Tennis russo al maschile: le difficoltà delle nuove leve, con lo spettro della guerra
Medvedev, Khachanov, Rublev, una generazione di fenomeni. E poi? Il futuro del tennis russo maschile nelle mani di chi è?
In ambito tennistico la prima cosa a cui si pensa quando si parla di futuro sono i tornei juniores. Spulciando il tabellone dell’appena concluso Australian Open, vediamo che erano presenti due ragazzi russi, Ruslan Tiukaev e Dani Panarin. Il primo è riuscito a issarsi al terzo turno dopo aver superato le quali, il secondo ha invece perso al secondo turno.
Passando al circuito ATP e ITF e scorrendo l’elenco dei primi mille giocatori del mondo, troviamo sei giocatori russi al di sotto dei 21 anni, ma cinque dei sei sono decisamente ancora impantanati nelle profonde retrovie del circuito.
L’unico prospetto russo che è già riuscito a raggiungere un buon ranking è Alibek Kachmazov. Il ventenne di Vladikavkaz è attualmente il numero 343 del mondo, nonostante un 2022 piuttosto complicato, una sorta di stagione di transizione, quella del passaggio dagli ITF ai Challenger. A gennaio ha vinto l’ITF di Kazan in gennaio, poi si è messo alla prova con il circuito Challenger, come dicevamo: in ben nove tornei è riuscito a superare il tabellone di qualificazione, approdando in quattro casi al secondo turno del main draw. Il miglior risultato della stagione sono stati, comunque, i quarti raggiunti a Nonthaburi, dove è stato sconfitto in tre set da Dane Sweeny. Il 2023, invece, si è aperto per Kachmazov con un bilancio di quattro vittorie e cinque sconfitte, confermando così la difficoltà nel trovare continuità di risultati a livello Challenger.
Molto più indietro in classifica di Kachmazov, ci sono quattro tennisti che stanno provando a emergere dal mondo degli ITF: Ilia Simakin (19 anni e 781 del ranking ATP) che nel 2022 ha vinto un ITF e fatto una finale a Sharm El-Sheik; Svyatoslav Gulin (20 anni e numero 823 del mondo) che ha costruito la sua classifica attuale negli ITF spagnoli (semifinale a Mungia partendo dalle qualificazioni); il ventenne Evgeny (nome importante per un tennista russo..) Philippov (numero 836 del mondo) che ha come migliori risultati nella scorsa stagione due semifinali conquistate a Kazan e Tiblisi; infine Marat (toh, altro nome importante per il tennis russo) Sharipov (20 anni e numero 839 del mondo) che ha raggiunto la finale a Kazan e ben cinque quarti di finale, mostrando una certa continuità di risultati, confermata nel nuovo anno con due quarti di finale e una semifinale raggiunti a Doha e Jakarta.
L’ultimo dei giocatori russi che prendiamo in considerazione è il non ancora diciottenne Maxim Zhukov (numero 979 del mondo). Dopo aver giocato gran parte della scorsa stagione fra Antalya e Monastir, ha cominciato bene il 2023 a Doha in un ITF di buonissimo livello, superando le quali e il primo turno del tabellone principale, prima di essere battuto nettamente da Bernard Tomic.
Appaiono evidenti dunque le difficoltà del movimento tennistico russo in prospettiva futura: mancano i giovani talenti e i ventenni che frequentano il circuito ITF faticano a vincere partite e scalare la classifica, anche probabilmente a causa della mancanza di tornei in patria. Scorrendo infatti il calendario 2022 di Challenger e ITF, compare infatti solo un ITF disputato a Kazan nello scorso gennaio, torneo dove, forse non a caso, si è registrato un dominio dei giovani tennisti russi, con la vittoria di Kachmazov, la finale di Sharipov e la semifinale di Philippov.
Poi però è arrivato lo scontro russo-ucraino e in aprile il secondo ITF in programma a Kazan è stato cancellato. La guerra appunto. È davvero complicato dall’esterno capire se e in che modo stia influendo sulla crescita dei giovani tennisti russi. Appaiono inquietanti al riguardo le parole pronunciate un paio di mesi fa del Ministro dello Sport Russo: “Lo sport non può essere individuato come una comunità diversa dal resto, una comunità che dovrebbe godere di una sorta di privilegio esclusivo. Mi auguro che in questo periodo i nostri atleti, come nelle precedenti occasioni, si dimostrino patriottici”.
Quello colpisce nell’analisi del tennis giovanile russo è l’enorme differenza con l’altra faccia della luna, il movimento tennistico femminile. Ci sono infatti 25 giocatrici russe under 21 fra le prime mille nel ranking WTA e, fra queste, cinque sono nella top 200 e due hanno giocato la finale degli Australian Open juniores, la quindicenne Mirra Andreeva e Alina Korneeva.
Numeri e risultati parlano chiaro dunque: a differenza di quanto accade in quello femminile, nel tennis maschile russo mancano prospetti futuribili, magari semplicemente a causa di una sorta di ciclico vuoto generazionale, come quello che potremmo vivere in Italia dopo la sfornata dei nati 2000-2002 e 2003.
Comunque ancora per una decina di anni, la Russia potrà godere delle vittorie e delle prestazioni delle tre stelle Rublev, Medveded e Khachanov, insieme a quelle di una serie di gregari come Karatsev, Safiullin, Kotov e il ventiduenne Shevchenko, quindi di tempo per preoccuparsi delle condizioni del tennis russo ce ne sarà.
Antonio Gallucci
TAG: Alibek Kachmazov, Antonio Gallucci, crescita giovani, Ilia Simakin, Maxim Zhukov, Philippov, Sharipov, Svyatoslav Gulin, tennis russo
@ LupoCasanova (#3420210)
grazie 🙂 viva Passaro
@ Double (#3420008)
@ Arthur Ashe (#3420010)
@ Snail80 (#3420056)
State proprio messi male eh…a voi i terrapiattisti ve fanno un baffo.
Comunque lo scandalo è tirare fuori norme “razziali”, proprio in questi giorni che si celebra il giorno della memoria. Si vede che non avete passato quel periodo oltre a non esservi informati dai sopravvissuti, altrimenti non direste ste minchiate!
Non è un’opinione, il suo è un auspicio per confortare le sue idee.Si facesse un giro per verificare il numero di iscritti presso le scuole tennis e vedrebbe svanire le sue speranze. E se certamente, causa costi, qualche famiglia fatica (e taglia giustamente alcune spese) è in aumento il numero di ragazzi che frequentano le accademie, che incrementa le ore di lezione, che fa stage. Quando sento che “molti causa la discriminazione abbandonano i circoli” rispondo: e l’incremento pazzesco di giocatori di paddle? Di nuove strutture tanto che si fatica a trovare campi liberi?
Ma secondo te questi virologi online rispondono?Ai numeri no, mai.
Vorrei commentare questo articolo solo dopo aver letto una almeno equivalente disanima della situazione del tennis ucraino, specie al maschile, dove i problemi non sono di allenarsi e disputare tornei ma di restare vivi e combattere con le armi in pugno (altro che racchetta!) per difendere la propria Patria dall’invasione russa.
E Patria non è un vuoto simbolo, sono le città dove si vive, sono le persone con cui ci si rapporta, sono la propria casa, sono i familiari: tutte cose di fronte alle quali il circolo del tennis, il campo con la rete, i tornei, sembrano quello che sono, emblemi di vita felice negata.
Al femminile sappiamo di come tenniste note come Yastremka, Kostyuk, Tsurenko siano costrette a vivere da rifugiate in altre nazioni, tra cui per fortuna l’ospitale Italia, ma nulla sappiamo della situazione delle altre meno note tenniste: saranno almeno vive?
Facciamo una colletta per i tennisti delle 2 povere nazioni.
Mamma mia sono commosso per questi ragazzi e ragazze che nei loro paesi vivono in liberta’. Possono votare quello che vogliono o fare dimostrazioni per le strade.E invece !!!!!!!
@ Antonio Gallucci (#3420160)
P.P.S. Alla fine Passaro se l’è cavata.
Ci mancherebbe. Era buffa la coincidenza, ma l’errore era veniale e l’articolo molto interessante.
P.S. Mancava però la parte sulle scie chimiche e sui rettiliani.
Credo che abbia abbandonato il circuito juniores.
@ LupoCasanova (#3420149)
Ho appunto precisato in un commento. La sua assenza agli Australian Open è stata la causa della mancanza. Chiedo venia 🙂
P.S. Non avendo partecipato agli Australian Open, è sfuggito alla lista dei giovani tennisti russi di cui ho provato a fare una sintetica analisi, tale Yaroslav Demin, numero 12 del ranking juniores. Adesso è a Tenerife e sta battendo Passaro. Quindi va considerato, eccome, fra le possibile promesse russe. Perdonate la mancanza nell’articolo.
In tutto questo il 2005 russo Yaroslav Demin, non menzionato nell’articolo, sta asfaltando Passaro a Tenerife…
Ci sono dati in proposito oppure una tua opinione?
@ walden (#3420030)
Grande navarra
Infatti le ripercussioni per gli sport italiani avverranno tra un po’ di anni.Ragazzi che prima facevano basket ,calcio,tennis ora hanno rinunciato.Quindi da una età di 8 a una di 15 avremo meno scelta ,meno talento ,meno opportunità di costruire un campione in più..Poi la situazione economica di molte famiglie ha fatto rinunciare a sport costosi.Sci e tennis ne risentiranno.Non tutti si possono più permettere il maestro di tennis.Diciamo che si salvera’ su questo aspetto il calcio,la pallavolo e il basket che sono sport meno costosi da giovane.
Proprio in questi minuti in cui il veterano routiner da challenger Vatutin sta rifilando un doppio bagel al vecchio francese De Schepper 😆
con tre top 22 tutti giovani e una miriade di 2001-2002-2003 in lotta per entrare nei 100. mah…
Vero, molti giovani hanno dovuto smettere a causa della folle norma discriminatoria del green pass e poi non hanno più ripreso.
Non è facile riprendere dopo una lunga sosta. E ne hanno fatto le spese un po’ tutti gli sport in Italia.
Eccolo qua. Me mancava la cazzata del giorno del perugino.
Ma no, a quelli di Mosè Navarra, se devi provocare fallo almeno bene!
Non dovrebbero nemmeno competere.
Ne sei sicuro?
Super cazzola sei tu e se non vedi il razzismo di quelle norme totalmente anticostituzionali, imposte per obbligare ad un prodotto sperimentale e fortemente dannoso oltre che inutile, soprattutto ai giovani, sei pure cieco.
Ma dove vivi?
Non ci vuole molto per capirlo.Quando tu privi una persona della libertà di frequentare il posto di lavoro perché ritiene di non vaccinarsi cosa è? Una legge razziale.Tu stai creando una razza che ritieni inferiore senza alcuna prova scientifica.Bel bimbo, se tu ritieni che siamo andati sulla luna mica è colpa mia.E’colpa che hai studiato libri dove ci sono gli ultimi 500 anni tutti falsi di narrazioni distorte.
Forse la crisi del tennis maschile russo è dovuta alla concorrenza dell’hockey e del calcio che pagano molto di più a meno che non diventi un top. Quello femminile invece avrà si e no la pallavolo e il pattinaggio che però pagano molto meno, infatti anche nell’ultimo Australian Open non si è vista questa gran crisi del tennis femminile russo juniores.
E gli alieni hanno invaso la Terra (piatta)…
p.s. a parte la super cazzola in sè, ma perchè la legge sui vaccini, oltre che discriminatoria, sarebbe “razziale” ?
Sinceramente non credo che i tennisti under 21 siano considerabili responsabili della situazione bellica, il tuo è un commento di un qualunquismo imbarazzante
triste realtà! ma si a chiedere ..:
Poveri tennisti russi, tutta colpa dell’Ucraina che li ha invas…..no aspetta
nessun centro tennis ha chiuso per il caro bollette, nessun giocatore ha abbandonato l’attività sportiva per il greenpass.
è lo stesso problema che hanno avuto i giovani giocatori cinesi. è il problema di chi vive nelle dittature.
Tennis italiano:le difficoltà di pagare le bollette dei centri sportivi che chiudono,con in più molti ragazzi non vaccinati che hanno dovuto abbandonare l’ attività sportiva per una legge discriminatoria e razziale.
Pensiamo in casa nostra ,che finito il covid stiamo tornando all’epoca di quinzi Napolitano