ATP Challenger Tour 2022, vittorie per nazioni: guida l’Argentina con 23 titoli, Italia terza
Con la conclusione degli ultimi tornei, vinti dal giovane francese Van Assche a Maia e Lajovic a Maspalomas, va in archivio anche la stagione ATP Challenger 2022.
Stilando una classifica dei paesi che hanno vinto più titoli Challenger con i propri giocatori nel 2022, l’Italia si piazza al terzo posto con 16 successi, dietro all’Argentina con 23 vincitori e la Francia con 22. Ecco la top 10 dei paesi che hanno riportato più titoli nell’annata appena conclusa:
Argentina – 23 titoli
Francia – 22 titoli
Italia – 16 titoli
USA – 12 titoli
Australia – 9 titoli
Gran Bretagna – 9 titoli
Svizzera – 8 titoli
Germania – 7 titoli
Spagna – 7 titoli
Cina – 5 titoli
Ecco la lista dei 16 vincitori azzurri nel 2022:
Luca Nardi – Forlì 1 – gennaio
Gianluca Mager – Grand Canaria – febbraio
Flavio Cobolli – Zadar – marzo
Luca Nardi – Lugano – marzo
Franco Agamenone – Roma – aprile
Matteo Arnaldi – Francavilla al mare – maggio
Andrea Pellegrino – Vicenza – maggio
Lorenzo Musetti – Forlì 6 – maggio
Francesco Maestrelli – Verona – luglio
Francesco Passaro – Trieste – luglio
Raul Brancaccio – San Benedetto – luglio
Luca Nardi – Maiorca – agosto
Marco Cecchinato – Lisbona – settembre
Mattia Bellucci – Saint Tropez – ottobre
Marco Cecchinato – Rio de Janeiro – ottobre
Mattia Bellucci – Vilnius – ottobre
Spiccano i 3 successi di Nardi, quindi i 2 di Cecchinato e Bellucci. Da segnalare che 8 delle 16 vittorie sono arrivate in tornei disputati in Italia, a conferma del fondamentale traino per i nostri giocatori dei tornei organizzati nel nostro Paese.
TAG: ATP Challenger 2022, Luca Nardi, Nazioni più vincenti Challenger
…anche dove si trova la ridente città di Forlì!!!
“Risposta non c’è, o forse chi lo sa? portata dal vento sarà…”
Mi dici in quali anni il tennis è stato lo sport più meritocratico del mondo? Così magari finalmente capirò di cosa parli, analizzando le differenze di calendario e regole rispetto ad oggi. Dimmi.
…comunque sono 29!!!
…ti risulta che sia una nazione panda tra quelle da te nominate?
…comunque anche sui challenger da te citati ci sono molte imprecisioni(sono stato di manica larga),!!!
…i challenger francesi da te citati di quale categoria facevano parte e quanti punti hanno assegnato,ti sembrano dello stesso livello?
PS: mi sono limitato a descrivere e raccontare gli italici trionfi,tutto qui!!!
…hai finito i compiti di matematica?
…hai imparato a contare fino a 29?
…hai ripassato la lezione sulla DEMOCRAZIA?
…hai ripassato le nozioni di geografia?
PS: se solo potessi ricevere un centesimo per ogni tuo pollice verso,potrei organizzare tanti challenger,quanti quelli italici per i miei amici panda!!!
…BUON RIPASSO!!!
Sito ATP Challenger Tour
Ci trovi anche il numero di scarpe
E questo che c’entra?
Non è che se ripeti la stessa fandonia 100 volte questa diventa vera
Chi ti smentisce fornisce dati e contesto
Tu mai
Ecco la differenza fra un’opinione e una ……
…ogni tanto fa piacere leggere considerazioni che abbiano un senso logico e sono soprattutto libere e non schiave di un dogma…
La distanza era solo un paradosso, stava ad indicare che comunque, a parte le WC, per un abitante di quei territori, non esiste una distanza “culturale” (che a mio parere, invece, esiste, purtroppo, per i giovani italiani) tale da impedire la partecipazione. Poi ovvio,che in Germania le WC le danno ai tedeschi, in Francia ai Francesi, etc.
Le entry list con la stragrande maggioranza di locali si trovano in tutti i principali paesi, e persino in tornei turchi vedi spuntarne parecchi…
Certo quando si parla di un “livello qualificato” si parla sempre di un Challenger: un 125 valido (e quindi parlo di una piccola parte dei Challenger) ha se va bene 4/5 top 100 (al Challenger di Genova c’era Ramos, n° 40, Monteiro, Lajovic e Moutet di top 100, ma alla fine in finale con Monteiro è arrivato Pellegrino, a quello di Parma c’erano Carballes, Lajovic ed Etcheverry, ma la finale è stata fra Kovalik Skatov), quindi comunque di seconda fascia e non certo di livello assoluto.
Più uno!
Vista la dovizia con la quale il Fissato (non c’è bisogno di nominarlo, tanto si capisce chi è) ha descritto le vittorie di quegli scarsoni dei tennisti italiani nei Challenger locali, a suo parere una specie di torneo di circolo, ho verificato come è andata ai Francesi (gli Statunitensi e gli Argentini non li ho considerati perchè è fin troppo risaputo che sono “padroni a casa loro”).
Si è quindi configurata una situazione non dissimile:
su 11 Challengers vinti da Francesi in Francia (su 18 totali! ben altra cosa rispetto agli 8 su 29 in Italia), solo in 4 di essi (Pau, Cassis, Rennes e Roanne) il vincitore Francese non ha incontrato almeno un connazionale fra semifinali e finale. In 2 (Brest ed Orleans) sono stati semifinalista e finalista francesi come il vincitore. Mi sono fermato solo alle semifinali, ma andando oltre probabilmente il numero di derbies sarebbe ancora aumentato.
Quindi una situazione non molto diversa da quella italiana.
…peccato che questo è sempre stato il gioco MERITOCRATICO per eccellenza e ora (da quando c’è il dogmatico eroe)non lo è più!!!
PS: BASTA CHE LEGGI I PRIMI 10 DEL RANKING E POI RACCONTA CHE RISPECCHIA I REALI VALORI,e che è sempre stato così…
PS : nessuno impone a te (e quelli che hanno il tuo stesso pensiero),di leggere e commentare quello che scrivo!!!
@ MM&I (#3393593)
Ma perché non impari a leggere, invece di chiedere agli altri di riflettere? Come ho spiegato nel post, il tennis ha sempre funzionato così. Gaudenzi non ha creato nessun ingranaggio, perfetto o imperfetto. Sono ossessioni nella tua testa. Ti chiedo, e credo di non essere il solo
a farlo, di smettere di ossessionare anche noi con questo argomento.
Il fatto che gli argentini vincano nella Legion sudamericana vuol dire che sono più forti su terra, dove si è giocato il 95% degli incontri, dei boliviani, peruviani, ecuadoregni e colombiani (basta guardare quanti rappresentanti nei top100 o megio top200 ci sono per l’argentina e quanti per gli altri paesi per rendersene conto).
Il fatto che gli italiani abbiano vinto solo 8 dei 28 tornei svolti in Italia non vuol dire che il livello era altissimo, ma che c’erano avversari più forti. Se tu hai entry list con l’80%, per dire, d’italiani e poi gioca Alcaraz2021, il torneo lo vince Alcaraz, ma il livello non è affatto altissimo, è solo che lo può vincere solo una persona, il più forte.
Infine sulla distanza in km fra Bari e Ortisei, doppia di quella fra Antwerp e Heilbronn, sfugge una semplicissima considerazione, che pure prendendo il challenger di Lione più vicino a Torino di quanto lo sia Ortisei, esso si trova in territorio francese, per cui le entry list saranno ovviamente a forte connotazione nazionale.
Ecco perché si fanno i challenger in Italia, per assicurare i posti in tabellone a tennisti italiani. Gli stranieri in Italia sono quindi centellinati, come lo sono i francesi in Croazia, o gli italiani in Germania. Motivo per cui, chi vuol giocare, e dico giocare non che livello giocare, all’estero deve coprire distanze più lunghe per andare nei challenger dove può giocare, al contrario nessuno in Italia negherebbe un posto a Passaro o Cobolli nelle sue entry list. Come nessuno in Olanda negherebbe il posto a Van Rijthoven.
Perché in Italia si svolgono 26 challenger, mentre in Spagna solo 11.
…BUONA LETTURA ANCHE A TE!!!
PS: Santo Domingo,ridente località che confina con il BENELUX!!!
…sul caso degli spagnoli,ne parlerò a lungo nei prossimi mesi e potrai scoprire che a metà stagione praticamente non avevano più giocatori con ranking da challenger e guarda ora in pochi mesi mesi(grazie ai molti challenger ed Itf di cui hanno beneficiato) quanti ne hanno!!!
PS: anche questa settimana hanno un Itf a Madrid(è l’ultimo)!!!
…RIFLETTI ANCHE SU QUESTO!!!
Ma…
sono solo io che quando vede post chilometrici con mille “quote”, gli viene il latte alle ginocchia e… li salta a piè pari ? 🙂
Qualcuno ha il numero di CH organizzati per Nazione ? 🙂
Perchè a loro non interessa la crescita di un movimento ma avere 1 o 2 grandi campioni, in Spagna il tennis non è poi così popolare, a Settembre ero a Siviglia la stessa settimana in cui si svolgeva il Challenger, avessi visto un manifesto o una locandina in giro… non era segnalato neanche fra gli avvenimenti della settimana.
Ti metterei tre pollici in su se potessi… aggiungiamo che, rispondendo indirettamente al noto fissato ed agli ingenui/e (non voglio essere troppo cattivo) che gli vanno dietro, che sicuramente avere tanti challenger aiuta la crescita del movimento in Italia, ma aiuta anche quello degli altri paesi: infatti gli Argentini hanno vinto 6 Challenger in Argentina e 6 nei paesi Europei (fra cui 2 in Italia) e 10 negli altri paesi dell’America Latina, dove si sa benissimo che c’è una fortissima “anti-argentinità”. Solo 8 dei 28 + 1 tornei organizzati in Italia (mi correggo rispetto ai 25 + 1 indicati in un precedente intervento)sono stati vinti da Italiani, segno, torno a ribadire, di una partecipazione di alto livello: solo a titolo indicativo ricordo le vittorie di Borna Coric, le tre di Jack Draper, di Holger Rune, di Lorenzo Musetti, di Pedro Cachin, di Jaume Munar, di Federico Coria, di Nuno Borges, di Zhizhen Zhang, tutti tennisti top 100, e di emergenti come Leandro Riedi e Otto Virtanen… Quindi tutt’altro che delle facili passerelle per i nostri Next Gen.
Un’ultima considerazione sui Nederlandesi: premesso che ci si mette meno ad andare dai Paesi Bassi al Belgio o alla Germania o alla Francia che ad andare da Roma al Nord Italia, vorrei prendere ad esempio il caso di Tallon Griekspoor. Questo valido tennista 26enne lo scorso anno vinse 8 Challenger e fece un balzo importante, entrando in top 100. Quest’anno, anche grazie alla classsifica si è cimentato prevalentemente nel circuito ATP, partecipando a pochi Challenger e vincendone uno solo, l’unico svolto al suo paese. Risultato: discesa dalla 44° posizione, massima raggiunta alla 96esima attuale. Evidentemente il nostro, come molti altri (alcuni nomi a caso, Munar, Cachin, Carballes, Galan, Monteiro, Coria, molti francesi, Safiullin, etc) è un ottimo giocatore da challenger, ma probabilmente non riesce a superare quella barriera, non solo tecnica, per diventare un buon giocatore da Atp Tour. E questo credo che riguardi anche altri suoi connazionali.
…ho già scritto diverse volte,che “il caso” Griekspoor va trattato con attenzione e non con dati sommari,ricordo che l’olandese ha avuto prima un problema al collo dopo i 2 1000 americani che lo hanno costretto a saltare gli appuntamenti di Barcellona,Monaco e Madrid,e poi a luglio durante il torneo di Kitzbuhel (dove aveva un tabellone per fare molti punti) ha preso il covid in una forma pesante che lo ha debilitato a lungo e gli ha fatto saltare completamente tutta la stagione estiva americana,è rientrato solo la settimana prima degli Us Open,dove ovviamente è arrivato senza una sufficiente preparazione,da li in poi dopo la condizione,ha smarrito anche la fiducia,basti vedere la sconfitta con Sonego a Bercy,(ha servito per il match ndr) e ha raccolto praticamente niente,e nonostante questo ha chiuso comunque nei 100,proprio perchè fino a luglio aveva avuto una stagione molto più che discreta,aveva fatto molti punti sia nei 500 e 250(con diversi quarti di finali),oltre ad aver raggiunto il secondo turno negli Slam(due successi su Fognini),a dimostrazione che non è arrivato proprio per caso nel tennis che conta su 584 punti solo 80 sono del successo (nel loro unico challenger) di Amersfoort,unico che ha giocato nella stagione,e solo con i punti (anche del solo primo turno)che spettano nei 1000(dove era nei MD come alternate)avrebbe chiuso la stagione intorno ai primi 80…
@ Dancas (#3393562)
Complimenti, un commento pacato, intelligente e ben motivato.
…se uno si limita a guardare solo ed esclusivamente il proprio giardino,ovviamente il sultano federale(insieme ai suoi fidati) ha creato un ingranaggio perfetto e bisogna solo fargli i COMPLIMENTI,il problema però che questo sistema ha ucciso completamente la MERITOCRAZIA che era sempre stato il vanto del nostro sport!!!
…ti invito a RIFLETTERE su questo!!!
PS: colgo l’occasione per dirti/vi,che a breve ci saranno diverse novità anche sul torneo Next Gen,a partire dall’abbassamento dei limiti di età…
Se l’ Italia fa bene, come fa bene, ad organizzare piu’ Challenger, faccia bene anche l’ Olanda, visto che e’ piena zeppa di “panda discriminati” e organizzi un po’ di Challenger anche lei.
I panda provino a capire che se si vuole fare carriera bisogna comunque, sempre e comunque prendersi qualche settimana all’ anno in cui si alza il sedere dalla sedia (dal proprio circolo) e si va a fare esperienza in giro.
quello che leggo qui mi convince a NON comprare il famoso libro dell’allevatore di panda……
@ L’Italiano Vero (#3393550)
Domanda a Mauro e Antonio
Puoi fare delle esibizioni anche con ex players, tipo Federer o Del Potro, e di sicuro si riempirebbero gli stadi asiatici, arabi, africani e papuaguineici. Ma tutti sappiamo che prima del Covid esisteva un circuito challenger asiatico congruo, ma completamente privo di spettatori. O almeno lo sanno coloro che hanno seguito le gesta di Fabbiano sulle vie della seta. Ai tempi, la questione veniva giudicata così: sono punti facili. Coloro che intraprendevano la via dei challenger asiatici, allontanandosi da quelli europei, investivano soldi e tempo lontani da casa, e ricevevano in cambio dei tabelloni più abbordabili.
I challenger europei sono i più competitivi del mondo. Per questa semplice ragione, i giocatori che escono dal circuito challenger europeo, sono spesso i più preparati quando arrivano agli atp.
Non c’è alcun complotto in atto, da parte di Gaudenzi come da parte dell’atp o altre cazzate del genere. Semplicemente, il tennis come tanti altri sport, ha delle nazioni leader. I tornei, da che mondo è mondo, hanno sempre avuto una sede. A parte la coppa Davis, tutti i tornei hanno una sede. Ciò implica che tutti i tornei devono essere organizzati da un circolo, città, Nazione. Di conseguenza, da quando esiste lo sport denominato tennis, esistono Nazioni che organizzano più tornei di altre, e Nazioni che organizzano i tornei più importanti. L’Italla nel tennis ha sempre avuto un ruolo secondario. Ciò che è successo negli ultimi anni è che l’Italla ha iniziato ad organizzare un numero maggiore di tornei di livello inferiore. I challenger. Il Fenomeno si è accentuato periodo Covid, cercando di entrare in competizione, almeno al livello più basso, con le nazioni più importanti (Spagna, Francia, Usa.. ) dato che è palese che, con il sistema delle WC, chi organizza più tornei, ha la possibilità di far giocare i propri tennisti con continuità sul circuito.
Ora, qui abbiamo due possibilità:
1) i challenger sono in perdita e la federazione o dei fantomatici benefattori stanno investendo sul sistema tennis italiano per ottenere finalmente dei risultati dopo 40 anni di poco e nulla.
2) il sistema challenger, in Italia, funciona. Il circolo tra pubblicità e spettatori ci guadagna e di conseguenza sempre più circoli sono interessati a organizzare un torneo.
Qualsiasi sia la ragione per cui in Italia si organizzano più challenger, c’è solo da ringraziare e da fare i complimenti a chi lo sta facendo. In ogni caso, sono più di vent’anni che si organizzano almeno 15 challenger all’anno in Italia. In questo particolare momento storico, abbiamo abbinato una migliore organizzazione ad un gruppo di atleti straordinari, è così si spiegano i risultati ottenuti. Questa non è una colpa, questo non è un complotto. Così è come ha sempre funzionato e come funziona tuttora il tennis. Se la nostra federazione non avesse lavorato bene, non è che sarebbero scomparse Spagna, Francia e Usa da questa classifica. Loro ci sono sempre stati, insieme ad altre, come Australia, GB, Argentina. Semplicemente, l’Italia nel tennis ha iniziato a competere con i migliori. Così come nel calcio abbiamo fatto il percorso inverso, e stiamo vivendo un mondiale da spettatori, nel tennis abbiamo fatto le mosse giuste, abbiamo avuto sicuramente anche fortuna, e adesso siamo seduti al tavolo con i migliori.
…dopo la lezione sulla DEMOCRAZIA e oggi quella sulla geografia,domani è la volta della matematica!!!
…il compito a te assegnato è contare i challenger italici,se ritieni,puoi farti aiutare dall’utente walden!!!
…BUON COMPITO!!!
…proverò a spiegare,in maniera più approfondita in un’altra sede quale potrebbe essere un rimedio per evitare che questa situazione possa peggiorare ulteriolmente,ci tengo a precisare che la questione non si risolve mettendo un limite di tornei (che siano challenger o Itf),nella stessa nazione ma limitarne il numero di players dopo un certo numero di tornei potrebbe essere un valido aiuto magari mettendo a disposizione dei famosi panda players,le preziose WC,anche solo così avrebbero un’opportunità in più,sbaglio?
PS: ovviamente di idee per migliorare la situazione ne ho altre che proporrò in modo più dettagliato…
Beh, ma che novità.. ovvia. Chiaro che giocando più tornei locali, ci sono più tennisti locali e più possibilità di vittoria degli stessi. Questo vale non solo in Italia ma ovunque nel mondo, oltre a dover tener conto anche del fattore campo, cioè che i tennisti locali sono cresciuti e hanno giocato anni in quegli stessi campi dove s’iscrivono per fare punti.
Ora veniamo all’incontrovertibile, la pura purissima verità nessuno si opponga e così sia amen, di qualcuno secondo il quale gli argentini sono avvantaggiati dal giocare “fuori stagione” su terra.
Il circuito Sudamericano su terra, chiamato ufficialmente Dove Men+ Care Legion Sudamericana, grazie alla posizione geografica in cui si trova il subcontinente sudamericano, gode di un clima caldo, specialmente vicino all’equatore per cui è FALSO che si siano giocati solo incontri su terra fuori stagione, al contrario è da Gennaio che s’è giocato su terra a tutte le latitudini ed altitudini sudamericane.
Questo comporta ovviamente una maggiore probabilità che vincano i tennisti locali, ( e certo che se in Perù ci sono 5 giocatori decenti, difficilmente vinceranno il loro torneo, dico per fare un esempio).
Ma questo significa pure che c’è stata una NETTA mancanza di tennisti sudamericani dai tornei challenger in Europa, e ciò non è avvenuto per conseguenza del livello altissimo dei challenger italiani ( una frase tutta da ridere rileggendo le entry lists di quei tornei), ma è stato il motivo FONDANTE per cui Lapentti e altri ex-tennisti hanno dato vita a questo circuito, ovvero per tenere i tennisti sudamericani nel loro continente di nascita, evitando le grandi spese da affrontare per gareggiare nei challenger su terra europea, dando quindi la possibilità affinché emergano talenti che evidentemente non avevano le risorse per 2-3 mesi all’estero nella “cara” Europa.
(Ricordo pure che sulla spinta della lezione sudamericana, anche gli australiani hanno fatto un mini tour di tornei minori a partecipazione quasi blindata di tennisti locali).
Sono tutte scelte legittime.
Ma questo vuol dire anche che nei tornei sudamericani sono mancati i tennisti europei (tranne qualche rappresentante di bandiera, anzi di continente) e che nei tornei su terra europei sono mancati i fortissimi sudamericani (tenete conto che su una ventina di tornei sudamericani, 1 solo è stato su cemento).
Quindi direi che gli argentini si sono avvantaggiati tanto quanto gli italiani (a causa dell’alto numero di challenger e liste di partecipazione a forte connotazione nazionale).
Può anche andare bene come modello per il Challenger Tour da un punto di vista generale, cioè avere più tornei locali per fare emergere talenti che andranno a scontrarsi nei tornei di livello superiore nel circuito ATP. Però mi pare che finora nessuno dei suddetti sia stato in grado di fare il salto, né da parte europea, né da parte sudamericana. L’unico che ha mezzo convinto è stato Baez, mentre F. Cerundolo a parte qualche torneo non ha dato segnali di grandi attese. Lato europeo non vedo nessuna promessa all’orizzonte, parlo sempre di prestazioni in campo sul medio periodo, non di pinco pallino che ha vinto 1-3 challenger. Anzi a tal proposito è bene ricordare il caso di Tallon Griekspoor che l’anno scorso fece razzia dei tornei challenger, vincendone 8, di cui 5 nei mesi di Ottobre e Novembre. Quest’anno non ha avuto la stessa forma o le stesse entry list del 2021, e in quei due mesi ha vinto solo il doppio di Antwerp scendendo nel singolare alla 96ma posizione. Mi pare che basti e avanzi come avviso di cautela sulle vittorie dei tornei challenger.
La vera domanda è quanti di quelli che hanno vinto un challenger possono davvero fare il salto nel circuito atp? Per me solo Nardi gli altri nemmeno difenderanno i punti di questa vittoria è precipiteranno in classifica. Il tempo ci darà le risposte. Auguro comunque tanto bene a Pellegrino che tutto solo senza appoggio alcuni della federazione ha tirato su una grande annata
È stata dura leggere tutto ma ce l’ho fatta!
Una soluzione potrebbe essere inserire un tetto massimo di challenger per nazione?
Investire sui continenti meno fortunati ( creare un circuito asiatico sulla falsariga di quello Sudamericano ad esempio)..
Ad ogni modo che il tennis sia diventato troppo Europa centrico lo si vede dal ranking Atp..
C’è stato un periodo dell’anno dove non c’erano top ten extra europei..
Se Gaudenzi vuole valorizzare e fare conoscere il tennis in tutto il mondo non è questa la strada, il pubblico interessato esiste..basta vedere le innumerevoli esibizioni dei top player quanto pubblico richiamano
Com’è possibile che la Spagna, terra dei campeones passati, presenti e futuri, abbia solo 7 titoli quest’anno a livello Challenger?
Parole sante! Del resto le storie della pagliuzza e della trave o del bue e dell’asino sono antiche. Ma ancora valide.
Però, messi di fronte a dati di fatto che smentiscono elucubrazioni privé di dati e contesto, si rifugiano nel lamento sulla libertà di parola. E chi gliela nega. Ma saremo liberi anche noi di stigmatizzare chi si nasconde dietro il dito della libertà per sparare a casaccio cose smentite da fatti e statistiche piuttosto facili da raccogliere?
Io non so dove tu veda questi tifosi esaltati qui dentro.
Qui in genere leggo:
– speriamo che uno fra Sinner, Berrettini e Musetti vinca un mille o uno Slam
– Nardi ha le potenzialità per raggiungere i tre sopra
– speriamo Sonego risalga e magari faccia una capata nei top 20
– speriamo di vincere una Davis
– fra i vari Passaro, Bellucci, Arnaldi, Darderi, Zeppieri, Cobolli, Gigante credo che qualcuno potrá fare una buona carriera (alla Sonego per intenderci)
– i piú appassionati sperano in qualche rientro in top 70-100 dei vari Cecchinato, Travaglia, Mager
Questo è ciò che vedo. Che in un sito di tennis italiano mi pare la normalitá: lo so che ad oggi in ogni slam c’è piú di un giocatore piú favorito di Sinner, ma potró fare un tifo razionale? Ci sta che Arnaldi l’anno prossimo si blocchi come ha fatto quest’ anno Cobolli, ma a me piace, lo tifo, è nei primi 20 fra i suoi coetanei, non mi pare assurdo augurargli un futuro da top 20, almeno en passant. Si parla di speranze, dove li vedi gli esaltati?
Io gli esaltati li vedo solo quando parlano di qualsiasi giocatore non italiano, che si chiami Shelton, Van Asche, chi piú ne ha piú ne metta… Denigratori a cui piace vincere facile, basta tifare per il resto del mondo, ci si fa andare bene tutto.
Abbiamo naturalizzato Juarez: speriamo sposti gli equilibri
…ho evitato di inserire (di proposito) gli oltre 20 Itf…
…nel libro su questo tema ci sarà da riflettere e tanto!!!
…ti metto a conoscenza che i tuoi dati sul numero dei challenger è errato!!!
PS: una domanda : secondo te per la crescita di un movimento è meglio aver 29 challenger oltre a 3 Atp, un 1000 e 2 250,oppure 2 tornei Atp come nel caso degli olandesi,(ti ricordo che hanno un solo challenger,oltre 6 Itf,2 da 25k e 4 da 15k a loro disposizione.
…sono davvero di conoscere la tua su questo tema…
…dimenticavo di dire all’utente Fabrizio (compagno di tanti scambi di messaggi sull’argomento),se finalmente si sta rendendo conto degli enormi vantaggi dei sud americani oltre agli innominabili e pochi altri!!!
…farò l’eccezione e dopo aver dovuto forzare la mano con chi mi darà fiducia nei prossimi mesi,ho strappato il permesso per commentare pochissimi dati:
…per prima cosa segnalo che degli 8 titoli su suolo italico 2 sono i neo nati challenger (category) da 50 punti,FORLI’1 vinto da Nardi(nella prima settimana di tornei) e FRANCAVILLA AL MARE,vinto da Arnaldi,dove ha usufruito di 2 derby oltre al ritiro in semifinale del suo avversario un argentino(tanto per cambiare).
Altro dato interessante sugli altri successi italici sono i seguenti:
ROMA 1 80k,successo di Agamen(n)one a partire dai quarti solo derby…
VICENZA 80k,successo di Pellegrino solo derby ad eccezione della finale vinta contro un argentino(tanto per cambiare) Collarini.
VERONA 80k,successo di Maestrelli anche qui 2 derby e vittoria in finale sull’argentino (chi lo se lo sarebbe mai aspettato) Cachin segnalo nel solo MD ben 17 italici.
SAN BENEDETTO DEL TRONTO 80k,successo di Brancaccio,solo derby a parte l’intruso brasiliano Pucinelli de Almeida sempre un sud americano,a sorpresa anche in questo caso.
TRIESTE 100k,successo di Passaro(praticamente ha giocato e fatto punti solo negli appuntamneti italici),2 derby per arrivare in finale dove ha battuto il cinese Zhang unico non sud americano che è riuscito a sopravvivere ed arrivare in finale a questi avvenimenti elencati.
Ultimo di questi 8 successi è il torneo di FORLI’6 (unico da 125k),che ha visto il trionfo di Musetti(come da pronostico) dove comunque ha beneficiato del ritiro dell’argentino Cerundolo(il fratello meno forte)quando erano un set pari e dei 2 derby che ne sono seguiti…
GIUSTO PER RACCONTARE NEL DETTAGLIO QUESTI 8 SUCCESSI,lascio a chi legge di trarne le dovute riflessioni su come sono arrivati questi successi!!!
…segnalo una volta di più il mio grido di allarme e la situazione sempre più vergognosa a livello Itf,faccio presente una volta di più quello che accade ai poveri panda players,(in particolare agli olandesi),dove si ritrovano sempre più spesso (in sorte)a dover affrontare al primo o secondo turno le prime TdS(come la settimana scorsa) ad Antalya oppure il povero Den Ouden che (dopo essere stato massacrato dalle follie del ranking bloccato) è rientrato da tre settimane dopo uno stop forzato di quasi 8 mesi e settimana scorsa nel 15k di Santo Domingo2,nella giornata di giovedì (causa pioggia) ha dovuto giocare 6 sei set (primo e secondo turno)solo lui(la solita buona sorte),mentre il suo avversario il dominicano Hardt numero 1 del tabellone e num.208 al mondo si era anche avvantaggiato della rinuncia del suo avversario,il giorno seguente il povero Guy ha lottato e ha ceduto alla distanza,sottolineo che è l’unico che è stato capace di portarlo al terzo e fine settimana ha raccolto la miseria di 2 preziosissimi punti Atp…
…ho voluto raccontare questo ennesimo episodio che ha visto coinvolto un panda olandese per far capire una volta ancora,quanto possa essere difficile per loro scalare il ranking e prendere punti a differenza degli innominabili(ecco il perchè faccio spesso riferimento ai 100 derby settimanali) e pochi altri che ottengono sempre più vantaggi anche a livello Itf,da dove parte questo SISTEMA che sta uccidendo molti talenti di quasi tutte le restanti nazioni olandesi in primis.
…intanto dall’altra parte del mondo nei tornei resort Egitto,Tunisia,etc.i tabelloni sono sempre più preda di innominabili con derby a volontà e Wc che piovono sempre più a pioggia,ora anche nelle quali!!!
PS: nel libro in uscita nel 2023 sarà pubblicato nel dettaglio lo studio approfondito di come i players si costruiscono il ranking,dove (chi avrà voglia di farlo) davvero si potrà avere una visione a 360 gradi e non sommaria come purtroppo viene fatta con eccessiva superficialità dando giudizi senza conoscere le loro storie e i loro percorsi professionali…
SPERO DAVVERO DI NON ESSERE CENSURATO,PER QUESTO MIO ENNESIMO GRIDO DI ALLARME!!!
Occhio che adesso arriva il professor allende, ordinario di democrazia applicata ai forum che ti dirà che sei un prepotente antidemocratico.
Ahahahah ahahahah benvenuto nel club dei prepotenti 😉
Leggiti Walden
Evito di fare copia e incolla di quello che scrive e che smentisce la solita maramaldeggiata esterofila
Tra l’altro IO non ho bisogno di fare conti a fine anno per capire come è andato l’anno.
IO lo so già perché i tornei li seguo tutti settimana dopo settimana e ho statistiche aggiornate. E soprattutto, lavoro permettendo, le gare le guardo su Challenger Tour e non commento a punteggi ma a ragione veduta
Pensa che solo dalla tua risposta ho letto che hai replicato a Mario. Avevo letto Mauro all’inizio
Ahahahah saranno i gemelli diversi
Marmauro come Carcarlo Pravettoni
Palesemente provocatore nel miglior dei casi. Se quello che hai scritto è stato scritto in modo serio ticonsiglio di ritornare alle medie oppure iscriverti ad un corso sui fondamenti elementari della statistica
Interessante statistica, sorpreso dalle poche vittorie spagnole, ma loro grazie a Nadal e alcaraz hanno fatto 3 su quattro negli slam. Gli argentini hanno vinto molto ma là tournée sudamericana su terra autunnale è frequentata solo da sudamericani. Bene la Francia. La Russia pur avendo molti giocatori al vertice a livello challenger soffre
Direi che anche i Francesi sfruttano anche loro il “fattore campo” (11 vinti su 18 organizzati) perchè mentre gli italiani ne vincono meno di un terzo fra quelli “casalinghi”, indice di un livello di partecipazione internazionale vario e qualificato (hanno vinto Britannici, Francesi, Argentini, Tedeschi,Spagnoli, Brasiliani, Cechi,etc), in Francia vincono solo i Francesi (usando un iperbole), come in Argentina gli Argentini ed in Usa gli Statunitensi.
Era da un po’ che non ti si sentiva… ma anche tu non ti sei liberata dalla sindrome dei vari Antonio, Mauro e c.
Ti sei data la pena di verificare quanti ne hanno vinti in casa i Francesi? Te lo dico io 11, ossia la metà. Come noi.
ed inoltre uno solo vinto da un Next Gen… l’ultimo.
è simpatica questa cosa FIT…prima ti trainano con i challenger e poi ti fanno da zavorra…
bello
Commenti intelligenti e dove trovarli…
In Italia si svolgono 25 + 1 a San Marino, che possiamo considerare “Italiano”
Seguono gli USA con 20. la Francia con 18, la Spagna con 11, il Portogallo con 7.
Per quanto riguarda il Sudamerica, l’altra zona affollata da Challenger, l’Argentina ne ha 6 così come il Cile ed il Brasile, 2 ciascuno Bolivia, Colombia Ecuador e Perù, 1 Uruguay. In totale 27.
A quelli in Usa vanno aggiunti 4/5 in Canada e 5/6 in Messico.
Seguono poi altri paesi Europei la Germania con 5 è quella con il maggior numero, seguono le altre, e poi i paesi asiatici (Giappone, India, Kazhakistan, Sud Corea, Tainlandia,) ed Australia.
L’Italia è senz’altro il paese con il maggior numero di Ch, ma è anche quello che ha meno tornei ATP, fra i paesi maggiormente rappresentativi: la Francia e gli USA hanno moltissimi tornei del circuito maggiore (per tacer degli SLAM), ed anche paesi come Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera, la stessa Svezia, ne hanno più dell’Italia.
Sarebbe il caso che in Italia potessero aumentare i tornei del Circuito ATP, almeno 2, magari facendo crescere qualcuno dei Challenger.
Il punto 3 non è molto positivo, con tabelloni infarciti di italiani non portare a casa il titolo non è davvero un buon segnale
Pensavo meglio. Invece molto peggio di quello che sostiene qualche tifoso esaltato, che pensa che, ultimamente, in Italia crescano campioni come funghi.
In effetti i challenger non hanno compensato gli scarsi risultati di quest’anno nei tornei che contano.
Poi, il fatto che la metà delle nostre vittorie si sono compiute in tornei casalinghi dimostra che avere tanti tornei in casa è un vantaggio.
Alcune veloci considerazioni, utili anche rispetto ad alcune “narrazioni” spesso frequenti in queste liste di discussione:
1. delle 16 vittorie italiane 9 sono state conseguite da Next Gen, più del 50%;
2. se è vero che 8 sono state conseguite in Italia, altrettante sono quelle all’estero, di queste, sempre per rimanere in tema con il punto 1, 5 vengono da next gen, 2 da Nardi, 2 da Bellucci ed 1 da Cobolli;
3. La maggior parte dei Challenger Italiani sono stati vinti da tennisti stranieri, segno dell’alta qualità della partecipazione e quindi a garanzia della validità delle vittorie in “casa” dei nostri tennisti.
4. Le vittorie, anche su prevalentemente su terra battuta, sono però state conseguite anche sul cemento od ed id. Questo sta ad indicare una notevole versatilità dei nostri tennisti, soprattutto i giovani.
Pur nel rispetto delle differenti opinioni, mi sembra che questi dati siano incontrovertibili, speriamo quindi si ponga fine a logore e stucchevoli polemiche ed altrettanto inutili confronti con tennisti di altri paesi.
Perchè limitarsi a (i???) centinaia quando potevi scrivere i miliardi di challenger in Italia?
Bisogna fare una considerazione imparziale e spassionata. Nelle prime quattro posizioni si sono piazzate le nazioni che hanno organizzato più tornei di categoria sul proprio suolo quest’anno. Questo chiaramente non sminuisce in alcun modo i risultati ottenuti, semmai lo avvalora, nel senso che sono nazioni credibili e in grado di organizzare tanti eventi proprio grazie ai loro movimenti. Bisogna però poi valutare più che il numero di tornei casalinghi vinti in rapporto al totale (l’Italia ad esempio ha otto successi casalinghi e otto all’estero: ciò dimostra come i nostri siano competitivi in quanto forti, non in quanto favoriti dal fattore campo) il livello di competitività dei tornei vinti. In questo senso il risultato, comunque eccezionale, dell’Argentina perde un po’ di significato, perché la maggior parte dei successi sono arrivati in terra sudamericana, ove si è svolto praticamente per tutto l’anno un circuito parallelo che non dico non fosse competitivo, tutt’altro, ma senza dubbio ha visto la presenza di tennisti sudamericani, soprattutto argentini, in netta maggioranza rispetto ad atleti di altri continenti e dunque la statistica è chiaro che risulta un po’ meno attendibile. Ossia: se vinco quasi solo tornei fuori stagione nel mio continente dove il parco giocatori è composto quasi esclusivamente da miei connazionali o comunque Sudamericani, allora sono credibile a livello internazionale fino a un certo punto. I dati sono chiari: solo quattro dei ventitré titoli vinti da Argentini sono stati ottenuti al di fuori del Sud America. E questi sono stati vinti da soli due giocatori, Cachini (tre) e Coria (uno). Discorso molto diverso per Francia e USA, i cui tornei nazionali sono molto più competitivi di quelli sudamericani e soprattutto i cui tennisti hanno vinto molto anche al di fuori della terra natia. La Francia infatti ha un bilancio simile al nostro (10-12 mi pare). Gli USA vantano invece nove successi in casa e solo tre all’estero. Quello nordamericano è un altro circuito off season, ma più competitivo di quello sudamericano, non fosse altro perché vi partecipano spesso giocatori con ranking alto provenienti anche dall’Europa. Resta però il fatto che sempre fuori stagione è ed è significativo in questo senso il fatto che la maggior parte dei titoli sono arrivati negli ultimi mesi dell’anno, quando cioè il parco giocatori cala di livello e vi sono iscritti soprattutto tennisti di casa. Questo per dire che bisogna contestualizzare questi dati se si vuol valutare la forza di un movimento: in questo momento Italia e Francia sono movimenti di primissimo ordine, mentre USA e soprattutto Argentina hanno sì buoni giocatori, ma sfruttano soprattutto il fattore campo.
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Senza i centinaia di challenger che si giocano in Italia non avremmo nessuno tra n100 e n500