Cahill: “Nel corso dei match agli Australian Open non abbiamo detto molto a Jannik dalla panchina”
Darren Cahill ha guidato Jannik Sinner alla prima vittoria in uno Slam insieme a Simone Vagnozzi. Un percorso iniziato da molti mesi che ha fruttato una notevole crescita nel gioco e nella personalità dell’azzurro, fino all’esplosione definitiva lo scorso autunno, in successo in Coppa Davis e quindi all’Australian Open.
Interpellato nel corso del programma radiofonico australiano Sen1116, Cahill ha raccontato come un coach interviene sul giocatore nel corso di un match, viste le nuove regole che consentono agli allenatori di dare indicazioni ai propri assistiti. A detta dell’australiano, qualche informazione può essere preziosa nel corso della partita, ma tutto parte dall’allenamento, è una pratica di comunicazione che viene affinata nel lavoro quotidiano, ed è importante soprattutto che ci sia fiducia tra quel il coach afferma e quel che il giocatore percepisce.
“Durante un match hai pochi secondi per parlare col giocatore tra un punto e l’altro, poi dire cose semplici come per esempio di entrare un po’ più sotto alla palla in modo aumentare la profondità dei colpi e così tirarlo fuori da una posizione difficile in campo, oppure di stare indietro anche sulla seconda di servizio del rivale in modo che possa avere fiducia nell’impatto” afferma Cahill. “È importante che abbia fiducia in ciò che stiamo dicendo, che è la cosa giusta per lui e per questo lo facciamo abbastanza durante le sessioni di allenamento per capire esattamente perché lo stiamo dicendo e perché ha bisogno di farlo. Quindi gran parte del lavoro di base viene fatto come in ogni altro lo sport durante le sessioni di allenamento. Quando il giocatore è lì fuori sul campo non possiamo parlare durante gioco e non dovremmo creare una vera conversazione, solo una frase qua e là, e quando il giocatore è dall’altra parte del campo non puoi urlare le istruzioni attraverso tutto il campo perché è davvero un’interferenza con il giocatore avversario, quindi puoi usare i segnali con le mani ogni tanto, è il massimo che si possa fare”.
La sicurezza di Jannik nel corso degli Australian Open ha fatto sì che la comunicazione col suo angolo nel corso degli incontri sia stata minima: “Ad essere sinceri non abbiamo detto molto durante l’intero torneo” racconta Darren, “aveva bisogno di essere un po’ caricato durante la finale per varie ragioni. Medvedev è stato incredibile nei primi due set, ma sapevamo che sarebbe stato stanco perché aveva rimontato con Zverev grazie alla sua fisicità, aveva affrontato un percorso nel torneo molto più duro con match in 5 set. Eravamo consci di come ha giocato, piuttosto fuori dal campo, il che significa stare anche 3 metri indietro e restringere il suo lato del campo, usare la velocità e fare in modo che l’avversario colpisca tre o quattro colpi in più per fare un vincente; invece in finale ha fatto esattamente il contrario, è stato lì sulla linea di fondo, l’ha fatto incredibilmente bene e ha portato a Jannick a trovare una soluzione. Era necessario trovare un aggiustamento, ha iniziato a trovarlo alla fine del secondo set dove ha finalmente ha strappato un contro break sul 5-1. Era ormai tardi per riprendere il set ma questo è stato decisivo perché è stato come aprire una finestra sul match, ha visto cosa si poteva fare e questa è stata l’iniezione di fiducia di cui aveva bisogno per entrare nel match, e lì la partita è girata” conclude Cahill.
Mario Cecchi
TAG: Darren Cahill, Jannik Sinner
Da Bergamo a vincere la Coppa Davis,fare la finalissima delle Finals contro il goat e soprattutto vincere gli AO: un viaggio fatto con infinita tenacia,costanza,talento e intelligenza che sa di miracolo e predestinazione.
Un diamante così puro, Jannik,che lascia senza parole,ancora estasiati e pieni di meraviglia.
Grande e immenso Jannik Sinner.
Il nostro orgoglio nazionale.
ReplicaQuota
Assolutamente, grande osservazione. Vagno è l’allenatore a tutti gli effetti e si sta rivelando una bestia a livello tecnico e tattico. Ma si vede che soffre tantissimo lo stress della partita, e questo rischia di trasmettere emozioni negative al giocatore. Cahill invece è zen puro: solo calma, serenità e buone vibrazioni.
Hahahahaha “livello da futures” è stato detto?
(e tabellone da challenger, ovviamente!)
l’esperienza conterà pure qualcosa…
È vero, ho notato anch’io questa cosa.Vagnozzi tende a manifestare espressioni del viso negative quando le cose vanno male, Darren non è mai mai negativo, anzi quando le cose vanno male spesso si alza in piedi.
Beh … li inquadrerei come Supercalifragilistichespiralidosi …
Cahill sa che il silenzio è d’oro. Le chiacchere le lasciamo a chi ha tempo da perdere
Questa è la differenza tra un team e un team affiatato…
Non parlavo di colpe specifiche dei tecnici, ma del modo di porsi.. Il papà di TsiTsipas, come Ferrero, è un continuo parlare, “asfissiante” e non mi pare contribuisca a dar tranquillità al figlio
La finale AO è stata una delle più belle ed appassionanti/appaganti degli ultimi anni, oserei dire storica perchè si portava dietro la SF.
Non lo dico da tifoso perché non ho mai lesinato critiche a Sinner o altri italiani quando le ritenevo giuste.
Ma è un dato di fatto.
Al netto della presunta influenza di Djokovic , bravissimo Sinner.
E ora non lo si tormenti.
Prima di diventare ” Sinnercanu”
o ” Sinnercilic” , dovranno passare almeno 2 anni.
Io non andrei a biasimare Ferrero, magari il soggetto che ha “a mano” richiede quello.
I coach sono diversi ma anche i giocatori lo sono.
L’importante è che tra loro trovino la formula giusta per funzionare bene.
Cahill non ha allenato solo Sinner, ma anche Vagnozzi. Durante i primi set Simone aveva lo sguardo vuoto, non riusciva ad esultare e incitare Jannik. Darren invece non ha mai perso l’ ottimismo. Un gigante. Immenso.
Tsitsipas è in crisi, ma per evidenti altri motivi….
Questa me l’ero proprio persa, livello mediocre della finale?
Acciderbolina.
Poche cose a Jannik gli sono state dette ma sono risultate efficacissime.
Che differenza con Ferrero che è un continuo parlare con Alcaraz con il risultato che appena non è presente il suo “protetto” va in crisi, per non parlare del papà di TsiTsipas o dello stesso Rune.. approcci e caratteri diversi, per carità, questione anche di carattere magari, ma come apprezzo questo modo di porsi di Cahill e Vagnozzi, non “invadenti” e “ficcanti” in misura giusta, grandi!!
Il “Carrer Golden Slam” consiste nel vincere i 4 tornei del GS e l’oro olimpico nel corso della carriera (non necessariamente nello stesso anno); tra gli uomini ci sono riusciti solo Agassi e Nadal.
E pensa che ci sono alcuni bischeri che hanno definito “noiosa” la finale AO giocata da due “mestieranti” di livello “mediocre” …. poveri noi ……
Darren Cahill, sia fisicamente, che per i modi di fare e carisma assomiglia come una goccia d’acqua a Gregg Popovich, il già leggendario (ma tuttora in opera) coach dei San Antonio Spurs, con cui ha vinto 5 titoli NBA e vanta il maggior numero di vittorie tra gli allenatori.
Anche Darren come risultati da coach non è messo malissimo. Speriamo che la competizione tra di loro possa continuare ancora almeno una decina d’anni… 😎
A tutti gli amici del Forum segnalo che su Supertennis stanno trasmettendo la finale di Pechino, che, insieme a Melbourne, sono due partite bellissime contro Medvedev.
Credo che ne vedremo molte altre, in futuro. Il forcing di Jannik e le traiettorie velenose di Daniil, secondo me sono garanzia di spettacolo.
avevo riferito nei commenti di domenica scorsa delle parole di Vagnozzi sul 5-1 del secondo set e delle cose urlate a Sinner e sintetizzate da Cahill nell’articolo.
Per chi fosse curioso c’è pure un video di quel momento chiave della finale, importante per tutti i fattori descritti da Darren
In questo slam si è visto com’è importante la figura del coach in panchina,Alcaraz e Rune senza Ferrero e Becker nei momenti di difficoltà hanno combinato un disastro,una confusione pazzesca e quando la partita si è messa male non hanno saputo radrizzarla,erano rientrati parzialmente per una flessione dell’avversario ma non hanno sfruttato l’occasione,anche Sinner era spaesato all’inizio ma Vagnozzi gli ha dato la scossa che lo ha acceso…sul 5-1 gli ha detto “fai qualcosa di diverso in questo game” ed in effetti c’è stata una parziale rimonta ed anche se poi ha perso lo stesso quel set da lì c’è stata la svolta che ha portato a cambiare la partita in suo favore,fosse finito il secondo set 6-1 anche il terzo sarebbe scivolato velocemente invece così ha capito come impensierire Medvedev o almeno tenere botta per due set sfruttando gli episodi e nel quinto ha prevalso una maggior freschezza fisica
Poche cose ma buone