Masters 1000 Miami: Sinner lotta, ma s’inchina alla solidità e “ragnatela” di Medvedev
Jannik Sinner lotta, spinge, resiste e ci prova con tutte le (poche) energie rimaste dopo l’incredibile semifinale vinta contro Alcaraz, ma non riesce a coronare con il titolo la sua splendida corsa al Miami Open 2023. L’azzurro nella finale del Masters 1000 di Miami è sconfitto dal formidabile Daniil Medvedev di queste ultime settimane col punteggio di 7-5 6-3, in un match molto duro sul piano fisico, sia per i tanti scambi imposti dal russo, bravo a tenere l’incontro nei canoni a lui più congeniali, che per il caldo opprimente nel “catino” dell’Hard Rock Stadium, sotto il sole cocente della Florida.
Si sapeva già dalla viglia che sarebbe stato un match molto complicato, visto che l’altoatesino aveva sempre perso contro il russo, anche quest’anno nella finale di Rotterdam. Il campo ha pienamente confermato come il tennis di Daniil sia quasi perfetto per disinnescare le migliori qualità di Jannik: risponde molto bene, riesce a bloccare l’azzurro in scambi a medio-basso ritmo, con angoli aperti che portano “Jan” fuori posizione e non gli consentono di far partire le sue bordate. Sinner soffre la palla del moscovita, la sua grande difesa e quindi le improvvise accelerazioni, con quel rovescio quasi infallibile e tanto profondo, e quei servizi che diventano imprendibili. Jannik era consapevole che il suo pressing ad alta velocità – il suo marchio di fabbrica – non è abbastanza per sfondare il rivale, in grandissima condizione atletica e fiducia, quindi ha provato a cambiare qualcosa, è stato lucido e attento, ma non è bastato. Ha cercato la massima velocità dritto per dritto per non dare angolo al rivale e rischiando quindi la botta a tutta col diritto; ha rischiato tanto, portando la sua velocità al massimo per sfondare l’avversario, alternando discese a rete e qualche palla corta (oggi non ben eseguite a dire il vero) per variare più possibile, ma per “montare sopra” ad un Medvedev così in forma e sicuro serviva un’energia che oggi l’azzurro non aveva.
Proprio l’energia è stata la chiave dell’incontro, lo è visto fin dall’inizio che le sue gambe non giravano come l’altra notte vs. Alcaraz. Si sperava che strada facendo si potesse sciogliere, ma in realtà non è quasi mai riuscito a trovare il ritmo totale e la spinta a tutta che aveva programmato, e nemmeno sprintare rapido in avanti per prendersi il punto di volo. Le stecche col rovescio di Jannik sono la dimostrazione che sulla palla non arrivava come a suo solito, in anticipo e equilibrio. Lo si è visto ancor di più nel finale del primo set, quando la partita si è spaccata a favore del russo.
Sinner ha iniziato più incerto al servizio, incapace nel trovare punti diretti con la prima e non riuscendo a forzare lo scambio su velocità così alte da provocare gli errori di Medvedev. Quando il russo pareva in totale controllo del match, nel quinto game incappa in un brutto turno di servizio (tre doppi falli) e alla quinta palla break Sinner, all’improvviso, strappa il primo break dell’incontro. Purtroppo il suo vantaggio dura una manciata di minuti, Medvedev si prende l’immediato contro break – poco col servizio Jannik, troppo poco – e quindi riesce a riportare l’incontro sui suoi ritmi, su quei palleggi con bassa velocità ma tanto angolo e rotazioni varie che spostano l’azzurro in posizioni non facili da difendere e ribaltare. I tentativi di variare di Jannik non hanno successo, solo a fiammate incidono perché non ha la stessa energia della nottata precedente contro Alcaraz per rischiare sempre a tutta. Le gambe di Sinner, servendo sul 5-6, sono pesanti, il rovescio e poi il diritto lo tradiscono. Subisce un break che gli costa il set. Medvedev scappa via 2-0 all’avvio del secondo; reazione leonina di Sinner, più di testa che di fisico, anche con qualche regalo del russo, che però torna subito in vantaggio e mette il pilota automatico al servizio, diventando imprendibile.
Oltre alla spiegazione tattica e tecnica del match, Sinner non ha ricavato quanto necessario dal servizio. 56% di prime palle in campo è dato troppo basso, discreto il 69% di punti. Ma Medvedev ha ricavato ben l’86% con la prima e soprattutto un ottimo 46% con la seconda (contro il 32% di Sinner). Ormai è dimostrato: Sinner ha assoluta necessità di percentuali di prime in campo superiori al 60-65%, ricavando almeno un tre punti su quattro. Ha un tennis molto rischioso, di forte pressione, avere la certezza di punti col servizio e di prime consistenti che lo portano in condizione di vantaggio sono la base sulla quale costruisce le sue grandi vittorie, lo rendono sciolto e più sicuro. Oggi non c’è riuscito, anche per la bravura in risposta del rivale, ma il dato prime palle in campo è stato troppo basso.
Sinner dopo la finale persa a Miami nel 2021, non riesce ad alzare la coppa e chiudere così in bellezza una settimana da sogno. Chiaro che una finale persa è sempre difficile da digerire, ma il bilancio del suo torneo è estremamente positivo. Ha battuto Alcaraz, di forza e di tennis, ha prodotto una qualità e quantità di tennis da campione, mostrando grandi miglioramenti sotto ogni aspetto del gioco, parte fisica inclusa. Medvedev è un rivale tostissimo, sempre lo sarà per lui. L’importante è arrivarci a giocare questi match, queste grandi finali. Uno Jannik così in crescita e sempre più forte, le vincerà presto queste partite.
Marco Mazzoni
La cronaca
La finale del Miami Open 2023 inizia con Medvedev alla battuta. L’orario non è proprio dei migliori… il campo è letteralmente diviso a metà tra luce e ombra. Serve sicuro Daniil, si scambia (poco) alla velocità del russo, che zero muove lo score del match. Sinner al servizio. Buon inizio anche per l’azzurro, ma un’incertezza sotto rete nel recupero di un nastro sfortunato e una stecca col diritto gli costa i vantaggi. Cerca di uscire dallo scambio Jannik con una palla corta che non passa la rete. Da 40-15, c’è la palla break per Medvedev. Con una solida prima al centro, Sinner si salva. Tanta lotta, e tanta fatica per Jannik, che spinge forte ma in quest’avvio non riesce a sfondare il rivale. Servono punti col servizio. Con un serve and volley perfetto l’azzurro vince un game di oltre 10 minuti (14 punti). Evidente come Sinner non possa accettare la ragnatela e scambi del rivale, in quella palude tecnica sguazza sicuro, inafferrabile. Medvedev al contrario vince in un minuto il suo secondo game a zero, 2-1. Anche il secondo turno di battuta di Jannik è laborioso: Daniil risponde profondo, è molto sicuro nello scambio alle sue velocità, Sinner non riesce al momento portare la partita su velocità superiori. Ha assolutamente bisogno di prime palle sicure e verticalizzare immediatamente. Con due ottimi punti impatta 2 pari, ma in risposta Jannik non riesce ad incidere. Dopo 10 punti di fila, un doppio fallo costa al russo il primo punto perso al servizio. Altro doppio fallo… 30 pari. Fiuta il “sangue” l’azzurro, risponde profondo, sposta il rivale e lo forza all’errore. Improvvisa, ecco la palla break per Sinner! Non trema il moscovita, prima al T perfetta, si salva. Bravo Sinner ad alzare il ritmo, rischia, viene avanti, mette finalmente pressione a Medvedev, che sbaglia. Altra palla break. Purtroppo, la prima di servizio di Daniil è una sentenza, stavolta esterna, cancella anche questa. Stavolta il servizio tradisce il russo, doppio fallo e palla break n.3! Niente prima in campo… ma la seconda è carica di effetto e sorprende l’azzurro. Non molla NIENTE Sinner, di nuovo sulla parità risponde bene, cross, e sbaglia Medvedev. Quarta PB… ma ancora servizio e affondo immediato. Le chance di break diventano 5… GRANDE SINNER! Stavolta il servizio non aiuta Medvedev, risponde cross stretto, spostando fuori posizione il rivale, quindi lo inchioda a destra, affonda col rovescio e viene a rete a prendersi il BREAK! Quando Daniil pareva intrattabile al servizio, ecco che è Jannik a scappare avanti, 3-2 e servizio. Che grinta e che testa, nello sfruttare i doppi falli del rivale e trovare grande aggressività in risposta. Rischia una palla corta che non va, poi Jannik spedisce in rete un diritto in scambio. 30-40, palla del Contro Break per il russo. Scambio durissimo, un diritto violento di Sinner sbatte sul nastro e vola in corridoio. Contro Break, 3 pari, tutto da rifare, bravo Medvedev in difesa, sono mancati i punti col servizio. Con sicurezza, Daniil in un amen si riporta avanti 4-3. Arriva il fisioterapista per l’azzurro e poi il medico. Prende una medicina, non sembra qualcosa di muscolare, semmai spossatezza per il caldo, nello stadio è percepita una temperatura di 35°. È evidente come ormai Jannik cerca di accorciare gli scambi, fa serve and volley (punito da un gran passante), poi un diritto a tutta, è un rischio necessario. 4 pari, anche grazie a qualche errore col diritto del russo. Ancora un turno di battuta rapido per Medvedev, 5-4; bene anche Sinner, molto incisivo col diritto, 5 pari. Daniil vola 6-5, mentre Jannik è in difficoltà nel suo game. Si tira una pacca sulle gambe l’azzurro dopo aver sbagliato un rovescio non difficile, che gli costa lo 0-30. Un altro errore di rovescio sul 15-30 condanna Sinner a difendere Due Set Point. Spinge a tutta col diritto, ma la palla di “Jan” non passa la rete. Secondo break per lui e soprattuto 7-5 Medvedev. Un primo set durissimo, anche sul piano fisico. Peccato per come l’azzurro non sia riuscito a difendere il break di vantaggio, ma complessivamente il gioco del russo è stato più continuo e consistente. Medvedev ha vinto l’86% di punti con la prima, contro il 68% di Sinner. Jannik doveva ricavare di più dalla battuta, ma pagato soprattutto nella gestione dello scambio. Ben 12 punti in più vinti da Daniil, moltissimi per un parziale finito 7-5.
Secondo set, Medvedev to serve. Sciolto, spinge in sicurezza e a 15 vince il game. Jannik invece sembra in evidente calo fisico. Non arriva bene sulla palla e la spinta non è precisa. Un paio di errori gli costano lo 0-30. Daniil forza l’azzurro a scambiare negli angoli con poco ritmo, lo sbatte con palle che atterrano sulla riga del servizio e molto esterne, e sbaglia ancora Sinner. 0-40, tre palle break (e parziale di 7-1 nel secondo set). Si piega Jannik, le gambe non vanno in questo momento. Un errore di rovescio in scambio, totalmente scarico di gambe, gli costa un doloroso BREAK, 2-0 Medvedev. Jannik ha un tennis che richiede tanta energia, arrivare bene sulla palla e scaricare potenza, in questo momento sembra incapace, non ne ha le forze. Si butta avanti e trova una volée difficile, poi una risposta vincente. 0-30! Incredibilmente, Medvedev regala un rarissimo rovescio, 15-40! Due palle del contro break. Sbaglia il russo, quando il match sembrava totalmente nelle sue mani forte di un parziale di 16-4, ecco il Contro Break! 2-1 Medvedev, ma ora serve l’azzurro. Non è game facile, non ottiene niente dal servizio Jannik mentre i colpi del russo sono molto profondi, e lenti, non facili da spingere. Sinner sbaglia, 15-40, due palle per tornare avanti. Con un errore in scambio, Jannik cede di nuovo il turno di battuta (terzo break di fila). 3-1 Medvedev. Stavolta Daniil non cala, serve benissimo, trova un gancio col diritto tanto brutto esteticamente quanto preciso, 40-0. Un doppio fallo (il quinto), ma poi un bel forcing gli porta il punto del 4-1. Jannik non molla niente, ci prova con tutte le energie rimaste, continua ad attaccare e cercare un modo per riaprire l’incontro, facendo anche il pugno al suo angolo per dimostrare di esserci e di crederci, ma Daniil è molto attento nei suoi turni di servizio, chiude 6-3 in sicurezza. Vince di nuovo un Masters 1000 (non gli accadeva dall’estate del 2021), purtroppo Sinner perde la seconda finale a Miami, contro un avversario che non è mai riuscito a battere in carriera (sesta sconfitta, la prima in condizioni Outdoor). Resta una grande settimana per Jannik, un torneo dal quale ha avuto moltissime conferme che la strada è quella giusta, il livello c’è. Bravo Jannik, ma bravissimo Medvedev, oggi sul cemento il più forte.
[10] Jannik Sinner vs [4] Daniil Medvedev
6 ACES 9
0 DOUBLE FAULTS 6
35/63 (56%) FIRST SERVE 37/63 (59%)
24/35 (69%) 1ST SERVE POINTS WON 32/37 (86%)
9/28 (32%) 2ND SERVE POINTS WON 12/26 (46%)
2/6 (33%) BREAK POINTS SAVED 4/6 (67%)
10 SERVICE GAMES PLAYED 11
5/37 (14%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 11/35 (31%)
14/26 (54%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 19/28 (68%)
2/6 (33%) BREAK POINTS CONVERTED 4/6 (67%)
11 RETURN GAMES PLAYED 10
11/17 (65%) NET POINTS WON 9/12 (75%)
16 WINNERS 19
36 UNFORCED ERRORS 21
33/63 (52%) SERVICE POINTS WON 44/63 (70%)
19/63 (30%) RETURN POINTS WON 30/63 (48%)
52/126 (41%) TOTAL POINTS WON 74/126 (59%)
217 km/h MAX SPEED 216 km/h
199 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 202 km/h
147 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 161 km/h
TAG: Daniil Medvedev, Jannik Sinner, Masters 1000 Miami 2023
Quando uno ti sbadiglia sadicamente in faccia in automatico diventa una persona meno credibile e quindi ti fai meno scrupoli.
Contro un altro avversario probabilmente non avrebbe dichiarato davanti a tutti la sua condizione non ottimale per una finezza rispettosa verso l’avversario. Visto il pregresso dello sbadigliatore folle il problema per Jannik non sussisteva. Il promemoria per la terra battuta è una continuazione
Il grande maestro Rino Tommasi sottolineava spesso questa grande verità…le statistiche vanno interpretate analizzate e capite
Ma che fai, gli spieghi il tennis??
E’ da un anno che gli ripeto di non fare analisi guardando SOLO i numeri, ma di vedere gli incontri per capire che cosa vogliono dire “quei” numeri. Lui per un po’ mi ha seguito e s’è messo a guardare il tennis giocato, ed ha commentato meno a casaccio e più tennisticamente, poi è ricaduto nel vecchio habitus e anzi più di una volta spara cifre a tutto spiano (vedi il dato errato su winners/unforced fra Sinner e Medvedev che per lui e solo per lui sono identici) nel conforto che tanto nessuno li va a controllare, nemmeno se sono scritti dalla redazione nella stessa pagina.
Infatti Alcaraz è crollato fisicamente nel terzo set con Jannik e ha avuto due infortuni importanti a distanza di pochi mesi con in più una recidiva…ma perchè dovete essere così sciatti…meno male che non pilotate aerei o costruite palazzi altrimenti sai le sciagure….
Non ti preoccupare, è un altro “troll” Musettiano che quando giudica Jannik ha la mente “annebbiata”, tutto nella norma
Allora l’hanno pronunciata in tanti…anche roddick con federer
Al quinto ha vinto con i seguenti avversari:
Fucsovics
Altmaier
Ivashka
Monfils
Herbert
Ha perso con i seguenti:
Djokovic
Alcaraz
Tsitsipas
Shapovalov
Khachanov
Soffermandosi sugli ultimi match giocati, i match vinti al quinto (Fucsovics, Altmaier, Ivashka) sono match giocati con avversari di livello inferiore, senza mai rischiare realmente di perdere, dove sembra quasi che Jannik si sia voluto allenare sulla lunga distanza, conscio di non correre alcun rischio, per giocare cinque set.
In quelli persi, l’unico che poteva vincere era quello con Alcaraz. Quel match lo avrebbe vinto in quattro set. Nel quinto non ne aveva più. E’ arrivato così vicino ai suoi limiti fisici che la sua stagione è finita lì.
Con Djokovic a Wimbledon penso che il serbo abbia deciso di fare un allenamento su cinque set, ma in generale ancora con Djoko ed il miglior Tsitsi, non è andato così vicino alla vittoria.
Se deve giocare al massimo della sua intensità, Jannik ne ha per 3-4 set. Se deve dare di più, può vincere quel match, ma poi ho dubbi di quello che succede nei match successivi.
I match che ha vinto hanno contenuto diversi set giocati al 60-70%.
E’ una mia sensazione, lo confermo, ma non lo vedo a rincorrere palle e fare recuperi per lungo tempo.
I problemi fisici avuti sulla terra lo scorso anno, possono dare qualche indicazione. Quest’anno vedremo come evolve la situazione. Sicuramente farà meglio dello scorso anno, ma non sono sicuro che arriverà adesso il grande risultato (io punterei sull’estate).
Al momento, negli incontri al 5° set Sinner ha un record di 5 v 5 s (https://www.atptour.com/en/players/jannik-sinner/s0ag/fedex-atp-win-loss). Medvevdev, del quale tutti magnificano la resistenza è 3 v e 8 s. Guardando gli altri abbiamo Alcaraz con un impressionante 8 v 1 s, oppure Zverev con 18 10, e Tsitsipas con un buon 9-6. Gli altri più o meno paragonabili con il record di Jannik (ho escluso Djokovic e Nadal che sono evidentemente superiori a tutti) sono al di sopra FAA 5-3 e Ruud 6-4, al di sotto Rublev 6-7, Fritz 7-9 ed Hurkacz 4-6. Rune è 0-2 ma è evidentemente troppo giovane per essere inserito in questa statistica.
Forse non l’avete notato, dopo l’ultimo punto Medvedev ha allargato le braccia, come dire “era difficile?”. Secondo me Sinner ha tirato fuori la condizione e lanciato la sfida sullla tera battuta per rispondere all’ennesimo gesto di strafottenza di questo tennusta, bravo ma antipatico, che entra sempre in polemica con il pubblico quando non è dalla sua parte: chissà perchè.
La questione fisica un dettaglio importante su Sinner.
Io non lo vedo, in prospettiva futura, capace di vincere lunghe maratone con tipi alla Djokovic e Nadal.
Soprattutto, si vede che i problemi arrivano quando si gioca un match dopo l’altro.
Negli slam si gioca una maratona ogni due giorni, ma 3 su 5.
Nei 1000 forse va meglio (senz’altro quelli in due settimane).
Però penso che potrà vincere trofei quando riuscirà ad imporre il proprio gioco senza allungare troppo i match.
Usando il servizio per imporre il suo forcing e tirarsi fuori nei momenti importanti.
Usando il gioco d’attacco per integrare i suoi schemi.
Riuscendo a stancare i suoi avversari senza correre il rischio di essere lui a crollare fisicamente.
Per adesso i risultati migliori li otterrà nei 1000, soprattutto quelli sul duro.
Negli altri tornei importanti (Slam in generale, ma anche altri tornei su terra), non penso ce la farà ad arrivare in fondo a breve, ma se si presenta ben preparato qualche occasione (come per esempio US Open 2022) può arrivare
Intanto Medvedev ha giocato una partita in meno di Sinner- perchè manco è sceso in campo al secondo turno.
Il numero di games delle ultime 3 partite non vuol dire nulla, un game di servizio di Medvedev dura mediamente meno di 2 minuti.
Gli avversari invece cambiano un po’ il contesto.
Un po’ come dire, con un esempio calcistico, che uno ha giocato contro Cremonese, Salernitana e Tottenham e l’altro Real Madrid, Liverpool e Salisburgo.
Se anche impieghi un po’ di più del previsto a battere avversari nettamente inferiori il consumo di energie psico fisiche è molto più basso che non giocare una partita con un top 10 – dove anche se hai preso un certo vantaggio, non ti puoi addormentare perchè l’altro può sempre rientrare. Poi se hai visto i primi due set di Alcaraz Sinner sono stati semplicemente mostruosi dal punto di vista del dispendio fisico, quasi ongi singolo 15 è stata una battaglia senza esclusione di colpi (partita di intensità diversa da quella tra i due russi, che peraltro è durata anche 45 minuti meno)