Berrettini: ‘Con Roig strade diverse’. E sulla Davis: ‘Sempre pronto per l’Italia’”
Il 2024 di Matteo Berrettini sta giungendo al termine e il tennista italiano ha annunciato una decisione importante: la separazione dal suo allenatore Francis Roig. Una notizia inaspettata, comunicata dallo stesso Berrettini attraverso i social media, che arriva dopo una stagione di rinascita per il tennista romano.
In un’intervista a Sky Sports, Berrettini ha spiegato: “La separazione con Francis (Roig) non è stata una scelta semplice, ma sì condivisa da entrambe le parti.” Il 28enne ha aggiunto: “Lui mi ha aiutato molto in questo percorso di ritorno, mi ha aiutato a migliorare, ma è vero che vedevamo alcune cose in modo diverso. È stata una decisione totalmente professionale, quindi lo ringrazio veramente per tutto quello che ha fatto per me, abbiamo avuto un anno pieno di successi.”
La collaborazione con Roig ha portato a tre titoli conquistati nel 2024 (Marrakech, Gstaad e Kitzbühel), il numero più alto di trofei mai vinti da Berrettini in una singola stagione. Un risultato notevole dopo i numerosi infortuni e periodi di inattività che avevano caratterizzato il suo recente passato.
Nel team di Berrettini è rimasta una figura chiave: Alessandro Bega, il secondo allenatore che ha accompagnato Matteo in molti tornei. “Bisogna congratularsi anche con Bega per il lavoro che ha fatto con me durante quest’ultimo anno,” ha dichiarato Berrettini, “senza di lui probabilmente non avrei superato tutti i momenti difficili che ho affrontato.”
Guardando al futuro, il tennista romano ha spiegato che “l’idea ora è trovare una persona che possa aiutarci, alla fine di questa stagione ci siederemo al tavolo e cercheremo di studiare e capire qual è il miglior percorso che possiamo intraprendere per il 2025.”
Il sogno Davis
Prima di chiudere il 2024, Berrettini nutre ancora una speranza: far parte della squadra italiana di Coppa Davis che a fine novembre difenderà il titolo a Malaga. Una sfida non semplice, considerando che l’attuale numero 36 del mondo ha davanti a sé Sinner, Musetti e Cobolli, oltre a dover fare i conti con la concorrenza di Arnaldi, Darderi e Sonego.
“La Coppa Davis è un sogno, un obiettivo per me, sarebbe la ciliegina sulla torta di questa stagione di rimonta,” ha affermato l’ex numero 6 del mondo. “La realtà è che l’Italia ha la fortuna di avere molte opzioni per la fase finale, abbiamo una squadra molto profonda dove, tra gli altri, c’è il miglior giocatore del mondo. Se mi convocassero sarebbe un grande onore, da parte mia sarò sempre pronto a giocare per l’Italia.”
Francesco Paolo Villarico
TAG: Italiani, Matteo Berrettini
Beh anche per una preparazione con il nuovo coach invece di licenziarlo dopo l’inizio di anno già impostato dal vecchio coach cacciato che sospettando qualcosa magari ha lavorato malamente!
Il solitoo truco nel tour, maschile e femminile, di scaricare il coach a fine staggione, per non pagare le ultime sei settimane.
Io prenderei uno dei due tra Boris Becker e Roger Federer come coach. Tanto Federer gira sempre tra i tornei, se accompagnasse Berrettini per una 10na di tornei all’anno ( i 4 Slam più 6 dei migliori ATP 1000 ) non sarebbe un problema. Sarebbe molto utile a livello consigli ed esperienza. Tanto Federer lo farebbe solo per passione, non certo per soldi.
Ultimi anni della sua carriera ? Allora anche Sinner è agli ultimi 15 anni della sua carriera, no ?
Se giocherà fino a 35 anni, Berrettini ha ancora 8 anni, se fa come Galvani, Sanguinetti, Lorenzi, Fognini, Pozzi, Vanni, Seppi etc etc potrebbe anche giocare per altri 10 anni e anche più.
Io lo farei anche giocare ma Volandri potrebbe avere altre idee….lo scorso anno è stato parecchio utile anche dalla panchina. Credo però che Jannik voglia mantenere la promessa fatta lo scorso anno (“la rivinceremo insieme”).
Concordo con quasi tutto. Quasi solo perchè parli di exploit a “Wimbledon o agli US Open”: per me il primo caso è abbastanza (detto ovviamente tra virgolette) facile da verificarsi, meno il secondo (o meglio, se si verificasse il secondo caso, per me dipenderebbe più da tabelloni non impossbili che da grandissime prestazioni contro i super-big che giochino al loro meglio, specie quei 2, che pur lui invece sono molto più possbili sull’erba).
Dici: “Qualcuno che lo aiuti a gestirsi” = io penso soprattutto dal punto di vista medico-atletico, quindi penso molto anche allo staff che si occupa di questo (anche perchè, se si vuole sottointendere che ci vorrebbe qualcuno che lo allontanasse dalle “distrazioni extratennistiche”, in realtà quello dipende tutto dalla mentalità dell’atleta. Puoi anche prendere il più grande “motivatore/filosofo” del mondo, ma se l’atleta ormai tende alle “distrazioni”, c’è ben poco da fare, e parlo in relazione a tutti i tennisti del mondo, NON faccio certo un discorso specifico per il suo caso, che non conosco certo in dettaglio…).
Poi soprattutto dici: “Ormai e’ chiaro come deve giocare per vincere, non penso che un allenatore o un altro possa fare chissa’ quale differenza” = ieri tutti i “tecnici/commentatori” di supertennis (non ricordo il titolo della rubrica, l’ho vista a sera molto tarda) hanno finalmente fatto un discorso molto intelligente.
Hanno ricordato che M.B. vinceva quando “strappava molto” e giocava di pura potenza con servizio e dritto e secondo loro, con un gioco molto più “fluido” ma meno potente come quest’anno, è normale vincere molto meno.
Soprattutto, hanno ricordato come i grandi atleti che nella storia, avendo dei grandi dritti e servizi ai quali si affidavano quasi sempre, hanno cercato di migliorare molto il loro rovescio (NB: questo è giustissimo farlo, il punto è soltanto quello che viene ora) e poi, una volta che ci sono riusciti, hanno voluto, quando potevano scegliere non essendo costretti dall’avversario, aumentare molto, nel corso delle partite, il numero dei colpi colpiti col rovescio rispetto a quelli col dritto, sono tutti crollati in classifica ed hanno perso molte più partite che prima. Morale: il tennis è uno sport “percentuale”, ricordarselo sempre…
Direi che Roig era il tecnico migliore per un rientro a certi livelli anche sul piano fisico. Lo è meno per un Berrettini che voglia affilare le sue armi migliori una volta rientrato a certi livelli.
Berrettini nella race ha 1370 punti, dei quali solo 140 conquistati nei 1000 e negli Slam.
Verrebbe da osservare che, se il nostro ha risalito la classifica e oggi può sperare di essere testa di serie ai prossimi Australian Open, è grazie ai risultati conseguiti nei tornei di medio livello e che quindi l’approccio di Roig sia stato più che corretto, ammesso che la divergenza tra i due si sia realizzata su questo punto.
Dopo due anni molto complicati tra infortuni e “distrazioni” varie, forse Berrettini ha pensato che focalizzandosi mentalmente sul tennis e tornando a giocare con regolarità libero da seri infortuni, avrebbe potuto essere subito competitivo a livelli più alti, ma così non poteva essere e non è stato.
Il suo 2024 a mio giudizio è stato molto buono e ha posto le basi per un 2025 ancora migliore; non so se interrompere questo percorso graduale sia stata la scelta migliore.
Poi magari stiamo parlando del nulla, perché i motivi della fine della collaborazione sono altri e noi non li conosciamo.
Come sei “spiritoso” 😆
Se lo porti è per farlo giocare, non è li per fare esperienza…
@ PensiamociBene (#4244763)
Sono d’accordissimo sul tuo PS. Anch’io ho pensato la stessa cosa. Abbiamo visto un Berrettini in buone condizioni fisiche, possibilmente frutto di duro lavoro. Adesso Matteo non ne può più. Non mi stupirei di un suo calo di forma enzo
Anche non conoscendo su cosa la vedevano diversamente Berrettini e Roig si può capire una cosa fondamentale, applicando una semplice deduzione.
Ossia Berrettini vuole migliorare la sua competitività più di come essa si è rivelata quest’anno, e non pensa che la strada che ha in mente Roig sia la migliore. Se non fosse così avrebbe lasciato le cose come stanno.
A ciò consegue che ora Berrettini non assumerà un coach a scatola chiusa, ma prima farà colloqui alla ricerca di un coach che sia disposto a condividere la sua visione di come migliorare la sua competitività.
P.S.
C’è invero una possibilità che non ho preso in considerazione perché la ritengo improbabile. La riporto solo per completezza. E’ possibile che con Roig Berrettini lavorasse troppo fisicamente e lui invece non è più così attaccato al tennis o alle proprie ambizioni per accettare di soffrire così tanto. E allora siccome Roig non accettava di allenarlo “a metà”, assecondando un atleta che non vuole più faticare, Berrettini sia stato costretto a cambiare allenatore. E magari si è autoconvinto che per diventare più competitivo si possa lavorare di meno.
Insomma in questa spiegazione non ci sarebbero considerazioni tecniche dietro questa separazione, ma considerazioni di tipo motivazionale: relative a un Berrettini ormai pigro e conservativo.
Penso che Berrettini voglia ritornare in alta classifica e che cerchi una persona che ragioni come lui, laddove Roig sembrava più prudente. Sinceramente non vedo tutti questi margini di miglioramento per Matteo, a meno che non trovi un genio che gli sistemi la risposta e il rovescio angolato alla tenera età di 29 anni…
è tornato ad essere un professionista dopo due anni passati a fare la star. questa mi sembra la notizia
sapendo l’approccio di roig, facile che mentre lui voleva impostare la stagione sui 250 per consolidare la classifica il nostro voglia puntare su 1000 e slam.
La butto lì, così, a pelle: Berrettini/Roig, non mi è mai sembrata un’accoppiata azzeccata, anche caratterialmente…e non è un fattore secondario
Santopadre
Roig (figlio di Zio Toni)
Manca solo lo Spirito (Jessica?)
Direi che non avendo espresso in che cosa non avessero la stessa visione ogni valutazione è una pura illazione.
Si può e si deve dare fiducia al giocatore che più di altri ha chiara la condizione e le aspettative.Ovviamente il tecnico ha un’idea sulla strada da seguire per arrivarci e non sempre coincide con quella del tennista.
Un appunto: a 28 anni si lavora tecnicamente e uno come Matteo deve farlo perché proprio alcuni gesti sono risultati determinanti per alcuni infortuni.
Berrettini ha vinto 3 tornei 250 ed è arrivato in finale a un altro quindi come anno non mi pare sia andato male. Spero che trovi qualcuno che possa dargli lo step necessario per essere competitivo anche a livello 500/Masters/Slam. Ormai il rovescio è quello, se migliorasse gli spostamenti soprattutto laterali sarebbe un cliente difficile per tutti.
C’e’ anche da dire che Matteo ormai ha 28 anni e tecnicamente difficilmente potra’ cambiare qualcosa. Ormai e’ chiaro come deve giocare per vincere, non penso che un allenatore o un altro possa fare chissa’ quale differenza. Serve piuttosto qualcuno che gli dia fiducia e che lo aiuti a gestirsi negli ultimi anni della sua carriera. Credo che la classifica non debba piu essere una priorita’ per lui visto che difficilmente riesce ad esswere competitivo per tutto l’anno. Ma un exploit o una vittoria importante, magari a Wimbledon o agli US Open dove ha sempre giocato bene, puo’ ancora raggiungerla.
@ Guidooddounodinoi (#4244611)
Il ritiro di Cobolli dal torneo parigino appena iniziato “per il perdurare dell’infortunio alla spalla” non è una condicio sine qua non per l’ultimazione delle scelte sulle convocazioni di Malaga (Coppa Davis), atteso che Volandri avrà tempo a sostituire quattro elementi su cinque sino a 48 ore prima del match introduttivo, quindi sino al 17 novembre p.v. .
Pertanto, Cobolli ha ancora circa 20 giorni di tempo per rimettersi a posto.
Da quanto si legge, si capirebbe che Berrettini sta ancora elaborando un piano, cioè si sono separati senza aver già pronto un nuovo percorso. Poi: quel che si dice ai microfoni spesso è prudenziale e non è tutta la verità, ma solo una parte. Speriamo bene, perché, lo dico e lo ripeto, il ragazzo merita il meglio possibile.
Berrettini ci sarà di sicuro a Malaga. Se giocherà è un altro discorso.
Non voglio sminuire il lavoro di nessuno ma vorrei chiedere all’autore dell’articolo, di certo in mezzo alle cose del tennis nazionale da più tempo di me, se può eliminare il refuso (non può che essere un refuso) relativo alla “concorrenza di Darderi e Sonego” che Berrettini dovrebbe vincere per Malaga e magari pure quello di Cobolli, in considerazione del recente ritiro da Bercy per il perdurare dell’infortunio alla spalla.
Una finale e tre tornei vinti in un anno e ti separi?
Con la Satta aveva raccolto molto meno.