Andrey Rublev Squalificato a Dubai: Un episodio che accende il dibattito sul VAR nel Tennis (Video)
In un clima di crescente tensione per le semifinali dell’ATP Dubái 2024, Andrey Rublev ha attraversato un momento che non solo ha lasciato un’impressione negativa per il comportamento poco sportivo, ma ha anche sollevato questioni sulle procedure disciplinari nel tennis. Durante il match contro Alexander Bublik, il tennista russo è stato squalificato per aver insultato un giudice di linea nella sua lingua madre, un episodio che ha scatenato non poco clamore e discussione.
La questione aperta da questo incidente solleva interrogativi profondi: fino a che punto la tecnologia dovrebbe intervenire nel dirimere le controversie in campo? E, soprattutto, come garantire che la giustizia sportiva prevalga, salvaguardando l’equità e l’integrità delle competizioni? La squalifica di Rublev a Dubai diventa così un catalizzatore per una riflessione più ampia, destinata a influenzare le future direzioni del tennis professionistico.
La vicenda si è consumata in una fase cruciale dell’incontro, con i due giocatori che si contendevano il set decisivo dopo aver diviso i primi due al tiebreak. Rublev, dopo aver perso un vantaggio significativo, è esploso in un acceso confronto con un giudice di linea a seguito di una chiamata controversa, culminando in una squalifica per il linguaggio offensivo utilizzato, tradotto e compreso da un altro giudice di linea capace di parlare russo.
La decisione ha immediatamente suscitato un’ampia gamma di reazioni. Mentre in molti hanno condannato il gesto di Rublev, ricordando precedenti episodi di comportamento inappropriato, altri hanno messo in discussione l’assenza di un sistema di verifica simile al VAR nel tennis, che potrebbe offrire una seconda chance di valutazione in situazioni dubbie.
Alejandro Davidovich e Daria Kasatkina sono stati tra i tennisti a esprimere il proprio dissenso riguardo alla squalifica di Rublev, sottolineando l’iniquità di una penalizzazione così severa basata sull’interpretazione di un giudice di linea senza ulteriori conferme. Entrambi hanno evidenziato come l’incidente sottolinei l’urgente necessità di implementare tecnologie di revisione delle decisioni per prevenire errori che possono influenzare in modo significativo il risultato di un incontro e la carriera di un atleta.
L’episodio di Dubai non fa che accendere ulteriormente il dibattito sull’introduzione del VAR nel tennis, una discussione che va oltre il caso specifico di Rublev per toccare temi più ampi di giustizia sportiva e integrità del gioco. Mentre Bublik procede verso la finale, Rublev lascia Dubai privato dei punti ATP e del montepremi accumulato, con una riflessione amara sulle dinamiche di un sport che, forse, è giunto il momento di evolvere.
Nonostante si trovasse di fronte alla possibilità di accedere alla finale a seguito dell’incidente, Bublik ha mostrato una notevole integrità sportiva, affermando di preferire una conclusione diversa del match. “Avrei preferito perdere 7-6 nel terzo set piuttosto che vincere in questo modo,” ha dichiarato il kazako, dimostrando una rara empatia nel circuito.
Bublik non ha solo difeso Rublev, ma ha anche criticato apertamente il ruolo dei giudici di linea e l’efficacia del sistema di giudizio automatico. “Ogni settimana abbiamo la prova che con il sistema automatico non ci sono questi problemi. I giocatori non impazziscono. Questa è la nostra passione. Viviamo per questo,” ha sottolineato, mettendo in luce la frustrazione che può derivare da errori umani in momenti cruciali della partita.
L’intervento di Bublik solleva questioni importanti riguardo al bilanciamento tra giustizia sportiva e l’umanità degli errori. Il kazako si è spinto oltre, suggerendo che l’attenzione non dovrebbe concentrarsi sull’eliminazione dei giocatori dal circuito per errori di condotta, ma piuttosto sulla ricerca di soluzioni che minimizzino l’impatto degli errori umani, come l’adozione più ampia di tecnologie di giudizio automatico.
Attraverso le sue dichiarazioni, Bublik non solo ha difeso Rublev, ma ha anche lanciato un messaggio più ampio di solidarietà tra i giocatori, sottolineando come la pressione e le aspettative possano influenzare significativamente il comportamento in campo. Il suo appello a una maggiore comprensione e a una regolamentazione tecnologica più efficace nel tennis riflette una preoccupazione condivisa da molti all’interno dello sport.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Andrey Rublev, Squalifica
Quante chiacchiere !
Qualcuno ha già visto quello che ha combinato Fils a Santiago ?
https://twitter.com/hcancinosalas/status/1763739923805253693
E al Supervisor, non a un giudice di linea !
Warning e via 😉
E allora?
Avanti i Soloni… 🙁
@ Tafanus (#3949478)
Aggiungo…certo che guardando Rublev e Giorgi arriva la stessa sensazione di “irritabilità” e propensione innata a uscire dal seminato..ma pensa quando scrive? Rublev si è inflitto colpi alle gambe da paura, ha rotto più racchette lui di un demolitore di professione, urla più lui in campo di un lupo affamato, è un continuo lamentarsi delle righe avversarie..lo guardi negli occhi quando lo inquadrano, io ho previsto lo sfogo col raccattapalle o comunque il travaso di bile quando ha perso il secondo set..adoro Camila perché è silenziosa, serafica, mai sentita urlare o imprecare, vince e perde con la stessa nonchalance, raccoglie applausi da tutti i “pubblici” anche per questa sua presenza pacata e solare
@ Tafanus (#3949478)
Immagino parli di Camila..sono 10 anni che la seguo e non ricordo gesti così violenti come lo racconti tu ma quando si odia si arriva a tutto..ricordo bene come la palla agevolata da Nole verso il raccattapalle era diventata anche quella, come dici tu, “scagliata con violenza”..mi viene da ridere..e se Camila non è incorsa in sanzioni, confermo che questo lontano episodio te lo sei impresso nella memoria “pro domo tua” ma senza alcune rispondenza con la verità
Mah, io resto della mia idea…
Poi dovrei farmi convincere da uno che mette tennisti “modesti” come Roger&Rafa nella stessa frase del più forte di sempre, Becuzzi?
Non entrando troppo nel merito della questione, ma più che altro in quella del regolamento… Se uno prende un warning perché arrabbiato con se stesso rompe la propria racchetta, quanto dovrebbe prendere uno che urla in faccia a un giudice di linea che sta solo cercando di fare il suo difficilissimo lavoro, con l’occhio umano che non può essere in grado di vedere correttamente soprattutto a certe velocità con la precisione di una macchina?
A prescindere da quello che ha detto Rublev il gesto è assolutamente da condannare. Quella è intimidazione. E non è che uno sia autorizzato ad insultare un giudice (uomo) solo perché non c’è il falco.