Djokovic: “Meno di 400 giocatori vivono di tennis, questo è un fallimento per il nostro sport”
Se nemmeno 400 persone riescono a vivere praticando il tennis professionistico significa il fallimento totale del nostro sport. Questo il duro pensiero del n.1 al mondo Novak Djokovic pronunciato nel corso in un incontro della PTPA, nuova realtà creata da alcuni anni in difesa degli interessi dei giocatori, particolarmente impegnata nella lotta contro lo strapotere dei tornei e sul tema della cattiva distribuzione dei guadagni, e riportato dal media statunitense ESPN.
L’ATP ha lanciato un piano di ridistribuzione dei compensi, secondo il quale la torta dei guadagni sarà divisa al 50% tra organizzatori e giocatori, ma secondo Novak siamo ancora molto lontani dall’obiettivo di rendere il tennis uno sport non solo globale ma anche assai più “giusto” e remunerativo per i protagonisti che lo animano in giro per il mondo. Queste le parole di Djokovic a riguardo.
“Ero nei loro panni, capisco la lotta. Capisco le difficoltà di pagare le spese di viaggio se non si ha il sostegno di una federazione forte, cosa che il 90% o più dei giocatori di tutto il mondo non ha, e cosa significa non avere il budget per pagare gli allenatori e fisioterapisti. Venendo dalla Serbia, non avevo niente di tutto ciò. Ora sono influente, ho potere e voglio lottare per condizioni migliori. Parliamo tanto di quanti soldi guadagnano i vincitori degli US Open ma non stiamo parlando di quanti giocatori professionisti, sia uomini che donne, tennisti di singolo, di doppio, tutti insieme, vivono di questo sport. Ci sono meno di 400 giocatori per uno sport super globale, ed è uno degli sport più seguiti al mondo. Questo dato è misero. È un fallimento per il nostro sport”.
Anche Ons Jabuer partecipa attivamente alle campagne della PTPA, e ha affermato sul tema: ““Prima, se avessi parlato, nessuno mi avrebbe ascoltato perché non ero tra le prime 10, non ero una top player, ma ora invece ascoltano. Adesso sì, tengono conto della mia opinione. Sento che è sbagliato ascoltare solo i migliori giocatori, ma ora sento di dover fare la differenza, adesso. Devo parlare a nome di ogni donna di ciò che è sbagliato e di ciò che potrebbe essere migliore.”
Marco Mazzoni
TAG: Novak Djokovic, Ons Jabeur, PTPA
Grande corbelleria! Intanto negli uomini, già se sei fuori dalla top 100, i guadagni che realizzi vincendo 1 o 2 challenger all’anno più qualche altro piazzamento o quali in tornei maggiori, te li pappi quasi tutti tra staff, materiali, trasferte e quant’altro (visto che gli sponsor a quei livelli nemmeno sanno chi sei). Dunque, di tennis campano molto meno che 400 giocatori tra uomini e donne! Ma certo questo non può considerarsi un problema sociale! Chi arriva alle soglie della top 100, pur senza esserci mai entrato, ha già speso tanti di quei soldi sin da ragazzino che, salvo rare eccezioni, non può che appartenere a una famiglia benestante. Dunque, se riesce a sfondare, bene, camperà lui di tennis e farà felici noi appassionati che avremo un altro ragazzo per cui tifare. Altrimenti ‘sti cavoli! Quando si sarà stancato, la famiglia lo aiuterà a fare altro nella vita, di fame non morirà sicuro.
@ Giovanni Battista (#3779206)
Più che altro chi gioca a tennis viene già da una famiglia benestante salvo rari casi;non stiamo parlando di nuoto o atletica che sono praticati anche dai non ricchi quindi evitiamo di fare passare i benestanti come vittime sacrificali
Voglio dire…se ci sono attori che vivono di una parte in una commedia che gira 15 teatri l’anno per 50 serate con 3/400 partecipanti massimo, possibile che un tennista che vive un circuito che gli mette davanti decine e decine di migliaia di spettatori, faccia fatica?…c’è qualcosa che tocca.
Soprattutto per il meccanismo redistributivo….un n. 150atp non è la millesima comparsa in una scena di massa di un film con The Rock, è un co-protagonista.
@ Marco M. (#3779382)
A tennis difficilmente trovi giocare il figlio/a di un operaio noed
Basterebbe togliere il 30% dei compensi delle semifinali e finali dei 500-1000 e degli slam e metterli nei tornei minori per avere una distribuzione più equa
Questa è la classica frase da educazione populista: “dividesse i suoi”
“può mantenerli lui”
e altre amenità…
In realtà Nole dice cose condivisibili e non spetta a lui, perlomeno non ancora, occuparsi di risolvere le criticità nel mondo del tennis.
Facile dire ad un ricco o a un benestante di cominciare lui a togliersi del suo, meno facile capire che alcuni anche se vivono vite più che agiate capiscono le esigenze di chi non ce l’ha fatta. Nole parla per esperienza personale, poteva essere uno dei tanti e ce l’ha fatta, altri hanno mollato per i costi. Arrivando da un Paese meno solido finanziariamente di altri ha presente certe dinamiche.
Accade anche nell’imprenditoria, a fronte di qualcuno che insulta il buonsenso dicendo che i poveri sono poveri per colpa loro c’è stato un Leonardo Delvecchio che partito dal nulla non ha dimenticato le fatiche e ha sempre fatto il possibile per rendere meno difficile la vita ai suoi collaboratori, senza i quali non sarebbe diventato il titano dell’imprenditoria che è stato…
Nole sa benissimo le fatiche dei suoi colleghi e sa anche bene che senza di loro il giocattolo non funzionerebbe…
Che poi si permetta di dirlo oggi dopo 24 Prize Money Slam e tutto quello che lo rende una piccola multinazionale è anche logico, pensate lo avesse detto dopo la prima vittoria in un 250-500 che peso avrebbe avuto. Temo nessuno
@ Laswell77 (#3778795)
Djokovic gia’ lo fa : vedi Mededovic completamente finanziato da lui e le strutture messe a disposizione di tennisti/tenniste minori suoi conterranei e il tempo con anche il tempo che riesce a dedicare loro con allenamenti o consigli