L’ATP 250 di Cordoba rischia di scomparire nel 2025, con la stagione in America Latina ulteriormente ridotta
Luciano Darderi potrebbe idealmente “chiudere” il torneo ATP 250 di Cordoba. In Argentina si parla con insistenza della possibilità che il primo evento su terra battuta in America Latina possa scomparire dal calendario 2025. Nonostante gli organizzatori abbiano un contratto di 10 anni con la società Octagon, che detiene i diritti per la data in calendario, gira con insistenza la voce che il prossimo anno l’ATP rivoluzionerà pesantemente il calendario, visti i nuovi Masters 1000 su due settimane, e con il peso crescente dei paesi arabi sul tour. Alcuni tornei 250 il prossimo anno passeranno a categoria 500 (Dallas, Doha, Monaco), altri tre 250 saranno cancellati (Atlanta, Lione e anche lo storico su erba a Newport). La sensazione generale è che l’ATP, per venir incontro alle pressanti richieste dei tennis per cambiamenti sostanziali, voglia alzare il livello medio dei tornei, con prize money più alti, abbandonando progressivamente i 250, gli “entry level” del tour maggiore, tenendone solo alcuni in settimane di “buco”.
Il giorno delle semifinali a Cordoba, Mariano Ink, direttore dell’evento, così ha parlato al quotidiano La Nacion: “Non è arrivata alcuna offerta per il torneo. Zero, nessuna notizia. La società Octagon è proprietaria della data e abbiamo un contratto di dieci anni per organizzare l’evento. Siamo consapevoli che l’ATP sta apportando forti modifiche al calendario a partire dal 2025, ma è qualcosa che va oltre le nostre possibilità. Ci sono molte cose che stanno accadendo, con i Masters 1000, con i nuovi 500, e non sappiamo cosa potrà succedere nel 2025. Oggi è così. Le voci esistono, le conosciamo, ma ancora non c’è nulla. Non c’è ancora il calendario, tra l’altro”.
Gli organizzatori di Cordoba hanno investito molto per venire incontro alle richieste dell’ATP per migliorare strutture e accoglienza per i giocatori. Ma i loro sforzi non sono stati ripagati dalla presenza di giocatori di grande livello. I finalisti sono lo specchio di un evento quest’anno complessivamente minore – e grande occasione per Darderi per emergere, bravo ad infilarsi e battere tennisti di buona caratura. “Abbiamo fatto una grande scommessa” continua Ink. “Abbiamo rifatto tutti i campi, i lavori infrastrutturali negli spogliatoi, con l’impulso del governo di Cordoba e una continuità che viene dalla gestione di Juan Schiaretti, migliorando le cose che mancavano. È stato rifatta anche tutta la zona commerciale. La città di Cordoba ci ha aiutato molto, anche il sindaco. Vogliamo continuare a scommettere sul torneo e renderlo sempre migliore”.
Investimenti, nonostante il futuro sia incerto. “Non possiamo essere consapevoli di qualcosa che non ci è stato comunicato, né di ciò che può o non può accadere. Le voce sono forti, ma sono al momento solo voci. Spero che non accadano” conclude il direttore del torneo Argentino.
Abbiamo riportato pochi giorni fa la dura intervista di Schwartzman, che senza mezzi termini ha accusato l’ATP di tenere in scarsa considerazione la stagione di tornei in America Latina. Buenos Aires sta cercando da anni di crescere di categoria, come è avvenuto per il “cugino” di Rio di Janeiro; il movimento albiceleste e latinoamericano in genere è cresciuto molto negli ultimi due anni grazie all’impulso positivo dei molti Challenger organizzati nel nuovo tour sponsorizzato da Dove Care, brand del colosso USA Uniliver dei prodotti per la cura della persona.
La storia del tennis in America Latina è importante e resta un grande mercato per lo sport, che include milioni di appassionati. Un rinnovato calendario ATP “dovrebbe” tenere conto di questi fattori e rivitalizzare queste settimane di tornei, rendendole centrali – magari con date differenti per l’intera stagione? – e spingendo per riportare un numero maggiore di top player. Da domani scatta il torneo di Baires, e ci sarà anche Carlos Alcaraz, tra gli altri. Ottimo segnale. Ma il futuro del calendario sembra destinato a far decollare gli eventi nel mondo arabo, notevolmente più ricco di Brasile, Argentina, Cile e via dicendo. Tuttavia non sempre la ricorsa ai dollari è un miglioramento per uno sport globale e con una storia importante come il tennis.
Marco Mazzoni
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Johannesburg
Aggiungici pure la Spagna ed anche la Germania.
La Russia è praticamente la Russia Europea, al di qua degli Urali e sono 90 milioni di abitanti, il resto della Russia è occupato dall’impero russo, infatti i siberiani vogliono addirittura separarsi dalla Russia Europea, e finirà così la Russia enorme, demolita prima con la caduta del muro di Berlino e finita con la guerra in Ucraina.
La Russia ha sempre puntato sullo sport come propaganda politica ( come in numerose altre nazioni ma molto di più ).
Non avendo numerosi tornei in Russia, anche li la questione che ho già elencato. I Russi inoltre si sono spesso allenati in Spagna ( pure Safin n.1 del mondo ) oppure in Francia.
Ma anche in Italia come Goloubev poi diventato kazako.
Per cui la loro potenza nel tennis è dovuta ad altri Paesi.
Ed idem vale per i piccoli staterelli : Gilles Muller lussemburghese era forte perchè si allenava in Spagna ( da Pato Alvarez ) e Tsistipas in Francia, il cipiota Baghdatis anche lui mi sembra in Spagna, altri in Spagna etc. etc.
Il Lituano Laurinas Grigelis si allenava in Italia come l’estone Maret Emi o Ami.
I challenger invece sono stati proprio il problema del nostro tennis che faceva fatica a decollare nei primi 50 al mondo, il tennis che conta veramente.
Per dirne una al challenger di Sanremo al primo turno Starace – Di Mauro che quell’anno fecero faville a livello challenger, per poi salire al circuito maggiore.
Bene, Di Mauro raggranellò un solo punto ATP, mentre Starace mi sembra che perse in finale contro Mariano Puerta o una roba del genere.
Ecco, si mangiavano fuori i punti ATP tra di loro quando una partita del genere valeva una finale, se i due avessero giocato due tornei challenger in giro per il mondo, avrebbero probabilmente raggiunto entrambi le finali dei loro tornei.
Oltre al fatto che rimanendo in Italia con poche spese nei challenger, uno faceva la vita da challengerista, poi c’erano coach che gestivano 4-5 giocatori da challenger, accompagnati dai loro collaboratori, se questi fossero diventati giocatori da ATP ne potevano seguire uno abbandonando il gruppo e quindi era un disastro.
Seppi e Vagnozzi con Sartori ? Vagnozzi doveva giocare tornei diversi da Seppi. Sartori doveva seguire Seppi e lasciare Vagnozzi molto spesso.
Semplicemente vorrei tornare ai tempi in cui venivano premiati i giocatori di talento e dove esisteva la MERITOCRAZIA,tu sei contento di vedere un Bagnis(onesto mestierante della racchetta,il mio è solo un esempio) nei 100 e vedere giocatori di talento di paesi non privilegiati che saranno costretti a rinunciare al loro sogno di diventare pro ancora prima di provarci?
Rifletti su questo,prendi i tabelloni delle quali dei tornei Itf tipo quello in Tunisia di settimana prossima e guarda quanti derby ci sono e da quali paesi provengono,ormai non riescono nemmeno più ad entrare in quei tornei…
Daniel Lopez, mi sembra paraguaiano, è tornato paraguaiano anche tennisticamente. Basta cercare la sua scheda sul sito ATP.
Con tanto di dichiarazioni ed interviste ” io sono italiano e mi sento italiano “. Sostenuto dall’Italia pure dalla Federazione e giocava pure in doppio con Matteo Trevisan i Grande Slam Juniores dove o hanno vinto o hanno fatto addirittura una finale.
Oggi ? Paraguaiano !
Martin che però non è mai stato sovvenzionato dalla FIT, giocava come molti argentini ( Tenconi, Schneiter, Artoni etc. etc. ) per evitare fastidiosi controlli doganali in Europa giocando i tornei.
Liam Caruana è italiano di origini americane, avevo parlato con suo padre a Lecco, ai tempi in cui giocava i future a Lecco, insieme a Sonego e il giocatore USA che questa settimana ha vinto mi sembra il torneo di Dallas. Non ricordo mai il nome. Ah, ecco : Tommy Paul.
Martin Vassallo Arguello infatti non avrebbe mai giocato in Coppa Davis con l’Italia e credo che nemmeno Darderi lo faccia con Volandri o altri capitano.
Ecco perchè magari tornerà argentino, potendo giocare la Coppa Davis con l’Argentina.
Quando l’ho scritto io che è argentino mi hanno insultato ed offeso, dandomi pure del razzista.
Figuriamoci.
Quindi … Darderi allora è razzista come me, no ? …
Io ho continuato perchè la soddisfazione di farli sentire delle mmmmm è enorme, fidati.
E’ italiano perchè è in Italia da quando aveva 10 anni, quindi ha visttuto più in Italia che in Argentina.
Pensa te che ragionamenti …
Si, ma preferiresti tornare negli anni ’70 o ’80 quando gli USA avevano 40 top 100, 6 top 10 forse ?
Monopolio !
Monopoly !
Topolinia !
Oppure prima degli anni ’60 quanto il tennis era solo Austrasia ( Australia e Nuova Zelanda ), USA, Gran Bretagna e Francia, con qualcosina in India, Rep. Ceca e pochissimo in Italia e Spagna ???
Oggi in ogni nazione si può diventare top 10 e vincere la Coppa Davis, che per 70 anni è stata vinta solo da 4 nazioni.
Comunque è vero, il tennis si sta sottolizzando sempre più e già è uno sport molto selettivo : il n.100 al mondo nel tennis non lo conosce nessuno, nel calcio è uno che gioca la Champions League nei quarti di finale.
C’era l’ATP a Johannesburg in Sud Africa.
Ma non scherziamo, il Marocco e l’Egitto non mi sembra si siano spostati in Asia.
Ce ne sono di Challenger. Pochi, ma non pretenderai che si organizzino challenger in Siberia, nel Sahara, al Polo Nord o in Antartide adesso.
E’ vero che il tennis è diventato europacentrico, prima era USA centrico, e negli anni ’80 a livello femminile RUSS-USAcentrico.
Comunque 60 su 300 dov’è il problema ? Il tennis è lo sport più universale che c’è : guarda i primi 20. A parte la Russia, ormai c’è un solo rappresentante per nazione.
Pure la Spagna ha solo Alcaraz, quando una volta ne aveva 5 di top 20 e pure Argentina e Svezia hanno avuto 5 top 20 ed anche più.
Storicamente le nazioni con più top 200 e 300 sono sempre state : USA, Francia, Germania, Spagna, Argentina ed Italia.
Seguite da Svezia, Rep Ceca, Australia ad epoche alterne.
Altre nazioni come Russia, Olanda, Belgio, Svizzera, Austria etc. massimo 10 giocatori nei top 300.
Hanno avuto però i picchi perchè non avendo numerosissimi challenger, i loro giocatori non si sono infangati nei challenger organizzati nei loro Paesi ma si sono spostati fuori e quindi hanno alzato il livello del ranking e quindi del loro tennis. Andando fuori non fai una vita da challengerista, o entri nel circuito o ti ritiri. Quindi già sono nazioni piccole, o grandi ma piccole tennisticamente, quindi molti li perdono, mentre in Italia ad esempio tantissimi rimangono tra il 100 ed il 300 giocando i challenger in Italia ed una manciata fuori Italia ma con i soldi guadagnati nei chalelnger in Italia con poche spese ci campano alla grande.
Un australiano si trova a giocare pochi future e challenger ed un mese con 5 – 6 tornei sul circuito maggiore, poi 10 mesi all’anno è costretto a stare lontanissimo dall’Australia per giocare professionalmente.
Newport era un semichallenger, con pochi top 100. Chi entrava nei primi 100 o ci arrivava vicino di solito lo giocava come primo torneo ATP nel tabellone principale.
E’ capitato pure a Martin Vassallo Arguello che era la prima volta che entrava in un main draw sul circuito maggiore e lui che giocava solo su terra battuta i challenger europei e sudamericani, è andato a giocare su erba a Newport. Il cash del primo turno era un buon motivo per andarci.
Peccato però perchè era un torneo molto tradizionale.
Non confonderti, però. Vienna con quei tornei non c’entra niente, visto che non vanta una lunga tradizione.
QUEEN’S : è intoccabile come Wimbledon.
BARCELLONA : vuoi scherzare ? E’ come dire che il Barcellona venga tolto dalle competizioni come il Chievo VR o il Varese.
Ma quando mai ?
Il torneo di Barcellona è un’istituzione.
AMBURGO addirittura era un torneo ATP 1000, figuriamoci se scomparirà.
Tra l’altro le loro sedi sono cittadine, con circoli storici.
Hanno una struttura che si adatta alla perfezione ad un torneo di prestigio, non salteranno mai.
Anzi, pure il Circolo la Stampa di Torino potrebbe avere un torneo del genere, visto come è messo. Ma ovviamente non ha questa tradizione.
Anche Stoccolma, come Bastad, in Svezia c’è da lungo tempo.
Tanto fra 10-20 anni gli arabi avranno un decimo della loro potenza economica e li rimarranno solo le briciole. Se prima non ci avranno annientato con una guerra genocida contro i cristiani, come scusa, per imporre la loro economia in Europa e sul resto del mondo.
Ma senza potenza economica soccomberanno, oltre al petrolio non hanno altre risorse di ricchezza.
quindi è probabile che ci proveranno ma saranno loro a soccomebere.
E quindi tutto andrà via da li. Certo, fra 10-20 anni o anche più.
È un peccato, se vogliono alzare il prize basta dare di più ai 250.
Saranno ricompensati
Aggiungo e ti ricordo che USA (sono l’insieme di 50 Stati),come se tu dicessi che in Europa,(quanti stati sono messi tutti insieme?)ci sono troppi tornei!!!
Leggiti,quello che ho scritto che mi ha raccontato solo pochi giorni fa…
P.S.:i sud americani (meno forti),sanno compensati da un circuito minore che permetterà loro di rimanere a galla e quanto meno sopravvivere…
L’eliminazione di Newport è l’ennesima mazzata ai tornei di vero prestigio.
Se neanche loro hanno la forza di opporsi allora ogni speranza è vana.
Tra non molti anni tornei fondamentalei per la storia del tennis, Barcellona, Queen’s, Amburgo, Stoccolma, probabilmente anche Vienna, potranno essere tra non molto a rischio di venire eliminati e rimpiazzati dai soldi: prima era il renmingbin o come diavolo si chiama, ora i petrodollari, mai passati di moda.
Macelleria, questa è una macelleria.
Ci vogliono i soldi. Spostandoci su un livello economico più elevato, qui in Italia si fatica a mantenere i GP di Formula 1 nel calendario per limiti economici.
Poi possiamo raccontarci che lo sport vive di valori ma la realtà è che senza soldi non si fa nulla.
Quali erano gli atp in Africa? Marracash, dopo il marzo americano, nel 2024 mi pare si giochi normalmente
Il numero è ben più alto, al momento nei primi 300 ci sono 37 Francesi, 28 Statunitensi e 29 Italiani, totale 94, altro che 60! I pratica nei primi 300 uno su tre appartiene a uno di questi paesi. Il gran numero, che peraltro, come da tempo dico, e su cui, tranne qualche “minoranza lunare”, ormai quasi tutti concordano, di tornei che si svolgono in F ed USA non si riflette necessariamente sulla qualità, tanto è vero che il paese qualitativamente migliore è la Russia. L’Italia, pur avendo un solo torneo del circuito ATP, ha saputo, grazie ad una politica di crescita delle nuove generazioni, supportata anche dal Circuito Challenger, creare una situazione di potenziale eccellenza.
Comunque nelle prossime settimane sono previsti due Challenger in Ruanda, un primo timido tentativo di sviluppo in un continente che, se si escludono i paesi della costa mediterranea, è quasi deserto tennisticamente parlando.
Intervento un po’ crudo ma purtroppo realista. Checchè ne dica il Noto Fissato Disturbato Mentale che imperversa su queste liste di discussione, a me non piace l’arrivo di petrodollari sul tennis, per gli effetti nefasti che sta già avendo su altri sport come il calcio. Ma ritengo che lo stesso discorso vada fatto per l’eccessivo spazio dato alla Cina (mentre sarebbe corretto un allargamneto verso l’Asia, che non è solo la Cina, e l’Africa) e del perdurante eccessivo spazio di cui godono paesi europei ormai scomparsi tennisticamente come la Svezia, o ai margini, come Austria, Svizzera e Paesi Bassi. Mentre l’Italia, l’Est Europa (Cechia, Polonia, Balcani) sono sottodimensionati e sovradimensionati Francia, Germania ed ovviamente USA.
PS: il Noto Fissato … ha sempre criticato gli eccessivi tornei che si svolgono in Sudamerica, ma siccome sono due in uno spesso uno dei due non è d’accordo con l’altro.
@ Umberto (#3927222)
Credo che se raggiungesse una situazione economica di un certo tipo potrebbe ridiventare argentino. Se non serve più l’aiuto della Fitp anche la nazionalità italiana non serve più.
Solo nei primi 250 sono più di 60,altro che 300!!!
Ho letto la dichiarazione di Darderi che dice di sentirsi Argentino.
Ma che su riprenda la nazionalità Argentina.
Penso che non piangerà nessuno
Quando inizio’ a tirare fuori certi discorsi il mio alias (MM&I),su questo forum tutti o quasi a deriderlo,ora a quanto pare anche su questo forum qualcuno inizia ad aprire gli occhi sui danni che sta facendo da quando è diventato presidente dell’Atp l’idolo di walden.
P.S.: il mio alias,mi ha detto che a breve ci saranno delle novità importanti che daranno ancora più vantaggi ai ” soliti privilegiati “a discapito di tutti gli altri,mi ha anticipato che l’obiettivo di
Gaudenzi e dei suoi fedelissimi è di stringere ulteriormente la cerchia dei giocatori che accederanno ai principali tornei 1000 e 500 in stile Formula1,4 o 5 top player (di nazioni appartenenti a mercati influenti,Italia,Spagna Cina in promis),che si contenderanno i successi e tutti gli altri in cambio di sostanziosi prize money a fare da gregari.
In sintesi togliera’ definitivamente a molti giovani talento di provare a diventare giocatori pro.
È un VERO SCHIFO,per chi ama veramente (come il sottoscritto o il pandologo),questo sport!!!
Dispiace ma per lunghi tratti gli spalti risultavano assolutamente vuoti. Non ho visto le sessioni serali però.
Purtroppo il circuito del tennis sta diventando troppo europacentrico…
In africa ormai nn ci sono nemmeno più challenger (una volta si giocavano atp), in Asia c’è poco seguito di spettatori e Oceania e Sudamerica rischiano fortemente di essere penalizzati dall’arrivo degli arabi.
Si salva solo il Nordamerica dove praticamente si gioca quasi sempre atp o challenger.
Un dato interessante..
Se si sommano i tennisti di 3 nazioni, Francia
Italia e Stati Uniti nei primi 300 a quanto si arriva..a memoria direi 60?
Tanto troppo
La verità è che i giocatori, quando non c’è un periodo di esclusiva sul calendario come la terra europea o l’erba, ma tornei divisi in più parti del mondo tende ad andare dove gli conviene in termini di logistica, superficie a loro più congeniale ecc. Il Sudamerica fondamentalmente non se lo incula nessuno, se non qualche terraiolo, magari anche forte, che vuole fare tornei da off-season sulla terra (tipo Alcaraz). Basta vedere lo storico dei partecipanti di Rio e confrontarlo con quello di Barcellona e vedere: tutto un altro livello. Ma molte volte anche Monaco di Baviera, prima che allungassero i 1000 a 12 giorni era più forte di Rio. Ho sentito dire in passato che si poteva togliere il 1000 a Bercy e farlo in Sudamerica. Ecco, no. Un evento maggiore lì avrebbe zero senso secondo me. E senza un evento maggiore che crea l’esclusiva tipo l’Asia non ci va quasi nessuno.
Non mi piace per nulla la direzione che sta prendendo il tennis.