Alcaraz di nuovo k.o.: nella finale di Rio una ricaduta dell’infortunio muscolare di gennaio. Troppi infortuni sul tour?
Preoccupano le condizioni di Carlos Alcaraz. Il 19enne spagnolo, più giovane n.1 della storia del tennis maschile, durante la finale dell’ATP 500 di Rio persa contro Norrie si è di nuovo infortunato. Carlos infatti stava conducendo una partita lottata, nervosa, più ricca di errori che di vincenti. A un certo punto il suo calo fisico è stato evidente, ha lottato sino alla fine, ma ha perso 7-5 al terzo set. Non è particolarmente grave la sconfitta in sé, quanto il fatto che Alcaraz fosse appena rientrato sul tour dopo uno stop di quasi quattro mesi per due infortuni muscolari consecutivi: quello patito lo scorso autunno a Parigi Bercy in campo contro Rune, che gli ha impedito di giocare alle Finals di Torino da n.1; quindi il secondo a gennaio, appena prima della partenza per l’Australia e che l’ha costretto a rinunciare al primo Slam del 2023. Nelle ultime due settimane, tornato in competizione, ha vinto a Buenos Aires ed è arrivato alla finale di Rio, persa stanotte. Un match sfortunato, segnato dal nuovo “crack” che probabilmente lo costringerà a un nuovo stop, con l’ATP di Acapulco che scatta oggi e soprattutto la doppietta Indian Wells-Miami alle porte, con una montagna di punti da difendere (lo scorso anno vinse a Miami e si arrese a Nadal in semifinale in California).
Dalle sue parole, raccolte dal collega Alexandre Cossenza dopo la partita su puntodebreak, il nuovo infortunio sembra una ricaduta del problema muscolare sofferto a gennaio in allenamento presso l’accademia del coach JC Ferrero, quando si fece male nel banale tentativo di recuperare una smorzata in un set di allenamento contro un giovane che si allena presso la struttura.
“Il calendario è molto impegnativo, gioco al massimo livello da 15 giorni, senza mai fermarmi” afferma Alcaraz. “Giocando partite come quella di oggi, vengono i problemi e ti accorgi delle cose. Per prevenire, chiami il fisioterapista e ti fasciano la gamba, ma ho sentito dolore allo stesso muscolo dove ho avuto l’infortunio il mese scorso. È difficile… ho cercato di giocare nel miglior modo possibile nonostante questo problema”.
“Quando hai subito un infortunio, questo penalizza il tuo gioco perché se non ti senti a posto finisci per fare qualcosa di diverso rispetto a quel che si dovrebbe fare, rischi più del necessario. Ho cercato di essere più aggressivo e finire i punti più velocemente, ma contro un avversario come Norrie, che è un rivale molto tosto, è difficile vincere se non giochi il tuo miglior tennis. Prendendo così tanti rischi, finisci per fare molti errori e questo mi ha influenzato molto” confessa Carlos.
“Fisicamente non sono riuscito a finire come avrei voluto, ma questo è quello che serve per competere in un calendario così impegnativo. Ora penso solo a recuperare. Acapulco? In questo momento non lo so, ho terminato la finale mezz’ora fa ed è qualcosa che dobbiamo valutare con il mio medico e il mio fisioterapista. Dobbiamo vedere la gravità dell’infortunio al bicipite femorale e vedere se posso giocare ad Acapulco senza correre troppi rischi. Voglio davvero giocare lì. Farò tutto il possibile per recuperare e poter giocare”.
Alcaraz quindi di nuovo in difficoltà fisica, a soli 19 anni e venendo da 4 mesi di stop. Lui afferma, poco velatamente, che il calendario è molto “esigente” e ti costringe a giocare tanti match ravvicinati al massimo livello. Tutto vero, ma farsi di nuovo male nella stessa parte del corpo appena rientrato dopo un stop piuttosto lungo pone seri interrogativi. Il rientro forse è stato anticipato? Era meglio curare il fisico più a lungo e aspettare qualche settimana prima di tornare in torneo? Era corretto giocare due eventi uno dopo l’altro se le sue condizioni non erano ancora così perfette?
Domande legittime. Tuttavia è corretto anche affermare che il dover competere più settimane consecutive è la normalità, è nell’ordine delle cose del tennis Pro da sempre. Può essere anche semplice sfortuna, e auguriamo a Carlos una prontissima ripresa. A ma a 19 anni, è “normale” farsi male così? Tre infortuni muscolari nel giro di 4 mesi? Forse la lente va puntata altrove. Magari sul suo modo di giocare così strappato e al limite da sottoporlo a stress muscolari tanto intensi da mandarlo k.o., nonostante un fisico apparentemente formidabile. E allargando il tiro, sono tantissimi i giocatori di vertice che si infortunano con frequenza preoccupante, è una tendenza che vediamo in continua crescita. Questo tennis attuale così fisico, tanto estremizzato sul piano dello sforzo, si sta forse avvicinando a un punto di rottura? Quanto è positivo per la disciplina stessa convivere con continui stop delle proprie stelle, bloccati da infortuni frequenti? Forse chi governa lo sport, dovrebbe interrogarsi su questi temi, e magari pensare a come abbassare l’asticella della competizione fisica, premiando maggiormente la tecnica di gioco, con condizioni che agevolano una conclusione più rapida dei punti.
Vedremo quale sarà il responso degli accertamenti a cui si sottoporrà oggi Alcaraz, e se lo spagnolo sarà in grado di giocare in Messico o almeno a Indian Wells. Il tennis di vertice ha bisogno della qualità, intensità e gioco spettacolare di Carlos Alcaraz.
Marco Mazzoni
TAG: ATP, Carlos Alcaraz, infortuni, Marco Mazzoni
Qualcuno faccia in modo di contattare lo staff di Alcaraz segnalandogli il Dr.Nicola Imbriani di Udine, la sua clinica è specializzata in infortuni di giocatori professionisti e per recuperi record o meglio spesso definiti “impossibili”. Un giorno Alcaraz mi ringrazierà, è il miglior Fisioterapista al mondo e lo abbiamo noi in Italia. La sua clinica si chiama Gruppo Sane, altro non so se non che tanti professionisti si curano da lui. Ps : non ho alcun interesse a pubblicizzarlo ma sono un tifoso di Alcaraz !!
Mesi fa ho letto qui su Livetennis un articolo in cui si rimarcava la differenza in termini di maturità, sia mentale che fisica, tra Musetti e Alcaraz, in base a cui, nonostante il carrarese abbia più talento rispetto all’iberico, quest’ultimo sarebbe stato preparato meglio per la carriera professionistica vista la sua superiorità in termini appunto di prestanza fisica e di sicurezza in campo.
Pur condividendo che la federazione tennis spagnola sia ancora avanti a quella italiana come capacità di gestire e formare i propri talenti, è anche vero che non sempre chi matura prima, matura meglio. Una persona deve maturare in modo armonico per arrivare a esprimere il meglio del suo potenziale e i tempi cambiano da persona a persona. Alcaraz è al momento avanti a Musetti come formazione complessiva ma Musetti ha ancora tutte le possibilità di arrivare a esprimere il meglio del proprio potenziale. Inoltre se pensiamo al caso dello svedese Kent Karlsson che 15 anni era già il più forte under 18 del mondo, a 16 già giocava i tornei ATP con buoni risultati, a 18 era già tra i primi 20, poi un infortunio gravissimo al ginocchio ne ha stroncato la carriera proprio perché il suo fisico venne sottoposto a sforzi che non era ancora in grado di reggere, significa che valutare non è così semplice. Karlsson si ritirò a 21 anni nel 1989, dopo aver giocato ancora due anni potendo disputare solo tornei sul rosso. Bruguera arrivò a 18 anni tra i top 100, ma a 22 ha vinto il primo RG perché il padre-allenatore volle limitare per qualche anno i carichi di allenamento ed evitare rischi di seri infortuni. Cosa che non avvenne con Richard Krajicek che ebbe anch’egli seri problemi con le ginocchia per tutta la carriera, pur vincendo un’edizione di Wimbledon.
Adesso non voglio dire che Alcaraz farà la stessa fine di Karlsson o Krajicek, ma per evitarlo, adesso il suo staff deve fare molta attenzione nel gestire la sua preparazione e non “bruciarlo”.
Enzo, non rispondere alle provocazioni.
Continua a fare di testa tua, che piaci così come sei!
@ Pier (#3441127)
Tu mi sblocchi i ricordi! Mi sembra di vedere ora la foto della racchetta tinta di rosso che era palesemente quella! Che poi è quella che porto doppia e incrociata sulla testata del letto!
Ohibò, su campi veloci degli anni ’90 chi volevi che salisse alla ribalta se non i big server (Sampras, Ivanisevic,..) ? Su quelli degli anni 2000 più lenti chi doveva salire se non i Nadal e i Djokovic. Che poi impropriamente si mette Federer fuori dai big server, (con le statistiche al servizio che ha??) E infatti ha dominato i suoi contemporanei, fino a quando i Nadal e i Djokovic non hanno posto delle ottime domande al tennis dello svizzero, e sappiamo come è andata la storia.
@ Betafasan (#3441124)
leggendo i tuoi post della tua non c’è alcuna traccia…. Mi dispiace hai tutta la mia solidarietà
Questa è una mia vecchia idea, i 250 potrebbero avere al massimo 2 top 20 di cui 1 al massimo top 10. Di fatto farebbe diventare il 250 un circuito per i tennisti fra la 21esima e la 90/100esima posizione, differenziando maggiormente il circuito Challenger (capita spesso di vedere dei top 50 se non addirittura top 40 come Albert Ramos all’AON di Genova) dal circuito ATP, tutelando quei tennisti “borderline” intorno alla 100esima posizione, che spesso si trovano avversari troppo forti. Continueranno ad esserci “intrusi”, ossia tennisti intorno all’ottantesima posizione nei Challenger, anche per alzarne un po’ il livello, ma vi si troveranno soprattutto tennisti oltre al 100esima, facendone quindi un punto di passaggio verso l’eccellenza tennistica.
@ enzolabarbera1938@libero.it (#3441100)
Nuuu
Personalmente, mi dispiacerebbe se sparissi te. Trolli con classe.
Magari potresti evitare di darti dell’esperto e piuttosto dimostrare, post dopo post (:-O), che lo sei davvero, se lo sei;
Magari dovresti capire se ti si dà dell’esperto sinceramente o ironicamente;
Magari potresti cambiare disco perché, oggi in particolare, avrai capito che siamo tutti persuasi dell’importanza della fisicità nel tennis del 2000.
Se è vero che sei del ’38, sai quante cose interessanti potresti scrivere?
Buon tennis! Buon tennis italiano!
@ Annie (#3441187)
termino il precedente post, Alcaraz più asciutto rispetto al post USopen, ma forse non era ancora pronto per affrontare un periodo di tennis intenso..comprensibili comunque le preoccupazioni per un giovane che sprizzava esuberanza fisica da tutti i pori e invece è già condizionato da recidivi problemi fisici
@ Kid cox (#3441074)
Continuo a leggere che Musetti ha un fisico esile..ma dove lo vedete esile? Forse ai suoi inizi, anche se era meno muscoloso ma proprio magro non lo ricordo neanche allora..non a caso l’hanno assunto per reclamizzare le barrette energetiche! Adesso è decisamente ben strutturato, proporzionato, spalle larghe e gambe muscolose..insomma, tutto fuorché esile..e se ha cali durante la partita, per me sono dovuti più al suo temperamento ballerino, irascibile, alla tendenza a farsi dominare dalle sue reazioni emotive all’andamento della partita. Più evidente la magrezza di Sinner, su cui sta lavorando col suo staff, giustamente, per garantire una scorta di energie soprattutto nel 3 su 5. È un dato di fatto che forzare troppo il naturale sviluppo muscolare spesso produce risultati opposti all’efficienza e genera tendenza a infortuni e strappi..mi sembrava che Alcaraz fosse rientrato più asciutto rispetto al post U
Non era Michelin, era Pirelli, sei anche tu come Antonio che vede solo i francesi??
A parte questo, mi sembra un po’ presto per dare giudizi definitivi: secondo me il vero errore è stato giocare due settimane di seguito dopo un infortunio muscolare così importante.
Spero di aver ragione, perché ieri Alcaraz da infortunato ha fatto vedere che anche da fermo è spaventosamente forte, sarebbe un peccato perdere.
Per inciso, io tifo per gli italiani, ma sono anche sportivo.
A me interessa che sia competitivo negli slam e nei 1000. Se hai notato, o forse no, non ho mai esultato con i VAMOSSSS in nessuna delle 8 vittorie fino a Norrie, nemmeno X il titolino 250 argentino.
Se si vuole accorciare gli scambi e rendere il tennis piu’ proiettato a rete servono palle piu’ grandi.
Con palle piu’ piccole non si fa a tempo a scendere a rete e nel caso capitasse di arrivarci si viene perforati.
Qundi palle leggermente piu’ grandi per rendere il tennis piu’ spettacolare e meno “regata”
Piacevole conversazione grazie. Lendl colpiva i passanti con una curva, diciamo che essendo in allungo colpiva si da sotto a sopra ma dando uno swing che faceva rientrare il colpo. Col tempo riuscì a eseguirlo altrettanto bene incrociato perché conoscendolo gli attaccanti coprivano di più il lungolinea.
Quanto ai paintjob… Leggendario fu Borg il doppio accordo Donnay e Bancroft da usare solo in USA. Ma tanto era sempre la prima coi colori della seconda. Geniale operazione di Marketing. E che dire di Camporese con la 200g rossa quando era sotto contratto con altra azienda? La Dunlop si superò e colse la pallina al balzo con lo slogan “Nera, rossa o Dunlop Max 200G! “.
@ Il_tennista_affaticato (#3440885)
Esatto! Penso la stessa cosa!
@ Tennnis first (ex donatonn) (#3441080)
Scusa ma nessuno è obbligato a iscriversi…usare l’intelligenza???
MAURO: basta pastiglie per dormire ehh…quindi il ragazzo gioca il prossimo torneo??
Si si ho capito il tipo di statistica che cercavi di fare. Se no la base di calcolo si allarga troppo
Non crediamo che gli sponsor tirino fuori fior di milioni per tenere questi campioni a casa, magari l’atp potrebbe limitare il numero dei tornei 250 ai tennisti con il ranking inferiore al 20. Avremo più atleti contenti di poter incamerare un po’ di soldini e vivere la loro carriera con dignità.
Sono d’accordo. Dare la possibilità di giocare colpi più veloci per sfavorire le difese potrebbe favorire più i picchiatori alla Rublev e i grandi servitori piuttosto che giocatori tecnici.
@ Pier (#3441019)
Che amarcord… ora ricordo anche il cambio dall’Adidas alla Mizuno; ma a fine carriera proprio; e le solite storie di sponsor, per cui tutt’ora tingono certe racchette per farle sembrare altre.
Dici che c’era anche del top in quei passanti? Ci sta, ma prevaleva lo slice (nel mio infimo, riuscivano anche me). Facciamo che anziché “alla 15:15” colpiva la palla “alla 14:10” 😉
Ahahahahah! È arrivato il complottaro che pensa che se non vince quello che dice lui è una truffa!
@ Givaldo Barbosa (#3440586)
Se non vuoi che scriva, chiedi alla Redazione di bannarmi defintivamente. Possibilmente ti accontentano enzo
Guarda Marco, mi permetto di darti del tu, io sono in ufficio ed ho in questo momento tra le mani un paio di Wilson T2000 (Connors) e TX3000. L’ovale è di 63sq! Ora mi pare tu abbia scritto qualcosa sulle mitiche POG che erano 110sq…il doppio!
Quindi mi chiedo: perché non aumentare le dimensioni delle palline al fine di rallentarne la velocità grazie al maggior attrito? Ormai tutti usano piatti 100 anche tra gli appassionati quindi si stanno usando ovali ampi con palline sostanzialmente invariate.
Iniziamo a porre degli standard sul peso delle racchette (lo fanno sulle bici e pure sui guanti da boxe) e ad usare piatti ridotti (93?), obblighiamo i ragazzini ad usare solo multifili e, per loro,a porre un massimale di match da giocare. Ne vedo troppi fare contemporaneamente 2 tornei (una volta vietato) e magari in due categorie under.
Non dimentichiamo inoltre che le racchette odierne hanno dei flex di 56/57 mentre, per fare un esempio, Noah giocava con una Yamaha con 81 di RA , peso 385g e profilo 25mm e faceva i buchi per terra ma con lo smash, non coi colpi al rimbalzo.
Inoltre lo sweetspot è aumentato enormemente, ormai i colpi decentrati sono rari.
Anche Kyrgios è infortunato A quanto pare salterà Indian Wells e pure Miami A me Nicolino è anche simpatico però bisogna dire che di discorsi ne fa tanti ma di tornei ne gioca pochi Mah!!!
@ Tony_65 (#3441068)
Chiaramente il rischio c’è. Ma quello che a mio modesto avviso l’ATP non capì quando nei primi anni 2000 il gioco fu terribilmente rallentato e poi omologato, temendo un’invasione di Ivanisevic & C. e invece dando il via ai Nadal prima e Djokovic poi, è che il tennis si evolve e in generazioni diverse tutto può cambiare. magari in modo imprevedibile. Roddick a parte (che poi, in fin dei conti è stato n.1 per poco e ha vinto un solo Slam), la generazione che si è imposta nei primi anni 2000 è stata fatta da giocatori più bassi, più rapidi, più completi tecnicamente e con un tennis tutt’altro che basato sul servizio (Federer, Safin, Hewitt, Ferrero, Davydenko, Nalbandian, Fernando Gonzalez, Blake, ecc, ne cito solo alcuni). Quindi lo spauracchio di match fatti di un tiro al piccione col servizio NON si sarebbe avverato anche restando con le palle e condizioni rapidissime dei 90s. Anzi, forse avremmo assistito a spettacoli ancora superiori…
Quel che per me è incredibile è la non reattività di chi comanda ai contesti che sono in divenire. È assodato che le condizioni di gioco sono lente, che il tennis è omologato e spesso manco divertente perché si tende a giocare troppo uguale, non sempre, ma spesso. Lo dicono i fan, “drogati” dalle rivalità dei big3, ma il tennis non è solo loro tre, uno se n’è andato e uno è prossimo a farlo; lo dicono molti giocatori. Al momento, non si vedono novità all’orizzonte. Non ci scandalizziamo se avremo altre caterve di infortuni a breve e con continuità.
per prima cosa devo scusarmi con il giovanissimo fuoriclasse di murcia perché in un mio post a caldo appena conclusa la finale nel vederlo così in difficoltà negli spostamenti giudicavo la scelta di accorciare gli scambi con l’incapacità di gestire la stanchezza
Giustissimo prendere spunto da ciò per evidenziare un problema le cui dimensioni aumentano sempre di più poiché il dinamismo esasperato del gesto tecnico insieme all’elevata velocità sempre maggiore degli scambi sono sempre più inconciliabili con un calendario talmente fitto che non permette all’atleta tempi di recupero sufficienti . Le conseguenze non sono e saranno solo le assenze per infortunio ma anche quelle cosiddette partecipazioni ad onor di firma, a parte alcune eccezioni come il russo e il giovane canadese recentemente , in cui tennisti anche di primo livello usciranno nei primissimi turni
E comunque credo che finché il carrozzone non entrerà in crisi non sarà cercata alcuna soluzione
Tira ogni palla a mille ,rincorre ogni punto alla morte ..ovvio che questo gioco ha delle conseguenze
@ Armonica (#3441017)
Tu dormi già in piedi da ESPERTONE che sei ! Quanti secondi hai tenuto in mano una racchetta??! Bla bla bla…palloni gonfiati
@ Linda e Brenda Fruhvirtova future campionesse (#3441010)
Hai fatto bingo!
Prima di infortunarsi sembrava il fratello iberico di Big Jim…
Ha 19 anni, ancora il fisico non è completamente formato e la sua muscolatura era da rugbista…
Normale che la fibra ceda!
Più logico avere fisici più esili come Sinner o Musetti.
Ma tu sei sicuro di quello che scrivi? Avremmo tra poco risposte esaurienti. Ma se tutto il tuo ragionamento fosse fallace,tu non ne parlerai mai più e farai finta di non averlo mai scritto.
Sono sostanzialmente d’accordo con quanto ha scritto nel suo articolo, però sull’alleggerimento delle palline rimango perplesso: non si rischierebbe di agevolare ancora di più i super-battitori e rischiare di vedere partite con solo il servizio?!
Qualcuno qui ha scritto ” la potenza e’ niente se non c’è controllo”. Ha fatto centro. E’ questo il problema di Alcaraz e non penso sia un problema di età che col tempo imparera a correggere. Gioca così. E’ nel suo DNA.
Capace di giocare un game stellare e subito dopo sbaglia tre palle, ma di mezzo metro però..
Infatti dovrebbe essere esteso ai 1000, è tutta un’altra cosa…
@ paola (#3440781)
E per logorare meno l’avversario alzi la rete? Solo premierebbe i più regolari, scambi più estenuanti e rotazioni ancora più esasperate, partite interminabili e sfinenti. Non mi sembra una soluzione….
Bisogna però fare riferimento ai top 50 di adesso altrimenti non si riesce a trovare una quadra sulla percentuale di infortunati nell’arco
dei due anni
@ Armonica (#3441017)
beati quelli che hanno tutt’altri gusti allora, dato che la tendenza è da anni quella ormai
@ Carcarlo Moschettoni (#3440997)
concordo pienamente. Solo che “la potenza è nulla senza controllo” era uno slogan Pirelli. con simpatia
Daniele
Non si puo giocare 3 settimane seguite, 15 partite in 20 giorni è molto sia per Rublev, Stefanos, Yanick, Carlos. Non so perche loro si iscrivono in tanti tornei seguiti; quando giochi al tennis lavori tutti i muscoli e non è buono farlo senza riposare.
Lendl usò per lungo tempo la Kneissel(Twin) ,non la white Pro Lendl) /Adidas con piatto 8% maggiorato rispetto a quelli in legno. Provò poi per un breve periodo una Adidas Mid (mi pare 1987 con sconfitta a Londra da Leconte) e solo sul finire di carriera passò con la Mizuno (se non erro progettata da Bowsvorth ma sempre su stampo Knesset) ad un piatto più ampio (90,fatta, in versione S ed R) .
I recuperi per cui Lendl divenne famoso erano passanti in corsa soprattutto di dritto (lo attaccavi sul rovescio, meno letale, e giocavi la volée in campo aperto dove lui riusciva comunque a coprire e tirare con lieve top il passante).
Tornare indietro del tutto no ma piccoli passi si. Alcune federazioni ad esempio vietano l’uso dei monofili agli under 12 e basterebbe lavorare in questo senso, sui bilanciamenti e sui pesi. Anni fa un maestro (cattivo) faceva giocare la figlia u.12 di un amico con un telaio da 320g.Credo per la gioia del fratello ortopedico che per un periodo la ebbe in cura.
No, ma non era certo Djokovic, a tenermi sveglio. E questo nemmeno se chiudesse la carriera con 40 slam e 700 settimane da n. 1. Ovviamente è una banale questione di gusti personali.
Facevo riferimento agli ultimi due anni, Murray è una vita che ha problemi fisici.
Thiem si, si è fatto male a giugno 21, però rientra nei due anni.
Lui credo sia da ascrivere al tipo di sollecitazione che impreme nel suo tennis fisico e logorante. Idem Murray che è un Mr maratona
@ Renato72 (#3440991)
Il passante in corsa LUNGOLINEA.
Con la smania di concludere il pensiero, trascuro particolari non da poco.
Ad esempio prima mi sono limitato a:
“Il 3 su 5 è storia”.
Ebbene, non è solo quello! È pathos, è “epica”, è etica, essenza… è ciò che il Dio del tennis aveva studiato affinché anche le qualità fisiche degli artisti in campo determinassero l’esito dell’incontro. Poi, invece, l’uomo stolto lo ridusse a un doppione del pugilato (ahah, esagero, dai). Non ricordo chi dei due tra “lo scriba” Clerici e Tommasi definì il tennis 3 su 5 “un altro” sport. E fu tutto un dire!
Troppo pompati,tirati come corde di violino
@ sander (#3440965)
Thiem e Murray pure erano nei top 10 quando si sono infortunati.
Mi sembra che sul tema infortuni siamo in finale con gli Usa, in semi la Spagna.
Carletto ha portato al limite il suo fisico in tutto.Sfortunatamente la genetica di famiglia e la grazia divina non lo hanno dotato di un fisico alla Nadal o alla Nole.Di conseguenza tutta quella potenza,tutte quelle sgroppate su recuperi e smorzate o trick vari lo hanno portato in un territorio minato.Come diceva lo spot Michelin : la potenza è nulla senza controllo.E Carletto per via del suo fisico ”non dotato” più di quello che sta facendo,non può fare.Anzi ha già fatto tanto.Ed ora sta cominciando a pagare il conto.Non è che gli altri erano più scemi di lui a strappare e sparare cannonate in misura minore.Evidentemente è lui ed in misura maggiore il suo entourage a non aver capito come si programma una carriera e come si puntellano le lacune ed i punti deboli di fisico e strategia di gioco.Vagnozzi,sottostimato un po da tutti,saggiamente ha detto che Peccatore non avrà mai un fisico come Carletto.Ed ha detto bene.
@ Pier (#3440755)
Ops, mi ero perso questo tuo post, interessante come sempre i tuoi.
Solo una cosa mi “turba”: i recuperi in slice (di dritto) di Lendl che neghi, sono impressi nella mia memoria come “il colpo alla Lendl”. Ok, in particolare, il passante in corsa, ma non solo; anche i recuperi in diagonale.
Tieni presente che io ho visto il Lendl post ’84, per buona parte con la racchetta “nuova”.
Tu parlavi di quello precedente (giovane)?
sta dicendo il contrario, di evitare di ripetere gli stessi errori degli altri
Hai dormito anche durante la finale di Wimbledon 2019? 377 settimane da numero 1 non è male per uno che fa “dormire”. Sarai un tifoso del numero tre di tutti tempi.
Questo è il problema che capita a tutti quelli che fanno la preparazione hanno le gambe pesanti e imballate e giocando al 150% si fanno male…e successo anke a Sinner quest’ anno con Korda…
Ma poi l ho visto giocare Carlos in questi giorni e un lontanissimo parente di quello vero,si vedeva che era fermo in un torneo con avversari più tosti era già a casa da tempo…Adesso speriamo che recupera sennò si falsa per altri 2 mesi la classifica con i sorteggi..
Ok, grazie Walden, diciamo Draper non è nei top 50, Opelka lo era quando si è fatto male.
Quindi se non ce ne sono altri sono 12 su 50 quindi un 24%.
Ricapitolando Gli infortuni.
Abbiamo quindi Zverev che ha avuto un serio infortunio alla caviglia.
Coric ha avuto un infortunio che gli ha portato un lungo stop.
Poi abbiamo nella categoria degli infortunati o indisponibili costantemente: Nadal, Berrettini, Sinner, Opelka, Korda?(quali tornei ha saltato per infortunio?) ora ci mettiamo anche Alcaraz.
Tra i tennisti che hanno avuto uno stop limitato abbiamo Ruud, Tsitsipas, Musetti, Fritz.
Notiamo che i tennisti che in questi due anni si sono infortunati serialmente sono 5/6 su 50 quindi un 10%, ahi noi sono due Spagnoli, Due Americani e due Italiani, un pò come una barzelletta, ma purtroppo non lo è. Per Nadal è questione di età, Per Alcaraz abbiamo già detto ti cattiva gestione del post infortunio e troppa sollecitazione muscolare. Per Berrettini un fisico non armonico e forse un tennis
cos’ esplosivo che lo porta ad avere contraccolpi muscolari ogni enne match. Sinner un fisico ancora acerbo e qualche infortunio che si poteva evitare con maggiore precauzione, es, vesciche ai piedi. Opelka è un’omone rigido. Fritz molto tecnico ma fisicamente non al top.
Noto che oltre i problemi muscolari di Alcaraz e di quelli dettati dall’età di Nadal sia i tre americani che i due italiani hanno dei fisici “rigidi”. La bioenergetica ci racconta delle problematiche psicosomatiche che posso derivare da un fisico “rigido”. Per fisico rigido intendo poco elastico. Se vedete Djokovic, è uno che fa sedute di un’ora di streching e mobilità. Berrettini, Sinner, Fritz, Opelka, Korda sono tutti tennisti poco elastici. La stessa bioenegetica ci spiega che per porre rimedio si può ovviamente lavorare con lo streching la mobilità ma anche con dei lavori mentali dove si sbloccano alcune parti che presentano dei blocchi somatici che hanno origine dalla psiche.
Ovviamente se il muscolo è più elastico è meno tendente all’infortunio.
Penso che Alcaraz, da un lato, volesse ricominciare a giocare partendo da un torneo minore, un 250 (che infatti ha vinto abbastanza facilmente), e lo si può capire dato che veniva da quattro mesi di stop, ma dall’altro non fosse affatto sicuro di arrivare fino in fondo, e perciò si sia iscitto a tre tornei consecutivi, come hanno fatto tanti altri del resto. E poi c’era la coincidenza di un torneo più importante, quello di Rio, in cui doveva anche difendere un titolo. Si può capire, quindi, che si sia lasciato influenzare da questa duplice prospettiva (cominciare facile, ma difendere subito punti importanti). Ovviamente col senno di poi se avesse saputo avrebbe rinunciato almeno a uno di questi impegni, ma la cosa gli servirà da lezione per il futuro
Non se ne esce
Sante parole.
sei sicuro che i tennisti (soprattutto giovani e affermati) possano iscriversi ai tornei che vogliono?
io ho l’impressione che questi debbano (per i tanti interessi che li ingabbiano) partecipare ai tornei e l’unico modo che hanno per schivarli è essere o dichiararsi infortunati 😯
Brooksby, Nagashima…
@ marco.mazzoni (#3440927)
sempre d’accordo!
consiglio a tutti di recuperare l’articolo post Madrid 2012 su terra blu, già allora spingevamo su questo