Djokovic: “Meno di 400 giocatori vivono di tennis, questo è un fallimento per il nostro sport”
Se nemmeno 400 persone riescono a vivere praticando il tennis professionistico significa il fallimento totale del nostro sport. Questo il duro pensiero del n.1 al mondo Novak Djokovic pronunciato nel corso in un incontro della PTPA, nuova realtà creata da alcuni anni in difesa degli interessi dei giocatori, particolarmente impegnata nella lotta contro lo strapotere dei tornei e sul tema della cattiva distribuzione dei guadagni, e riportato dal media statunitense ESPN.
L’ATP ha lanciato un piano di ridistribuzione dei compensi, secondo il quale la torta dei guadagni sarà divisa al 50% tra organizzatori e giocatori, ma secondo Novak siamo ancora molto lontani dall’obiettivo di rendere il tennis uno sport non solo globale ma anche assai più “giusto” e remunerativo per i protagonisti che lo animano in giro per il mondo. Queste le parole di Djokovic a riguardo.
“Ero nei loro panni, capisco la lotta. Capisco le difficoltà di pagare le spese di viaggio se non si ha il sostegno di una federazione forte, cosa che il 90% o più dei giocatori di tutto il mondo non ha, e cosa significa non avere il budget per pagare gli allenatori e fisioterapisti. Venendo dalla Serbia, non avevo niente di tutto ciò. Ora sono influente, ho potere e voglio lottare per condizioni migliori. Parliamo tanto di quanti soldi guadagnano i vincitori degli US Open ma non stiamo parlando di quanti giocatori professionisti, sia uomini che donne, tennisti di singolo, di doppio, tutti insieme, vivono di questo sport. Ci sono meno di 400 giocatori per uno sport super globale, ed è uno degli sport più seguiti al mondo. Questo dato è misero. È un fallimento per il nostro sport”.
Anche Ons Jabuer partecipa attivamente alle campagne della PTPA, e ha affermato sul tema: ““Prima, se avessi parlato, nessuno mi avrebbe ascoltato perché non ero tra le prime 10, non ero una top player, ma ora invece ascoltano. Adesso sì, tengono conto della mia opinione. Sento che è sbagliato ascoltare solo i migliori giocatori, ma ora sento di dover fare la differenza, adesso. Devo parlare a nome di ogni donna di ciò che è sbagliato e di ciò che potrebbe essere migliore.”
Marco Mazzoni
TAG: Novak Djokovic, Ons Jabeur, PTPA
Facendo 4 conti delle rose delle squadre il calciatore 400 al mondo non gioca nello Juve Stabia o Cerignola ma in serie A, Liga o premier quindi a maggior ragione meriterebbero una più equa distribuzione della torta
Le cose possono cambiare, cambiare tantissimo, ma e’ fondamentale, indispensabile una pre-condizione, senza la quale non si combinera’ niente di rilevante:
TUTTI I TOP PLAYERS DEVONO ESSERE UNITI E CHIEDERE LE STESSE COSE.
Quindi non cambiera’ niente di rilevante e anche la Davis e’ un ricordo del passato, come la “Mille Miglia” di Tazio Nuvolari.
@ Giovanni Battista (#3779206)
invece di fare lo spiritoso leggiti le proposte che Djokovic e quelli che lo appoggiavano (pochi come ad esempio Pospisil) hanno fatto non molto tempo fa. I Vs beniamini hanno fatto “orecchie da mercante”
Gli altri 2 non centrano niente con questo discorso e tirarli in ballo è una ca….stroneria
Gli altri due invece pensano solo a loro stessi
Non era un confronto, discutevo solo sulle entrate dei gregari.
Confermo. Ero stupito delle dichiarazioni di Nole lette qualche giorno fa perchè le trovavo senza contesto…se trovano un modo per utilizzare al meglio qualsiasi fonte di reddito che arriva nel tennis è sicuramente una buona cosa
il ciclismo è uno sport di squadra, il gregario viene pagato per fare quello che gli dice la squadra (quindi magari non vincere la tappa ma aiutare il capitano): ha meno visibilità verso il pubblico ma un gregario che fa bene il suo mestiere contribuisce nettamente ad eventuali vittorie. Tutto cio’ nel tennis non è applicabile.
Però nei giudizi che si danno credo si debba cercare di essere sempre intellettualmente onesti. Io ho spesso criticato il campione serbo per alcuni comportamenti discutibili, in campo e fuori. Questa volta gli posso solo fare i complimenti,perché da numero 1 al mondo potrebbe tranquillamente fregarsene dei colleghi che annaspano nei circuiti minori e dei quali spesso noi appassionati ignoriamo persino il nome. Non ho idea di quanto realmente farà in concreto, di certo questa volta ha dimostrato di non essere né superficiale, né banale nell’intervista rilasciata. Questa versione di Novak “sindacalista” del tennis mi piace, e spero riesca a fare qualcosa di concreto per i suoi colleghi meno fortunati (e meno bravi).
E in atletica, pallavolo, ginnastica artistica e non, nuoto etc… etc….
Dai Djoko, fai il bravo a devolvi i tuoi Prize Money ai poveri ….
Anche il ciclismo è uno sport molto popolare eppure quelli che riescono a viverci sono più o mento tanti quanto i tennisti. Pure automobilismo e motociclismo sono seguitissimi e lì i professionisti che riescono a viverci sono anche di meno.
Questo accade quando le entrate sono concentrate in pochi eventi, a cui accedono pochi professionisti se le entrate sono maggiormente distribuite allora sarà maggiore il numero di quelli che riescono a vivere della propria attività.
Nel calcio sono di più perché ci sono campionati professionistici in tutto il mondo e perché una partita di cartello di serie B ha più di diecimila spettatori. Se un giorno l’interesse dei tifosi fosse concentrato solo sulle partite della premier league inglese allora i giocatori di serie C, B e magari anche di serie A italiana vedrebbero drasticamente ridotti i propri guadagni reali sino alla non autosufficienza.
Lasciamo stare la retorica sulla fatica perché allora i ciclisti ne fanno di più e rischiano pure la pelle nelle discese.
Secondo rapida ricerca Google, 3.000 spettatori (allo stadio).
A un ch il 400 non gioca neanche le quali, e se le gioca arriva a 10 spettatori (senza biglietto).
E’ inutile cercare di piegare la realtà ai desideri, il calcio ha molto più seguito (e mercato) del tennis, e non solo in Italia.
Caro Pierre, io per anni e anni mi sono andato a vedere i challenger ma anche le quali dei grandi tornei (RG in primis). Mi compravo il pass settimanale (i 25 euri meglio spesi della mia vita) e mi godevo da vicinissimo grandi CAMPIONI, per me tali sono, anche se classificati intorno alla 100-250 posizione. Pensare che questi ragazzi, uomini, donne, fanno fatica a sbarcare il lunario mi ha sempre scioccato. Sono atleti di altissimo livello, che praticano uno sport globale e ricchissimo. Totalmente assurdo che non riescano a fare quadrare i conti.
Osservazioni intelligenti come al solito, ma non concordo sulla seconda parte: nella parte che tu non consideri giocatori una larga fetta (non ti so dire percentualmente ma sono tantissimi) gli ex-giocatori che andrebbero sommati ai giocatori e la cosa fa si che nel tennis i giocatori guadagnino il giusto, qualcuno troppo.
@ Tennisti Friulani (#3778859)
Cultura sportiva! Va alimentata e curata. In tanti andrebbero perché apprezzerebbero lo sforzo e la difficoltà, l’emozione, l’agonismo!!
@ frale (#3778844)
Non è vero!! Conosco tanti tifosi di calcio che non hanno mai visto una partita per intero!! Quindi è solo questione di numeri. Bisogna investire in cultura sportiva! E basta soldi al Calcio!
io sono d’accordo con braccino. nessuno credo sia disposto a pagare un biglietto per vedere il 400 del mondo a parte (forse) i suoi amici e parenti che però al 99% saranno da tutt’altra parte del mondo. mentre la tifoseria locale del Cerignola o dello Juve stabbia essendo appunto tifosa ed essendo sul posto paga per vedere giocare la squadra per cui fa il tifo
no. neanche gratis andrei. per fortuna ho di meglio da fare nel tempo libero
@ becu rules (#3778942)
Bravo. Ragionamento troppo intelligente. La massa non ci arriva….
La WTA e lAtp dovrebbero pagare tutte le spese per tutti i tornei challenger almeno,anche il viaggio.
@ John (#3778731)
Bravo, hai detto bene, il grosso dei tennisti, specie quelli italiani, proviene da famiglie benestanti che possono permettersi di affrontare i grandi costi iniziali del tennis. Poi, quando il giovane intende intraprendere la via del professionismo, il mister dovrebbe dargli il giusto consiglio: figlio mio, al circolo vai forte, ma non mi sembra che hai le doti sufficienti per fare il professionista. Rifletti bene, il tennis di oggi richiede doti di forza e resistenza particolari, non basta saper giocare. Il giovane lo ascolta? Nel 90% dei casi no! enzo
Al di là delle soluzioni al problema, una cosa però è certa: che il tennis attiva un giro di soldi non indifferente (imparagonabile con sport più di nicchia come il rugby), altrimenti non continuerebbe ad esistere con la stessa organizzazione distribuita in tutto il mondo e a livelli diversi, e non avrebbe la stessa copertura mediatica; del resto sembra collocato tra i primissimi sport per popolarità e appassionati: e quanto all’interesse, rimango spesso piacevolmente sorpresa dalla competenza e dell’attenzione di molti utenti di questo sito nei confronti dei giocatori frequentatori di challenger e dei giovanissimi emergenti, che seguono evidentemente con attenzione conoscendone “vita, morte e miracoli”, a conferma che l’area di richiamo di questo sport è vasta e non si ferma ai nomi importanti. Ma ovviamente il tennis ha bisogno della componente indispensabile e fondamentale che sono i giocatori, non solo dei campioni ma anche di quelli che comunque ce la mettono tutta e consentono i numerosi tornei e che hanno diritto a garanzie anche dal punto di vista economico. Nole parla da addetto ai lavori, conoscendo retroscena e meccanismi, e se tocca il tasto vuol dire che le soluzioni ci sarebbero e potrebbero diventare strutturali, anche ridimensionando certi dislivelli di premi e garanzie fra quelli esorbitanti dei top e quelli modesti delle retrovie..certamente più voce in capitolo da parte dei giocatori potrebbe già essere un inizio per una gestione più trasparente e condivisa delle risorse. Sono lieta che questa presa di posizione di Nole riguardi le problematiche dei colleghi meno fortunati: sarà confortato l’utente Viri che temeva un Nole solo interessato al mondo delle scommesse, anche se pure da questa fonte potrebbero arrivare proventi per i giocatori in difficoltà
Beh in italia i giocatori sono stipendiati dai circoli e poi come maestro o allenatore non si guadagna male anzi…
Incredibile a dirsi ma….Djokovic per il sociale!
devi essere entro il 104 per “bastarti” e ci sono solo 104 posti disponibili al mondo…
chiaramente il mitico Nole sa che ormai ATP e ITF fanno combine per gestire il mercato…
ATP favorisce i gestori dei tornei
ITF favorisce i gestori di circoli, maestri e soci
viva Novak!!!
Quoto in toto
Mi sembra una cosa un po esagerata quando si dice che solo i primi 100 riescono a starci dentro con i guadagni.
Poi vai a vedere Cecchinato numero 109 che a fatica passa un turno in un challenger, oggi 25 settembre con un prize money di 420.000 euro più gli sponsor…o un Cobolli numero 130 con 250.000 più sponsor.
Alla fine basta che ti fai 4 primi turni negli Slam e sei apposto tutto l’anno…
Con una piccolissima non banale differenza :
i calciatori sono lavoratori dipendenti, che il loro stipendio “noto” è sempre netto e non lordo, e quindi anche in serie B se guadagni 100.000 Euro netti (in serie A salvo poche neopromosse o situazioni di stress economico, più di metà delle squadre con effettivi di 22/25 giocatori percepiscono da svariati milioni a diverse centinaia di migliaia di euro – e la serie A ha davanti di sicuro la Premier League e la Liga in termini di ingaggi) quelli sono e non ti devi preoccupare di incassare un euro in meno – spese mediche, assicurative, trasferte, infortuni, auto, benefits sono a carico delle società.
I giocatori di tennis sono liberi professionisti, quindi se guadagnano 200.000 di prize money almeno un terzo se non quasi il 50% vanno via in tasse. In più si pagano trasferte, vitto, alloggio, allenatori, preparatori atletici. Se non giocano non guadagnano (a differenza di un Pogba che può stare 2 anni infortunato e giocare tre mezze partite a pieno stipendio), se perdono ai primi turni non guadagnano, se non giocano Slam o ATP 1000/500 spesso fanno pari, se sono fortunati. Al limite gli viene fornita l’attrezzatura sportiva, se non è uno sportivo preminente nel suo Paese sponsor ne vede pochi (vedere intervista all’indiano Nagal qualche giorno fa, circa 150/160 al mondo)
Poi è vero uno può anche scegliere di non fare il tennista ma di fare il calciatore (mediocre), ma l’assurdo sta che il 120/130 al mondo di uno sport molto popolare e seguito come il tennis (Nole quando parla di meno di 400 si riferisce sia a uomini che donne + i pochi doppisti “professionisti”, quindi in realtà a 3/4 specialità)- ovvero chi è appena fuori dagli Slam – rischi di spendere più soldi di quello che guadagna, quando l’ultimo dei panchinari di una squadra di media classifica di serie A (quindi il millesimo giocatore al mondo, se si potesse fare una classifica mondiale) si sistema per la vita con una decina di anni di carriera alle spalle – aggiungo, facendo un paio d’ore di allenamento al giorno comodo comodo nel centro sportivo della quadra per cui gioca, a zero sbatti
E’ un discorso difficile che impedisce confronti con altri Sport. Nel calcio l’80% dei giocatori delle varie serie C dei principali campionati europei vive benissimo e se sommiamo gli atleti di tutte le federazioni arriviamo probabilmente ben oltre i 20 mila che ci campano (come diceva qualcuno) ed è ovviamente assurdo rispetto ai 400 del Tennis , sport comunque molto popolare e mediatico. La differenza però è quella enorme che esiste tra sport di squadra e sport individuale. Nel calcio molto spesso anche in serie D la media spettatori supera i 1000 con picchi ben più alti. Lì entra il gioco il campanile ed il tessuto cittadino che negli sport individuali non può esserci. E non a caso si vedono partite di master 1000 con 30 spettatori se va bene… ben vengano però le idee Atp di un reddito minimo seppur a fasce , cosa che potrebbe allargare la base e perchè no eliminare il rischio di perdere qualche talento per strada
L’arte di rispondere in maniera intelligente ad affermazioni prive di significato
vuoi dirmi che se nella tua città si gioca la finale di un challenger tra quei due giocatori non saresti disposto a pagare 10 euro per andare a vederli?
Ovvio che c’è di tutto al mondo ma contano i numeri assoluti, quelli che vogliono vedere Cerignola Juve Stabia sono più di quelli che vogliono vedere la finale di un challenger 100, figuriamoci quella di un ITF dove sono impegnati i tennisti oltre la quattrocentesima posizione.
Quindi gli organizzatori di un ITF o, per andare nell’ATP, di un challenger 50 non possono compensare adeguatamente i tennisti sulla base delle loro entrate. Serve un meccanismo di trasferimento da parte della parte ricca del tennis. Organizzatori dei grandi tornei e grandi tennisti sono disposti ad accettare un riduzione dei loro introiti per aiutare la base del movimento?
Secondo me invece il tennis e’ sempre bello, i challenger in ITALIA sono fantastici
Questa estate in Italia mi sono fatto 2 gg a Perugia ho visto cachin, muller ( che stava entrando nei 100 ) , munar , maestrelli, brancaccio , lavagno.
Tutti match interessanti
Un altra volta di rientro da Vicenza prima di Bologna in un altro pomeriggio speciale ho preso x Modena 🙂
Caruso – Coria e mi e’ piaciuto un sacco ma non solo l incontro ma il contesto in generale.
Ho sempre visto tennis in tanti paesi se posso vado e ho sempre trovato il tutto speciale , no Matter the Ranking 🙂
Credo che per “comprimari” nessuno intenda giocatori che entrano in un tabellone o nelle quali Slam, i comprimari sono il resto, dal 400 in giù…
Sinceramente non so quanto possano “guadagnare” i giudici di linea dei challenger, magari qualcosina può entrare in tasca a quelli dei tornei maggiori.
Negli ’80 lo sport in Italia sopravviveva grazie al Totocalcio il cui montepremi era diviso tra vincite, tasse e Coni che aveva l’obbligo di reinvestire negli sport minori.
Questo faceva si che un amico appassionato di Kendo avesse tutto pagato per partire da Genova e andare a Verona per un campionato nazionale di detto sport. Ovviamente senza stipendio, ma stava un weekend spesato di tutto.
Lo stesso negli altri sport, il Totocalcio manteneva quasi tutti, oggi non è più così e spesso gli appassionati ce ne mettono di tasca.
Il tennis mantiene senz’altro molte persone oltre agli atleti, ma non penso che possano “vivere” di quello. A parte i Top di categoria come certi arbitri e allenatori.
Sarebbe interessante sapere quante persone vivono di tennis senza giocarlo: dirigenti ed impiegati di ATP, WTA, ITF, delle Federazioni nazionali, giornalisti, opinionisti, commentatori televisivi, addetti ad Hawk-eye e Foxtenn, giudici di campo, procuratori e sponsors, allenatori.
Della ingente massa di denaro che muove il tennis agonistico in tutte le sue declinazioni di certo la fetta nettamente minore è quella che va ai giocatori.
D’accordissimo. Infatti per esempio al garden a Roma sia quest’anno che l’anno scorso l’ingresso era gratuito. INon so se gli altri challenger siano ad ingresso libero o pagamento, sono trasmessi solo in streaming, non credo quindi possano generare un gran giro d’affari. Quindi o qualcuno sovvenziona questi tornei per pagare montepremi più alti, o si sovvenzionano giocatori o si fanno accedere più giocatori nei tornei atp e si ridistribuiscono i premi in maniera differente. Però rimane il fatto : in quanti sono disposti a pagare(e quanto) per vedere cachin borges?
Sverev e Jabur? Oggi sposi?
In molti dimenticano che il circo dell’ATP (e WTA) si regge e sopravvive proprio grazie ai comprimari che voi dite che non sareste disponibili a pagare neanche un euro per vederli giocare. Senza di loro non esisterebbero le 2 settimane di spettacolo degli Slam con tabelloni da 128 giocatori e altrettanti che giocano le qualificazioni. Senza di loro il circuito atp sarebbe lo stesso del Padel in cui ogni settimana si esibiscono gli stessi 16 giocatori. Altro che tre tornei a settimana.
Il problema è che oggi se sei fuori dai primi 80/100 del mondo non copri neanche le spese. E’ un problema oramai storico, che se non risolto rischia prima o poi di rompere il bel giocattolino o di abbassare parecchio il livello dello spettacolo
Non c’è scritto da nessuna parte che uno sport debba far vivere più 400, 300 o 200 persone. Poi spesso nel tennis gli spalti sono vuoti e alla massa interessano davvero solo gli Slam qualche 1000 e le Finals, per com’è fatto come orari( ovvero si gioca nei giorni lavorativi a partire dalle 10 orario locale) il pubblico più adatto sono per lo più disoccupati e pensionati, riuscire a tenerne in vita più di 400 è gia tanto, figurarsi il tennis femminile.
È il guaio di essere iper professionistico e iper privato: nello sci dalla coppa del mondo alle olimpiadi sei sempre gestito dalla federazione e vesti la maglia della nazionale, guadagni meno (a meno di non attrarre grandi sponsor come la Schiffrin ) ma sei più tutelato, idem il ciclismo che di fatto è uno sport di squadra.
discorso banalissimo e fuori luogo, parlare di fallimento è ridicolo… il tennis è uno sport individuale e ha un numero di atleti professionisti maggiore rispetto ad altri sport individuali come lo sci, il nuoto, l’atletica leggera che pur essendo molto popolari consentono a pochissimi di vivere esclusivamente con gli introiti del loro sport
@ Tim Mayotte (#3778714)
Mi dispiace di averti messo in imbarazzo. Quando ti succede che fai? Ti gratti la schiena, ti metti ghiaccio intorno al collo, bastoni il gatto? hai sensi di nausea e vomito? fammi sapere, vedrò d’aiutarti enzo
Sono più o meno d’accordo.
e se ne accorge ora che è a fine carriera?C’è sempre stata questa situazione e sempre ci sarà.Basta gardare quante persona ci sono sugli spalti nei challenger.A parte le finali e rarissimi casi, non c’è nessuno.Non parliamo poi del tennis femminile,in quei casi c’è il deserto.E’inutile fare comparazioni con il calcio.E’uno sport che muove molti più interesse e perciò business.Il tennis vive alla grande nei tornei di massimo prestigio, dove giocano i più forti ed è logico che questi guadagnino molto.Per gli altri rimane il sogno di arrivare a quei livelli a costo di enormi sacrifici anche economici.Se comunque Nole volesse,potrebbe donare parte del suo enorme patrimonio a questi tennisti di rango inferiore
@ Marco M. (#3778608)
Bellissima, esilarante
È proprio questo il motivo per cui si deve fare una redistribuzione, i grandi nomi muovono il business, ma senza i giocatori “più scarsi” i primi turni dei tornei verrebbero giocati contro il muro, non contro l’avversario.
La torta è abbastanza grande, si può dividere meglio.
Tutto giusto. Si chiama capitalismo però, e stupisce che ci sia qualcuno che ci si stupisca. Nole dimentica un pezzetto: è scandaloso che solo 400 tennisti professionisti vivano di tennis, ma non del fatto che quest’anno lui abbia guadagnato 10milioni di dollari. A questo punto di soluzioni ce ne sono a bizzeffe. Se vincitori, finalisti, semifinalisti avessero prize money decurtati del 10% da redistribuire a qualificandi e/o challenger? Se i main sponsor (nike, adidas, etc) avessero come clausola per i contratti dei top player, quella di investire su giocatori fuori dal “giro che conta”?
Ma tutto è relativo. Io sono a Santa Margherita di Pula e mi diverto a vedere dei signor nessuno che amano il tennis e si impegnano sudando sin dalle 8,30 del mattino. Credo che il tennis debba essere visto a 360 gradi e mi sembra che Djokovic abbia le idee chiare. Poi…..nella realizzazione pratica è tutt’altra cosa.
E’ vero, chi pagherebbe per Cerignola Juve-stabia? Eppure lo stadio è pieno…
Sicuramente gli amici che ho a Treviso o Udine troverebbero stupido il mio aver pagato un abbonamento annuale per il campionato di serie A1 di pallanuoto femminile per una squadra di seconda fascia che, se girasse tutto bene, potrebbe giusto ambire al primo turno dei play-off, ma ci sono cose che travalicano la razionalità e quindi lo stadio di Cerignola sarà pieno per il derby, come la piscina di Bogliasco vedrà un centinaio di paganti per la sua squadra femminile. Così come una partita challenger tra due 300 avrà i suoi spettatori, è tutto relativo all’importanza personale che si da alle cose.
A me dovrebbero pagare per andare a vedere un concorso di dressage nell’ippica, eppure ci sono migliaia di appassionati nel mondo…
appunto, ma oltre la 400 posizione atp sono più o meno dei seconda categoria
Salvo pochi casi chi pratica il tennis ha già altro di cui vivere e non proviene certo da famiglie economicamente modeste
Accidenti quanto ritardo causa pioggia…
sei un pò confuso, perchè Novak pochi minuti fa NON HA VINTO un challenger, deve ancora giocarla la finale.
si, esatto, forse soltanto tu, perchè E’ una teoria folle e priva di fondamento, come ampiamente dimostrato.
Ho sempre pensato ti divertissi a trollare e a prendere in giro gli altri utenti. Ma questo parrebbe un messaggio serio da cui emerge non solo la totale incompetenza sulle dinamiche economiche dei diversi sport, ma anche una chiusura mentale che mi porta a ricredere sui tuoi messaggi “scherzosi”…
Realmente imbarazzante oppure un troll-upgrade.
@ Marco M. (#3778572)
Anche su questo tema,a distanza di mesi (almeno io),riconosco che quello che sosteneva il ” pandologo” sulla gestione dei tornei challenger e itf soprattutto sempre negli stessi paesi con distribuzione di soldi/punti e quindi ranking a vantaggio sempre (salvo rare eccezioni) di pochi privilegiati non era una teoria folle e priva di fondamento.
P.S.: se ci sei MM&I,scrivimi in privato, avrei tanto piacere di sentirti.
Eh si , credo che finirà per fare il presidente della Serbia 🙂
A me e’ piaciuto anni fa il libro che scrisse sull alimentazione lo trovai davvero interessante.
<beh, é stato confermato il presidente ITF, la cui linea sostanzialmente era, "se non sei un top 1000 fai altro nella vita" , io ho visto una volta l'austriaco Novak che ha vinto un challenger di casa pochi minuti fa, nonostante il suo sia davvero un gioco brutto, ma brutto, lontano da ogni spettacolarità… E i 300 citati da dall'altro Novak, quello di nome e non di cognome , immensamente più forte e famoso, allora come giocano???
Io neanche una partita di serie b…ma se vedo giocare due seconde categorie al circolo sono estasiato..
vedere una partita di tennis non interessa a nessuno: al grande pubblico interessa l’evento coi grandi campioni perché vuole vedere il grande campione e paga 100 euro di biglietto per vederli.
al challenger di milano si entra gratis, si possono vedere le partite da 1 metro di distanza, parlare coi giocatori e non c’è nessuno mai.
ok, ma il senso è chiaro ed è un altro: se fai sport a tempo pieno e i tuoi guadagni non coprono le spese, semplicemente i tuoi match non interessano abbastanza.
Ehhh…riconosciamo a lui di essere un campione anche nell’ etica e nel pensiero Sportivo!!! Tutti gli altri muti ! Egoismo e cupidigia… Roger? Rafa? Andy? E molti altri
nel mondo degli adulti, ciascuno è responsabile delle proprie scelte. se nessuno va a vedere una tua partita, se nessuno è disposto a spendere 1 euro per vederti giocare, se nessun produttore di racchette e abbigliamento è interessato a farti indossare la loro merce, se nessun negozio è interessato a incordarti le racchette ad un prezzo diverso da quello praticato al principiante assoluto, se di fronte a tutto questo decidi di spendere la tua vita a giocare a tennis pagando coach, fisio, trasferte, materiale, è una tua scelta.
il resto è assistenzialismo e francamente trovo l’idea di fare assistenzialismo a giovani in perfetta salute fisica e mentale una cosa oscena.
io non pagherei un euro per vedere cerignola- juve stabia, anzi, nemmeno se mi pagano loro andrei a vederla. così come qualcuno disposto ad andare a vedere un 400 del mondo a tennis lo si trova di sicuro. è tutto molto relativo, non c’è il bianco e il nero.
Quello che differenzia gli sport di squadra dei tornei minori rispetto al tennis è il tifo per il campanile.
L’Audace Cerignola o lo Juve Stabia hanno gli sponsor locali (i cui clienti sono anch’essi locali), che sponsorizzano anche molto per passione.
Ve lo vedete un caseificio di Cerignola che sponsorizza un tennista locale che gioca in ITF in giro per l’Italia e a Cerignola al massimo fa vedere che si allena? Io francamente no.
La squadra di calcio gioca una ventina di partite, e i tifosi hanno tanti WE per seguire i loro calciatori.
Se non altro lo sci (simile al tennis) si pratica in zone coerenti con la tifoseria quindi c’è più gente, ma già a uno slalom di Coppa Europa di spettatori non ce ne sono, a parte i turisti locali.
E lo stesso del calcio vale più o meno per tutti gli sport di squadra.
E’ però anche da considerare che una squadra di calcio professionista paga in stipendi più dell’ 80% del fatturato.
Circoli e federazione come sono messi?
Certo che se il mondo del tennis (a tutti i livelli) fosse organizzato in tornei a squadre, diciamo tipo Davis, il discorso si potrebbe fare, ma il tennis è uno sport individuale, oneri e onori.
Mica tanto. I Fokina e Mannarino servono per fare emergere i Djokovic. Se ci fossero 100 Djokovic, non ci sarebbe nessun Djokovic
il calcio non è più democratico, è una sistema di raccolta di consenso, ed è per questo che vanno a vedere Cerignola- Juve Stabia, non perchè ci si diverta a vedere dei cani che giocano a pallone…
Aspetta Marco, i gregari di ciclismo guadagnano spesso cifre molto elevate, tra i 100 ed i 300mila euro annui (ne conosco un paio che mi confermano)e si preparano tutti per tempo al dopo agonismo.
Unica consolazione : il tennis costa molto meno di 40anni fa.
Se non ci fossero i 300 ed i 400 i top 10 non esisterrebbero. Nella prima fase del tennis professionistico, che esiste da dopo la 2a guerra mondiale ed è andata avanti fino al 1968, c’era un piccolo gruppo di tennisti, i pù forti dell’epoca, che giocano fra di loro. Ci si accorse però, che all lunga alla gente non bastava vedere poche decine di grandi campioni che si scontravano fra di loro, voleva grandi tornei e la stessa Davis con il meglio dei tennisti che arrivavano in fondo dopo aver giocato con atleti di oivello inferiore.
Teniamo poi presente un fatto fondamnetale, negli sport di squadra ci sono o c’erano,(in futuro, però, sempre meno, e se ne vedranno fra 10/15 anni le conseguenze) dei “patron”, che riuscivano a sistemare in qualche maniera i loro giocatori. Nel calcio, ma anche negli sport di squdra minori, si riescono a creare delle reti fatte di “weak ties” (alla Granovetter, per intenderci) che permettono ad atleti con un minimo di sale in zucca di avere il tempo e il modo di crearsi una continuità, anche senza essere stato un grande campione. Nel tennis, sport individuale per eccellenza, non è possibile, per ovvie ragioni, legate alla sua non territorialità, orizzontalità e durata relativamente inferiore del periodo agonistico (non ingannino i casi di Federer, Nadal e Djokovic, la maggior parte non supera i 32/33 anni), ciò non è possibile. Quindi, oltre a dover pensare ad organizzare il presente, cosa non facile se non sei un top che dispone di uno staff che lavora per te, devi anche pensare al futuro a lungo periodo. Se puoi contare su rendite familiari può non essere un problema, altrimenti devi inventarti qualcosa. Quello che infatti sta succedendo nel tennis è la nascita di associazioni professionali come quella di Djokovic, che probabilmente negli anni prossimi lavoreranno proprio su questo.
La realtà è che già un Fokina o un Mannarino o una Krejakova non attraggono nessuno, malgrado siano da anni nell’Elitè del tennis e comunque i loro bei soldoni li hanno fatti e li fanno giocando i tabelloni principali e andando avanti qualche turno. Sponsor e spettatori pagano profumatamente per vedere i vari Sinner Alcaraz Djokovic, Sverev, Medvedev, Jabur, Swiatek….sono questi e pochi altri e altre che fanno muovere la “baracca”, di certo non il numero o la numero 40-50-200 al mondo, che hanno un richiamo di folla paria a 0.
I soldi vanno, dove ci sono soldi.
I soldi portano soldi.
Cerignola – Juve stabia riempie lo stadio! i numeri 400 del mondo del tennis neanche i genitori li vanno a vedere. Bisogna essere onesti il calcio è più popolare e democratico, il tennis è di elite. dovrebbero essere i tennisti top player a devolvere parte dei loro ricchissimi premi ai tennisti più poveri. Nessuno pagherebbe un euro per vedere i 400 del mondo.
Il tennis è uno sport seguitissimo a livello mondiale e tra i più praticati a livello globale. Appare evidente che ci sarebbero ampi margini per consentire guadagni più “democratici” e per consentire quantomeno ad una platea più ampia di provare seriamente la carriera professionistica senza dover abbandonare prematuramente per mancanza di fondi. Appare anche chiaro che non potrà mai diventare uno sport in cui migliaia di professionisti vivono di questo sport, perché è la grande e severa competizione che crea lo spettacolo che abbiamo. Una soluzione potrebbe essere quella di orientare una parte dei fondi a sostegno dei tennisti under 23 che non possono ricevere sostegno dalle federazioni e magari creare un piccolo circuito esclusivo per gli under 23 o under 21 fuori dai primi 50 (o 100) con montepremi che li possano aiutare
Lui da solo potrebbe sostenerne altri 400
Ho letto la 1a Riga..
E ho messo pollice verso.
Già i contenuti erano scarsi,
ma vedo che anche la lingua italiana non pervenuta
Possiamo farli col Rugby, ma in quale Stato? In Irlanda, Nuova Zelanda e in altre parti del mondo guadagnano come e più dei calciatori dello stesso Stato.
I paragoni li facciamo con sport seguiti in Italia come il Tennis e il Rugby (ahimè, da appassionato) non è tra questi.
Possiamo farli col ciclismo, dove un gregario guadagna di ingaggio come un impiegato di medio livello e a fine carriera si deve inventare la vita, però nel ciclismo il gregario nelle grandi corse a tappe ha una percentuale sui premi vinti dal Capitano e quindi a fine anno se la sua squadra ha vinto qualche classica o un grande giro a tappe ecco che può stare bene anch’egli. In Veneto ho conosciuto qualche ex gregario ciclista o qualche ex rugbista del giro della Nazionale, con mille sacrifici si sono comprati uno o due appartamenti in 15 anni, tutto sommato meglio di molti impiegati. Anche se poi a 35 anni devono cambiare vita.
In tutti gli sport i Top guadagnano uno sproposito rispetto alle seconde-terze linee, da un lato è la vera meritocrazia, dall’altro senza seconde linee i Top potrebbero giusto fare esibizioni tra loro.
Credo che Nole di questo sia consapevole e proprio per questo capisce quanto sia dura per chi non è tra i primissimi.
Anche nella Pallanuoto (sport che seguo da bambino) ci sono alcuni atleti che hanno ingaggi da calciatori, Paesi come l’Ungheria dove è il secondo sport più seguito, ma la maggior parte degli atleti o studia o ha un lavoro, perché non si parla nemmeno di stipendi, ma di rimborso spese. Poi ci sono i Kasas che a Recco prendeva più di 200K all’anno di ingaggio e in Ungheria faceva la stessa identica pubblicità di Totti per Vodafone, ma Kasas è uno dei 3 GOAT della Pallanuoto, gli altri sono nella situazione che ho descritto e un Patron come quello del Recco che ingaggia i migliori a suon di migliaia di euro non ce l’ha nessuna squadra europea…
mah… avrà anche ragione ma la sua idea mi sembra utopia. il tennis è uno sport elitario. tutti vogliono vedere i grandi campioni ma a nessuno frega nulla di vedere Pedro cachin contro Nuno Borges. io per esempio non pagherei 1 euro di biglietto per quel match. E sto parlando di due top 100. Figuriamoci gli altri.
perché guardare il campionato di basket rumeno quando c’è l’NBA?
I giocatori con classifica ATP sono circa 2000, nel maschile, a livello mondiale…meno dei calciatori professionisti italiani (serie A-B-C)
ci sarebbe da chiedersi come uno posssa guardare una partita di calcio di Serie B come di una di serie c, dove deve pure pagare il biglietto, mentre i Challenger sono in gran parte gratuiti o con prezzi irrisori del biglietto. E le partite le guardi comodamente, in mezzo a persone civili, senza correre il rischio di beccarsi qualcosa in testa…poi ognuno ha i suoi gusti, ma lo squallore di certe partite di calcio (spesso comprate, altro che match fixing..) dovrebbe obbligare gli organizzatori a rimborsare il biglietto, come minimo…
quante persone hanno interesse a vedere audace cerignola- juve stabia?
con tutto il rispetto per le due squadre. eppure i loro giocatori guadagnano molto di più di un 400 al mondo del tennis.
Io penso che più che la redistribuzione, sarebbe necessario che fosse più semplice il movimento delle classifiche e che i tornei minori non fossero legati ai resort (e quindi costosi per chi vi partecipa).
Può avere una logica dire che il numero 1000 non attira sufficienti attenzioni e non riceva soldi (o anche il numero 500).
Però dovrebbero essere aperte delle finestre.
Per esempio se alle quali degli Slam (e dei 1000), potessero accedere anche tennisti di classifica inferiore dopo aver vinto tornei di prequalifica, intanto sapremmo che oltre la 300esima posizione non ci sono tennisti di qualità, che non entrano nel mondo prof solo per problemi logistici.
Quante persone al mondo hanno interesse a vedere giocare il numero 400 al mondo..?!
è quello che l’atp ha fatto negli ultimi due anni, va riconosciuto. si può migliorare? certo. ma nei prossimi anni si vedranno di più i benefici.
djokovic parla spesso della redistribuzione dei premi da parte dei tornei. in quel campo noi dal divano ne sappiamo ben poco. ma se ne parla, e lo rimarca spesso, vuol dire che lì c’è un problema.
se è vero quello che disse tommasi, che i giocatori prendono 3 volte tanto dagli sponsor rispetto a quello che prendono in premi nei vari tornei allora bisogna ridistribuire il prize money. e tommasi è stato anche cauto, perché federer ha superato qualche anno fa il miliardo di dollari di introiti a fronte di 130,594,339 guadagnati nei vari tornei. i top players nojn hanno bisogno di 2 o più milioni di dollari per la vittoria del torneo se poi ne prendono 8 dagli sponsor, alla luce di quando ha appena detto djoko. i top possono vivere di sponsor, gli altri giocatori no.
Fai anche meno di 200..
E’ l’unico che ha una visione veramente generale, per cultura e per scelta.
Da sempre chi non gioca a Tennis guadagna più di chi lo pratica. Sapete tutti chi ci guadagna qui da noi: FITP, TPRA, CIRCOLI, ETC.
Un giocatore di serie c del campionato italiano se la passa meglio di un tennista fra i primi 300. C’è una sproporzione pazzesca fra gli sport, senza contare che un calciatore può anche non giocare una partita tutto l’anno e percepire lo stesso l’ingaggio, mentre un tennista non potrebbe permetterselo, a meno che non sia almeno un top100 con una buona carriera alle spalle.
tutto giusto. al mondo gli unici sport dove la gran parte dei partecipanti ad alto livello ci vive anche sono il calcio a livello mondiale, e poi gli sport professionistici americani. in tutti gli altri o sei al vertice oppure ti deve aiutare qualcuno, oppure fai un altro lavoro, e allora si parla di sport dilettantistici. pensiamo in italia al nuoto, o all’atletica. figuriamoci poi il canottagio o la scherma, che se non ci sono le olimpiadi non se li fila nessuno. il tennis è uno sport che globalmente è già messo bene, ma ciò non toglie comunque che l’impegno di djokovic, e leggo anche della jabeur, ma penso anche di altri, non vada lodato.
Sicuramente c’è una sperequazione abbastanza notevole, se si pensa che il calciatore 1000 al mondo vive bene del suo lavoro e il tennista 1000 al mondo ha bisogno del supporto della famiglia o di centellinare gli impegni per “arrotondare” dando lezioni private o in qualche circolo.
Chi pensa che il millesimo tennista al mondo sia una pippa non ha mai incrociato la racchetta anche con un semplice qualificato di quarta categoria.
Le parole di Nole fanno riflettere e come il post di Pierre ieri con l’intervista a Petrone dovrebbero farci pensare ai sacrifici che fanno moltissimi ragazzi per tentare di emergere.
Per noi è facile scrivere: “tizio doveva iscriversi alle quali del 250 in Asia piuttosto che nel challenger a 200 km da casa, si vede che è pigro” ma non riflettiamo che per quei 200 km e una stanza in un B&B ha sicuramente meno spese, tante meno, che andare in Cina o in Giappone senza avere una minima sicurezza di rientrare dall’investimento. E’ vero che se passasse le quali e magari il primo turno poi gli resterebbe qualcosa in più che se vincesse il challenger, ma se uscisse al primo turno sarebbe un bagno di sangue.
La redistribuzione dei premi in parte è già avvenuta, ora fare le qualifiche negli Slam possono salvare la stagione economica di molti atleti, ma non basta.
Anche l’upgrade di molti challenger da 75-80 a 100 o 125 è un piccolo passo importante, ma anche quello da solo serve a poco.
Ci vuole una politica di redistribuzione più ampia, sinceramente non saprei come poterla mettere in atto, da profano di economia potrei dire che una piccola (piccola per i Top) percentuale sui premi dei grandi tornei (Slam o Mille) potrebbe andare in un fondo atto a finanziare i premi di tornei “minori” come Itf15-25 o challenger, magari esiste già e sinceramente lo ignoro.
L’ATP è l’associazione dei professionisti del tennis, non può pensare solo ai Top100, ha l’obbligo morale di pensare a tutti i suoi associati, anche quelli che si arrabattono nelle retrovie.
un impiegato lavora fino a 67 anni (tralasciamo i discorsi sui contratti e sul lavoro nero), un giocatore di serie B che non sfonda a 35 anni deve pensare a cosa fare della sua vita quando smette
Djokovic ha perfettamente ragione, ma probabilmente il vero punto è: quante sono le persone (quindi non solo i giocatori) che campano con il Tennis? Tra giocatori, allenatori, fisioterapisti, staff, fino ad arrivare a quello che strappa i biglietti al challenger di Canicattì?
Penso che in analogia al tennis ci siano tanti altri sport che hanno pochi atleti (bene o male tutti gli sport individuali vivono di qualche centinaio di persone che ci guadagnano a fronte di migliaia che ci provano)…e basta con sti paragoni col calcio. Fateli col rugby i paragoni e scoprirete che nemmeno giocare in serie A da uno stipendio dignitoso per atleti che giocano fino a 35 anni mediamente
Al di fuori di quello che riuscirà a fare/ottenere Nole i giocatori di tennis vanno tutelati meglio.
Estendi il ragionamento, per favore. Se stai affermando che serie B e C nel calcio non riescono a vivere di questo sport mentre la serie A si.. Ti chiedo: ma quanti giocatori ci sono in serie A. Quanti nelle serie A tedesca, inglese, spagnola, olandese, francese etc… Se conti bene arriveremo a più di 20000 tesserati che vivono di questo sport , nel tennis siamo due ordini di grandezza più in basso. Quindi il tuo commento è inutile, inappropriato ed inopportuno.
….purtroppo è cosi..per non parlare delle differenze tra il sud del mondo e i paesi occidentali..la Cina è una potenza perchè c’è dietro lo stato, l’India che è altrettanto popolosa non combina nulla perchè nessuno investe sullo sport..detto questo condivido totalmente il discorso di Diokovic…
In serie b e c i giocatori hanno uno stipendio adeguato al livello e sicuramente meglio di un operaio e anche di un impiegato…il discorso va allargato..nella maggioranza degli sport ci pensano le federazioni e in Italia le forze armate, altrimenti quasi nessuno potrebbe vivere facendo l’atleta..per gli sport dei motori poi, se non ci pensano le famiglie ad indebitarsi non ne parliamo..se andiamo a vedere sono pochi gli sport dove girano i soldi veri, basket, calcio, football americano, baseball e via dicendo..ma vale anche per altri campi, basti pensare agli attori, ai musicisti, e agli artisti in generale…purt
Io credo che Nole sia una GRANDE persona ancor prima di essere uno dei + grandi tennisti della storia.
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Alla fine se il tennista non c’è la fa con le spese, non deve fare altro che cambiare mestiere. Nessuno obbliga nessuno a giocare a tennis. Lo stesso vale per i giocatori di calcio. Alcuni guadagnano cifre folli, altri, serie B e C, dovono lottare per farsi pagare lo stipendio. Va bene che è sport, ma sono professioni aleatorie, che possono finire da un momento all’altro, l’infortunio fatale è sempre in agguato. Di sicuro le parole di Djokovic cadranno nel vuoto enzo
I top player vivono alla grande anche solo di sponsorizzazioni.
Una redistribuzione dei premi fortemente spostata verso il basso sarebbe una soluzione equa e sostenibile; fino ad arrivare al fatto che un’infinitesima parte dei soldi che si prende il vincitore di Wimbledon dovrebbe andare al vincitore dell’IFT15 di Guatemala City.
Solo al vincitore però, altrimenti diventa assistenzialismo fine a sè stesso