Thiem: “Il tennis è diventato troppo duro fisicamente, ci alleniamo in un modo che non è salutare”. Una riflessione sull’eccessiva fisicità dello sport
Dominic Thiem riflette ormai da ex giocatore e afferma che il tennis è diventato uno sport che richiede sforzi eccessivi e non salutari, come dimostrano gli infortuni sempre più frequenti anche in atleti molto giovani. L’austriaco ne ha parlato in un’interessante intervista al quotidiano britannico Guardian, nella quale si è soffermato in particolare su quest’aspetto della disciplina, quello che ha pagato a caro prezzo con infortuni – nel suo caso al polso – che hanno prima limitato e poi concluso la sua carriera.
“Per arrivare a competere a così grande livello nel tennis devi spingerti al massimo delle tue possibilità, io passavo ore sul campo a spingere a tutta. Questo è sempre stato il mio stile di gioco ma credo che sia così per tutti, non puoi pensare di arrivare e stare tra i migliori senza dare il tutto in allenamento” racconta Thiem. “Massima intensità in ogni colpo è stata sempre la mia miglior qualità, ma questo alla lunga ha pesato. Negli ultimi anni ho trovato molto difficile mantenere quel volume di allenamento. Il polso non poteva sopportare quella quantità di allenamento e, inoltre, le altre parti del corpo iniziavano a sentire la fatica e fastidi sempre più frequenti”.
Ecco il passaggio chiave nel discorso di Dominic, parole che gettano più in un’ombra sul presente e futuro della disciplina: “Penso che il modo in cui pratichiamo questo sport non sia salutare e ad un certo punto una o più parti del corpo si rompono. È una cosa che si vede in quasi tutti i giocatori, non c’è tennista che non abbia subito infortuni nel corso della carriera. E questi arrivano anche a ragazzi molto giovani, di 20 anni. Questa è la foto del tennis professionistico oggi. Nel mio caso si trattava del polso, è stato questo il problema più grave che ho avuto. Non è una sorpresa perché ovviamente ho usato molto il polso, soprattutto sul diritto, ed era una delle mie parti più importanti negli ultimi istanti prima di colpire la palla, un forte uso del polso per accelerare un po’ di più e dare rotazione. Probabilmente l’ho fatto un milione di volte e, come ha detto anche il dottore, questo continuo stress ha fatto sì che il polso si sia indebolito e alla fine rotto. Da allora in poi non ho più avuto la stessa sensazione e niente è stato come prima”.
Una conclusione amara per l’austriaco, che dopo aver raggiunto il più importante successo in carriera a US Open 2020 (rimontando due set di svantaggio a Zverev in finale) è entrato in un vortice nero, un crollo psicologico e poi fisico dal quale non si è mai ripreso. L’austriaco effettivamente produceva un tennis estremamente muscolare, la spinta massima senza compromessi era il “suo” modo di intendere la disciplina, e conoscendo la storia del gioco era presumibile che nel momento in cui fosse calato anche di poco nella forza e intensità tutto il suo castello sarebbe crollato. Tuttavia il suo discorso appare corretto: il tennis del 2024 è troppo muscolare e si basa su di un’intensità poco sostenibile. Tutti i giocatori, nessuno escluso, soffrono di discreti infortuni.
Per questo più del numero dei tornei e delle partite, dei viaggi e del calendario, chi governa il tennis – e gli stessi giocatori a partire dalla PTPA di Djokovic che sembra intenzionata a cambiare lo status quo – dovrebbe riflettere su quest’aspetto, su come è diventato il gioco. Trovare un modo per renderlo meno fisico è la via maestra a migliorare la salute e condizione degli atleti. In passato molti tennisti giocavano anche più di 100 partite all’anno, ed erano più “sani” di quelli attuali, nonostante gli enormi passi in avanti della medicina, fisioterapia e scienza applicata alla sport. Una situazione che dovrebbe far riflettere.
Marco Mazzoni
TAG: Dominic Thiem, infortuni, Marco Mazzoni
Queste dichiarazioni dopo che non ce la fa più anche no, avrebbero avuto senso prima, adesso perdono totalmente credibilità
Che poi il tennis stia diventato pugilato con la racchetta è un dato di fatto, tutti a servire a 23, remare e picchiare da fondo, racchette e materiali sempre più veloci e “facili”… Lui non ce l’ha più fatta, punto
@ Tiz (#4244257)
Aaaaaarrrggghhhh!
Io mi chiedo come abbia fatto e faccia a reggere ‘Sta’Nimale fino a 39 anni, a seguire, praticamente senza gravi infortuni.
Non è che randelli poco…
Soldi
Capita, quando girano tanti
Concordo. Jannik sembra comunque avere capito l’importanza della gestione delle energie.
Infatti ha completamente rimosso i 250 ( che thiem giocava in quantità come ruud o zverev per citarne altri 2 )…gioca solo gli slam, i 1000 e 2 o 3 atp500
L’ho letta. André aveva un problema congenito alla schiena che l’ha tormentato durante tutta la carriera. Non solo alla fine. Per alleviare i dolori dormiva sul pavimento.
@ Annie (#4244352)
…a questi ultimi appuntamenti del calendario
Mah, io ricordo un Dom molto potente, sembrava avventarsi letteralmente sulla palla per imprimere la massima forza e grandi imperiose sbracciate di rovescio: insomma, un tennis molto fisico, anche la sua struttura era più massiccia di adesso…probabilmente, impostare tutto su una continua pressione contribuisce al logoramento delle parti più interessate dallo sforzo, da cui una durata più breve rispetto a chi amministra meglio le proprie risorse: è che adesso se non picchi parti già con l’handicap, per questo la solidità fisica è sempre più la condizione indispensabile per una carriera longeva e di successo…purtroppo vediamo come Bercy, torneo di fine anno, registri defezioni, soprattutto tra i giovani che si sono creati che le loro mani questo tennis sempre più aggressivo, e abbiamo visto la rinuncia di Auger e Fokina, assistito al ritiro di Machac e Mensik, tutti ragazzi alla vista parecchio dotati ma arrivati provati a
Non bisogna nascondere il fatto che troppo sport , quando viene praticato ad alta intensità, è usurante e accelera anche il processo di invecchiamento. Atleti pure in perfetta forma come Nole e Zverev apparentemente sembrano più vecchi di quanto sono. Nadal sembra un cinquantenne.Lo stesso Sinner in questi ultimi due anni è cambiato molto. Alcaraz fra cinque anni assomiglierà a un carpentiere pensionato in canottiera…
Confermo
@ Albi (#4244192)
Occorre guardare il numero di tornei. Lui ne giocava una miriade
@ sander (#4244200)
La tendenza è nettamente a favore dei “boscaioli” enzo
Perché semplicemente è tutto relativo.
Quel che per Thiem è diventato troppo duro fisicamente era ritenuto tale 20 o 30 anni fa da chi l’uva non riusciva a prenderla.
In ogni epoca si va a superare quella precedente perché migliorano i materiali, gli allenamenti e le professionalità intorno all’atleta che quindi si spinge oltre quei limiti passati.
Thiem se si è fatto male è perché non aveva un team all’altezza, per costituzione o perché non ha utilizzato i materiali giusti ma anche per non aver rispettato i tempi che chiedeva il suo fisico.
Fra 20 anni diranno le stesse cose sul presente e penseranno con malinconia ai tempi di Jannik dove tutto era più lento.
Inoltre se non vuoi rischiare puoi saltare tornei, non devi timbrare il cartellino.
Dichiarazioni totalmente irricevibili da lui.
Basti ricordare come lui pure da top player giocasse una marea di 250 a cui gli altri top neanche si avvicinavano.
Chi è causa del suo male, pianga se stesso.
Ha ragione…troppo stress fisico, troppi infortuni…alla fine della carriera un tennista va in pensione con il fisico debilitato ( consiglio di leggere OPEN autobiografia di Andre Agassi )
Ci lascia uno che è arrivato a essere il numero 3. A me personalmente piaceva molto come tennista e come persona. Un altro che mi piaceva molto e che è sparito è il Peque ovvero Diego Swartzmann che nonostante fosse alto (si fa per dire) solo 1,70 era riuscito a compete coi giganti attuali da 1,90 e oltre.
Giusto. Aumentiamole.
Giusto. Mettiamo anche dei pesi ai piedi dei centometristi e delle zavorre ai nuotatori. Mettiamo anche dei limitatori di velocità alle moto da corsa e alle auto di formula 1. Aumentiamo i pesi di tutti gli attrezzi e azzeriamo tutti i record.
Penso che per salvaguardare il fisico contino più del limitare il numero di partite annue gli allenamenti e il modo in cui si fanno. Se un tennista non fa un torneo il più delle volte utilizza la settimana non per riposarsi ma per allenarsi intensamente e quindi i benefici fisici di aver saltato un torneo si minimizzano. Per diminuire gli infortuni è necessario utilizzare materiali all’avanguardia (corde, racchette, campi ammortizzati ecc) e allenamenti specifici che tengano conto di come irrobustire e contemporaneamente sollecitare meno le parti deboli del corpo degli atleti. Utile potrebbe essere diminuire la durata delle partite degli slam e l’unico modo per farlo è togliere il quinto set e sostituirlo con un tie break lungo.
Basterebbe iniziare a limitare il numero di tornei ai quali si può partecipare, utili alla classifica. Adesso per emergere devono giocare troppi tornei, se tutti giocassero lo stesso numero di tornei avrebbero più tempo per allenarsi bene…
Basterebbe iniziare a limitare il numero di tornei ai quali si può partecipare, utili alla classifica. Adesso per emergere devono giocare troppi tornei, se tutti giocassero lo stesso numero di tornei avrebbero più tempo per allenarsi bene…
Nel 2020 trovò anche il modo di partecipare alla Adria Cup, organizzata da Nole in piena era Covid. Infatti sia lui che Nole si ammalarono.
Se le dichiarazioni di Thiem venissero generalizzate, non si capirebbe come mai in questi ultimi venti anni l’età attiva dei tennisti sia aumentata significativamente: anche non considerando i 3.
Abbiamo oggi, nei primi 100, 15 over 30 e ben 5 over 35.
Esattamnete 20 anni fa, nel 2004 alla stessa data di oggi, nei primi 100 gli over 30 erano 16 , ma non c’era neppure un over 35, così come 20 anni prima, nel 1984, 13 over 30 e nessun over 35. Teniamo conto che essere top 100 nel 2004 ed ancor di più nel 1984 non era la stessa cosa. Quindi la supposta maggior “usura” dei tennisti mi sembra contraddetta dai dati oltre che dai fatti.
Se guardate i primi 10 in classifica tranne Alcaraz hanno tutti un fisico nornalissino con la tendenza ad avere pochi muscoli. La prestanza fisica va più vista a livello aereobico e anaerobico quindi forza muscolare resistente ovvero la capacità di gestire lo stesso gesto per più ore. Altro aspetto importante è che ci sono giocatori che colpiscono la palla meglio di altri e fanno fisiologicamente meno fatica. Quindi non vincono i palestrati dalle fibre bianche ma ltri tipi di giocatori. Il fatto che Alcaraz non riesca a vincere come Sinner durante l’anno può essere, oltre a un fattore di testa anche un aseptto fisico ovvero difficoltà a mantenere la prestazione a livelli ottimale per più mesi.
Guardando su Tennis Abstract ha poi fatto solo cinque stagioni con più di 60 partite annue, neanche tanto se pensiamo ai Big-Three+Murray in tutta la loro carriera. Ma il suo stile è stato certamente dispendioso per il polso e purtroppo l’ha pagato…
Piuttosto che generalizzare era evidente che Thiem, e lui stesso lo ha detto, aveva un tennis troppo troppo basato sulla forza.
Come sinner…
@ bao.bab (#4244040)
Parole sante enzo
@ Italo (#4244116)
Basta giocare con tensioni morbide
È la solita vecchia storia. Quando i risultati iniziano a scarseggiare diventano tutti sindacalisti. Quando primeggiano, tutti muti.
Grazie per avercelo ricordato, non ce ne eravamo accorti.
Ottimo spunto quello di Thiem..
Bisogna rallentare il gioco, assolutamente
La volpe con l’uva.
Gli infortuni fanno parte dello Sport e cercare di prevenirli è il sale della preparazione tecnico-atletica. Se tu sei un Professionista e il tuo Staff inteso come gruppo di lavoro non è all’altezza,prima o poi ti rompi.
Quello che dice Thiem credo valga anche per quasi tutti gli sport, dal calcio allo sci, dal basket all’atletica. Più si spinge il corpo dell’atleta al massimo della prestazione fisica, più questo si avvicina al suo “punto di rottura”.
Se da una parte questo spingersi sempre a migliorare la prestazione credo sia inevitabile (evidentemente non puoi chiedere ad un tennista di colpire più piano la pallina o ad un calciatore di evitare di rincorrere una palla per ridurre gli infortuni), l’unica altra soluzione immagino sia ridurre gli impegni che richiedono queste prestazioni al massimo livello.
E nel tennis questo lo puoi fare programmando con oculatezza i tornei a cui partecipare. Cosa in cui probabilmente non ha brillato Thiem durante la sua carriera.
Ora che non vince più lo dice, strano…
Cmq sono due concetti diversi.
Sull’intensità dei colpi: mi sa (uso apposta un termine molto generico e “grezzo” per non stare a fare discorsi troppo tecnico-noiosi) che non aveva un tennis abbastanza “fluido”. E cmq è (almeno) dagli anni ’70 che c’è gente che si basa solo sul “picchio con forza a costo di spaccarmi” (per citare Landaluce nella notte) e che di solito al top durano pochi anni. C’è invece chi usa più la tecnica e, pur picchiando ancora più forte, dura decenni…
Sul calendario: i “piagnoni” (qeust’anno ne abbiamo già letti tanti, da mi pare Zverev in giù) dicono che il calendario è troppo lungo. I campioni (soprattutto di mentalità) come Sinner, invece, ricordano che i top player hanno cmq una buona libertà di scelta e, gestendosi nel modo giusto (il suo staff infatti ha già detto che il prossimo anno rifletterà sul torneo di Montecarlo) riescono a fare una stagione, con il calendario del tennis moderno, dove (ovviamente quando sono ben seguiti da un punto di vista medico e ne seguono minuziosamente i consigli = a proposito, i vari trolloni e/o incompetenti che dicevano che la carriera di Sinner era finita per un problema all’anca cronico ed irrisolvibile, dove son finiti? nelle fogne?? Ma credete di saperne più dei top professionisti del settore?? Ma soprattutto credete che lui rilasci dichiarazioni dicendo che era solo un problema temporaneo tanto per ridere?? avete fatto la solita figuraccia!) riescono tranquillamente a competere (salvo ogni tanto alcuni alti e bassi che sono fisiologici per l’essere umano) in tutti i tornei importanti…
Ha ragione.
Tutti gli sport hanno avuto una deriva ipertrofica che ormai mette in secondo piano le capacità tecniche.
Si arriva molto più in alto con la potenza che con il talento
C’è da dire che Dom giocava veramente tanti tornei. Mi ricordo che lo pensavo di lui, che fosse esagerato il numero di eventi a cui prendeva parte. Bisogna trovare il difficile equilibrio tra tornei, recupero, allenamento.
La spalla di Cobolli, per dirne una. Lo dico da anni che il tennis di oggi è per i forzuti, dal fisico bestiale. enzo