Stefano Napolitano dopo l’accesso al terzo turno del torneo di Roma: “Non penso di essere nemmeno vicino a toccare il mio limite adesso, la strada è ancora lunghissima” (sintesi video della partita)
11/05/2024 22:40 
22 commenti
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Stefano Napolitano nella foto
Stefano Napolitano:
“Cosa ho pensato dopo il match point? Il Pietrangeli ha un valore molto grande per me. Ricordo bene il periodo del Covid, ero in riabilitazione dall’operazione al gomito. Con alcuni amici scherzavo, anzi giocavo sul mio orgoglio per tornare esattamente su questo campo, non il Centrale di Wimbledon o quello di Parigi. Il Pietrangeli ha sempre avuto un significato molto particolare, è un campo difficile che dà tante emozioni. Il fatto di esserci tornato, tornato a vivere queste emozioni, non ha alcun prezzo, non esiste un valore tangibile. Dopo la vittoria volevo assaporare tutto, non è retorica, la visione del Pietrangeli è qualcosa di ben definito che avevo negli occhi. Era più facile smettere che continuare”.
Sul 4-2 c’è stata l’emozione della partita, anche sul 5-4. Non è una situazione facile che vivo tutti i giorni, giocare su un campo del genere comporta un certo tipo di emozioni che si imparano a gestire solo quando uno ci si ritrova dentro. Ho cercato di fare del mio meglio ma ho un po’ perso il filo del gioco. Però sapevo di poter stare lì e continuare a lottare. Volevo portare a casa la partita, anche dovendo stare in campo tanto tempo.
Questo tipo di resistenza nelle fasi delicate viene fuori da caratteristiche mie, caratteriali, mi preparo alla possibilità di avere delle grosse difficoltà durante la partita perché ovviamente quando giochi contro avversari forti è difficile pensare di avere delle partite lisce; quindi se perdo il primo set riparto in campo nel secondo allo stesso modo, anzi con ancor più forza. Ci lavoro tutti i giorni. Sapevo di aver sprecato tante occasioni e di non aver giocato il mio miglior tennis nel primo set però ero vicino, quindi mi sono semplicemente detto di continuare a spingere, sapevo che se fosse uscito più gioco avrei avuto la possibilità di vincere la partita, è quello che mi interessa quando sono in campo. Sentivo di avere delle armi ancora da giocare e hanno funzionato.
Meglio tardi che mai? È un discorso che a me non fa impazzire perché si pensa sempre di dover rispettare certe scadenze, certe regole Se uno non è nei primi 100 a 23 anni non è un NextGen. Io ho avuto delle difficoltà negli anni passati, ho sbagliato delle scelte, ho sbagliato tante cose ma ho cercato con la conoscenza che avevo in quel momento di fare le scelte migliori per me, per mettermi a posto. Il mio percorso mi sta portando qua adesso, ho 29 anni, ma se avessi dovuto rispettare regole e scadenze probabilmente avrei finito per smettere qualche anno fa. Secondo me è importante giocare le proprie carte al meglio, ho cercato di fare il meglio con quello che avevo e questo è quello che sto ricevendo ora. Vorrei dare un messaggio di speranza a tutti i ragazzi che non sono nei fenomeni 18 o 20 anni: ognuno fa il suo percorso. Se uno arriva a 30 anni, arriva a 30, o anche a 35.”
“Ci sono delle cose materiali nel tennis, è necessario essere molto realisti anche quando si vuole smettere. Se fisicamente hai dolore, semplicemente non hai la possibilità di andare a competere ad alto livello quindi uno deve chiedersi: si può continuare ad ambire all’alto livello? Posso fare un certo tipo di lavoro che mi possa portare a giocare dove voglio giocare? Ho sempre avuto l’idea di non aver dato tutto e di poter trovare delle soluzioni, anche molto difficili. Una di queste era passare molto tempo da solo, ricostruirmi da solo… anche perché quando vai a giocare i Futures un allenatore o te lo permetti perché hai alle spalle una famiglia con tanti soldi che ti può mantenere o hai uno sponsor privato, altrimenti devi fare con quello che hai, e io ho fatto con quello che avevo, cercando di tirare fuori tutto quello che avevo dentro. Non penso di essere nemmeno vicino a toccare il mio limite adesso, la strada è ancora lunghissima”.
TAG: Masters 1000 Roma, Masters 1000 Roma 2024, Stefano Napolitano
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@ Juan e jonny (#4041023)
Ho pensato e visto la stessa cosa… avrà avuto una carriera travagliata per via degli infortuni ma obiettivamente è un ottimo giocatore da challenger che non vale la top-100
Mah, bravino, ma al prossimo turno esce e non ne sentiremo parlare mai più… dicono che è stato sfortunato per via degli infortuni, io ho visto un ottimo giocatore di terza-quarta fascia senza particolari talenti
Napolitano non è un esempio per gli altri tennisti , perché come ha ammesso lui se non avesse avuto la famiglia alle spalle non avrebbe potuto insistere negli ultimi 5-6 anni.
Normalmente dopo i 22-23 anni se non sei stabilmente nel circuito challenger sei costretto a mollare. Lui ha fatto tre anni tra il 300 e il 600 del mondo ed è dovuto ripartire dai futures
@ mecir11 (#4041244)
credo siano storie diversissime. Napolitano al contrario di Caruso, ha già passato un periodo in cui era alle stelle ed è finito peggio che nelle stalle. Considerato da tutti (me compreso) ormai un ex tennista, piano piano, attraverso soprattutto una profonda conoscenza di sè stesso e del suo corpo ha risalito la china. Credo che contrariamente a Caruso abbia acquisito gli anticorpi per gestire i momenti negativi che sicuramente ricapiteranno
un discorso bellissimo. Leggendo ho provato stima, commozione, ammirazione, bellezza. Qualcosa da fare leggere ai ragazzi giovani ma anche a certi utenti di forum che vivono con il principio “se non sei top e non vinci almeno 4/5 slam sei uno sfigato”.
per me d’ora in avanti Napolitano potrà anche perdere tutte le sue future partite ma sarò sempre suo tifoso
A 29 anni costruirsi un servizio alla Berrettini mi pare complicato.Il servizio si migliora prima e fino a un certo punto.Inutile guardare Sinner, lui é un fenomeno non può essere preso come termine di paragone.Se fosse così facile migliorare il servizio tirerebbero tutti come Hurkacz ( nome random )
Conosco molto poco di Napolitano (tranne la storia delle tante Wc ricevute perchè il padre nel settore era qualcuno…): sono sinceramente contento per lui e spero possa migliorare ancora però starei più cauto nelle dichiarazioni…
Ricordo qualche anno fa l’ottimo (per impegno, “garra”, spirito di sacrificio, combattività, etc. , ma non per talento) Caruso affermare dopo il suo best ranking: “adesso l’obiettivo è entrare nei primi 50…” e poi è sparito dai radar….
Il fisico e’ da gladiatore, la garra, almeno a Roma, ce l’ha.
L’appetito Vien mangiando, ma, con quel fisico, deve assolutamente puntare ad una prima alla Berrettini, poi, può fare bene.
Stranamente, in qualche partita passata l’avevo visto più deciso su questo colpo.
Magari…si sta limitando?!?
Forza Napo!
Parole sagge e condivisibili. Il tennis è sport per ricchi o comunque che richiede sacrifici rischiosi. Sono benestante e non facoltoso e posso permettermi per mio figlio una scuola locale di tennis non certo una scuola di alto livello. Inoltre mio figlio frequenta il liceo scientifico sportivo ed essendo discreto è inserito in un percorso studente atleta del ministero. Ebbene oggi andrà a giocare ai regionali ma fino alle 23 di ieri stava studiando e stamattina lo sta già facendo. Molti mollano già gli studi per illusorie carriere. Parliamo di ragazzi di 14/15 anni. Ritengo che lo sport debba essere un bel veicolo di crescita ma attenzione…
Intelligente può darsi, umile direi proprio di no
Fino a non molto tempo fa era uno dei più criticati su queste pagine. Gli si dava del raccomandato perché riceveva tantissime wild card nei challanger italiani e tutte vanificate da eliminazioni al 1t. Non ne vinceva davvero una ed era scivolato molto indietro.
Questa svolta e questa risalita ci insegna che ogni atleta ha i suoi tempi e non possono essere tutti precoci come Sinner o Musetti o altri giovani che abbiano in top100 adesso e sono under23.
La sua storia può ricordare un po quella di Fabbiano e Caruso, anche loro venuti alla ribalta più o meno a quell’età ( potrei sbagliarmi eh ).
Non bisogna quindi bocciare adesso gente che magari tra 2/5 anni ti può fare il salto di qualità.
E chi se lo aspettava?
Io preferivo Donati, ma non posso che elogiarlo per aver saputo ripresentarsi sempre al via dopo una serie di “cadute” che probabilmente avrebbero demoralizzato chiunque altro.
Bravo Napo Orso Capo!
Non porsi obbiettivi, quindi limiti, è la giusta via.
Basta dare sempre il meglio che si può.
Stefano sta vivendo una favola e ora non si deve fermare perché ha tutto per entrare e rimanere in top100. Forza!
se è stata fortuna (cosa che credo non basti da sola), una volta tanto è andata alla persona giusta
Ho visto l’intera partita , per me ha un gioco mediocre l’Italiano. È un mio modo di vedere le cose.
Ragazzo umile e intelligente Napolitano al quale auguro tutta la fortuna che non ha avuto in questi anni, se la merita.
Considerazioni per nulla banali quelle di Stefano, l’ho seguito poco ma d’ora in poi andrò a cercare i suoi risultati in qualunque torneo partecipi!
Stefano NO LIMITS Napolitano
Bravissimo Stefano adesso sei un signor tennista!
Dimenticavo nella race ora è nu mero 86 avanti cosi
Grande Napo concentrati per la prossima che non si sa mai,forza
Bellissima favola di Napo in questo torneo romano… Lo ricordo ai tempi di Quinzi, anche di lui si parlava molto bene, ma anche per problemi fisici il treno per lui sembrava ormai passato. Nei prossimi mesi sapremo se si sia trattato di un sogno o se può ambire ad essere in novello Paolino Lorenzi (magariii..:)