Intervista a Wiktorowski (coach Swiatek): “Il grande 2022? Decisivo aver migliorato il servizio e mentalità”
Il collega polacco Dominik Senkowski ha intervistato Tomasz Wiktorowski, coach della n.1 al mondo Iga Swiatek, al termine di una stagione straordinaria che ha portato la 21enne di Varsavia a dominare la prima parte dell’anno, conquistare due Slam e svariati record sul tour WTA. Per il coach il miglioramento della sua assistita è stato globale e più rapido di quello che si aspettava, ma i due punti salienti sono stati l’aver costruito un servizio più efficace e una mentalità vincente, ricca di ambizione senza accontentarsi di buoni risultati. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista a Wiktorowski.
“Mi aspettavo che Iga raggiungesse tali risultati. Non sapevo se sarebbe stato con me o con il prossimo allenatore. Un anno fa conoscevo a malapena Iga personalmente. È strano che ci siamo incrociati, ma è andata così. La nostra collaborazione è iniziata grazie a dei contatti con suo padre, ma non proprio con Iga. Abbiamo parlato forse tre volte prima di incontrarci per un discorso di collaborazione. Non conoscevo lei personalmente ma conoscevo bene il suo tennis, l’ho commentato anche in TV. Questo mi ha aiutato, tanto che iniziando il lavoro insieme avevo già un’idea pronta su quello che dovevo fare per Iga“.
Il coach esalta lo scatto in avanti dal punto di vista mentale di Iga: “Tutti possono vedere il cambiamento a livello mentale. Tuttavia, non sapremo mai quale viene prima: la gallina o l’uovo. È venuto prima un gioco migliore o un miglioramento mentale? Non mi interessa nemmeno. Sono contento che stiamo facendo tutti un lavoro tale da ottenere risultati come la scorsa stagione. Sono molto contento di come Iga ora prende decisioni in campo, con responsabilità. Produce un gioco più aggressivo, decide bene quando accelerare, come farlo e in quale direzione. Questa decisione è stata assente nella partita contro Sabalenka nelle finali WTA e contro Cornet a Wimbledon, sono state due partite in cui Iga ha giocato senza prendere decisioni. Ha perso solo 9 partite nel 2022, in sette la rivale ha disputato una prestazione migliore, Iga ha meritato di perdere. Nelle due sconfitte con Sabalenka e Cornet no, Iga poteva vincere”.
Il coach ha lavorato duramente per trasformare Swiatek in una tennista molto più aggressiva e meno attendista. È stato un lavoro che ha portato frutti quasi immediati: “Sono stato fortunato che ciò su cui abbiamo lavorato a dicembre ha portato risultati molto rapidamente. Iga ha dimostrato di essere già una grande giocatrice, aveva solo bisogno di un po’ di ordine e di razionalizzare il suo gioco, e di un allenamento diverso. A dire il vero, non mi aspettavo che riuscisse a mettere in campo così velocemente queste piccole cose: come la correzione dello swing di diritto, la posizione in risposta o il rapporto tra la direzione del colpo. A sua volta, grazie al fatto che i buoni risultati sono arrivati rapidamente, è stato anche più facile per me continuare. Abbiamo creato fiducia e siamo stati in grado di andare avanti sulla base di questo”.
Entrando più nel dettaglio tecnico, Wiktorowski parla del servizio e degli schemi di gioco. “Continuo a chiedere a Iga di essere sempre pronta a giocare una palla in più. A volte non lo fa quando è a rete: dopo una volée si dimentica di prepararsi per un colpo successivo o di essere pronta per uno smash. Oggi stiamo lavorando e non ci fermiamo più al primo colpo al volo. Da un punto di vista tecnico, il colpo che Iga ha migliorato di più quest’anno è il servizio. Ne ho la conferma dai numeri. Ad esempio, la finale degli US Open Iga l’ha vinta principalmente con il servizio, soprattutto nel primo set. Stiamo lavorando molto sulla palla corta, sia col diritto che di rovescio. Un drop shot viene giocato con una mossa simile a uno slice. Quando Iga si sente sicura, introdurrà un drop shot o mi segnalerà che è pronta ad usarlo. E se non lo fa, lo proporrò io di usarlo maggiormente”.
Il coach è orgoglioso della continuità di risultati ottenuti da Iga nel 2022. “Sono orgoglioso per come Iga è riuscita portare avanti questa stagione. Ha mantenuto l’alto livello mostrato all’inizio dell’anno. Non ci sono stati grandi cali. Possiamo considerare le partite in cui ha perso, ma ce ne sono state davvero poche. Per tutto il resto è stata in grado di giocare a un livello che prima poteva solo sognare. Iga è stata in grado di trasferire tutta se stessa in campo, e le situazioni sono diverse nell’arco di un’annata. Mantenere quel livello è legato alla capacità di adattamento. Iga ha mantenuto la sua efficacia, adattandosi alle varie condizioni che ha dovuto affrontare, invece di cercare – cosa comune tra i giocatori ed è una trappola – di subirle secondo quel che si aspettava. Sono anche orgoglioso del fatto che abbiamo introdotto una mentalità secondo cui non puntiamo a un risultato decente, ma alla vittoria. Lo abbiamo introdotto in collaborazione con Daria Abramowicz all’inizio dell’anno. Anche questo ha funzionato”.
Un suo pensiero sul tennis femminile in questo momento. “Tre-quattro anni fa pensavo che avremmo avuto un tennis femminile molto fisico ma anche tecnicamente migliore. Sono sorpreso che le ragazze che non hanno ancora una tecnica di gioco completa riescono ad arrivare alla ribalta. Jabeur ha un tennis molto interessante, anche Garcia. Pegula e Gauff, sono una delle migliori coppie, ma si notano carenze tecniche. Anche la stessa Iga non ancora ha una tecnica completa. Qualche anno fa, mi sembrava che se fossimo arrivati a questo punto del tennis femminile, una tecnica completa era un prerequisito per primeggiare. Il termine ‘tecnica completa’ a mio parere copre tutti i colpi. Nel caso di Iga, questa tecnica è quasi completa, ci stiamo avvicinando”.
“I miei punti di riferimento? Ho lavorato con molti grandi coach in passato. Ci siamo allenati molto con Wozniacki e Sven Groeneveld. Ho anche studiato Carlos Rodriguez, che mi ha sempre impressionato quando era allenatore di Henin e Li Na. David Kotyza era così rilassato e allo stesso tempo aveva un buon rapporto con Kvitova, tutto era organizzato in campo. Sam Sumyk che lavora con Azarenka ha mostrato un tennis più aggressivo. Mi ha fatto pensare a come Azarenka riesca ad accorciare le distanze dalla palla. Quando Darren Cahill ha lavorato con Halep, ci siamo allenati molto insieme. Lui ha un approccio più analitico. Anche quest’anno abbiamo avuto modo di scambiare due parole. Ho usato due consigli che ho dato a Iga”.
Un’intervista molto interessante, che racconta nel dettaglio come Swiatek sia riuscita a prendere slancio dopo il ritiro di Ash Barty e scappare via in fuga su tutto il gruppo delle rivali, capitalizzando novità tecniche con una mentalità vincente. Per molti mesi, soprattutto in primavera, Iga è parsa praticamente imbattibile, troppo più veloce, aggressiva a resistente in campo. Il 2023 sarà un’annata ancor più complessa, quella delle conferme dopo un 2022 favoloso. La polacca sembra avere ancora un certo margine su tutte le avversarie, ma molto dipenderà da lei, dalla sua capacità di mantenere quel tennis “energetico” che diventa una sorta di muro difficilissimo da scardinare.
Marco Mazzoni
TAG: Iga Swiatek, Intervista, Tomasz Wiktorowski
4 commenti
Iga é un fenomeno dell’ultimo decennio, altro che periodo fortunello. Fortunate sono le giocatrici dell’ultimo decennio, di non aver avuto come avversaria una come Iga, altrimenti avrebbero vinto molto meno. Del resto nella storia è sempre esistita la favola, vince perché non ha avversarie. La realtà è che Iga come altre grandi giocatrici del passato. vince perché e nettamente superiore alle altre, come talento, come mobilità e come atteggiamento mentale.
Iga é un fenomeno dell’ultimo decennio, altro che periodo fortunello. Fortunate sono le giocatrici dell’ultimo decennio, di non aver avuto come avversaria una come Iga, altrimenti avrebbero vinto molto meno. Del resto nella storia è sempre esistita la favola . La realtà è che Iga come altre grandi giocatrici del passato. vince perché e nettamente superiore alle altre, come talento, come mobilità e come atteggiamento mentale.
Questo sì che è un grande allenatore.
“Sono anche orgoglioso del fatto che abbiamo introdotto una mentalità secondo cui non puntiamo a un risultato decente, ma alla vittoria”.
Però di testa è sempre stata forte,sul resto concordo pienamente.
Aiuta molto il fatto di non avere colleghe che possano impensierirla.
Quindi gestisce tutto al meglio,buon per lei che è capitata in un periodo fortunello