Dialoghi sul talento” con Stefanie Graf e Andre Agassi. La Graff “Ancora prima di incontrarci, io e Andre avevamo fatto scelte molto precise dal punto di vista filantropico. Il lavoro che facciamo entrambi è infatti dedicato alle nuove generazioni”
In un Palazzetto dello Sport stracolmo, questa mattina Steffi Graf e Andre Agassi hanno regalato due ore emozionanti e speciali ai 3500 spettatori intervenuti per l’appuntamento “Dialoghi sul talento”, promosso da Fondazione CRC e realizzato in collaborazione con I Tennis Foundation, la Children for Tomorrow di Stefanie Graf e l’Andre Agassi Foundation for Education, e con il supporto organizzativo di Collisioni.
L’incontro con le due leggende del tennis è stato condotto da Alberto Brandi, condirettore Sport di TgCom24, che ha stimolato Steffi e Andre a raccontare le tappe più significative delle loro vite e ad approfondire il valore dello sport come strumento di crescita, di scoperta dei propri talenti e di accettazione del proprio sé.
“Oggi è stato un privilegio ospitare Steffi Graf e Andre Agassi, due dei più grandi tennisti di tutti i tempi” ha spiegato Mauro Gola presidente di Fondazione CRC. “Questi incontri rappresentano occasioni importanti per porre al centro il tema del talento, con l’obiettivo ispirare, incoraggiare e sostenere i nostri giovani a coltivare le proprie attitudini. La Fondazione CRC riconosce la forte valenza educativa dello sport, uno straordinario strumento per crescere, per scoprire i propri talenti e per accettare sé stessi, dando il meglio di sé per la propria comunità. Un obiettivo centrale per la Fondazione CRC e per gli enti filantropici voluti da Steffi Graf e Andre Agassi”.
“Ancora prima di incontrarci, io e Andre avevamo fatto scelte molto precise dal punto di vista filantropico. Il lavoro che facciamo entrambi è infatti dedicato alle nuove generazioni” ha raccontato Stefanie Graf a proposito della nascita della sua fondazione. “27 anni fa, a metà degli anni ’90, mi avevano presentato uno psicoterapeuta di Amburgo che si occupava di terapie su bambini rifugiati che provenivano da zone di guerra, con l’obiettivo di ristabilire il loro benessere e il loro equilibrio. È stato un incontro centrale nella mia vita, perché vidi con i miei occhi quanto la guerra li aveva devastati. Non avevano mai potuto scegliere nulla e non avevano conosciuto nient’altro che violenza. Da allora ho deciso di impegnarmi con tutta me stessa su questo tema”.
“Io ho compreso negli anni quanto importante sia l’istruzione nella vita delle persone e ho deciso di fondare un’organizzazione che si occupasse di questo tema per molti motivi” ha riferito Andre Agassi. “Per prima cosa perché io non ho potuto scegliere. O meglio, l’unica scelta, fatta da altri, era per me quella di giocare a tennis. A un certo punto della mia vita mi sono reso conto che c’erano moltissimi bambini nella mia stessa condizione, e allora ho cercato di dare loro la possibilità di scegliere, attraverso l’istruzione. Da quando è nata la mia fondazione, abbiamo aperto 130 scuole in tutti gli Stati Uniti, in modo particolare nelle zone economicamente più depresse, in particolare perché quei giovani possano avere accesso all’istruzione. Un impegno che ho vissuto e continuo a vivere come una missione”.
Dalle grandi vittorie ai rapporti con i genitori, fino alla rapida ascesa nel tennis professionistico. Le carriere di Andre Agassi e Steffi Graf hanno diversi punti di contatto: “Diventare professionista all’età di 13 anni è stato molto difficile, anche se a quell’età giocare per me era naturale” ha analizzato Steffi Graf. “Se riguardo la me stessa di 13 anni vedo tutte le difficoltà che ho dovuto superare. All’inizio è stato anche semplice, perché volevo imparare quanto più possibile e a tutti i costi. Poi, quando sono salita nel ranking, ho dovuto lasciare la scuola, pur con molto dispiacere. Non sento di aver perso molto, perché la mia vita era talmente programmata e io amavo così tanto viaggiare. La cosa più difficile è stata subire e gestire la pressione della gara, quando sei in campo e ti ritrovi da sola. La pressione che viene esercitata su una ragazza così giovane è forse troppa, ma se hai un buon allenatore, se sei circondata da persone brave che ti aiutano, se la tua famiglia e i tuoi amici ti sostengono, allora ti senti protetta”.
L’appuntamento è stato poi arricchito dalle esperienze di Luca Paiardi, campione italiano di wheelchair tennis, e dei giovani talenti che partecipano ai progetti di I Tennis Foundation, l’associazione benefica italiana fondata da Simone Bongiovanni, che ha raccontato sul palco del Palasport la mission della charity: “Abbiamo ideato questa associazione per regalare un’opportunità a chi non ne ha. In questi anni con il progetto Intesa Sanpaolo Assicura Little Tennis Champions abbiamo visto crescere a tutto tondo 12 giovanissimi talenti italiani del 2008 e 2009, a cui è stata offerta una possibilità concreta di riscatto e di valorizzazione. I risultati conseguiti da queste ragazze e questi ragazzi sono una chiara testimonianza di come il talento sviluppato all’interno di un contesto protetto possa regalare grandi soddisfazioni”.
La giornata si è conclusa con la visita al Rondò dei Talenti e poi al Country Club di Cuneo, dove Steffi Graf, campionessa di 22 titoli del Grande Slam, ha incrociato la racchetta con i bambini delle scuole tennis della provincia di Cuneo e con i talenti di I Tennis Foundation.
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2 commenti
Due grandi campioni in campo e fuori.
Ho sempre pensato, da giovane, che la Graf fosse una donna da sposare. Fissazioni giovanili, sogni da inesperto della vita. Ora che sono più vecchio, penso che André è un tipo tosto e si è meritato questa famiglia, si sono meritati entrambi. Poi magari sbaglio tutto, litigano tutti i giorni pari, ma sai com’è… se c’è ancora un pochino da sognare, perché no? Viva la coppia felice.