Il coraggio di denunciare: la storia di Marco Trungelliti e la lotta contro le combine nel tennis
Marco Trungelliti, tennista argentino attualmente al 197° posto del ranking mondiale, non dimenticherà mai una telefonata ricevuta nel luglio del 2015. Senza saperlo, nel momento in cui rispose al telefono, la sua vita iniziò a cambiare radicalmente. Ciò che seguì fu una denuncia pubblica, un’indagine, accuse di essere un informatore, un cambio di residenza per paura e una crisi personale. Tutto per aver avuto il coraggio di denunciare una rete di combine nel tennis.
“Sono stato abbastanza colpito. Mi è costato infortuni, anni, sono stato abbastanza male finché non ho preso il COVID in un torneo e sono rimasto chiuso in una stanza per 20 giorni. Lì ho avuto il tempo di pensare a tutto ciò di cui avevo bisogno. Paradossalmente, quello mi ha cambiato; mi ha cambiato le prospettive in generale e, da quel momento, ho iniziato a vivere molto meglio”, ricorda ora il tennista argentino in un’intervista alla rivista Clay a Barcellona, dove questa settimana ha raggiunto gli ottavi di finale.
La famosa telefonata del luglio 2015 proveniva da un intermediario di una mafia dedita alle combine. L’offerta era di fino a 100.000 dollari per truccare un incontro. Nonostante Trungelliti non fosse abituato a vedere assegni a sei cifre, la sua risposta fu decisa: non se ne parla. Inoltre, avvertì l’Unità per l’Integrità del Tennis (TIU), un organismo creato per perseguire questo tipo di questioni.
Nell’intervista, Marco Trungelliti parla apertamente dell’impatto emotivo che la sua decisione di denunciare le combine nel tennis ha avuto sulla sua vita. In particolare, il tennista argentino rivela di aver sofferto di depressione per un paio d’anni dopo aver reso pubblica la sua denuncia.
Ecco le parole di Trungelliti riguardo alla sua esperienza con la depressione:
“Mi ha causato una notevole depressione per un paio d’anni. Non ho mai pensato al suicidio o cose del genere, ma faticavo parecchio nella vita di tutti i giorni”.
Trungelliti sottolinea di aver sofferto molto a livello psicologico e ha trovato difficile affrontare la quotidianità.
Il tennista attribuisce parte della sua depressione al poco supporto ricevuto dalle autorità del tennis dopo la sua coraggiosa denuncia, e ritiene che questo sia uno dei motivi per cui molti altri giocatori scelgono di non denunciare le combine.
Trungelliti menziona che, dopo aver trascorso 20 giorni in isolamento a causa del COVID-19, ha avuto il tempo di riflettere e ha iniziato a pensare in modo diverso, riuscendo a liberarsi in parte della rabbia e della disperazione che provava, e ad affrontare la situazione con uno spirito leggermente più positivo.
Una volta celebrati i tre processi, Federico Coria fu sospeso per non aver denunciato, mentre Nicolás Kicker e Patricio Heras ricevettero sanzioni di tre anni senza competere per aver truccato partite. Trungelliti ne uscì indenne e successivamente lo denunciò pubblicamente. Tuttavia, non ricevette mai il sostegno che si aspettava.
L’argentino, residente in Andorra con sua moglie e suo figlio da quando tutto è venuto alla luce, parla anche del prezzo pagato per aver denunciato pubblicamente le combine. Assicura che quel capitolo della sua vita “non sarà mai chiuso” e crede che molti tennisti non denuncino proprio per il poco supporto che lui stesso ha ricevuto dalle autorità del tennis.
“Alcuni hanno un altro punto di vista, la maggior parte, per quello che mi hanno detto, non farebbe mai quello che ho fatto io, ma, fondamentalmente, per la risposta che c’è stata dalle organizzazioni, non perché non abbiano il coraggio di farlo. Vedendo il disprezzo che ho subito, la gente poi non osa, il che è del tutto normale. Ho iniziato a pensare in modo un po’ diverso, soprattutto per togliermi un po’ dell’odio che avevo dentro, della rabbia, della disperazione e, alla fine, credo che, oggi, sto già un po’ meglio”.
Francesco Paolo Villarico
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Fra l’altro Marco è anche italiano, ha la doppia cittadinanza.
Ma non viene spiegato cosa gli è successo quando ha denunciato, che cosa si aspettava, di che supporto aveva bisogno….
Grande Marco ti ho visto trionfare al challenger di Firenze campione anche di onestà grandissimo
Se ATP e gli organizzatori dei tornei prestassero maggiore attenzione (in particolare nei circuiti ITF e Challenger, dove i premi sono molto bassi) non sarebbe così difficile notare dei risultati davvero “inattesi”, con la TDS#1 che cade contro avversari indietro di 300-500 posizioni e dati a 5-7-9 volte. A quel punto basta puntare un paio di centoni (magari combinando set e game) per guadagnare 4-5 volte il premio del vincitore. Tanto per non fare nomi: occhio a Cachin!
Ricordo anch’io questo avvenimento che me lo rese simpatico
Io continuo a pensare che Fognini a Napoli abbia ricevuto una telefonata analoga.
Tocchi un nervo ancora scoperto. Pantani venne distrutto, massacrato per un valore di ematocrito pari a 51,6 invece di 50 con tolleranza di 1. Quindi per uno 0,6 quando il suo test fatto precedentemente aveva dato 48. Avevano puntato sulla sua non vittoria al giro , ci sono molti lati non chiari. Il Pirata vinceva perché era il più forte, lo 0,6 in più non ti faceva andare in quel modo in salita. Una pagina vergognosa.
Un ragazzo eccezionale,mi ricorda Jannik per la sua onestà,con meno possibilità economiche però.
Poverino,non ricordo bene,una volta si libero’un posto come alternates o lucky loser in un torneo in Spagna e lui che si trovava già in Italia dovette scappare lì per giocare,con il suo caravan con il quale si spostava in giro per l’Europa per giocare principalmente i challenger.
E così sia.
Se non hai la società per cui lavori, ed i colleghi a sostenerti, è difficile farcela. Vorrei ricordare il nostro campionissimo” il pirata” che fine ha fatto. Ancora mi piange il cuore!
Ti sei risposto da solo.
Lo hanno lasciato solo con tutte le conseguenze del caso.Lo ricordo qualche anno fa.
Da oggi Trungelliti ha un tifoso in più! Forza Marco!
Eh sì caro Henry opportuna la tua faccina di stupore.
Ricordo che in una intervista di qualche anno fa Trungelliti attribuiva proprio all’indifferenza o, peggio, all’accusa di essere un infame, da parte di diversi suoi colleghi la ragione della sua crisi. Come purtroppo accade spesso, la vittima subisce anche l’onta della riprovazione sociale.
@ Giambi (#4013456)
😳
Tutta la mia solidarietà al coraggio ed alla onestà di Trungelliti. Meriti il sostegno ed il tifo di tutto il social
Nrl calcio nelle serie minori si sono comprati case, viaggi ecc ecc guadagnando 2.000 euro al mese dichiarati. Gira tutto intorno al mondo scommesse
La confessione di Trungelliti fa passare in secondo piano la domenica tennistica. I fatti sono di una gravità inaudita ma non mi sorprendono piu di tanto in quanto, operando da decenni nel mondo della legge, ho potuto constatare che spesse volte il denunciante non trova tutta quella solidarietà e supporto che meriterebbe. Vi ricordate lo scandalo del calcio scommesse? Bene i risultati ufficiali sono che chi scommetteva erano soltanto in 2 i rei confessi ed il caso si è chiuso così. Posso nutrire dei dubbi? Tornando al tennis da oggi seguirò Trungelliti con l’affetto ed il tifo con i quali seguo i tennisti italiani. Grande solidarietà ad un grande coraggioso Uomo.
in un intervista disse che se non sei nei primi 100 non sei considerato, puntando il dito sulla indifferenza sia di Nadal che di Federer, non solo non appoggiato ma visto per alcuni come “spia” e isolato
per uno che parla, chissà quanti sono incece stati zitti e hanno accettato. e parlo anche dei nostri italiani, senza fare nomi, che negli ultimi anni sono stati beccati e sospesi per aver combinato incontri di tennis
Domando a chi ne sa più di me..dopo avere denunciato, c’era stato almeno qualche collega a sostenerlo, oppure anche lì si è trovato terra bruciata attorno? La storia di Trungelliti è una metafora che rimanda a migliaia di altri casi storici in cui chi ha avuto il coraggio di opporsi all’illegalità, si è trovato colpito sia dal carnefice che, e fa ancora più male, da chi avrebbe dovuto sostenerlo…tutto il mio rispetto per lui, vero campione nella vita.
L’unico antidoto alla corruzione è che i tennisti di seconda e terza (150/500 del ranking, per capirsi) fascia guadagnino di più, anche se è vero che è ugualmente molto diffusa nel calcio: i calciatori, però, rispetto ai tennisti, hanno un background socio-economico di livello più basso, iniziano a guadagnare tantissimo da giovanissimi e quindi non conoscono il valore dei denaro. Se un tennista che sta entro i primi 500 potesse contare su di un’entrata sicura annua intorno ai 100000 $ non sarebbe ricco ma sarebbe in grado di andare avanti con una certa tranquillità. Oltre quella quota si potrebbero prevedere degli aiuti per gli under 23, mentre per chi è più vecchio dovrebbero essere le federazioni a provvedere. Si dovrebbe riformare il sistema del PR, in maniera che non diventi una liquidazione a fine carriera (che invece potrebbe essere accantonata dal tennista tramite fondi, il presidente dell’ATP si è laureato in quella materia).
Dateci 100 Trungelliti
Finché permettono scommesse su sport individuali semi dilettantistici sarà sempre così.Una buffonata che fa comodo a tanti.
Davvero!
Rispetto e solidarietà per Trungelliti!
Ragazzo coraggioso ed in gamba. La depressione poi, è una brutta bestia è stato bravo ad uscirne. Quanti lati oscuri anche nel tennis, scommesse, doping, e non dimentichiamo un bubbone ancora non esploso veramente,le molestie. Speriamo che un po’ di pulizia si riesca a fare. Buona domenica a tutti
Ci vuole molto molto coraggio a dire no, soprattutto per chi non ci diventa ricco con lo sport, come ce ne vuole a dire NO al doping in un mondo dove è un sistema.
É facile dare la definizione di campione a chi vince tanto nello sport, purtroppo non sempre questo corrisponde ad essere un campione di uomo, gli esempi si sprecano.
Le scommesse, l’abuso di sostanze, l’egoismo, la bramosia del potere sembrano essere imprescindibili dall’essere umano
Chi segue regolarmente il mondo del tennis conosce sicuramente questa storia (gran brutta storia) ma ripresentarla è direi un’ottima cosa.
Un ragazzo perbene senza volerlo si è ritrovato coinvolto in qualcosa di veramente ignobile e quel che è peggio che per tirarsene fuori ha dovuto fare tutto da solo… La latitanza di certe organizzazioni nel dare supporto ai loro affiliati è imbarazzante.