Davis Cup 2024: una vittoria di squadra, trainata da Berrettini
Una manifestazione affascinante, complessa e pure “scomoda” come la Davis Cup la si vince di squadra, costruendo un team solido che sopperisce a qualche assenza pesante nelle varie fasi dell’evento e crea un clima positivo per spingere ogni membro a dare il massimo e reggere la pressione di partite mentalmente durissime. Tuttavia capita quasi sempre che all’interno di una squadra ci sia un tennista che spicca sugli altri, che trascina il gruppo moralmente e fisicamente sul campo, alzando il livello generale e risultando così decisivo al successo. Nell’edizione 2023 era stato indubbiamente Jannik Sinner a caricarsi tutto e tutti sulle proprie spalle, vincendo le proprie partite e dando sicurezza a Lorenzo Sonego, compagno di doppio altrettanto importante per il successo italiano. La vittoria di quest’anno porta ancora la firma del nostro magnifico n.1, impeccabile nelle sue tre partite in singolare a Malaga, ma il giocatore simbolo dell’Italdavis 2024 è senza ombra di dubbio Matteo Berrettini. È lui il volto del team azzurro capace di alzare la terza “insalatiera”, colui che più di tutti desiderava vincere dopo aver solo assistito in panchina da “primo tifoso” al successo dell’anno scorso. Se l’era ripromesso, un chiodo fisso, e un patto con Jannik: il prossimo anno torniamo qua e la vinciamo insieme. Sinner è uomo di parola, non promette niente a caso e il suo verbo è scolpito nella pietra, perdura nel tempo e puoi fidarti ciecamente. Missione compiuta, grazie alla potenza dell’altoatesino, sempre più dominante nel tennis maschile, ma anche e soprattutto grazie a Berrettini che oltre ad esser stato decisivo a Malaga lo è stato a Bologna nella fase a gironi.
Matteo infatti dopo US Open si è preparato a dovere per essere presente nella città emiliana a metà settembre e guidare la giovane truppa di Volandri, con Cobolli all’esordio e priva pure di Musetti, oltre che Sinner (campione a New York una manciata di giorni prima della Davis e per questo giustamente esentato). Berrettini è campione dentro, si è preso la responsabilità morale di guidare i compagni, lo si vedeva chiaramente nella settimana bolognese. È diventato Primus inter pares, leader morale di un gruppo di enorme potenziale ma ancora acerbo.
Volandri ha fatto il suo da capitano, e la seconda vittoria di Malaga ha confermato ancor più quanto il suo ruolo sia stato sottovalutato… “Ha vinto Sinner da solo” pensava l’italiano tifoso-medio… Chiaro, l’anno scorso Jannik ha trascinato tutti con un’esuberanza tecnica e morale superiore, …come ha fatto in semifinale a battere un fortissimo Djokovic in singolare e poi “triturarlo” anche in doppio è roba già entrata nella leggenda del nostro sport per la porta principale. Ma “Filo” era lì, ha fatto da parafulmine in mille occasioni, silente e risoluto, e quest’anno non ha sbagliato una scelta, una mossa. Applausi sinceri. E il treno vincente è partito da Bologna, dai gironi, dove era necessaria la serenità in un gruppo giovane e ancor più il carisma di uno come Matteo, che tra sguardi seri e risate da amico della porta accanto è stato decisivo a sostenere moralmente i compagni.
Testa, ma anche campo… a Bologna erano necessari i punti in singolare di Berrettini e lui ha marcato presente. Ha lottato, non ha giocato nemmeno il suo miglior tennis a differenza di Malaga, dove ha davvero impressionato ricordando a tratti il giocatore devastante capace di fare finale a Wimbledon, semi a Melbourne e US Open e tanto altro. Anche a Malaga erano necessari i suoi punti, nel doppio decisivo contro gli argentini e poi nei primi singolari di semifinale e finale. E Matteo non ha tradito le attese. Non poteva farlo, non era consentivo. Imperativo categorico diventato scudo protettivo contro ogni possibile malasorte o problema. No, stavolta no. Voglio vincere e vinceremo. Tutto è partito dalla sua forza morale, dalla sua voglia assoluta di rivalsa, di riprendersi almeno in parte quel che un fato maligno sotto forma di infortuni gli ha tolto per troppo tempo. Così che Berrettini ha affrontato un autunno solo discreto sul tour, con qualche sconfitta di troppo, ma l’obiettivo era affinare la condizione e sbarcare a Malaga con la massima forma possibile, per farsi trovare pronto ed esplodere tutta la sua potenza. Singolare o doppio non importa; conta solo giocare al proprio meglio e mettere in campo tutto e di più, per andare a prendersi la vittoria più pesante in carriera. Per una volta le cose sono andate esattamente come voleva lui, anzi, forse ancor meglio.
Infatti in molti – incluso chi scrive – era non poco dubbioso sul rendimento in doppio del nostro Matteo-Nazionale. La sua storia nella disciplina è modestissima, e di grandi vittorie non c’era traccia. Ma si torna al punto di prima, anzi ai due punti focali. Sinner, la sua aura, quella che trasmette in campo ai compagni ed avversari; il desiderio diventato imperativo di vincere in Berrettini. Così Matteo ha giocato indubbiamente il suo miglior doppio in carriera. Pochi gli schemi “classici” applicati insieme a Jannik per chiudere l’angolo e aggredire lo spazio… ma c’era tanto di quel servizio, di quella potenza e di quella voglia di vincere che i due rispettabilissimi argentini pur giocando assai bene alla fine hanno ceduto. E nonostante il romano avesse a fianco il tennista più forte del mondo, i punti più belli e pesanti se li è presi proprio Matteo, con qualche risposta di rovescio che è andata oltre ai suoi difetti, con tempi di chiusura sul net ottimi, e bordate devastanti.
Forte di questa vittoria decisiva, in semifinale c’era un minimo dubbio: tenerlo buono per un altro eventuale doppio decisivo, o mandarlo subito in campo a sfidare l’australiano? Probabilmente Volandri e Berrettini non avranno quasi parlato, sarà bastato uno sguardo. Matteo si è preso la responsabilità di giocare il primo match contro l’insidiosissimo davisman Kokkinakis e ha vinto una partita meravigliosa, dura, pure in rimonta. L’ha vinta con lo spirito guerriero di chi non contemplava la sconfitta come possibilità. Stavolta vinco io, la coppa voglio alzarla insieme agli altri. Da protagonista. Detto fatto, e bis nella finale, con una prestazione ancora superiore contro Van de Zandschulp, demolito nelle sue relative certezze dalla forza mentale e potenza di un Berrettini troppo voglioso di vincere per potersi permettere anche il minimo dubbio o incertezza. Lo sguardo verso la panchina prima del break strappato in finale, o quel recupero col taglio sotto di diritto contro Kokkinakis… giocate e momenti che non si possono spiegare affidandosi al libro del gioco, lì si entra in territori che rimandano all’animo, alla Forza del Pensiero di un ragazzo profondo, umile e determinato. Uno che per una volta è stato più forte della sfiga e degli avversari. Si è regalato e ci ha regalato una vittoria memorabile. Per lui è il titolo più “pesante” in carriera, dopo 10 ATP tra 250 e 500. Questa Davis Cup vale di più, tanto di più. Grazie Matteo.
Marco Mazzoni
TAG: Davis Cup 2024, Filippo Volandri, Marco Mazzoni, Matteo Berrettini
Prima dobbiamo accorciare le liste d’attesa per la colonscopia.
No dai ,lo sanno anche i sassi in questo social che adoro il benzinaio fin da Bergamo ma questa è la Davis di Matteo. A Bologna ci ha dato 2 punti d’oro a Malaga ha diretto il doppio guidando Sinner, ha vinto 2 partite pesantissime evitando di portarci al doppio( con Australia avremmo perso e ieri mah). Tributiamogli tutti gli onori che merita è arrivato il suo momento dopo tante sofferenze.
È una Davis diversissima,2/3 e con soli tre match ma a me questa doppietta azzurra ricorda quella tedesca 88/89 e ,così come Becker allora,ora il trascinatore è la nostra punta di diamante.
Matteo è stato bravissimo, perfetto,ma giocare con una vittoria pressoché certa alleggerisce di certo.
Non paragono Matteo a Carl-Uwe Steeb (il Cartizze è una cosa il Verduzzo un’altra) ma per me è stato Lancillotto di Re Jannik.
Io l’ho letta e mi sembra che non abbia detto niente di male. Addirittura che avrebbe già prenotato l’albergo per l’anno prossimo!
Andando un pò fuori argomento, mi è sembrato che Sinner non fosse felice come lo scorso anno, mi fa pensare che forse qualcosa di non positivo si stia muovendo in ottica sentenza.
Sinner triste, Volandri che mette le mani avanti dicendo che Sinner la prossima Davis potrebbe saltarla (in caso di squalifica dovrebbe recuperare classifica), la russa che si allontana (topi che fuggono dalla nave) quel pastaciuttaro di Camporese che fa trapelare presunti gossip sulla sentenza WADA (chissà perchè non ama Sinner). Non lo so queste cose mi danno da pensare, speriamo siano semplici elucubrazioni e tutto si sistemi per il meglio.
Mah, sono un po’ perplesso. Possiamo dire con certezza che l’Italia senza sinner non avrebbe rivinto la Davis, ma possiamo dire altrettanto se sostituiamo sinner con berrettini?
Qualcuno sa quali sono stati i dati della audience TV?
Io direi trainata da Sinner anche quest’anno, è un punto assicurato giocare con lui. Berrettini lo sapeva e poteva dare il meglio nel singolare.
@ MarcoP (#4266888)
no, infatti.La decisione del doppio era facile da prendere, giusto? E’ solamente fortunato ad aver creato un gruppo compatto . Avrebbe dovuto dire a Sinner di fare serve & volley mentre a Berrettini avrebbe potuto consigliare di remare da fondo
Il capitano dell’Olanda persona di solito molto corretta ha detto che senza Sinner avrebbero vinto la Davis. Avrebbero dovuto ricordargli che solo 2 mesi fa l’Italia senza Jan aveva battuto l’Olanda con Matteo e Cobolli che avevano vinto contro Botic e Tallon. Devono ringraziare che il nostro doppio ha perso di misura anche perché sicuro del primo posto nel girone perché in caso di 3/0 si sarebbe qualificato il Brasile e loro la Davis a Malaga l’avrebbero vista in TV. Un po’ di umiltà e riconoscenza please non guastano mai please.
Il capitano dell’Olanda persona di solito molto corretta ha detto che senza Sinner avrebbero vinto la Davis. Avrebbero dovuto ricordargli che solo 2 mesi fa l’Italia senza Jan aveva battuto l’Olanda con Matteo e Cobolli che avevano vinto contro Botic e Tallon. Devono ringraziare che il nostro doppio ha perso di misura anche perché sicuro del primo posto nel girone perché in caso di 3/0 si sarebbe qualificato il Brasile e loro la Davis a Malaga l’avrebbero vista in TV. Un po’ di umiltà e riconoscenza please non guastano mai please.
Articolo da tenere in bacheca a futura memoria.
Sono davvero felicissima per Matteo.
L’anno scorso ha fatto davvero male vederlo tifare dalla panchina.
Sono d’accordo con Mazzoni. Questa Davis è griffata Matteo Berrettini, ovviamente senza tralasciare il contributo imprescindibile del n.1 del tennis mondiale.
Matteo, dopo aver assistito al trionfo dei suoi compagni lo scorso anno, è quello che più di tutti ha desiderato partecipare in prima persona ad una nuova impresa.
Tra gironi e fase finale esce da imbattutto e portando 6 punti fondamentali (5 in singolare e uno decisivo in doppio)… Soprattutto ha portato un contributo di leadership e personalità pesantissimo.
Questa Davis era il suo Slam… L’ha segnata sul calendario e, senza sgomitare e rispettando le scelte del capitano, si è fatto trovare prontissimo nel momento in cui c’è stato bisogno del suo apporto
Onestamente Volandri non mi ha impressionato. A parte fare il tifo dalla panchina.
I giocatori sono forti e lo hanno mostrato.
Ok la forza del gruppo, ma onestamente il contributo maggiore viene da Berrettini e Sinner.
E anche un po’ da Bole e Vava che li hanno allenati in preparazione dell’unico doppio giocato.
Ormai Sinner è qualcosa che non ha più a che fare soltanto con lo sport, ma tocca anche il sociale. Per questa ragione, visto che c’é una legge in Italia che indica le manifestazioni sportive in Italia che obbligatoriamente devono essere trasmesse in chiaro, proporreri una petizione ufficiale al Presidente del Consiglio (tra l’altro grande tifosa di Jannik), affinché ogni finale dello Slam, le Finals e la Coppa Davis, siano obbligatoriamente trasmesse in chiaro soprattutto se ci sarà un italiano come protagonista. Le ultime due manifestazioni sono già in chiaro. E’ ovvio che con un fuoriclasse come Jannik che il prossimo anno potrebbe aspirare anche al Grande Slam, l’Italia non può permettersi che le sue vittorie possono essere viste soltanto da un piccolo numero di spettatori paganti e privilegiati. Jan è un patrimonio dell’Italia e degli italiani tutti e ognuno di noi deve avere la possibilità di vedere le sue gesta liberamente e senza alcun vincolo di tipo economico. Potremo chiamarla petizione Sinner. Siete d’accordo con me?
Trainata da Berrettini titolo correttissimo. Il doppio lo ha diretto lui, la partita contro Kokki scottava perché se l’avesse persa eravamo probabilmente fuori e l’ha giocata da dio dopo aver dominato ma perso il primo set. Contro Botic che aveva fatto fuori Nadal poi Altaimer e ricordiamoci anche della vittoria su Alcaraz , Matteo è stato semplicemente perfetto . Matteo ovvero non solo servizio. Grande sei tornato Bum Bum Berretto.
Come nelle donne , unica squadra che forse , poteva impensierire la Russia, ma non ci sta!
Indubbiamente Protagonista assoluto di questa Davis azzurra il Berretto, a Bologna e poi a Malaga guidando Jannik in doppio ( dove si sono influenzati positivamente a vicenda) e poi conquistando le 2 partite decisive con Aussie e Olanda perché il punto definitivo di Jannik era praticamente una sicurezza per schivare 2 coppie di doppio insidiose.. grandissimi entrambi e bravo anche Volandri, che, piaccia o non piaccia, fortunato o non fortunato, ha 2 Davis consecutive in saccoccia
Vi segnalo l’ennesima delirante intervista di Pietrangeli
Cosa non farebbe per terminare ancora il suo nome su un giornale
vabbè non si può mettere Berrettini prima di Sinner anche se ha fatto piacere a tutti vederlo tornare grande protagonista.
Sinner è una roccia indistruttibile, da quella certezza e solidità che fa giocare i comprimari con spensieratezza ma determinazione.
E’ la squadra di tutti perchè abbiamo bisogno di tutti ma se proprio bisogna nominare una stella quella è Jannik
non è solo la stella dell’Italia è la stella del tennis: PUNTO!
(che sia una stella italiana poi è la botta di culo che finalmente ci siamo meritati dopo decenni di ghisa)
Filippo Volandri ee oo. Vamos filo. Ti sto e tifo da sempre. Grazie per aver retto da solo il tennis italiano nei tempi bui. Ti meriti tutto