Binaghi: “Sinner è speciale per forza mentale e cultura del lavoro, Berrettini è un leader. Nadal il migliore di tutti, Djokovic il pallettaro più forte del mondo”
Il presidente FITP Angelo Binaghi ha rilasciato una lunga interessante intervista al quotidiano La Nuova Sardegna (con il collega Luigi Soriga), nella quale spazia a 360° sul tennis, ripercorrendo i suoi anni giovanili da giocatore fino all’attualità, con i nostri azzurri dominanti nei tour maschile e femminile. Curioso il suo parere sui celeberrimi “big three”: il preferito di Binaghi è Nadal, più di Federer e di Djokovic, da lui definito “il pallettaro più forte del mondo”. Riportiamo i passaggi più interessanti della lunga intervista, che presenta un Binaghi meno “ufficiale” e più “appassionato” dello sport che ha segnato la sua vita visti i 24 anni alla guida del tennis nazionale.
“Da giocatore ero un pirata, facevo delle incursioni a rete anche azzardate” racconta Binaghi. “Mi piaceva il serve and volley, anzi, per dirla tutta, era l’unico schema che potevo permettermi con il mio fisico. Non ero esattamente il massimo della prestanza e dell’atletismo, perché studiavo e mi potevo allenare molto meno degli altri. All’epoca i miei giocatori preferiti erano John McEnroe, Stefan Edberg e Yannick Noah, tutta gente che a rete aveva una discreta mano”.
“Il mio tennista preferito? E vabbè, cos’altro potrei dire? Naturalmente è Sinner. Senza dubbio il numero 1 al mondo, con una superiorità rispetto agli avversari che in questo momento è sotto gli occhi di tutti. Su di lui ho avuto informazioni di primissima mano, fonte molto confidenziale e di fiducia: mio figlio. Aveva disputato in Tunisia un torneo di doppio con Sinner, e mi parlò di questo compagno più piccolo di lui, ma che già era molto forte e prometteva bene. A quell’epoca avrà avuto circa 17 anni, e assieme a mio figlio approdarono alle semifinali, ma poi dovettero ritirarsi perché Jannik si infortunò”.
Il primo incontro del Presidente con il futuro n.1 del mondo avvenne a Milano nel 2019: “Ci siamo visti negli spogliatoi durante la Next Generation degli ATP Finals del 2019. Lui è stato il primo italiano a vincere questa competizione, e così sono andato a congratularmi. Mi ha colpito per l’educazione e per la semplicità. In campo si vedeva già il suo enorme valore, da un punto di vista tecnico era di altissimo livello. Però doveva ancora colmare alcune lacune fisiche, era un po’ acerbo. Mi ricordava un po’ Venus Williams: potenzialità incredibili, ma difficoltà atletiche nel coprire il campo. Poi la tenacia e la determinazione di Sinner hanno disegnato un giocatore completo, senza punti deboli: ormai negli spostamenti è un razzo, ha migliorato il servizio e anche a rete sa essere incisivo”.
Binaghi afferma di aver creduto in Jannik fin dall’inizio, anche quando Alcaraz pareva una forza inarrestabile. “Era il periodo in cui Alcaraz era esploso, e tutti erano fissati con lo spagnolo. Spettacolare, solido, rapidissimo, grintoso. Ma a quelli che dicevano, magari averne uno così in Italia, io rispondevo: tutta la vita Sinner. Dategli tempo, e ne riparliamo. E anche quando tutti ne hanno detto peste e corna perché decise di non disputare la Coppa Davis, io l’ho difeso con il coltello tra i denti. Lasciatelo in pace, fatelo allenare con serenità: i risultati arriveranno. Sinner ha qualcosa di speciale. Cosa? La forza mentale, la cultura del lavoro, il senso del dovere e del sacrificio. L’ossessione a migliorarsi. In questo sì, è ben poco italiano. E questa sua professionalità ha fatto la differenza”.
“Con Sinner a cena? Direi di no. Ma nemmeno con gli altri. Ormai non funziona più così: i tempi in cui i tennisti si concedevano distrazioni e facevano le ore piccole sono passati. Dopo le vittorie i tennisti vanno a cena con il proprio team e programmano allenamenti, date, tornei. E poi io sono per i dirigenti che si muovono dietro le quinte, che non sono invadenti e non si mettono in mostra. Preferisco essere un compagno discreto che supporta a distanza”.
“Berrettini? Un grande leader, un trascinatore assoluto. Il giorno che smetterà di giocare, e spero sia il più tardi possibile, io lo vedo benissimo come capitano della nazionale, nel ruolo che ora ha Volandri. È stato capace di motivare i ragazzi nella scorsa Coppa Davis dalla panchina, quando non ha potuto giocare, e quest’anno è stato assoluto protagonista. Un carisma che non è da tutti”.
“Paolini? Ecco, se devo essere sincero, quella sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo che avrebbe fatto risultati così straordinari, compreso il sottoscritto, è proprio lei. E invece ci ha smentito tutti, e sono molto fiero di questa ragazza. È stata la più grande sorpresa del 2024, ancora più di Sinner. Ha un grande talento che le consente di tenere testa ad avversarie molto più prestanti di lei, e poi ha tecnica e senso tattico. E un allenatore eccezionale che l’ha fatta crescere di anno in anno”.
“Musetti? Lui è ancora un talento inespresso. Enormi potenzialità, sembra essere sulla via giusta per decollare, ma in altri momenti si perde. È un vero peccato. Speriamo trovi la giusta continuità”.
“Nadal? Il migliore di tutti, di gran lunga, soprattutto fuori dal campo. In 24 anni l’ho incrociato tante volte, tra un torneo e l’altro. E Nadal è davvero un tennista speciale: un vero signore, educato, amatissimo dai tifosi, uno che ha dato tantissimo al tennis e ha fatto appassionare generazioni. Secondo me ancora più di Federer, che di persona, per mia esperienza, non ha la stessa gentilezza e simpatia di Nadal. E stesso discorso per Djockovic: certamente il pallettaro più forte del mondo, ma che secondo me non ha lo spessore sportivo e umano di Nadal“.
Un momento o partita per lui indimenticabile: “Ce ne sono diverse, ma se devo proprio scegliere, il momento più commovente è stato a Parigi in occasione del Roland Garros, quando Sinner è diventato numero uno al mondo. In quel momento si scriveva la storia: Jannik è stato il primo italiano a riuscire in questa impresa”.
Marco Mazzoni
TAG: Angelo Binaghi, Jannik Sinner, La Nuova Sardegna, Marco Mazzoni, Rafael Nadal
Il regolamento impediva la rielezione per il terzo mandato. Se non erro è stato cambiato proprio perché potesse essere rieletto.
Discutibile certo, ma non penso che l’abbia fatto da solo. Di solito i cambiamenti di statuto prevedono l’approvazione a maggioranza delle assemblee. Ma capisco le tue perplessità. Del resto perché si potevano fare 2 mandi e non 3,4…. Ma penso di immaginare la tua risposta. Allora perché non un solo mandato?
Le situazioni nei circoli sono le più disparate e le più variegate. Qualsiasi presidente sia in carica ci saranno sempre quelli che si lamentano e quelli che non si lamentano. Se tu provassi a fare il presidente di qualsivoglia associazione, ogni decisione che prenderesti non accontenterebbe mai tutti. E avresti il beneplacito di tanti e probabilmente tanti indici puntati addosso.
Non metto in dubbio che la sua gestione non possa avere delle scelte sbagliate o discutibili.
Diciamo che mi infastidisce che si valuti il suo operato dalle dichiarazioni strampalate che fa o dalla sua spocchia. Il suo carattere dovrebbe non essere un metro di valutazione del suo operato.
Su una bilancia a due piatti dovremo mettere le cose positive e le cose negative che ha fatto e tirare le somme.
Allora non ho niente da dire, assolutamente. Tanta gente giudica di pancia ed è questo quello che puntualizzo io.
Per il resto libera opinione.
Mi auguro di poterci trovare a parlare fra tanti anni dei futuri presidenti e poter confrontare il loro operato con quello di Binaghi. Per ora consiglierei di confrontarlo con quelli passati.
Nel futuro confronto mi auguro che abbiate ragione voi, ma non ne sono tanto sicuro.
Djokovic pallettaro? 😕 Ha tutti i colpi, è un giocatore assolutamente completo, come si fa a definirlo pallettaro?
Binaghi ma mi faccia il piacere se ne vadi ……..lei si che ne capisce di tennis djokovic pallettaro ..
questa è la min,hiata più grande del 2024 ………sia Nadal che Federer a sentirla si saranno messi a ridere ,spero che non esca questa , non lo so come definirla….
@ Pippolivetennis (#4275211)
Qd un regolamento impedisce di essere rieletti più di 2 volte ma siamo ben oltre, qd tutti i players del mondo si lamentano del organizzazione dei tornei italiani, qd si esprimono opinioni in maniera arrogante, quando i proprietari dei circoli ti dicono che i costi sono diventati insostenibili, io una domanda sulla buona gestione me la faccio, poi se tu stravedi io non ho niente in contrario
Ma tu hai mai visto giocare Courier?
Pippo però parliamo di un presidente che sta facendo quanto fece Galgani,ovvero il “padre padrone” di una federazione. I tesserati sono in aumento? Certo… perché ha posto l’obbligatorietà del tesseramento.Nei circoli devi possedere la tessera, agonistica o no,con obbligo di certificato medico (in Germania o USA nessuno ti chiede nulla,spetta al frequentatore aver cura di sé stesso).I tornei hanno costi d’iscrizione pesanti (pensiamo ai giovani agonisti) con boiate tipo la tessera gold per avere palline nuove o priorità negli orari dei tornei per non parlare dell’impostazione delle classifiche per spingere a praticare le competizioni (e poi non si trovano campi per giocare perché occupati da miriadi di tornei tpra).
Io se voglio giocare a calcetto non sono obbligato a tesserarmi alla FIGC.
Prova a fare una verifica sui bilanci, n.tornei, n.tesserati e investimenti da quando lha presa in mano fino a quando è esploso Berrettini.
Parli di malefatte, se vuoi elencarcele, io non le conosco.
Che poi il sistema delle
votazioni debba essere differente può darsi.
Domanda: quante volte hai acceso la TV e hai guardato in chiaro il tennis proposto da Supertennis?
@ Pippolivetennis (#4275064)
In verità è esclusivamente fortunato, nonostante le sue malefatte in qs anni sono nati Sinner, Berrettini, Musetti, lui non ha fatto nulla e cmq secondo me un presidente di una federazione dovrebbe essere eletto dai tesserati e non da rappresentanti messi da chi non si sá
Giusto . Mi cospargo il capo.