Intervista a Marija Čičak: “Arbitrare è ancora un hobby, anche a Wimbledon”
Prima donna ad arbitrare una finale maschile a Wimbledon, Marija Čičak si racconta in un’intervista esclusiva a Sportklub, rivelando i segreti di una delle professioni più delicate del tennis.
“Non era esattamente il mio sogno, per me era come un hobby, e così lo vedo ancora oggi. Il giorno in cui ho arbitrato la finale maschile di Wimbledon era ancora un hobby, non è cambiato nulla”, racconta la Čičak, possessore del distintivo d’oro, il massimo riconoscimento per un arbitro.
La croata spiega il lungo percorso per diventare arbitro internazionale: “Si parte dall’esame nazionale, poi il distintivo bianco attraverso i camp ITF di quattro giorni, seguito dal bronzo per il riconoscimento internazionale. Da lì si procede per merito: numero di partite arbitrate, quali partite ti assegnano in WTA, ATP, ITF e Slam”.
“Prima di tutto, devi tollerare bene lo stress. Serve una buona vista, ovviamente, e capacità di comunicare correttamente con giocatori e staff dei tornei. Anche se sei solo sulla sedia, rappresenti una categoria. Siamo tutti umani, tutti commettiamo errori. Io vado a ogni partita con l’intenzione di dare il 100%, di essere precisa, ma a volte si sbaglia e bisogna chiedere scusa”.
“Tollero che a volte imprechino o gridino, soprattutto se è la prima volta e non sono diretti a nessuno. Finché tutto rimane a livello conversazionale, va bene. A volte i giocatori sanno che riceveranno un’avvertenza verbale, quindi rompono la racchetta per sfogarsi, alcuni addirittura giocano meglio dopo. Non ho problemi con questo, fino a un certo punto posso capirli”.
“Sono favorevole a mantenere il fattore umano, anche se sappiamo che dipenderemo sempre più dalla tecnologia. Non è una questione di gusti personali, perché alla fine non decido io la direzione che prendiamo”.
Sul suo futuro, la Čičak apre a nuove possibilità: “Il percorso logico è diventare supervisor dei tornei. Prima rispondevo sempre di no a questa possibilità, ora non sono più così sicura. Alla fine, quello che mi interessa è svolgere bene qualsiasi ruolo, sarebbe sicuramente una sfida”.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Marija Čičak
5 commenti
Se questo è un hobby chissà che lavoro faceva
Donna di spessore culturale importante.
E’ brava, ho avuto modo di vederla ed apprezzarla. In generale tutti gli arbitri, uomini e donne sono bravi e precisi. Oggi, con l’abolizione dei giudici di linea, il falco e l’introduzione delle macchinette, sono molto meno soggetti ad errori. Fra i miei preferiti Aureliè, Carlos e quello con la cantilena enzo
Marija dice che in un Business che muove non dico Milioni ma Miliardi di Dollari esiste la Figurina hobbista che sarebbe la Classe arbitrale. Dopo questa mi arrendo.
Niente da eccepire…. dichiarazioni di alto profilo.