Matteo Berrettini su Jannik Sinner: “Una cosa che gli ruberei è la dedizione al lavoro, la capacità di voler migliorare sempre”
Matteo Berrettini si prepara con entusiasmo alla Coppa Davis, dove l’Italia difenderà il titolo conquistato lo scorso anno. In un’intervista a Sky Sport, il tennista romano ha espresso la sua gioia per il ritorno in squadra dopo aver saltato le finali di Málaga del 2023 a causa di un infortunio.
“L’anno scorso l’ho vissuta un po’ da fuori. Ho lavorato duramente per tornare a disposizione”, ha dichiarato Berrettini. “Abbiamo la squadra più completa, quindi la scelta del capitano è molto complessa, ma spero e credo di essermelo guadagnato. L’obiettivo è difendere il titolo, andando partita per partita. La Coppa Davis è una competizione speciale.”
Berrettini ha sottolineato l’importanza di giocare in casa, a Bologna, come fattore di motivazione per la squadra. Ha anche espresso il suo orgoglio per il movimento tennistico italiano, guidato dal recente successo di Jannik Sinner agli US Open: “Qualche anno fa ci avrebbero detto: ‘Siete pazzi, è impossibile’. Il capofila di questo movimento è Jannik, che ha appena vinto un altro Slam. È il numero uno al mondo, non so quante migliaia di punti abbia in più rispetto al secondo.”
Riguardo alle aspettative per questa edizione della Coppa Davis, Berrettini ha mantenuto un atteggiamento cauto: “È difficile dire ora che siamo una delle squadre favorite, soprattutto con questo formato. Non dimentichiamo che l’anno scorso abbiamo iniziato perdendo 3-0 con il Canada, e poi abbiamo vinto. Dobbiamo giocare tranquilli, con il gruppo e con la forza del nostro tennis possiamo arrivare fino in fondo.”
Il tennista ha anche ricordato il suo match contro Sinner a Wimbledon, definendolo un momento chiave per il suo ritorno ad alti livelli: “Lì ho sentito di essere tornato a quel livello, cosa che mi ero chiesto durante i mesi difficili. Non è un caso che dopo quella partita sia riuscito a vincere due tornei, mi ha dato una grande spinta.”
Berrettini ha elogiato la dedizione e l’etica del lavoro di Sinner, indicandole come qualità che vorrebbe emulare: “Una cosa che gli ruberei è la dedizione al lavoro, la capacità di voler migliorare sempre. È arrivato ai vertici del tennis molto giovane e non ha mai voluto fermarsi.”
Francesco Paolo Villarico
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Sinner ha una cosa che nessuno può rubargli ed è l’unico motivo per cui è il più forte di tutti: il talento.
Caxx ma dite il timing…rubategli quello a sinner, non solo la testa. Perche’ se avete la testa di sinner, ma avete anche il vostro timing e la vostra capacità di colpire la palla, non andate comunque da nessuna parte!
Caro Matteo, prima dell’avvento di Jannik Sinner eri tu che seguivo costantemente, anche perché, dopo anni, un italiano poteva vincere uno Slam…!!! Hai le qualità per essere un Top 10, ma quando ho letto di Fritz alto come te ma con un peso decisamente inferiore mi son detto…meno patata e più lavoro. Già dici che invidi la sua applicazione negli allenamenti….datti da fare, sei ancora in tempo! Forza!!!
Non solo italiano, è il tennista al mondo che nel 2024 ha vinto più tornei ATP dopo Sinner, al pari di Alcaraz. Sia chiaro, tornei decisamente meno importanti di quelli di Carlitos, ma come numero sempre tre sono.
Matte’, rubagli tutto tranne le pomate
Ogni volte che chiedono cosa rubare a Sinner gli altri tennisti rispondono la testa, la capacità di lavorare….tennisticamente si sentono tutti superiori….poi quando ci giocano contro vengono tutti presi a legnate…
Se sinner fosse stato de Roma avrebbe avuto la stessa parabola di berrettini.
Grande uomo, amico sincero.
@ Kramerprostaff (#4204399)
Con un catalogo intero di modelle che ti aspetta fuori dal campo… diventerebbe difficile resistere anche per un cultore dell’atarassia!
Ricordiamoci che Matteo è un prototipo di maschio latino, mentre Jannik viene da una scuola teutonica.
Per noi è davvero bello averli in squadra entrambi ma per le signore e le ragazzine un piacere vederli (*-^)
Ma che sogni?
Berrettini é ormai da 250, potrebbe vincere un buon numero. Forse qualche 500 poco frequentato. Oltre é off limit. Si é visto con Fritz una immensa differenze. Poi con quella lentezza pachidermica forse é ormai più da terra battuta che altro.
Purtroppo leggo in giro (non qui, almeno per il momento, per fortuna!) che queste parole sono state interpretate come “poca voglia” e molti commenti sono della serie: va a lavorare! Niente di più sbagliato, imho.
Quello che forse non si coglie dalle belle parole di Matteo (e che mi permetto di interpretare, spero non sbagliando, sulla base di altre interviste con toni simili fatti ad altri sportivi in tanti ambiti, non solo rispetto a Sinner) è che per un atleta di questo livello esiste un sottile e precario equilibrio tra il desiderio di migliorarsi (che ti porta ad allenarti in un certo modo) e la consapevolezza delle proprie capacità (che ti porta a competere).
Se si eccedesse rispetto all’uno o all’altro ci si troverebbe o incapaci di scendere in campo perché troppo preoccupati di non essere abbastanza forti o al contrario troppo sicuri di se stessi rimanendo di fatto incapaci di evolvere e prima o poi raggiunti e superati da tutti gli altri.
Matteo dice bene che questa è una caratteristica personale su cui si può lavorare, ma ovviamente ognuno di noi ha un livello di sicurezza diverso e vedrà il miglioramento in modo diverso (chi come una sfida che fa crescere, chi come la vergogna di non essere ancora abbastanza, per prendere due casi limite) a seconda della propria storia e delle proprie esperienze.
Se interpreto bene, Matteo ruberebbe a Jannik proprio questa predisposizione a volere continuamente migliorare pur sentendosi al tempo stesso sufficientemente forte per poter battere chiunque.
Se tutti quelli intorno a lui, compresi altri atleti di altissimo livello o allenatori che sono stati vicino ai più grandi campioni, dicono che ha una mentalità “unica”, significa davvero qualcosa!
Voja de lavora’, sarteme addosso…
Occorre la duttilità di fisico e testa per poter migliorare parecchio. Un forte condizionamento nella rigidità di fisico e testa ti portano al top per poi migliorare zero e semmai regredire.
Bravo Matteo, forse sarà difficile tornare ai livelli della Finale di Wimbledon, ma sei tornato competitivo, hai vinto tornei, in classifica puoi e devi tornare intanto nei 20, poi chissà se un giorno non ti rivedremo in top 10, il livello c’è speriamo il fisico non ti tradisca più. Molto bella l’ammirazione e il rispetto verso Jannik, sincero secondo me, supportato dalle parole di difesa e scagionevoli nel caso doping. Mi piacerebbe che nascesse un’amicizia e alleanza tra loro, sarebbe bello si allenassero insieme e magari giocassero in doppio prima o poi, sono i miei preferiti e Matteo, dopo Jannik, è ancora il nostro giocatore più forte.
@ Pier no guest (#4204298)
Temo anche io che ormai Matteo abbia perso il treno, ma in un singolo torneo può ancora far bene.. non dimentichiamo che quest’anno, con tre trofei, è l’italiano più vincente dopo Sinner
L’apprezzamento per la dedizione al lavoro di un giocatore e lodevole ma non può prescindere dalla capacità del giocatore di trovare soddisfazione.
Jannik lavora sodo e… Migliora. Altri fanno lo stesso ed a stento mantengono il livello.
Matteo, al di là di alcune distrazioni, ha probabilmente già raggiunto il suo apice.
La mobilità resta non ottimale, il rovescio bimane è a corrente alternata e non offre assolute garanzie: in sostanza oggi lavora per riavvicinarsi ai livelli del passato, Sinner per esplorare nuovi orizzonti.
Poi ci sono professionisti che amano stare sul campo (che non è la miniera) ma l’aspetto motivazionale conta tantissimo perché ti fa uscire col sorriso e desideroso di ricominciare il giorno successivo.
Matteo è un vero amico, tanti, in qualche modo hanno scaricato o preso le distanza da Jannik dopo la vicenda doping. Prima gli leccavano il sedere perché era ed è un vincente, ma l’invidia è una brutta bestia a cui è difficile sottrarsi.
certo che senza quel sorteggio sfortunato, berrettini avrebbe potuto incontrarlo in finale, Sinner.
Sicuramente sull’erba è più forte di Musetti