ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS / Il penultimo ballo di Riccardo Bonadio
L’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS è il penultimo torneo di Riccardo Bonadio, che ad agosto chiuderà la carriera a Cordenons. “Resterò nel tennis come coach”. A Milano gioca senza pressioni e punta il main draw, affidandosi a un gran rovescio a una mano. “È il mio colpo naturale, ma temo che lo vedremo sempre meno. Vi spiego perché”
Non è necessario vincere decine di trofei per riempire lo scrigno dei ricordi. I numeri sono freddi e raccontano che Riccardo Bonadio ha giocato 728 partite da professionista vincendo dieci titoli ITF, mentre nel circuito Challenger si è fermato un paio di volte in finale, a Trieste 2020 e Bratislava 2022. Forse non sarà ricordato come uno dei più forti italiani di sempre, ma nella mente rimarrà uno spettacolare rovescio a una mano, che qualcuno aveva paragonato a quello ben più famoso di Richard Gasquet. Sebbene abbia sette anni in meno del francese, Bonadio sta per dire addio al tennis giocato. L’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (74.825€, terra battuta) è il penultimo torneo della sua carriera, che si chiuderà in agosto nella sua Cordenons, laddove è iniziato tutto, nel 2011. Il friulano ha aperto il programma sul campo centrale, battendo Gabriele Piraino col punteggio di 6-2 5-7 6-3. Una battaglia fisica, resa ancora più dura da una leggera pioggia e dal campo molto pesante. “Piraino è partito male, era molto falloso soprattutto con il dritto e mi ha regalato i primi quattro game – dice Bonadio – nel secondo è stata battaglia, sono stato io a essere falloso, forse perché un po’ stanco dopo l’attività nelle settimane passate. Nel terzo sono stato bravo a gestirmi fisicamente e trovare un break che ho conservato fino al 5-3, quando lui ha giocato un brutto game decretando la fine della partita”. Bonadio aveva scelto di smettere già a fine 2023, poi ha ufficializzato la decisione a marzo. “Non è certo una questione di livello. Credo che potrei ancora competere a livello Challenger, ma trascorrere troppe settimane fuori da casa è un impegno fisico e mentale che non ero più disposto a sostenere. Inoltre ci sono altri fattori di natura personale e familiare che mi hanno spinto verso questa decisione”.
POCHI RIMPIANTI
Ci sarà ancora tennis nel futuro del friulano, nelle vesti di coach. Ha siglato un accordo con il CT Maggioni di San Benedetto del Tronto ed è intrigato dalla nuova avventura. Da spettatori, tuttavia, il rendimento espresso in queste settimane (con tanto di semifinale ad Augsburg) porta a domandarsi se possa esserci uno spazio per il ripensamento. “Credo proprio che sarà il termine della mia attività professionistica – dice, deciso – giocherò ancora le gare a squadre, ma sono più propenso a fare il coach. Di sicuro l’anno prossimo non giocherò alcun torneo internazionale. Mai dire mai, ci mancherebbe, ma oggi non credo che ci sia spazio per riprendere, anche perché – al di là dell’età – ripartire da zero mi metterebbe in crisi. Più in generale, i motivi dietro questa scelta sono molto forti”. E allora, più che al match che metterà in palio un posto nel main draw contro il giovane peruviano Ignacio Buse, è giunto il momento di guardarsi indietro. E Bonadio, ex numero 164 ATP (oggi è n.352), sembra lasciare senza grossi rimpianti. “Si può sempre dare di più, ma poteva anche andare peggio. Chiunque termina la carriera con rammarichi: ne ho qualcuno anch’io, ci sono stati momenti in cui mi sono lasciato andare, altri in cui avrei dovuto tenere duro… La scelta di diventare professionista a 16-17 anni può aver influito negativamente, però allo stesso tempo potrebbe avermi permesso di avere più fame e combattere nelle difficoltà. Sono abbastanza soddisfatto della mia carriera, firmerei per averne una simile”. La frase con cui abbiamo iniziato diventa ancora più vera quando Bonadio si esprime sui ricordi più belli. Ne cita tre, e in due casi è stata una sconfitta. Ma il sapore di un’emozione prescinde dal risultato. Come la prima partita da professionista, nel 2011, a Cordenons. “Persi in due set tirati contro Pastor, ma rimane un bel ricordo. Poi penso al mio primo Slam, a Parigi nel 2022. Venivo da un paio d’anni in cui avevo un po’ perso le speranze di arrivare a giocare le qualificazioni di uno Slam, e nel momento in cui ce l’ho fatta sono riuscito a godermi il momento. Ho perso in tre set contro Jason Kubler, un giocatore di altro livello rispetto a me, ma è un momento che mi porto dentro”.
IL FUTURO DEL ROVESCIO A UNA MANO
Sebbene abbia battuto tre top-100, la vittoria del cuore rimane quella contro Borna Gojo nelle qualificazioni dello Us Open. “Non giocavo da tempo sul cemento per scelte tecniche, ma riuscii a giocare e vincere una partita di altissimo livello. È qualcosa che mi rimarrà”. Qualcosa che invece rischia di sparire è il rovescio a una mano, colpo di cui è orgoglioso esponente. Secondo Carla Suarez Navarro, una delle più brave a giocarlo, rischia di sparire tra una decina d’anni. Bonadio è abbastanza d’accordo. “Nel mio caso è il colpo naturale. Mio papà Marco è un maestro in Friuli e mi ha dato le basi, poi tutti i maestri e i tecnici che mi hanno seguito lo hanno fatto fruttare, dandomi sempre qualcosa in più. Nel suo piccolo, ognuno ha contribuito. Sul futuro… ho paura che difficilmente lo vedremo ancora. Obbliga a perdere posizione e arretrare, oltre a essere difficile sui campi veloci, dove la risposta al servizio è fondamentale e quella a due mani è meno complessa. Nella difficoltà, è più semplice imparare il colpo a due mani. Il mio pensiero è che lo vedremo sempre meno, ma quelli che vedremo saranno grandi rovesci. Chi continuerà a giocarlo lo farà perché é il suo colpo naturale”. Da agosto ne vedremo uno in meno. Per questo, gli appassionati milanesi avranno la possibilità di ammirarlo per almeno un altro match, contro il peruviano Ignacio Buse, da cui Bonadio aveva perso un paio di mesi fa al Challenger di Roma-Garden. “Ma avevo il braccio rotto” dice mentre saluta, come ad alimentare la speranza di prendersi un posto nel main draw. Di certo approccerà la partita con la professionalità di sempre. “Non dover pensare ai punti o alla classifica è un beneficio, ma chiunque pratichi sport ad alto livello deve convivere con la tensione e contrastarla quando ce n’è un po’ troppa. Certo, la maturità aiuta”. Come a dire che ci sarà la stessa tensione di sempre. Una volta in campo, tutto passerà in secondo piano. Anche che la fine della sua carriera è dietro l’angolo.
L’ITALIA DEGLI OVER 30
In una domenica condizionata dalla pioggia, Bonadio è stato uno dei tre over 30 azzurri a raggiungere il secondo turno delle qualificazioni. Dopo di lui ce l’hanno fatta Federico Gaio e Alessandro Giannessi. Il primo ha superato con un doppio 6-4 l’australiano Blake Mott, seguito in via sperimentale da Diego Nargiso (che ha un accordo con l’accademia australiana in cui si allenano Mott e l’altro aussie Matthew Dellavedova). Sul Campo n.14 (laddove si è giocato al posto del 13, impraticabile a causa della pioggia), Giannessi ha vinto una bella battaglia contro l’altro ex top-100 Gerald Melzer (fratello minore di Jurgen, coach promettentissimo Joel Schwaerzler, anche lui a Milano). Lo aveva battuto due volte su due, è riuscito a fare il tris dopo essersi un po’ innervosito nel secondo set. La buona notizia è che ha lottato con la consueta grinta, nonostante le condizioni di gioco non fossero semplici. Adesso avrà un match molto complicato contro l’argentino Federico Agustin Gomez, numero 1 del tabellone cadetto e che ha destato una grande impressione, al punto da candidarsi come possibile sorpresa del torneo. Sebbene abbia 27 anni, ha iniziato molto tardi la sua carriera poiché ha frequentato l’università negli Stati Uniti, tra Florida e Louisiana. Adesso è un avversario temibile a Milano. Si sono conclusi soltanto sei dei dodici match di primo turno, poiché la pioggia ha condizionato l’intera giornata. Dopo una prima sospensione e un tentativo di ripresa, il gioco è stato definitivamente interrotto alle 18. Per questo, il programma di lunedì sarà particolarmente ricco e – tempo permettendo, le previsioni non sono buone – costringerà diversi giocatori al doppio turno. Si parte alle 10 e si giocherà su quattro campi, con l’obiettivo di completare le qualificazioni e giocare i primi tre match del main draw. In programma, dunque, quindici incontri tra cui Mager-Pacheco Mendez, Fonio-Bourgue e Demin-Gaubas. L’ingresso al club sarà gratuito fino a mercoledì 26 giugno.
Giocatore con un rovescio fantastico e una Carriera lunga e ricca di soddisfazioni non poteva chiedere di più al Tennis.
rimarrà a livello amatoriale, per le stesse ragioni che dice il nostro: per alcuni l’utilizzo della mano non dominante è davvero un’impresa improba.
Ricordiamolo che appena una settimana fa ha battuto nettamente quel Fognini che qualche mese fa era incazzato per mancata convocazione in Davis…..
Si ritira dal circuito ATP Internazionale, ma giocando ancora le competizioni a squadre, in realtà il vero ritiro avverrà attorno ai 50 anni a questo punto, ma se giocherà qualche partitella con gli amici del circolo, allora il ritiro sarà addirittura verso i 150 anni, ma se giocherà anche in Paradiso, direi che si ritirerà dopo l’eterna eternità.
Bonadio è un gran bravo ragazzo e una bella persona!
dispiace immensamente che lasci. e dispiace leggere in queste dichiarazioni anche un pò di amarezza.
Forza Riccardo!!!! Grazie per tutto!!! sempre!
Forza Riccardo, e spero ad agosto che venga posticipata la cosa di almeno un anno
@ ospite (#4103248)
prego. è quello che è riportato nell’intervista
Bondieu ci mancherai. Una vita da mediano, ma potrai raccontare ai nipotini di aver fatto secco il futuro vincitore di 40 slam, Landaluce nella Notte. 😀 😀 😀 😀 😀 nella sua Tenerife
Il concetto del rovescio a una mano è la chiave per comprendere l’evoluzione del tennis negli ultimi 15 anni. A due mani, come dice Bonadio, è più semplice prendere posizione e giocare una sorta di secondo dritto. Questa è la ragione per cui geni del tennis come Federer si sono trovati svantaggiati contro bimani come Nadal e Djokovic che giocavano due dritti. La grandezza di Federer sta proprio qui: aver annullato (quasi) il gap da chi gioca il rovescio a due mani con le racchette attuali che regalano agli avversari almeno 40 km/h in più dalla parte rovescia. Chi non comprende questo, non può comprendere perché il serbo e lo spagnolo hanno vinto più Slam rispetto a Federer. Bene Bonadio che ha esposto chiaramente il problema: tra 10 anni (io dico anche prima) il colpo a una mano sparirà perché non porterà alcun vantaggio
Ah, lo sospettavo, ma c’è sempre la possibilità che qualche tennista decida di cambiare vita a “360°”, thanks…
@ ospite (#4103241)
da coach
@ ospite (#4103221)
intraprenderà la carriera di coach (CT San Benedetto )
sparisce il rovescio a una mano, ma soprattutto i giocatori della sua taglia.
ormai nei pro non è più possibile competere servendo da così in basso.
Io pensavo che quest’anno avesse comunicato il ritiro Lavagno, ma ovviamente avrò fatto confusione (NON che auguri il ritiro a Lavagno, intendiamoci…).
Sì, agli appassionati spiace che R.B. si ritiri “relativamente” giovane e cmq ancora “relativamente” competitivo. A lui vanno auguri di buon proseguimento per le sue prossime scelte. Sai quale carriera ora vuole intraprendere?
Peccato il ritiro del mio concittadino. Non sarà ricordato come un fenomeno, però è stato bravo a raggiungere comunque una classifica buona a tarda età. Da quanto leggo la scelta è presa, peccato non sia riuscito a vincere un challenger, ma ha avuto l’onore di perdere a Trieste contro alcaraz il primo challanger se ricordo bene (come marcora che non ha vinto mai un torneo perse da sinner, al suo primo exploit). E poi non è riuscito a vincere al MD di uno slam una partita. Grazie Riccardo, è la vittoria in un challanger e’ ancora possibile!
Da giovedì,mi raccomando accorrete in massa ad acquistare i biglietti!!!