Bouchard difende Pegula: ‘Il denaro non può comprare una finale Slam
In un mondo del tennis sempre più sotto i riflettori dei social media, anche un commento ben intenzionato può scatenare una tempesta mediatica. È quanto accaduto recentemente a Eugenie Bouchard, ex top 5 mondiale, che si è trovata al centro di una controversia per aver difeso Jessica Pegula.
La Pegula, attualmente una delle migliori giocatrici al mondo, è spesso oggetto di critiche non per le sue prestazioni in campo, ma per il suo background familiare. Figlia di Terry Pegula, uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti, Jessica si trova spesso a dover dimostrare che il suo successo è frutto del suo talento e non del suo conto in banca.
Intervenendo su questo delicato argomento, Bouchard ha cercato di mettere in evidenza proprio questo aspetto. “Il denaro non può comprare una finale di Grand Slam”, ha affermato la canadese sui social media. Il suo intento era chiaro: sottolineare come i risultati di Pegula siano il frutto di sforzo e dedizione, non di privilegi economici.
Tuttavia, come spesso accade nel mondo dei social, le parole di Bouchard sono state fraintese. Alcuni follower hanno interpretato il suo commento come una critica velata alla Pegula, costringendo l’ex finalista di Wimbledon a chiarire la sua posizione.
“Come? Sto elogiandola, dicendo che è arrivata in finale di un Grande Slam grazie al suo duro lavoro, alla sua dedizione, ecc. Non per i soldi. Non si possono comprare vittorie nel tabellone degli US Open. Lei è fantastica”, ha precisato Bouchard, visibilmente frustrata dal malinteso.
L’episodio mette in luce due aspetti interessanti del tennis moderno. Da un lato, la pressione aggiuntiva che alcuni giocatori, come Pegula, devono affrontare a causa della loro situazione familiare. Dall’altro, la complessità della comunicazione sui social media, dove anche le migliori intenzioni possono essere fraintese.
Bouchard, che ultimamente si è dedicata più al pickleball che al tennis, ha dimostrato di seguire ancora con attenzione le vicende del circuito WTA. Il suo sostegno a Pegula evidenzia una solidarietà tra giocatrici che va oltre la competizione in campo.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Eugenie Bouchard
Mi sa che l’analfabeta funzionale qua sei più proprio tu invece,tanto che non riesci a cogliere l’ambiguità della frase della Bouchard
ed ecco un perfetto esempio di analfabetismo funzionale, del genere semicolto, con doppia arrampicatura sugli specchi carpiata
dovrebbero metterlo come specialità all’Olimpiade..
Sai dipende molto dal fuoco che hanno dentro.
Molti anni fa ad un torneo internazionale Jr alcuni ragazzini italiani (ma altri fecero lo stesso) si aporocciarono tirandosela non poco:racchette perfette, abbigliamento nuovo e, ahimè, tanta presunzione.
Arriva un vecchio Ducato con dei ragazzi slavi (prima della guerra):scarpe vecchie, racchette usurate, magliette idem e calzini cui la terra non andava più via.
Non ci fu storia, arrivarono 4 su 5 in semifinale dimostrando una determinazione assoluta, un mix di passione e voglia di avere soddisfazione incredibile.
Il tecnico italiano mormoró: questi avevano vinto perché non avevano l’aria condizionata in auto, sono scesi in campo a godersi la fatica.
invece no…
dipende tutto dal tempismo.
Se avesse scritto questo tweet quando la Pegula ha raggiunto la finale penso che nessuno avrebbe avuto dubbi sul suo significato.
Ma il tweet è stato postato quando la Pegula ERA GIA’ LA FINALISTA PERDENTE ed è molto più facile pensare alla frecciatina, anche perchè nella storia della Bouchard di tweet così stonati ce ne sono stati già abbastanza.
ps. e purtroppo anche il lol alla fine fa pendere più la bilancia dal lato della frecciatina!
qui si dmostra per l’ennesima volta una cosa già risaputa: sui social ci sono più analfabeti funzionali che atomi di idrogeno nell’universo.
Certamente un bambino ricco ha più possibilità di diventare top 10 rispetto a uno povero ! Spero che nessuno lo neghi
Senza voler difendere la ricchezza che è l’ultimo dei miei scopi ci sarebbe anche da ragionare sul fatto che ragazzi abituati fin da piccoli a vivere in maniera molto agiata trovino la volontà di emergere in uno sport molto competitivo e frutto di continui allenamenti.
Da questo punto di vista atleti come Pegula, Navarro e Fritz sono da elogiare.
@ Taxi Driver (#4204068)
Giusto!
@ Giorgione (#4204135)
Inutile girarci attorno: è una frase che può essere letta in 2 sensi opposti se non la si completa nel momento stesso in cui la si dice.
Il denaro serve, eccome. Il motivo è ampiamente spiegato nel primo commento (#4204068) quindi vi rimando a quello.
Questo non impedisce a tennisti nati poveri e in condizioni disagiate (Nole) di emergere, come non garantisce ai benestanti di nascita (es. Gulbis) di lasciare il segno.
Volevo solo un attimo intervenire sull’ultima frase dell’articolo perché trovo assai strano associare la Bouchard a un senso di solidarietà tra tenniste, visto ciò per cui era sostanzialmente famosa. Il tennis femminile è ancora infarcito di episodi di estrema antisportività (esempio recente, la Haddad che rapina la Kalinskaya in mondovisione approfittando di un arbitro totalmente inadeguato) e tipicamente sono eventi che in ATP, salvo alcuni sporadici casi, sono stati generalmente debellati.
Direi che non è chiaro proprio per nulla,altrimenti non staremmo qui a parlarne
Comunque è strano che la Bouchard abbia scritto una frase in italiano, e poi anche le precisazioni in italiano
Però effettivamente parla di finale, per cui sì giusto era abbastanza chiaro
Se è a commento di qualcosa scritto da altri forse è più chiaro, se è una frase invece isolata, può facilmente essere fraintesa visto che Pegula lo Slam non l’ha vinto, e che quindi i soldi che ha non sono bastati. Bastava scrivere una frase più chiara…
Ci sono in giro più analfabeti funzionali di quel che si creda.
Mah, insomma… Avesse detto “il denaro non può comprare un trofeo dello slam” (cioè un qualcosa che la Pegula non ha ottenuto, non ancora per lo meno) poteva sembrare una frecciatina, ma parlando di una finale, cioè di qualcosa che la statunitense ha appena ottenuto, mi sembra poco fraintendibile…
capacità comunicativa ZERO ad uscirsene con una frase così. S’è fraintesa da sola.
Il vero denaro aiuta a giocare serenamente. Ad allenarsi in circoli esclusivi, con maestri di un certo livello, a viaggiare nel massimo confort, ad avere attrezzature migliori, sin da quando si è piccoli….
Quanti talenti non potendosi allenare poichè privi di mezzi della famiglia si sono persi sul nascere? Piccoli Sampras o Nadal che non hanno conosciuto le prelibatezze del successo, poichè nati sull’altra sponda del fiume….
Certo ci vuole pure talento, abnegazione, capoccia….ma non esiste una sola cosa su questo mondo che il denaro non rende più semplice da perseguire