Eubanks: “Manca nel maschile un afroamericano che apra la strada come ha fatto Serena. Spero di poter ispirare qualche ragazzino”
Chris Eubanks dopo lo scoppiettante Wimbledon si è presentato di fronte al pubblico di casa con una buona vittoria all’esordio contro Kwon, che gli permette di continuare la sua strada nel torneo. Al secondo turno trova Bonzi, con la prospettiva di sfidare Tsitsipas al terzo turno. Prima dell’avvio di US Open, Chris ha rilasciato una bella intervista al quotidiano britannico The Guardian, nella quale si è soffermato sugli esordi e sul presente del suo sport. A suo dire oggi in America (e non solo) è mancato molto un tennista di colore che abbia aperto la strada ai giovani, molto più propensi a lanciarsi nel basket piuttosto che nel tennis. Il concetto di appartena è ancora molto forte, come l’emulazione. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
“Il periodo trascorso da giovane in giro con Donald Young è stata la mia occasione per allenarmi seriamente, con un professionista di prim’ordine. A lui piaceva il modo in cui colpivo e avermi intorno. Poter allenarmi e vedere quell’alto livello di tennis ogni giorno ha fatto miracoli per il mio gioco. Quando sono tornato nei tornei giovanili, la palla sembrava andare molto più lentamente. Avevo molto più tempo, sentivo di poter fare esattamente quello che volevo quando volevo. Mi ha anche aiutato a sviluppare il gioco che ho adesso, a essere più aggressivo e a correre dei rischi. Certo, c’è voluto del tempo, ma alla fine sono arrivato dopo volevo essere”.
Anche la sua esperienza come commentatore per Tennis Channel è stata importante e formativa: “Mi è veramente piaciuto. Ho pensato: questo è qualcosa in cui posso di essere bravo. E, in una certa misura, mi ha tolto un po’ di peso dalle spalle e mi ha fatto dire, ehi, se non riesco col tennis, penso che questo sia qualcosa che posso fare. Il mio gioco è iniziato a migliorare da allora, quando mi sono liberato, ho giocato meglio sentendomi più libero e ho anche iniziato a capire la partita molto meglio. Esperienze davvero importanti”.
Non è facile, purtroppo anche i nostri giorni, emergere negli States in uno sport individuale essendo afroamericano. Per Chris una sorta di Serena al maschile sarebbe la scintilla che potrebbe far decollare tutto il movimento. “Sono stato fortunato con i miei mentori, mi ha dato la possibilità di vedere che era possibile perché è difficile per un ragazzo credere davvero di poter essere qualcosa di importante in questo sport se non vede farlo da qualcuno che gli assomiglia. È difficile convincere un bambino dicendogli “Puoi farlo”, se quando guarda la TV non vede nessuno che ti assomiglia fare una cosa del genere. Penso che, dal punto di vista maschile, non abbiamo avuto il lusso di avere un uomo di colore come Serena che ha dominato lo sport. La speranza è che presto arrivi un gruppo sempre più numeroso, inclusi afroamericani, così che i ragazzini neri possano accendere la TV, guardare uno dei ‘nostri’ giocare e dire: Ehi, potrei volerlo fare. Forse non vorrà giocare a basket e provare col tennis. È un passaggio molto importante”.
Dopo la sua spettacolare stagione su erba, non sono arrivati i risultati sperati nei due 1000 in Nord America. Eubanks dice di non sentire troppa pressione a US Open: “Aspettative? Non mi interessa, ho fiducia. Quello che ho fatto nell’ultimo anno dimostra che il mio processo funziona. Non concentrarmi sul vincere o perdere, ma concentrami solo sulla fiducia. Ho fatto tutto questo? Ho dormito abbastanza? Ho mangiato la giusta quantità? Ho fatto i servizi extra? Se faccio tutte quelle cose mi sento bene quando sono in campo, e se esco la fuori e non vinco, le aspettative degli altri non contano davvero per me. Ho fatto quello che dovevo fare, semplicemente non è andata come volevo. Questo è il tennis, passiamo alla prossima settimana”.
Un attitudine positiva ancor più importante visto il tennis super offensivo e a grande rischi che Chris porta in campo.
Marco Mazzoni
TAG: Chris Eubanks
Bravo Eubanks, siete proprio fatti con lo stampino, tutte le volte che vi innalzate da soli perdete subito
Vedendo la partita di oggi direi che non puó essere lui stesso a spingere i bambini di colore a giocare a tennis
Credo abbia il diritto di esprimere con pacatezza un’opinione lui che forse ne sa di più.
Fastidioso sentire che un desiderio diventi “pontificare” e che chi fa altro nella vita (non sei un top ten giusto?)dica ad un professionista di tennis che non può parlare del proprio lavoro.
Bravo Chris! Prima però magari prova ad arrivare in TOP TEN, come ha fatto un afroamericano di nome Tiafoe e poi pontifica che manca un afroamericano ai vertici del Tennis che faccia da apripista per i giovani di quella etnia.
É l’utenza di Eubanks
Racchetta che problemi hai?
Sporchi bianchi…
Arthur Ashe questo sconosciuto…
@ Markus (#3733108)
Tiafoe e’ piu’ giovane di Eubanks, sveglia! Eubanks sta parlando di afroamericano vincente nella generazione precedente alla sua quindi appartenente alla generazione delle sorelle Williams.
Tiafoe e’ piu’ giovane di Eubanks, come avrebbe potuto essere una fonte di ispirazione per Eubanks?
L’importanza del colore della pelle secondo il Sig. Eubanks.
Ashe Blake Tiafoe Auger…pensa di essere lui il prediletto?
Dal punto di vista dell’Americano Nativo (da non confondere con i Natives, che sono i pellirosse) Tiafoe è un immigrato come potrebbe essere un ebreo russo o un Salvadoregno. Per questo Eubanks non considera Tiafoe un “fratello”, anche se magari Tiafoe si considera parte della comunità African-American. Ripeto, sono sottigliezze, consiglio la lettura del saggio “la razza conta” del docente di “cultural studies” Cornel West. Queste differenze sono paragonabili a quelle che possono essere fra Ebreo, Israeliano e Sionista.
Non è del tutto vero, Ashe è stato parte dell’ala “moderata” del Movimento, quell, per capirci, che faceva capo a MLK ed ai suoi successori, come Andrew Young e successivamente a Jesse Jackson.Ed è morto molto giovane, a causa dell’AIDS contratto per delle trasfusione quando il sangue non veniva controllato.
no, lo sa benissimo, ma è passato troppo tempo da allora, e c’è una situazione politica molto diversa, all’epoca c’era una coscienza nera che stava crescendo, adesso c’è la marginalizzazione…
Eh certo perché un ragazzino che vede Tiafoe in TV… per potersi assicurare di potersi inspirare a lui deve prima andare a controllare la provenienza dei sui avi e la loro data di immigrazione/importazione…
Lasciatemelo dire state delirando! Non è assolutamente così
Tecnicamente Obama fa parte della più vasta comunità dei Black Americans, padre del Kenya e madre americana bianca (anche se pare avesse un antenato nero schiavo, ma questa discendenza è un po’ “labile”), e non degli afro americani, che sono americani da varie generazioni, e discendenti degli schiavi portati in America dall’Africa cosidetta “nera” (quindi esclusi quelli del Magreb) nel 18/19o secolo – e che molto spesso nel tempo hanno “assunto” cognomi anglosassoni, da Smith a Williams
Per molti statunitensi di colore l’afroamericano è uno statunitense che cerca di richiamare le origini africane per onorare le sofferenze degli schiavi importati dal ‘700. Se non erro fu lo stesso Malcom X ad accendere nei neri il richiamo al passato, anche nello “stile” come la famosa pettinatura afro di Jimi Hendrix o di Doctor J.
A volte questo desiderio di non dimenticare genera fenomeni di discriminazione inversa, allontanando alcuni gruppi dall’influenza bianca e ponendosi in contrasto con altre etnie, quella messicana in particolare.
Domanda off topic col tennis:
In base alle varie teorie che ho letto qui sotto, Obama è afro-americano oppure no?
Tecnicamente ha ragione sia chi dice che è praticamente africano e chi dice il contrario.
Tiafoe è nato negli USA da genitori immigrati dalla Sierra Leone due anni prima della sua nascita.
Giustissimo il termine Statunitense, ma altrettanto giusto pensarlo come africano puro, viste le origini che nulla hanno a che fare con gli USA.
Sembrano sottigliezze a chi, come noi, non ci fa caso, ma nel mondo afroamericano sono distinguo non da poco e la “dimenticanza” di Eubanks potrebbe non essere casuale.
Entrando nel merito delle dichiarazioni direi che trovo difficile che un ragazzo che sogna il basket o il football americano possa “innamorarsi” del tennis perché vede dei ragazzi come lui.
Ogni ragazzo ha i suoi idoli e le sue passioni, ma se non ha i mezzi ripiegherà sempre sullo sport più accessibile.
Ma che stai a dì???
afro americani sono coloro che sono nati dai discendenti degli schiavi dall’Africa, quindi non solo sono americani (come Tiafoe) ma lo sono da almeno diverse generazioni
Tiafoe è nato nel Maryland…non è africano
@ Mirco (#3733322)
Uno che gli somiglia…
Uno gli somiglia….fantastico.
Che tristezza
In realtà Ashe non è mai stato davvero d’ispirazione per i gli afroamericani. Ha sempre fatto “cose da bianchi”. Amava le riviste patinate ed i country club e in un periodo di movimenti per i diritti degli afroamericani, non ha praticamente mai fatto sentire la sua voce. Oggi ci si farebbe molto meno caso, dato che fan quasi tutti così. Ma ai tempi era importante.
ho fatto una piccola ricerca..
l’unico africano di colore di una certa prospettiva è il ventenne ivoriano Coulibaly, numero 393 del mondo..
Per il resto in classifica atp non c’è null’altro da segnalare.
Qualcosina in più nella classifica Junior dove mi incuriosiscono un paio di ragazzi:
il rappresentante del Botswana Sotso, classe 2005 è ai margini della top 100
il burundiano Gatoto, classe 2007 che invece è nella top 400.
Mah gli afroamericani nel tennis non mi sembra siano mai mancati, nè che manchino adesso.
Certo che se si aspetta da un momento all’altro qualcuno che tiri giù Alcaraz o Nole dalla torre, ne passa di acqua sotto al mulino…
@ Markus (#3733108)
Appunto…pensavo la stessa cosa!
Eh, ma era un Boomer.
Eubanks è un Millenial, non c’è paragone.
Vuoi mettere lo stress dei social, la vita di Ashe era più semplice e banale.
bella intervista..in effetti anche Tiafoe è di colore e sicuramente un personaggio che piace al pubblico yankee.
Sarebbe ancora più importante che ci fosse un tennista africano forte di colore, è ancora molto difficile perchè non ci sono investimenti da quelle parti.
C’era un atp 250 in sudafrica e l’hanno tolto, dovrebbe esserci un piccolo circuito challenger per consentire ai pochi ragazzi di emergere.
Fossi in Gaudenzi proverei di rendere più globale il tennis, con particolare attenzione per i mercati asiatici e africani.
Dopo il covid il tennis è diventato troppo europacentrico e non è un bene per lo sviluppo del nostro sport.
Tiafoe è Africano, non Afro-Americano, può sembrare una sottigliezza, ma per loro non lo è…
troppo giovane Eubanks per saperlo 😀
Beh, un certo Artur Ashe ha quasi fatto un career slam.
E quindi secondo te Tiafoe è paragonabile a quel che ha fatto Serena Williams? No perché Eubanks sta dicendo questo
Tiafoe è quindi scandinavo?