Alex de Minaur, elogio della normalità
Non ruba l’occhio in campo, non entusiasma le folle, non ha un colpo in grado di sovrastare l’avversario. Eppure, l’australiano de Minaur è un lodevole esempio di come anche nel tennis contemporaneo si possano raggiungere i massimi livelli anche senza per forza essere dei super uomini, bensì puntando sulla volontà, l’agonismo e l’intelligenza tattica.
Bravi e cattivi ragazzi
Se si dovesse chiedere a una schiera di appassionati in giro per il mondo quale sia il loro campione preferito, probabilmente in pochi citerebbero Alex de Minaur. Quando si guardano le quote delle scommesse di tennis live nei grandi tornei, di rado viene considerato favorito se deve affrontare uno dei big del circuito. Eppure, il giocatore nato a Sidney nel 1999 ha saputo scalare le classifiche, un po’ alla volta. Quasi in silenzio, senza mai porsi in maniera troppo appariscente, in totale contrapposizione con suoi connazionali dotati di enorme talento ma ben poca tenuta fisica o mentale.
Il riferimento, è chiaro, va a Kyrgios e Kokkinakis, i due bad boys su cui l’Australia puntava per rinverdire almeno parzialmente i fasti di una gloriosa tradizione scemata negli ultimi lustri. Kokkinakis è stato invece a dir poco frenato da una marea di infortuni che ne hanno limitato attività e risultati. Quanto a Kyrgios, non ci sono sorprese nell’affermare che in lui non c’è mai stata la voglia di crederci davvero, di fare vita da professionista, di sfruttare un clamoroso talento in gran parte purtroppo gettato alle ortiche.
Però c’è lui, Alex. Non una montagna di muscoli, non un predestinato, non una macchina da guerra come tante ormai se ne vedono sul circuito. Certo, parliamo di un ragazzo alto 183 centimetri, dunque non un piccoletto alla Schwartzmann. Ma senz’altro nemmeno paragonabile a molti giganti che svolgono ruoli da protagonisti nel tennis odierno.
In ogni caso, de Minaur è arrivato su, vicino alla vetta. Ci è riuscito con abnegazione, continuità, spirito, lotta. E con tanta intelligenza, ovvero un acume tattico per il quale sul campo lo vediamo saper quasi sempre cosa fare. Un muro, ottimo nella fase difensiva, tenace nel rincorrere ogni accelerazione avversaria, abile nel commettere pochissimi errori lasciando al contendente l’onere di prendersi un maggior numero di rischi.
De Minaur muove il gioco, costruisce il punto con pazienza, apre gli angoli. Non ha un servizio devastante, e in generale nessun colpo con cui spazzare via chi sta dall’altra parte della rete. Il pubblico non va in visibilio come invece accade per un meraviglioso rovescio di Wawrinka o uno spaventoso diritto di Alcaraz. Ma Alex resta lì, combatte, ragiona, non sbaglia. E molto spesso, vince.
Salto di qualità
Numero due al mondo a livello juniores, l’australiano si è presentato sul circuito maggiore con alte aspettative, poi in parte ridimensionate, almeno per un po’. Si è assestato intorno alla ventesima posizione del ranking, e lì è rimasto per diverso tempo. Sembrava che ormai questa potesse essere la sua definitiva zona di comfort a livello di graduatoria. De Minaur però non si è accontentato, ha lavorato per implementare velocità e precisione del servizio, per rendere il suo gioco ancora più solido. Gli effetti si sono visti: il trionfo ad Acapulco, insieme al fantastico cammino al Masters 1000 di Toronto, lo hanno proiettato verso un ulteriore salto in avanti.
Quando parliamo di normalità, esponiamo un termine ovviamente non valido in senso assoluto. Non può essere “normale” il fatto di conquistare un posto tra i migliori 10 o 20 giocatori del globo. Ma il concetto serve per omaggiare chi, con la costanza e l’impegno, lo studio dell’avversario e la serietà dentro e fuori dal campo, è riuscito ad approdare nell’élite del tennis, anche senza i crismi del supereroe.
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Dimenticavo di citare Nastase fra i bad boys. Giusto per coprire tutto il periodo delle classifiche computerizzate.
Si apprezzano le sue qualità di bravo ragazzo ma il tennis è stato dominato anche da alcuni bad boys (Connors, Mc Enroe, Agassi) e da alcuni “antipatici” (Lendl, Murray,Nole). Nole ha avuto la sfortuna di essere contemporaneo a due catalizzatori di tifo come Roger e Rafa ma il campo sta dando ragione a lui.
Il suo punto forte (piedi velocissimi) rischi di diventare anche il suo tallone d’Achille. Il giorno che non gli vanno diventa un giocatore normale e battibile.
Insieme a Ruud è il più intelligente per tattica (Ruud gli è probabilmente superiore). Ho sempre apprezzato il suo tennis “diverso”. È alto, ma leggero e di struttura esile; che bello vedere non il solito bombardiere, ma uno che sa fare i lungolinea continui perché corre come un razzo a coprire il campo. È l’esempio che si possono raggiungere alti livelli anche colpendo non fortissimo e piazzando la palla.
Spero entri in Top 10 presto.
Mi piacerebbe essere un tennista normale come De Minaur
Da sempre gli highlights di DeMinaur sono i piú divertenti.
Ha una velocità in campo unica che gli permette di rimettere in gioco anche colpi che com altri sarebbero definitivi sando vita a scambi memorabili.
Inoltre viene spesso a rete, altro che pallettaro.
Peccato sia cosí leggero, davvero una piuma.
De Luigi a Mai dire gol.
Lillo ha fatto Posa-man a LOL
Ma.. Lillo mi pare fosse POSAMAN..Io mi riferivo ad un vecchio personaggio di “Mai dire goal” interpretato da Deluigi, però potrei sbagliare,si parla di 20 anni fa
Era Lillo, non De Luigi
Dalla descrizione fatta mi è tornato in mente un vecchio personaggio interpretato da Fabio De Luigi…MEDIOMAN
Bravi, bell‘articolo su un giocatore spesso sottovalutato. Non sapevo fosso sopra 1,8o m, ma il peso di soli 69kg sottolinea la sua struttira esile (Federer 1,85, 85 kg!). Ci vogliono anche dei giocatori tecnici come lui nel circuito, forza!
La storia di De Minaur ( si pronuncia come si scrive) ci ricorda la storia della Samsonova: viveva con la famiglia in Spagna ma la federtennis spagnola non ha voluto supportarlo non avendo i mezzi finanziari, osservato da un australiano che ne ha capito le potenzialità, l’ha aiutato nella crescita sotto la bandiera Australiana….
La storia di DeMinaur
Attenzione che De Minaur di Australiano non ha certo il tennis: è sostanzialmente uno Spagnolo con bandiera Austaliana per cui Hewitt è un riferimento Aussie ma non la base dal suo tennis che è di Alicante! Penso che si noti anche da come gioca!
Ero persino dispiaciuto che fosse stato brutalizzato (nel secondo set) dal mio caro Jannik.
È un giocatore la cui abnegazione mi commuove.
Difficile però che vinca Slam o abbia exploit veramente di rilievo.
E nn è detto che nn migliori ancora…atleticamente e come movimenti veloci ha pochissimi rivali…come scritto nell’articolo tutto fa pensare che sia un team ben amalgamato e che il ragazzo continui a voler lavorare e migliorare…e se c’è questo fuoco è quello che serve per arrivare in cima o quasi…
Quindi dopo un mille vinto gli spetta uno slam,Nole e Carlitos permettendo, chiaramente.
Per quanto si può conoscere un atleta seguendo il tennis, De Minaur sembra una brava persona e un atleta davvero preparato.
Per fare un gioco di parole, quando il peccatore sconfigge un demone è pronto per passare ad una vita nuova, vedi la finale next gen. 😉
É un giocatore in costante miglioramento…entrerà in top10 nel breve…
In realtà il demone è un predestinato, talento precoce e di livello atletico super.
Credo che abbia le caratteristiche per essere presenza fissa nei 10.
Se pensiamo a giocatori noiosi pensiamo a Ruud, Rublev, giusto per fare un pò di nomi, certo non a De Minaur. Che non arriverà ai risultati di questi due giocatori ma sicuramente saprà sempre intrattenere il pubblico con la sua tecnica e varietà di gioco, che se non fanno sempre arrivare al top sicuramente aiutano il circuito maschile a non essere troppo monotono. In tema di giocatori alternativi vedere ovviamente anche Purcell, anche ieri autore di una partita per nulla banale…
quando si diventa campioni coi fatti e non con le parole (Kyrgios)
Ripeto quello che ho già scritto qualche giorno fa.. e pensare che l’esperto del sito Enzo la… ha fatto il suo esempio parlando di giocatore non agguerito, qualità, una delle poche, che l’australiano ha e che compensa il non avere un bagaglio tecnico e una potenza a livello top.. proprio un espertone il “nostro” Enzo
Bell’articolo! Aggiungerei che come coach ha un tecnico molto bravo… Lo dimostra già il fatto che Alex (un po’ come Ruud, per un certo periodo) ha sempre azzeccato la programmazione e sfruttato le occasioni giuste per fare punti, salire di classifica e vincere titoli… Ma non sto parlando di Hewitt, anche se qualcuno lo considera il suo coach (pur essendo vero che lo ha molto aiutato agli esordi nel circuito, specie in patria), bensì dello spagnolo Adolfo Gutiérrez, cui va il merito per averlo costruito, in silenzio e fuori dai riflettori, fin da bambino
Alla faccia della normalità, De Minaur è un giocatore molto rapido e tecnicamente completissimo