Il tennis femminile torna in Cina: la WTA programma sette tornei e mette fine al digiuno
Prima è stata la pandemia di Covid-19. Poi è stato il caso di Peng Shuai, che continua a non essere completamente risolto. In sintesi, dal 2019 non si gioca nemmeno un punto nel circuito femminile in Cina, un paese che rappresenta uno dei principali partner strategici della WTA. Steve Simon, CEO del circuito femminile, aveva affermato che non si sarebbe giocato in suolo cinese fino a quando non si fosse potuto incontrare con Peng Shuai, ma sembra che il digiuno stia per terminare.
Secondo il Daily Mail, la WTA ha deciso che il tennis tornerà in Cina già questa stagione, con sette tornei in programma per settembre e ottobre, prima che le WTA Finals tornino a Shenzhen a novembre. Pechino, Guangzhou e Wuhan sono altre città che ospiteranno tornei, secondo la stessa fonte. Il quotidiano britannico aggiunge che la mancanza di tutte le entrate legate a sponsorizzazioni, biglietti e accordi con la Cina stava causando un enorme impatto sui conti della WTA, che non ha più resistito nella sua posizione e ora tornerà dal gigante asiatico.
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Che schifo.
@ Oh, Reilly? (#3494778)
Il presidente dell’ITF non ha mai parlato con Peng, è stato il presidente del comitato Olimpico. (il motivo di dubbio erano le imminenti olimpiadi invernali a Pechino). La Wta giustamente ha agito in maniera differente, in quanto Peng è una giocatrice WTA. Sarebbe dovuta tornare in Cina 2 anni fa? Non so nemmeno se 2 anni siano passati dall’avvenimento ed in ogni caso i tornei in Cina sarebbero stati annullati per il Covid, quindi i problemi finanziari sarebbero stati i medesimi. Pretendere di poter parlare con Peng (nulla di così difficile, se una nazione rischia di perdere tutti i tornei solo perché una ragazza non vuole parlare con il presidente della WTA, forse qualcosa c’è sotto) mi sembrava d’obbligo, per questo motivo non vedo particolari errori. Se Peng ancora non è uscita, la WTA non aveva tutti i torti a porsi dei dubbi.
@ Oh, Reilly? (#3494778)
non sono d’accordo con il tuo discorso ma comunque la WTA non sarebbe potuta ritornare in Cina due anni fa e neppure l’anno scorso a causa del COVID. Ti ricordo che la Cina è stata fino a quest’anno chiusa a qualsiasi manifestazione sportiva. Riapre quest’anno. Quindi i soldi la WTA li avrebbe persi comunque.
Steve Simon ha fatto bene. Ci ha provato, se n’è parlato ma se l’altra grande associazione tennistica (ATP) se ne frega altamente (non mi aspettavo altro vista la gestione dei casi Zverev, Basilashvili ecc.) e l’ITF fa il minimo sindacale c’è poco da fare. E poi c’è stato pure il Comitato Olimpico Internazionale che è corso in difesa della Cina con quella videochiamata assurda…
E’ stata una strategia politica sbagliata dall’inizio. La WTA con sede a Tampa, Florida USA con CEO statunitense ha provato, per l’ennesima volta, ad esportare il suo modello super-corretto di democrazia in una nazione che la sovrasta economicamente e culturalmente ha pochissimo da spartire con le americanate, quale quella appunto di pretendere, da organizzazione sportiva un processo da parte di uno stato straniero, e nemmeno l’Isola di Tonga acconsentirebbe a diktat e ingerenze straniere, figuriamoci la Cina.
Hanno fatto una guerra tutta ideologica senza nessun obiettivo concreto. Prima volevano sapere che la Peng stesse bene, e l’hanno ripresa in quella comparsata dalla stanza di Bambi in mezzo a mille peluches nemmeno fosse la figlia di Ken e Barbie, poi hanno alzato il tiro volendoci parlare a quattr’occhi, probabilmente sottoponendola che so al poligrafo per vedere se era telecomandata a distanza, e l’hanno fatta parlare con ili presidente dell’ITF che per la cronaca non si è disinteressata come associazione tennistica della Peng, al contrario dell’ATP a cui non poteva interessare di meno tutta la faccenda. Infine hanno fatto la TERZA richiesta di aprire un processo a carico del vice-pres della Cina sulla base delle accuse della PEng, subito cancellate e ritrattate. E direi che hanno fatto il passo più lungo della gamba. Potevano fermarsi all’intervista con Haggerty e tornare in Cina 2 anni fa, invece di portare la WTA all’orlo del collasso finanziario. Simon ha fatto bene?? In qualsiasi altra azienda sarebbe licenziato su due piedi. Non perché non ha prodotto risultati, ne ha raggiunti 2, ma perché si è messo a fare politica sulle spalle della WTA, a danno della WTA. Le prove e i tentativi e il “ha fatto bene a provarci” lasciamoli alle tenniste del campo di gioco. Le dirigenze hanno altri standard su cui misurarsi, come affidabilità del business, conti in regola, e piani di sviluppo. E Simon non riesce ad assicurare nessuno dei 3, sul primo si è legato mani e piedi all’ATP, sul secondo ha creato un buco enorme, e il terzo non l’ha mai mai pronunciato nei suoi discorsi ideologici.
Sì esatto. Era proprio inutile visto che la WTA era da sola in questa battaglia senza neanche il sostegno di ATP e ITF, che fin da subito se ne son lavate le mani lasciando la WTA da sola (l’ATP ha cancellato i tornei in Cina a causa del COVID, mai citando il caso Peng).
Era inevitabile…Il tour era letteralmente vicino al collasso economico e ahimè la Cina è l’unica potenza mondiale che al momento supporta seriamente il tennis femminile. Leggevo che l’Arabia Saudita avrebbe voluto investire sulla WTA ma era un po’ come andare dalla padella alla brace vista la situazione femminile in Arabia Saudita.
Come detto da Simon, onestamente la Cina non avrebbe fatto comunque nulla riguardo alla situazione Peng e a perdere era solo la WTA. Chissà che, ritornando in Cina, magari la facciano magicamente comparire sugli spalti del torneo di Pechino…
Messaggio chiarissimo. La Cina può fare tutto senza conseguenze perché gli altri dipendono da lei. Siamo nei guai..
@ Oh, Reilly? (#3494164)
Io trovo che abbia fatto bene. Ha cercato di minacciare la Cina per risolvere la situazione, ma era una battaglia impari
peccato
Ma della Peng? Non si sa più nulla?
Pecunia non olet.
In cose come questa che si capisce come il mondo non vada nella direzione giusta..
Strategia sportiva da licenziamento su due piedi quella del CEO della WTA, Steve Simon, che aveva detto che la WTA non sarebbe tornata in Cina fino a quando non avessero avviato un processo sulle accuse, subito cancellate dai social, della Peng e averci parlato a quattr’occhi.
Non è successo né l’uno , né l’altro, ma in Cina ritornano lo stesso, dopo aver perso milioni su milioni d’introiti per via dell’ostracismo asiatico.
Quest’anno l’ATP torna in Cina, e la WTA si aggancia nei combined. Non serve aggiungere altre spiegazioni. Simon ha ridotto il tennis femminile ad un’entità parassitaria di quello maschile, a doppio nodo, prima con il cambio delle categorie dei tornei scimmiottando quelle maschili, ora con il dietrofront sulla Cina. Serve un altro management che si curi della WTA, e che non sia solo la strategia del rimorchio all’ATP.
Quindi alla fine si sono piegati
Non si fa a braccio di ferro con chi è più grosso.
A meno che non si abbia una gran tecnica, ma qui mi sa che non ci siamo…
Quindi la Peng tutto bene? Ma chi è che l’avrebbe incontrata, Kim Jong-un?