Musetti e Alcaraz provano il Tango a Buenos Aires (video)
In attesa di debuttare in campo all’ATP 250 di Buenos Aires, alcune delle stelle del torneo argentino sono state accompagnate nei luoghi simbolo della capitale ed hanno anche provato qualche passo di Tango – il sensuale ballo nazionale – insieme a delle ballerine professioniste.
Sotto l’occhio vigile dell’obelisco sito in plaza de la República, nel barrio di San Nicolás, Alcaraz, Musetti, Norrie, Schwartzman e Thiem hanno imparato i passi base del ballo, sorpresi e divertiti. “È andata meglio di quello che pensavo!” afferma un divertito Alcaraz. Mentre Lorenzo Musetti sorride dicendo “È la mia prima volta qua, sono molto contento”.
Il breve video riportato dal canale ufficiale del torneo argentino
📹 Alcaraz, Musetti, Norrie, Schwartzman y Thiem también la rompen bailando tango 💃🏻@visitargentina 🇦🇷 @TurDepAR pic.twitter.com/dN5ur2XV17
— Argentina Open (@ArgentinaOpen) February 14, 2023
TAG: ATP Buenos Aires 2023, Lorenzo Musetti, Video
Tu non ti puoi permettere di offendere in questo modo..e comunque ti qualifichi ( meglio squalifichi) da solo..
cioè veramente non hai capito l’ironia?? più che un tanguero mi sembri un tànghero
Assolutamente nessun granchio. Il Tango era il pallone di Espana 82.
Quando si parla di Buenos Aires,parlando di Tango,necessariamente,senza ombra di dubbiosi parla di Ballo…Tangueros y Tangueras..
E’la Storia che parla,la tradizione storica..mi dispiace..hai preso un granchio grosso come una casa.
Che meraviglia. Voglio tornare a quei giorni, davvero i più belli, spensierati, pieni di sogni ad occhi aperti,quando tutto era ancora possibile, tutto una scoperta. Mammamia quanto mi mancano.
@ Pier (#3429014)
Spesso in queste pagine si parla di struttura fisica ma si trascura l’attitudine al movimento che si forma da bambini. Bambini che fanno poco moto se non in appuntamenti determinati (mediocri ore di educazione fisica, 2 orette a settimana di qualche sport)e chr non sviluppano la coordinazione, la resistenza, l’attitudine a cadere (!!!) senza che mamma/papà vengano a dire “poverino il cucciolo”.Sono quelle ferite di guerra sane che si maturavano in strada o nella più importante società sportiva del dopoguerra: l’oratorio. E qui non c’erano genitori preoccupati perché ” È stanco e domani meglio che riposi;fa freddo prende il raffreddore o fa caldo e suda”.
Erano i campi dove il pallone rimbalzava male, dove il muro costeggiava l’out, dove acquisivi il riflesso per gestire situazioni impreviste.
E soprattutto dove si giocava ogni santo giorno non perché la quota era pagata ma perché non si voleva stare che lì.
Spettacolo, partite che duravano all’ infinito con brevi interruzioni al grido di “macchinaaaa”
@ Marco (#3428955)
Mondiali 82,figurine e Guerin Sportivo.Io ricordo che i nostri avversari li conobbi attraverso un inserto del settimanale L’Intrepido: tutta la rosa delle squadre con i voti ai giocatori.Il Brasile aveva un solo voto mediocre, ovviamente il portiere Valdir Peres con un misero 6,Platini,il grande Le Roi, condivideva un 8 con l’austriaco Walter Schachner e Prohaska… Vai a capire perché dopo 40 anni ricordo queste cose. E lo sfortunato Bruno Pezzey,stopper, aveva 9!!! Due i 10: Zico e Maradona.Che estate!
Il tango con la T maiuscola è il pallone
@ Pier (#3428834)
@ Pier (#3428834)
Grazie per questo ricordo, immagino condiviso da molti, me compreso.
Ricordo anche le collette tra tutti e le corse in “cartoleria” per prenderne uno nuovo (colletta per 5500 lire, pensa te), nei casi in cui la spina lo sgonfiava.
Che nostalgia…
@ Pier (#3428834)
Che bei ricordi, mi hai fatto emozionare.
Fantastici,ci vuole per scaricare un po’ di stress agonisitco
Immagino che almeno lì la gara sia stata vinta dal Peque
Tuffo al cuore, pensavo palleggiassero col pallone di plastica riproduzione di quello del Mundial ’82 (IL Mondiale).
Per noi ragazzini dell’oratorio un must, pesante il giusto perché non volava come il Tele(non-Santana) e non frantumava piedi e scarpe leggere da ginnastica come quelli in cuoio. Costava 5.500lire e se finiva tra i rovi e prendeva una spina la ficcavi dentro sperando non si sgonfiasse… Almeno finché non faceva scuro e si tornava in tempo per l’Almanacco del Giorno Dopo e la pastasciutta della mamma. Sudati, impolverati e contenti. Bastava poco, davvero poco.
Daje Lore’, faje ballà la rumba al robottino…