Sette spunti dall’Australian Open 2024
Un sorriso, una coppa storica, una meravigliosa città sullo sfondo. Impagabile la gioia di iniziare questa settimana, questo benedetto 29 gennaio 2024, con le splendide immagini di Jannik Sinner appena arrivare da Melbourne, i canonici scatti post vittoria che resteranno nel libro d’oro del torneo. Resteranno soprattutto nella memoria di chi ama il tennis, nel nostro cuore, un ricordo da custodire gelosamente dopo un’attesa di quasi 48 anni. Jannik Sinner ha vinto un torneo dello Slam, è entrato nel “club” più esclusivo della disciplina. L’ha fatto disputando un torneo eccezionale, estromettendo nel percorso il n.5 del mondo Rublev, il più forte dell’epoca moderna Mr. Record Novak Nole”Djoker” Djokovic, e poi in finale un irriducibile lottatore e campione come Daniil Medvedev. L’ha fatto rimontando due set di svantaggio, scacciando i propri demoni e la tensione di un avvio shock. L’ha fatto di lotta e di classe, di tecnica e di fisico, di testa e di colpi. Una vittoria rotonda, che più piena non si può. Ha scacciato via ogni singolo dubbio o timore su quel che ancora temevamo gli mancasse per arrivare ad alzare uno dei 4 trofei più importanti, …fisico, qualche colpo, esperienza. Jannik si è preso tutto, l’ha fatto con classe cristallina e moderazione, con uno stile che sta diventando iconico che ci auguriamo faccia scuola. Potremo scrivere fiumi di parole per celebrare la sua vittoria a Melbourne, e continueremo ad analizzare quel che l’ha portato a vincere e cosa potrà succedere da qua in avanti. Ma intanto chiudiamo questa memorabile edizione degli Australian Open andando a puntualizzare quel che resterà di questo primo Slam 2024, oltre la vittoria di Sinner.
Sinner oggi è il più forte al mondo
Torneremo su questo punto con un articolo dedicato, ma sia il campo da gioco che i numeri parlano chiaro: in questo preciso momento Sinner è il miglior tennista del mondo. Non lo certifica il ranking, visto che il calcolo si basa su 12 mesi di prestazioni, ma dallo scorso autunno nessuno ha vinto quanto Jannik, sia in termini di risultati che di vittorie contro i migliori avversari. Lo afferma oggi anche lo ELO ranking di tennis abstract, che ha una base assai solida. Scrivere tutto questo è incredibile, sorprendente e bellissimo.
Djokovic è pronto al rilancio
Guai a pensare che il “Djoker” sia pronto per la pensione. Ovviamente l’aver perso 3 partite importantissime su 4 contro Sinner nell’arco di poche settimane è un discreto “schiaffo” per lui… ma non ci dimentichiamo cosa accadde dopo la sconfitta per lui durissima in finale a Wimbledon 2023 per mano di Alcaraz. Ha masticato amaro, si è preso qualche settimana ed è tornato nell’estate USA ancor più duro e vincente. Visto che ancora il fisico sembra sorreggerlo, tutto lascia pensare che quest’ennesima sconfitta patita da Jannik sarà un fiume di benzina ad accendere un fuoco ancor più vivo. A Jannik, e gli altri rivali, batterlo nei prossimi grandi appuntamenti. Siamo certi che Nole sarà lì pronto a tornare a vincere.
Alcaraz, abbiamo un problema
Carlos ha affrontato gli AO24 senza aver giocato un match ufficiale dalle ATP Finals 2023. Possiamo dire “si è visto”. Non ha mai davvero brillato il giovane spagnolo nel torneo, solo sprazzi di grandi tennis, anzi, momenti di impeto leonino conditi da grandissimi colpi. Ma… la sostanza e la continuità dove sono? Ruggine, forse, ma potrebbe anche esserci dell’altro. Ha colpito molto come abbia perso male contro Zverev, dominato e senza trovare davvero una reazione forte dal punto di vista tecnico e tattico, solo uno scatto d’orgoglio che non è bastato a rimetterlo in carreggiata. Ha colpito ancor di più il candore con il quale ha affermato dopo la sconfitta di non averci capito niente… di non trovare spiegazione alla sua modesta prestazione. Sembra aleggiare da qualche mese un po’ di confusione nella sua testa, e pure in qualche settore del suo gioco. Il diritto su tutto, sembra scricchiolare e non poco. Ha perso intensità Carlos, fisica e tecnica, e pure convinzione. Vederlo guardare smarrito il suo angolo è preoccupante. È ancora nei suoi 20 anni, questo torneo ha confermato che non ha imparato a vincere se non gioca a mille, a tutta. Gli avversari l’hanno capito, e hanno trovato il modo di metterlo in difficoltà. Sta lui ora riflettere e rilanciare. Lo aspettiamo, perché Alcaraz è spettacolo puro, è una benedizione per il nostro sport.
La durezza di Daniil ha qualche limite, o forse ha sbagliato programma
“Ripenseremo a quel che abbiamo fatto nelle scorse settimane”. Così Gilles Cervara ha commentato la sconfitta di Medvedev dopo la finale degli Australian Open. Una frase sibillina che lascia presagire un confronto schietto che porterà a sicuri cambiamenti nei programmi e forse gestione della partita. Il russo è arrivato vicinissimo a vincere il primo titolo a Melbourne, gli è mancato un solo set. Pochissimo. Non c’è riuscito per la reazione clamorosa, impetuosa, di un Sinner stellare. Ma la verità che è Medvedev è arrivato in finale stremato da un torneo nel quale ha perso troppe energie per strada. Per questo ha messo in campo in finale una tattica “fuori tutta”, per destabilizzare un Jannik mostruoso, ma anche perché aveva il bisogno di vincere “rapido”, sentiva chiaramente di non poter arrivare primo al traguardo dopo un’altra maratona. E così è stato. Bravo, bravissimo Daniil, incredibile come sia riuscito a reinventarsi ancora una volta in finale, mostrando un tennis agli antipodi rispetto a quello ammirato in tutto il torneo, passando da un difensore estremo ad attaccante sublime. Ripetiamo: c’è andato vicinissimo, e l’avrebbe anche meritata la coppa, per il torneo e la sua storia. Ha trovato uno più forte, e con classe estrema s’è inchinato, riconoscendo i meriti dell’azzurro. Ma forse una miglior gestione del torneo e delle settimane che l’hanno avvicinato ad esso, con nessun evento giocato in preparazione e quindi troppe energie spese per strada per trovare la miglior condizioni, gli sono probabilmente costate la sconfitta.
Zverev, manca sempre qualcosa
La faccia di Sasha dopo i due punti non sfruttati quando era esattamente a due punti dal battere Medvedev sono la foto migliore per spiegare quel che non va nel suo tennis e che ancora non gli permette di arrivare in fondo e vincerlo questo “benedetto-maledetto” Slam. Un pizzico di malasorte, ma anche la difficoltà di tirar fuori le giocate del campione nei momenti decisivi. Purtroppo per il tedesco, non è la prima volta che gli succede. Spesso approccia gli incontri male, con quelle scorie di attitudine passiva – difensiva che non consente di far esplodere la classe e potenza dei suoi colpi. Ha di fronte avversari incredibili, oggettivamente superiori. Ma capita non di rado che si complichi la vita da solo, perdendo il focus, energie e lucidità. Dopo il grave infortunio si è ritrovato, è davvero un tennista forte, ma qualcosa ancora manca, e il tempo passa… Rischia sempre più di ricevere la “tessera” di uno dei club meno graditi, quello dei più forti a non aver vinto uno Slam. Gli auguriamo di farcela, ma per compiere l’ultimo step necessita di una crescita personale che stenta terribilmente a fare.
Cobolli, sarà l'”Arnaldi del 2024?”
Flavio ha disputato un Australian Open eccellente. Si è preso una vittoria clamorosa contro Jarry, e come se l’è presa. Ancor più importante ha superato la prova del 9, ancor più difficile per uno come lui, con nessuna esperienza a questo livello. Ha mostrato in un torneo durissimo i progressi pazzeschi compiuti negli ultimi mesi. Forse nel 2022 era salito nel ranking troppo presto, senza aver rafforzato fisico e colpi. Ha lavorato tanto il romano, in silenzio con determinazione. Oggi il servizio è colpo molto migliorato, fisicamente è di un altro pianeta, e la palla oggi gli viaggia discretamente bene. Questo torneo deve dimostrargli che ha tutto quel serve per starci a questo livello, in questi tornei, contro gli avversari più attrezzati. Non deve temere niente e guardare d’ora in avanti ogni torneo come un’opportunità di fare esperienza e crescere. Arnaldi nel 2023 ha fatto un balzo magnifico; chissà che non sia la volta di Cobolli quest’anno…
Match troppo lunghi. È necessario agire. Subito
La differenza tra gli Slam e gli altri tornei della stagione sta nella storia, nell’epica, anche nelle battaglie sulla lunga durata. Ma forse agli AO24 si è passato il segno. 61 incontri nel tabellone maschile hanno superato le 3 ore, quasi 20 hanno superato le 4 ore, 35 partite sono terminate al quinto set (record nel torneo). Ok la lotta, che è uno degli aspetti intriganti del tennis, ma così forse si sta esagerando. Può essere anche una combinazione “sfortunata” di condizioni, come scontri tra avversari molto vicini tra loro, ma in generale si scambia troppo, c’è tantissimo agonismo e le partite tendono pericolosamente a diventare maratone che, piaccia o no, rischiano di diventare sempre meno fruibili per gli appassionati. Non si cambiano le regole di una disciplina per la tv, MAI. Ma per migliorare uno spettacolo si possono apportare correttivi. Quali? Semplice: il tennis è nato come sport di destrezza. Agire su palle, superfici e corde dei telai per premiare maggiormente la tecnica di gioco, il tennis offensivo e abbassare l’importanza del fattore atletico è una via praticabile e a basso costo/impatto. È possibile. È provato da test. Se non lo si vuole fare è solo una scelta politica. Chi afferma il contrario, che “non si può”, mente.
Marco Mazzoni
TAG: Alexander Zverev, Australian Open 2024, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Editoriale LiveTennis, Flavio Cobolli, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Novak Djokovic
Se abolisci il secondo servizio, ma le condizioni di gioco sono rapide, gli scambi si accorciano.
Ora, per combattere i bombardieri, la strada è stata rallentare il gioco e favorire i maratoneti.
Se si toglie il secondo servizio, o si alza la rete, si può tornare a velocizzare il gioco.
Sarò una voce fuori dal coro, ma non sono affatto d’accordo con la necessità di abbreviare i match. Per me l’unica cosa importante da fare è programmarli con senno, nel rispetto dei giocatori e delle loro esigenze. Ma il bello degli Slam, almeno per me, è proprio questo! Vedere giocatore che si spremono fino all’osso, vedere un Medvedev che arriva alla finale con venti ore di gioco e te ne fa quasi altre quattro prendendo le energie non si sa dove: questo senso della lotta, della fatica, dell’impegno commovente pochissimi sport te lo danno. È una peculiarità del tennis e va preservata. Ricordo un anno a Montecarlo, vidi dagli spalti sul Campo dei Principi una partita di cui mi caleva poco (poco dopo sul Centrale avrebbero cominciato Djokovic e Thiem): Dimitrov-Kohlschreiber. Ebbene, vedo un set e mezzo e mi sembra una partita come tante, poi però quando le forze dovrebbero iniziare a calare vedi entrambi i giocatori alzare il livello e dare il via alla miglior partita che abbia mai visto dal vivo (insieme a Fognini-Nadal del 2019, ma lì fu un assolo, qui un concorso di merito)… per una partita di cui, ripeto, mi caleva assai poco lasciai perdere Djokovic-Thiem che aspettavo da inizio giornata. Questo è il bello del tennis! E poi con queste durate secondo me ci guadagnano anche le
TV, perché lo share, da quel che so io, non si basa sul tempo che uno spettatore passa davanti allo schermo, bensì sulla visione dell’evento per una quota minima di tempo. Con match così lunghi in primis si aumentano le possibilità che le partite vengano viste da più utenti e, visto che la lotta appassiona tutti, che vengano anche viste per più tempo. In pochi a casa guardano tutte le partite per tutto il tempo, vale anche per i match in tre set… bisogna farsene una ragione e cercare, a mio parere, di investire sull’appeal di una durata temporanea dell’evento. E sicuramente avere match lunghi e combattuti è un ottimo investimento.
Questo aspetto, per fare un esempio, è quello che manca a Musetti, che non ha un coach in grado di fornirgli questo supporto in partita. Con tutto il rispetto per Tartarini che è un ottimo maestro di tennis, ma non un coach.
Ho letto tanti commenti interessanti.
Vorrei aggiungere solo una cosa.
Si diceva (non solo da parte di troll ma anche da commentatori molto competenti) che la distanza 3 su 5 poteva essere un ostacolo alla vittoria Slam di Sinner.
Bene direi che Jannik ci ha mostrato che la lunga distanza è una medaglia a due facce.
Molti vedevano solo la faccia dove c’è scritto vittoria Slam = 21 set vinti.
Jannik ha girato la medaglia e sul retro c’è scritto eliminazione Slam = 3 set persi, dallo stesso avversario e nella stessa partita.
Questo non significa che Sinner sia imbattibile sulla lunga distanza ma ci insegna che quando vedremo la prossima finale o semi Slam contro un top player ci dovremo ricordare che la medaglia su cui vediamo scritto bisogna vincere 3 set ha anche un’altra faccia
@ Andy.Fi (#3913575)
Ma chi? Nole lamentarsi con l’arbitro? Mai visto..lo sai che Nadal aveva addirittura chiesto di bandire quel sant’uomo di Bernardes (il mio preferito con Ajani) dai suoi incontri? Se c’è un arrogante borioso è Rafa, ricordati come ha arronzato Sonego “chiamandolo a rete per zittirlo”..e se contiamo le racchette spaccate da Medvedev, Zverev e Rublev (questo addirittura autolesionistico), quelle di Nole sono in netta minoranza..e non parliamo delle polemiche col pubblico..insomma, Nole nelle cose che contano in campo è un gran signore rispetto agli avversari che applaude ed elogia: ricordati ancora lo sbadiglio di Medvedev in faccia a Jannik o Fognini e Musetti con offese e turpiloquio o ancora il francese che ha trascinato con siparietti il pubblico a suo favore sino a far perdere Jannik
Non è affatto vero che i match sono troppo lunghi. Per la prima volta da molti anni nessun match maschile ha superato le 5 ore.
@ Annie (#3913486)
Ciao Annie, mi riferivo al non spaccare racchette, litigare con il pubblico o lamentarsi con l’arbitro, cose così insomma. Effettivamente Jannik e Carlos assomigliano molto a Roger e Rafa in questo. Fuori dal campo per esempio Djoko è il più simpatico senza dubbio. Saluti
sperem
Hai ragione, sono ancora statistiche giovani e Jannik ha meno di trecento partite sulle spalle…magari negli anni le migliora…
@ Andy.Fi (#3913305)
Ora, proprio parlare di “classe” di Rafa in campo mi sembra eccessivo..fuori dal campo sparivano tutti e due, a parte la pubblicità, e sicuramente non animavano dibattiti sulle problematiche del settore: anche Jannik, almeno per ora, sembra più a suo agio in campo che nelle interviste, mentre per quanto riguarda il tipo di gioco per sua fortuna riprende pari pari quello di Nole, che lo renderà competitivo su tutte le superfici
@ il capitano (#3912801)
Questa volta prendo spunto dal Capitano perché mi ha riportato ad un momento della finale che mi ha impressionato: Jannik è in difficoltà, si rivolge con insistenza all’angolo per chiedere cosa deve fare e io penso: ma poveri, che devono fare o dire i coach seduti sugli spalti..e invece Vagnozzi, a secondo set quasi perso, dice a Jannik: “Usa questo game per provare qualcosa di diverso”..e Jannik, pur con questa indicazione generica, è stato illuminato da quel “diverso” e ha iniziato a far spostare un Medvedev che aveva già dato il meglio di sé, a rispondere più da lontano, a dare più spinta al suo gioco, ad aguzzare l’ingegno, a diventare più strategico, insomma a fare quello che sa fare e fa normalmente ma che a inizio finale aveva dimenticato, per la novità dell’esperienza, per un avversario più incalzante del solito ma solo per paura di finire la non eccessiva riserva di energie e soprattutto che lo capisse Jannik..e dall’urlo di Vagnozzi si è trasformato, ha cambiato registro, è esploso il Sinner imbattibile degli ultimi incontri ed io, che ho sempre ritenuto inutili le indicazioni da fuori campo, mi sono ricreduta e ho capito che una voce amica, che ti legge dentro, che interpreta le tue difficoltà è comunque una vicinanza, un aiuto prezioso, una scossa stimolante anche se, per ovvi motivi, non può entrare nel merito di particolari tattiche ma rende meno “individuale” uno sport che individuale è ma che dal supporto del coach trova un alleggerimento della solitudine in campo.
porta pazienza ma il n20 all time per % di vittorie e tutte le statistiche successive che hai postato a me fanno un pó sorridere e non mi soffermerei troppo su di esse.
Certo raccontano di un giocatore eccezionale ma io le riguarderei tra un migliaio di partite.
Nel tennis mi pare di capire che sia più difficile rimanere al vertice piuttosto che arrivarci
Secondo me l’utente in questione ha fatto una provocazione tanto per.
Però è istruttivo capire perché ciò che ha detto non sta in piedi.
Per prima cosa nessuno ha detto che l’Australian open sia il torneo più prestigioso o che Sinner abbia vinto il torneo più prestigioso. Quindi non ha alcun senso mettere in ballo che l’Australian open non è il torneo più prestigioso.
Quindi l’unico senso che può avere il suddetto messaggio è che: tutti amano salire sul carro del vincitore e declamarne le virtù, che però in questo caso Sinner non ha perché vincere l’Australian Open non è un torneo così prestigioso che richiede quelle somme virtù per essere vinto.
Qui l’errore è dovuto al fatto che un simile argomento avrebbe senso se a questo torneo non fossero venuti i più forti tennisti, o se i tennisti più forti fossero venuti in vacanza. Ma si da il caso che ci fossero tutti i tennisti più forti e che tutti loro erano disposti a dare l’anima pur di vincerlo.
Quindi anche se non fosse il torneo più prestigioso è comunque sufficientemente prestigioso da avere i migliori tennisti pronti a dare tutto per vincere. Ergo, declamare le virtù di Sinner è pienamente lecito anche se questo torneo non avesse il prestigio di Wimbledon.
Quindi – ricordando il mitico Tommasi – sai fare di conto come i computers… ma in più capisci di tennis! 😎
Perciò nelle due settimane degli AO, tra partite e statistiche, non hai dormito… 😉
@ gisva (#3912800)
Non sono d’accordo. Se abolisci il secondo servizio, non avrai più ace e le partite, inevitabilmente, diventeranno ancora più lunghe
A me il tennis piace così com’è.
Non cambierei nulla , ed inoltre ritengo che la fisicità del gioco attuale lo renda ancora più spettacolare .
Quindi di colui che ha vinto 3 volte questo, 4 volte quello, che ha fatto 2 volte il giro del mondo col monopattino, che ha attraversato le Alpi con gli Aski e fermato il treno con i peli della barba, nessuna menzione?
E questa è una DURISSIMA verità
Se parli di tradizione sportiva posso essere d’accordo, un pò come sostenere se ha più storia lo stadio San Siro di Milano o Wembley in Inghilterra piuttosto che un stadio di recente costruzione, che ne so a Dubai. Quello di cui si parla oggi è di una competizione dove partecipano i migliori tennisti al mondo con un montepremi, che se non erro, più alto in assoluto!!
@ ska (#3913286)
Grazie, bellissima. Capitano, ha detto anche Nadal 🙂 in effetti Jannik e Carlos a livello di classe dentro e fuori dal campo somigliano a Federer e Rafa
Questo nemico è riuscito ad intrufolarsi , avevo detto di stare attenti !!!!!
ah ah, non credo che mia madre abbia mai conosciuto Rino, prendo questa battuta come un complimento, l’unica cosa in comune è l’interesse per la statistica, che come diceva lui stesso, “spiega molto se la si sa usare”. Non ho la stessa competenza, ma mi piace confrontare i dati oggettivi, e su questi provare a fare delle speculazioni, ma sempre restando ben attaccati ad essi. Ma soprattutto non sopporto chi la spara senza sostegno dei numeri, purtroppo conseguenza della scarsa considerazione che in Italia si ha per la cultura scientifica.
https://www.youtube.com/watch?v=DEqROfypOE0
bella intervista
Jannik ha appena detto che il suo modello è Federer soprattutto per il suo comportamento dentro e fuori dal campo……….ahi ahi ahi 🙂
In effetti nella classifica a fine anno ci furono alcune new entry di giocatori, giovani, entrarono Berretto, Medvedv, Tsitsipas ad abbassare la media età.
Nadal (33)
Djokovic (32)
Federer (38)
Thiem (26)
Medvedev (23)
Tsitsipas (21)
Zverev (22)
Berrettini (23)
Bautista Agut (31)
Monfils (33)
Da considerare che nel 2019 Matteo Berrettini fu eletto giocatore più migliorato dell’anno e Sinner, allora diciottenne, miglior giovane
….possa bastare. Cosa ci dicono questi numeri. Che stiamo parlando, insieme al Alcaraz, di due fenomeni in senso assoluto che possono entrare nell’olimpo dei 10-15 giocatori più forti di sempre…
Sono due fenomeni e stabilire chi sia più forte al momento è inutile. Di certo Alcaraz ha vinto di più ed è più giovane…detto questo, della serie forse non tutti sanno.., l’elo ranking di Jannik è sempre stato pazzesco…nel 2019 quando era al 78 posto, era al 25 posto secondo l’Elo, e successivamente al 37 vs 8 nel 2020, 10 vs 9 nel 2021, 15 vs 7 nel 2022, 4 vs 2 nel 2023…oggi è ovviamente 1 avendo vinto gli Ao…ma quello che è pazzesco veramente per entrambi sono le loro statistiche…ne cito solo alcune di Jannik: n.20 all time per % di vittorie 72.6%, .n 15 all time sull’hard con il 75.5%, n.11 indoor con il 75%, n.16 per vittorie sui top ten 48.1%, n.7 sempre all time per vittorie nel set decisivo con il 68.4%, n.11 per % punti totali con il 52.7%…potrei continuare all’infinito con tutte le altre ma mi sembra che
Sono due fenomeni e stabilire chi sia più forte al momento è inutile. Di certo Alcaraz ha vinto di più ed è più giovane…detto questo, della serie forse non tutti sanno.., l’elo ranking di Jannik è sempre stato pazzesco…nel 2019 quando era al 78 posto, era al 25 posto secondo l’Elo, e successivamente al 37 vs 8 nel 2020, 10 vs 9 nel 2021, 15 vs 7 nel 2022, 4 vs 2 nel 2023…oggi è ovviamente 1 avendo vinto gli Ao…ma quello che è pazzesco veramente per entrambi sono le loro statistiche…ne cito solo alcune di Jannik: n.20 all time per % di vittorie 72.6%, .n 15 all time sull’hard con il 75.5%, n.11 indoor con il 75%, n.16 per vittorie sui top ten 48.1%, n.7 sempre all time per vittorie nel set decisivo con il 68.4%, n.11 per % punti totali con il 52.7%…potrei continuare all’infinito con tutte le altre ma mi sembra che
@ Markux (#3912831)
Ti quoto, hai ragione: ‘che tristezza’.
Il tuo commento!!!!
@ Viri (#3913056)
secondo me non era atipica la classifica del 2019, quelli erano i valori in campo in quell’anno. è che i giovani che ci sono adesso stavano venendo fuori proprio in quegli anni, e che ci sarebbe voluto un paio di anni perchè arrivassero dove hanno dimostrato di poter arrivare.
le rubo al sonno…
Di la verità? Sei il figlio segreto di Rino Tommasi?
Ottimo lavoro, in effetti conferma quello che diciamo da tempo sul movimento italiano, non avremo i 10 Top100 del 2020-21, ma quelli che sono dentro ora sono giovani e hanno davanti belle prospettive e quelli che ancora sono fuori dai 100 hanno ottime chance di entrarci, qualcuno anche a titolo definitivo e non estemporaneo.
Molto valido anche il discorso sui pronostici prematuri, Rublev non se lo filava nessuno, Medvedev quasi eppure.
In compenso Quinzi era la grande promessa.
Personalmente dopo il pronostico di Cobolli nei 50 entro fine 2022 ho smesso di sentenziare, mi limito a dire che alcuni dei prospetti da te nominati (Mensik, Prizmic a cui aggiungerei Michelsen) arriveranno in alto, quanto lo vedremo. Qua l’anno scorso c’era chi dava Fils già vincente 1000 e Slam a brevissimo, finora non mi pare abbia stravinto nulla.
Tra 5 anni quella Top 10 sarà sicuramente diversa…
A mio parere era atipica la classifica del 2019: c’erano troppi tennisti over 30, ed andrebbe anche considerato che alcuni (tipo Murray) erano rotti, altrimenti sarebbe stata ancora più corposa.
La top10 di oggi ha dalla sua ben 3 giocatori sotto i 23 anni + 5 tra i 23 e i 27 e solo 1 over 30. L’età media è 25 anni
eh, ma sono due disgraziati (cit.)……
non posso che sottoscrivere ogni tua parola, ma è bello rinfrescare la memoria su quella che a mio avviso è il peggiore di tutte le cattiverie e sentenze sparate ad minchiam di cui si è letto in questi due anni.
bisogna non dimenticare, ricordarlo ogni tanto, perchè certifica senza ombra di dubbio il livello di competenza di molta gente che scrive qui dentro, ricordarsi chi è, e passare oltre senza più leggere quello che scrive.
@ walden (#3912967)
Ottimo studio, Walden.
Ma quanto tempo dedichi, a tutte le tue ricerche?
impossibile, non ha neanche quelli.
Lascia stare, se leggi qualche suo messaggio ne ha di cose particolari che ha scritto.
I soliti franzosi invidiosi e rosiconi hanno dedicato un misero trafiletto a Jannik sui loro giornalucoli
L’Equipe non poteva fare altrimenti, vista la figura di guano fatta
@ Markux (#3912831)
…e quindi le vittorie di Nole valgono ben meno di quelle di Nadal? Se è vero quello che affermi, mi domando perchè mai Djokovic o Medvedev non abbiano dichiarato, una volta sconfitti: ok, ma che sarà mai, è solo la (ex) gamba zoppa degli slam; vincere o perdere qui non è poi un trionfo o una tragedia. Quello che dici sarebbe vero all’epoca di Mc Enroe, quando, in effetti, molti dei tennisti di vertice snobbavano gli AO, ma adesso è da decenni che questo slam vale quanto gli altri, per giunta spesso giocato in condizioni molto difficili, climaticamente, vuoi per le temperature, vuoi per il repentino cambio climatico rispetto all’emisfero boreale, che comporta ulteriori difficoltà di acclimatazione. Vuoi un consiglio? Lascialo dire ai giocatori se per loro sia o no un torneo slam importante quanto gli altri tre. Tu non ci hai mai giocato, per cui parli da non direttamente coinvolto.
Finalmente qualcuno che dice che del tennis attuale non toccherebbe nulla; sono pienamente d’accordo.
Per me invece ci sorprenderà Zeppieri più che Cobolli.
Per la lunghezza dei match è che ci sono stati 5 set spesso, si può agire su tante cose ma non farei a cambio con il Master di Torino.
Mi tengo i match lunghi.
@ Il vecchio del forum (#3912976)
bisognerebbe che gli avesse i neuroni
Ferrer(o)
Sull’ultimo punto, quello che mi interessa di più, dopo aver letto il sottotitolo stavo per alzarmi dalla sedia e mandarLa, esimio Mazzoni, a quel paese perché temevo che le Sue conclusioni portassero a cosucce/cosacce come il punto decisivo invece dei vantaggi, le partite vinte da chi prima arriva a 4 giochi, insomma tutto quel genere di vaccate che stanno da tempo proponendo e sperimentando nello pseudo torneo, reale esibizione, di fine stagione per giovani promesse.
Poi, per fortuna, leggendo ho capito che in tutt’altra direzione volesse andare a parare e sono d’accordissimo con Lei.
Non è un giorno, sono anni, che scrivo che le racchette andrebbero depotenziate, le palline adeguate, le superfici…no, quelle penso vadano bene così come sono (al limite tornerei alla “vecchia erba”).
Mi si ha sempre risposto che indietro non si torna, che tutto questo mai potrà accadere.
Ora, se anche gente del mestiere come Lei comincia a pensarla così, forse (molto forse) le risposte, in primis quella regolamentare istituzionale, potrebbero cambiare.
Ma ci vuole, se non unanimità, almeno una gran maggioranza che spinga in questa direzione e non la vedo facile e tantomeno prossimamente futuribile.
A me gli incontri oltre le 4hh vanno benissimo (tanto da lamentarmi quando titolate “incontro maratona” per quelli che durano meno) e, al contrario -credo- Suo, io vorrei la reintroduzione degli incontri al meglio delle 5 partite anche nelle finali dei 1.000 e nella attuale scoppietta che solo così potrebbe tornare a fregiarsi meritatamente dello storico nome “Coppa Davis”.
Di più: vorrei che (almeno) le partite decisive tornassero a disputarsi ad oltranza, proprio per via di quel MAI piegarsi alle esigenze TV che giustamente Lei afferma a caratteri maiuscoli.
A me quel che interessa in conseguenza delle Sue proposte non è l’abbreviazione dei tempi di gioco ma che si riprenda a percorrere il campo in senso verticale oltre che orizzontale e non più solo come eccezione alla regola.
Ma se già ritengo improbabile-al-limite-dell’-impossibile che si andrà nella direzione delle Sue proposte, figuriamoci in quella da me auspicata.
Complimenti per la ricerca. Condivido appieno l’analisi.
Eri pronto a santificare Medvedev o altri se avessero vinto questo Slam? Ti è andata male,riprovaci al prossimo Slam,sarai più fortunato ma sempre frustrato…
Ragazzo, è da anni che ogni tanto te ne esci e fai il fregnacciaro.
connetti quei due neuroni
Posso aggiungere un’ottava considerazione?
JS ha creato un Supporting Team eccezionale. Abbiamo già letto tante volte che sono un bel gruppo, dove tutti stanno bene con gli altri.
Lavorano duro e poi si divertono, com’è giusto che sia, per stemperare le tensioni e vedere positivo.
Ma vorrei spendere qualche parola per i due “Boss” del gruppetto: Cahill e Vagnozzi.
Simone è bravissimo. Si era già intuito seguendo le ascese (e seguenti, tristi, discese) di Cecchinato e Travaglia. Evidentemente Vagnozzi allena bene Jannik, fuori dalle competizioni (ne è rimasto stupito anche Cahill).
Ma vogliamo parlare del momento che ha fatto cambiare l’inerzia della finale?
JS era 1 – 5 nel secondo set e brancolava nel buio. S’è girato verso l’angolo, chiedendo un miracolo. E Simone, pronto: “stai più indietro in risposta e prova a fargli il break”. Detto, fatto!
L’altro fenomeno del gruppetto è, ovviamente, Cahill.
Anche se non dicesse una parola sarebbe evidente a tutti chi è il più carismatico e importante del gruppo. Ma lui parla. E cosa dice?
Dice che il capo del gruppo tecnico è Vagnozzi e che lui è a disposizione ed è stupito di quanto sia bravo. “L’allenatore più bravo che io abbia mai conosciuto”.
Così non ci sono invidie e/o sovrapposizioni e Simone lavora al meglio, motivato come un monaco Shaolin. E si vedono i risultati.
Bravissimi e umili (forse che li abbia scelti un altro come loro? 😉 ) tutti quanti.
Nel mio piccolo vi auguro il meglio.
Riposto, con alcune modifiche ed integrazioni, l’intervento di alcuni giorni fa.
Sono andato a rivedermi la situazione del ranking di 5 anni fa, esattamente dopo la fine dell’edizione 2019 dell’AO:
Allora la classifica era la seguente:
1 Djokovic
2 Nadal
3 Zverev
4 Del Potro
5 Anderson
6 Federer
7 Nishikori
8 Thiem
9 Isner
10 Cilic
La classifica di oggi, e questa:
1. Djokovic
2. Alcaraz
3. Madvedev
4. Sinner
5. Rublev
6. Zverev
7. Rune
8. Hurkacz
9. Fritz
10. Tsitsipas
Ci sono alcuni aspetti che balzano subito alla vista:
1. il primo è comunque sempre lui, Nole.
2. di quelli che c’erano 5 anni fa, dopo che è passata una generazione tennistica, ne rimangono solo 2, Djokovic, appunto, e Zverev. Segno che il ricambio è stato più veloce di quanto si potesse pensare.
3. la ragione di questo è dovuta al fatto che solo 2 dei classificati aveva meno di 30 anni: Thiem e Zverev.
4. Di giovani c’era solo Zverev, peraltro già allora subito dietro i due Mostri.
5. Dei giovani che erano vicini alla top 10 (Khachanov 11, Tsitsipas 12, Coric 13, Medvedev 16) solo Medvedev e Tsitsipas sono entrati stabilmente nei top, Khachanov ha avuto una fugace presenza, Coric non c’è mai entrato. Altri erano lontani (Fritz 40, Hurkacz 73, Rublev 100) e sono oggi stabilmente fra i 10, altri che erano molto più vicini (Shapovalov 25, De Minaur 28, Tiafoe 30) non sono entrati o lo sono stati per pochissimo tempo. Gli allora Jr Alcaraz, Sinner e Rune erano intorno alla 500esima posizione od ancora più indietro.
6. C’è però un dato interessante che riguarda un giovanissimo, appena più grande dei tre citati, Felix Auger Aliassime, che era 103. Per fare un paragone, Felix era nella classe di età che hanno attualmente Mensik (126), Shang (139) e Prizmic (168). Già allora si parlava di lui e del suo connazionale Shapovalov (già in top 25) come di futuri dominatori del circuito. A 5 anni di distanza la realtà è ben diversa.
7. Altro aspetto interessante, è invece una sostanziale omogeneità della classifica dei top 100 per quanto riguarda la presenza dei “giovani” (intendo per tali quelli sotto o di 24 anni) erano 25, oggi sono 23, anche rispetto alla distribuzione per annate. In pratica, in 5 anni i giovani non sono aumentati, anzi sono leggermente diminuiti. Ma è significativamente aumentata la loro presenza in top 10 (3 contro 1) di fatto creando i presupposti per un possibile più veloce ricambio della precedente generazione (1995/1999) con quella emergente (2000/2004).
8. In sostanza, chi ha interpretato in modo meccanico i dati del 2019 estrapolandone le conseguenze su oggi, ha preso notevoli cantonate:
Zverev non è diventato il successore dei Fab 3;
i giovani più promettenti non sempre sono diventati dei top;
fare previsioni funamboliche su i giovanissimi può essere un divertente esercizio retorico, ma nulla di più;
allora si pensava che l’età media del tennista di punta stesse crescendo, ma in realtà essa ha riguardato un numero ristrettissimo (i Fab3 sostanzialmente) di tennisti.
9. per quanto riguarda lo specifico italiano, nel corso del 2019, dopo 41 anni, si ebbero di nuovo due tennisti italiani nei primi 10, Fabio Fognini, che ci rimase però solo un paio di mesi, e Matteo Berrettini, che invece occuperà quella posizione fino all’inizio del 2022.
Oggi abbiamo il n°4, Jannik Sinner, che era già entrato a fino 2021, e che verosimilmente (tutto è possibile) la occuperà ancora per parecchi anni).
Ma è ancora più interessante il confronto fra chi era fuori dei 10 (ed entro i 150).Nel 2019 sempre subito dopo gli AO, avevamo
15 Fognini
16 Cecchinato
37 Seppi
53 Berrettini
85 Fabbiano
113 Sonego
114 Lorenzi
123 Travaglia
138 Bolelli
152 Quinzi
153 Vanni
Di questi gli unici “giovani” erano Berrettini, Sonego e Quinzi (pensate, il terzo dei giovani italiani, un tennista che di lì a poco si ritirerà). La maggior parte (Fognini, Seppi, Fabbiano, Lorenzi, Bolelli, Vanni) erano sopra i trent’anni o stavano per compierli.
Gli attuali top 150 degli Italiani sono
4. Sinner
26 Musetti
38 Arnaldi
46 Sonego
76 Cobolli
102 Fognini
110 Zeppieri
114 Nardi
124 Berrettini
135 Darderi
148 Vavassori
155 Gigante
Sono uno di più 12 contro 11, ma si invertono completamente le presenze per età: 8 giovani, 1 “senatore” (sempre lui, il Fabio nazionale, sulla cui importanza in queste fasi di passaggio andrebbe spesa qualche parola) e tre “maturi” Sonego, Berrettini e Vavassori.
Anche il più incallito dei “pessimisti” non potrà non vedere, oltre ad un notevole cambio generazionale, ancora più forte di quello avvenuto nella classifica generale, una grandissima spinta dei giovani: nei primi 100 abbiamo sempre 5 tennisti, ma nel 2019 c’era solo un giovane, molto indietro, oggi ce ne sono 4 di cui tre nei primi 40.
Preferisco non aggiungere altro, lasciando questi dati alla vostra riflessione
Comunque è andata bene cosi, però trovo veramente ridicolo e scandaloso il fatto che non si sia trovato un accordo per farla vedere in chiaro.
Quindi è vera la tesi secondo cui Nole non è il tennsita più vincente della storia, visto che i 10 AO sono carta straccia ? 🙂 😯
(1) Sinner ha tutto il tempo per arrivare alla posizione n. 1 del ranking, l’unica che conta davvero e che certifica la tua posizione nella scala dei valori del tennis professionistico. Nel frattempo ieri ha messo in saccoccia l’unico risultato che in questo momento contava davvero: la prima vittoria in uno slam!
(2) Con la sconfitta di Melbourne Djokovic secondo me si è ufficialmente avviato sul viale del tramonto. Forse vincerà ancora uno slam, ma se non succede quest’anno per lui sarà sempre più dura. L’anagrafe non mente.
(3) Il problema di Alcaraz sono i classici problemi che si accompagnano alla sua giovane età e da cui Jannik al momento sembra immune. Già sul finire della scorsa stagione Ferrero dichiarò pubblicamente come fosse necessario ricordargli che arrivare così presto a diventare numero 1 non significa dover smettere di lavorare con la stessa lena di prima. Ecco, forse un implicito umanissimo appagamento o comunque uno specchiarsi troppo negli straordinari risultati raggiunti potrebbe spiegare qualche appannamento registratosi negli ultimi mesi. Carina poi – e passata forse un po’ sottotraccia – la maliziosa domanda di Courier alla fine di un match sul se ci fosse qualche collega del circuito wta che amasse seguire in televisione (si vocifera di una sua simpatia per Emma Raducanu). Ma attenzione: parliamo di un talento unico al mondo che di slam ne vincerà ancora parecchi, non scordiamocelo!
(4) Fatta eccezione per la coppa Davis, Medvedev ha seguito la stessa strategia di avvicinamento agli AO di Jannik ed entrambi sono arrivati in finale. Not too bad direi. Secondo Cervara qualche match di preparazione forse avrebbe potuto significare una minor difficoltà di adattamento nei primi turni e quindi una migliore resa nella fase finale del torneo. Ma, come ammesso da lui stesso, si tratta di una domanda destinata a restare senza risposta.
(5) Personalmente credo che Zverev sia tornato a livelli molto alti e che prima o poi vincerà uno slam. Non scordiamoci che prima dell’infortunio, mentre si stava giocando l’accesso alla finale del RG, era già n. 2 per cui, visto anche quello che è successo a Djokovic per via del covid, non si fosse fatto male forse a fine anno sarebbe potuto diventare lui n. 1 al posto di Alcaraz. Staremo a vedere. In ogni caso di risultati molto prestigiosi ne ha già raggiunti in carriera. Prima poi arriverà anche il titolo in un major.
(6) Lasciamo che Cobolli faccia la sua strada senza caricarlo di troppe aspettative, che potrebbero poi ritorcersi contro di lui. Insomma, se son rose fioriranno. Intanto godiamoci Sinner.
(7) Il “problema” dei match troppo lunghi in effetti è avvertito dagli addetti ai lavori. Personalmente, però, non toccherei nulla. Gli appassionati possono stare incollati alla sedia o al televisore anche per quattro/cinque ore senza annoiarsi un secondo. Certo che se poi un giocatore non piace o addirittura lo riteniamo soporifero possiamo sempre evitare di guardarlo.
Un’ultima notazione che aggiungerei in fondo alla lista. La vittoria di Sinner di ieri, per come è maturata, è stata fondamentale non solo – come ovvio – per il prestigiosissimo titolo slam conquistato, ma anche per l’accelerazione che può dare alla sua carriera in termini di nuovi futuri successi se la fortuna e la salute lo assisteranno. La nomea di giocatore fortissimo e vincente che da oggi lo precederà, infatti, sarà per molti il primo problema da superare prima ancora di scendere in campo.
Certo che se si unisce ai problemi di tenuta mentale in campo le accuse e i problemi che Zverev sembrerebbe avere nella vita privata, credo che si possa ragionare sul fatto che il ragazzo presenti dei gravi problemi psicologici che trascendono l’aspetto sportivo
Infatti si parla degli ultimi mesi! Il tennista del momento e non del mostro sacro storico. Se uno batte Djokovic anche nel suo slam e vince in quel momento è il più forte piaccia o meno!
E’ una trollata di basso livello. Visto che Sinner è il secondo dopo Wawrinka non big 3 a vincerlo dal 2005 in poi. Si vede che Nadal-Roger-Nole non lo consideravano molto minore….
E’ già massacrato perchè vive a Montecarlo.
Però con l’indotto tennis che porterà in italia, lo stato incasserà in tasse molto più di quello che lui non paga (eccetto le lezioni dei maestri che sono al 99% in nerissimo).
Oltre all’immagine pulita, seria, perbene, che porta in giro per il mondo e non è quantificabile.
Se tornasse a vivere in Val pusteria sarebbe una bella favola ma non lo si può tormentare per questo.
Non capisco e mi fa arrabbiare particolarmente che i super giornali e media super competenti non facciano altro che fargli i conti in tasca, a me interessa esclusivamente cosa fa sul campo e la meravigliosa persona che è!!!! Esempio per tutti!!!
Tu per primo ,mi auguro, sai di aver scritto una “corbelleria”. Sei collezionista di pollici rossi?
Per me Markuz ha avuto un attacco di trollaggine, magari in buona fede, gli Slam valgono tutti tanto, c’é stato un tempo in cui gli AO (su erba anni 80) venivano snobbati dai migliori (a meno non dovessero fare Grand Slam, ma non é capitato), oggi suscitano appetito in tutti. Non vedo, visto la partecipazione e la qualitá dei match, come definirli minori….boh
Cambiare materiali mi pare velleitario. Forse si potrebbe tornare alle superfici originarie, l’erba di una volta a Wimbledon, la terra più lenta a Parigi. Si capisce la tendenza a uniformare degli ultimi anni, perché gli organizzatori vogliono sempre quegli stessi migliori in semifinale e finale. Si è persa la specializzazione. Un terraiolo non vince a Parigi dal 2004 (Nadl non si può considerare tale), un giocatore da serve & volley alla Pat Cash, alla Krajicek o alla Rafter non potrebeb mai vincere Wimbledon (vabbè, Rafter non lo ha vinto nenache all’epoca, ma è stato due volte in finale).
Qui di triste mi pare che si siano principalmente i tuoi commenti. Occhio che la bile ti scoppia e poi ti devono operare d’urgenza.
Quando mai ha capito qualcosa…
Io credo che un primo passo, forse più semplice, sarebbe quello di togliere il 3/5 nei primi tre turni e lasciarlo solo dagli ottavi in poi (e lo reinserirei nei Masters, almeno quelli da 96 partecipanti, che si disputano in due settimane, a partire dai quarti, come succedeva sino ad una ventina di anni fa). Fra l’altro, nei primi tre turni, si giocano la maggior parte delle partite e i rischio del protrarsi di un incontro fino a tarda notte diminuirebbe. Forse si avrebbe qualche sorpresa in piu, ma vedere i Bigs impegnati già dai primi turni non sarebbe male. Discorso inverso nei Masters, dove negli ultimi turni ci sarebbe lo spazio per incontri più “probanti”, ed inoltre l’abitudine a giocare 3/5 si diffonderebbe maggiormente.
Gran bel pezzo, come al solito, del nostro Mazzoni.
Devo dire che ho trovato molto interesse nel leggere i commenti, tutti di gran livello e che rispecchiano molto anche i miei pensieri.
Tante opinioni eccellenti, da Brufen, a Pier no guest, Zedarioz, gisva, Alex77, Paolo Papà, Andy.Fi, Marco M.
Senza troll vari, è enormemente piacevole assistere o intervenire in queste discussioni.
Che vita triste quella del troll. Incredibile…
L’esperimento fatto alle next gen per rendere più moderno il tennis non mi pare abbia sin qui sortito effetti positivi,prova ne è il fatto che è rimasto un esperimento fine a se stesso e nessuna delle novità proposte ha preso piede nel circuito maggiore. Vado controcorrente (forse sulla scia dell’entusiasmo per la giornata di ieri) e dico che il tennis è bello così com’è e a livello di regole non c’è nulla da cambiare. I cambiamenti sono già in corso con l’evoluzione continua degli attrezzi, telai,corde, scarpe etc. e delle superfici di gioco. Ben vengano se migliorano le performance degli atleti (prof e amatori) ma cambiare tanto per cambiare non credo sia sensato
Tutto giusto tranne l ultimo punto. L’atletismo, così come la tecnica e la mentalità, è parte essenziale di questo sport.
Quindi Toronto non era un 1000 ma un 750. L’Australian Open è la gamba zoppa. La Davis non è più quella di una volta col formato attuale. Alle Finals arrivano tutti stanchi a fine stagione.
Aspettiamo il prossimo…
si, cambiamo ma cambiamo tra 15 anni, quando sinner si sarà (o starà per) ritirato.
non è che appena abbiamo consacrato il nostro campione, cambiamo le regole e magari ce lo ritroviamo più debole.
https://youtu.be/DOLzGZL59jI?si=uvLqpGpaO8MZ9tRx
Spero che sia il video giusto, stavolta!
@ Markux (#3912831)
Tu si che la vedi lunga e non sei triste…
Già immagino quando Sinner vincerà US Open e Wimbledon ( si che li vincerà, fattene una ragione) inizierai con il livello basso dei giocatori e argomenti simili.
sinner:
attualmente il più forte del mondo? forse. difficile fare le classifiche mensili. con più senso fare quelle annuali, e l’appuntamento sarà dopo il roland garos. ma non sono molto appassionato al disorso, quello che mi appassiona di più, e mi impressiona ancora di più, è il suo atteggiamento. dopo una vittoria così importante, subito al lavoro e a pensare che cosa e in cosa migliorare. impressionante, ancora work in progress. e io temo il giorno, ma per gli altri tennisti, quando penserà: ok , adesso sono al massimo, adesso mi scateno. e lì saranno c…i amari per tutti.
djokovic:
ok, non mollerà il colpo tanto facilmente, ma il tempo passa anche per lui.la mente vorrà, ma alla fine il corpo farà fatica a seguirlo. oltre a sinner che lo aiuterà a prendere la decisione fatidica. quindi meglio adesso (quest’anno) che è ancora competitivo, che trascinarsi come nadal.
alcaraz:
penso che abbia ragione chi diceva che il amssimo lo ha già raggiunto, un pò troppo presto, e che non ci siano più margini di miglioramento. certo, i colpi rimangono e rimarranno, ma da qui a essere dominante ce ne passa. oltretutto con il fisico che ancora giovane ha già mostrato parecchie crepe. e soprattutto è preoccupante la testa: non c’è il suo mentore a teleguidarlo? non si raccapezza, e non sa il perchè. trova le differenze con la finale di sinner…..
medvedev:
comunque un grande, 6 finali slam non sono da tutti. anche lui limiti tattici? rivedere le strategie? non saprei, ha un tipo di gioco difficile da cambiare, così, dall’oggi al domani. i suoi colpi sono comunque di gran livello. sarà lo stesso un osso durissimo per tutti.
zverev:
stesso discorso di medvedev. i colpi ci sono , è già una bella cosa essere tornato “quasi” dove era prima dell’infortunio (perchè comunque la si veda qualcosa gli ha tolto). qui forse l’aspetto caratteriale gioca un discreto ruolo. caratteriale soprattutto fuori dal campo.
cobolli:
impaziente di vedere il suo anno. è partito benissimo, se farà come arnaldi tanto di guadagnato, un giovane in più nella schiera degli italiani di livello.
match troppo lunghi:
ancora non ho capito quale sia il problema.
se rallenti le palle, i giocatori si lamentano che non riescono a spingerle. idem con i campi, i giocatori si lamentano che sono troppo lenti, se diminuisci la tensione delle corde, i giocatori si lamentano (oppure no, la tensione delle corde è una di quelle cose molto personali). i match sono lunghi perchè vanno al 5 e sono tutti set combattutti? e se fosse perchè il livello di tutti si è alzato e tutti sono in grado di lottare fino alla fine, girando a loro favore i set?
per far durare meno le partite degli slam non c’è che una soluzione: due su tre. il livello di tenuta fisica ma anche il livello tecnico hanno avuto un’impennata in questi ultimi due decenni. che sia questa la causa?
Rotterdam, Miami, Pechino, Vienna, AO + la semi Finals. Prima di Pechino perdeva sempre JS, da li in poi fortunatamente lo ha sempre battuto!
Non sono convinto che Sascha e Tsitsi riescano ad entrare nel giro dei vincitori slam. Quella generazione è stata totalmente mangiata da Nole e gli ultimi sprazzi di Nadal ed ora sembra siano arrivati i successivi, tra cui sembra esserci anche il nostro fortunatamente. L’unico di quella generazione che ha vinto uno slam è Medvedev, e lo ha fatto a seguito del crollo di Nole che non ha retto alla pressione del grande slam, sennò anche lui era a bocca asciutta.
La stessa abilità nel cogliere le opportunità non l’ha avuta Zverev (battuto da Thiem agli US)
Alcaraz tornerà più forte al Double Sunshine e secondo me anche Rune si farà notare
@ Luca Martin (#3912844)
Scusate gli errori. RIproverò a postare.
Penso che tutti gli utenti meritino di godere di questo breve filmato in cui Nick Kyrgios…:
https://youtu.be/8KPz7GWcz1g?si=KhKiYyHYqoBMwyJy
Ciao!
Eccerto perché per vincerlo ha battuto Pippo Pluto e topolino non i numeri 5,1 e 3 del mondo… Vabbè, beato te che ci capisci!!!
Match troppo lunghi. E’ necessario agire. Subito.
Ho preso un mezzo coccolone col titolino, ma come anche Mazzoni si schiera con quelli che vorrebbero dare un altro colpo alla tradizione?
Per fortuna poi ha scritto quel MAI sul cambiare le regole per compiacere le televisioni.
E mi trova d’accordissimo col discorso del dover agire su palle e corde dei telai, forse anche sulle superfici. Da non tecnico non so se potrà servire, ma certamente da appassionato preferisco di gran lunga match avvincenti, ma con soluzioni di attacco che portino a pochi scambi, senza quegli attendismi tattici che troppo spesso dobbiamo vedere. Ci stanno anche quelli in particolari momenti, quando c’è tensione, quando serve rifiatare pensando a soluzioni vincenti, ma non ad ogni scambio.
Sul resto come non concordare, preoccupato per Alcaraz e l’involuzione degli ultimi mesi, mi piacerebbe tornasse ai suo livelli per fare duelli epici con Jannik. Purtroppo non penso che li perderà tutti tutti…
Nole è fisicamente integro ed è maniacale nel curare il proprio fisico e la propria forma, non credo proprio che sia in crisi, soffre Sinner e col suo carattere credo voglia batterlo nuovamente per cui mi aspetto ancora dei duelli per nulla scontati.
Medvedev non sarà bellissimo a vedersi ma è concreto come pochi, ha un rendimento altissimo e se non vince come minimo arriva in semifinale in tutti i tornei maggiori, 1000 o Slam, non sarà mai un cliente facile per nessuno. Però adesso il complesso con Sinner lo ha lui ed è una gran bella cosa, in prospettiva.
Zverev ha una spada di Damocle sulla testa mica da ridere, se fosse colpevole delle accuse rivoltegli spero sparisca dal tennis e da tutto, se fosse accusato ingiustamente starebbe pagando a livello morale un prezzo troppo alto. L’ho ammirato per come si è ripreso dopo un infortunio che poteva chiudergli la carriera, gli auguro di essere innocente, ma se dovesse davvero aver fatto le cose di cui è accusato nessuna pietà.
Cobolli vedremo, ho già preso la cantonata durante la favolosa cavalcata da fuori degli 800 alle soglie dei 100 predicendo la Top50 entro pochissimo, però che sarebbe entrato nei 100 lo sapevamo che era solo questione di tempo. Adesso non faccio alcun pronostico, mi godrò le sue eventuali imprese aspettando il risveglio di Musetti, la conferma di Arnaldi e magari gli arrivi nei 100 di Zeppieri e Nardi-R, che non può essere quello di queste settimane del post infortunio subito durante la preparazione.
Chiudo con Jannik: se starà bene e continuerà ad avere la voglia di migliorarsi e imparare che ha dimostrato in questi due anni non gli sarà precluso nessun risultato, nemmeno quello che nessun tennista ha mai raggiunto dai tempi di Laver. Ha 22 anni, la maturità fisica di un atleta è mediamente dai 25 ai 30, non oso pensare a cosa possa diventare 🙂
Io credo che il punto su cui si possa agire è quello delle superfici e delle palline. Il gioco si è troppo omologato verso il cemento a discapito della varietà delle caratteristiche dei giocatori. Anche la davis ha seguito questo andamento perdendo il suo fascino che era anche legato alle possibili sorprese che specialisti della terra rossa o dell’erba potevano fare pur partendo da sfavoriti.
Clicca qui per visualizzarlo.
Purtroppo Sette spunti non bastono a dire che la vittoria di Sinner è figlia di un Dio minore, visto che gli Australian Open sono lo Slam meno prestigioso dei 4 ma è meglio salire tutti sul Carro del vincitore e far finta che gli Australian valgano Wimbledon o gli US Open. Che tristezza.
Durante la semi tra Medvy e Zverev tifavo il russo soprattutto perché mi è molto più simpatico del tedesco. Sicuramente Jannik contro il russo non ha iniziato bene ma il livello di Medvy era pazzesco; spero che ancora per qualche mese il ranking rimanga così perché ritengo in questo momento Medvy più pericoloso dei numeri 1 e 2. Poi nei 2su 3 c’è anche Zverev
In questo 2023, il vero antagonista di sinner è stato medvedev, contro cui ha disputato 5 finale, e almeno una semifiNALE (vado a memoria).
ma zverev sarà un problema e carlitos e djokovic saranno pronti alla battaglia.
io inserisco anche rune, se mette a posto testa e fisico.
ci aspetta un bell’anno di tennis.
Credo che il problema sia che non potendo far diventare bassi e lenti i giocatori vadano “compensate” le loro prestazioni fisiche intervenendo sul resto.
I telai sono estremamente tolleranti, sweetspot ampi permettono di buttare tutto di là e le corde ti permettono di farlo con violenza. Questo limita gli errori ma eleva la velocità e se hai palle “dure” e superfici rapide (tipo anni ’90) gli scambi sono troppo brevi, gli ace aumentano.
Occorre un compromesso (palle lente il più “economico”) perché le case costruttrici non accetterebbero telai con ovali piccoli anche se sarebbe la soluzione migliore.
Forse, e dico forse, il contemporaneo rallentamento delle superfici e le palle tanto criticate hanno prodotto l’effetto contrario al desiderato, creando scambi da “pallettari violenti”.
Bisogna si lavorarci su, si sta passando da un estremo all’altro.
E pensare che l’anno scorso di questi tempi, si criticava ferocemente Jannik per la sua prematura uscita agli ottavi per mano di Tsitsipas.
Si diceva che non ce l’avrebbe mai fatta a battere le sue bestie nere. Tstitsipas, Zverev ( l’unico che gli e’ rimasto con cui deve ancora regolare i conti ) Djokovic e soprattutto Medvedev, dal quale avrebbe poi perso le finali di Rotterdam e di Miami. Gli si dava del perdente, e molti lo ritenevano inferiore a Rune, che aveva da poco vinto Bercy e lo avrebbe poi eliminato nella semifinale di Montecarlo. In quel momento sembrava il danese il predestinato.
Incredibile come siano cambiate le cose nel giro di pochi mesi. E il punto cruciale credo sia stato Toronto. Quel mille vinto ha avuto il potere di sbloccarlo mentalmente una volta per tutte. Da quel momento ha cominciato a giocare libero da ogni paura e tensione.
Adesso pero’ viene il difficile. Perche dopo un mille e uno slam, c’e’ il rischio di sedersi e ritenersi sazi. Ma Jannik e’ ambizioso, non e’ sazio, anzi sembra avere la stessa fame di Djokovic.
Su Alcaraz ci andrei piano. Chi crede che Sinner sia più forte secondo me commette un errore. Ora, in questo momento è più forte. Ma lo spagnolo ha solo 20 anni. Forse ha vinto tanto troppo presto e si deve assestare.
Lui e il nostro sono i nuovi big 2.
L’ultimo punto è interessante.
Io per accorciare i match abolirei il let ma farei anche molte meno pause all’interno del set.
Anzi, non ne farei nessuna. Solo un paio di cambi campo senza sedersi.
In questo modo i tennisti avranno anche meno energie per fare maratone e cominceranno a trovare modi per accorciare lo scambio.
Poi i 25 secondi per il servizio li porterei a 20.
Non sono d’accordo, sinner è il numero 2 virtuale!
il più forte è sempre djokovic ovvamente se si presenta nella versione finale atp finals.
Senza voler togliere niente all’impresa di Sinner, il nole degli ao era una versione un po sbiadita, rispetto a quello a cui ci ha abituato il fenomeno serbo.
Che non è poco, il bambino ha ancora bisogno della tata !!!!!
Piccola rivincita per gli antiputiniani come me . Sinner batte Russia 3-0 (Kachanov-Rublev-Medvedev) !!!!!
D’accordo su molti punti, dallo Jannik attualmente numero 1 “virtuale” al Djokovic tutt’altro che rassegnato a far da “comparsa” alle nuove leve tra le quali sicuramente ha da evolvere e maturare tatticamente Alcaraz, parecchio indietro rispetto a Jannik in questo settore.. su Zverev, discorso a parte, ha un problema di testa ed emotività enorme, grande limite che scava il gap con i primi 4 e certo per lui e TsiTsipas dev’essere stato uno smacco enorme vedere che anche Jannik, oltre ad Alcaraz, ha già vinto uno Slam e loro sono ancora a zero, ma tecnicamente avrebbe tutto per competere e vincere, non sono d’accordo che ha davanti avversari oggettivamente superiori, si, di testa si ( hai detto niente)perchè come giocatore è sicuramente alla pari
Alcaraz ha affrontato lo slam senza Ferrero e si è visto, Sinner ha avuto da Vagnozzi le parole chiave “devi essere più aggressivo, stai più dietro quando rispondi alle battute” più o meno sì è letto sul web. Sinner ha messo in pratica e ha vinto.
La più grossa differenza è che prima, per colpire bene e con potenza la palla, ci voleva posizione perfetta e pallina presa con la parte centrale del piatto, tocco e sensibilità.
Ora non serve più.
Non dico tornare alle racchette di legno, ma in effetti sperimentazioni per rendere più tecnico e spettacolare il gioco, potrebbero essere fatte.
Io, sicuramente abolirei il secondo servizio.
Poi tornerei a differenziare le superfici. Si è appiattito troppo il gioco.
Su altri aspetti, noto gli effetti, ma non ho sufficiente conoscenza dei materiali per immaginare cosa sia meglio.
Su alcaraz e’ stato dimenticato il fatto che non fosse teleguidato da Ferrer agli AO
doppio
Sinner è il più forte del mondo.
Sul duro forse è vero, ma il cuore della stagione tennistica va da Parigi allo US Open (quest’anno ci sono anche le Olimpiadi). La conferma all’affermazione fatta arriverà in quei quattro mesi.
Lo scorso anno, in quel periodo Sinner ha brillato solo a Wimbledon ed in Canada. Vedremo come sarà gestita quest’anno la condizione negli appuntamenti importanti.
Djokovic
Djokovic era in ritardo. Sperava di farcela, ma la condizione che aveva non è bastata. Quest’anno penso che fra Parigi, Wimbledon, Olimpiadi e Flushing Meadows darà il suo meglio. Però la concorrenza è alta. Vedremo se saprà ancora primeggiare. Finché regge è a lui che bisogna guardare.
Alcaraz
Anche lui va visto in quei quattro mesi.
Secondo me non sarà mai uno che domina tutta la stagione.
Quest’anno darà il suo massimo fra Rolando ed Olimpiadi.
Prima di questi appuntamenti, non si può giudicare molto.
Medvedev
Delle nuove generazioni è quello che più si avvicina a Nadal e Djokovic per capacità di adattarsi al tennis Maratona. Grandi risultati, ma il livello per eccellere non c’è. Alcaraz e Sinner al top, gli paiono superiori. Penso sia già al suo massimo. Qualche altro Slam potrà vincerlo. Mi pare possa essere soddisfatto della sua carriera.
Zverev
E’ forse il giocatore che soffre il punto 7. Il tennis maratona non è adatto a lui. Quando si concentrava sui 1000 ne vinceva. Ora sta provando a vincere uno Slam. Probabilmente uno ce la farà a vincerlo, ma in effetti il problema potrebbe non essere lui, ma il tennis.
Cobolli
Le capacità tecniche ci sono. La preparazione fisica ora c’è. Sembra facile, ma ci vuole molto lavoro e ci vuole la formula giusta per arrivare. Alle volte è un dettaglio, ma è un problema trovarlo.
Il problema è che a volte il meccanismo si inceppa. Qualcosa nel fisico o nella testa e certe cose che sembravano acquisite, scompaiono.
Possibile che sia stabile nei 50.
Come molti altri. Il problema è che i molti altri sono più di 100.
Match troppo lunghi
Il tennis è cambiato dai primi 2000.
Per scoraggiare i bombardieri, si sono favoriti i maratoneti.
E si sono portati all’estinzione i giocatori di rete.
Ora, per primeggiare, ci vuole sevizio solido, grande risposta e piede veloce e resistente. Qualche buon colpo non guasta, ma sembra non più necessario.
Il problema è che non è semplice intervenire.
L’ATP è un sindacato che tutela i suoi rappresentanti.
Che ormai sono i tennisti-maratoneti.
Mazzoni, io gioco a tennis ma non sono un tecnico: puoi spiegare cosa intendi esattamente con “agire su palle, superfici e corde dei telai”?
Palle più dure e superfici più rapide per velocizzare il gioco e corde più sensibili per privilegiare il tocco a discapito della potenza?
Se tiri più piano, anche con superfici veloci, gli scambi possono diventare infiniti. Secondo me non si considera il fattore fisico: Courier era una specie di mister muscolo, forse il miglior atleta di inizio anni 90. Sembrava un ragazzino in confronto a medvedev e Sinner.
Adesso si copre il campo con una velocità che Courier o Sampras o Becker si sognavano. Se vai a rete senza avere impostato l’attacco alla perfezione non hai nessuna chance perchè ti arriva una bordata, quindi lo scambio si prolunga quasi naturalmente. Uno che tira forte come sinner dovrebbe fare il punto dopo 3 scambi e ieri in alcuni casi ce ne sono voluti 24, ma non per le palle lente, perchè Medvedev prende qualsiasi cosa, Nole idem, Nadal idem. De Minaur va a 200 all’ora.
Grazie in anticipo per la risposta.
Riconosco che Jannik mi ha sorpreso, lo dico subito.
Avevo delle perplessità su due aspetti tecnici, servizio e sensibilità e ieri ne ho avuto anche conferma se è per quello.Alcune palle corte non erano opportune, alcuni colpi al corpo non li ha saputi gestire perché il cambio impugnatura gli è ostico, il servizio (colpo costruito) ha dei momenti no in cui fatica a cambiare rotazioni.
E quindi? E quindi ha mostruosamente elevato i suoi punti fermi.
Io che amo i confronti col passato ho rivisto ieri un giovane Lendl che era potente ma privo di grande sensibilità, taciturno, magrolino e non votato alla resistenza. Ivan migliorò da fondo con entrambi i fondamentali, servizio solido, resistente, mentalmente fortissimo. Aggiunse per Wimbledon degli schemi che non bastarono ma non era più inadeguato (magari sgraziato, non disgraziato), valutando quando poteva spingersi in zone più sconvenienti per lui.
Jannik, più simpatico tra l’altro (ci vuole poco) ha i favorì del pubblico, l’ammirazione dei colleghi, è ben voluto.
A differenza di Ivan non entra in campo da “nemico”, è sempre ” A casa sua” e questo lo fa giocare ancora più sereno.
Vincerà molto perché se perderà imparerà subito le contromosse.
Eccezionale.
Ben conscio della necessità di abbreviare i match, Tiley ha appena fatto una proposta importante, di fatto non così sorprendente (è in cantiere da anni) ma comunque clamorosa per essere arrivata da uno dei vertici degli slam.
Corde, palline, superfici? Macché! Abolire il let, come accade da anni a livello ITF junior.