La dura realtà del tennis professionistico: oltre le Luci della ribalta
La vita da tennista, per molti, è intrisa di gloria, successi e trionfi sul campo, ma la realtà, soprattutto per coloro che sono lontani dai riflettori delle grandi competizioni internazionali, è ben diversa e spesso sconosciuta al grande pubblico. Simone Roncalli, ex tennista che ha raggiunto la posizione 536 del ranking ATP, ha condiviso con ilfattoquotidiano.it un ritratto schietto e sincero della sua esperienza nel mondo del tennis professionistico.
“Due anni fa mentre ero al Cairo a giocare un torneo ITF, ho comprato il biglietto aereo per il Portogallo senza avere la certezza di riuscire ad entrare nel Maia Open, un Challenger. Sconfitto in Egitto, sono partito immediatamente e ho giocato in Portogallo senza essere riuscito a dormire neanche un’ora”, queste le parole di Roncalli, che ha recentemente deciso di ritirarsi dal tennis giocato per dedicarsi alla carriera di allenatore.
Nonostante i sacrifici e le difficoltà incontrate, Roncalli ha riscontrato ostacoli notevoli anche al di fuori del campo, una situazione che ha portato Novak Djokovic, durante un’incontro dell’Associazione Giocatori Professionisti, a criticare aspramente l’ATP per le condizioni economiche dei tennisti emergenti. Djokovic ha sottolineato, come solo un esiguo numero di tennisti, circa 400, riesce veramente a vivere grazie ai guadagni derivati dal tennis.
Simone Roncalli ha espresso il suo pieno accordo con le osservazioni di Djokovic delineando una realtà in cui solo i primi 100 tennisti guadagnano cifre degne di nota. “Dentro i 230 del mondo giochi le qualificazioni Slam e si guadagna ancora bene. Dal 230 al 300 si va economicamente in pari, più giù si va in pari o addirittura sotto”, ha sottolineato l’ex tennista, rivelando una situazione preoccupante per i giocatori che si trovano al di fuori delle posizioni più alte del ranking.
Anche Roberto Marcora, che ha raggiunto la posizione 150 dell’ATP, ha condiviso con ilfattoquotidiano.it un’esperienza simile, segnalando come soltanto l’ingresso nei primi 100 possa garantire guadagni significativi. Mentre Luca Potenza, nonostante la giovane età e una posizione di 456 nel ranking, evidenzia una realtà ancora più critica, temendo che i giocatori in grado di vivere di tennis siano in realtà meno dei 400 stimati da Djokovic.
Queste voci autentiche emergono da una realtà sportiva spesso idealizzata, proponendo un’immagine spesso invisibile del duro lavoro, del sacrificio e delle difficoltà economiche che i tennisti fuori dalla top 100 devono affrontare quotidianamente. Come sottolineato da queste testimonianze raccolte da ilfattoquotidiano.it, si rende evidente una necessità impellente di rivalutazione delle strutture e dei supporti economici offerti ai tennisti professionisti, affinché il talento possa davvero emergere e prosperare, indipendentemente dalle risorse economiche personali.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Italiani, Luca Potenza, Roberto Marcora, Simone Roncalli
Io credo che chi sia numero 2000 in qualsiasi cosa al mondo non sia uno scarsone, dato che siamo 7 miliardi. Se un numero 600 al mondo di tennis è uno scarsone, allora vorrei sapere cos’è un calciatore nunero 100.000 al monedo, che gioca 10 minuti, quando va bene a partita, tira più calci all’avversario che al pallone, magari fa scommese clandestine (ma lo fanno anche i tennisti, però almeno c’è una ragione, la mancanza di denaro) anche se guadagna bene. Anche io ho proposto aiuti alle federazioni più povere.
Comunque avevo ragione su i “sapientoni”….
La mia opinione è che chiunque giochi a tennis con passione facendolo in modo professionale sia un privilegiato sia per il talento che in parte ha certamente avuto in dono sia per le esperienza di vita a cui ha l’opportunità di accedere.
Che lo faccia guadagnando anche per le future generazioni, che lo faccia guadagnando il giusto, che lo faccia investendo in questa attività con l’obiettivo di crearsi un futuro professionale in questo settore, che lo faccia per acquisire delle esperienze sempre e comunque utili o che lo faccia per divertirsi avendone la possibilità.
Tu devi capire che quei 2000 al mondo che giocano a tennis ci saranno sempre, indipendentemente dagli aiuti così come ci saranno sempre quel centinaio (in realtà una cinquantina scarsi) di talenti naturali che garantiscono con continuità il ricambio generazionale e che trainano l’intero movimento tennistico per cui la gente è disposta a pagare il prezzo del biglietto o un abbonamento tv. Paragonare il calcio al tennis è roba da Gervaso di manzoniana memoria, inutile perdere tempo con spiegazione su cose ovvie. Dal punto di vista dell’interesse pubblico, alla gente, all’appassionato di tennis, di vedere un tuo ipotetico figlio che per anni si arrabatta nei tornei ITF o qualche challenger in Kuloailupistan non gliene frega niente. Valgono meno di zero quei punti. Servono solo all’economia dei trasporti, degli alberghi e della ristorazione; e a te e al tuo ipotetico figlio per annunciare al mondo: “tennista professionista” (fake pro, in realtà) e non un disoccupato o, nella migliore delle ipotesi, maestro di tennis (btw, conosco gente che ha spedito i figli nei college USA per tenere il piede in due scarpe ma quelli hanno fallito prima di iniziare con la strada del vero professionismo, per ovvi motivi; nelle più rosee delle previsioni, non rimane loro che la strada del fake-pro, a fare swings in giro per il mondo a raccattare punti sperduti). Tornando agli aiuti economici, le uniche sovvenzioni che ATP e ITF dovrebbero garantire sono quelle alle Federazioni nazionali, soprattutto quelle dei paesi più poveri, per far crescere il movimento di base. STOP. Il sogno di genitori frustrati e di figli scarsoni vengano alimentati dai babbi, come sempre.
@ walden (#3798544)
Specifica meglio! Parli del Calcio.
@ Barabba (#3799054)
Complimenti…hai capito tutto nella vita.
quanto?
Non guadagni abbastanza? Fai altro nella vita. Non esiste il diritto a fare il tennista professionista.
L allenatore ha un costo
ERA DA SECOLI CHE NON LEGGEVO UN COMMENTO INTELLIGENTE IN QUESTO FORO! ONORE A GISVA
I perditempo scarsoni, vadano a lavorare, anziché stare a giocherellare fino a 30anni coi soldi dei babbi. Che in quanto babbi è giusto che paghino per il divertimento dei figli. Altro che allargare sovvenzioni a 400 giocatori: che c’è da confidare negli allineamenti astrali affinché i fake-pro (praticamente dal numero 200 a salire) mettano una volée in campo o azzecchino demivolee e smorzata nello stesso game.
State dimenticando che esistono anche I tornei di doppio e i doppisti
@ Lo smadonnatore senza TESTAH!! di taggia (#3798565)
Sai leggere? …SOLI GUADAGNI DI TORNEI. SE CONTAVO GLI SPONSOR LA CIFRA ERA MOLTIPLICATO 4 !
devi togliere il prelievo fiscale, innanzi tutto, e poi se devi pagarti l’allenatore un’altra fetta va via, i viaggi, gli alberghi (sono forniti solo nei challenger), etc etc. Con quell’entrata non si riesce a tirar fuori i 40/50000 € per mantenere una famiglia
In tutta onestà non sono nemmeno convinto che quella che ho postato sia poi questa grande idea. Immagino si possa fare di meglio.
Ho scritto di getto ed era la prima idea che mi è venuta in mente che consentisse di far coesistere merito sportivo e redistribuzione dei soldi.
mi trovo d’accordo con ciò che hai scritto nel primo post a corredo di questo articolo,in particolare:
E qui rientriamo nel principio del merito sportivo a cui in qualche modo va data priorità.
Beh però se ti porti a casa dai 500 ai 1000€ per essere il 6milionesimo al mondo non è così male. Se pensi che il 300 di uno sport seguito a livello mondiale non campa di tennis qualcosa non va. E non è solo un discorso di valore di mercato ma anche di gestione delle risorse
Intanto vedi che gli ATP250 non li considera, segno che praticamente vanno assimilati a dei challenger.
Secondo me andrebbe premiato chi si qualifica per gli Slam, i 1000 ed i 500. Al limite andrebbe allargato il numero di giocatori che partecipano a quelle qualificazioni.
Per i 250 ed i challenger punti e soldi dovrebbero andare soprattutto a chi li vince, non a chi fa piazzamenti.
Invece si premia troppo chi rimane solo nei challenger ed arriva nei 100 senza mai battere tennisti di livello superiore.
Rodionov probabilmente ha fatto risultati in challenger di livello, ma di giocatori che arrivano nei 200 azzeccando 2-3 tornei giusti, ce ne sono.
Cambiando la proporzione dei punti, si spingerebbe tutti i giocatori a dare il meglio negli stessi eventi, non a trovare la porzione di stagione i cui trovano spazio.
Poi, che il 100 al mondo faccia così, ci sta.
Ma che lo facciano anche il 300, il 600 ed anche il 1000, per andare a fare punti nei resort in Tunisia o Egitto, ha molto meno senso.
Non è scontato che aumentare i soldi per i giocatori oltre la 250esima posizione migliori la loro vita, potrebbe solo aumentare la concorrenza per quei soldi.
Il nocciolo del mio discorso è che se c’è interesse solo per 50-70 giocatori (e sto largo), è giusto che i professionisti veri siano al massimo 3-4 volte questo numero.
Non ha senso che uno vada sotto per anni per essere 500 al mondo, è una scelta sua e non se ne lamenti.
scusa, ma….non è quello che succede già adesso con il circuito challenger?
faccio un altro esempio concreto, reale:
l’attuale n.100 della classifica ufficiale atp (non live, quella di questa settimana) è l’austriaco juri rodionov. 618 punti atp.
ha fatto le quali in australia e US, primo turno a wimbledon e roland garos, è volato in kazakhistan dove a fatto quarti nel 250. poi solo challenger europei, quasi tutti fra italia, francia e poco altro, dove ha una vittoria, una finale, 4 semifinali, 5 quarti, oltre a qualche altro punto qua e là. 303.000 dollari gaudagnai in premi.
possiamo affermare che l’austriaco ha portato a casa il necessario per vivere?
se fa un buon finale di stagione è probabile che entri nei main draw degli slam, il tutto giocando e battendo parecchi sui colleghi nei challenger. mi sembra un percorso corretto per quello che si sta dicendo qui dentro. la solita sicriminante è che bisogna vincere partite, ma quello dipende dal singolo giocatore, non dal sistema. il sistema mette a disposizione le possibilità, poi sta al singolo emergere.
Affronti argomenti diversi, ma la logica è la stessa che proponevo io.
I tennisti sotto un certo livello, non dovrebbero diventare delle agenzie di viaggi per trovare la migliore opportunità in punti.
Semplicemente, dovrebbe essere permesso ai migliori della fascia 100-500 di accedere al livello superiore.
Non facendo le formichine a giro per il mondo, ma sconfiggendo altri tennisti di livello simile, ottenendo la possibilità di entrare in un tabellone Slam o 1000.
Per questoi tornei di interesse minore (a partire da atp250, passando dai challenger, per arrivare agli ITF) dovrebbero dare meno punti.
Se si aumentassero gli ingaggi dei tornei di base, si convincerebbe sempre di più i giramondo in cerca di punti facili ad investire per trovare punti e soldi facili.
Il tennis professionistico di livello è un massacro. Ho un’amica che è 650 WTA. I suoi genitori al momento continuano a investire su di lei ma per arrivare devi avere qualcuno che ti segue denominato coach… e non è gratis!!! Struttura per allenarti, Fisio, Preparatore atletico, viaggi, hotel (sempre al risparmio) camere condivise, allenamenti con un coach unico che condividi con un amica per contenere i costi. Due turni di quali e se perdi al primo turno non prendi neanche un punto WTA, con gente che negli M25 è 200 WTA. Il sistema andrebbe rivisto ma i primi responsabili di questa malagestione sono i Tornei senza senso, le Federazioni che pensano a foraggiare una infinità di personaggi inutili, imboscati, gente che non si sa bene che ruolo ricopra e cosa svolga durante l’anno con stipendi e bonus da capogiro. Un sistema troppo contorto e malato che se non parte con una presa di posizione dai primi 30 al mondo non cambierà mai. Ma di questi 30 chi sarà d’accordo a pensare al giardino di chi è 500/600 al mondo e non campa con il mestiere del tennista? ANCHE Nole belle parole, ma molto politiche, per ora solo di facciata mentre come sempre sono i fatti che fanno la differenza. Gaudenzi è un pò come il Presidente della Repubblica, gira e fa le sue spettanze dove serve, ma le decisioni non sono sicuramente farina del suo sacco, dietro c’è un sistema molto più consolidato che tira le fila.
@ Lo smadonnatore senza TESTAH!! di taggia (#3798685)
vabbè oh, nulla di male, tu la vedi così, legittimo per carità.
per me è una visione abbastanza ristretta della realtà. le cose non sono tutte bianche o nere. soprattutto noi non le sappiamo, possiamo solo cercare di avvicinarci col ragionamento.
Sono cifre lorde, al netto poco più della metà.
Per allenarti ti devi appoggiare a qualche struttura, hai un allenatore personale da pagare, la fisioterapia…
Compresi sponsor personali, e non tutti li hanno, e qualche finanziamento dalla federazione tramite campionati nazionali ecc, se si mettono in tasca 80.000 netti va già bene.
La soglia di sopravvivenza è stare nei 250 come dice Marcora. Sotto sono tutti in perdita o vanno a pari. Quando entri nei 150 e riesci a qualificarti ad un paio di slam all’anno allora vedi bei soldi, perchè ovviamente trovi anche sponsor facilmente se giochi tornei con copertura televisiva. Se fai una carriera nei 100, alla Lorenzi, allora sei sistemato tutta la vita.
viaggi troppo di fantasia
no,
il tennis sono gli slam
chi li gestisce ha una posizione di netto vantaggio.
Al massimo è vero che l’ITF gestice male il tutto. Ma è un altro discorso.
e non ti viene il sospetto che l’abbiano fatto apposta, per far capire all’itf che sulla davis hanno sbagliato? e, guarda un pò, i fatti hanno dato ragione all’atp, visto che l’itf vuole cambiare ancora la davis, chiedendo la collaborazione dell’atp.
da quando l’atp, e sono circa 50 annai, gestisce in proprio i tornei professionistici, atp e itf devono PER FORZA parlarsi e collaborare. l’atp ha bisogno dell’itf, l’itf ha bisogno dell’atp. da soli nessuno dei due va da nessuna parte.
si che si parlano.
ma è tutta da dimostrare questa influenza che vedi tu dell’una sull’altro.
Se andassero d’amore e d’accordo come credi sarebbero già fusi
da tempo.Invece gli interessi sono spesso divergenti (vedi atp cup la cui creazione è uno sgarbo alla davis).
@ Lo smadonnatore senza TESTAH!! di taggia (#3798614)
ah perchè secondo te l’atp e la itf non si parlano? l’atp non può fare pressioni e fare richieste? visto che sono loro a giocare e non i poltronari dell’itf? quindi l’atp sta ad aspettare che i soldi gli cadano dal cielo per gentile concessione dell’itf e non fa nulla?
se vogliamo credere alle favole, facciamolo.
Un’altra cosa che si potrebbe fare è la riforma da parte dell’ATP del tennis a livello più basso.
L’idea sarebbe quella di allargare la platea dei partecipanti al primo scalino della scala ATP,consentendo cosi l’approdo a questo anche a tennisti che non ne hanno la classifica. I ritorni economici sarebbero per questi ultimi ,più alti rispetto alla miseria dei futures e dei primi turni dei ch.
Il tutto si basa sull’evidenza empirica che almeno nei primi 400-500,e secondo me si va anche oltre, non ci sia cosi grande differenza.
I 250 sono troppi,non richiamano i grandi campioni se non in particolari occasioni (Vedi Nole l’anno scorso in Israele), non hanno un grande monetpremi,i primi turni attirano pochissimi spettatori.
I giocatori ci vanno non tanto per i soldi quanto per i punti.
I ch. a malapena coprono le spese per chi non arriva in fondo.
Invece di sta schifezza del ch. categoria 175 partorita da Gaudenzi (vero e proprio insulto al merito sportivo) si potrebbe pensare a lasciare solo i ch.75 in vita (M15>M25>Ch.75) e creare una categoria ibrida fra ch. e 250.
Al tempo stesso garantire un numero minimo di ch.75 per ogni zona geografica.
Decurtare un pò di montepremi dai 1000 su questa nuova categoria
(per indicarla la chiamerei categoriza bronzo)
ed ampliare il tabellone a livello di quali.
I tennisti oltre la 250° disputerebbero i ch. 75 anche per ottenere un WC a questi nuovi tornei riformati e ultra allargati,che ovviamente andrebbero spalmati su 2 settimane.
Anche un primo turno di quali a questa categoria bronzo darebbe quei 1.5000-2.000 euro necessari a pagarsi almeno spese di viaggio,vitto e alloggio.
Tanto dalla posizione nr.50 fino alla 400-500 i valori quelli sono. E pure nei primi 30 alle volte si trovano certi scarponi (Basti pensare a Dzhmur qualche anno fa).
L’ATP ? l’atp negli slam…non c’entra niente.
E’ l’ITF che gestisce slam, futures e davis.
Se lo hanno fatto è su iniziativa ITF visto che l’ATP non ha potere su di loro.
Non ha senso quello che scrivi, per il semplice fatto che chi non riesce a vivere di tennis nemmeno accede alle quali xeglinslam, figuriamoci quelle di un 500 o 1000. I soldi vanno aumentati negli itf, soprattutto, e poi nei challenger. Alla faccia di gaudenzi, che ha criticato il giocatore che non sa emergere
è quello che ha fatto l’atp negli slam in questi ultimi due anni.
ma quelli sono soldi degli sponsor.
Quelli non li puoi redistribuire in nessun modo.
Vanno rivisti i prize money dei maggiori tornei ATP (1000 e 500 ) ridistribuendo il monte premi verso chi esce ai primi turni,penalizzando quindi a livello di retribuzione quelli che arrivano in fondo (si suppone che se arrivano in fondo sono bravi e se lo sono campano già con gli sponsor).
Non so che altro si possa fare.
altri due esempi:
il ceco vit kopriva, best ranking 111 live 120, guadagni per 181.000 dollari. e gioca sostanzialmente challenger europei. con le spese ci sta dentro? ne porta a casa abbastanza per mangiare?
il francese geoffrey blancaneaux: attualmente al 235° posto. ha guadagnato quest’anno 171.000 dollari. è al limite di quello che si dice nell’articolo andare a pari con le spese. davvero si spendono, per fare i challenger europei (e un viaggio ina ustralia e uno in USA per gli slam) 171.000 dollari?
Scusa se ti sei sentito toccato, ma mi sembra evidente che leggere, come è avvenuto in passato, che un 500/600 dovrebbe ritirarsi perchè evidentemnete è scarso, mi fa pensare a quegli scarponi che riescomo a mettersi in tasca milioni senza praticamnete giocare…
Guarda posso farti nomi e cognomi, un mio collega è presidente di una squadra di seconda categoria, che, anni fa, grazie all’arrivo di un grosso sponsor sono riusciti ad ingaggiare un ex della Stella Rossa Belgrado (era ormai sopra i 40) che aveva giocato in Champions e che ufficialmente risultava camionista ma in realtà faceva solo il calciatore. E non è un caso unico. Nel calcio in Italia, campano non bene, benissimo, migliaia di persone che giocano 10 minuti a settimana, possibile che nel tennis non ci riescano in 30?
Col fondo si pagano tutte le spese di viaggio e alberghi. più l’allenatore fino ai 16 anni di età.
@ brunodalla (#3798529)
Hai tolto tutte le spese da qs cifre?
Con 60 MILIONI si riuscirebbe a finanziare il vero futuro dei giovani talenti!
Ma se viene a giocare in Europa/ Nordamerica non campa più
facciamo degli esempi concreti, cifre alla mano.
michael mmoh è entrato nei 100 quest’anno per la prima volta in carriera, best ranking 81, attualmente è proprio n.100 virtuale. ha guadagnato con i premi dei tornei disputati 654.000 doollari.
il cileno barrios vera bazzica i challenger, best ranking proprio questa settimana, al 108°. ha guadagnato in stagione 307.000 dollari.
aggiungiamo agli esempi anche Tirante, e cobolli.
tutti e due al loro best raking prio questa settimana. l’argentino 109° virtuale. ha guadagnato in stagione 291.000 dollari. il nostro è 108° virtuale e ha guadagnato 257.000.
possiamo dire che tutti questi ci stanno dentro e ci guadagnano?
Aiutando i giovani si allargherebbe la possibilità di trovare giovani talenti o non scoraggiare quelli che si ritirano prima!!
La federazione internazionale è un covo di sanguisughe…
Il 3% dei soli guadagni di Federer ammonta a circa 7,5 milioni di €…EHH!!
Bravi! Fatevi sentire! È UNA VERGOGNA!! E DOVREBBERO VERGOGNARSI TUTTI I TOP 30 A NON FARE QUALCOSA IN MERITO!! BASTEREBBE CHE NOLE CON ROGER , RAFA E ANDY COSTITUISSERO UN FONDO VERSANDO UN 3% DEI GUADAGNI PER SOVVENZIONARE LE SPESE DEI TENNISTI “GIOVANI” diciamo!
Sante parole!
IL TENNIS E’ LO SPORT DEI RICCHI!
e lo è oggi molto più di ieri.
Somme considerevoli in prima categoria?
e per questo che svolgono un doppio lavoro?
Forse in eccellenza c’è qualche professionista che ha accettato di scendere di categoria perché ha trovato qualche buona proposta ma la prima categoria mi pare esagerato.
Forse in serie D ,dove ufficialmente la categoria è dilettantesca ma ci giocano tutti i pro che non hanno trovato spazio nelle categorie superiori (a conti fatti dunque, non è dilettantismo) si campa decentemente ,al di sotto la vedo difficile.
Se i tornei di livello più basso dessero, a parità di montepremi, massimo 10 punti e chance di giocare negli M25 al vincitore, vi parteciperebbero giocatori locali e meno viaggiatori.
Non ha senso che vincere un M15 dia più punti che qualificarsi ad un ATP.
Si dia un reale valore ai punti, così, quando si parla del numero 500, non si parlerebbe solo di uno che ha investito in anni di mesi di viaggi per trovare il torneo giusto.
Si dovrebbe viaggiare a partire dai challenger, gli ITF dovrebbero essere solo il primo scalino, non il punto d’arrivo.
Basta notare quanto pubblico guarda questi challenger.
L’ultimo vinto da Cobolli in finale saranno state una cinquantina di persone, come fa’ a reggersi economicamente il circuito, non bastano gli sponsor.
La realta’ e’ molto semplice: la fetta degli organizzatori nel Tennis e’ molto piu alta che negli altri sport.
In NBA, con l ultimo contratto, la quota da destinare ai giocatori e’ del 50 %.
Le atp Nitto final di Torino, invece, hanno incassato 147 M$ (biglietti diritti televisi e sponsor) di cui 14.5 ai giocatori, circa 5 M all ATP. i numeri sono pubblici anche se non certificati, mentre Slam e ATP 1000 normalmente non sono neanche pubblici, o almeno io non li ho trovati.
Qualche dato sugli US open 2022 c’e: poco piu di 570 milioni di $, con un montepremi di 65 M$ e quindi piu o meno siamo sempre intorno al 10 %. Mi sembra tutto li.
Oggi ho preso un giorno di ferie per portare mio figlio ad un torneo Under 14 fuori regione. Se va bene domani tocca a mia moglie. L’ottica è la passione non il guadagno e comunque bisogna poter permetterselo. Sport bellissimo ma per benestanti.
Gli sport di squadra, come il calcio ( dove c’è un giro di soldi indecoroso), il basket, la pallavolo, il rugby (solo in certi pasesi), il football americano e il baseball negli Usa e qualche altro, possono attirare tanti fans negli stadi ed essendo televisivamente molto seguiti, generano soldi dagli sponsor etc etc e danno prestigio e notorietà ai proprietari delle società (anche se in “perdita”). Se non ci sono motivi loschi sotto!
Pochissimi sport individuali danno da vivere, se non ai più forti e vincenti! Il tennis è molto seguito ed è uno sport fantastico; per aiutare i giovani dovrebbero abbassare i premi per i vincitori dei tornei ATP e WTA, visto che i primi venti o trenta al mondo guadagnano tanto anche dagli sponsor e dai media grazie alla loro fama, per ridistribuirli nei premi dalle qualificazioni in poi, e forse aiutare anche nei dei montepremi challenger.
Ma se sei n. 600 e non sei un giovane in crescita, non si può pretendere di gareggiare troppo a lungo, perchè ovviamente è molto costoso girare per i tornei internazionali. Se prosegui lo fai quasi come hobby e se giri il mondo, anche se ti fai il mazzo allenandoti e finisci l’anno alla pari, non mi sembra così drammatico!!!
Vivere di sport è un privilegio!
Se non vinci anche negi altri sport individuali non puoi mantenerti, ma ti costa praticarli, dal golf allo sci, dal nuoto all’atletica, per non parlare di altri sport costosissimi come quelli di auto moto e equitazione! Lo sport ha un costo e purtoppo puoi praticarlo solo se sei sponsorizzato da federazioni o da una famiglia abbiente, che vedono in te un possibile campione.
Il problema del tennis pro è che trattasi di una lotta di sopravvivenza dove emerge il più resilienza non il più bravo andando quindi a diminuire il tasso tecnico e lo spettacolo. Fuori dai top10, che arrivano anche se allenati da nonno vi, la differenza tra il 50 e il 400 è solo mentale
Credo che non sia così semplice. Un Italia se arrivi in prima categoria nel calcio ti porti a casa delle somme considerevoli e non sei un professionista. Nella classifica mondiale dei giocatori di calcio, sempre se giochi in prima categoria sarai tipo il 7milionesimo al mondo. Inoltre non hai spese di spostamento.
Secondo me forse dovrebbero rivedere l’organizzazione dei tornei minori. Intanto organizzare centralmente le trasferte, magari cercando di giocare molti tornei secondari nelle stesse zone dei principali. Poi io personalmente darei spazio ai tornei minori almeno sulla TV ufficiale dell’ATP e della WTA. Molti di noi seguono questi tornei sui canali in streaming, non vedo cosa possa costare mandarli sull’app ufficiale…
Poi sicuramente andrà rivisto il discorso della suddivisione dei costi. Però si potrebbe partire anche da ragionamenti così per dare più margine ai tennisti di seconda fascia
Credo dipenda molto dal paese di provenienza.
A parità di premi per tutti cambia il potere di acquisto in un paese specifico.
Per un giocatore di challenger europeo/nord americano che tira avanti a fatica c’è anche un sud americano/nord africano che ci campa più che dignitosamente
C’è anche da dire che molti tennisti viaggiano e spendono per migliorare la classifica anche senza avere un tennis in grado di salire.
Se il tennis mantiene 300 tennisti, io che sono il 500esimo faccio di tutto per capire se posso entrare nei 300 e scegliendo i tornei giusti, ci posso anche riuscire, ma poi a livello challenger perdo sempre.
Se invece di viaggiare alla ricerca degli itf giusti, i tennisti si concentrassero sul provare a livello superiore per capire se vale la pena investire su di se, sarebbe meglio.
Poi il fatto che man mano che si scende di livello, i tornei portano più punti che soldi, spinge i tennisti a cercare punti, investendo soldi sui punti più che sul tennis.
Forse sarebbe meglio che tornei che portano pochi soldi, portino pochi punti.
Così non vedremmo il 250 del mondo a giocare degli M25 ed il numero 400 a giocare M15.
Infine, se proprio devo aiutare qualcuno, preferisco velocizzare la strada per i migliori giocatori di ITF, piuttosto che favorire i mestieranti.
Se vinci un M15, vinci anche l’ingresso nelle quali di un CH (ed eventualmente in un M25), se vinci un M25, vinci l’ingresso un un CH50/75 o nelle quali di CH superiori.
Il mondo ITF deve essere un mondo di transito. Giusto che ce ne siano tanti sparsi per il mondo, ma che diano meno punti e pochi soldi. Non possono drogare la classifica di giocatori che non hanno futuro a livello più alto.
Un qualcosa di simile potrebbe applicarsi al mondo challenger. Non ha senso che vincere tre match nelle quali di uno Slam porti meno punti che una semifinale CH.
I giocatori dal 100 al 300 vanno spinti a giocare a livello più alto, non a vivacchiare.
ma non è un fatto di essere sapientoni pero’ e non è nemmeno carino definirci cosi’ se non la pensiamo come te…..e Comunque non credo che debbano ritirarsi ma ste continue lamentele a me hanno un po’rotto….diciamo che ci sono categorie lavorative messe molto peggio…..
altro articolo che non aggiunge niente alle varie discussioni dei giorni scorsi, se non si spiegano con cifre reali quali siano le spese affrontate.
a parte che nell’articolo stesso si leggono cose contradditorie, e cioè i primi cento guadagnano cifre significative, però poi si dice che entro i 230 si guadagna bene. è ovvio che nei primi 100 ce ne stanno 100 e non 230, quindi se vinci stai nei 100 e meriti di guadagnare se perdi no, è la meritocrazia applicata allo sport.
poi si dice che nei 300 si va a pari economicamente. non vedo che cosa ci sia di così strano, se sei un tennista che bazzica quel livello è direi normale non guadagnare tanti soldi, e quindi devi gestirti con le spese in maniera oculata.
insomma, io non mai letto ancora una cifra di spese che possano far comprendere meglio il problema. se si pretende che 1000 tennisti guadagnino almeno mezzo milione di euro all’anno (con questa cifra si può vivere bene? senza problemi?), forse si è sbagliato sport
Adesso arriverà il solito sapientone che ci dirà che se uno non rientra almeno nei 300 dovrebbe ritirarsi. Ora, non ci vuole un genio per capire che il 2000 e rotti tennisti che non stanno nei primi 300 sono necessari per l’esistenza dei primi 300. L’ATP ha un programma che, se confermeranno quanto detto, dovrebbe garantire una buona copertura almneo finoi ai primi 300. Ma oltre? Innanzi tutto bisogna estenderlo almeno ai 500/600 e su questo devono provvedere i giocatori più ricchi, che hanno l’interesse a preservare il tennis per i prossimi decenni.
Oltre i 600 deve essere al Federazione intenazionale, assieme con le Federazioni Nazionali che possono premetterselo, ad intervenire soprattutto in quelle aree del Mondo (Africa, Asia) dove esistono paesi con pochissime strutture e praticanti.
Venendo a noi, alcuni calciatori di prima categoria (non tutti), pur essendo dilettanti, ricevo rimborsi spese che gli permettono sostanzialmnete di fare il calciatore. Un giocatore di 1a categoria è oltre i primi 10000 in Itlia, figuriamoci nel mondo. Può esistere che un tennista 600esimo al mondo debba rinunciare?