La denuncia di Carreno: “Sono sicuro che il mio grave infortunio derivi dalle palle che usiamo”
Pablo Carreno rientra sul tour Challenger dopo uno stop di 9 mesi e accusa chiaramente le condizioni di gioco e in particolare le palle adottate e il loro cambio continuo per il grave infortunio al gomito che l’ha tenuto fuori per tutta la stagione. Il nativo di Gijon infatti dopo un’estate 2022 super, sfociata con la splendida vittoria al Masters 1000 canadese, ha iniziato ad accusare seri problemi al gomito lo scorso novembre durante la Coppa Davis che l’hanno forzato prima a una preparazione invernale modesta, quindi a vero calvario nei primi tornei dell’anno. Una sola vittoria in tre tornei giocati, quindi la decisione di fermarsi dopo la brutta sconfitta rimediata al Challenger di Alicante da Pedro Martinez. È iniziato così per lui un anno nerissimo, che ha raccontato ai media spagnoli nel corso del Challenger di Malaga. Chiara la sua accusa: il suo grave infortunio dipende dalle palle, già aspramente criticate da quasi tutti i giocatori.
“È un anno complicato, a parte questo, non sono rimasto mai del tutto fermo” racconta Carreno. “Ho continuato ad allenarmi, cercando di recuperare. A volte sono stato fermo, ma non per più di quattro settimane. Mi stavo riprendendo e sembrava che le cose si fossero messe nel verso giusto, ma poi il gomito è peggiorato e mi sono dovuto fermare di nuovo, quindi sono tornato di nuovo in campo in allenamento… È stata particolarmente dura a livello mentale perché più di una volta mi sentivo quasi pronto a tornare, e invece non ce l’ho fatta. Ho provato a tornare a Indian Wells, poi a Madrid, poi a Winston-Salem, e alla fine è stato la settimana scorsa (Challenger di Alicante, ndr)”.
Pablo è tornato, ma il dolore continua a perseguitarlo, anche se meno intenso: “Sì, mi dà fastidio, soprattutto quando finisco di giocare, col riposo va meglio. Per ora sembra che il dolore sia sotto controllo. Dovrò convivere con il dolore almeno per un po’ e spero di gestirlo e che alla fine scompaia”.
Ecco l’attacco diretto e senza mezzi termini alle palle usate nei tornei: “Sono sicuro che le palle siano la causa del mio infortunio. Ad esempio, prima del Roland Garros mi stavo allenando con alcune palline all’Accademia per riprendermi dall’infortunio e tutto stava andando bene, stavo giocando dei set e le cose erano ok. Quindi sono passato alle palline del Roland Garros per iniziare ad allenarmi con le condizioni da torneo e dopo 20 minuti mi sono dovuto fermare di nuovo perché il gomito era in fiamme. È chiaro che le palle sono molto diverse e il continuo cambio di palle ha un’influenza. La settimana scorsa abbiamo giocato con un marchio, questa settimana stiamo giocando con un altro… Nel circuito Challenger è ancora peggio, perché se ne cambiano di più, ma anche sull’ATP tour si cambiano troppe palle. Non facciamo nemmeno due tornei praticamente uguali. Nello stesso tour australiano o su terra battuta puoi cambiare la marca delle palline. Sia la palla adottata che il loro continuo cambio provocano infortuni“.
Carreno non trova granché di positivo in quest’annata davvero sfortunata: “Aspetti positivi? Direi niente. Forse a livello personale ho avuto più tempo per me stesso, per stare con la mia famiglia, con mia moglie. La verità è che è stato un anno molto complicato con pochissime cose positive. Tanti anni fa ho avuto un infortunio molto grave alla schiena, prima di diventare un professionista, avevo solo 19 anni. Ora ne ho 32 ed è chiaro che non sono allo stesso punto della mia carriera. Forse ora ti aiuta un po’ a capire che il tennis non è l’unica cosa nella vita. Quando avevo 19 anni il mio unico obiettivo era tornare a gareggiare, giocare ancora ad ogni costo. Ora la visione che ho è diversa. La mia priorità è recuperare bene piuttosto di tornare il prima possibile”.
Dopo Medvedev, Tsitsipas, Fritz e tantissimi altri giocatori che da mesi si lamentano per queste palle pesanti, che si “ingrossano” dopo pochi scambi e diventano difficili da controllare e dure da spingere, adesso anche Carreno passa all’attacco e lo fa con accuse chiare e dirette. Alcuni addetti ai lavori negli scorsi mesi si sono “divertiti” in alcuni tornei a postare sui social due palle da gara, una accanto all’altra, la prima appena tolta dal tubo, vergine; la seconda fuoriuscita dal campo dopo pochi minuti di palleggi. Beh, le condizioni della seconda erano impietose, come se fosse stata maltratta in ogni modo. L’aspetto più “grottesco” della situazione è che non si trovi il modo di porre un rimedio. Tutti si lamentano, il gioco è diventato troppo duro, imperano scambi di potenza che penalizzano non solo lo spettacolo ma soprattutto le articolazioni e muscoli degli atleti. È così complicato fare un passo indietro e tornare a palle più durevoli, meno dure e pesanti?
Marco Mazzoni
TAG: Carreno Busta, Marco Mazzoni, palle, polemica palle
I SOLDI ! IL MALE DELLO SPORT!
Vergognoso che carregno debba lamentare questo disastro delle palle e nessun dirigente Atp dica NULLA O PRENDA PROVVEDIMENTI!!
Guarda che dice Djokovic… Se vuoi puoi dirgli che si sbaglia, tanto che vuoi che ne sappia giusto?
Avevo saltato il “che usiamo” e sono saltato sulla sedia!
Avere il braccio in fiamme dopo pochi scambi con palle che si usano spesso nei tornei non è normale! Propendo per una ipersensibilità per alcuni tennisti molto fisici o per un braccio semi infortunato che cede rapidamente con palle scomode. In ogni caso è Darwinismo abbastanza inevitabile e magari con le migliori palle possibili Carreno andrebbe comunque a soffrire dopo ore di match duro.
Il solito Carreno. È come l’allenatore che dice che la sua squadra ha perso perché pioveva e il campo era pesante, peccato che c’erano le stesse condizioni anche per gli avversari. Ci sono almeno 300 professionisti nel Tennis che usano le stesse palle dello Spagnolo e non hanno nessun problema. Ridicolo.
@ Calvin (#3798442)
@ Calvin (#3798442)
Non sono sicuro che ci sia una marca/tipo di palla unica preferita da tutti i top players.
Forse potrebbero accordarsi su alcune marche/tipi da escludere.
Sono solo palle…..
@ carlos (#3798458)
cosa c’entra adesso sinner?
C’è un’azienda di racchette che produce telai con un sistema brevettato per attenuare le vibrazioni. Li ho provati e siccome non spingono ho dovuto incrementare la velocità con conseguenti nuovi dolori al gomito.
Potrebbe essere che le palle più lente vengano spinte di più, come dice Medvedev, con conseguente sforzo maggiore.
Un cane che si morde la coda.
@ Pepusch (#3798408)
Oppure adottano un modello unico che viene poi marchiato a secondo dello sponsor del torneo.
detta cosi’ Sinner non lo vedo benissimo
Come ho già fatto presente, non è Daniil l’unico a lamentarsi.
@ Pepusch (#3798408)
Perché ci sono grossi interessi commerciali in ballo e ogni torneo cerca il miglior offerente
I tennisti di alto livello pretendono guadagni enormi e poi si lamentano delle condizioni in cui giocano che nascono per generare i guadagni enormi che pretendono.
certamente, però l’altro si infortuna di più e tu no, e quindi alla lunga tu vai più avanti.
estremizzando al massimo il concetto, è un pò una lotta per la sopravvivenza.
O usano sempre le hard oppure le slick. Oppure la mescola da bagnato solo quando piove.
Insomma un po’ come le gomme in formula 1! :-))
Sarebbe ottimo per non infortunarsi e galleggiare beatamente attorno alla centesima poisizione.
Il tennis si fa in due e se quello dall’altro lato tira fortissimo, sempre a 50 cm dalle righe e su entrambi i lati del campo tu puoi avere tutto il tocco che vuoi, non avrai quasi mai una sufficiente quantità di palle da toccare.
faccio l’avvocato del diavolo e provo a ribaltare la cosa: non è che, visto che al giorno d’oggi tutti pestano come dei fabbri, devi giocare diversamente, con più “tocco”, più tattica, più fantasia, per non avere problemi?
E’ quello che ho sempre pensato anche io, non capisco perchè il tour non adotti un marchio di palle che sia unico e sempre quello