Italiani a Wimbledon: ormai l’erba non più “tabù”
Fino a pochi anni fa nei giorni precedenti al sorteggio dei Championships di Wimbledon il sentore comune dell’appassionato italico era “speriamo in un sorteggio benevolo e che i nostri riescano a passare qualche turno…”. Per fortuna, le prospettive per il tennis italiano all’edizione 2024 del più antico e prestigioso torneo stagionale sono davvero diverse. Attendiamo l’esito del sorteggio – venerdì 28, ore di 10 Londra – per un’analisi completa del draw, e in particolare per conoscere la decisione di Djokovic sul partecipare o meno al torneo che impatterà in modo decisivo anche il percorso di Jannik Sinner (per la posizione di Carlos Alcaraz, possibile avversario solo in finale o già in semifinale), ma in generale i tennisti italiani arrivano a Wimbledon con prospettive più che discrete, e non solo grazie alla stagione fenomenale del nostro numero 1.
Lorenzo Musetti sui prati sta ritrovando il suo miglior tennis (ne ho parlato nel video editoriale di qualche giorno fa, scommettendo sull’enorme potenziale del toscano su erba, superficie che meglio di ogni altra può spingerlo ad andare oltre ai suoi problemi tecnici e di attitudine), come dimostra la finale del Queen’s e la semifinale di Stoccarda; Matteo Berrettini ha giocato un buonissimo torneo a Stoccarda, stoppato solo in finale. Lo scorso anno Matteo, appena rientrato dall’ennesimo infortunio, a Wimbledon ritrovò magicamente servizio e velocità in campo, sbarazzandosi di gente tostissima come De Minaur e Zverev prima di esser bloccato dal futuro campione Alcaraz; Sonego sui prati può esaltarsi e giocare partite di livello assoluto; Darderi sta vivendo il miglior momento in carriera e la potenza della sua combinazione servizio più diritto funziona eccome anche su erba; Cobolli è in fase di studio e maturazione, la sua vis pugnandi non ha limite a nessuna latitudine; Arnaldi se capirà bene i tempi dell’attacco può sorprendere, e Nardi se è focalizzato sulla prestazione con la palla può fare quel che vuole. Vedremo poi come starà il veterano Fognini, aspettando notizie positive dalle “quali”. Insomma, oltre al monumentale Jannik Sinner, che ovviamente è tra i favoriti per il titolo, abbiamo molte frecce per poter ambire a uno Slam da protagonisti, magari con più di un giocatore ancora in gara nella seconda settimana.
Questa in estrema sintesi un’istantanea di quel che potremo vedere a Wimbledon 2024 da parte dei nostri giocatori. Un’abbondanza a cui non eravamo assolutamente abituati a Londra, non solo numericamente ma sulla prospettiva, visto che fino a pochi anni fa tennis italiano & erba era una sorta di tabù, una barriera quasi invalicabile, sia culturalmente che tecnicamente. Nati e cresciuti sulla terra “vera”, l’erba altrettanto “vera” era agli antipodi per mentalità, qualità tecniche (servizio e gioco di volo) e spirito competitivo. Si, a Wimbledon ovviamente andavamo, ma senza troppe aspettative perché la seconda settimana restava quasi sempre un miraggio, con lo specialista di turno pronto a sgambettare il nostro, pronto a tornare sul rosso in Europa per gli eventi estivi.
La storia è cambiata: Matteo Berrettini ha infranto una barriera storica giocando la finale 2021, vincendo addirittura il primo set contro un Djokovic fortissimo, quasi imbattibile quell’anno. Poi Sinner nel 2023 è sbarcato in semifinale, e nel 2022 si era issato ai quarti, in entrambe le occasioni stoppato sempre da “lui”, mr. Djokovic. Gli ultimi tre Wimbledon hanno visto i nostri grandi protagonisti, anche su erba siamo competitivi al massimo livello. Ma non è sempre stato così…
Il vento per fortuna è cambiato, ma la storia parla chiaro: dagli albori della disciplina al 2020, gli ottimi risultati dei nostri tennisti a Wimbledon si contano sulle dita di una mano. Nicola Pietrangeli vantava il miglior risultato assoluto, con la semifinale giocata nel 1960; quindi quattro presenze nei quarti di finale: Uberto De Morpurgo (1928), ancora Nicola Pietrangeli (1955), Adriano Panatta (1979), e Davide Sanguinetti (1998). Dal 2021, come già riportato, arriva l’ondata azzurra con la finale di Berrettini nel 2021, i quarti di Sinner nel 2022 e poi la semifinale nel 2023.
Il primissimo tennista italiano a giocare sui “sacri” court di Wimbledon fu Gino De Martino nel lontanissimo 1911, per l’esattezza il 26 giugno. Il giocatore romano fu stoppato dal britannico Augustus Hendricks (3-6 6-3 6-4 8-6 lo score). La prima ottima prestazione di un nostro giocatore ai Championships è targata 1928, con il triestino Uberto De Morpurgo bravo ad issarsi con enorme grinta sino ai quarti di finale, dove venne battuto dalla maggior sagacia tattica e colpi del “coccodrillo” René Lacoste, uno dei mitici quattro Moschettieri francesi.
Poi bisogna aspettare quasi trent’anni (e il passaggio della seconda guerra mondiale) per ritrovare un azzurro tra i migliori a Londra, esattamente nel 1955, grazie a un giovane Nicola Pietrangeli, uno dei migliori tennisti della sua epoca, bravo a lottare fino all’ultimo contro il danese Kurt Nielsen, cedendo solo per 7 giochi a 5 nel quinto set. Cinque anni dopo il talentoso romano, al massimo in carriera dopo aver vinto il suo secondo titolo a Roland Garros, giocò una partita leggendaria in semifinale contro Rod Laver, sconfitto per 6-4 al quinto dal mancino australiano, che lì da poco completerà il primo dei suoi due Slam annuali, impresa mai più ripetuta.
Passano altri 19 anni per ritrovare un italiano tra i migliori 8 di Wimbledon. Nel 1979 Adriano Panatta finalmente riuscì a far esplodere il suo talento anche sui prati, arrivando nei quarti di finale ai Championships e perdendo una partita che ancora fa venire il mal di testa a chi ebbe modo di seguirla, e… soffrirla. Adriano infatti sprecò una grande chance per approdare in semifinale, visto che fu rimontato e sconfitto al quinto set da Pat Dupre, discreto tennista statunitense e niente più, sprecando il vantaggio di un set e 4-0 nel secondo parziale. Se Panatta avesse vinto quel match, in semifinale ci sarebbe stato Tanner, partita difficile ma non impossibile.
Poi buio, per altri 19 anni, con nessun ottimo risultato dei nostri giocatori a Wimbledon. A riaccendere la luce ci pensò Davide Sanguinetti nel 1998: lo spezzino in quell’edizione dei Championships serve come un treno, risponde in modo aggressivo e col rovescio attacca la rete. Batte uno dopo l’altro Van Herck, Squillari, Voltchkov (in un match terribile con mille interruzioni per la pioggia) e Clavet, vola ai quarti di finale dove si ritrova uno dei servizi più terrificanti del tour, quello dell’olandese Richard Krajicek, campione due anni prima. Purtroppo Davide non riesce a rispondere mai e la sua corsa si ferma lì, ma resta per lui un torneo leggendario.
Passano altri 23 anni per sorridere di nuovo a Wimbledon, grazie all’indimenticabile cavalcata di Matteo Berrettini. Matteo è testa di serie n.7, inizia lasciando un set a Pella, poi di sbarazza di Van De Zandschulp, Bedene e Ivaska in tre set, è nei quarti, come i suoi illustri predecessori. Ma la sua strada continua, batte con una grande partita Auger-Aliassime e in semifinale Hubert Hurkacz. Ha già scritto la storia per il tennis italiano, mai un nostro tennista era arrivato alla finale più importante della stagione. Scende in campo contro Novak Djokovic, gioca un primo set stellare al servizio e lo vince al tiebreak. È a due set dall’alzare LA coppa più bella del mondo. Purtroppo Novak trova le contromosse in risposta, sale di livello e rimonta. Berrettini non ce la fa, ma apre simbolicamente la porta di un torneo che era sempre stato per noi un sogno proibito, quasi irraggiungibile. Sinner lo segue a ruota, quarti e semifinale. Nel 2024 Jannik è testa di serie n.1. Wimbledon non più un tabù, è un obiettivo. Finalmente da vincere.
Marco Mazzoni
TAG: italiani a Wimbledon, Marco Mazzoni, Storia del tennis, Wimbledon
quoto tutto. che poi come superficie è comunque diversa da cemento e terra, la leggenda delel superfici ‘tutte uguali’ è appunto una leggenda. al massimo hanno rallentato l’erba a wimbledon (ad halle è velocissima e sembrava domenica una partita anni 80 o quasi)
direi di no, siamo fuori tempo massimo,visto che secondo i maya il mondo doveva finire nel 2012.
Forza Ortigia!!!
Il settebello è il tuo cappello!!!
Scusi ma come si fa a “condividere” una Roba del genere ?
Con i nuovi attrezzi e le nuove “stature” dei giocatori, oltre il metro e novanta ci sono state delle finali addirittura “non giocate”.
Con le nuove racchette Stich o Ivanisevic, sulla vecchia erba, hanno potuto vincere praticamente senza giocare e il secondo arrivando addirittura dalle qualifichte.
Ma che razza di meritocrazia sarebbe rimbalzi irregolari, palle che schizzano impazzite e chi spara il servizio vince sempre ?
Quali altri Slam Hanno vinto Stich o Ivanisevic ?
Ma mi faccia il piacere… con la superficie mugliorata di Wimbledon la “meritocrazia” o il gioco piu’ completo Sono riapparsi e ci Hanno regalato le finali piu’ spettacolari e interessanti della storia, riportandoci ai fasti di Borg / McEnroe, soprattutto con Nadal / Federer.
Diversanente la vecchia erba, che bene andava con le vecchie racchette, se mantenuta avrebbe annullato il gioco del Tennis e ogni “meritocrazia” sostituendola con la serviziocrazia.
La nuova erba, mugliorata perche’ afeguata alle nuovevracchette ha salvato il Tennis giocato e andrebbe semplicemente ampliata eliminando pagliacciate anti-spirtive come la Laver-cup che toglie spazio al calendario dirottando grandi giocatori in una squallida baracconata anziche’ permettere un torneo in piu’ , magari sulla stessa erba di Wimbledon che ha resciscutato la miglior “meritocrazia” in via di estinzione con le nuove racchette e le nuove stature dei giocatori.
Grazie Wimbledon, ma soprattutto Grazie alla meritocrazia e al bel gioco salvato proprio dalla nuova erba Post 2000 !
Mah, Berrettini e Musetti non credo che vadano oltre un paio di turni se gli dice bene il sorteggio. Soprattutto Matteo mi sembra che ormai le stagioni migliori le abbia passate. Sinner dipende tutto da quando becca Alcaraz fra semi e finale. Con lo spagnolo ha perso ogni volta che si sono incontrati nel 2024, e non credo che cambierà l musica, soprattutto negli slam dove lo spagnolo si è dimostrato superiore
Dal 4-2 troppi errori di Flavio, e così il primo set è perso. Vedo che anche oggi quando serve da sinistra ha difficoltà nel far entrare la prima. Avendo però carattere e capacità di lottare fino all’ultimo quindici nulla è davvero compromesso. Vediamo se il primo game lo conquista.
@ ERRORE (#4105658)
Ciao! No no, non intendevo che avrebbe fatto grande slam in quell’ anno, il da lì a poco può creare problemi di interpretazione.
Buon tennis
Dovrebbe salutarsi da solo ……. 😀
Io capisco cosa capisce lei, invece.
Nulla
manca un verbo nel titolo, capisco voler usare un linguaggio “easy”, però…
Sei pure incompetente, la Pallanuoto è in piena stagione di riposo, finito campionato e coppe si aspettano le Olimpiadi dove gli Azzurri partono tra i favoriti.
Ripartirà tutto tra settembre e ottobre, ora è il tempo di riposarsi e leggere il fantastico libro del duo “De Cialtronis” sulle malefatte di Don Abbondio con escursioni sui temi caldi dell’Atletica e del Nuoto e le malefatte dei dirigenti di tali sport 😎
Io qualche dubbio in più ce l’ho. Le rispostine bloccate di Musetti contro i più forti, lo mettono in completa balìa degli avversari. Se imparerà a rispondere efficacemente anche d’incontro, diventerà molto pericoloso. Insieme ad una seconda palla più penetrante e veloce di quella attuale. Da fondo sa fare tutto e lo sappiamo. Ma deve mettersi in condizioni almeno di parità.
Pozzi, Sanguinetti, Camporese, erano figli delle loro caratteristiche. Cobolli invece è nato e cresciuto con caratteristiche classiche da terra battuta ma si sta velocemente sviluppando come giocatore completo. Ha ancora tanti step da fare, risposta in primis, ma si sta impegnando a fondo per colmare il gap ed è già top 50. 15 anni fa sarebbe rimasto a giocare su terra tutti i tornei possibili ed immaginabili. Lo stesso vale per Arnaldi e spero che anche Darderi inizi a programmarsi diversamente in futuro.
Per una volta sono d’accordo con te
Sarei estremamente deluso a non vedere una semi Cobolli Sonego a Eastbourne, visti i rivali
e dell’incontinenza, visto che continua propinarci sempre le stesse fesserie ad alta frequenza…
@ Marco M. (#4105634)
Dai che inizia la water polo.
Forza Ortigia!!!
Trovi giusto che Navone sia testa e di serie,così accontento tutti patrioti e non,e Berrettini non lo sia,ora capisci cosa intendon dire per MERITOCRAZIA?
Si. l’Italia c’è anche sull’erba e tutto ciò non può che farci felici. Volevo solo fare una mia considerazione in merito a Sinner. Lo considero un vero e proprio stratega, capace di una analisi e risoluzione vincente in moltissime occasioni.infatti ciò che jannik ha a differenza di Alcaraz Medvedev e tantissimi altri giocatori, è la capacità di trovare il piano B o il piano C o D a seconda della tipologia di giocatore che affronta e ancora più stando nella partita stessa. Questa dote è unica e rappresenta una enorme intelligenza tecnica e mentale. Può così passare da un gioco lineare a variazioni importanti che mettono l’avversario in crisi. Qui secondo me’ si sintetizza la qualità più nascosta ma unica di jannik.
Che bell’articolo, interessante excursus!
Speriamo che il governo attuale non ponga limitazioni alla partecipazione dei tennisti italiani su questa superficie scabrosa. Scusate non ho resistito.
Entro un paio d’anni Sinner avrà vinto almeno una volta tutti gli Slam e i Master, per cui parole come “tabù” non avranno più senso per il tennis italiano.
Navone ha perso 6/4-6/2 dal n. 350 e Baez ha perso 6/3-6/2 da Kecmanovic, quasi senza vedere palla.
Massimo.bianco, la voce dell’incompetenza.
Sono primi nella race!!! Grandi
Dal 2008 al 2018 l’unico giocatore erbivoro era Seppi.E” arrivato agli ottavi a wimbledon e diversi ottimi piazzamenti. Chi non soffriva l’erba era Volandri. Serviva la prima a 160 km.
già vincere uno slam maschile non su terra era un’impresa che nemmeno i Maya osavano prevedere, su erba non so se basta la fine del mondo…
Capitano certo, e sai di chi parliamo!
L’ erba non un tabù per Jannik.
Bravo Marco, su Musetti hai fatto un ottimo video spiegando le ragioni tecniche del perché potrà essere un ottimo giocatore da erba. Adesso speriamo che non si perda e ci creda veramente anche lui.
Ciao
Mi scusi Mazzoni, sicuramente un refuso ma se l’incontro fra Laver e Pietrangeli è del 1960, l’australiano quell’anno non vinse Wimbledon e quindi non fece, di li a poco, il primo grande slam annuale, a meno che 2 anni sia di li a poco.
Per il resto bell’articolo
È consigliabile tagliarla quando la bolla di tricomi sia rotonda del tutto, sperando che abbia una forma simile ad un pallone troppo gonfio, dato che è quando la pianta possiede una grande quantità di cannabinoidi al loro interno che è necessario tagliare prima che esploda.
@ Massimo.bianco29@yahoo.it (#4105549)
sinceramente il concetto di meritocrazia non lo capisco: quando venivano fatti tre tornei dello slam su quattro su erba nei primi cento del mondo vi erano 40 americani che sulla terra battuta non tiravano la palla di la’ neanche durante il palleggio di riscaldamento. Ora il tennis e’ uno sport globale, che puo’ essere giocato in ogni parte del mondo. Secondo me con l’erba di 30 anni fa e con i servizi di oggi non si vedrebbe uno scambio
Eh no volevo fare la stessa battuta ma mi hai preceduto 😎 😎 😎 😎 OK sarà per la prossima tanto qui fra barbera e altre sostanze psicotrope ce n’è uso a iosa 😛 😛 😛
Diciamo che ancora un paio d’anni fa i nostri giovani andavano a giocare le Q di W per ragioni quasi esclusivamnete economiche (lo stesso valeva per gli USO), tant’è che erano tutti iscritti al successivi Challenger (e dopo W poteva starci, eravamo pur sempre in Europa) ma anche a quello di Como che iniziava due giorni dopo la fine delle Q di FM. 0 preparazione ai due eventi, 0 interesse. Adesso comincia ad esserci più interesse, anche se alla fine gli unici che hanno disputato i tornei sull’erba che precedono W, a parte quelli inseriti al MD, sono stati Bellucci e Napolitano e Vavassori e Bolelli nel doppio (ma nel loro caso, essendo una delle coppie top, era una necessità, peraltro coronata da un grande risultato). Posso capire che Pellegrino, Agamenone e Travaglia non vogliano più di tanto lanciarsi in voli pindarici, ma Passaro e Maestrelli forse un torneo di preparazione avrebbero potuto disputarlo…
Ovviamente è tutto scritto nel libro, vero?
Salutami il cialtrone 😛
L’Erba di Bob era più Bio, quella attuale è Ogm 😎
Leggo un ottimismo sfrenato,credo a parte Sinner e spero Berrettini dubito qualcuno degli altri possa accedere alla seconda settimana.
Gianluca Pozzi !
Si puó dire che la rivoluzione del Tennis italiano é partita da li’ (le parole esaltano, Ma gli esempi trascinano).
Inoltre la priva vera “valanga azzurra” avvenne con Gustav Thöni… e ora c’é il Gustav Thöni del tennis
Quello che scrivi è vero, avessero giocato 30 anni prima, Federer avrebbe vinto probabilmente almeno 10 Wimbledon e Rafa&Nole qualcuno in meno. Detto questo l’erba rimane comunque una superficie “diversa” e per specialisti, esclusi i super campioni che vincono comunque e ovunque. Più o meno oscuri britannici e australiani sui campi in erba ottengono risultati di rilievo (mentre non vincono un set sulla terra battuta) così come i sudamericani, cagnacci del mattone tritato, sono dei mezzi bye sui prati. Quindi è vero che le differenze tra superfici si sono compresse ma di sicuro esistono e sono sostanziali
@ Massimo.bianco29@yahoo.it (#4105549)
Hai perfettamente ragione, il contenuto di Thc è raddoppiato negli ultimi vent’anni, dati certificati! Con le conseguenze che leggiamo molto spesso purtroppo!
Condivido
È anche vero che l’ERBA di oggi non è più la stessa ERBA di una volta, a partire dal fatto che viene tagliata più bassa
Con Sinner, Berrettini e Sonego sono stati vinti ATP 500 e 250 sull’erba. Manca la ciliegina sulla torta vale a dire Wimbledon. Riuscirà un italiano a compiere l’impresa prima della fine del mondo prevista dai Maya?
Diciamo che i buoni risultati sull’erba sono solo la conseguenza dell’abbandono di una vecchia mentalità e dell’aggiornamento che hanno avuto i tennisti e i maestri italiani, ancorati indecorosamente fino a 10 anni fa alla sola terra battuta, senza nessuna attenzione per i colpi di inizio gioco, ritenuti una mera rimessa in gioco della palla. Io mi vergognavo quando Volandri e Storace preferivano il challenger di Trani ad agosto ad andare a fare i master 1000.
Adesso abbiamo giocatori che lavorano duro per migliorare servizio e risposta, che si fanno tutto il tour in Nord America a febbraio per preparare il double sunshine e non vanno a cercare la terra in sudamerica. Poi obiettivamente nella seconda settimana vedo solo Sinner e forse Berrettini se ha un buon sorteggio. Gli altri sono ancora in fase di apprendistato su questa superficie e se dovessero uscire prematuramente non mi preoccuperei, sono tutti sulla strada giusta. Questo lavoro alla fine paga. Cobolli grande esempio, secondo me.
L’erba non è più tabù per gli italiani. Sinner è uno dei favoriti per Wimbledon. E già che si sogna in grande, e Jan può vincere The Championships,se per puro divertimento partecipasse anche a un doppio misto con Anna? Chissà se negli ultimi anni c’é qualcuno che ha fatto l’accoppiata vincente a Wimbledon singolare maschile e misto. Nelle donne di certo la Navratilova che negli anni d’oro vinceva singolare, doppio e doppio misto. Ma tra gli uomini?
Hanno voluto uniformare il gioco su tutte le superfici e questo è il risultato finale,hanno distrutto anche il fascino dell’erba!!!
Caro Marco Mazzoni,a partire dai primi anni 2000,l’erba non è più quella di un tempo e mai come ora è diventata giocabile per molti e quasi tutti i giocatori hanno una possibilità di andare avanti nei tornei,poi con la possibilità di chiudere il tetto si è finito completamente per snaturare il torneo più prestigioso del mondo!!!
PS:quello che è stato il mio sport da sempre,mi ha da te sempre affascinato perché era uno sport MERITOCRATICO(detesto il calcio e tutto quello che ruota intorno,compreso usi e costumi),lo sento ogni giorno che passa sempre meno il mio,e con la scomparsa della MERITOCRAZIA,hanno finito per rovinarlo anche sui prati…
Ottimo articolo di Mazzoni, come sempre
Bell’articolo! Bravo Mazzoni.. vorrei sommessamente far notare che tra le certezze ci sono anche Bollelli/ Vavassori, anche per loro un WI importantissimo che potrebbe assicurare la presenza alle Finals
La vera domanda è: cosa è tabu’ per gli italiani?