Alcaraz a 360°: “Essere creativo in campo fa parte di me. A casa non è cambiato nulla, e non cambierà”
Rilassato, sorridente, ma anche terribilmente voglioso di tornare ad alzare un trofeo dopo quello più bello che ci sia, la coppa Wimbledon baciata lo scorso luglio. Così Carlos Alcaraz si è presentato alla stampa di Buenos Aires, super star del torneo 250 nel quale è campione in carica. È stato il suo primo torneo vinto nel 2023, primo di sei allori. Sono ben sette i mesi di “digiuno” di vittorie, non poco per un fenomeno generazionale come lui, uno che a suon di successi ha riscritto pagine importanti del libro d’oro della disciplina. Eppure da quello straordinario trionfo sui prati londinesi, qualcosa in lui si è guastato. Alcaraz più volte in campo è parso nervoso, spaesato, incapace di trovare una via d’uscita per ribaltare situazioni negative ed avversari che hanno trovato la chiave per metterlo in seria difficoltà. Un talento incredibile, forse esploso talmente giovane ad un livello così alto da aver paradossalmente frenato l’ultimo step di crescita. Quando i rivali ti hanno studiato ben bene, devi esser tu a rilanciare e trovare qualcosa di nuovo e diverso. Mai come negli ultimi mesi Carlos ha sperimentato la frustrazione delle cose che non vanno, di colpi un po’ meno intensi, di contro mosse efficaci di Sinner, Medvedev, Zverev e via dicendo che lo hanno messo spalle al muro.
Forse ha solo pagato una seconda parte di 2023 poco brillante sul piano atletico; probabilmente sta crescendo sul piano umano e quella spensieratezza dei primi tempi è un po’ appannata. La sensazione è che ancora non sia capace di vincere “sporco”, senza stravincere, aggrappandosi a colpi meno spettacolari ma più razionali. Di tutto questo Alcaraz ha parlato in una bella intervista rilasciata all’ottimo collega di Baires Sebastian Torok per La Nacion, della quale riportiamo alcune delle parti più interessanti. Carlos dice di non esser cambiato affatto nel privato, che la sua casa è identica a quando era solo un ragazzino di belle speranze, e che niente è meglio dell’andare nei dintorni di casa sua a comprare del cibo da asporto da mangiare con qualche amico di sempre scherzando in allegria, incurante del fatto che nel salone di casa oggi troneggia la coppa dei Championships e che il suo conto in banca non è esattamente quello di 4-5 anni fa…
L’intervista inizia subito mettendo il dito, anzi la penna, nella piaga: i tanti alti e bassi degli ultimi mesi. Così risponde Alcaraz: “Penso che psicologicamente sono… forte, sono maturo. Ovviamente ho 20 anni, ma oggi mi considero una persona mentalmente forte che affronta molto bene le situazioni che mi si sono presentate finora. Sì, ci sono alti e bassi, ci sono momenti in cui ti senti meglio, ci sono momenti in cui ti senti peggio e devi sapere come gestirli. Fa parte della vita, non solo dello sport, ma della vita in generale, quindi cerchiamo di uscire da queste crisi il più rapidamente possibile e continuare sulla nostra strada, perché abbiamo molto chiaro quale sia l’obiettivo. L’obiettivo è continuare a dare il massimo e continuare a fare la storia”.
“Ho realizzato moltissime cose, è incredibile quello che già sono riuscito a fare venendo da El Palmar… E non parlo solo delle vittorie, ma anche il poter viaggiare in tutto il mondo, conoscere gente straordinaria. È necessario mettere tutto questo in modo razionale in una vita il più normale possibile. Il mio porto franco? Essere a casa mia. Quando torno a casa è tutto come sempre… La mia stanza è la stessa di sempre, come tutto il resto della casa, tutto uguale. Quando vado con gli amici faccio praticamente le stesse cose di sempre, vado a prendere del cibo, stiamo insieme. Faccio semplicemente quel che fa una persona normale. Non mi dispiace farlo, è quel che amo fare e come amo essere. E poi l’asado che fa mia mamma è imbattibile!”.
¿Qué significa “IRSE EN BICI”? 🚲🎾
Le consultamos a Carlos Alcaraz 🇪🇸 sobre este término tan característico del tenis y esto fue lo que nos respondió 😬
Si te llamás Antonio López y vivís en Murcia te estamos buscando 😂 pic.twitter.com/yWjZx2m1Cx
— IEB+ Argentina Open (@ArgentinaOpen) February 12, 2024
(Carlos ricorda l’unica volta che è stato battuto 6-0 6-0, dall’amico di Murcia Antonio Lopez!)
Si entra nel tecnico. Stupiscono, a volte stordiscono i colpi di Charly, quasi impossibili; ma vincere solo con quelli sta diventando complicato… Pensa di cambiare un po’ il suo modo stare in campo? “Mi viene naturale essere così. In alcuni punti cerco la giocata, altre ci penso. Quando fai uno di quei bellissimi punti è pazzesco. Un punto incredibile ti dà energia. Il tuo umore aumenta, la tua energia aumenta, è quel che ti spinge verso l’alto. E ovviamente anche il pubblico apprezza, si diverte a vedere questo tipo di vincenti. Questo è ciò che attrae anche le persone che vanno a vedere il tennis”. Quindi, al momento nessun piano di spostarsi verso un tennis più percentuale.
Djokovic e Sinner sembrano in questo momento averlo sorpassato: “Oggi Nole e Jannik sono gli avversari da battere, per me e per tutti. Tutte le partite sono difficili, tutti i rivali possono rendere difficili le partite. Zverev, ad esempio, contro di lui sono sotto negli scontri diretti (5-3), è un rivale che ho moltissimo in mente, ma è vero che Djokovic e Sinner sono al top in questo momento. Tutti li vediamo al top”.
Arabia Saudita nel tennis, ecco il pensiero dello spagnolo in proposito. “È positivo per il tennis che ci siano più sedi, che ci siano sempre più paesi in cui possiamo giocare. L’Arabia Saudita si sta evolvendo molto rapidamente sotto ogni aspetto, come Paese e nel mondo dello sport. Stanno scommettendo sul calcio, sulla boxe, adesso tantissimo sul tennis. Non so fino a che punto arriveranno nel mondo del tennis”.
Per la sua giovane età ha già sofferto diversi infortuni, come evitarne di nuovi? “A livello di routine non sono cambiato molto, ne ho migliorate alcune. Fuori dal campo invece sto migliorando, è qualcosa di molto importante che poi influenza la tua vita tennistica quotidiana. Quando si tratta di infortuni, l’alimentazione, il riposo, ecc. sono aspetti molto importanti. È qualcosa che forse prima… vista la mia età, mi mancava un po’, non facevo tutto correttamente e poco a poco sto migliorando. Penso che con queste piccole cose e una maggiore organizzazione fuori dal campo, gli infortuni saranno sicuramente evitati. È una cosa che tengo a mente per quest’anno.”
L’obiettivo è uno solo: vincere. “Sono un ragazzo che sorride, che si diverte, ma che sogna in grande. Sono molto ambizioso. Guardo e punto sempre al meglio del mondo, al meglio della storia, e questo è ciò che mi motiva ogni giorno“.
Il primo step è quindi tornare a vincere, sette mesi dopo Wimbledon. L’ATP 250 di Buenos Aires lo vede nettamente favorito, ma se Carlos sogna di vincere, tutti i suoi avversari in tabellone sognano di sgambettarlo. Il mondo del tennis negli ultimi mesi ha vissuto sul dualismo Djokovic – Sinner. Non facciamo l’errore di considerare Alcaraz fuori dai giochi…
Marco Mazzoni
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Cioè, per capire (sempre con un rispettoso sorriso): Lei trova necessario correggere sostituendo “Carlitos” con “lui” e lascia immutato “giocho”?
Il margine sta nell’altezza. Jannik è alto più di un metro e novanta e dotato di ottima coordinazione, ergo tutti si aspettano che prima o poi sviluppi un servizio super top. A quel punto, visto anche un gioco a rete ormai di livello, chi lo ferma? Gli devi sparare.
Attenzione però: Djokovic ha dichiarato che ogni pochi mesi si deve reinventare. Djokovic.
Gli avversari ti studiano, il fisico chiede il conto, magari bisogna cambiare qualche impostazione che da problemi, palle, campi e rachette evolvono sempre. Chi si ferma è perduto.
Non possono esserci dubbi sul fatto che nei prossimi anni la scena sarà dominata da Sinner ed Alcaraz (a mio parere Rune sta un po’ sotto). Per me lo spagnolo ha certamente un grandissimo talento, ma resta ancora inferiore a Jannik quanto a testa, non ha la solidità mentale del nostro (e la testa è fondamentale). E poi non brilla certo per umiltà, se è vero (come è vero) che ancora adesso non perde occasione per sparare dichiarazioni forti tipo “Voglio vincere più dei 24 slam di Djokovic” eccetera… Non sentirete mai dire queste cose da Jannik, che invece è un vero Campione (cioè gentleman, umile, rispettoso, oltre che grande tennisticamente).
Si, va bene essere creativo, ma a lui manca la disciplina di giocho
Si, va bene essere creativo, ma a Carlitos manca la disciplina di giocho.
è un ottimo giocatore ed una persona a modo. mi sta simpatico quanto sinner, due veri campioni. è ovvio che per competere ai massimi livelli bisogna essere al top, mentalmente e fisicamente. quante volte sinner è stato fermato da una condizione atletica non eccezionale o da infortuni. mentre ora si vedono le ore di palestra alle spalle. senza essere al top si può perdere da chiunque; e comunque si può perdere. ricordate alcaraz marozsan? lo spagnolo non ha giocato al suo massimo, ma giocò bene. l’avversario invece era in una giornata ingiocabile: colpi pazzeschi ha sfoggiato in quell’occasione e con costanza di rendimento. alcaraz perse
Il problema non è che jannik e più forte di Alcaraz o viceversa, io metterei in risalto il fatto che Alcaraz ha già vinto e fatto tutto quello che Sinner sta facendo adesso e quindi un senso di appagamento dopo wimbledon ci può stare vedrete che dopo la.sbornia ritornerà quello di prima,entrambi al top più forti di Djokovic e si scontreranno per il n 1 con leggero vantaggio x jannik perché ci sono più tornei sul rapido e meno sulla terra….
Replico a chi dice che Jannik potrebbe non arrivare mai a Carlitos. Ora come ora ci è arrivato eccome.
Ma non si puo’ giudicare un tennista in uno spazio di tempo cosi breve.Diciamo che Alcaraz gioca oggi come gia giocava 2 anni fa, mentre Sinner nel solito lasso di tempo e’ un giocatore nettamente migliorato.
Sei entrato in fase Malgioglio?
Interessanti considerazioni del sempre-ottimo Mazzoni.
Credo anche io semplicemente che nella seconda metà della stagione Alcaraz abbia raccolto meno di quanto ci si aspettasse per una questione di essere arrivato in “riserva” con le energie, lasciando così spazio ai suoi competitor, Jannik su tutti: il suo è un tennis che per poter essere espresso al massimo della sua espressione ha bisogno della massima esplosività possibile, e dunque di una condizione atletica sempre al top.
Interessante, e molto bella aggiungerei, la parte in cui parla di come il successo non abbia minimo scalfito le sue relazioni e i suoi valori(la famiglia, gli amici, le tradizioni).
Sul dualismo con Jann che traspare dall’intervista, e nei commenti qui, beh, che dire, non entro nel merito altrimenti dovrei mettermi in ferie per almeno un turno per esaminare tutti gli aspetti e prospettive di ognuno ma spero solo di vedere più incontri tra i due perchè mi ricordano- penso e spero non solo al sottoscritto- troppo il Fedal- con caratteristiche ovviamente nettamente diverse.
ma che capelli sono da noi si dice ti hanno messo in testa una caccavella
Ora al truzzo Carlitos, per il secondo turno del grandissimo torneo di B.Aires è capitato un difficilissimo cliente:
Camilo Ugo Carabelli il top ten emergente…
🙂 🙂
“A casa non è cambiato nulla”… Chissà, io ricordo mia madre che si arrabbiava se buttavo in lavatrice i calzini arrotolati sporchi di terra rossa che poi intasava i filtri.Oppure quando dimenticandomi di svuotare la borsa polsini e tuta in triacetato erano un trionfo di effluvi di muffa e funghi.
Comunque bene se resta un ragazzo semplice, se gioca cercando il colpo ad effetto che lo soddisfi e cambi le consuete traiettorie che palle e superfici stanno indirizzando verso una certa monotonia.
Lui contro Jannik resta, per caratteristiche, forse il match più bello da vedere al momento.
Ci mancherebbe, è comunque un campione e un grandissimo giocatore….
Lo spirito giusto, come Sinner: sorridere, vita normale a casa.
C’è qualcuno sano di mente che possa considerare Alcaraz fuori dai giochi? È il vero rivale di Jannik assieme a Djokovic e lo sarà per molti anni.. certamente dovrà imparare in fretta che non potrà andare a 1000 in ogni match e, come dice il pezzo, anche imparare a vincere “strafando” meno e risparmiando così energie e troppe solleticitazioni al fisico
Cosa vuole dire, numeri alla mano Jannik negli ultimi mesi è più forte di Alcaraz, quantomeno su cemento
Mmm che bell’ uomo.
si continua a ribadire questo fatto, che jannik è quello che ha più ampi margini di crescita. ma si dimentica una cosa: è possibile che quegli ampi margini non vengano mai colmati. alcaraz è senza ombra di dubbio più completo di sinner, ma non è detto che il nostro arriverà mai alla completezza dello spagnolo
Al Roland Garros passaggio delle consegne da Rafa Nadal a Carlos Alcaraz? Pour moi oui oppure par mi yes, dipende se siete francofoni o marconisti.
E pensare che solo un anno fa di questi tempi si pensava che Sinner fosse indietro rispetto ad Alcaraz ma anche a Rune.Poi dopo l’ estate scorsa tutto si e” ribaltato.Vediamo se Jannik riuscira’ a reggere la popolarita’ e la relativa pressione che ogni suo match gli portera” in dote.
Secondo me dei tre giovani tennisti e’ Jan quello con piu’ ampi margini di crescita.
Carlone però cambia barbiere (o hair stylist)