Medvedev e la scelta di Simon: “Abbiamo la stessa mentalità”. Gilles: “Ho fornito a Daniil la tattica contro 16 diversi rivali da lui indicati”
Dopo la durissima (…ma per gli appassionati italiani dolcissima) sconfitta in finale agli Australian Open, Daniil Medvedev torna in campo al 500 di Dubai per difendere il titolo 2023 e ripartire. Lo fa con accanto un nuovo membro nel suo team, Gilles Simon, ex n.6 del mondo francese che affiancherà lo storico coach Cervara. Come mai ha scelto il “secondo” Gilles come spalla? Lo spiega il russo alla stampa a Dubai.
“Ho pensato a Gilles Simon per diversi motivi” spiega il moscovita. “Conosce molto bene questo sport, è qualcosa che si vede. È stato in grado di battermi e farmi sentire a disagio in campo. Insieme, entrambi i Gilles possono parlare di ciò che ha fatto per mettermi così tanti problemi, e lavorare insieme con l’obiettivo di risolvere una situazione del genere. Finora, il lavoro insieme mi piace. In un certo senso condividiamo la stessa mentalità, siamo ragazzi rilassati, con cui è facile andare d’accordo.”
Medvedev afferma di aver sofferto di meno la rimonta subita da Sinner in finale a Melbourne rispetto a quella contro Nadal nel 2022, dove anche in quel caso conduceva la finale, poi persa. “Onestamente superare questa sconfitta è stato abbastanza facile. Come ho detto a fine partita, sapevo che sarebbe stato facile perché sentivo di aver giocato una grande partita e, in generale, un grande torneo”.
Ancor più curiosa la rivelazione di Simon, al quotidiano francese Le Figaro, sulla prima cosa che il russo gli ha chiesto. “Daniil mi ha fornito una lista di 16 giocatori contro i quali fa fatica a giocare. Li ho analizzati uno per uno, e ho dato a Medvedev 16 tattiche diverse per sfidare ciascuno di questi 16 avversari”.
Non c’è che dire, un approccio a dire poco metodico, che rientra pienamente nella sagacia tattica ed attenzione agli schemi di gioco che rendono Medvedev uno dei migliori tennisti al mondo.
Mario Cecchi
TAG: Daniil Medvedev, Gilles Simon
@ Koko (#3945826)
Parole sante che come io ho scritto varie volte calzano a pennello per Musetti per parlare dei nostri giocatori
Ma che è un pa..o in ..ehm…? Aggiungici due figure almeno! E c.. ca…x!
@ sander (#3945548)
Per essere un campione vero non bastano le doti tecniche ma occorre anche un livello di intelligenza adeguato. Bisogna capire cosa ti serve e quando ti serve. Se non sai dove ti trovi e cosa ti serve è giusto che tu non salga più di tanto.
Per la Legge dei Grandi Numeri, su 16 tattiche di Simon, qualcuna sarà sbagliata. Mi sa che Gilles ha il fiato corto, in questa nuova avventura lavorativa.
Il rapporto tra consulente tattico e Campione è un pò quello tra i grandi Alpinisti alla Messner e gli Sherpa! Gli Sherpa gli spianano la strada fino a certe altezze e magari hanno buona parte del merito ma poi a fare l’impresa è il fenomeno dell’Alpinismo. Simon gli spianerà la strada e farà chiarezza ma poi l’ultima ascesa invernale è solo di Medvedev se ne è capace!
Ma se Simon in un batter d’occhio ha fornito 16 tattiche diverse contro gli avversari “difficili” del russo una domanda mi sorge spontanea… Ma l’attuale staff per cosa veniva pagato? O le tattiche si preparavano tirando i dadi oppure qualcosa non torna.
Gli ha fornito 16 tattiche diverse, vediamo se ce ne sarà anche solo una giusta
Sta facendo marketing di se stesso…
Giusto quello che dici, quando Musetti scrisse quella cosa sulla telecamera, aprile 23, da tempo avevo scritto che serviva un supercoach con le contropalle a Musetti. In quel contesto Monegasco il suo ego, tronfio di una vittoria con un Djokovic neanche a mezzo servizio non aspettava altro che autocelebrarsi.
In quel momento ho pensato che era solo questione di tempo e anche il suo ego avrebbe dovuto fare i conti con la realtà. Musetti prima di tutto ha bisogno di ripulirsi e poi fortificare la sua personalità, però adesso oltre ai problemi che ha dentro il campo non so fuori dal campo che tipo di ambiente abbia. Su Berrettini ero convinto che ci fosse un ambiente tossico perché la Satta negli anni e anche recentemente aveva dato ampie garanzie in termini non proprio stimolanti e altruistici in favore di un atleta. Purtroppo Tartarini a livello educativo e di gestione delle emozioni l’ho sempre considerato non adatto. Lo ha dimostra più volte. Purtroppo il ragazzo è cresciuto,ora ha messo su anche famiglia, facendo leva su tratti egoici non benefici per lui in prima persona. Non so se Barazzutti ha lo spessore e le capacità per cambiarlo. Ho dei dubbi, vediamo.
Per arrivare al top bisogna lavorare tanto sui punti deboli… e tantissimo sui punti forti! 😉
Può essere. La cosa curiosa è che ha cercato un aiuto sul suo punto di forza assoluto, che è la tattica e la lettura della partita.
Può pigliare chi vuole Sinner e Alcaraz al di lá dei su e giù sono destinati a stargli sopra, Djiokovic finché non crolla pure. Un coach che dice quelle cose mi sembra peraltro un pò gasatello…tipico francioso
Beh…hanno un qualcosa in comune nella maniera con cui colpiscono la palla, Simon, come lui, sembrava tristo ed era un pa..o in ..ehm…
Ma non è che dietro la tattica Australiana contro Sinner c’era già Simon?
Ecco, qua non ci sono concetti “pseudo-filosofici-etnologici -random”, ma invece una bella considerazione che quoto.
Però coreggo solo l’ultima frase, nel tennis moderno non è soltanto che anche il mio rivale mi conosce perfettamente, ma soprattuto è che:
“Posso sapere tutto del rivale e conoscere pure la tattica perfetta per batterlo, ma… se lui è fisicamente e tecnicamente più forte, la mia tattica sarà inutile e alla fine verrò asfaltato!”
(De Minaur vs Sinner in finale ha cambiato del tutto tipo gioco… ma è inutile con un Sinner anche solo all’80% delle sue possibilità.
Se il Sinner olandese, quindi non al top, si trovava invece in finale il Raonic al top della carriera e senza infortuni… pigliava mazzate pure se Raonic era senza una tattica ad hoc vs Sinner e tirava solo forte il servio&dritto!. Poi sono d’accordo che un Sinner tra qualche anno, ancora più forte di fisico & convinzione, NON partirebbe affatto battuto vs un Raonic al top su nessuna superficie… @analfabeti: NON sto dicendo il contrario! Sto dicendo che, nel tennis moderno, esistono i diversi livelli di forza indipendentemente dalle tattiche…).
Il tutto anche per dire che, per me, un Sinner AL TOP, tecnicamente ha le potenzialità per essere sempre più forte di un Medvedev al top, anche se questi cambiasse tattica (fermo restando che il russo è mille volte più forte di De Minaur, che ho citato solo per fare un esempio capibile ai più…).
@GIALAPPA
Sì, secondo me è giusto, in questo momento storico, parlare di Sinner un po’ in ogni articolo “generalista”…
Non sono molto d’accordo, chi gioca difficilmente può capire esattamente cosa sta succedendo, quindi ritengo che l’aiuto del coach possa essere utile. Prendere decisioni comporta stress, quindinil coach riduce lo sforzo mentale. Ritengo l’aiuto del coach interessante anche per lo spettacolo in quanto si vedrebbero più cambiamenti tattici.
La sciocchezza è credersi arrivati e scrivere “supercoach?” sulla telecamera quando non si è vinto una beata mazza di niente. Non quella di uno che ha fatto 5/6 finali slam e sente che può ancora migliorare a 28 anni e cerca chi lo possa aiutare.
Con Sinnner in finale la tattica stava funzionando per un set e mezzo, ma poi Sinner ha cambiato qualcosa… e soprattutto la stanchezza dei match precedenti ha contribuito a far girare il match.
Gilles The Brain Simon con Danil Lo scacchista Medvedev promettono bene.
Un aggiornamento, upgrade, molto interessante.
Difatti, avere Simon al fianco, gli permette di poter variare dinamicamente la tattica da usare.
In base al contesto del singolo match.
@ LunaDiamante (#3945428)
In effetti la tattica giusta Medvedev l’ha indovinata anche in finale in Australia: non è riuscito a tenere quella tattica per tutto il match e l’altro si è adeguato rendendola vana. Bastava avere un passante o un pallonetto contro un aspirante Edberg leggermente più scoordinato e brutto da vedere nei movimenti! 😆 Poi non si parla di un ragazzino con Ferrero col telecomando: se a 28 anni non sai decidere per la miglior tattica al momento e variarla se necessario è dura rivolgersi sempre all’angolo. Certo anche negli scacchi Carlsen ha collaboratori che elaborano per lui tattiche ma poi al momento del match deve funzionare il suo genio e la sua improvvisazione in quanto lui è nettamente superiore anche ai suoi consulenti.
Che sciocchezza, oggi come oggi tutti sanno tutto di tutti, ci sono i video dei match ovunque, video che possono essere analizzati minuto per minuto ed errore per errore dai tutti i coach e pure al rallentatore…forse Medvedev aveva bisogno di qualcuno che li studiasse a fondo quei 16 giocatori (fra cui ci sarà sicuramente Sinner, adesso), ma non ha considerato che anche i coach degli avversari che incontra fanno lo stesso con lui quando devono incontrarlo… 😆 😆 😆
Magari bastasse la tattica giusta! Occorre fisico, essersi allenati meglio del rivale, capacità tecnica nell’ implementarla, presenza mentale nei punti chiave. Posso sapere tutto del rivale ma anche lui sa tutto di me!
Con Gille(s)tte G2, GianDaniele Medvedev farà la barba a tutti.
Sarà accusato di “simonia”: sta vendendo le tattiche… 😉