EG 2023, a Cracovia c’è Janowicz, da Wimbledon al padel: «Lo sport della mia rinascita»
Dieci anni fa, il 12 agosto del 2013, Jerzy Janowicz toccò il punto più alto della sua carriera di tennista. Numero 13 del mondo, poche settimane dopo aver raggiunto la semifinale a Wimbledon, persa contro Andy Murray dopo aver conquistato il primo set. Jerzy, bombardiere da 203 cm di altezza, ha giocato l’ultima partita di tennis nel settembre scorso, nel Challenger di casa, a Szczecin, ma è pronto a tuffarsi nell’avventura dei Giochi Europei di Cracovia: sempre con una racchetta in mano, ma da padel. La Krakow Main Square, allestita per il grande evento, è pronta a ospitare i giocatori più forti d’Europa, e anche Janowicz – dopo aver combattuto con tanti infortuni – vuole dire la sua, provando a fare come un’altra campionessa del tennis – l’italiana Roberta Vinci – che nel padel ha iniziato una seconda carriera. In Polonia il padel sta dilagando, tanto che un’altra campionessa del tennis, Agnieszka Radwanska, ha preso in mano la ‘pala’ e, come lei, anche famosi ex calciatori come Tomasz Kłos o Marcin Żewłakow, entrambi classificati nel ranking nazionale. Ma Janowicz è senza dubbio uno dei nomi da seguire con maggiore curiosità.
Gli infortuni, soprattutto quelli alle ginocchia più volte operate, lo hanno penalizzato – l’ultima stagione intera, Jerzy l’ha giocata nel 2017 – ma il curriculum parla chiaro: oltre alla semifinale di Wimbledon, nel 2013 raggiunse il terzo turno anche all’Australian Open e al Roland Garros. «Questa è la mia rinascita, dopo tanti infortuni – racconta il polacco -. Il padel è molto diverso dal tennis e anche i guadagni sono diversi (ride, ndr), ma con il padel posso giocare, divertirmi, inseguire gli obiettivi senza avere paura per il mio corpo. Il padel in questo momento della mia vita è molto importante e divertente da giocare, è il completo opposto di come è stato il tennis per me negli ultimi anni. Sono arrivato a odiarlo per i tanti problemi fisici che ho avuto e negli ultimi sei anni la cosa che ho sentito di più sul campo da tennis è stato il dolore, ero distrutto mentalmente e fisicamente. Ora, con il padel, lo vedete no? Sono tornato a sorridere».
Un colpo di fulmine, insomma, «Sono felice, ma sono abituato a certe pressioni nelle competizione a squadre, avendo giocato tanti match di Coppa Davis. Ma qui si gioca a padel: nuovo sport, nuove sfide, nuovi risultati da inseguire». Sui social, Janowicz si è fatto fotografare nel campo con i vetri e all’inizio di quest’anno ha vinto anche un torneo a Tychy, in coppia con il connazionale Marcin Maszczyk, anche lui tra i convocati per i Giochi Europei. «Sono stati alcuni amici a portarmi tra i vetri – spiega -. Ho fatto qualche partita nel 2016 dopo un infortunio, ma poi ho provato a rientrare nel tennis. E siamo al novembre scorso, quando ho fatto un po’ di allenamenti con giocatori professionisti spagnoli di padel ad Alicante e lì tornerò tra un paio di settimane per impegnarmi duramente con loro. Ho un sacco di colpi che mi porto dietro dal tennis e l’unica via per cambiare pelle è l’allenamento». Janowicz giocherà il doppio maschile e il doppio misto: due metri di potenza e talento per trascinare la Polonia a una medaglia.
TAG: Jerzy Janowicz, Padel
Benchè sia debba parlare di tennis non hai semplicemente detto un’imprecisione ma letteralmente un’idiozia 🙄 :
Il futsal (o per dirla all’italiana calcio a 5) non è la versione ridotta del calcio.
E’facile pensarlo solo perchè lo scopo sia lo stesso e le modalità simili ma in realtà è uno sport che ha molta più affinità con il basket che non con il calcio.
Il calcetto poi non esiste, ammesso che non ti stia riferendo a quel diversivo per cui 10 (chissà?) individui si incontrano su un campo (non meglio precisato se di erba sintetica o terra battuta o altro fondo) con un pallone (che potrebbe essere anche un supersantos o un tango) con regole di fantasia 💡 prima di andare al bar a bere una birra insieme… 😎
@ Chemical (#3622546)
si, bisognerebbe capire che tipo di problemi ha alle ginocchia
@ max91 (#3622508)
vero, effettivamente una partita di tennis probabilmente porta ad un’usura più ampia anche se più a lungo termine ma per mia esperienza personale di problematiche similari il padel diventa decisamente più impattante
Sicuramente molto migliore, ai tempi, del “Muso”, sull’erba 😆
Peccato, una carriera sfortunata che sembrava destinata a grandi successi. Esplose (letteralmente, serviva a 240kmh) più o meno dal nulla al 1000 di Parigi Bercy nel 2012: dalle qualificazioni arrivò in finale battendo una fila di grandi giocatori ma perse contro Ferrer.
@ Chemical (#3622502)
Potrebbe anche essere una questione di sforzi. Gioco a tennis e qualche volta ho giocato a padel. Lo sforzo fisico e l’usura del fisico non sono paragonabili, mia personalissima opinione.
Bè per i problemi alle ginocchia il padel è indicatissimo 😳
Dispiace molto per come è finita la sua carriera.
Ora permettetemi una battuta: il padel sta al tennis, come un T-Max ad una Ducati Monster
Ricordo che per sostenere i costi della sua attività i genitori dovettero vendere delle proprietà immobiliari.I pochi ma importanti risultati credo abbiano compensato gli investimenti ma non è così per tutti. Certo verrebbe da dire “tutti quei soldi per vederti con una pentola per le castagne??? ” però non è così, il paddle si è diffuso a macchia d’olio, coinvolgendo ex professionisti di altre discipline, ex giocatori di calcetto ed… “Ex”… Intesi come ex-mariti/mogli/morosi/amanti ecc vista l’alto spirito di ” socializzazione” di questa pratica. Non per nulla a differenza del tennis in cui nei misti si cercano buone giocatrici nel paddle si va per “cercasi giocatrice anche prime armi gradita foto”.
Ma forse è una leggenda… Forse.
Ho assistito al suo penultimo trionfo.
Era un giocatore eccezionale.
Purtroppo di vetro.
I suoi genitori erano grandi pallavolisti e lui aveva grandi qualità, ma, come del Potro, aveva movimenti violenti che mal si combinavano con una struttura osteomuscolare delicata.
Per quel che mi concerne, è stato uno dei giocatori più divertenti che abbia visto dal vivo.
Anche umanamente era molto simpatico.
Il padel sta al tennis come il calcetto sta al calcio. Un gioco, non uno sport.
Indimenticabile quel Bercy 2012, quando arrivò in finale da qualifier, senza uno sponsor e con le sue iniziali JJ ricamate dalla madre. Grande Jerzy!