una assoluzione finale, arrivata chissà quando avrebbe chiuso la bocca a quelli che continuano a dire che lui è un dopato protetto dal sistema?
In un mondo ideale tutti vorremmo che non esistesse la diffamazione, nel mondo reale ancor più in quest’epoca social è una mera utopia.
Il sospetto su Sinner non sarebbe mai svanito e quindi pragmaticamente il suo pool di avvocati (costosi)ha trovato una soluzione che ha salvato capra e cavoli. Certamente l’atteggiamento del suo “mondo”, leggi colleghi ed ambiente tennis lascia basiti, anche il podcast di Roddick che solleva dubbi sul periodo di squalifica troppo vantaggioso fa abbastanza ridere, ma secondo voi scelta la soluzione del patteggiamento cos’altro avrebbe dovuto fare?
Ora che la faccenda è finalmente chiusa, è il tempo di tirare le somme:
-WADA
Equanime, severa verso i poveri nuotatori cinesi, pur timidamente sostenuti da un governo periferico e secondario, quando è il caso di applicare la legge, non si lascia intenerire.
Poi, davanti ad un potente tennista ventenne, arrogante, raccomandato, colto in fragrante alterazione, presunto ed immeritato numero 1 al mondo, non si lascia impaurire e procede a barra dritta verso una punizione esemplare, incurante delle ripercussioni, impavida.
BALUARDO VOTO:10
-SINNER
Colto con le mani nella marmellata, ubriaco di birra analcolica, va in confusione totale, perde il senno, entra in crisi e contraddizioni ripetute, non imbrocca più un risultato che è uno, riuscendo solo ad attirare la compassione dei colleghi, che gli lasciano raccimolare qualche game durante le partite, inteneriti dalle sue ridicole crisi di pianto.
PRINCIPIANTE VOTO:4
Mi spiace ma da qualunque parte la si giri questa vicenda presenta solo sconfitti è un mondo che non mi piace questo sembra di essere tornati nel medioevo ma a differenza di quel periodo si dispone di armi più sofisticate, tempi cupi signori miei
Non vorrei tornare troppo sull’argomento, sul quale mi sono già espresso ieri (che è sostanzialmente concorde con il sentiment espresso da Mazzoni).
Volevo soltanto rimarcare una piccola nota di colore avvenuta ieri, giornata sanremese e giornata della vittoria del doppio femminile alla finale di Doha delle nostre; ho visto passare in TV più volte uno spot di una nota marca di caffé dove compare il nostro numero 1. Ecco. Questo mi è sembrato un modo concreto e significativo di sostenere il nostro beniamino. Magari a qualcuno potrà sembrare poco significativo o addirittura opportunista mentre ai miei occhi il messaggio è stato di grande sostegno in questo momento non facile.
Credo di poter affermare che questo episodio non potrà mai oscurare la grandezza di Jannik se a fine carriera avrà vinto tanto…Pensavo alla Errani e soprattutto a Rafa che ha vissuto l’intera carriera all’ombra di un presunto doping…
Splendido articolo ,da stampare e mettere in cornice ! Grande Mazzoni .
E la WADA per una persona con una normale intelligenza ne esce con le ossa distrutte .
ciao, io sono un appassionato di tennis in primis, e credo fermamente nella legalità e nella innocenza totale di Jannik. Ma non sono Sinner, e la sua scelta di accettare il compromesso è assai lungimirante in ottica carriera. Lui è certamente migliore di me, e ha certamente scelto il meglio per la sua carriera.
Forza Jannik, tutti con te.
Bravo Mazzoni , netta presa di posizione e dura verità la sua.
Essenzialmente l’accordo di Jannik non è giustizia, tra pressioni della WADA e dei forcaioli da social, tra tempi del caso che sarebbero scivolati verso fino a tutto il 2025, Jannik ha preferito l’ingiustizia allo stress.
Ricordiamo che in UE c’è la direttiva sul Diritto a un processo equo.
Un processo equo presuppone che gli indagati beneficino del diritto al silenzio, l’onere della prova è a carico della pubblica accusa,inoltre il principio della ragionevole durata del processo è riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale come parte essenziale del diritto alla giustizia.
Un processo troppo lungo può compromettere il diritto alla difesa e così è stato.
“Non accetto che sia stato consigliato ad accettare il compromesso proposto da WADA, perché così la sua immagine subisce un danno. Credo di averlo scritto abbastanza chiaramente. Io fossi stato Jannik, sarei andato dritto a CAS a testa altissima”.
Gentile Mazzoni,
devo ammettere che questa posizione così netta non era espressa chiaramente nel suo articolo.
Condivido ogni parola, con altrettanta fermezza.
A mio avviso, le conseguenze di questo gravissimo errore del clan Sinner cominceranno ora, e porteranno molto più stress al giocatore di quanto ne portava l’attesa del verdetto.
Mazzoni ha veramente una gran penna e questo é un pezzone che dovrebbero leggere tutti.
Nello sforzo di vedere lati positivi, oltre allo scampato pericolo e all’averla chiusa una volta per tutte, oltre alla dignità di averla gestita sempre in silenzio al contrario degli aguzzini accusatorio, per me c’é pure la più grande dimostrazione possibile di che cervello abbia Sinner: é venuto fuori che sono mesi che tratta l’entità della pena, sono mesi che ogni sera prima di addormentarsi é costretto a pensare ad una decisione con altissime implicazioni, pure
contrastanti, morali e di carriera. E nonostante questo guardate cosa ha fatto sui campi da tennis. Ci pensate cosa potrà succedere quando tornerà con la mente libera?
Tre mesi passano in fretta. Io li passo con questo pensiero. Il conto alla rovescia é cominciato.
ciao Borg (grande nickname 😎 ) probabilmente non mi leggi negli anni perché non ho risparmiato severe critiche a WADA da anni, ricordo bene sul caso Cilic e tanti altri.
Buon tennis
@ Guest (#4317329)
Conosci qualche pagina bianca, che non siano numeri, in relazione al serbo? Io no…
Ciao, ma guarda è quello che affermo! Sinner non meritava nemmeno 1 minuto di sospensione. Binaghi fa un commento secco, brutale, politicamente corretto. Io non sono un politico ma un appassionato prima di tutto, e non accetto che sia stato consigliato ad accettare il compromesso proposto da WADA, perché così la sua immagine subisce un danno. Credo di averlo scritto abbastanza chiaramente. Io fossi stato Jannik, sarei andato dritto a CAS a testa altissima. Gli avranno fatto capire che nella politica non c’è giustizia e il rischio sarebbe stato superiore al beneficio, perché parliamoci chiaro, in questa faccenda ormai solo la politica c’era di mezzo, il doping giammai.
Approfitto dell’appassionata analisi dell’ottimo Mazzoni per ripercorrere i passaggi di questa bruttissima vicenda… In modo quasi catarchico per liberarmi dal disgusto accumulato in questi mesi, ma cercando di spogliarmi dalle vesti del tifoso e di analizzare i fatti nella loro oggettività.
Se c’è una cosa che è assodata e scolpita nella pietra è la ricostruzione fattuale della vicenda. La versione di Sinner è stata confermata nel processo di primo grado, minuziosamente condotto non solo sulla base di testimonianze ma anche di evidenze scientifiche. Questa versione è stata confermata e accettata anche da WADA che lo ha detto a chiare lettere nel suo comunicato. Il compromesso non è quindi sui fatti, assolutamente pacifici, ma nell’interpretazione delle conseguenze giuridiche in base alla normativa antidoping.
Ripartiamo allora da questi fatti. Il pasticcio all’interno del team Sinner è stato fatto. Quei picogrammi di Clostebol non dovevano entrare nell’organismo di Sinner. La cosa non ha nulla a che vedere con il doping (cioè con il deliberato intento di migliorare illecitamente le prestazioni sportive), ma lo ha con il regolamento antidoping.
Ferrara e Naldi sono stati molto superficiali e negligenti dando il via ad una vicenda terribile. Quando la storia uscì e sembrava già chiusa mi espressi a favore di un loro perdono perché tutti possono sbagliare e comunque non avevano ammazzato nessuno. I fatti avvenuti dopo hanno invece confermato che avevano ragione quelli utenti (uno su tutti Sinner@Raducanu) che sostenevano che andassero allontanati.
Dopo IW 2024 Jannik si è trovato costretto ad affrontare un periodo difficilissimo. Parlo del periodo durante il processo di primo grado in cui la vicenda non era stata (giustamente) resa pubblica e Sinner ha dovuto custodire in silenzio un pesantissimo fardello. Era un periodo in cui Jannik stava crescendo in modo esponenziale e quindi forse non ce ne siamo accorti ma in termini sportivi ha pagato tanto…penso ai problemi fisici e di salute nella primavera sul rosso, alla sconfitta con Alcaraz al quinto set al RG (sconfitta con una matrice essenzialmente atletica), all’unico ma dolorosissimo ko con Medvedev a Wimbledon, dopo una notte insonne e tormentata dai fantasmi.
Dopo la conclusione del processo di primo grado la vicenda è stata resa pubblica. A fronte del sollievo per l’assoluzione Jannik ha dovuto affrontare la tempesta mediatica ed il vile assalto di ignoranti, invidiosi e squallidi personaggi in cerca di visibilità. In questo periodo Jannik ha gestito la situazione in modo incredibile vincendo due Slam, Finals, Davis e, se non sbaglio, 2 mille (Cincinnati e Shangai)… Ha inanellato una serie di vittorie impressionante, fermato solo da Rublev in Canada e da Alcaraz in una memorabile finale a Pechino… incredibile.
Nel frattempo è arrivato l’appello di WADA… Un appello francamente poco comprensibile. Senza contestare i fatti e nel nome della salvaguardia di un principio molto discutibile (la famosa responsabilità oggettiva) è stato proseguito il martirio di Sinner, con la richiesta di una condanna chiaramente abnorme rispetto ai fatti… Un appello che certamente nasconde valutazioni “politiche” (nel senso peggiore del termine) da parte di un’organizzazione che ha dimostrato di non essere in grado di assolvere al delicato compito istituzionale che gli è affidato. L’incubo continua, Sinner è ancora nella tempesta ed il rischio è pesantissimo. Da uno o due anni di condanna, praticamente una carriera stroncata per un errore di altri, senza alcuna intenzione di barare e senza aver avuto, nemmeno involontariamente alcun vantaggio sportivo per la contaminazione accidentale.
La stessa WADA si rende conto della situazione assurda creatasi e ventila un cambio di regolamento con introduzione (o miglior specificazione come notato da Wapi) delle soglie minime. Insomma con le modifiche regolamentari i picogrammi di Clostebol rinvenuti dai potentissimi microscopi non avrebbero nemmeno dato il via ad un procedimento antidoping. Una vera beffa.
L’attesa del processo di appello è snervante ed i tempi lunghissimi. Ci vogliono mesi solo per formare il collegio arbitrale e fissare un’udienza… L’udienza è a metà aprile nel cuore della stagione sul rosso e poco prima dell’accoppiata RG – Wimbledon in cui c’è da fare i conti con Alcaraz.
L’esito del procedimento non è certo. Si disquisisce sul contenuto della responsabilità dell’atleta per negligenze del suo team… Riguarda solo somministrazioni in senso stretto o anche contaminazioni accidentali per il tramite dello staff? Risposte certe non ce ne sono. C’è invece la certezza di tempi lunghi per la conclusione del processo e aleggia sempre il terrore di una sanzione “monstre”, perché non è nemmeno chiaro se è quanto il TAS possa graduare la sanzione al di fuori dell’assurdo range previsto dal regolamento antidoping e sulla base del generale principio di proporzionalità.
In questo contesto arriva la possibilità di mettere un punto e girare pagina… Non è chiaro su impulso di chi e con che percorso. Gli avvocati di Jannik con tutta probabilità lo consigliano di accettare, così come gli sponsor e forse anche amici e familiari.
Jannik giustamente beve un calice che è amarissimo ma, paradossalmente, ha la nota dolce di essere l’ultimo… Si volta pagina, si raccolgono i cocci e si pulisce il vomito e finalmente si può riprendere un percorso entusiasmante… Quindi capisco l’amaro in bocca ma io sono felice per Jannik, che esce ferito ma vivo e con la consapevolezza di aver navigato in una tempesta che avrebbe affondato anche le navi più solide. Forza Jan… Tre mesi (che già sono diventati due e mezzo) volano… Ti aspettiamo a Roma e vediamo che succede…
Certo.
Nessuno scriverà mai chiaramente “Sinner ha comprato la sentenza”.
Ma il giornalismo (specie oggi, e nelle sue declinazioni più becere) è tutto un insinuare, alludere, affermare e subito smentire.
E questa vicenda sarà tutto cibo per gli haters.
E molto abbondante, per giunta.
In questi tempi in cui il “grande” web da voce a qualsiasi incompetente da bar con relativo seguito (e sono molti) è estremamente importante che chi è in grado di farlo con competenza e chiarezza come lei parli. Mi resta un dubbio: ma perchè i veri colpevoli di tutta questa faccenda – Naldi e Ferrara – possono tranquillamente continuare ad esercitare la loro professione in ambito sportivo senza la minima sanzione?
E va bene, mi prenderò questo insulto, e anche i più forti che gentilmente non hai voluto usare.
Perdona l’ignoranza (che ci posso fare?), ma ovviamente intendevo dire che una trattativa sotterranea di questo genere è molto lontana dalle dichiarazioni di innocenza assoluta esternate dal clan Sinner.
Dà la sensazione che la giustizia si amministri con altre regole e in altri luoghi, rispetto a quelli deputati.
Non intendevo dire che qualcuno è effettivamente mafioso, cioè affiliato alla criminalità organizzata.
Una persona della tua cultura forse ci poteva arrivare.
@ Marco Mazzoni + @ Redazione di Livetennis.it
Egregio dr.Mazzoni, alcuni aspetti del suo articolo mi lasciano insodisfatto (condivido il suo articolo, ma per me doveva essere ancora più chiaro) a parte il titolo che è perfetto.
Cioè:
a) Per me è inutile che lei spieghi i punti 1 e 2. Li condivido anche, ma basta questo a risolvere la questione: “Sinner non intendeva imbrogliare”. Per me, quando questo viene accertato, anche se il tennista X ottiene vantaggi da un prodotto (NON è questo il caso di Sinner, perchè lui non ha neanche ottenuto vantaggi, ma cmq dico lo stesso quanto ora segue), visto che questo gli è stato somministrato contro la sua volontà, NON va squalificato neanche per un giorno. In quel caso gli si tolgano solo i punti e l’eventuale vittoria di quel torneo e poi niente altro. Si è capito il concetto?
b) Binaghi sarà pragmatico, lungimirante e lucido, ok, ma, secondo me, le sue parole sono inaccettabili. Lui, probabilmente, visto il suo ruolo pubblico, è costretto a dirle, sia chiaro che non sto chiedendo utopisticamente che lui le cambi, ma dico solo che noi appassionati che non abbiamo tali vincoli dobbiamo sempre dire che quanto successo a Sinner è inaccettabile, altro che dire “fine di un incubo”: l’incubo per i tifosi inizia ora.
c) l’immagine di JS sarà in ogni caso per sempre rovinata. Anche vincesse 100 slam da pulito, diranno sempre che è un dopato, visto che il mondo è ormai preda degli analfabeti funzionali.
Per questo, anche se capisco che lui magari non sopportava più di attendere gli esiti del lungo processo con il conseguente stress, mi spiace che il suo staff non abbia considerato questo. Io me ne farò di certo una ragione, ma il rammarico resterà sempre…
Ma non è che Le chiedo un commento alle mie considerazioni, perchè penso che non siano così interessanti, nonchè che Lei non abbia nè tempo, nè voglia.
Chiedo invece a lei ed @Redazione di livetennis, una cosa che rientra nelle facoltà forse dell’uno, ma sicuramente della Redazione.
Se cioè non sia proprio possibile bannare Bianco, perchè ieri, secondo me, è stato inaccettabile.
Io spesso contro lui uso l’arma dell’ironia, ma penso che in certi casi non basti.
Cordiali saluti.
Scordatevi la stampa e i colleghi onesti. Basta leggere qualunque editoriale internazionale e il veleno e i graffi di alcuni colleghi ed ex, per vedere quanta determinazione abbiano nel voler schiacciare una persona che da troppo fastidio ai loro interessi
Hai ragione…
Infatti la prima notizia che leggo stamattina è:
Kafelnikov: io non giocherei più con lui.
E sarà sempre così.
Sarà quello che è stato squalificato. Non è giusto ma è così.
Facesse almeno partire un po di querele.
Grande Mazzoni e con le sue parole ha chiuso le discussioni. Quindi per favore non ne parliamo più
Vero. Ma è il cane che si morde la coda. L’ha concordata perché con le regole medioevali di oggi sul doping rischi molto di più. Quindi la domanda da porci è:” meglio un uovo oggi o una gallina domani?”
Credo che pensare ad un fiume di denaro versato alla Wada porterebbe ad una denuncia da parte di entrambe le parti.
Quanto scritto non è contro te (hai scritto chiaramente che non ci credi)
Vanno bene le parole forti.
Na accostare questo caso a qualcosa del genere è da ignoranti.
Io le parole forti non le ho volute usare, perché moritavi qualche altro aggettivo.
Scusa ma l’hai fatta fuori dal vaso.
Bravissimo.
Ecco il punto.
Hai patteggiato, fine della questione.
Per me, errore gravissimo.
In tutto questo mi lascia perplesso il silenzio assoluto di Ferrara e Naldi, così come la loro mancanza di … nel collaborare con un altro tennista.
I veri responsabili del tutto sono loro, gli altri hanno fatto più o meno bene il loro mestiere, e mi chiedo se non debbano essere tesserati (e, nel caso, puniti) anche i membri del team.
Tutto giusto ma Un unico appunto.
non è una sentenza ma è una transazione ossia un accordo fra le parti. sinner avrebbe potuto rifiutare e aspettare la sentenza.
invece ha accettato la
proposta. quindi se ingiustizia e’ stata il clan sinner non l’ha subita ma l’ha concordata.
Io ti accuso, poi trattiamo, un anno, tre mesi, andiamo in tribunale, no sono innocente, questione di principio, faccio ricorso… alla fine ci accordiamo e abbiamo tutti ragione… Sinner un po’ innocente ma alla fine un po’ colpevole… WADA un po’ intransigente ma alla fine buona e clemente.
Scusate per le parole forti, ma queste sono dinamiche da trattative Stato-mafia.
Sono molto molto deluso da tutti.
Parole sante. Grande Direttore
Mi permetto di dissentire.
Come mai tutto questo livore nei confronti della WADA e delle sue regole non è stato manifestato prima della vicenda Sinner?
Le regole sono ingiuste, sicuramente da rivedere.
Ma di fatto, solo adesso ci indignamo.
Io dico che è andata bene, Sinner non può essere considerato DOPATO e questa è la cosa più importante.
Da oggi chi lo dovesse insultare è ufficialmente querelabile.
In termini sportivi, la sospensione è poca cosa.
Jannik e il suo team, programmeranno con attenzione il rientro.
Molto meglio che fermarsi per problemi fisici, vedi anca dello scorso anno che gli ha impedito di essere competitivo a Parigi.
Semmai io sono molto sorpreso dai giocatori che dovrebbero tutti essere solidali con Sinner, la cui vicenda ha messo in luce la necessità di cambiare delle regole assurde.
Forse con il tempo, le cose cambieranno, ma ad oggi
questo mi rattrista molto e sinceramente non me lo spiego.
Una volta cassata questa ridicola sentenza, spero che lo staff legale di Sinner travolga con uno tsunami di querele i minus habens alla Kyrgios and company.
Immensa delusione Wawrinka, penosamente vittima della sindrome di Stoccolma nei confronti della scimmia australe (salutaci Kokkinakis).
Ripeto, per me ERRORE GRAVISSIMO del clan Sinner.
Ovviamente avranno ragione gli avvocati, non lo metto in dubbio.
Ma se qualcuno sospetterà che Sinner abbia consegnato un fiume di denaro nelle mani di WADA, quali argomenti avremo per negare?
Io non lo credo, ovviamente.
Ma devo ammettere che, vista da fuori, pare un po’ così.
Danno di immagine irreparabile, ed ERRORE GRAVISSIMO.
Ottimo Mazzoni, come sempre.
Grazie
analisi condivisibile.
riassumendo, la sensazione è che la WADA abbia voluto “marcare il territorio”, abbia voluto mostrare che ha un ruolo e un potere, e ha tutta l’intenzione di usarlo.
per poter decidere sulle carriere di ogni sportivo.
è questo che di fondo è sbagliato. non è lotta al doping questa, è esercizio del potere.
Gran pezzo di Mazzoni che condivido in toto, aggiungendo, se possibile, una chiosa e suggerimento finale sulla stampa e gli haters… purtroppo, la malafede sta imperversando su molta parte dei media esteri, specie spagnoli per ragioni evidenti e ovvie.. da ex giornalista, è sempre triste vedere la deontologia calpestata in maniera così evidente con articoli e titoli che non cercano neppure una qualsiasi attinenza alla realtà dei fatti e che hanno il solo scopo di diffamare un ragazzo sempre corretto, ma che ha la gravissima, ai loro occhi, colpa di essere il rivale del loro giocatore di punta.. tristissimo, come i tanti troglioni che anche qui, ieri, si sono scatenati più del solito ( se possibile).. il suggerimento per il buon Mazzoni è d’iniziare a fare un controllo serio su post provocatori e flemmanti che nulla hanno, come caratteristiche, di un’opinione magari controcorrente che è lecitissimo ci possa essere..visto che nel suo pezzo li ha citati questi haters, colga la palla al balzo..
Caspita Marco, hai sempre scritto articoli belli, dettagliati e con grande competenza. Ma questo mi ha fatto venire i brividi.
Sono d’accordo con te non solo sulle virgole ma anche sugli spazi bianchi tra una parola e l’altra.
Il nostro ragazzo è pulito.
E’ stato sfortunato e nella sfortuna è rimasto intrappolato su una ragnatela fatta di burocrazia, politica, regole incomplete per casi di questo genere.
Ma più di tutto è rimasto incastrato in una guerra di agenzie: ITIA, WADA, TAS o CAS che più di una volta hanno fatto storcere il muso per decisioni passate.
Cosa fare di fronte ad una decisione che prevedeva tempi lunghi ed incerti a una decisione che permetteva di metterci una pietra sopra in tempi accettabili? Io penso che abbia fatto bene.
Perchè? I motivi sono tanti e non serve elencarli.
Mi viene in mente una frase di uno storico che parlando degli ottomani disse:”… nel loro sistema giudiziario gli ottomani preferivano la condanna in tempi brevi a una assoluzione dopo anni di attesa…”
Non immagino quanto sofferta sia stata la decisione di Sinner, ma la capisco.
Tutti questi malesseri dell’ultimo periodo secondo me erano legati ad uno stress inconscio accumulato e che stava forse portando a qualcosa di peggio. Le reazioni della nostra testa a certe situazioni possono essere imprevedibili. Io penso che dopo gli Australian Open si stesse già discutendo nello staff di questa soluzione, ecco perchè la cancellazione da Rotterdam, il rifiuto all’invito di Mattarella per le squadre di Davis e con scarico di stress vicino a casa sua. Forse per stare vicino ai genitori e decidere con calma e con l’aiuto dei loro consigli? Secondo me si.
Questa sentenza non cambia di una virgola quello che penso di Sinner.
Come per tutti gli atleti, chi ne pensava bene continuerà a pensarne bene e il contrario per chi ne pensava male.
Come ho già detto in un altro commento, qualora cambiassero le regole, i futuri casi simili a quelli di Jannik, verranno giudicati in tempi molto più brevi e tutti ne usciranno innocenti.
Ergo, se il caso di Sinner, che ha fatto storia, lo proiettassimo al futuro avremo un altro epilogo. E’ con questo schema che dovremo ragionare.
Ma non servirà altro per ora che parlare di tennis sostenendo il nostro ragazzo finché starà in campo.
Si riprenderà e farà parlare il campo, come sempre.
I suoi detrattori ci saranno sempre, continueranno ad appostrofarlo in mille modi, noi a sostenerlo e lui a far parlare il campo.
Sarà un percorso di questo tipo per diversi anni.
Molti si stancheranno, alcuni continueranno.
Ma noi ci saremo sempre, ripeto, sempre.
Forza ragazzo, testa china, mantieni la forma e preparati al boato di accoglienza che riceverai da tutta l’Italia agli Internazionali.
Sarà la cartina al tornasole che ti farà capire che ci ti voleva bene prima ora te ne vuole ancora di più.
Sei pulito, e noi lo sappiamo.
Credo che purtroppo i legali di Sinner abbiano avuto paura di un audizione di Naldi e Ferrara che avrebbero potuto fare danni magari anche involontariamente. Sinner è stato vittima di un modo ultracompetitivo che non vedeva l’ora di gettarli fango facendo pressioni perché venisse squalificato. Devo dire che l’ambiguità di Djokovic è stata una pagina nera.
perfetta analisi! la wada adesso, ammettendo di aver punito un innocente, si è messa in ridicolo davanti al mondo!
Scelta apprezzata quella di Stampa responsabile che non cerca solo clickbait,speriamo che i suoi colleghi la seguino.
Caso Sinner: beh,nell’ambito di una carriera che speriamo ancora molto lunga e vincente,due o tre mesi di stop non sono niente di che
Un qualsiasi infortunio non lieve sarebbe stato peggio
La possibilità di allenarsi e tornare più forte (e riposato ) di prima ci sono ,per chi tiene a Jannik si tratta solo di aver pazienza( e intanto forza MusoBerrettoArnaldiCobolliBellucciSonegoDarderiNardi etcetcetc)
Penso che abbiamo da tempo concordato la durata (3 mesi) e quando uscire con la sentenza (tra due slam ma con la possibilità di giocare Roma) salvando capra (la Wada potrà dire che Sinner è stato squalificato e quindi la sua motivazione ad esistere e a perseguire altri… rimane) e cavoli (Sinner riposa e può giocare gli Slam evitando di girare il mondo in attesa di squalifica e soprattutto NESSUNO PUÒ affermare che sia stato squalificato per doping)
Una vergogna questi tre mesi.
Un orgoglio sarà vincere ancora.
Un onore avere la possibilita’
di leggerti.
Gli haters li vedo solo dietro la tastiera sono dei conigli come qua.
Quello che mi dà più fastidio sono stati gli ex tennisti(sono tutti ex) Kafelnikov ,Wawrinka,Evans Kyrgios…li segno tutti per non tifarli mai più neanche al circolo dei pensionati .
Completamente d’accordo a parte il fatto che comunque non è una sanzione indolore perché Sinner deve saltare 4 Master 1000 e 2 500, insomma il danno è enorme, certo inferiore rispetto a 1 o 2 anni di squalifica, ma è una magra consolazione.
Articolo bellissimo, CHE CONDIVIDO A PIENO
Sottoscrivo in toto ciò che dice Mazzoni, sì pure io penso che il questa vicenda si poteva fare di più e che le istituzioni sportive ma anche politiche dovevano fare di più andare a casa di Banka e rovesciargli la scrivania dicendogli” che cavolo state facendo, perché volete condannare un innocente” Questi signori hanno giocato sporco con la vita di un ragazzo perbene che è diventato il più forte di tutti con le proprie forze e che ha creato gioia ma anche invidie di coloro che ormai sono inferiori dal punto di vista sportivo.Questa vicenda si chiude con un compromesso che penalizza Sinner e di ciò Wada dovrà dare conto in futuro, ripeto l’Italia deve chiudere i rubinetti e non dare più un centesimo a questi delinquenti.
Finale amaro che scontenta tutti.
La cosa più sconcertante per me è che WADA facesse la voce grossa “chiediamo minimo un anno” mentre dietro le quinte proponevano 3 mesi. Abbastanza vomitevole.
Sinner sarà stato consigliato e probabilmente voleva anche chiudere questa brutta parentesi quanto prima, aveva già fatto troppo vincendo tornei a raffica e ottenendo un vantaggio in classifica tale che Zverev e Alcaraz dovranno sudare sette camicie per sopravanzarlo prima del Roland Garros. È stato fin troppo signore con i due responsabili del misfatto, Ferrara adesso lavora con Berrettini…
Vabbè, ora si riposa e spero che riesca a prendersi una pausa rigenerante da tutto, poi se si presenta a Roma bene ma non mi aspetto che torni subito schiacciasassi.
Egregio Marco Mazzoni, la sua analisi é lucida, oggettiva e assolutamente condivisibile. Mi lasci aggiungere una considerazione, alla luce dei miei trenta anni da giudice ordinario: la responsabilità oggettiva è un retaggio medioevale. Non solo: la mancanza di beneficio sulla prestazione atletica, poi, si traduce , nella giustizia ordinaria, nell’ innocuità del fatto, che conduce sempre all’assoluzione. Resta l’amarezza nel constatare che anche tra i tennisti professionisti ci sono haters ….che tristezza
Egregio Marco Mazzoni, la sua analisi é lucida, oggettiva e assolutamente condivisibile. Mi lasci aggiungere una considerazione, alla luce dei miei trenta anni da giudice ordinario: la responsabilità oggettiva è un retaggio medioevale. Non solo: la mancanza di beneficio sulla prestazione atletica, poi, si traduce , nella giustizia ordinaria, nell’ innocuità del fatto, che conduce sempre all’assoluzione. Resta l’amarezza nel constatare che anche tra i tennisti professionisti ci sono haters ….che tristezza