Del Potro non scarta la possibilità di diventare un “supercoach”
Juan Martin Del Potro non direbbe di no all’eventuale proposta di diventare “super coach” di qualche big o promessa del tennis mondiale. Lo sfortunatissimo campione argentino ha trascorso qualche giorno a Madrid al Masters 1000 della “Caja Magica”, commentando le vicende del torneo per ESPN Latina. Proprio il network panamericano ha approfittato per un aggiornamento sul quotidiano della “torre di Tandil”, purtroppo ritiratosi assai giovane per un ginocchio andato k.o. in modo irrimediabile. Questi alcuni stralci dell’intervista, nella quale Juan Martin parla dell’opzione coach, che non disdegnerebbe affatto, a patto di non costringerlo a viaggi ogni settimana.
“Adatto le mie priorità giorno per giorno” racconta Del Potro. “A differenza di alcuni giocatori che si stanno preparando per il dopo affrontando i loro ultimi giorni nel tennis, io non ho potuto farlo. Un infortunio mi ha tolto la possibilità di continuare a giocare. Non è stata una decisione mia, purtroppo”.
“Sono ambasciatore di un bellissimo evento organizzato dal Roland Garros che dà l’opportunità ai tennisti latinoamericani under 16 di competere per un posto nel Roland Garros Junior. Come ambasciatore partecipo all’evento tenendo conferenze, condividendo esperienze sul circuito, come comportarsi dentro e fuori dal campo. Mi piace farlo con gli junior perché sono in un’età e in una fase in cui possono ascoltare e imparare molto da uno che c’è passato prima di loro”.
“Adesso, allenando i ragazzi, vivo una situazione piuttosto comoda nell’insegnare e nel condividere con loro la mia esperienza rispetto a una vita 365 giorni all’anno sul circuito professionistico. Ovviamente, se un tennista del calibro di Rafa, Carlitos o qualcuno di quel livello mi chiamasse, li accompagnerei volentieri. Novak? Ora che ha terminato con Ivanisevic cerca anche un allenatore, nessuno può dire di no a Nole o ad uno qualsiasi dei grandi, nemmeno io lo farei”.
“In questo momento quello che mi peserebbe di più, la cosa cui non sono così aperto, è viaggiare di continuo. I viaggi per noi, dopo tanti anni, sono pesanti. Visto che non sono stati viaggi di piacere o di vacanza, salire sull’aereo di continuo costa molto, ma sarebbe un’incredibile esperienza se me lo chiedesse una grande promessa o un big. Per ora sto bene così, vediamo cosa riserverà il futuro”, conclude l’argentino.
Quindi Del Potro si vede come allenatore part-time, la figura del “super coach” che tanto oggi va di moda per affiancare in un numero preciso di settimane all’anno – di solito nei più grandi tornei – giocatore e allenatore. Vedremo se qualcuno penserà all’argentino per questo ruolo.
Mario Cecchi
TAG: Juan Martin Del Potro
potrebbe seguire i giocatori tramite zoom stando comodamente sul divano di casa
perchè super?non puo’ essere un normale coach?a meno che non sappia volare…
E’ il ruolo di Cahill. Sta con Sinner solo per gli slam e alcuni 1000. Penso che ambisca a quello.
Ottimo come supercoach di Rune. per insegnargli educazione e sportività
Supercoach? Allora non allenerà mai Musetti! (vediamo chi capisce questa battuta…)
Si propone come Supercoach, però gli scoccia girare e viaggiare. Ridicolo.
Caro Enzo,io lo vedrei molto bene aggiunto al team di JNKUB imMENSIK,non ti piace questa mia idea?
Con i Nostri?? Muso??
Non lo vedo proprio bene come coach! Del Potro, giocatore brillante, grande combattente, poco ciarliero, è sembrato avere carattere spigoloso. Però, di sicuro ha tanta esperienza. Poi magari l’aspetto inganna e come insegnante può andare bene. Del Potro è stato uno dei miei giocatori preferiti. Famose le sue battaglie contro Murray. Auguri, se li merita, dopo tanta sfortuna enzo
Famo Delpo-Fonseca, dai….