Garcia si confessa: “Se torna l’ansia, sarà la fine”
In una toccante intervista a L’Equipe, Caroline Garcia ha aperto il suo cuore parlando delle difficoltà affrontate nell’ultima stagione e delle sue prospettive per il 2025. La francese, attualmente numero 48 del mondo, ha rivelato il profondo disagio vissuto nel corso dell’ultimo anno.
“Odiavo la persona che stavo diventando, mi esaurivo, ho persino perso i valori di chi sono,” ha confessato Garcia. “Era impossibile continuare in questo modo.”
La sua testimonianza aggiunge un importante contributo al dibattito sulla pressione mentale nello sport professionistico e sull’importanza di riconoscere e affrontare questi problemi apertamente.
La 31enne ha posto delle condizioni chiare per il suo futuro: “Se nel 2025 mi ritroverò nuovamente in un ambiente tossico, se perderò di nuovo il sonno e avrò attacchi d’ansia, allora significherà che è la fine. La realtà è che non mi vedo giocare per altri cinque anni.”
Queste parole riflettono una profonda consapevolezza e il coraggio di mettere la salute mentale al primo posto, anche a costo di dover abbandonare lo sport professionistico. Dopo essersi presa alcuni mesi di pausa, Garcia si prepara a tornare nel circuito, ma con una prospettiva diversa e più matura sulla sua carriera e sul suo benessere personale.
Marco Rossi
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7 commenti
Lo prendeva anche un mio amico per giocare contro di me…
Sarai mica te?!?
Tre su quattro pasteggiano sulle altrui sofferenze. Siamo perfettamente in media italiana.
Fortuna che Nastase, che è l’ unico di buon senso, alza la qualità per tutti.
Foto splendida… 😉
penso che debba decidere anche quel che vuol fare della sua vita intima, in ogni senso. mi è sempre sembrata uan ragazza fragile e l’alternanza di risultai lo ha sempre dimostrato: al suo massimo e per i colpi che ha Caroline è una top 5 a vita che perde partite assurde contro giocatrici ben peggiori, una, mi sembra contro Osorio, che grida vendetta per il tennis
Xanax e passa la paura
Non ha più voglia di fare i sacrifici che necessita il mondo professionistico. Altro che ansia.
Abbiamo un bell’esempio di malattia sociale! Povero mondo moderno!