Cosa resta di Wimbledon 2024
Carlos Alcaraz si conferma campione a Wimbledon. E lo fa “in style”, battendo di nuovo Djokovic in finale. Se l’anno scorso quel successo fu sudato, epico e sorprendente, la finale maschile 2024 è stata a senso unico, e le proporzioni del successo avrebbero potuto essere ancor più nette se Alcaraz non avesse sprecato i match point servendo sul 5-4. Alla fine poco importa, il campo ha parlato chiaro: Carlos è stato dominante, nettamente superiore all’ex n.1, a secco di titoli scollinando metà stagione – non gli capitava dal 2005, quando era ai primi passi sul tour Pro… Riavvolgiamo rapidamente l’edizione dei Championships andata in archivio, sottolineando i fatti salienti, quelli che resteranno nella memoria degli appassionanti e hanno un peso significativo.
Alcaraz si conferma il più forte …su erba. Stop. Mi fermo immediatamente qua, per non allargare troppo il tiro sul resto delle superfici e della stagione. Forte della bella vittoria a Parigi, Carlos ha iniziato la sua difesa del titolo senza convincere a pieno, ma dal suo team si ostentava serenità. “Sta bene, ci sono alti e bassi, ma caleranno partita dopo partita”. Aveva ragione JC Ferrero, ex n.1 ormai destinato a diventare più famoso come coach che come giocatore… “Carlito” è cresciuto match dopo match, anzi la scossa è arrivata con il complicato terzo turno vinto contro Tiafoe. Alcaraz ha rischiato seriamente il tracollo, sotto due set a uno e con tiebreak delicatissimo nel quarto contro l’americano. Ha superato quest’ostacolo alzando il livello, non tanto di gioco quanto nell’intensità e nella convinzione, nel focus. Gli alti e bassi restano nel tennis di Alcaraz, qualcosa concede, ma… alla fine riesce eccome a spiccare il volo, toccando punte di rendimento incredibili. La finale appena vinta contro Djokovic è quella più netta tra i suoi 4 Slam alzati, e contro l’avversario più tosto, anche se oggettivamente non al meglio. Carlos ha “scherzato” il rivale nei primi due set, mostrando un tennis troppo più veloce, completo, efficace. Non c’è stata una sola fase di gioco nel quale lo spagnolo non sia stato superiore, di gran lunga. E quando Carlos gioca così, volando sul campo, rubando tempo di gioco e creando traiettorie favolose, è quasi imprendibile perché sa fare tutto e lo fa con una rapidità che ti disarma. Djokovic non aveva granché da opporre, è stato quasi un miracolo per lui arrivare a giocarsi il titolo, e forse, oggettivamente, con un tabellone come ha avuto Sinner non ci sarebbe nemmeno arrivato; ma la sensazione dal campo è stata brutale: Novak non ha avuto una chance. Questo fa riflettere, sulla forza di Alcaraz e sul tempo che passa per il serbo… Per Novak i prossimi due mesi sono forse decisivi: lui ostenta voglia assoluta di continuare e la sua ripresa dopo l’operazione ha del miracoloso, ma se anche Parigi2024 e NY24 fossero negativi, troverà il prossimo anno, a 38 anni, la forza di ricominciare con lo stesso vigore?
Musetti, ha trovato il suo “centro di gravità permanente”? Ce lo auguriamo. Ci sono segnali forti e concordanti, sia vedendolo giocare che ascoltandolo dopo le partite. Spesso parlando di vittorie e sconfitte appena vissute, Lorenzo si focalizzava su aspetti tecnici, sull’umore, sulla fiducia che andava e poi scompariva. Nelle ultime eccellenti settimane vissute sui prati dopo Parigi, Musetti ha dato una sensazione nettamente diversa, una maggior lucidità nell’analizzare cosa è andato e quel che ha funzionato, ha sottolineato a più riprese una nuova forza nel controllo delle emozioni e delle situazioni di gioco. E il gioco in partita è decollato: scelte mediamente più corrette, intensità crescente, focus nettamente superiore, e via dicendo. Si direbbe… maturato, o almeno con passi avanti molto importanti. Era stato “facile” profetizzare che su erba avrebbe giocato alla grande. Non c’è alcuna divinazione, solo un attenta osservazione del gioco. A Stoccarda è stato evidente come le necessità imposte dall’erba fossero un toccasana per lui, “costretto” a complicarsi di meno la vita scegliendo quale freccia estrarre dalla sua faretra e giocare più diretto, più secco e asciutto, con tempi di gioco più rapidi e propensione offensiva. Detto fatto. Il gioco di “Muso” è decollato, e insieme fiducia e mentalità. Si è arreso a Wimbledon in semifinale contro il miglior Djokovic della stagione, a testa altissima e sempre in partita. Adesso non resta che attendere il ritorno sulla terra battuta per verificare che non faccia come il gambero, ma resti offensivo, attento ad anticipare e non crollare all’indietro.
Sinner fortissimo, con la condizione atletica/salute come ago della bilancia. Fin dal match point sfruttato da Alcaraz in finale vs. Djokovic, su tutti social, forum e quant’altro si è scatenata il dibattito sul tema Carlos – Jannik. Cosa sarebbe accaduto se i due si fossero affrontati in semifinale? Un Sinner “sano”, non quello sceso in campo contro Medvedev, se la sarebbe giocata o avrebbe fatto la stessa fine del serbo? Non rispondo, lascio che a parlare sia il campo alla prossima occasione, …magari anche nella finale di Wimbledon 2025, perché no. Non è affatto un sogno o ipotesi impossibile. Quel che ora preme sottolineare, è che il Sinner visto nel torneo prima del malanno – virus, era un OTTIMO Sinner. Berrettini nel 2°turno ha fatto un partitone, Sinner gli è stato superiore, come contro Shelton, a tratti schiantato. È sceso in campo nei quarti con l’energia di uno zombie e comunque ha portato Medvedev al quinto e ha avuto pure le chance per portarla a casa… Questo significa che Jannik ha il livello e si merita di essere il n.1 del mondo. Vista come funziona la classifica, negli ultimi 12 mesi è stato il migliore, in particolare dallo scorso ottobre. Sta agli altri far meglio, e provare il sorpasso. Jannik al 100% se la gioca con tutti, li batte praticamente tutti e non teme affatto Alcaraz, o Djokovic. Il problema è prevenire infortuni / malanni. A volte è solo sfortuna, e poco si può. Ma questa è diventata ormai la priorità: il vero nemico di Sinner, più degli stessi rivali, è il suo corpo, infortuni e acciacchi. È così un po’ per tutti, ma per Jannik in particolare, visto che il suo tennis è estremamente “energivoro”, e per esplodere quella prepotenza in spinta serve stare molto, molto bene. Questo può essere uno spunto per migliorare, parola che tanto è cara al nostro campione (e della quale ho parlato diffusamente in un capitolo dedicato nel libro appena uscito, “Una Straordinaria Normalità”): trovare il modo per fare un po’ meno fatica in certe partite e vincere i punti con minor sforzo, può essere qualcosa che non solo gli allunga la carriera – e non sarebbe poco – ma lo porta più vivace alle partite dove si decidono gli Slam.
Delusione Rune, strada smarrita. Se mi si chiede chi è stato il giocatore più deludente di Wimbledon 2024, penso subito al danese. Holger ha un potenziale enorme, non si fa quel che ha combinato lui nel finale del 2022 a soli 19 anni se non ha qualcosa di speciale. Il Rune schiantato da Djokovic negli ottavi è l’ombra di quell’agonistica completo e “cattivissimo” dal punto di vista sportivo che tanto aveva impressionato. È stato portato a scuola dal campione serbo, e l’atteggiamento di Holger è stato pessimo, a tratti smarrito, altre irridente. Ma c’è ben poco da ridere, solo masticare amaro e provare a fermarsi e riflettere sul perché il diritto non fa più male e svaria da tutte le parti, col servizio a tratti scompare, il rovescio è facile da leggere e rimettere. Il caos che gli gira intorno da troppo tempo di sicuro non aiuta, sembra un tennista non solo sfiduciato ma anche spuntato. A chi gli chiede dei successi di Jannik e Carlos, lui dice di aspettare, che si sente pronto a lottare ad armi pari e “vedremo alla fine chi ne avrà di più”. In questo momento, ci crede solo lui. Ma quanto ci crede davvero o solo facciata? Al luglio 2024, i due rivali sono chilometri avanti, così lontani che di fatto non li vede più…
Altre note sparse. Berrettini, mannaggia all’urna, poteva essere un fattore in qualsiasi altro settore del tabellone. Sfortuna, tonnellate, ne ha le tasche piene (…e noi in modo metaforico siamo con lui…), adesso è l’ora di insistere nella seconda parte del 2024 per ritrovare una posizione in classifica consona al suo valore. E sperare che a NY abbia un sorteggio più clemente. Fritz si conferma tennista molto forte, ma dietro ai migliori. Troppo poco sensibile e flessibile, quando trova un avversario bravo a cambiare le carte in tavola e portarlo a giocare su territori scivolosi, perde equilibrio e si smarrisce. Medvedev, contro un Sinner non al meglio, trova una bella vittoria contro uno dei top, mancava da un po’, ma poi contro Alcaraz si è avuta la sensazione che non ce la potesse fare. Probabilmente contro un Sinner al 100%, avrebbe incassato la sesta sconfitta di fila dal nostro Forse, il suo tennis così impregnato di fatica e tattica, contro la rapidità di Jannik e Carlos non più sufficiente. Avrà la forza per rilanciare, rinnovandosi? Rublev dovrebbe pensare seriamente a uno stop e recuperare un po’ di serenità, perché le sue sfuriate di rabbia autodistruttive iniziano ad essere pericolose… Un grande applauso a Fognini, che contro tutto e contro tutti ha disputato “da vecchio” uno dei migliori Wimbledon in carriera. I supporter italici hanno così tanti connazionali da seguire che il buon Fabio è quasi dimenticato. Male, malissimo, perché quel braccio è sempre uno dei più belli e divertenti. Finché ha voglia, teniamocelo stretto…
P.S.: Jasmine Paolini IMMENSA. A lei, a breve, un’analisi dedicata. Di nuovo, tanti applausi Jas!
Marco Mazzoni
TAG: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Marco Mazzoni, Novak Djokovic, Wimbledon 2024
Cosa mi resta di Wimbledon 2024?
l’amore in bocca per l’eliminazione di Jannik, il sorteggio beffardo che ha sbilanciato il tabellone dal lato alto, lasciando un’autostrada sotto, e infine, il sorteggio beffardo che ha messo jannick vs berretto al secondo turno.
Cose positive:
1) l’expolit di musetti che si conferma ottimo giocatore, lontano dai grandi ma che può dire la sua contro tutti gli altri se riesce a trovare un equilibrio mentale;
2) la meritata vittoria di Alcaraz.
dolce/amaro: la Paolini.
grandissima impresa arrivare in finale ma peccato per non aver vinto
@ Rogere (#4134690)
Alcaraz nel 2026, con le ruote, supererà mia nonna (GOAT) in cariola (vamos). Questo è incredibile a soli 21 anni!
Medvedev-Alcaraz : hai solo 100 euro, li punti sul russo?
Poi “mangi dai frati ” diceva mia nonna.
Imbattibile Alcaraz no ma, se chiediamo allo spagnolo chi lo mette più in difficoltà… Beh, io ho zero dubbi.
@ Tennisforever2 (#4134754)
vogliamo negare la realta’; facciamolo ok e va bene, ma alcaraz continua a vincere slam
Torno a ribadire, il loro piacere, frutto di una perversione, è denigrare i nostri
@ Pier no guest (#4134748)
No, ricordati del match di USO 2023, Medvedev l’ha scardinato eccome e l’ha eliminato. Stessa cosa Nole a Cincinnati e ancor più nettamente alle finals, 6/2, 6/3.
Si ma è anche il segno di una certa pochezza degli avversari che per un motivo o per l’altro peccano di continuità.
Stringi stringi lui, Sinner, Medvedev e Nole sono i papabili per la vittoria finale ma il solo Jannik dimostra di saperlo scardinare.
Anche Becker su Sky ha messo a confronto Sinner e Alcaraz al quinto set
Sinner 6 vinte 9 perse, Alcaraz 12 vinte 1 persa (con Berrettini 2022).
Ha fatto presente che i giocatori sanno che più vanno avanti nel match con Sinner e più hanno probabilità di vincere, viceversa andare al quinto con Alcaraz è una tortura… Questo messaggio però non lo ha detto un tifoso ma un ex giocatore con i fiocchi e un coach di tutto rispetto. Ma lui non è un tifoso e non gli interessa raccontarsela.
Strano, eppure mi sembra di ricordare, ma magari sbaglio, che in qualche miliardo di articoli ed interviste, da 50 anni in qua, veniva definito, ovunque nel mondo, il più grande tennista della storia, Rod Laver (“GOAT”) perché sebbene uscito / espulso dal circuito degli Slam, ci era potuto rientrare e così vincerli nuovamente, tutti e 4 di nuovo, nell’ era del “professionismo” (professionismo che in realtà c’ era già nell’ era del “dilettantismo”).
Con l’ implicito riconoscimento che se non lo avessero meschinamente buttato fuori, ne avrebbe sicuramente vinti molti, molti di più.
Sampras a questo punto dovremmo dire che ci teneva poco al numero di Slam vinti.. ci andava così per diletto/passatempo, poi vinto uno più o uno di meno in fondo poco contava e poco gli importava. Anzi nelle ultime partecipazioni era come in gita e non si impegnava affatto… quando ha perso a Wimbledon con Federer era pressoché indifferente perché il numero di Slam vinti gli era a sua volta indifferente… ma si rende conto di quanto assurda è una teoria del genere ?
Graf o Borg secondo la sua teoria, un po’ strampalata direi… non avevano minimamente esaurito le proprie energie, si sono ritirati in maniera “snob”, disinteressandosi al numero di Slam vinti ?
Se non è delirio questo…
Borg tra l’ altro tentò addirittura il suicidio un po’ dopo il ritiro (tentato suicidio nel 1989) finendo in condizioni gravissime all’ ospedale, ed era in condizioni di totale devastante “burn out” già al termine della carriera… forse era in condizioni di dover lasciar perdere un po’ tutto, non solo gli Slam !
Steffi Graf avendo vinto 4 volte ciascuno degli Slam (!) evidentemente non era così disinteressata agli stessi… certo a 30 anni e con 14 annate durissime sulle spalle (anche 15…) di circuito era sfinita… tra l’ altro l’ ultima vittoria fu “terribile” : per sconfiggere in rimonta Monica Seles e quindi, peggio ancora, Martina Hingis in finale Roland Garros (1999) dovette superare sé stessa e rendere il 110% , praticamente combattere fino alla morte/sfinimento totale per venirne a capo…
Di lì a poco perderà la finale a Wimbledon e con tutta evidenza non era più in grado di battagliare per vincere Slam ed era semplicemente “esaurita”.
A dire che la “gara degli slam” è una cosa recente, mi scusi, ma bisogna essere proprio fuori dalla realtà: è sempre stata la cosa più ricercata e combattuta nella storia del tennis, soprattutto per l’ agognatissimo “Grand Slam” !
Vorrei spezzare una piccola lancia in favore di Luce “in the night”. Un’altra cosa che ci lascia wimbledon, sono un bel po-‘ di infortuni. Vediamo se me li ricordo tutti.. karatsev, Dimitrov, Sverev, De Minaur e ci metto anche Sinner che era alquanto cotto.
@ Sarra_cino85 (#4134640)
Da come scrivete sembra che nel grosso circuito ci siano solo loro due a dividersi il bottino. Molti giovani stanno venendo fuori ed altri sono in agguato. Nel tennis, come nel resto della vita, vale sempre il detto: Carpe Diem, cogli l’attimo. enzo
Ma si dia al tiro alla fune!!!!
Alcaraz vincendo l’australian open del 2025, avrà già vinto tutti e 4 gli slam, questa secondo me è la cosa più incredibile x un tennista di soli 21 anni…
@ Sarra_cino85 (#4134640)
Che commento illuminato e profondo
Non voglio fare il mago, ma l’uscita da Wimbledon di JK anche per me è stata una “disattenzione”, una mancanza di concentrazione, un qualcosa che lo ha “disturbato”.
Tutta esperienza per il futuro, anche dal lato affettivo/sentimentale.
Che la partita l’abbia persa JK e non vinta Medvedev lo si è visto chiaramente, se ha trascinato la sfida al 5.a, nello stato in cui si trovava.
Come sarebbe andata poi con Carlitos questo non lo so, poteva anche perderla, visto il tabellone impegnativo che si è trovato davanti.
Tanti aspetti per migliorare, maturare e rimodulare la propria strategia generale.
Questo si, ma Wimbledon è davvero scena unica, un po’ come la F1 a Montecarlo: avete visto l’inchino di Carlitos davanti a Kate? Impagabile.
In tanti a rosicare.
Ti sei risposto da solo, i punti importanti nei primi turni non sono così importanti com equelli di semi e finale. A parte che poi Alcaraz vince i punti importanti, quelli che veramente contano anche nei turni precedenti, anche perchè se non non ci arriverebbe ad alzare il trofeo.
Purtroppo? Questo dualismo farà fare valanghe di soldi ad entrambi….mentre i soliti troll si trovano qui a scrivere gratis