
Nassar (direttore esecutivo PTPA): “Sinner si trova in una situazione ingiusta, una disputa tra WADA e ITIA”


Ahmad Nassar, direttore esecutivo della PTPA (il nuovo sindacato dei tennisti promosso da Djokovic e altri giocatori), si schiera dalla parte di Jannik Sinner nella delicata questione del caso Clostebol e sul nuovo giudizio al TAS di Losanna previsto per il prossimo aprile, affermando che la posizione in cui si trova il n.1 del mondo è ingiusta, nel bel mezzo di una disputa tra WADA e ITIA, mentre lo scopo dell’attività antidoping deve essere solo quello di trovare chi bara per alterare le proprie prestazioni. Un sistema che definisce “terribile” per gli atleti, con Jannik bloccato da mesi e mesi in una posizione incerta.
Nassar si è espresso su X attraverso un lungo e dettagliato post in risposta ad appassionati che chiedevano lumi sulla posizione della PTPA dopo varie dichiarazioni del recente passato, alcune non chiarissime.
“Il post con cui ero d’accordo il 28 settembre 2024 affermava specificamente ‘non è colpa di Jannik’. Non ho idea di come ciò possa essere interpretato come ‘concordo con la WADA’. È falso. Ho ripetutamente affermato nelle interviste che l’intero sistema è ingiusto per TUTTI i giocatori. E ho ripetutamente incluso Jannik, per nome, in quella valutazione” afferma Nassar, che poi entra maggiormente nel dettaglio col lungo post che riportiamo.
So, when I say the entire anti-doping system is unfair, here’s what I mean. Warning – this is a long list 🙂
1. The anti-doping system should be concerned with catching dopers. Dopers are those who are trying to improve their performance via illegal substances.
2. Players care…
— Ahmad Nassar (@ahmad4athletes) February 11, 2025
“Quando dico che l’intero sistema antidoping è ingiusto, ecco cosa intendo. Attenzione: questi punti formano una lista bella lunga 🙂
1. Il sistema antidoping dovrebbe preoccuparsi di trovare i dopati. I dopati sono coloro che cercano di migliorare le proprie prestazioni tramite sostanze non consentite.
2. I giocatori sono interessati più di chiunque altro nel trovare i dopati. I giocatori vogliono e hanno bisogno di uno sport pulito e devono essere sicuri che i loro avversari stiano giocando secondo le stesse regole.
3. Le sostanze illegali e le soglie de test per chi risulta positiv0 dovrebbero essere progettate tenendo presente il punto 1.
4. Il punto 3 è quello che non accade. È come un doppio fallo (scusatemi per il gioco di parole). Quantità irrisorie, cose che in realtà non migliorano le prestazioni, ecc. Questo è l’inizio dell’ingiustizia per tutti.
5. A complicare le cose, il processo dei test antidoping è poco pratico e oneroso per gli atleti che viaggiano per il mondo. È irrazionalmente gravoso e, ancora una volta, apparentemente più preoccupato per gli atleti che commettono “falli di piede” che per catturare che effettivamente si dopa. Questo è ingiusto e lo è per tutti.
6. Poi entriamo nel dettaglio di cosa succede se qualcuno risulta positivo al test. Il sistema di appello deve funzionare per tutti ed essere coerente e fornire a tutti gli atleti il giusto processo e la possibilità di difendersi. NON si tratta di favorire i dopati, si tratta di un sistema che funzioni correttamente e sia legale.
7. Per quanto riguarda il punto 6, dobbiamo notare che @ptpaplayers lavora per tutti i giocatori. Il nostro lavoro NON è esprimere opinioni sulla colpevolezza o innocenza di un caso o di un atleta specifico. Il nostro compito è assicurarci che il sistema sia equo e funzioni per tutti. Un sistema rigoroso con un processo regolare e risorse per la difesa accessibili rende il punto 1 più realizzabile. Evita anche situazioni più sfortunate in cui la reputazione e la carriera dei giocatori vengono rovinate (troppi esempi da citare).
7. L’accesso alle risorse per organizzare una difesa adeguata è un problema da sempre. Parte di ciò è naturale e rispecchia i problemi della società (ad esempio, le persone più ricche possono permettersi gli avvocati). Ma questo è anche ingiusto per tutti i giocatori: coloro che non possono permetterselo perdono l’opportunità di organizzare una difesa adeguata, mentre coloro che possono permetterselo devono spendere i propri soldi per farlo.
8. I sistemi di appello ITIA e WADA sono costruiti su queste (e altre) premesse imperfette. Ogni giocatore coinvolto nel loro sistema, anche quelli con risorse, è colpito da questa ingiustizia. Soprattutto considerando i mesi/anni che spesso ci vogliono per risolvere questi casi.
9. Nel caso specifico di Jannik, è stato messo in una situazione ingiusta. L’ITIA sostiene di aver seguito il suo processo e le sue regole. La WADA non è d’accordo e sente la necessità di respingere l’ITIA. Sfortunatamente, questo non è stato un risultato sorprendente per persone come
@TaraMoore92 e me. Ciò non significa che siamo d’accordo con la sostanza dell’appello della WADA o con la decisione originale dell’ITIA (vedi il punto n. 7 sopra). Né l’ITIA né la WADA stanno realmente contestando i fatti sottostanti nel caso di Jannik. Ciò è importante, ma anche ingiusto. Lui è, di fatto, coinvolto in una disputa politica/legale tra l’ITIA e la WADA. E sta ancora aspettando quasi un anno dopo che il suo caso venga completamente risolto. Di nuovo, ciò è ingiusto.
10. Come spero sia chiaro ora, questo intero sistema è terribile per gli atleti (come gruppo e come individui), per i tifosi e lo sport in generale. Deve cambiare”.
Una spiegazione dettagliata che entra nel merito della questione. L’attività antidoping deve essere quella del punto 1, con l’importantissima specifica del punto 3. Se come scrive Nassar di PTPA (riporto nuovamente): “Né l’ITIA né la WADA stanno realmente contestando i fatti sottostanti nel caso di Jannik”, ossia sono concordi che non ci sia stata attività e intenzione di agire per alterare le prestazioni, allora… di cosa stiamo parlando? Questa è LA domanda, e questa la ingiustizia che sta subendo Jannik Sinner da mesi.
Marco Mazzoni
TAG: Ahmad Nassar, Caso Clostebol, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, PTPA
Sempre sul caso Sinner oggi il Corriere dello Sport inizia il proprio articolo scrivendo:
“La Wada non conosce vergogna. Cinque giorni fa, l’ipocrisia del presidente che ha dimenticato lo scandalo dei cinesi e non ha fatto ricorso per la connazionale Swiatek. Oggi un altro attacco del portavoce Fitzgerald: evidente il tentativo di condizionare il verdetto di Losanna”.
Continuano a chiedere con pubbliche dichiarazioni una lunga squalifica di Jannik Sinner quando ormai ci si avvicina sempre più al verdetto del TAS !
Io ho il sentore che questi stanno proprio con l’acqua alla gola !
@ Viator (#4314730)
Grazie per il contributo offerto.
@ Viator (#4314729)
@ Viator (#4314730)
Grazie per la condivisione dell’interessante contributo in questa vexata materia !
PARTE 2 DI 2
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Torniamo ora al common law: il caso più simile a quello di Sinner è il caso recentemente concluso della giocatrice di curling Briane Harris.
Il common law dice, in sintesi: il caso di Briane Harris (scagionata senza colpa o negligenza) è più simile al caso Sinner di qualsiasi articolo del codice WADA. Stabilisce quindi un precedente in cui, seguendo il quadro del common law, ha senso tenere la massima considerazione. Questo da solo dovrebbe portare a una completa assoluzione per Sinner.
Poi, c’è la questione della responsabilità oggettiva, che è il punto su cui insiste la WADA. Ma, sempre per il Common Law, c’è una gerarchia che vede la privacy della persona prima del controllo che il datore di lavoro può esercitare nel contesto extra-lavorativo. Ciò è dovuto a un’evoluzione in senso liberale del diritto, basti pensare alla storia sociopolitica delle nazioni in cui è nato il Common Law; dopotutto, la Carta dei diritti umani è pura Common Law, e gran parte del diritto civile vigente oggi deriva da essa. In questo sistema, la responsabilità oggettiva sorge solo nel caso in cui il datore di lavoro non adempia ai propri doveri, e non nel controllo del dipendente esteso alle sfere private. Ecco perché la posizione della WADA è debole, perché presuppone un controllo che va contro i principi di inviolabilità dell’ambiente personale di una persona.
Infine, la questione delle materie giuridiche in gioco è rapidamente spiegata: il TAS è un arbitrato, il che significa che quando ci si rivolge al TAS, si intende farlo in modo sovraordinato. Ogni regolamento, e il regolamento WADA non fa eccezione, è gerarchicamente inferiore al quadro di regole generali che disciplinano un giudizio sovranazionale. I regolamenti non hanno forza di legge, le sentenze del TAS sì, poiché il TAS è un organo con le funzioni espresse sopra. SE c’è una cornice nei regolamenti che delinea esattamente il caso, la sentenza del TAS non è necessaria né è normalmente richiesta: ecco perché il caso Swiatek non è arrivato al TAS: c’è una regola esatta che lo inquadra. Nel caso Sinner, la WADA poteva solo appellarsi al TAS, ma è chiaro anche a loro che la sentenza si baserà su un quadro giuridico più ampio del regolamento WADA e che la loro richiesta può essere ignorata. Ecco perché l’appello è stato ritenuto specioso e politico da diversi giuristi.
Mi permetto di inserire in questa discussione e condividere con gli amici di LT un contributo, di cui sono debitore ad altri (posso citarli?) e il cui valore assoluto ignoro, ma che mi pare avere il minimo merito di esprimere, sulla linea difensiva del team di Sinner, un’ipotesi, non del tutto convenzionale, coerente E con i fatti E con la scelta di John Dyson come arbitro di parte.
Il post è lungo e dovrò dividerlo in due.
PARTE 1 DI 2
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Il CAS si basa sul sistema giudiziario di Common Law nelle sue sentenze. Si tratta di un sistema di riferimento giudiziario utilizzato nel Regno Unito e in molti paesi di lingua inglese che fanno parte del Commonwealth. La differenza principale tra Common Law e Diritto europeo è che nel Common Law si dà più peso all’analisi della giurisprudenza e alla lettura di sentenze precedenti comparabili al caso in questione, a scapito di un’applicazione precisa e letterale del diritto scritto. Questo perché il concetto da cui trae origine è la superiorità dell’esperienza precedente sulla codificazione, poiché quest’ultima non può, per sua stessa natura, essere onnicomprensiva. Il codice nel Common Law fornisce un quadro generale, a cui il singolo caso può aderire in modo più o meno ovvio. Se il caso ha un basso gradiente di aderenza, è più utile, secondo il Common Law, fare riferimento a situazioni passate che hanno più punti di contatto rispetto al codice. Anche il diritto europeo considera i precedenti, ma sempre favorendo la regola rispetto al caso.
Volendo analizzare il caso Sinner, la particolarità è che non è in alcun modo precisamente codificato dalla normativa WADA: la modalità di contaminazione verificatasi con Sinner non trova una norma esatta nel codice di riferimento. Per la WADA, infatti, la contaminazione è intesa come alterazione di un prodotto in qualunque modo assunto dall’atleta, quindi o consumato o ingerito o frutto di un trattamento. Non è previsto nel codice WADA che la contaminazione derivi da un trattamento effettuato da un soggetto terzo che ha poi curato l’atleta, non utilizzando il prodotto in questione nel trattamento. In altre parole, SE Naldi avesse utilizzato Clostebol su Sinner il quadro sarebbe stato chiaro e sarebbe rientrato nella casistica WADA. Ma, con la spiegazione fornita da Sinner e accolta in sede dibattimentale, nonché accolta dalla stessa WADA in sede di appello, il caso esula dal quadro del Codice. Pertanto, non si fa più menzione di riferimenti puntuali al Codice WADA (10.5 e 10.6), si tratta di articoli in cui le specificità del caso Sinner non sono riflesse direttamente ed esattamente e che pertanto hanno la sola funzione di quadro generale secondo la proposta di appello della WADA stessa, ma che lasciano spazio ad altre considerazioni giuridiche nell’analisi puntuale.
E l’inviato speciale della wada qui a LT così conclude laconicamente:
“Quindi la negligenza dello staff si ribalta sull’atleta che viene condannato”.
Quindi, aggiungo io, a conferma di quanto avevo scritto prima: ecco l’esatta trasfusione della “quintessenza” del presidente polacco di wada a wapi !
Peccato che le norme antidoping non la prevedano espressamente tale quintessenza secondo le modalità dipinte sia dal presidente di wada sia dal qui presente suo inviato speciale !
D’altra parte, il presidente polacco di wada si è dovuto rivolgere ad esperti esterni per trovare espedienti che potessero consentirgli di portare avanti il suo disegno volto a far sanzionare Sinner (suo malgrado … dice l’ipocrita), mentre i legali di Sinner che conoscono bene le posizioni del TAS e della sua giurisprudenza, sapranno difenderlo efficacemente, quanto meno sotto il profilo squisitamente giuridico, atteso che in materia antidoping ne sanno molto più di me e ovviamente di wapi.
Poerannoi
Nel caso Errani, Il Tas accetta ”ma solo di poco” che lo scenario della contaminazione da tortellino sia il più probabile (per me, significa che ci crede ma non troppo….).
La madre viene considerata dal Tas come facente parte del “personale di supporto dell’atleta” perché “era stata incaricata di prepararle i pasti”
La madre è stata gravemente negligente per le modalità di conservazione del farmaco e perché quell’incidente si era già verificato.
Il Tas, sulla base del capitolo 21 del codice, afferma “” La responsabilità dell’atleta include il fatto che è responsabile del comportamento del suo entourage…….”
Quindi la negligenza dello staff si ribalta sull’atleta che viene condannato.
E’ esattamente la tesi di Wada nel caso Sinner
Almeno leggi cosa dice il “nemico” così eviti di andare fuori tema….
“La nostra posizione è che esiste comunque una responsabilità dell’atleta rispetto al suo entourage. E’ questo il punto giuridico che verrà dibattuto davanti al Tas”
“….riteniamo che l’applicazione delle regole non corrisponde alla giurisprudenza”
https://www.livetennis.it/post/428021/caso-sinner-il-direttore-wada-spiega-il-ricorso-al-tas-decisione-probabile-verso-marzo/
E’ evidente che i problemi sono ” Ruoli e responsabilita dell’atleta e dello staff” ( 21.1 e 21.2 del codice) e la giurisprudenza correlata: ” La responsabilità dell’atleta include il fatto che è responsabile del comportamento del suo entourage…….”
Quella giurisprudenza che lo pseudo Tribunale cita a difesa mentre invece sono i capisaldi dell’accusa ed infatti la difesa di Sinner (punto 97) si è ben guardata dal citarla.
@ wapi (#4314397)
Te però racconti solo quello che ti pare…se leggi bene c’è anche scritto che la gestione dell’antidoping era totalmente nelle mani di Ferrara come scritto nel contratto,l’errore principale è di Naldi che però non aveva questa facoltà come Ferrara..
Non ho capito la questione del tortellino. Potresti per favore spiegare più in dettaglio?
Intendi dire che è una spiegazione inverosimile e non documentabile?
Domanda (non so la risposta): nel caso Errani la sua versione è stata ritenuta valida oppure la sentenza si è basata sulla mancanza di verosimiglianza ?
Non ho capito la questione del tortellini. Potresti per favore spiegare più in dettaglio?
Vero! devi trovare anomalie più di una volta, altrimenti sentenzi sulla base di supposizioni e hai una credibilità piccola piccola. Comunque non è il doping il motivo del ricorso di wada vs Sinner. Saluti
@ Tafanus (#4314292)
Il letrozolo è nella lista delle sostanze vietate perchè può mascherare gli effetti degli steroidi (nell’uomo aumenta comunque il testosterone), in atleti maschi (e nelle atlete?) con un gioco “molto muscolare” e indubbio che possa portare ad un beneficio diretto od indiretto.
Alla luce di questo, la storia del tortellino anche se vera, denota quanto meno superficialità ed ignoranza (specie se la situazione si era già verificata).
Più in generale, a volte le giustificazioni di qualche atleta sono molto “originali” : per es. il passaggio transdermico attraverso l’asciugamano usato dal fratello che era in trattamento con un farmaco potenzialmente dopante ..!
L’asciugamano difficilmente può conservare grosse quantità di crema/gel dopo il primo utilizzo, in seguito dovrebbe essere stato utilizzato su cute lesa per causare un assorbimento sistemico rilevante senza un adeguato massaggio, il controllo antidoping dovrebbe essere stato eseguito dopo un tempo relativamente breve data l’emivita del farmaco in questione, etc.
Tutto questo non per non voler credere al singolo atleta, ma per giustificare gli Organi competenti che devono comunque verificare e vagliare le singole situazioni,;come altri hanno già scritto: non basta che la dose sia molto bassa per assolvere a priori….
Finalmente una persona sana di mente che dice le cose in chiaro… il problema non è il codicillo da applicare, ma l’intero sistema, anche normativo, del doping, che sembra solo una caccia alle streghe… quando è appurato che l’assunzione è stata involontaria e comunque scientificamente inidonea ad apportare alcun beneficio all’atleta, al più si applica una sanzione pecuniaria per responsabilità oggettiva o colpa del terzo, se è il tuo team, sanzione già applicata nel caso Sinner… poi anche un bambino è in grado di comprendere che cinque red bull sono molto più dopanti di qualche molecola di sostanza proibita finita casualmente nel sangue o nelle urine… una forte stretta di mano ad una persona che ha appena spruzzato il clostebol sulla mano state tranquilli che per un miliardesimo di grammo contaminerebbe chiunque, che sia stato il massaggiatore di un atleta ad usare il farmaco proibito è solo una casualità
Lo ribadisco: Sinner è dopato! Dopato di lavoro, dopato oltre la modica quantità di vittorie e pieno di soldi guadagnati ONESTAMENTE giocando a tennis. Saluti
Molto verosimile anche la giustificazione di Silva Santos…
Questa non la sapevo: già mi sembrava molto strano che potesse essere accaduto una volta, due poi… Avete mai visto una cpr di letrozolo?
Sul perché un genitore venga considerato personale di supporto all’atleta e un marito o un fratello no, credo che al Tas ne possano discutere per giorni, senza risultato scontato.
Nel caso di Errani ebbe il suo peso una strategia di difesa che risultò controproducente, perché raccontare che già in passato una compressa era caduta nel brodo non fu considerato una dimostrazione che tale evento si poteva verificare accidentalmente come sperato dai difensori, ma una prova di negligenza, visto che le compresse non erano state rimosse per evitare altri incidenti simili ed erano rimaste nello stesso posto
Non ci sono casi nemmeno come quelli di Sinner in generale
E comunque un giocatore non può controllare la vita privata degli atleti
Una sentenza di colpevolezza sarebbe sicuramente appellata da Sinner Al tribunale federale svizzero come violazione della privacy
Infatti, mi pare tutto chiarissimo: il Tribunale ha vagliato con scrupolo e attenzione questo punto cruciale e ha concluso, documenti e deposizioni alla mano, che Sinner abbia pienamente assolto l’obbligo di dimostrare che ha scelto e formato adeguatamente i propri collaboratori. Speriamo lo capisca anche qualcuno che continua a scrivere papiri senza senso un giorno sì e l’altro pure.
L’unico errore fatto da Sinner è stato quello di non cacciare immediatamente i due cialtroni
a calci nel sedere
La sentenza di Sport Resiolution è ineccepibile e motivata in modo magistrale. Non vi è alcuna citazione giurisprudenziale fuori tema. Rileggi con più attenzione. Le tue considerazioni su Naldi restano confinate nel campo delle mere congetture, non hai alcun elemento oggettivo a supporto. Di contro è facile argomentare che il Tribunale evidentemente ha fatto le proprie valutazioni in merito vagliando la documentazione fornita a supporto dalla difesa Sinner. Oppure pensi che gli abbiano creduto sulla parola? Io sono propenso a credere che l’appello di WADA si fondi (erroneamente) sulla non applicabilità dell’art. 105. Perderanno di sicuro.
Non l’hanno scritto per far parlare qui Lei che da mesi, per quello che scrive in lungo e in largo, sembra quasi la controfigura di Witold Banka … ecco perché non l’hanno scritto 😛
Per il TAS vedrà che sarà più che sufficiente l’attività istruttoria svolta e/o la documentazione versata in atti sul conto di Naldi che nessuno di noi può sostenere che latiti, salvo a giocare a fare la parte del diavolo.
D’altra parte, a fronte dei suoi dubbi, io invece non ho alcun dubbio che Jannik Sinner si sia messo a posto in punto di necessaria professionalità del proprio staff.
Signori, invito Voi tutti a leggere il punto 108 della decisione dell’ITIA (è in lingua inglese, ma di facile traduzione), così qui qualcuno vola più basso !
Il punto 108 cita gli anni di esperienza di Ferrara sul tema doping e la sua laurea in Tecnologia farmaceutica.
Ma Ferrara non centra niente con la contaminazione di Sinner, salvo voler essere proprio perfidi.
Il problema è Naldi di cui NON si dice nulla del genere IN MATERIA DOPING: viene citata molto superficialmente la sua carriera che non dimostra nulla sul tema della competenza sul doping, a differenza di Ferrara. Infatti, non si cita, a differenza di Ferrara, la “sua esperienza sull’anti-doping”
Se c’era altro, perché non l’hanno scritto ??? Il dubbio fondato è che non ci sia altro….
Volete dire che la signora Errani non aveva le competenze per preparare i tortellini?
Purtroppo la sospensione di Sara Errani è stata irrazionale tanto quanta quella che la WADA vuole infliggere a Sinner
Non in “senso lato” ma nel merito dei fatti…….
Quello che io chiamo staff (per brevità), il codice chiama “personale di supporto dell’atleta”
Errani abitava a casa della madre e l’”aveva incaricata di prepararle i pasti” (cit.)
Per questo, secondo il Tas, faceva parte del “personale di supporto dell’atleta” (giusto o sbagliato che sia…..) e, dice il Tas, la colpa di un membro dello staff equivale a colpa dell’atleta.
Il marito di quella del curling è solo il marito, non fa parte dello staff dell’atleta per cui il Tas la considera una contaminazione ESTERNA (giusto o sbagliato che sia…)
E’ molto simile al caso Silva Santos, nuotatore brasiliano, che si reca a casa dei genitori per un compleanno e viene contaminato da vestiti, asciugamani…ecc del fratello che si stava curando una dermatite con pomata al clostebol e lui non lo sapeva (assolto)
Sono tutti casi di contaminazione ESTERNA allo staff o almeno considerati tali…..idem Palomino, Gasquet, Bortolotti, Paoletti e un sacco di altri casi analoghi, sempre assolti…..
NON ci sono casi (che io sappia) di colpa o negligenza di qualcuno INTERNO allo staff che si sia risolto con l’assoluzione piena e, purtroppo, neppure la decisione Sport Resolution ne riporta qualcuno…..
E’ questa la “giurisprudenza” a cui si attacca Wada….
Lo dico da mesi: Sinner non si è dopato, tutto il resto sono chiacchiere.
A parte quanto quotato io vado oltre ritornando sulla posizione del Naldi.
In effetti, qui si commenta a vanvera quando si sostiene l’assenza dei necessari requisiti di professionalità del Naldi; circostanza sconfessata dall’attenta lettura del punto 108 della decisione dell’ITIA in cui viene dichiarato proprio l’esatto contrario.
Per ritenere ciò va da sè che il Tribunale abbia acquisito degli elementi in grado di supportare tale assunto.
Le decisioni del TAS prese a riferimento dalla difesa di Jannik Sinner e sottoposte all’attenzione dell’ITIA non si sono limitate poi al solo caso Richard Gasquet, ma sono state estese pure ai casi: Hans Knauss, Gabriel da Silva Santos, Marco Bortolotti e Katerina Nash.
Naturalmente non esistono praticamente mai due casi diversi che possano specchiarsi tra loro, ma deve esistere sempre la ragionevole giustizia sul caso singolo di volta in volta esaminato !
Ancora con questa sciocchezza che Naldi è un ragazzino senza nessuna post formazione universitaria e che il codice antidoping WADA si basa sul consenso, già aveva espresso giudizi sprezzanti sulla scelta di Dyson che non sa minimamente su cosa si basa la difesa, è un po’ come il nostro Landacuce della Notte: sulla pomata “contro le vesciche che ripete fino alla nausea.
Morale, ai tempi ho detto subito che dietro Wada si nascondevano interessi politici, poteri forti ecc. ecc. in questo 12 mesi ho visto di tutto contro Sinner, sciacalli, ignoranza, invidia e la speranza di condanna non cosi velata di alcuni colleghi, Sinner nel frattempo ha continuato a vincere smentendo tutti, adesso la patata è diventata bollente per chi dovrà decidere.
Viva la Wada!
Anzi, meno male che la Wada c’è.
Penso che il ricorso wada sia stato uno dei più importanti endorsement avuto da Sinner in questa vicenda; al punto in cui siamo arrivati sono contento che ci sia stato.
Dato per scontato che Jannik sarà completamente scagionato da ogni accusa, peraltro io li obbligherei anche alle scuse formali, pensiamo a quante ne avrebbero dette, negli anni a venire, contro questo ragazzo se non ci fosse stato un appello. I pretesti per attaccarlo li conosciamo già.
Una piena assoluzione al TAS, anche se il processo non sarebbe stato necessario perché l’innocenza è palese, metterà finalmente la parola FINE a questa surreale vicenda, dando finalmente il via a tutte le querele per diffamazione.
Scusa ma non è stato detto è scritto che anche un membro della famiglia puo’, in senso lato, essere assimilato ad un membro dello staff? Come dimostrato anche dalla condanna della Errani o dalla assoluzione della giocatrice di curling? E quindi la giurisprudenza che richiami può semplicemente significare che il caso Sinner è paragonabile al bacio di Gasquet perché in entrambi i casi il giocatore ha esercitato l’ utmost caution. Poi il fatto che Naldi come fisio avesse solo 33 anni non significa nulla a maggior ragione visto che ha esercitato la professione in un club professionistico i cui giocatori allo stesso modo sono sottoposti al codice wada. La decisione di Sport Resolution non è altro che il risultato del fatto che Sinner abbia adempiuto in modo impeccabile alle sue responsabilità sia in eligendo che in vigilando.. Naldi non è uno sprovveduto e il fatto che non potesse sapere che l’ uso di uno spray applicato per accelerare la guarigione di una sua ferita al dito potesse comportare una contaminazione per via transdermica è del tutto ragionevole. Diverso sarebbe, ma mi sembra una ovvietà, se lui avesse applicato lo spray o qualunque altra crema/pomata direttamente su Sinner.
Questo è commentare con cognizione e argomentando. Grazie per le informazioni. Sarebbe bello che le leggessero anche tanti che commentano a vanvera, ma non sarà così!
Applausi. Vale sempre la mitica vignetta di Cipputi: ‘Non mi ricordo più chi era il mandante delle cazzate che ho fatto’
Per quello che si capisce, il punto debole è la competenza di Naldi in materia di doping e, non a caso, è lui che ha fatto il pasticcio.
Naldi è un “ragazzino” di soli 33 anni, laureato in fisioterapia che ha fatto per 6 anni il secondo o terzo fisioterapista in una squadra di basket (senza responsabilità), è solo da circa un anno con Sinner e a fisioterapia di farmaci non si studia quasi nulla (2 CFU per tutti i farmaci)…..
Se inizialmente non aveva la competenza sufficiente, ha fatto una formazione adeguata con uno dei tanti programmi di Wada o Nado Italia ?? Sarebbe facilmente dimostrabile ma non c’è traccia……
La competenza in materia di doping sei obbligato ad averla a monte, se non ce l’hai, la devi acquisire con la formazione…..non credo ci siano altre strade.
Aggiungi che la parte di giurisprudenza della decisione di Sport Resolution è sostanzialmente fuori tema e raggiunge l’apice quando dice che il caso Sinner è simile al caso Gasquet (bacio alla cocaina) – non hanno capito che il problema è che il massaggiatore fa parte dello staff ?? Se fosse stata la fidanzata o il massaggiatore del torneo, non saremmo qui a parlarne……
L’ innocenza di Sinner è già stata provata per due motivi : è già stato assolto una volta e ha continuato a vincere più di prima
In questo sito non ho ancora letto una sola parola su un paio di questioni MOLTO importanti.
-A) Giusto indignarsi per il caso di Sinner. Quale vantaggio (se non una patente da cretino matricolato) avrebbe ricavato Sinner dall’assunzione consapevole di un miliardesimo di grammo di una sostanza peraltro inefficace nel migliorare le prestazioni atletiche??? Avete la minima capacità di immaginare cosa sia un miliardesimo di grammo???
-B) Come si fa a colpevolizzare un atleta per una “responsabilità oggettiva” di un atto dello staff superficiale ma non doloso? Se ha sbagliato un membro dello staff si toglie a costui qualche annetto di licenza. Punto.
-C) Per il caso Sinner siamo TUTTI solidali. Mi chiedo perchè la stessa solidarietà non sia stata regalata anche a Sara Errani, sulla cui ingestione di una scheggia pari a un decimo di pillola si è ironizzato per anni – a partire da Ubitessis – ridendo del “tortellino al tetrazolo”? Quale staff avrebbe dovuto pagare? La madre o la cameriera distratte?
-C) Qualcuno riesce a spiegarmi la razio di una giocatrice che al top della carriera “si dopa” una volta con una scheggia di UNA pillola di tetrazolo, che faceva parte di una chemioterapia antitumorale della madre? Lo avrà fatto per vedere l’effetto che fa l’essere squalificata?
-D) Perchè gli espertoni di questo sito negano sistematicamente che a Sinner, date le vigenti regole, può essere inferta solo una squalifica da uno a due anni?
-E) Qualcuno mi spiega come sia possibile aver squalificato per doping la ex numero uno Swiatek, che se l’è cavata con un mesetto di squalifica? Cioè con un periodo che molti tennisti di vertice si infliggono da soli, magari per regalarsi un breve periodo di vacanza, se non ci sono in calendario tornei di grande rilievo? Per le donne npn vale la regoletta del “minimo un anno, forse due”?
-F) Grazie a quanti avranno la capacità e la bontà di illuminarmi
Lo scopo dell’appello è uno solo: evitare, in una vicenda di tale rilevanza mediatica, qualsiasi accusa dí lassismo o, peggio, di favoritismo nei confronti del numero 1 del mondo. Non vi è alcun altro motivo che abbia spinto WADA a fare un ricorso che, giuridicamente ed eticamente, appare demenziale e grottesco
Forse ti sei perso qualche passaggio….
L’appello di Wada è contro Sinner, contro Itia e contro ITF….
Il Tribunale di Sport Resolution non è altro che una società di consulenza, incaricata (e pagata) da Itia per decidere la questione, per cui opera come Itia
Itia, a sua volta, è l’organismo incaricato da ITF per occuparsi di doping.
Quindi, al Tas, dovremmo trovarci con Itia e Itf DALLA PARTE di Sinner che difendono la loro decisione di “No Fault”
PS. NON mi piace per niente che ITF, finora, non si sia espressa…..
# … dare effetti… darne avviso… (ma c’è un modo per eliminare questo maledetto correttore automatico??)
Peró la WADA, prima di presentare ricorso, chiese ed ottenne dalla ITIA un’integrazione di documenti.
Anche perché é pacifico che se ci si basasse solo sulle 33 pagine del verbale ITIA, Sinner dovrebbe essere scagionato da chiunque.
la WADA ha ricorso a seguito di tale richiesta, quindi o bluffa clamorosamente (ma non si capirebbe con che scopo), oppure ha trovato un appiglio (più probabile). Proprio per questo, penso, non ho ancora letto di un vero esperto che si sbilancia: perché non si sa che carte abbia in mano la WADA.
Se fosse arbitro del Tas sul caso Sinner condannare la Wada per lite temeraria.
La Wada è una fondazione di diritto svizzero, senza scopo di lucro, istituita nel 1999 e governata, in parti uguali dal movimento olimpico (CIO) e dalle Autorità Pubbliche (rappresentanti Governi).
La base giuridica fondamentale è la Convenzione Unesco del 2005 contro il doping che recepisce e fa proprio il codice Wada e tutta l’attività conseguente. La Convenzione è adottata da 192 Stati membri Onu.
In base a ciò aderiscono a Wada TUTTE le federazioni sportive internazionali e i relativi organismi antidoping nazionali: significa che sono soggetti alle stesse regole Wada TUTTI gli atleti di TUTTI gli sport in TUTTO il mondo (con la sola eccezione degli universitari Usa – NCAA – che si puliscono la “coscienza” 3-4 mesi prima di partecipare a Olimpiadi o campionati mondiali).
Le REGOLE Wada sono stabilite con il metodo del CONSENSO da parte dei propri aderenti e degli stakeholder. NON sono calate dall’alto da parte di poche persone con chissà quali poteri ma arrivano dal basso, da parte dei diretti interessati.
In sintesi, sono regole definite con il consenso anche di chi deve rispettarle.
E’ facilissimo verificarlo, guardando il processo di revisione delle regole Wada che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2027.
Il processo di revisione è partito nell’autunno 2023 e si concluderà dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano dalle centinaia di parti interessate nel mondo.
E’ già uscita la prima bozza ad aprile 2024 e la seconda è attesa il prossimo mese.
Il processo di revisione è assai trasparente e non riguarda solo il Codice ma anche gli 8 standard che ne fanno parte integrante. Questa è la pagina introduttiva da cui si entra in tutte le altre
https://www.wada-ama.org/en/what-we-do/world-anti-doping-code/code-review
Questi, ad esempio, sono i commenti degli stakeholder al codice
https://www.wada-ama.org/sites/default/files/2024-10/2027%20Code%20%26%20IS%20Update%20Process%20-%20Stakeholder%20Consultation%20Phase%20-%20Code%20Comments.pdf
Questo, ad esempio, fra i tanti gruppi di lavoro, è il principale che ha il compito di valutare e recepire, le osservazioni sul codice
https://www.wada-ama.org/en/2027-world-anti-doping-code-update-drafting-team
Come in TUTTI gli altri GdL, la Wada fa solo da segretario: i membri sono tutti esterni, sparsi per il mondo (conosco solo Haas, arbitro che si trova, con molta frequenza, nelle decisioni Tas)
Mi devo ripetere, personalmente credo che lo scopo essenziale ed ultimo/unico dell’intero sistema antidoping debba essere combattere e punire con massima severità il doping (doping= uso di sostanza per migliorare le prestazioni sportive in modo fraudolento). E’ assurda questa caccia alle quantità infinitesimali, perché il sistema anti-doping così diventerebbe sistema di laboratori o anti-dose. Quindi, una volta riscontrata una irrisoria quantità di sostanza proibita (vedi caso Sinner) e valutata OVVIAMENTE l’incapacità della stessa di fare effetti dopanti, il caso non dovrebbe neanche nascere, dovrebbe essere immediatamente archiviato, senza neanche farne avviso all’interessato.
Se
Sinner non è responsabile né per dolo, su questo nessuno lo sostiene, ma neanche per colpa, la cosiddetta culpa in vigilando infatti è stata esclusa in prima istanza. A questo punto la tesi sostenuta dal polacco fa acqua da tutte le parti , semmai dovrebbe essere Iga a spiegare per quale motivo si è sottratta a ben 2 controlli antidoping, nella fattispecie il suo comportamento è doloso. Sinner deve essere e sarà assolto e dovrebbe essere risarcito per la pecunia doloris.
#… essere basilare
Io dico invece che il buon senso dovrebbe SEMPRE basilare, a prescindere e senza necessità di regolamento ad hoc.
Hai ragione nassar
Ma nemmeno per sogno. La sentenza del Tribunale indipendente ha riconosciuto che Sinner è stato scrupoloso e attento nella scelta del personale e nell’ accertarsi che tutti fossero informati sull’importanza di adottare cautele al fine di evitare contaminazioni. Evidentemente Sinner ha fornito le prove documentali di tutto ciò. Non ci sono possibilità di accoglimento dell’appello
È una bella cosa che la PTPA si sia schierata.
Io peró sul processo vero e proprio non riuscirei a sbilanciarmi.
Purtroppo la logica é stata spostata dal buon senso alla burocrazia. Non conta più che la quantità riscontrata sia infinitesima, non conta più manco che la stessa WADA abbia riconosciuto che non si sia dopato e non abbia avuto l’intenzione di farlo. Questo sarebbe stato il buonsenso.
Ora invece ci si sposterà sul “in che modo Sinner si é assicurato che il suo staff fosse al corrente delle procedure antidoping”. Andranno a ripescare le procedure WADA, a far decidere il processo potrebbe bastare anche tipo una ipotetica singola email dove si chiede agli atleti di inoltrare allo staff un messaggio con le sostanze incriminate. E magari Sinner non l’ha fatto e altro atleti si, allora il TAS decide che é stato inadempiente. O magari no, sto solo inventando pensando ad una realtà diversa, cioé come le grandi aziende gestiscono la sicurezza… Se c’é un incidente la prima cosa che vanno a vedere in tribunale é se ci sia stata la formazione.
Ma di esempi come il mio ce ne potremmo inventare mille, il problema é che appunto sembra che ci si sia spostati sull’adempimento burocratico, altrimenti che avrebbero fatto a fare il ricorso?
D’altra parte non ho visto un singolo commento di uno veramente esperto della materia. Ne qui sul forum (ogni tanto si legge di qualcuno che sa genericamente di giurisprudenza e cita delle gerarchie di diritto, ma giunge a delle conclusioni facendo dei palesi salti logici), ne altrove: segno che davvero nessuno sa come andrà a finire. È purtroppo 50-50
È un anno che lo dico.
Il doping deve alterare le prestazioni.
Per la mancata vigilanza al massimo una multa proporzionata alla quantità trovata in corpo.
@ Luca luca (#4314145)
Direi in particolare se non c’è intenzione e se la quantità rilevata non é influente.
Perché magari qualcuno non ha intenzione, ma per errore si ritrova in corpo un quantitativo tale da alterare le prestazioni, allora ok, si squalifica per negligenza. Ma se la possibile negligenza in questione non porta di fatto a niente, che senso ha parlare di possibile negligenza?
Perfetto.
Se non c’e stata intenzione di alterare le prestazioni, di cosa stiamo parlando??
E’ una via crucis che ormai dura da piu’ di 10 mesi.
Vergogna.
Naturalmente a quanto quotato occorre aggiungere che quell’infinitesimale quantità di sostanza vietata che non ha prodotto alcun beneficio prestazionale all’atleta rappresenta poi la prova principe della non colpevolezza dell’atleta.
Infatti, se per il codice antidoping è irrilevante la quantità di sostanza proibita rilevata nell’atleta, nel caso di Sinner è rilevante sotto il profilo della sua non colpevolezza, alla luce di come si sono svolti i fatti rappresentati in atti.
La domanda è ” Perchè i protocolli Wada sono così astrusi, fatti in modo che ci sia arbitrarietà e con regole non certe? A mio modo di vedere è perchè più il regolamento è astruso e più tu ente hai potere politico legale e più i tuoi uomini sono operativi. In sostanza si creano lavoro e potere.
Viviamo in un mondo legato alla legalità che è una porcata cosmica dove chi ha il reale vantaggio sono i facenti parte del sistema giuridico legale. In questo contesto il sistema wada invece di essere al servizio dei giocatori si serve dei giocatori. Bisogna eliminare il marciume presente.
Buon punto quello dei macchinari.
Hai ragione, le regole le avevano fatte quando una tale quantità non era nemmeno rilevabile. Quindi il problema non si poneva, per lo meno in termini così assurdi.
I 7 picogrammi semplicemente non esistevano e la contaminazione accidentale non era contaminazione.
Per questo motivo, adesso devono modificare le regole.
Se dovesse esserci una condanna, un appello basato sulla spoporzione della pena rispetto alla colpa (?), sarebbe un gioco da ragazzi.
Alla fine di tanto parlare, siamo arrivati a questo quid finale: il TAS potrà mai avere il coraggio (o meglio…le pal….e da tennis, ovviamente!) per condannare Sinner per negligenza sul comportamento del suo team che ha somministrato nel suo corpo una sostanza che ha avuto l’effetto di una risibile contaminazione che non ha inciso nel modo più assoluto nelle sue prestazioni? A voi la risposta…no! Purtroppo non spetta a noi una risposta che sembra lapalissiana
Comunque quelle stesse regole che tu definisci astruse, se interpretate ed applicate con un minimo di “logica e ragionevolezza” non inchiodano Jannik. Questo è un punto nevralgico della questione, per cui ciò che deve essere messa sotto la lente d’ingrandimento ai fini della squalifica è l’eventuale colpa di Sinner rispetto al suo staff e non le sole ca@@ate commesse dal suo staff non rientrabili nella propria sfera di controllo.
Quindi, traducendo le norme del codice wada in lingua inglese che qui rilevano secondo il significato sostanziale appartenente a tutti i democratici ordinamenti giuridici della faccia della Terra: NO automatica responsabilità oggettiva di Sinner, ma semmai iniziale presunzione di colpa a suo carico che ammette chiaramente la ragionevole prova del contrario.
E forse quelli che chiedono l’uscita di un organismo (guidato da un italiano) da un’authority antidoping in seguito a un processo che coinvolge un italiano non si rendono conto che potrebbe non essere esattamente percepito come opportuno.
Fa comunque piacere che qualcuno della PTPA abbia avuto tempo di leggere tutte le carte e prendere una posizione.
E comunque attenzione anche a generalizzare sulle quantità che ti trovano in corpo, ci sono sostanze il cui scopo è esattamente coprire (= abbassare) la concentrazione di sostanza nel sangue. Non è questo il caso, chiaramente. Ma al solito, ti trovano un milionesimo di schifo nel sangue, la prassi corretta non è dire “fa niente, è poco”, ma indagare il perché sia lì.
ATP potrebbe uscire dal protocollo WADA. Ma l’ha sottoscritto e non può fare nulla se wada decide di fare un ricorso contro una sentenza del proprio organo di autocontrollo antidoping.
Io l’ho chiamato processo per “non doping”, dove l’accusa per prima riconosce che quella sostanza con quel rilevamento infinitesimale non è doping ed è un chiaro caso di contaminazione accidentale.
una farsa causata da regole astruse, oltretutto fatte prima che i macchinari di laboratorio potessero scorgere anche quantità così minime ed ininfluenti. Quindi queste regole non tengono conto neanche di questo fattore e infatti verranno cambiate dal 2026 (forse, visti i loro tempi….)
Ora che:
– la speranza di poter vincere ancora una volta il primo slam della stagione se ne è andata
– le dichiarazioni del rappresentate dei giocatori Eubanks hanno seminato un po’ di inoccultabile verità fattuale tra i colleghi
– i Kyrgios stanno sfinendo persino se stessi
– sopratutto, ora che la data del processo TAS è stata ufficialmente fissata e annunciata
ecco che gli instancabili chieditori di chiarezza antisinneriana, dopo mesi di opportunismo maldestro e propaganda a mio avviso falsificatrice, abbozzano un pubblico parziale riposizionamento nella vicenda di Jannik.
Meglio tardi che mai? Credo che dipenda da cosa PTPA dirà o farà d’ora in avanti, e sopratutto da quanti danni quel malefico ricorso “chiarificatore”, invocato e arrivato, ancora produrrà a Sinner. Dal mio personalissimo punto di vista, se Jannik verrà ingiustamente sospeso PTPA resterà la principale “complice” di Wada, e tardi e mai avranno allora lo stesso valore
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Non vorrei dirlo.. ma devo aggiungere che secondo me quell’idea di PTPA di fornire sostegno ai tennisti che non possono permettersi un buon avvocato è una pensata giusta
Scrissi, appena venne fuori la questione, che se la Wada non era d’accordo con la sentenza Itia, al limite avrebbe dovuto/potuto fare ricorso contro Itia, e non contro Sinner già scagionato. Anche sotto questo punto di vista, tecnicamente e più strettamente di carattere legale, si comprende di come la Wada non sia all’altezza di assolvere ai propri compiti. Del resto, come tutti sappiamo, sia il tribunale sia l’agenzia sono d’accordo sul fatto che non è in discussione il presunto illecito, poiché entrambi dichiarano Sinner esule dal dolo, ma solo ed esclusivamente sulla famosa colpa o negligenza del giocatore in quanto responsabile del proprio staff. Ed è qui che entra in gioco l’assurdo della regola, palesemente sbagliata, in primis perché Sinner, così come sarebbe stato per qualsiasi altro giocatore, non poteva sapere che Naldi si stava curando una ferita con il Trofodermin, in più come poteva sapere che facendosi massaggiare sarebbe stato contaminato? Avrebbe dovuto avere una laurea in chimica, biologia, dermatologia e farmacia. Ma de che stamo a parlà??? Lo sanno pure i muli che Sinner non è un disonesto, e la Wada lo sa, quindi il ricorso che ha presentato è totalmente pretestuoso e di natura politica.
Il punto 1 è da scolpire nella pietra. Dovrebbe essere il fondamento dell’antidoping.
Lance Armstrong o Ben Johnson erano dopati.
Sinner e Swiantek no.
Sono felice che anche Djoko abbia capito. Adesso anche con l’aiuto di qualche disegnino prova a farlo capire all’ amichetto australiano
Bene la chiara presa di posizione di PTPA ! 🙂
Forse mi è sfuggito:
c’è stato un pronunciamento dell’ATP ?
Gaudenzi-Ponzio Pilato ?
Ma è sensato se ne stiano zitti ? 🙁
Come: qui tutti parlano e l’organismo principale sta muto ?
B-nagj, regala una sveglia all’Andrea ! 😉
Ti correggo solo sulla tua locuzione “prossimo numero 1”, in quanto Jannik era già n.1 del Mondo al momento del ricorso di wada.
Purtroppo, il rischio di una decisione chiaramente politica non è del tutto campato in aria !
È quello che pensiamo tutti da mesi…nel momento in cui non c’è alterazione delle prestazioni sportive, e appurato quindi che non è stato falsato nessun risultato, dovrebbe chiudersi lì. Fine. Non si può rovinare la reputazione e l’immagine ad un atleta per oltre un anno sul nulla!! Ma stiamo scherzando???
Uno sport dove l’antidoping, anche WADA, non ha mai funzionato se non per tennisti di seconda fascia, al netto di minime eccezioni poi neanche eclatanti, si sveglia improvvisamente accanendosi contro un tennista, emergente e italiano, prossimo numero 1 a cui è stata riscontrata una sostanza dopante infinitesimale nota all’antidoping sin dagli anni Settanta.
Ho già scritto da subito che questa messinscena nasconde interessi che con la seria lotta al doping non hanno niente a che fare. Ed è proprio questo che preoccupa: fin dove questo sistema si spingerà?
Scusate, come non scritto…trattasi di complottismo )))
Nel 2023 Djokovic è stato inserito nella lista degli ATP awards.
Nel 2024 la ATP ha messo nella lista tutti gli altri ma non the best player of the year. Differenza non banale
Io aggiungerei che, al di là di quel che sostenga adesso la PTPA, la decisione del TAS dovrebbe essere adottata quanto meno applicando la normativa vigente secondo logica e ragionevolezza – come ho sottolineato più volte – e non secondo il desiderio del presidente polacco della wada, che vorrebbe far gravare su Jannik Sinner il suo personale principio della “quintessenza del codice antidoping”.
La decisione dell’International Tennis Integrity Agency di nessuna colpa e o negligenza attribuibile al nostro tennista (in quanto l’automatica applicazione della responsabilità oggettiva per le negligenze dello staff dell’atleta esiste solo nella testa del presidente della wada) è stata già motivata in modo sufficiente per essere confermata dal Tas, previo rigetto del ricorso di wada.
Ma a differenza del 2023,
La WADA….. a meno che l’ATP non decida di svincolarsi dal sistema WADA e diventare indipendente
@ marco.mazzoni (#4314071)
In effetti chi termina n 1 ha fatto oggettivamente più punti e sarebbe paradossale premiare come tale il secondo ed il terzo per qualità più spettacolari e tecniche. Non è mica il pallone d’oro!
Sono stufo. Spero che la WADA finisca presto in bancarotta e chiuda i battenti
È ora che altre nazioni, oltre agli USA, interrompano i pagamenti
Per completezza di info: il premio ATP di giocatore dell’anno è assegnato direttamente a chi termina l’anno come n.1 del ranking. Sinner è stato premiato a Torino nel corso delle Finals.
Ok, ma al di là dell’intenzionalità o meno di volersi dopare, importante, per carità, per me, come rivale di Jannik o di chiunque venga trovato positivo ad un prodotto, interesserebbe più sapere se la quantità riscontrata ha portato dei vantaggi nella prestazione.. mi ha battuto anche per quella sostanza, ha vinto tornei grazie a quella? Si o no? Questo è determinante, se no di che parliamo? Appurato che non mi ha battuto o vinto barando, a me come giocatore interessa poco della volontà o meno, certamente dev’essere punita se appurato il dolo, ma viene dopo, boh, io ragionerei così
l’ATP ha potere per cambiare le regole?! Se no chi lo deve fare???
Il problema è questo: chi decide le regole dell antidoping?!! La WADA le fa “rispettare” e le attua. Rispondete per favore…
Belle parole e questa è la prima organizzazione che si schiera apertamente.
ATP semplicemente vergognosa che non lo ha neanche premiato per il 2024.
WADA e scesa in campo però dopo gli attacchi mediatici ed il polverone innescato dopo l’assoluzione, WADA ha agito da caccia alle streghe per ripulirsi l’immagine, ma come dissi a settembre 2024, sarà un boomerang.
Una vergogna per lo SPORT QUESTA MELMA POLITICA!
La chiosa finale di Mazzoni è l’emblema della questione. Manca la regola fondamentale del “buon senso” in tutta la legislazione che gestisce l’anti-doping. Buon senso che sarebbe da regolamentare adeguatamente, ovviamente, ma si dovrebbe partire da questo per l’emanazione delle normative, cosa che purtroppo non è.