Jannik Sinner è il 29esimo n.1 al mondo. Ricordiamoli tutti, uno dopo l’altro
Il 10 giugno 2024 la nuova classifica ATP post Roland Garros vedrà Jannik Sinner sul trono del tennis maschile. Missione compiuta. Troppa la sostanza e costanza di rendimento di Jan da mesi e mesi. Nel 2024 ha perso solo due partite, e 4 da dopo US Open 2023. Nelle ultime 52 settimane ha battuto per 14 volte avversari top10 (perdendo solo tre volte). Ha vinto uno Slam (AO24), due Masters 1000 (Open del Canada23 e Miami24), tre ATP 500, oltre ottimi piazzamenti come la finale al Masters di Torino e la semifinale a Wimbledon 2023. Per come è strutturata la classifica basta e avanza, ma non c’è sistema di ranking che tenga: Sinner è da mesi il più forte. Lo certifica anche il raffinato “Elo Ranking” di tennis abstract – sistema molto interessante – e se vi fossero ancora i mitici e tanto rimpianti “bonus point” Sinner sarebbe n.1 già da tempo, visto l’enorme bottino extra che avrebbe guadagnato battendo ripetutamente i migliori. Meritatissimo premio alla sua classe e ora anche continuità.
L’italiano sarà il 29esimo giocatore ad issarsi alla prima posizione nel ranking da quando, agosto 1973, è stilato in modo computerizzato. Ripassiamo la lista di tutti i numeri del tennis maschile, con una breve nota su ciascuno di loro.
1 – Ilie Nastase: il primo di tutti. Divenne numero uno della nuovissima classifica il 23 agosto 1973, oltre 50 anni fa. Talento pazzesco e discretamente “pazzo”, incarna come pochi l’ideale di genio e sregolatezza. Colpi fatati ma anche spigoli acutissimi e una lingua più tagliente del back di rovescio con il quale scendeva a rete. Amato e odiato, è stato un figlio prediletto degli spericolati anni ’70, dove la personalità dei giocatori andava di pari passo al talento tecnico.
2 – John Newcombe: l’iconico talento australiano divenne n.1 il 3 giugno 1974. Modi garbati, tennis d’attacco elegante, gli manca una coppa a Roland Garros per completare il proprio career Grand Slam, ma ai suoi tempi la terra era davvero ostica se nascevi down under e nei geni dominava l’istinto offensivo. Stimato e rispettato da tutti, ancora oggi quando parla – raramente – tutti ascoltano in religioso silenzio. Il carisma del leader.
3 – Jimmy Connors: scorbutico e diretto, per molti insopportabile, “Jimbo” è stato il primo vero attaccante da fondo campo nella storia del gioco. Divenne n.1 il 29 luglio 1974, poco prima dell’esplosione del fenomeno Borg, con il quale ha dato vita a battaglie epiche. In realtà il mancino americano, aizzato anche da una madre a dir poco ingombrante, lottava da solo contro il mondo e vinse, tantissimo. La sua risposta è tra le migliori della storia, sicuramente la migliore prima dell’avvento di Agassi e poi Djokovic. Come riuscisse a dominare da fondo e attaccare con palle millimetriche giocando con quella Wilson T2000 dotata di un piatto corde minuscolo lo sa solo lui…
4 – Bjorn Borg: tennista e personaggio leggendario, fu il primo tennista “pop”, muoveva le masse come mai nessuno prima, tanto che orde di teenager arrivarono a lanciar verso di lui le loro mutandine appena sfilate… N.1 il 23 agosto 1977. Rovescio da cineteca, pazienza e capacità di resistenza fuori dal comune, impose un nuovo modello di tennista, quello di pressione da fondo campo, ma fu abilissimo nel trasformarsi anche in giocatore di rete e dominare sui prati di Wimbledon. Il tennis dopo lui non fu più lo stesso, impose nuovi standard e ha stabilito record allora epocali.
5 – John McEnroe: definirlo tennista è persino riduttivo. Il mancino newyorkese è stato qualcosa di totalmente unico e irripetibile, non giocava a tennis, pennellava in campo con una tecnica di gioco mai vista prima e non replicabile. Nessuno ha mai avuto il suo senso per la palla e gli angoli, a rete non giocava di volo, accarezzava e creava. Il suo carattere scontroso andava di pari passo col talento, tanto che le sue furibonde discussioni in campo sono diventate altrettanto iconiche. Arrivò a superare Borg in una rivalità tra le più belle della storia dello sport, dominò nel 1984 come mai nessuno prima e di fatto si spense. Non aveva più niente da inventare, aveva già fatto tutto.
6 – Ivan Lendl: lo “Zar” del tennis moderno. Il diritto più potente della sua epoca e un tennis migliorato in modo costante, con un’applicazione quasi fanatica. Poco amato rispetto alle sue vittorie, ma fortissimo e indubbiamente temuto. È stato il primo ad applicare la scienza ai suoi allenamenti, attento non solo al gioco ma anche all’alimentazione, alla preparazione fisica, ai materiali. È stato il primo in tante cose, come il cambio della racchetta con corde nuove al cambio di palle, persino nell’abbigliamento – leggendari i polsoni per il suo copioso sudore e il cappellino da legionario in Australia. Ha perso molte più finali Slam di quelle vinte, ma è stato un vero leader e n.1. Lo divenne per la prima volta il 28 febbraio 1983, e lo restò da lungo dopo il 1985.
7 – Mats Wilander: il primo prodotto d’eccellenza dalla scuola di Borg. Rovescio da cineteca, un fisico tanto elastico che gli permetteva di arrivare sempre bene sulla palla. Era un camaleonte, pronto ad adattarsi ad ogni condizione di gioco e rivale. Pochissimi vincenti ma ti faceva giocare male, scomodo, alla fine l’ultima palla era sempre la sua. Per anni ha giocato con una concentrazione fenomenale: nella finale di Roland Garros 1988 servi il 100% di prime palle nel primo set… Visse quella stagione da sogno con 3 Slam su 4 vinti, scavalcando Lendl in cima al ranking il 12 settembre 1988, dopo averlo battuto nella finale di US Open con un match assurdo, andando ben oltre ai propri limiti per spinta e attacchi. Spese così tanto che da lì a poco si spense. 7 Slam e campione strepitoso, pochi anzi forse nessuno è riuscito ad estrarre il 101% dalle proprie possibilità quanto lui.
8 – Stefan Edberg: non un tennista, ma un angelo. Impossibile voler male a un giocatore così elegante, corretto e bello da vedere. Sua la miglior volée della storia moderna del gioco, insieme ad un rovescio da cineteca. Attaccava sempre e comunque, forte di due gambe da centometrista – ai campionati giovanili svedesi c’è ancora il suo primato lì in cima – e un senso per il serve and volley impareggiabile. Eleganza allo stato puro, ha battagliato per anni contro tennisti più potenti e completi, ma quando stava davvero bene e in fiducia passarlo sul net era un’impresa. 6 Slam e due anni da n.1 di fine stagione. Lo divenne il 13 agosto 1990, nell’anno in cui la schiena iniziò a dargli problemi e lo costrinse a cambiare il movimento del servizio. Nel 1991 dominò per larghi tratti, ma fu l’inizio della fine, anche perché si impose da lì a poco un tennis così muscolare e rapido da far diventare il suo un po’ anacronistico, seppur bellissimo. Il premio sportivo dell’anno porta il suo nome.
9 – Boris Becker: la sua vittoria a Wimbledon nel 1985, a soli 17 anni, è stata una rivoluzione copernicana. Mai s’era visto tanta potenza e coraggio in campo. Servizio e diritto assassini, ma soprattutto il tedesco era un killer sportivo, aveva un coraggio leonino e i big point difficilmente li perdeva. È stato probabilmente il miglior tennista di sempre in condizioni indoor, più era rapido più si esaltava. Il suo talento e visione di gioco non erano supportati dal fisico, troppo massiccio e pesante, tanto da finire la carriera letteralmente a pezzi e con vistosi problemi di salute. Persona “contro”, ha spesso preso posizioni impopolari e ha pagato il prezzo, ma a testa alta e fiero delle sue scelte, pure in campo dove si incaponiva nel giocare a modo suo. Un tennista il cui valore è sotto stimato. È stato n.1 per poco, diventandolo il 28 gennaio 1991. Non ha mai vinto un torneo sul rosso, cosa che non hai digerito…
10 – Jim Courier: ha randellato per anni con la sua Wilson come se fosse una mazza da baseball, con una potenza e forza fisica brutali. Per un paio di stagioni è stato ingiocabile nei primi 6 mesi dell’anno. Leggendario il suo tuffo nel fiume Yarra di Melbourne dopo aver vinto gli Australian Open, un fiume inquinato e pure infestato da animali non esattamente amichevoli. Big Jim era personaggio fuori dagli schemi, grande batterista e lettore accanito, assai più colto e profondo di quel che il suo tennis muscolare e non esattamente divertente facevano ipotizzare. Un n.1 di passaggio (10 febbraio 1992) ma tennista formidabile, il più rapido ad arrivare in vetta dalla covata d’oro di tennis yankee di Bollettieri. La sua ironia è spettacolare.
11 – Pete Sampras: uno dei tennisti più forti di sempre. Applicazione massima, grande pulizia tecnica, con un diritto micidiale in corsa e il miglior servizio della storia del gioco. Se la mia vita dovesse dipendere da solo colpo di gioco, non avrei dubbi: la sua prima palla. Non esiste un singolo colpo che sia stato più decisivo nella storia. 14 Slam e moltissimo altro, record a go go poi superati da Roger e quindi Novak. Ma la sua classe, esplosa in particolare a Wimbledon, resta impareggiabile. Se prendeva un break di vantaggio, potevi anche andartene dal campo perché non lo rimontavi più. Ha dato vita a una delle rivalità più belle di sempre, quella con il (poco) amico e connazionale Agassi. N.1 il 12 aprile 1993, lo è stato per moltissimo tempo e pieno merito. Oggi è molto schivo e non si vede mai sul tour.
12 – Andre Agassi: 8 Slam, molti hanno vinto più di lui, ma il suo impatto nel gioco è stato superiore a quella di qualsiasi altro giocatore in questa lista dei 29 n.1 della storia. Il tennis moderno l’ha sdoganato lui: via la “tecnica classica”, la maggior parte dei giocatori attuali sono una versione riveduta e corretta del suo modo di intendere il gioco, pressione da fondo campo, anticipo, controllo delle rotazioni e dei tempi di gioco. È stato personaggio come forse nessun altro, immagine fortissima e carisma assoluto, anche grazie a fortunatissime campagne di marketing del quale è stato un po’ schiavo. Vince clamorosamente a Wimbledon il suo primo Slam, quando nessuno ipotizzava che quel tennis da fondo potesse essere competitivo sui prati. Ha vissuto più vite tutte insieme, ben raccontate in Open, miglior libro mai scritto sul tennis. Invecchiando è diventato un vero guru, amato e rispettato da tutti. Divenne n.1 il 10 aprile 1995 ed è stato uno dei n.1 più anziani a fine carriera.
13 – Thomas Muster: austriaco di ferro, incredibile come si sia ripreso da un terribile incidente che gli ha fracassato una gamba quando, molto giovane, era in rampa di lancio verso il grande tennis. Quelle immagini di lui con il gesso e una gamba sulla panca a tirare diritti in modo ossessivo ha fatto il giro del mondo. Su terra era fortissimo, ha vinto una miriade di piccoli e medi tornei, arrivando alla gloria eterna a Roland Garros, unico Slam vinto. N.1 il 12 febbraio 1996, meritato premio alla carriera per applicazione e furore agonistico. Con tanti limiti tecnici, riusciva a battere campioni assai più attrezzati e completi.
14 – Marcelo Ríos: è l’unico di questa lista di 29 n.1 senza ad aver vinto uno Slam. Un delitto, visto il suo braccio mancino, uno dei più talentosi e magici della storia moderna del gioco. Con la palla poteva fare di tutto e di più, angoli assurdi e anticipo incredibile, ma… il fisico era quello che era, e la testa non c’era proprio. Divenne n.1 nel suo miglior momento in carriera, il 30 aprile 1998, poco dopo aver sfiorato l’Australian Open (battuto in finale). Non è un intruso, ma certamente col suo talento avrebbe potuto ottenere molto, molto di più….
15 – Carlos Moya: anche lo spagnolo è stato un n.1 di passaggio. Lo divenne il 15 marzo 1999 e restò in cima al ranking solo per due settimane, ma è bel premio a un tennista non solo bello ma anche efficace. Sul rosso è stato a tratti devastante con un diritto potentissimo e classici schemi da terra.
16 – Yevgeny Kafelnikov: il primo russo n.1 della storia, lo divenne il 3 maggio 1999. Talento cristallino, poco fisico e poco elastico, ma tempo sulla palla spettacolare, con un rovescio bimane tra i più precisi e efficaci della storia. Non aveva grande potenza e nemmeno resistenza, tanto che spesso si allenava letteralmente facendo il doppio… Ma in campo era classe pura, molto elegante, a tratti regale. Un gran bel giocatore, due volte campione Slam.
17 – Pat Rafter: One Week Wonder, solo una settimana in cima al mondo del tennis, il 26 luglio 1999. Poco, ma del resto la sua epoca era infestata da un tasso di talento eccezionale, e il bell’australiano non era tecnicamente fortissimo. Gran fisico, ultimo vero attaccante, è stato bravo a completare il suo tennis e diventare più tosto da fondo campo, battagliando per anni ad armi pari con Pete e Andre, più forti di lui, ma li raggiungeva con testa e agonismo. Il cruccio resterà la finale di Wimbledon, quella persa contro Ivanisevic nel 2001.
18 – Marat Safin: bello e impossibile. Tennista fenomenale per talento, un rovescio come una carabina, sensibilità e classe. Avrebbe potuto dominare se… l’avesse voluto. Ha preferito tanta bella vita a durissimi allenamenti. La sensazione che abbia sfruttato si e no il 30% del suo potenziale. Ma quando c’era con fisico e testa, era il più forte o quasi. La semifinale vinta contro il Super Federer del 2005 agli Australian Open resta la partita forse tecnicamente più bella del nuovo secolo. Divenne n.1 l’11 settembre 2000, dopo aver ridicolizzato Sampras in finale a New York.
19 – Gustavo “Guga” Kuerten: sorriso e allegria, una samba in campo. A vederlo danzare e scaricare rovesci clamorosi e vincenti potevi solo divertirti, non c’era modo volergli male. Arrivò all’improvviso nel grande tennis vincendo a Roland Garros nel 1997 dalle retrovie e per anni è stato tra i migliori al mondo, con un tennis arrotato e personale. Bellissima persona, un manifesto del piacere di giocare a tennis. È stato n.1 il 4 dicembre 2000, restando al vertice per ben 43 settimane. Purtroppo un problema all’anca l’ha pensionato troppo presto. Sarebbe stato bellissimo vederlo sfidare al top Nadal, sarebbe stata una sfida sul rosso stellare…
20 – Lleyton Hewitt: Rusty, indomabile lottatore e due gambe impossibili. Ha dominato per un paio d’anni, prima dell’arrivo del ciclone Federer che ha spazzato via la concorrenza. Bravo ad emergere giovanissimo e imporre un tennis a tutto campo di pressione e qualità, fortissimo di testa e mai stanco. È stato n.1 il 19 novembre 2001 ed è rimasto sul trono per ben 80 settimane.
21 – Juan Carlos Ferrero: oggi notissimo coach di Alcaraz, “mosquito” ha sofferto per issarsi sul trono del tennis, ma c’è arrivato con merito, riuscendo a superare avversari complessivamente più dotati come Kuerten, Hewitt e Safin. 8 settimane da leader, iniziate l’8 settembre 2003. Un bel diritto, tante gambe ma mai è riuscito a completare un tennis un po’ scarno e monotematico. Oggi è coach abilissimo.
22 – Andy Roddick: il servizio più potente di sempre l’ha issato sul trono del tennis nel 2003, suo anno magico, dove ha vinto US Open. Appena in tempo prima dell’esplosione di Federer, l’uomo che gli ha letteralmente rovinato la carriera. Un po’ rozzo, ma potentissimo e con grande coraggio, non mollava mai e a Wimbledon nel 2009 è stato a una manciata di punti da vincere contro Roger. Una finale che si sarebbe oggettivamente meritato. Un solo Slam, e il n.1 raggiunto il 3 novembre 2003.
23 – Roger Federer: che dire… il Maestro. Superato da Djokovic in quasi tutti i suoi record, ma la sua eredità nel gioco è molto superiore ai 20 Slam e mille altri traguardi raggiunti. È il tennista che, a detta di tutti, ha giocato meglio a tennis nell’era moderna. Una sinfonia e bellezza in movimento, un danzatore con una classe infinita. Il più amato, il più seguito, carisma e rispetto. Ha portato lo sport a vette superiori e questo vale più qualche Slam. n.1 il 2 febbraio 2004, lo è stato per 310 settimane. Nessuno incarna IL tennis quanto lui.
24 – Rafael Nadal: l’impatto di Rafa sul tennis è stato brutale. Nessuno aveva giocato con tale potenza e rotazione, su terra è ben presto diventato ingiocabile e ha stabilito record che solo qualche marziano potrà superare. È andato oltre ogni limite umanamente immaginabile per resistenza, tenuta mentale e fisica. Un tennis mai visto prima, e molto migliorato negli anni. 22 Slam ma soprattutto un’aura in campo come pochi. Di Nadal non ce ne sarà mai un altro. Tennista clamoroso e grande persona. N.1 il 28 agosto 2008, poco dopo il suo primo Wimbledon.
25 – Novak Djokovic: numeri alla mano il più vincente di sempre, il più forte di sempre. Elastico come nessuno, testa da agonista feroce e rovescio killer… ha lavorato per anni e anni superando ogni suo difetto e diventando il tennista più completo e complessivamente più forte. Ma non il più amato, quel carattere irascibile non si placherà mai. Ha pagato anche a caro prezzo il ruolo di terzo incomodo nell’amatissima rivalità Roger-Rafa, ma non per colpa sua. Personaggio divisivo, uomo vero, o lo ami o lo odi. Leggenda vera. N.1 il il 4 luglio 2011, lo è stato per 428 settimane. Incredibile.
26 – Andy Murray: il 4° dei Beatles, o meglio, tennista fortissimo ma nato in un’epoca sbagliata… Ha riportato la union jack sul trono del tennis dopo oltre 70 anni, così come il successo a Wimbledon, ben 2. Ha sempre pagato dazio negli Slam agli altri tre, più completi di lui e soprattutto più forti mentalmente. Ma è stato un duro agonistica, c’ha creduto sempre e mille volte s’è rialzato dopo dure sconfitte, tanto che nel 2016 ha coronato una rincorsa strepitosa col n.1, ottenuto il 7 novembre di quell’anno. Poi gravi problemi all’anca l’hanno penalizzato quando era al vertice. Dice sempre quel che pensa e i suoi commenti social sono i migliori. Un grande personaggio e vero innamorato del gioco.
27 – Daniil Medvedev: mai visto un tennista tanto alto e così rapido da dietro, capace di rincorre e cambiare ritmo, angoli e poi tirare mazzate impossibili. Servizio bomba, testa a dir poco complessa. Per ora un solo Slam, e che Slam… US Open 2021, ha stoppato Djokovic a un match dal completare il Grande Slam! Scacchista nella vita e in campo, è tanto storto nel gioco quanto affascinante. Che piaccia o no, quando gioca lui lo spettacolo è assicurato perché nessuno gioca come lui. È diventato n.1 il 28 febbraio 2022.
28 – Carlos Alcaraz: il più giovane n.1 della storia. Lo è diventato dopo aver vinto US Open il 12 settembre 2022. Talento pazzesco, rotazioni ma anche velocità di braccio, anticipo e propensione offensiva “federeriana”. Si accende e si spegne, con picchi di rendimento inarrivabili e grandissimo spettacolo prodotto. Sorridente e genuino, è una benedizione per lo sport. Sta dando vita con Sinner a una rivalità bellissima. Ragazzo e tennista fantastico.
29 – Jannik Sinner. Che dire… è Jannik! Lunedì 10 giugno sarà la prima volta da n.1 Speriamo la prima di tante. GRAZIE JANNIK, ci ha regalato un sogno che era quasi peccato il solo pronunciarlo…
Marco Mazzoni
TAG: Djokovic, Jannik Sinner, Livetennis Magazine, Marco Mazzoni, Nadal, numeri uno del tennis, Roger Federer, Stefan Edberg, storia dei numeri 1
Purtroppo il numero di fesserie che si leggono su queste liste aumenta in proporzione al successo del tennis in Italia.
Djokovic, diventato professiinista nel 2003, ha giocato, dato ATP, 1320 partite nel circuito ATP, 36 Challengers e 35 Futures, totale 1391, diviso per 21 anni fa 62,8.
Sinner, professionista dal 2018, ne ha giocato 294, 42 e 45, totale 381, diviso per 6 anni fa 63,5.
Alcaraz, diventato anche lui professionita nel 2018, ma che ha un anno e mezzo meno di Sinner, ha giocato 221 ATP, 44 CH e 32 Futures, totale 297, che diviso per 6 fa 49,5.
Quindi in proporzione Sinner ha giocato di più di Djokovic, ma anche Alcaraz, considerato che a 15 anni probabilmente giocava soprattutto nel circuito junior non è così lontano.
Per cui le sue teorie sonono solo fesserie scritte da uno che crede di saperne ma non ne sa una mazza.
@ Tifoso degli italiani (#4077549)
Guarda che nel periodo dei 3 mostri,hanno vinto 3 slam a resta murray e wawrinka c9n murray che ha perso u na valanga di finali….quindi questi 2 erano veramente forti, lo stesso del potro se non avesse avuto tutti i suoi problemi fisici era forte….il fatto è che sono stati loro 3 dei mostri…..
Voglio fare un esempio eclatante … Wimbledon 2010.
Thomas Berdich riesce nell’ impresa titanica di Batterie Federer… poi incontra Djokovic, supera la stratosfera dei rendimenti extraterrestri e Batte anche Djokovic !!!
Arriva in finale e chi ti incontra… ?
Nadal.
Dimitrov, Kyrghios, DelPotro, Gasquet, Berdych, Cilic… ci sono un paio di generazioni schiacciate dallo strapotere dell’ era dei “big three”, senza i quali ci sarebbe stato un ventennio normale, con piú avvicendamenti, come é lecito aspettarsi nei prossimi lustri.
Un altro uomo che vincerá 14 Roland Garros invece no, non ci sará.
@ Tifoso degli italiani (#4077549)
Dai siamo seri ,per quanto io trovi piacevole sia sinner che alcaraz sarebbero comunque stati gli eterni 3/4 o 5 con quei 3 davanti. Altra classe e capacita’ fisica. All’inizio si giocavano ancora i 1000 con finali a 5 set che duravano ore ed erano comunque pronti per il torneo successivo. Ora se vanno in fondo ad un torneo hanno acciacchi ovunque. L’esempio lampante ce l’abbiamo avuto pochi giorni fa con il serbo che ha vinto con un ginocchio malandato da operare , i nostri prodi tra anca e braccio si son dovuti ritirare per 15 gg . Questi sono indubbiamente campioni , quelli erano fuoriclasse che si sono spronati uno con l’altro a cercare di superarsi
@ Tifoso degli italiani (#4077525)
Quindi secondo te è meglio un ferrero, un kafelnikhov,un moja ( vincitori di un solo slam) o un wawrinka e un vilas vincitori rispettivamente do 3 e 4 slam,ma mai diventati n.1 ???? Sentiamo un po …..
@ Farinacci (#4077540)
Pietrangeli quando ebbe inizio la classifica atp era già out ….
Completamente fagocitati dai 3 fenomeni o completa benedizione per i 3 fenomeni?
Capire dove inizino i meriti dei 3 fenomeni e dove i demeriti dei giocatori di quel decennio è impresa ardua.
Non mi sembra di aver visto il nome di Nicola Pietrangeli…
Sai qual è la differenza tra i tennisti sopra elencati e giocatori come: Wawrinka, Cilic, Thiem, Del Potro (tanto per citare i più recenti)?
Ti aiuto: tutti i n.1 hanno vinto (almeno un titolo) slam, non tutti quelli che hanno vinto uno (o più) slam sono diventati n.1…
Edit – l’unico n.1 a non aver mai vinto uno slam è Rios, in oltre 50 anni di classifica ATP.
Ma un’eccezione alla regola non cambia nulla a quanto scritto prima: vincere slam è la strada per diventare n.1, e i vincitori slam sono molti di più dei n.1… e questo fa capire cosa sia più importante.
Dopo Sinner mancano un francese ed un inglese…
Si era già corretto prima da solo.
Solo applausi per lo Jannik sportivo!!!
Si, dispiace veramente che Arthur Ashe non ci sia, lui e Vilas sono i casi più clamorosi.
Eccetto il breve passaggio di Medvedev , qui è saltato un gruppo di predestinati qualche anno fa al numero 1, come Thiem, Zverev, Tsisipas,Shapovalov,Aliassime.
Un fiume di dichiarazioni identiche scorreva nel 1989, 1990… quando gli Slam (compresa la finale Wimbledon) erano diventati un affare di famiglia tra i giovanissimi strepitosi meravigliosi (anche piu’ di Sinner Alcaraz) Becker + Edberg.
Poi arrivarono gli anni 91, 92,… e la prevista incetta di Slam… neanche un po’ !
Giusto uno in Australia e Uno US Open… per quanto giovanissimi ed in ascesa (e forse piu’ superiori sugli altri di quanto non lo siamo Alcaraz e Sinner) letteralmente spazzati via da Sampras , Agassi , ecc.
20 anni… ?
Impossibile
@ walden (#4076910)
Sì, sarebbe buono un ridimensionamento a favore di altri sport…
Grande Jannik te lo meriti tutto questo primato e grazie per rendere orgogliosi tutti i supporter italiani. Son molto felice poi che tutto questo sia avvenuto in Francia! Grazie di cuore. Ora andiamo a prenderci sto titolo cosi magari qualche genio capirà che lo sei solo per merito tuo e niente altro!!
@ Luca Martin (#4076828)
ciao! e grazie.
beh, intendevo il periodo ’81-82 quando Borg, ormai superato come gioco da Mc, decide di farsi da parte, diradare impegni e quindi basta.
@ tomax (#4076992)
Ora basta con queste menate del n.1 per quanto,per come,perché…punti di qua,punti che scadono ecc.ecc.tanto cosa cambia? Nei prossimi anni si divideranno il n.1 lui e alcaraz…un periodo uno e un periodo l altro,come hanno fatto x 20 anni i big 3 ….poi a fine carriera si vedrà chi lo è stato x più settimane….ma credo proprio che le 428 settimane di djoko siano assolutamente insuperabili, anche x questo lui è il goat
@ Due di picche (#4076989)
Vilas sicuramente….nel 1977 vinse 2 slam ma a quel tempo il calcolo veniva fatto sulle medie dei tornei a cui partecipavano e fu n.1 connors che credo in quell anno non avesse vinto neanche uno slam …..poi visti alcuni nomi della lista di n.1 mediocri ,sicuramente sia vilas che wawrinka meritavano più di altri di essere stati n.1
Tuttavia Arthur Ashe, se non tanto quanto Vilas, assente dai “n.1” del Tennis é proprio un vuoto storico !
Difficile individuare un nome che possa tenergli testa… 4 Slam vinti, con 2 Australian Open , 1 Roland Garros, 1 US Open
Per me Becuzzi, che ci è andato molto vicino
Guardando i mesi avanti sinner rimane sicuro n.1 fino all’open del Canada.poi potrebbe andare 2 ma ritornare 1 settimana dopo.poi difende meno di alcaraz Medvedev e zverev fino all’autunno.guardando la race attenzione a zverev soprattutto se vince parigi.vedremo ma io mi gioco sinner n.1 del seeding fino a Melbourne 2025
E allora facciamo un giochino. Chi avrebbe secondo voi meritato il numero 1 e non ci è mai arrivato? Io voto Vilas, uno dei miei preferiti di tutti i tempi
Do’ il numero 1 honoris causa a Waw, quando ha vinto i suoi slam e’ stato ingiocabile, con rovescio devastante, perfino Djoko ha avuto dei dubbi quando l’ha incontrato . L’ ho visto giocare in davis contro l’ Italia e mi impressiono’ più lui di Federer . E non è poco
@ Il mio personalissimo cartellino (#4076844)
È vero ,gli AO sono diventati uno slam importante come gli altri tre credo a partire da metà anni 80,se non ricordo male ….quindi prima di metà anni 80 il più grande e vincente come slam è stato sicuramente Borg che ha vinto 11 slam (tra l altro ritirandosi a 26 anni ) contro gli 8 slam di connors,lendl(che però è andato è ha vinto AO) e I 7 slam di mcenroe e wilander (anche lui è andato in AO) E i 6 slam di becker ed edberg …..borg il più vincente
@ walden (#4076902)
Gli Usa hanno tante, tante carenze ma il meccanismo è opposto al nostro. Giochi e ti impegni? La borsa di studio aumenta. Vuoi metterti ad incordare per la squadra o dare ripetizioni? Puoi farlo. A volte puoi trovare dei lavoretti fuori, le mie fanno così. Ora la tennista farà l’istruttrice in un campus estivo, pagata benissimo con possibilità di fare ore private.
Io temo, e ripeto temo che i successi dei nostri vengano visti come la conferma dell’operato della Federazione e in generale del sistema e non è così.
Io mi riferivo a 30 anni fa in USA, ma a me sembra che il livello attuale in Italia sia ancora inferiore. E’ vero che negli Stati Uniti, soprattutto per ragioni semplicemente economiche, siano altri, così come in Italia il calcio spadroneggia. Ma io penso che sarebbe salutare che venisse ridimensionato, anche in coinsiderazione dell’ormai ingestibile corruzione di questo sport.
In un Liceo Sportivo, così come in un Liceo Musicale (che invece ha fatto mia figlia, che adesso è al Conservatorio) o al Coreutico non dovrebbe essere un problema coltivare un’arte studiando. Anni fa ad un mio amico che aveva i figli che giocavano nelle giovanili di una squadra di Serie A (uno era anche stato convocato in nazionale juniores) e che frequentavano la sezione sportiva di un Liceo Scientifico, il Dirigente disse che quella era la “sezione dei disadattati”. Risultato: domanda di borsa di studio in Usa (pare che li un giovane calciatore italiano sia molto ambito), università e lavoro negli USA.
Uno adesso fa ingegneria ma fatica un po’ (fa rugby) dal punto di vista accademico…
Il numero degli slam vinti fa testo solo da una certa data in poi, perché una volta gli AO non li si andava a giocare. Borg li ha giocati solo una volta a 18 anni. McEnroe, negli anni veri, due volte. Poi a fine carriera. Connors due volte (una vittoria e una finale: chissà quanti ne avrebbe potuti vincere). Etc.
Complimenti a Mazzoni per il fenomenale articolo.
Ma John McEnroe (7) non ha mai superato Borg (11).
Il college è perfetto, parlo del tennis non sapendo se magari parli di altri sport, per chi punta più ad um impiego all’estero rispetto ad una carriera da pro. Pur essendo moooolto meglio che allenarsi ed studiare in Italia e pur essendo i giocatori là di discreto livello (direi che è un livello, tutto considerato e guardando le “punte”, sopra quello futures ma sotto quello challenger), una preparazione tutta incentrata sulle accademie (col proprio coach personale però) e non sul college resta sempre, ovviamente parlo dei “predestinati” o semi tali, preferibile per la carriera pro…
+@walden = aprire molti campi di cemento nelle periferie delle grandi città, “allargando la platea a classi diverse”, può certamente aiutare, ma la cosa più importante è quanto “tira” di per sè uno sport in un certo stato (es. in Usa, per i giovani statunitensi, il tennis è ormai sport di “nicchia”, i giovani atleticamente più dotati vanno quasi tutti a praticare altri sport più attrattivi, e riescono ad ottenere qualcuno in top 10 o lì vicino solo perchè sono cmq 350 milioni di persone o giù di lì. In Usa, ripeto, ormai il tennis è sport “minore”. I tempi anche solo di Agassi e Sampras son lontani anni luce, ed anche se ne nascesse uno nuovo, dubito che ciò attirerebbe così tanti nuovi praticanti… = letto su vari forum stranieri…).
Ma mi sa che stiamo andando off-topic…
@ Markux (#4076753)
Uno che non ha mai vinto uno slam, non conta niente….è solo frutto delle astrusita ‘ del calendario atp che sia diventato n.1
@ Pier no guest (#4076636)
E aggiungerei, se non giochi a calcio sei uno sfigato/a
Grazie, avevo cmq corretto.
Grazie davvero a Marco Mazzoni per questo godibilissimo excursus! 😀
Non hai latino né storia dell’arte (se non sono cambiate le cose). L’attenzione per lo sport è maggiore ma non credere granché e comunque dipende sempre dagli insegnanti.
Se il ragazzo è forte e gioca in determinate categorie o ha convocazioni in nazionale può pretendere di concordare le interrogazioni e spostare le verifiche scritte.
Old head on young shoulders, dicono gli inglesi..
John era John, certo …..
Ma Rod resta il mio mito d’infanzia (per motivi anagrafici mi manca la sua stagione d’oro) …. sono vecio ma non a sufficienza …. 😀
forever = 6 settimane
Nel 1976 ho seguito una bella partita in semifinale di Davis tra un “gentiluomo”, corretto e dal gioco elegante, contro un avversario dalla faccia truce, che sembrava stesse finendo il suo turno in miniera. Naturalmente tifavo per il primo (Newcombe). Poi mi hanno fatto notare che l’italiano era l’altro, allora ho cominciato a tifare Panatta.
Rios il più grande. Ha dimostrato che vincere gli Slam non conta nulla per arrivare in cima al mondo. Il Cileno Number One forever.
Io faccio, invece, la classifica di quelli che mi hanno meno entusiasmato tra questi (che non sono necessaraimente i meno forti):
1. Ferrero
2. Muster
3. Courier
Comunque e’ un problema dello sport in generale, non solo del tennis. Nel 99% dei casi, il campione arriva per caso, e non e’ quasi mai frutto di supporto federale e men che meno scolastico. Oltretutto, in Italia, un ragazzo si “sceglie” lo sport, quindi non necessariamente va a praticare quello per cui potrebbe essere piu’ dotato. In alcuni Paesi e’ invece la stessa Scuola che seleziona e indirizza verso l’attivita’ potenzialmente migliore per il ragazzo, Diciamo che in passato questa sorta di selezione veniva parzialmente fatta anche da noi, tramite i tanto rimpianti Giochi della Gioventu’.
Discorso complesso Walden, ci sono passato. Le mie erano “tutelate” dal MIUR ma, era frustrante essere considerati dei privilegiati sapendo i sacrifici. Ad un’insegnante col figlio con la passione per il violino che avversava i loro impegni dissi “sa è come se a chi frequenta un ipotetico scientifico-musicale venisse detto che suonare è un hobby”… Sguardo killer ovviamente.
Quindi ho optato per il college Usa in cui giocano moltissimo, studiano un po’ meno hanno molte opportunità di impiego, fanno esperienze e, conti su conti, mi costano meno che qui.
Io l’ho vito al Foro italico, ma era già molto avanti con la carriera. In fase discendente. In una partita serale, che recuperò anche grazie al fatto che mancò la corrente. Poi, 30 anni dopo, ho letto di Sergio Palmieri che si vantava che fosse un suo trucco. Ma chissà che non se lo sia inventato. Comunque, un modo di giocare unico. Unico. Distantissimo da qualsiasi altro giocatore che io abbia mai visto. Non mi viene in mente nessuno che in qualche modo si possa avvicinare. E nessuno, infatti, ha mai provato a imitare quello stile di gioco.
@ walden (#4076667)
Il figlio di mia cugina gioca a pallavollo e ha scelto liceo scientifico sportivo posso chiedere come si sono trovati amici di suo figlio.
Quindi e come un normale liceo scientifico con lo sport in più ?
Che grande felicità ci ha regalato Jannik, dopo tanti anni di sofferenze tennistiche. Devo ammettere che quanto Santoro gli ha dato la notizia in diretta, nel vederlo cosi’ emozionato mi sono commosso.
@ von Hayek (#4076646)
Ti correggo…le settimane di djokovic sono 428 e non 466 ….
E’ appena entrato in classifica (dei 29 numero 1) e già supera gli ultimi 7 o 8, visto che per almeno due mesi il posto è blindato (salvo sorprese, tipo Djoko che resuscita per Wimbledon e Sinner che non ne vince più una), almeno fino alle Olimpiadi. E ad agosto dovrebbe essere subito dietro a Becker (12 settimane al numero 1).
(Chiedo scusa, sono un po’ esaurito lo ammetto, ma adesso che i calcoli per il numero 1 non servono più, con qualcosa dobbiamo pure distrarci)
non infierire 🙂 lo sanno tutti che arriva solo fin li , ci vogliono anche i vasco di turno in un forum 🙂
Non preoccuparti che Jannik si fa scivolare tutto di dosso, perchè è un ragazzo di soli 22 anni, ma con la maturità di un uomo doc di 66 (22 x 3) … lol
@ Vasco92 (#4076690)
Quando avro’ bisogno di una tua opinione te ne daro’ una (cit.)
Torna a giocare con i lego
E fra i coach di questi campioni c’è anche Vagnozzi
Oggi sono felice come un bambino e penso ad Ariella… chissà quanto è felice lei
Il consiglio non richiesto per Sinner è di tenersi, per un po’, più alla larga possibile dall’Italia e dal can can che si sta scatenando, che può essere asfissiante.
Sottoscrivo, anche perché McEnroe l’ho visto a Milano nel 1980 nel palasport che non c’è più!
Folclore per le masse… 🙂
E invece tu sei un intenditore, un radical chic?
Ma vai a….
GIOISCI senza curarti di quelli che con commenti beceri del day after (definiteli trolls, haters o come meglio vi pare) vorrebbero annacquare tale GRANDE GIOIA che è possibile assaporare per la prima volta con un ragazzo italiano di soli 22 anni !
Laver, MacEnroe e Federer, i migliori, uno per periodo. Borg e Agassi i grandi innovatori. Sampras, il più forte probabilmente.
“Watching horror films the night before
Debating witches and folklore”
Arnaldi è un esempio, ha fatto lo scientifico sportivo, conosco altri ragazzi, amici di mio figlio (che ci aveva pensato ma c’era troppa matematica secondo lui) che continuano a praticare sport a livello agonistico. Ma il problema è l’università, e diciamocelo, il fatto che ci siano più campi di calcetto e di padel che non di tennis. E quando ci sono, sono riservati a 60/70enni: Gianni Clerici era sempre molto polemico su questa gestione dei circoli, d’altronde sono quelli che pagano, e all’epoca si parlava di quel progetto negli Stati Uniti che aprì migliaia di campi di cemento nelle periferie delle grandi città, allargando la platea a classi e comunità che sino all’ora ne erano state escluse.
Per quel che mi riguarda mi permetto una sola nota all’articolo, scritto certo da chi è più competente di me: per Sampras, quello che nella sua epoca faceva una enorme differenza era la sua seconda di servizio, il suo servizio era devastante ma ciò che lo ergeva sommamente su chiunque altro della sua epoca nel servizio era la seconda che riusciva a tirare.
In merito, lessi tempo addietro un articolo su “Ultimo Uomo”, se non sbaglio.
1 Pietrangeli
2 Panatta
3 Barazzutti
4 Bertolucci
@ von Hayek (#4076646)
Scausate:
1. Đoković (428) A
https://www.youtube.com/watch?v=idRYVsdOoT4 filmato e intervista di Jannik nella sua casa di Bordighera, dove ricorderete si accordava da solo le racchette.
Al minuto 24 alla domanda: Qual’ è il tuo più grande sogno da tennista, sarai soddisfatto se ?…. Jannik risponde ” Se divento numero uno al mondo…”
Jannik e Alcaraz stanno raggiungendo continuità e maturità a livello slam da fab3 nell’ultimo anno. Penso che difficilmente perderanno ai primi turni nei prossimi anni (forse qualche specialista sull’erba potrebbe fargli uno sgambetto). Sono una spanna al di sopra di quella che sarà la loro concorrenza, forse solo Zverev e (in parte) Medvedev possono insidiarli per le prime due posizioni. Penso che Rune presto si aggiungerà come terzo incomodo. Se dovessero restare solo loro due a questi livelli per il prossimo decennio, potrebbero insidiare record importanti.
La conta degli slam, quella si, è folclore per le masse, non serve neanche tanto impegno, basta vedere wikipedia.
I master 1000, tolto all’incirca Madrid e Shangai, sono poi i tornei storici da Montecarlo a Roma passando per il cemento americano. Intendo dire che valevano già come un 1000 anche quando non c’era questa classificazione…
nastase e newcombe li ho visti giocare pochissimo, ed ero ancora troppo piccolo per capirci qualcosa.
non ho mai amato invece connors e il suo gioco.
invece stressai all’inverosimile mia madre per comprarmi una racchetta di legno per mettermi contro il garage a cercare di imitare il rovescio di borg. ma non ci riuscivo, quindi mi spostai più avanti per giocare di volo. e insieme a borg il mio idolo era panatta.
nel dualismo con mcenroe parteggiavo per lo svedese, nella famosa finale di wilmbledon esultai come un matto.
salvo poi apprezzare sempre di più l’americano, per il suo gioco, unico ed inimitabile. ricordo di essermi messo sempre contro il garage, cercando di imitare il suo servizio, e devo dire che qualche volta ci riuscivo.
non ho particolarmente aprrezzato lendl, se non per la sua forza, mi ricordo molto bene di lui una stesa presa da panatta.
nemmeno wilander non mi ha mai entusiasmato.
mentre lo fece becker, rimasi folgorato dalla sua potenza e dal suo gioco d’attacco a wimbledon quando esplose.
ma rimasi molto più folgorato dalla classe di edberg, dalla sua eleganza e compostezza. il mio vero idolo attraverso gli anni. inimitabile, un tipo di gioco che non ho mai più visto da nessuno, il mio ricordo più vivido è una finale usopen quando prese letteralmente a pallate courier.
proprio l’americano non mi è mai piaciuto. veramente un giocatore di baseball.
poi arrivarono sampras ed agassi, e qui ci si è divertiti per anni. parteggiavo più per sampras, anche se all’inizio il suo gioco non mi entusiasmava, l’ho apprezzato col tempo. agassi invece all’inzio lo odiavo proprio, ma più che altro per il suo aspetto, cosa abbastanza irrazionale. ma ero abbastanza colpito dal suo tennis, innovativo per l’epoca, e sul finire della sua carriera era diventato per me un idolo.
i vari muster, rios, moya, kafelnikov, rafter, safin, kuerten, hewitt, ferrero e roddik fanno parte di un periodo nel quale mi ero un pò staccato dal tennis, non lo seguivo più assiduamente,ma non mi sono perso un granchè.
in attesa di lustrarmi gli occhi con l’arrivo di federer, e poi a ruota con l’arrivo di nadal e djokovic. nella diatriba fra i tre di sicuro apprezzo molto di più federer, per il gioco, l’eleganza, il carisma, la persona. è stato un periodo di grandi partite, di grande tennis, moderno e diverso da quello che avevo visto da bambino.
stabilito che per me federer può essere messo a pari merito con edberg per quanto riguarda la mia preferenza, più di nadal e djokovic ho apprezzato murray. anche se con un gioco meno appariscente rispetto agli altri quello che me lo fa apprezzare molto è che è stato capace di essere numero 1 nell’epoca degli altri tre. un esempio di dedizione e caparbietà.
medvedev è un oggetto misterioso per me, un gioco particolarissimo ma efficace, non si diventa numero 1 per caso. mi piace come tennista.
cosa che non mi riesce fare per alcaraz. sarà anche un bravo ragazzo ma non riesco a farmelo piacere. sarà che tutto quello che esce dalla spagna per me è sospetto.
e adesso c’è sinner, che seguo da un lontanissimo quarto di finale sedicenne in un ITF 15k. un fenomeno.
ed è italiano.
la storia è tutta da scrivere, e nessuno sa a che livello si potrà issare rispetto agli altri come vittorie o come periodo da numero 1, ma sarà bellissimo assistere al percorso.
E quel giocatore vanta una tecnica tipo 4.4 autodidatta… che ce voi fa’… gioco strano questo.
Che dire… La storia del tennis, bellissimo articolo grazie.
Incredibile che nel breve interregno post Sampras/Agassi ci siano stati così tanti n.1.
Il mio cuore comunque batte sempre un po’ più forte per Guga che per tutti gli altri, Jannik escluso, ovviamente
Dal 1968 si compilavano delle classifiche non computerizzate trimestrali, a fine anno nel 1968, 1969, 1970, 1971 ci fu Rod Laver, nel 1972 Ilie Nastase. Teniamo conto che in quegli anni l’80% delle prime posizioni era occupata da tennisti anglo-sassoni (Statunitensi, Australiani, qualche britannico e sudafricano), e degli europei, a parte Nastase, Kodes, Okker, Gimeno, Orantes e qualche francese non si vedeva nessun’altro.
Se dalla lista vogliamo fare una classifica (con tutte le approssimazioni possibili) possiamo aggiungere il numero di settimane in testa:
1. Đoković (466) A
2. Federer (310)
3. Sampras (286)
4. Lendl (270)
5. Connors (268)
6. Nadal (209) A
7. McEnroe (170)
8. Borg (109)
9. Agassi (101)
10. Hewitt (80)
11. Edberg (72)
12. Courier (58)
13. Kuerten (43)
14. Murray (41) A
15. Năstase (40)
16. Alcaraz (36) A
17. Wilander (20)
18. Medvedev (16) A
19. Roddick (13)
20. Becker (12)
21. Safin (9)
22. Newcombe, Ferrero (8)
24. Muster, Ríos, Kafelnikov (6)
27. Moyá (2)
28. Rafter, Sinner (1) A
Dei 6 giocatori ancora in attività credo che solo 2, oltre ad eventuali nuove entrate, riusciranno a modificare quel numero tra parentesi.
restavirestatuqueridapresencia
Newcombe
Edberg
Sampras
Federer
La mia quaterna
Ma nessuno come Rod Laver, l’eterno unico vero GOAT
PS: il lato perverso del mio cervello mi fece adorare anche Nastase, nonostante sia piuttosto diverso caratterialmente dai 5 di cui sopra.
Se togli l’australiano (che quando veniva a rete era largo quanto un hangar) e metti John Patrick McEnroe ci sto.
Non dimentichiamo che nessun giocatore ha avuto, 1984,la sua percentuale di vittorie, che ha attraversato due epoche quali quella del legno e della graphite, che fu n. 1 in singolo e IL n. 1 in doppio (Fleming docet) che nessuno ha incarnato il talento puro e non replicabile quanto lui e che pure un uomo che riteneva l’educazione non meno rilevante del talento come Clerici alla fine lo tifava.
Bellissimo articolo, mi ha fatto ritornare in mente tanti bei ricordi ..non me ne vogliano gli altri ma per me in vetta c’è Pete.. Mai nessuno come Pete Sampras
non avrei mai pensato di avere la gioia di vedere un n 1 italiano nella mia vita, grazie jannik
Era il 25 Luglio del 2022, Sinner aveva appena sconfitto Carlos Alcaraz in un torneo minore, al quale avevano partecipato quasi per gioco, ma in quella finale non si risparmiarono (ci fu poi il solito minus habens che scrisse che Alacaraz si stava perparando per… gli US Open). Vinse Sinner, al terzo, ed io scrissi che al di la del risultato, iniziava in quella data una sfida che sarebbe andata avanti per un decennio, fra i due più forti tennisti dopo la generazione dei Fab 3(o 4, per un po’ di anni si è incluso anche Murray). All’epoca sembrava una boutade, Medevedev era appena diventato il numero 1, e quindi si supponeva che lo sarebbe rimasto a lungo, al 2° c’era Zverev, al 3° Nadal, rinato ad inizio anno, al 4° Tsitsipas, al 5° appunto Alcaraz, al 10° Sinner. Djokovic era 7°, in conseguenza dell’esclusione dall’AO ed da altri tornei, ed all’eliminazione al Rg da parte di Nadal: Nole tornerà n°1 solo dopo gli AO del 2023.
Con una simile concorrenza, pensare che da li ad un anno e mezzo questi due poco più che adolescenti potessero diventare i dominatori del tennis mondiale maschile sembrava un’esagerazione. Invece è successo proprio questo: Medvedev da li a poco verrà defenestrato da Alacaraz e non riprenderà più posizioni di vertice, non vincerà più Slams ma perderà due finali. Zverev, dopo essersi ripreso quasi miracolosamente dal gravissimo infortunio del RG, sta ritornando ai vertici, ma non sembra poter aspirare al numero 1. Nadal, com’era lecito aspettarsi, è alle ultime battute di una carriera probabilmente irraggiungibile, Tsitsipas ha perso terreno e non sembra, almeno al momento, in grado di recuperare queste posizioni. Infine il Re Djokovic, che con gli ultimi risultati, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) aver imboccato la stessa china di Nadal.
Sono loro il futuro del tennis maschile, altri potrebbero aggiungersi, alcuni si sono fatti già vedere, Rune, che sembra essersi smarrito nel suo tennis caotico, Shelton, che sembra ancorato ad un tennis “ricreativo”, Musetti, che fatica ad assumere una dimensione di tennista a 360°, Auger Aliassime e Korda, che però sembrano aver incontrato limiti per loro non superabili.
Altri potranno arrivare nei prossimi anni, ma stiamo comunque parlando di giovanissimi per i quali credo sia opportuna la sospensione di ogni giudizio.
Intanto “accontentiamoci”.
Ci sono molti meriti di Piatti in questo risultato, l’intuizione di puntare su un ragazzo fuori dai radar della, Federazione e che non aveva bussato alla sua porta.
Come ogni cosa esiste il rovescio della medaglia e, scusate l’elemento politico che non ha però un rilievo sulla “parte” politica (perché è un malcostume bipartisan)leggere la dichiarazione di un ministro che esalta l’Italia che ha “turismo e Jannik Sinner” mi infastidisce un pochino.
Visto come si tratta lo sport, visto come troppo spesso la FITP ha agevolato ragazzini che non solo non avevano bisogno di sostegno ma anzi, attraverso i propri entourage, avevano detto peste e corna della Federazione, mi verrebbe da dire ” Nonostante tutto abbiamo Sinner “.
Tanti sono i giovani che mollano questo sport perché non possono allenarsi costantemente, perché avere il materiale costa e non li si sostiene (un agonista forte rompe ogni 2 ore circa), perché uno studente che si allena perde tempo e la scuola ostacola anche se rientra in quelli tutelati dal MIUR (guardate al liceo scientifico sportivo quanti praticano agonismo al primo anno e quanti all’ultimo).
Io temo che si dica che l’Italia premia questi ragazzi quando invece sono frutto di coincidenze astrali quali famiglia/ambiente/carattere.
Io seguo il tennis dal 1978 quando lo si vedeva su telemontecarlo commentato da Lea pericoli …..borg il mio primo idolo ….li ho visti quasi tutti questi n.1 ….ma come dicevo c’è ne sono alcuni che non hanno vinto niente o poco niente se paragonati ad altri,per questo dico sempre che ciò che cinta sono solamente le vittorie, slam in primis…poi le finals …poi i master1000 che sono nati ,se non sbaglio, nei primi anni 90 ,prima non c erano
È solo È UNICO
😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀
Newcombe
Edberg
Sampras
Federer
La mia quaterna
Ma nessuno come Rod Laver, l’eterno unico vero GOAT
PS: il lato perverso del mio cervello mi fece adorare anche Nastase, nonostante sia piuttosto diverso caratterialmente dai 5 di cui sopra.
@ OnServe (#4076603)
Esattamente….hai proprio detto giusto….contano solo gli slam vinti ,non tanto il n.1 …..
La cosa pazzesca è che c’è un solo giocatore nato negli anni 90 ad essere stato numero 1 del mondo.
Completamente fagocitati dai 3 fenomeni
La cosa pazzesca è che c’è un solo giocatore nato negli anni 90 ad essere stato numero 1 del mondo.
Completamente fagocitati dai 3 fenomeni
Che nostalgia rileggere certi nomi.. sono passati 51 anni dal primo numero 1 “ufficiale” e mi immagino Jannik che tra 50 anni sarà accostato a questi nomi leggendari e ad altri che si aggiungeranno a questa lista di imperatori… e chissà tra 50 anni come sarà il tennis visto quanto diverso era 50 anni fa
La classifica prima di Nastase?
Poi uno sfogo : che goduria non vedere un francese n.1
Bel servizio! Un ENORME GRAZIE A JANNIK!
Concordo, grazie
Habemus Novum Papam, Giovanni Nicola XXIX
Ce ne sono alcuni che son durati quanto un gatto in tangenziale.
Direi che oramai la partita tra fenomeni si fa sul numero di slam che si riescono a vincere in carriera , tutto il resto è folclore per le masse.
Prima di Sinner, in questo elenco mancavano un italiano ed un francese…
Grazie Mazzoni: bell’articolo
Quindi un rumeno, un cecoslovacco poi naturalizzato statunitense, un tedesco, sei statunitensi, tre svedesi, un brasiliano, tre australiani, un austriaco, un britannico/scozzese, quattro spagnoli, tre russi, uno svizzero, uno (che forse ha altri slam in) SERBO, un cileno (“che ce frega der cileno noi c’abbiamo Jannik-gol”), un italiano.
Se ho scritto giusto, per la precisione…
Io sin dalla fine dello scorso anno ho creduto sia nella prima conquista degli A.O. da parte di questo magnifico atleta e ragazzo italiano e sia nel raggiungimento della vetta del ranking atp nel corso del 2024.
Sicuramente TANTA ROBA per il Tennis Italiano nella quale, ripeto, ci ho creduto e questa mia opinione oltre che chiaro desiderio l’ho scritto a chiare lettere più volte in questo forum, non ovviamente sotto forma di pronostico, nonostante in molti sostenevano che si dovesse volare molto più in basso e attendere ulteriormente !
Ora, per un ragazzo giovanissimo come Jannik tutto quello che verrà in più nel 2024 sarà grasso che cola, ma io continuerò egualmente a dare fiducia al Nostro Campione nelle sue ulteriori imprese !
GRAZIE JANNIK !