Wimbledon 2024 Copertina, Generica

Wimbledon, faro della tradizione tennistica

11/07/2024 08:24 9 commenti
Wimbledon, faro della tradizione tennistica
Wimbledon, faro della tradizione tennistica

Wimbledon è un rito che dal 1877, ogni estate, più o meno piovosa, si ripete sempre immutato, con continuità e senza fratture: resistente, rassicurante, edificante.
Seguire le partite che si svolgono nella culla e nel tempio del tennis può provocare una certa nostalgia, quel sottile dolore per un passato che in parte si sente perduto. Oggi siamo ovunque incalzati dai ritmi della più moderna tecnologia e dall’invasività sempre più permeante dell’intelligenza artificiale che soppianta gli uomini e i loro costumi; Wimbledon invece resta eterno, resiste con la sua sacra erba su cui poggiare delicatamente i piedi (“per favore non fate danni all’erba”-raccomandano i giudici di sedia agli atleti a inizio gara): naturalmente curata e tutelata da schiere di esperti agronomi e attenti giardinieri, impegnati tutto l’anno per raggiungere la perfezione dei verdi fili che durante il torneo, laddove non diventano “erba battuta” devono misurare rigorosamente 8 mm, irrigati secondo tempistica e dosaggio determinati, protetti e riparati da ogni pericolo o eccesso.

Ma l’erba di segale (lolium perenne) dei campi non è l’unica tipica coltivazione di Wimbledon, luogo ove si coltiva principalmente la tradizione del tennis, si ravviva la memoria storica di questo sport, il ricordo delle sue origini. Guardare al passato e conoscere le origini aiuta ad orientarsi nel futuro: il legame col passato funge da guida in un mondo tutto concentrato sul presente, sull’oggi, spesso mancante di punti di riferimento. I tradizionali paletti in legno dei campi londinesi fissano metaforicamente dei limiti invalicabili: non sorreggono solo le reti dei campi di Wimbledon ma sostengono il nostro sport dallo snaturamento che ne cancella i tratti familiari; definiscono il canone, i punti fondamentali del gioco; le linee tracciate col gesso, le stesse che nell’impatto con la palla sollevano la nuvoletta di polvere, tanto gradita a John McEnroe, delimitano e orientano, rappresentano le fondamentali coordinate entro cui dispiegare il Grande Gioco.

W. è un richiamo alla misura e all’equilibrio, tipico del tennis, sia rispetto a molte novità rivoluzionarie e stranianti, sia rispetto alla conservazione sic et simpliciter del passato. W. dà i punti di riferimento identitari per il tennis mondiale, è la vera casa con le foto di famiglia, il faro, la guida, per proseguire il cammino. È un Patrimonio Mondiale dell’UNESCO non ancora riconosciuto.

La decisiva e controversa svolta tecnologica, partita dall’Italia e proseguita dagli australiani e americani già dal 2017 impone in tutto il circuito principale maschile, a partire dal prossimo anno 2025, la sostituzione dei giudici di linea con la chiamata elettronica. A Wimbledon non è cosi: Hawk-Eye, l’Occhio di Falco affianca e supporta ma non licenzia schiere di professionisti formati a tale scopo. W. rispetta la tradizione e con essa l’uomo, e al margine di errore della macchina preferisce l’eventuale errore umano del professionista a cui almeno si può imputare la personale responsabilità e col quale almeno si può discutere e/o farlo scendere dalla sedia. Mentre altrove si decreta la fine delle discussioni, per cui non si obietta e si accetta in silenzio, ammettendo la propria inferiorità umana di fronte alla macchina, a Wimbledon si accetta l’errore umano come parte del gioco, così come della vita, si sceglie di fidarsi più di un uomo che di una macchina deresponsabilizzata che può essere calibrata male.

La tradizione è anche sobrietà ed eleganza. L’eleganza scenografica dei giudici di linea nei campi di W. ci fa rimpiangere quelli eliminati per far risaltare meglio la pubblicità degli sponsor attorno al campo; anche l’occhio si ribella alla tristezza del campo deserto e all’abitudine ai freddi ‘out’ replicati dalla macchina! Gli sponsor sono assenti o appena discretamente accennati sui seggioloni dei giudici e sui teloni verdi attorno ai campi del torneo inglese.

Segno che W. non si uniforma, non si omologa, rivendica il suo diritto alla diversità, nel rispetto di quello che il tennis è stato, con consuetudini e riti. Tradizione vuol dire anche attenzione ai particolari: i raccattapalle e gli addetti ai campi di W. non sono solo abilissimi nel consueto compito, ma anche velocissimi a coprire l’erba dei campi in caso di pioggia, qui abbastanza frequente: chi srotola il telone, chi rimuove i paletti di legno che sostengono la rete, chi porta via il giudice ancora assiso sulla sedia, chi sposta le sedie di metallo verde degli atleti, il cui design di una semplicità essenziale ci rammenta che fino agli anni Settanta i giocatori stavano in piedi, nei cambi di campo, mentre si dissetavano. Queste scomode sedie di W. sono il segno che lo sport è dura disciplina.
Altra tradizione che permane a Wimbledon è quella della coda, la queue per acquistare a prezzi spesso popolari i biglietti della giornata, anche quelli parzialmente utilizzati: per averli bisogna mettersi in fila almeno dal giorno prima, accamparsi nel frequentatissimo e variopinto Wimbledon park. È un metodo che premia i veri appassionati ed evita di lasciare posti vuoti e di favorire i bagarini.

Nella forma spesso si nascondono valori: a Wimbledon il primo turno, a differenza di altri tornei, comincia il lunedì, perché la domenica di mezzo, “middle sunday”, è considerata un meritato giorno di riposo, così come da rispettare è la quiete pubblica, che impone il coprifuoco alle 23 in punto.

Ma il tratto caratteristico, non solo formale, di W. è l’elegante, immacolato bianco del dress code, purezza della tradizione mantenuta non solo per prestigio. Il pubblico è invitato ad indossare abiti eleganti e le divise dei tennisti sono rimaste rigorosamente bianche, come lo erano in passato, per non evidenziare le macchie di sudore sui tessuti, aspetto che tradisce le origini aristocratiche del tennis. Non a caso a Wimbledon i reali sono spesso presenti con ospiti celebri nel Royal Box e ogni vincitore del torneo diventa socio onorario del prestigioso e riservato England Club.

I pantaloncini sottogonna neri rappresentano un’eccezione concessa alle tenniste nei giorni critici. Perfino Federer nel 2013 subì un’ammonizione perché la suola delle sue scarpe era arancione: fuori protocollo. Gli atleti si sono tanto conformati che anche per le loro racchette utilizzano grip bianco.
Bisogna tuttavia ammettere che W. non è tutto perfetto e non sempre l’etichetta viene rispettata: gli esempi virtuosi dovrebbero indurre a comportamenti corretti, eppure gli ululati dei tifosi di Rune contro Djokovic nel Centre Court dell’All England Club sui suoi errori anche non forzati, tradiscono l’influenza del calcio (spesso legato alle scommesse) anche a Wimbledon, dove non ci aspetteremmo tifoserie.

Almeno a W. gli atleti, nel rivolgersi ai propri fan, dovrebbero astenersi da certe pose rustiche che potrebbero favorire intemperanze ed eccessi comportamentali, meritevoli di essere sanzionati e richiamati alla regola del silenzio, con rigore tipicamente inglese, dai giudici di sedia.

Il mondo del tennis dovrebbe sempre guardare a Wimbledon come a un faro per mantenere vivo ciò che merita di continuare a vivere: la storia e l’identità del gioco più bello del mondo, da tramandare (tradere), da trasmettere senza tradire le origini.
Nel prato di memorie sempre verdi di Wimbledon si gioca il futuro dei circoli di tutto il mondo…

Gisella Bellantone


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9 commenti. Lasciane uno!

Silver (Guest) 11-07-2024 13:10

Ero là per Panatta nel suo magic 76!
Ad ogni chiamata arbitrale lui fissava uno vicino a me che:”Adria’ sta bbona!” Mister Panata to serve..

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Pier no guest 11-07-2024 12:14

Articolo piacevole.
Wimbledon è questo, singolare anche nei profumi dell’aria, nell’educazione anche di atleti meno pacati,persino il battere di mani è dolce.
Chi ha qualche anno ricorda bene il fermento che c’era tra gli appassionati per sapere che avrebbe combinato Agassi e su come si sarebbe agghindato.
Fu impeccabile (a parte forse gli scaldamuscoli bianchi tanto in voga al tempo e non proprio elegantissimi… Però candidi) ed a pensarci bene era più colorato Borg o i Lendl e Edberg con le stampe sulle loro polo.
Quando ci andai ricordo un fatto… Imbarazzante.
Match Sharapova -Diatchenko, in quel momento Maria si accinge a servire, e sono seduto dietro di lei (uno spettacolo… Anche quando c’era l’avversaria) ; silenzio… Squillo telefono… Fermi tutti. Il mio conoscente a fianco “si, ciao, no, non posso adesso… È urgente? ”
Una signora ci fissa, la Sharapova ci fissa. Io rimpicciolisco, mia figlia finge d’essere sudafricana.
“Ok, ciao, ci sentiamo dopo… Ciao ciao. ”
Gelo in “sala”.
E lui… ” Perché non giocano?”.
Doppio fallo Sharapova.
Sguardo killer, cattivo.
Succede anche questo.

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MD (Guest) 11-07-2024 12:09

Scritto da Riku Naito
Wimbledon è e rimarrà sempre il tempio del tennis. I veri appassionati di questo sport devono almeno 1 volta andare: fare la Queue , attendere trepidanti l’ingresso, godere della vicinanza ai campioni sui campi del Ground, rimanere stupefatti dalla Maestosità del Campo Centrale , inebriarsi dei colori dell’erba, dei fiori e delle piante, assaggiare le buonissime fragole con crema di panna, rilassarsi sulla Henman Hill sorseggiando il Pimm’s o una birra, girare per lo shop di Wimbledon alla ricerca di gadget e regali . Io consiglio sempre di andare i primi giorni del torneo, che seppur caotici ed affollatissimi, permettono di godere di tantissimi incontri . Mi raccomando di raggiungere Wimbledon Park per la Queue anche prima delle 7.00 del mattino per poter avere grosse chance di entrare per le 12.00.

Facci cortesemente un preventivo, anche a grandi linee.

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Viri 11-07-2024 10:53

Scritto da Kramerprostaff
Seguo le finali di wimbledon dal 1976. Riuscirò a vedere un Italiano vincere prima di entrare a Villa Arzilla e litigare con altre vecchiette che magari alla stessa ora vogliono vedere Beautiful? Chissà?

anche quest’anno sarà molto difficile, ma ogni anno ci avviciniamo un pelino di più, quindi tieni duro e non mollare il telecomando di Villa Arzilla

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+1: Kramerprostaff
Antonio (Guest) 11-07-2024 10:39

giustissimo aver tolto la middle sunday perché con gli ottavi tutti al lunedì sia maschili che femminili non si capiva nulla e non si dava importanza al singolo match i soliti tre piazzati sul centrale e gli altri tutti nei campi minori non dando la possibilità né al pubblico presente né quello da casa di seguirne più di uno e si toglieva anche ai giocatori importanza per il turno conseguito così divisi in due giorni vengono attenzionati meglio e a più tennisti viene dato il privilegio di giocare sui campi più importanti, senza la divisione in due giorni probabilmente Jasmine non avrebbe giocato sul campo1 quel match con la keys in cui il sostegno del pubblico è stato fondamentale per caricarla nella sua doppia rimonta

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Kramerprostaff 11-07-2024 10:15

Seguo le finali di wimbledon dal 1976. Riuscirò a vedere un Italiano vincere prima di entrare a Villa Arzilla e litigare con altre vecchiette che magari alla stessa ora vogliono vedere Beautiful? Chissà?

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biglebo (Guest) 11-07-2024 10:05

Scritto da tinapica
Bene.
Ma la domenica di mezzo da un po’ di tempo è giornata di gioco come le altre, a Uuimbledon.
A prescindere, non vedo il nesso tra cominciare di lunedì e non voler giocare la domenica di mezzo: il nesso c’è con la domenica precedente, casomai.

Wimbledon

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tinapica 11-07-2024 09:40

Bene.
Ma la domenica di mezzo da un po’ di tempo è giornata di gioco come le altre, a Uuimbledon.
A prescindere, non vedo il nesso tra cominciare di lunedì e non voler giocare la domenica di mezzo: il nesso c’è con la domenica precedente, casomai.

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Riku Naito (Guest) 11-07-2024 09:29

Wimbledon è e rimarrà sempre il tempio del tennis. I veri appassionati di questo sport devono almeno 1 volta andare: fare la Queue , attendere trepidanti l’ingresso, godere della vicinanza ai campioni sui campi del Ground, rimanere stupefatti dalla Maestosità del Campo Centrale , inebriarsi dei colori dell’erba, dei fiori e delle piante, assaggiare le buonissime fragole con crema di panna, rilassarsi sulla Henman Hill sorseggiando il Pimm’s o una birra, girare per lo shop di Wimbledon alla ricerca di gadget e regali . Io consiglio sempre di andare i primi giorni del torneo, che seppur caotici ed affollatissimi, permettono di godere di tantissimi incontri . Mi raccomando di raggiungere Wimbledon Park per la Queue anche prima delle 7.00 del mattino per poter avere grosse chance di entrare per le 12.00.

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+1: Matte