Davis Cup: Italia KO a Bologna, Musetti cede in due set a Diallo. Canada 2, Italia 0
Nemmeno nel peggior incubo avremmo sognato che la coppia Galarneau – Diallo potesse strappare quattro set a zero a Sonego e Musetti in una sfida di Coppa Davis giocata in Italia. Purtroppo a volte la realtà è più dura di un brutto sogno. Dopo la netta sconfitta del torinese nel primo match contro il 200 ATP Galarneau, anche Lorenzo Musetti crolla contro Gabriel Diallo (n.158 nel ranking), sconfitto nettamente per 7-5 6-4 per lo sconcerto del pubblico di Bologna. L’azzurro non è riuscito a strappare nessuna palla break al canadese, forte del suo super servizio dall’alto dei suoi 203 cm. Le condizioni indoor, un campo piuttosto rapido e nessuna pressione vista la vittoria del suo compagno di squadra nel primo match di giornata hanno creato condizioni ideali per lui, ma il “pezzo da 90” purtroppo ce l’ha messo Musetti con una prestazione incolore, passiva e totalmente da dimenticare. Che il risultato negativo di Sonego alzasse la tensione in Lorenzo era scontato, con l’aggravante di un periodo tutt’altro che positivo vissuto quest’estate dal carrarino, ma trovarlo così bloccato nella spinta e nei colpi, quasi sempre passivo e raramente incisivo è stato uno spettacolo che non avremmo mai voluto vedere.
Si sperava che proprio in un contesto difficile, con la necessità di giocare un bel match, potesse spronare Musetti dandogli forza e convinzione con la maglia azzurra, come accadde a Bratislava proprio dopo una sconfitta di Sonego. Quella volta “Muso” salì in cattedra, trovò grande forza e un tennis incisivo, vincente. Purtroppo oggi è andata male, davvero male. Diallo è un tennista con delle qualità, con quel servizio quando prende ritmo può essere un osso duro, ma ha anche precisi limiti sul rovescio e negli spostamenti. Soprattutto per metterlo in difficoltà è necessario provare a disinnescarne l’arma principale: la battuta. C’è un solo modo per farlo, rispondere in modo aggressivo, togliendogli sicurezza, ponendo dubbi che possono far crollare il suo ritmo. Qua è mancato Lorenzo, totalmente.
Questa dura sconfitta ha messo a nudo i due punti dolenti del Musetti attuale: sul piano tecnico la risposta, sul lato mentale la cattiva gestione della pressione. Non era facile rispondere a Diallo, bravo a chiudere la partita con numeri eccellenti, ma Lorenzo ha fornito una prestazione negativa. Ha provato ad essere aggressivo come posizione, non così lontano dalla riga di fondo, probabilmente per non aprire troppo l’angolo (corretto) e per mettere pressione psicologica all’avversario (altrettanto corretto). Ma per reggere questo piano tattico è necessario accompagnarlo dall’esecuzione tecnica. Musetti purtroppo ha quasi sempre risposto col braccio bloccato, per contenere, non per offendere. Non era necessario rispondere sempre alla perfezione trovando la riga di fondo, ma sarebbero bastate forse una manciata di risposte ficcanti e profonde per mettere dubbi nel ritmo dell’avversario, non c’è mai riuscito. A quel punto, forse si poteva provare a cambiare quella posizione che non produceva risultati, a costo di aprire molto l’angolo, per scambiare e provare ad incidere. Situazione che praticamente non s’è mai verificata.
Mentalmente Musetti ha sofferto tanto, troppo. Evidente come giocasse col freno a mano tirato. I primi game non sono andati nemmeno così male, ma poi ha iniziato a giocare col diritto troppo centrale, senza aprire l’angolo, senza anticipare a tutta e provare l’affondo col cambio di ritmo, e sbagliando pure i tempi dell’attacco quando è andato a rete. Pure col rovescio rari sono stati i tentativi di andare sul lungo linea, si è bloccato giocando con un diritto carico inside out che non era abbastanza lungo e aggressivo da sbaragliare il rivale. A peggiorare un quando già bello fosco, nei momenti delicati la prima palla l’ha totalmente abbandonato, come nel game che gli è costato il break del secondo set. Tutto per tensione. Serviva altra intensità, altro anticipo sulla palla per governare gli scambi a velocità che avrebbero sicuramente messo a nudo la relativa lentezza nella copertura del campo di Diallo.
Una prestazione deludente, incolore, assolutamente negativa che condanna l’Italia a un severo 2-0 contro un Canada a dir poco “rimaneggiato”. Era davvero difficile ipotizzare, vedendo chi schierava capitan Dancevic, una sconfitta così secca. Venerdì c’è un Cile assai temibile con il miglior Jarry in carriera e un “cagnaccio” come Garin. Servirà tutt’altra cattiveria agonistica, prima di tutto.
Marco Mazzoni
La cronaca
Musetti inizia un match delicatissimo alla battuta. Lo chiude con un gran servizio, 1-0. Impressiona subito la prima palla di Diallo, forte dei suoi 203 cm di altezza, non sarà facile strappare un break al canadese – con la risposta da sempre colpo meno sicuro del toscano. Scontato che sia Lorenzo a condurre maggiormente lo scambio, preciso col diritto in quest’avvio, ma i palleggi sono rari, Gabriel cerca subito di verticalizzare e quando serve lui si gioca ben poco… Dopo 20 minuti lo score è 3 pari. Lorenzo cerca di trovare la posizione in risposta, a volte si avvicina, altre è ben dietro, ma in quest’avvio non riesce ad incidere e spingere. Nel settimo game Musetti serve poche prime palle e sbaglia malamente un diritto d’attacco. Subisce sul 30 pari l’assalto del rivale, che strappa la prima palla break del match. Bravo Lorenzo a inchiodare nello scambio Diallo, muoverlo e spingere sul rovescio, salvando la chance. 4-3. L’allievo di Tartarini vince un bel game sul 4 pari, rischiando (bene) due palle corte e poi chiudendo con un Ace, per il 5-4, ma in risposta non incide bloccato sul contenimento, è tutto troppo comodo per Gabriel. Sul 5 pari si complica il game per l’azzurro: comanda Lorenzo ma non chiude e Diallo si porta 15-30 con un bel diritto “pesante”. Pessimo “Muso”, gioca centrale col diritto e il rivale si butta avanti, chiudendo in sicurezza di volo. 15-40, due palle break delicatissime da difendere. NOOO, gioca una PESSIMA palla corta col diritto, con la palla che non arriva quasi a rete. È un disastro tattico ma anche tecnico, figlio della tensione. BREAK Diallo, serve sul 6-5 e con un altro ottimo turno di servizio, praticamente senza scambiare, chiude 7-5 il primo set. Atmosfera cupissima all’Unipol Arena di Bologna, il pubblico è sconcertato e ammutolito. Parziale di 12 punti a 2 per Diallo. Musetti ha accusato la tensione del momento, smarrendo la prima palla e diventando passivo. Purtroppo, un film già visto. Ma in tutto il set non ha preso di petto la partita, è stato lì aspettando che accadesse qualcosa. È accaduto che l’altro ha servito come un treno ed è stato pronto a prendersi la chance.
Secondo set, Musetti to serve. Vince un buon game, ma il canovaccio del match non cambia, Lorenzo non riesce ad incidere in risposta e appena Diallo regge lo scambio, lui non trova massima velocità di braccio, non sfonda, non trova varchi per portare l’avversario all’errore. Due errori nel terzo game, 0-30 e ancora niente prima, catena cinetica perversa che sempre penalizza i momenti critici dei suoi match negativi. Lo grazia sotto rete Diallo, un tocco di volo a campo aperto non passa la rete. 2 pari, ma è più l’azzurro a soffrire nei suoi game rispetto al canadese. Implacabile Diallo, con un Ace impatta 3 pari, ma il capolavoro l’ha fatto sullo 0-15 e seconda palla, bravissimo nel gestire quel momento. Sul 3 pari arriva per Lorenzo un momento difficilissimo: non entra la prima palla e Gabriel spinge forte, la risposta profonda al centro e poi via col diritto cross a tutta. 0-15 e poi 0-30 con un altro attacco col diritto dopo la risposta. 6 punti di fila per lui, ora la pressione è di tonnellate sull’azzurro. E niente prima… Comanda Diallo, bravissimo, ma la seconda palla di Lorenzo è corta, passiva, facile preda del rivale “in the zone”. 0-40, tre palle break che sono quasi dei match point visto come serve il canadese. Out la volée bassa di Lorenzo, BREAK a zero, con un parziale di 8 punti di fila per Gabriel, scappato via al comando 4-3. Implacabile, 12 punti di fila e 5-3 Canada, a un passo del secondo clamoroso successo. Chiude 6-4 il canadese, al secondo match point con uno smash comodo. Questa prima giornata della fase a gironi s’è trasformata in un vero incubo. Adesso il passaggio della fase a gironi è molto complicata, visto che il Cile è un’ottima squadra, forte di un Jarry al massimo in carriera.
Diallo G. (Can) – Musetti L. (Ita)
TAG: Davis Cup, Gabriel Diallo, Italia-Canada, Lorenzo Musetti
Bravissimo! E pensare che queste cose l’utente Enzo la barbera le dovrebbe sapere meglio di noi, se è vero che ha 85 anni. Ma, evidentemente, all’epoca non si occupava di tennis…
Tanner nel 1975 già impiegava telai non di legno ma in metallo con ponte in plastica che un po’di tutte le case avevano in listino.
Quanto vibrasse dopo le sue sassate non oso immaginarlo.
Diallo ha vinto, con ieri, 4 volte in carriera contro un top 50. Di cui 3 contro giocatori con rovescio a una mano (2 Evans, 1 Musetti).
Purtroppo la realtà è questa, Musetti contro un big server in giornata buona sul veloce ha lo 0% di possibilità di vincere.
Jimbo contro Tanner vinse in una semifinale a Wimbledon una partita dove subì 25 ace. E Tanner era uno che serviva oltre i 210 all’ora con la racchetta di legno. Agassi riuscì a battere Ivanisevic nella finale di Wimbledon 1992, nonostante 37 ace del Croato (che è stato a lungo il primatista degli ace, avendone messi a segno più di 10.000 in carriera). Non male per semplici “pistoleri”.
Grazie per la precisazione. Ne aggiungo una io perché non mi capacito di come io abbia potuto dimenticare Mc Enroe, anche lui alto 180 cm. Se non ho fatto male i conti, i tennisti con la “pistola” hanno porrato a casa 34 titoli Slam.
Lo spilungone, con le fasce muscolari di un atleta, pesa un quintale e più. Se trova quello bravo che lo spinge fuori del campo con bordate a destra e a manca per poi accorciare improvvisamente il gioco per farlo correre a rete, è praticamente spacciato. Il suo peso insostenibile lo sfianca ma, soprattutto, le sue lunghe leve hanno bisogno di tempo per sviluppare velocità. Mai visti i tempi dei centometristi nei primi 20 metri? A parità di tempo di reazione i piccoletti sono tutti avanti. Il mitico Jimbo, per me il più grande di ogni tempo, era uno Speedy Gonzales dotato di una potenza bruta… spingeva i colpi e poi correva a rete a murare l’avversario. Non c’era modo di superarlo. Solo sparandogli. Non sono avanti con l’età quanto te ma comunque anche io abbastanza datato per ricordarmelo, ancorché da bambino.
Safin era 1.93
Non ricordo se Arnaldi o Nardi intervistato prima di un match contro Musetti disse: quello è un fenomeno! Io mi fido più del giudizio di uno di loro che del tuo. Posa il fiasco
Giusta osservazione ma la citazione corretta a cui riferirsi era “Quando l’uomo con il fiasco incontra quello con la damigiana, l’uomo con il fiasco è un uomo morto” e il luogo non era il western ma un’enoteca.
@ Sporadico (#3762578)
Altri tempi, altri attrezzi, oggi il servizio vale per il 99,99% del gioco. Gli spillungoni sono molto più favoriti. Lasciate perdere i paragoni. Non sarà che io a 85 anni sono più giovane di voi, e afferro al volo le novità? enzo
Solo un paio di precisazioni, Medvedev è alto 1.98 e c’è anche Murray (1.91) tra i numeri uno che superavano il metro e novanta. Per il resto d’accordissimo con te
Perchè la Davis, quel mondo lì, non esiste più. Ieri in realtà guardavamo le diapositive di famiglia, rimpiangendo un mondo che non c’è più, con dei figuranti che non sono stati in grado di ripetere il copione previsto.
Ai nostri nonni (Pietrangeli, Pericoli, Panatta, …) resterà la soddisfazione del “quando c’era lui … scusate, quando c’ero io …)
@ maci (#3761952)
Diallo tra pochi mesi sara’ nei primi 50 e non sono dilettanti
Bravo! Jimbo con la sua calibro 22 ti sterminava un esercito di fucilieri. E pare che nemmeno arrivasse a 1,78, alcuni lo davano anche qualche millimetro sotto.
Tranquillo, non c’è bisogno che lo precisi, qui dentro sono tutte modeste opinioni, le mie in primis. Detto ciò, non so se convenga abolire il capitano non giocatore o direttamente la Coppa Davis. I tempi sono cambiati, il torneo non attira più come una volta, i grandi campioni si defilano così come il pubblico. Poi arriva un torneo del grande Slam, e si ritrovano tutti lì a tifare per quello o per quell’altro.
Lo ami talmente tanto che non sai nemmeno quali sono i principali esponenti del rovescio ad una mano e cosa abbiano vinto.