A Brazzaville il Challenger della crisi Il tennis minore mostra le sue fragilità: costi troppo alti per 50 punti ATP
Una situazione al limite del paradossale si sta verificando al Challenger di Brazzaville, nella Repubblica del Congo, dove la scarsa partecipazione dei giocatori sta creando scenari mai visti nel tennis professionistico.
La situazione è talmente critica che il torneo, che mette in palio 50 punti ATP per il vincitore, presenta una testa di serie numero uno che non figura nemmeno tra i primi 200 giocatori del ranking mondiale. Ancora più sorprendente è l’ottava testa di serie, che non raggiunge nemmeno la posizione 500 della classifica ATP.
Il quadro è ancora più desolante se si analizza l’intero tabellone:
– 12 giocatori sono oltre la posizione 1000 del ranking
– Solo 9 giocatori iscritti alle qualificazioni
– 5 partecipanti alle qualificazioni senza ranking ATP
Gli organizzatori sono stati costretti a prendere decisioni eccezionali, come la sospensione del primo turno delle qualificazioni. I pochi tennisti iscritti beneficeranno automaticamente di un bye al primo turno.
La situazione è principalmente dovuta al periodo di fine stagione e ai costi elevati che i giocatori dovrebbero sostenere per raggiungere una località così remota per un torneo che offre un montepremi limitato. Un chiaro segnale delle difficoltà che affrontano i tennisti di medio-basso livello nel circuito professionistico.
Questa situazione solleva interrogativi sulla sostenibilità di alcuni tornei Challenger in location remote e sulla necessità di ripensare il calendario e la distribuzione geografica degli eventi di questa categoria.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Challenger Brazzaville, Challenger Brazzaville 2024
Più della crisi, direi degli errori di programmazione. Non so quanti giocatori andrebbero in Australia per fare un solo torneo e poi tornarsene a casa , dato che le spese sarebbero maggiori dei guadagni.
Del resto Brazzaville mica si trova in Arabia Saudita, è a 6 milioni di km (ops!) volevo scrivere di dollari di distanza…
quale federazione? la fitp? la fitp dovrebbe pagare con soldi pubblici il viaggio e l’alloggio di un giocatore perché va in in posto scomodo da raggiungere?
La federazione dovrebbe sostentare chi volesse fare la “tournée africana” per promuovere il tennis anche là dove ci sono meno possibilità
fra kampala e brazzaville saranno 1800 km in linea d’aria, in aereo un paio d’ore, forse ce ne sono 3000 poi per andare in mozambico, a seconda della zona, in aereo tre-quattro ore. ma non è questo il punto. il punto è che organizzare un tour in africa centrale e del sud (a parte il sudafrica) è complicato dal punto di vista logisto e di strutture sportive. oltre che difficile in termini di risorse e investimenti locali, e di cultura tennistica, che forse è l’ostacolo maggiore.
Fra Kampala e Brazzaville ci sono 3000 km. Dopo, per andare in Mozambico, ce ne sono di più.
La tournée precedente era per degli m15 e riguardava giocatori di una certa fascia.
Brazzaville da solo non attira.
Già se fossero stati due challenger consecutivi, come è stato per Kigali qualche mese fa, ci sarebbe stata un’altra entry list.
Comunque si spera ci sia spazio per qualche tennista locale.
Voeti i buchi nel tabellone nelle quali, mi pare di no.
Paragone ignorante… quanta gente gioca a calcio nel mondo e quanti a tennis?
Bisogna riflettere che il 500° calciatore al Mondo per valore di Mercato Pavlov al Milan prende 1,7 milioni di € netti annui …Il 500 ATP se finisce l’anno con 40.000€ lordi incassati e’ tutto grasso che cola(Se non ci fossero gli eventi a squadre molti tennisti medi non potrebbero finanziare il liro sogno)….Meditate gente ….
può darsi, non conosco Brazzaville, mentre conosco un pò meglio rwanda ed uganda. può essere che Brazzaville sia logisticamente più difficile da raggiungere, e magari un pò fuori dai normali circuiti ITf (io è la prima volta che vedo giocare lì, mentre a kigali e kampala anche negli anni scorsi hanno fatto tornei). quindi l’ipotesi che costi troppo andare lì rispetto all’eventuale guadagno di un 50K è forse la più veritiera. quello che è da notare è il tentativo dell’ITF,e anche dell’atp col challenger, di allargare la platea dei posti dove si gioca. forse come challenger avrei organizzato in un posto un pò più accessibile.
Potevo giocare pure io
Giusto, peró questo mi porta ad un’altra domanda. Gli ITF hanno tabelloni di 32 con 8 qualificati, che a loro volta vengono da tabelloni di 32, questi ultimi non danno punti anche se vinci.
In totale gli ITF nei posti che hai menzionato trovano 56 giocatori, di cui 32 disposti a scannarsi per la speranza di fare punti solo in un tabellone successivo.
Qui mi sembra di capire abbiano raccattato (scusa il termine, ma l’impressione é questa) 35 giocatori su 50 previsti: 26 per il main draw e solo 9 su 24 per il tabellone qialificazioni. Perché tutti quelli in giro per gli ITF non sono andati all’appuntamento più importante?
Forse Brazzaville ha altri problemi che non conosciamo?
Il vero mistero è chi investe soldi in un challanger in Congo?!
Questo challenger interessa anche a me ma ha un infelice collocazione.
A mio parere andrebbe inserita con contorno di 3/4 ITF o altri challenger e la collocazione corretta sarebbe ad inizio anno, dopo l’open d’Australia, magari ripristinando l’atp in Sudafrica.
Inoltre, avrei riservato le wc e le Junior Exampt a tennisti africani giovani, che ci sono!!
Un paio di sudafricani, un paio di nigeriani, un rappresentante del Botswana (Ragouin) e uno del Burundi
(Gatoto)
Tennisti, che visto l’entry list, non avrebbero sfigurato e se non altro avrebbero fatto esperienza.
Il circuito juniores in Africa c’è ed è vivo, il prossimo step è costruirne uno ITF e solo dopo possiamo avere challenger più competitivo.
Io ci credo!!
È chiaro che il tennis beneficerebbe molto del coinvolgimento degli sportivi del continente africano ma è anche chiaro che il tennis non ha tradizione o peggio è di tradizione (post)colonialista. È uno splendido sport. Ci vorrebbe pazienza e costanza per diffonderlo. Comunque, in questo senso, un challenger vale 100 esibizione a spot.
Pawlikowska SANDRA SAMIR 75 67 75 in 5 ore e 2 minuti. Nuovo record in una partita itf?
@ Pollicino (#4243247)
Vedo un sacco di pollici verso e sorrido, perché nell’articolo si parla della crisi del tennis minore, citando un Challenger 50; ecco a me sta bene che si parli anche di questo, io sono un appassionato di tennis, seguo livetennis, leggo gli articoli e quando posso partecipo volentieri alle discussioni, ma il problema del tennis “minore, che ci può anche stare non credo che abbia il ben che minimo collegamento con un torneo CH50 della repubblica del Congo. Se il Challenge era in una qualsiasi città italiana, francese o comunque europea o nordamericana, i partecipanti sarebbero stati sicuramente in numero più che congruo evidentemente in certe aree del nostro amato pianeta non è uno sport così popolore (non è certo questo il luogo per disquisire sulla situazione socio-economica degli stati centro-africani) e pretendere che frotte di tennisti con ranking tra il 100 e il 200 affrontino una trasferta così impegnativa per un montepremi complessivo di 41000 dollari è irrealistico. Forse prima di organizzare certe manifestazioni si dovrebbero valutare tante variabili con spirito critico/oggettivo, non sole quella , credo assai probabile, di un politico locale che avrà fatto pressioni sull’atp per portare in Congo un torneo ufficiale. Prima lavoriamo sulle federazioni locali centrafricane, costruiamo il movimento tennistico in quelli luoghi, superiamo un evidente elitarismo che allontana i giovani ragazzi e ragazze del Congo dai campi da tennis e poi pensiamo anche a tornei più importanti. Ma sinceramente credo che in quei luoghi sia una delle ultime cose a cui i governi locali hanno da lavorare.
non è solo un problema di costi.
quando vai in Congo, così come in altri paesi africani, ti devi fare l’antimalarica, l’antitifica ecc ecc.
in più, spesso, questi tornei hanno un’organizzazione ben lontana da quella che abitualmente trovano i giocatori.
Anche il solo trovare un albergo decente a prezzi contenuti, risulta questione non indifferente (i 5 stelle, costano tanto pure lì).
quindi, è ovvio e scontato, che i giocatori preferiscono non andarci….
così come non vanno ora in Australia o in Sudamerica (nonostante abbiano entry list, piuttosto alte….).
Fino a che a un 1 turno di un challenger si danno 500-600 Dollari, non c’è niente di cui sorprendersi di queste situazioni…..
inutile dare 6kk di dollari al vincitore di un’esibizione quando poi al resto della truppa non si dà neanche il pane…..
Qui si parla di tennis e questa è una notizia di tennis. Forse ti era sfuggito.
guardate che è quello che hanno fatto. la mini-tournee intendo. prima di questo challengere hanno fatto 5 itf fra rwanda e uganda, uno ogni settimana, dopo questo challenger ci saranno altri 7 itf fra mozambico, angola e sudafrica. chi vuole si organizza.
Come già argomentato da altri, appare evidente che avere un tour di 3/4 tornei, dello stesso livello, nelle vicinanze aiuterebbe non poco.
Un torneo isolato potrà far gola a pochi.
Semplicemente l’ATP dovrebbe creare un fondo per finanziare una serie di eventi challenger nei paesi minori. Se organizzi un tour di 4/5 challenger nella stessa zona, ha senso fare il viaggio e stare un mese in trasferta, altrimenti ovvio che andare in Congo per un ch50 ha veramente poco senso a meno che a qualcuno non manchino pochi punti per entrare nelle quali slam in Australia.
@ Tommaso11 (#4243146)
Si infatti almeno due challenger di fila, o mini tournée con ITF 25 kg e challenger. Comunque non ci sarebbero giocatori di caratura, questo è ovvio, e non è la prima volta negli ITF 50 che non ci siano giocatori tra i primi 200..il problema come dice il titolo non è nella sostenibilità del tennis minore ma nell’ equità di accesso al tour..giusto investire nel tennis africano ma bisogna facilitarne la logistica casomai facendo un mini tour come è stato fatto in Sudamerica con il Dove men tour (, se nn sbaglio si chiamava così) che organizzava ITF e challenger 50.
sin-go-la-re….
Interessa anche a me e anche io gradisco questi articoli su argomenti “minori”
Tuttavia non mi permetterei mai di usare la parola … nei confronti di un interlocutore.
Conteniamoci, per cortesia! Soprattutto per rispetto alle persone con disabilità.
Parla al singolare…., a me interessa. Fa bene la redazione a pubblicare anche notizie del genere e presentarci realtà di cui difficilmente si è a conoscenza.
Beh si è passati dal sex Kings slam al Challenger di Brazzaville
Talvolta si rasenta lo “scoprire l’acqua calda”: tanta Africa, in particolare molta di quella subequatoriale è, con l’esclusione – pur rara – della diffusione e della pratica “strutturale” di discipline sportive quali, ad esempio, il famigeratissimo calcio, un continente “di serie grandemente minore” rispetto ad Europa, Asia, America ed Oceania
Ma in teoria l’idea di avere challenger in Africa é quella di aiutare tennisti Africani.
Qui peró non hanno trovato locali manco per fare un turno completo di quali (la situazione quali é peggiore di quella descritta nell’articolo: al MD si qualificano 6, quindi il tabellone quali sarebbe dovuto essere di 6×4 = 24. Ne hanno trovati 9, come mi ha detto ospite uno é una WC 42enne. Quindi 3 sono al MD senza giocare le quali è altri 3 vengono da un singolo turno).
Forse converrebbe più un appuntamento fisso ITF, una Monastir dell’Africa Sub Sahariana, andrebbe trovata la giusta “location” come va di moda dire adesso
Stiamo parlando di un intero continente che ad eccezione di un paio di nazioni non ha un giocatore di livello intera internazionale e non lo avrà mai se la Federazione Internazionale pensa come te.
Mi sono fermato a leggere al termine della terza riga.
L’errore di fondo, alla base di tutto è considerare questi tornei “tennis professionistico”…
Per quanto impegno, serietà, abnegazione ecc ci puoi mettere, se non sei nei primi 250/300 con questo sport non solo non ci guadagni, ma ci rimetti. Può essere pure la tua attività primaria, ma non sei un “professionista”: il professionista col suo lavoro ci campa, lui e la sua famiglia; se ci rimette, cambia mestiere.
non c’è nessun dubbio. aggiungiamo pure che gli aiuti della fitp sono irrisori, quello che può fare e fa sono la concessione di wild card che vengono ottenuto dalla fitp grazie al sostegno che danno agli organizzatori dei tornei magari girandogli qualche sponsor.
per il resto, è giusto essere pagati in base all’interesse che le proprie partite suscitano. se a nessuno interessa vedere un torneo challenger, chi partecipa lo fa a sue spese. esattamente come succede in qualsiasi altro aspetto della vita.
Mi sono fermato a leggere al termine della terza riga.
L’errore di fondo, alla base di tutto è considerare questi tornei “tennis professionistico”…
Per quanto impegno, serietà, abnegazione ecc ci puoi mettere, se non sei nei primi 250/300 con questo sport non solo non ci guadagni, ma ci rimetti. Può essere pure la tua attività primaria, ma non sei un “professionista”: il professionista col suo lavoro ci campa, lui e la sua famiglia; se ci rimette, cambia mestiere.
non c’è nessun dubbio. aggiungiamo pure che gli aiuti della fitp sono irrisori, quello che può fare e fa sono la concessione di wild card che vengono ottenuto dalla fitp grazie al sostegno che danno agli organizzatori dei tornei magari girandogli qualche sponsor.
per il resto, è giusto essere pagati in base all’interesse che le proprie partite suscitano. se a nessuno interessa vedere un torneo challenger, chi partecipa lo fa a sue spese. esattamente come succede in qualsiasi altro aspetto della vita.
Strano che a Brazzaville e con un Challenger 50 non ci siano centinaia e centinaia di tennisti che si azzuffano per entrare in tabellone…
A parte tutto, cmq i “soliti” a caccia di punti ci sono, mi sembra un articolo fatto più cha altro per “riempire i buchi” per la mancanza di troppe notizie visto l’avvicinarsi della fine stagione (= avrei capito se il challenger non avesse avuto manco giocatori iscritti alle quali e avesse dovuto arruolare gente che non sapeva manco tenere la racchetta mano per far giocare alcuni primi turni, o addirittura fosse stato cancellato perchè c’erano solo 5/6 tennisti in tutto…)
Clicca qui per visualizzarlo.
Scusateci cara redazione, ma di cosa stiamo parlando?? Un challenger 50 in Congo ???? Ma chi volete che ci vada? Articolo senza senso. Boh.
Beh, per esempio mettere nella stessa porzione di calendario questo torneo e i due giocati a Kigali (Rwanda), potrebbe aiutare, non a caso se guardate i tabelloni sono composti quasi dagli stessi partecipanti. Oppure aiutare a far giocare anche un secondo torneo settimana prossima sempre a Brazzaville aiuterebbe. Per me sono le due idee più papabili.
Il tennis è sport per ricchi e per questo poco democratico. Persino per i tornei locali bisogna sostenere costi di trasporto e di iscrizione non alla portata di tutti. Per questo già a 14/15 anni si fanno delle scelte diverse la scuola in primis. Vero che qualcuno viene aiutato dalla FITP da giovane ma sono pochissimi. Per chi si qualifica al main draw dei campionati nazionali già i costi sono esorbitanti, tra maestro vitto e alloggio. Bello sport ma a un ragazzo bravino consiglierei altro.