Alcaraz fa autocritica: “Non sono abbastanza maturo per gestire questo tipo di partite”
Un Daniil Medvedev sontuoso ha sorpreso il campione in carica di US Open Carlos Alcaraz, battendolo in una bella partita in quattro set ieri notte nella seconda semifinale a New York. Sarà il moscovita quindi a sfidare Novak Djokovic nella finale maschile domenica sera (ore 22, su SuperTennis) in quella che si preannuncia una gustosa e interessante rivincita della peggior sconfitta patita in carriera del serbo, due anni fa, che gli impedì di completare un clamoroso Grande Slam stagionale.
Daniil ha giocato un match di altissimo livello, cambiando totalmente tattica e stile di gioco rispetto alle due nettissime sconfitte sofferte contro il giovane spagnolo quest’anno. Infatti sia a Indian Wells che a Wimbledon la velocità e anticipo del tennis di Carlos avevano totalmente disarmato le difese e rincorse del russo, incapace di contenere il rivale, di tenerlo fermo e ribaltare lo scambio a suo favore. Troppo rapido e aggressivo Alcaraz in quelle due partite, totalmente ingiocabile e superiore a Medvedev. Daniil, da vero campione e “scacchista”, s’è preso una bella rivincita nel torneo a lui più caro, quello dove è esploso e mediamente ha fatto meglio. Ha affrontato la partita di petto, ha sfidato Alcaraz sulla velocità, sulla spinta, non restando ancorato alle sue solite rincorse e contro mosse, ma andando dritto per dritto a prendersi il campo e il punto. Ha spaccato la palla col diritto, cosa che non fa quasi mai. Una profondità di colpi e aggressività che ha sorpreso l’iberico, a tratti incapace di star dietro al rivale e finendo per esagerare nelle sue accelerazioni. Dopo aver vinto il tiebreak del primo set, Medvedev ha alzato il livello in modo esponenziale nel secondo, trovando una mezz’ora di gioco irreale per qualità. Mai in stagione Alcaraz era stato così dominato. Alla fine il moscovita l’ha spuntata meritatamente in quattro set, volando in finale per la terza volta nel torneo. Djokovic resta il favorito, ma questo Medvedev è piaciuto assai. “Dovrò giocare 10 volte meglio rispetto al 2021 per vincere” afferma Daniil nella conferenza stampa.
Nel dopo partita Alcaraz ha fatto una piena autocritica, dicendosi non sorpreso del livello raggiunto da Medvedev e molto deluso da come ha gestito la sua partita. A suo dire, ha pagato mentalmente le difficoltà, scappando dal campo. Una sconfitta di cui farà tesoro per crescere. Ecco alcuni passaggi del pensiero dello spagnolo.
“Sul 3 pari nel tiebreak del primo set ho perso la testa” afferma Carlos. “Ho fatto tre o quattro punti senza controllo. Non ho pensato. Ho perso la testa alla fine di quel set. Lottare per 50 minuti e quindi ritrovarmi così è stato un momento difficile da affrontare. Nel secondo set ero semplicemente sulla luna, fuori dal match. È stato difficile. Daniil ha giocato molto bene. Mi ci è voluto molto per tornare e giocare di nuovo al mio gioco. Sono arrivato quasi a scagliare la racchetta a terra, ma mi sono controllato”.
“Questo tipo di partite possono arrivare, anche se mi sento più maturo rispetto a un anno fa. Lui ha giocato davvero bene, non sono riuscito a trovare soluzioni contro il suo gioco. Pensavo di poterle trovare quando la partita non andava nella direzione giusta, ma dopo questa partita cambierò modo di pensare. Non sono ancora abbastanza maturo per gestire questo tipo di incontri. Devo imparare da quanto è successo. Medvedev ha giocato con più velocità, il suo diritto correva molto, oggi è stato fantastico. Ha una delle migliori risposte del circuito. È incredibile come riesca a rispondere da così lontano e tirare una palla così profonda e potente. È incredibile. E se gli faccio un serve-volley, trova il modo di superarmi anche da casa sua…. La prossima volta dovrò servire meglio, trovare posizioni migliori da cui attaccare. Nei turni precedenti lo slice mi ha aiutato a trovare il mio gioco, ma oggi non ha funzionato. Ha trovato ottime soluzioni in difesa, non ha commesso errori e il suo servizio è stato fantastico. Ha giocato da 10. Devo imparare a trovare soluzioni per questo tipo di partite”.
“Quanto fa male questa sconfitta? Non lo so, forse ci penserò per qualche giorno. Devo imparare perché voglio migliorare. Penso che questi tipi di partite ti aiutino a crescere e ad essere migliore, è necessario saper gestire questo tipo di situazioni. Devo parlare con la mia squadra, con Juan Carlos, e vedere come posso migliorare”.
Parole molto lucide, che ben spiegano come Carlos sia in realtà molto maturo e consapevole per la sua età. Ha trovato di fronte un avversario in grandissima forma che per una volta gli è stato superiore. Più che mancanza di maturità, è corretto dire che gli è mancata esperienza e capacità di reagire. La sensazione è che il suo modo di stare in campo, sempre di corsa, facendo tutto così rapidamente, anticipando sempre e comunque, sparando tutto e subito, non gli consenta di fermarsi, respirare e riflettere quando è messo sotto. In questi casi, quando l’avversario ti travolge, far passare la tempesta restando in scia pronto ad alzare di nuovo il livello è forse l’atteggiamento migliore, e in questo Carlos ancora è carente. Del resto Alcaraz è talmente già forte che poche volte ha trovato al di là della rete un avversario così tosto e offensivo da disarmarlo. Il Medvedev ammirato ieri notte è giocatore formidabile, un vero n.1 che può battere tutti, inclusi Alcaraz e Djokovic
Marco Mazzoni
TAG: Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Marco Mazzoni, US Open 2023
Però, in fondo, sto facendo il tuo stesso errore… tu mi parli di supremazia italica nel tennis e io ti ribatto con l’atletica… che stupido che sono! Allora, vediamo un po’… negli ultimi 50 anni gli USA hanno avuto un autobus di super top che hanno vinto tutto, ovunque e su qualunque superficie, compresi Agassi con i suoi 4 Australian Open, Sampras con i suoi 7 Wimbledon, Connors con i suoi 5 US Open e McEnroe che tra US Open e Wimbledon ha perso il conto persino lui… e non voglio mettermi a ricordare i Gerulaitis, gli Smith e tanti altri che hanno stravinto ovunque e contro chiunque. Noi negli ultimi 50 anni abbiamo avuto Panatta che, a parte la Davis ( che prima contava assai), vinse un Roma, un Parigi e menò a uno spettatore. Questo è tutto. Hai capito Tafa’?
Vedi Tafanus, gli USA possono organizzarti in 24 ore un meeting di atletica dove ti buttano in pista almeno 50 ragazzi, noti e meno noti, in grado di correre i 100 metri in meno di 10 secondi. Noi, forse, appena 1, e manco dovremmo contarlo se è vero, come è vero, che per metà (la metà che corre) è americano. E potremmo andare avanti per molto in quasi tutti gli sport. Ma questo che vuol dire? Dovremmo bearci perché abbiamo un top 100 ogni 15 milioni di abitanti… bah… ma che c’entra con la risposta che io ho dato all’utente che mi ha preceduto? Ma, dico io, quando replicate a un utente, volete almeno avere la bontà di leggere quello che ha scritto? O avete dei post precompilati, buoni per tutte le stagioni, che sparate alla cieca solo per far vedere che ci siete?
La paura sua ora è quella di avere tanti punti in meno dal più forte tennista della storia!!
Ammettere di avere paura è proprio da campione!! Nessuno lo ammette … AHAHAHAH